OR.S.A.. AUTISTA TUA VITTIMA DI DOPPIA AGGRESSIONE: PRIMA IL FIGLIO SULL’AUTOBUS, POI IL PADRE AL DEPOSITO

Riceviamo e pubblichiamo

 

Mercoledì 20 novembre 2024, nel pomeriggio, un autista della Linea 21 è stato aggredito alla fermata in zona Sant’Alfonzo. L’episodio è nato da un disguido: un giovane, senza aver prenotato la fermata, ha tentato di scendere dalla porta sbagliata. L’autista, accortosi della situazione, ha aperto la porta, ma il ragazzo, già agitato, ha reagito con insulti e urla. Quando il conducente si è avvicinato per meglio comprendere quali fossero i motivi di una reazione così esagerata, il giovane lo ha aggredito, colpendolo con pugni al volto e facendolo cadere a terra. Solo l’intervento dei passeggeri ha interrotto l’aggressione, mentre il giovane si è dileguato.

L’aggressione non si è conclusa con la fuga del ragazzo: è stato solo il primo atto.

Il giorno successivo, nonostante il volto tumefatto, l’autista è tornato al lavoro con grande senso di responsabilità, ad attenderlo in deposito, però, c’era il padre del giovane aggressore, che con un vero e proprio blitz è passato dalle parole ai fatti, colpendo nuovamente il conducente.

A denunciare l’accaduto è il segretario regionale di OR.S.A. Trasporti Abruzzo, che commenta: “Si tratta dell’ennesimo atto di violenza nei confronti dei lavoratori di TUA, un fenomeno in preoccupante crescita. Il 19 e 21 novembre, rispettivamente in Piazza San Francesco e Piazza Garibaldi a Teramo, si sono registrate due violente aggressioni per futili motivi ai danni dei conducenti, con gravi conseguenze per i lavoratori”.

Continua Orlandi: “In nessun caso un padre di famiglia dovrebbe tornare a casa dal lavoro con il viso tumefatto e dover spiegare ai propri figli che stava semplicemente cercando di svolgere il proprio dovere. TUA è pienamente consapevole dei rischi che i suoi dipendenti affrontano ogni giorno, ma non fa nulla per proteggerli. I lavoratori si sentono in pericolo e abbandonati”.

Il segretario Orlandi conclude: “Tra il personale del TPL regna paura e sgomento per la crescente frequenza e gravità degli episodi. Chiediamo con fermezza alla Regione Abruzzo, in collaborazione con TUA e le forze dell’ordine, di adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei conducenti di mezzi pubblici. Riteniamo che l’installazione a bordo di videocamere a circuito chiuso  possa essere un passo utile, ma non è sufficiente da sola.”

Alessandro Peca, avvocato dello studio legale PECAS, commenta: “Con OR.S.A. stiamo preparando un esposto per denunciare l’inefficacia delle attuali misure di sicurezza per i conducenti di mezzi pubblici. L’obiettivo è sollecitare un intervento urgente delle istituzioni e delle forze dell’ordine per fermare l’aumento delle aggressioni e garantire una protezione adeguata ai lavoratori.”

OR.S.A. Trasporti




Giulianova. Il gruppo consiliare del Cittadino Governante (Alberta Ortolani e Franco Arboretti)  ha presentato in data odierna una Mozione urgente da discutere al prossimo consiglio comunale per intitolare a Tiberio Orsini  il parco di via Matteotti

Il gruppo consiliare del Cittadino Governante (Alberta Ortolani e Franco Arboretti)  ha presentato in data odierna una Mozione urgente da discutere al prossimo consiglio comunale per intitolare a Tiberio Orsini  il parco di via Matteotti che egli  donò al Comune negli anni ’70  per farne un parco pubblico. Questo il testo della Mozione consiliare:
Al Sindaco Jwan Costantini
Al Presidente del Consiglio Comunale Roberto Mastrilli
Ai Consiglieri comunali
MOZIONE URGENTE
Oggetto: INTITOLIAMO IL PARCO DI VIA MATTEOTTI AL MUNIFICO TIBERIO ORSINI CHE LO DONÒ AI GIULIESI.
Abbiamo visto che all’interno del parco di Via Matteotti è apparsa un’insegna con la scritta “parco degli arrosticini”.
Come è noto il parco pubblico in oggetto è stato donato alla città dal compianto Tiberio Orsini titolare della storico confettificio e indimenticato Presidente del Giulianova calcio.
Nell’occasione la sua espressa volontà fu quella di destinare l’area a parco pubblico.
Riteniamo perciò un atto dovuto intitolare il parco a chi gratuitamente e generosamente lo ha concesso alla comunità approvando in Consiglio Comunale la denominazione di quell’area verde come segue: Parco “Tiberio Orsini”.
Proponiamo, altresì, che il parco – negli ultimi tempi sempre più spoglio per i numerosi abbattimenti di pini –  venga arricchito con nuovi alberi  adulti  e panchine  per riavere in breve tempo un’amena area di verde urbano, a disposizione di tutti per il gioco e il riposo o per ristorarsi  nel chiosco che li vi insiste.
Il parco diventerebbe così anche una magnifica porta d’ingresso verso Salita Monte Grappa e verso il Centro Storico.
Auspicando che tutti i consiglieri comunali (di maggioranza e di minoranza)  la approvino  il nostro gruppo  consiliare propone  quindi la seguente Mozione:
Il Consiglio Comunale intitola al Dr. Tiberio Orsini il parco di via Matteotti da lui donato negli anni ’70 al Comune e alla collettività giuliese, istituendo così Parco “Tiberio Orsini”.
In questa maniera, seppur tardivamente, rendiamo il giusto riconoscimento a questo munifico  concittadino che tanto ha fatto per la nostra città come illuminato imprenditore (nel confettificio oltre ai rinomati confetti si produceva il famoso liquore “Doppio Arancio”), come straordinario Presidente del Giulianova calcio in uno dei suoi periodi d’oro e come generoso benefattore.
Giulianova 27 settembre 2024
                                                      Gruppo consiliare  Il Cittadino Governante
                                                                                                    Alberta Ortolani
                                                                                                      Franco Arboretti



PENSIERI IN RICORDO DELL’ON. ROMEO RICCIUTI

Apprendo con tristezza e commozione la notizia della scomparsa dell’on. Romeo Ricciuti, il cui impegno per L’Aquila e per l’Abruzzo è stato pieno, infaticabile e prezioso fino ai tempi recenti, quando le condizioni di salute gliel’hanno consentito. La memoria mi riporta subito agli anni Settanta, quando già al vertice dei Coldiretti provinciale dell’Aquila iniziò la sua lunga esperienza politica eletto al Consiglio Regionale nella prima legislatura e nelle due successive, diventando Presidente della Regione e aprendo una straordinaria stagione di progettazione e sviluppo dell’Abruzzo come poche altre, come pure una significativa attività di relazioni con le comunità degli abruzzesi all’estero.

Furono gli anni del grande avanzamento dell’Abruzzo in tutti i settori, grazie anche alla capacità di quella classe politica nelle Istituzioni di pensare e progettare il futuro, potendosi giovare d’avere al Governo del Paese e dell’Europa figure come Lorenzo Natali e Remo Gaspari, tra gli altri, e in Parlamento figure di grande valore, nella maggioranza come nell’opposizione. Lasciata la Regione, poi anche in Parlamento e nel Governo, due volte Sottosegretario di Stato furono per l’on. Ricciuti i luoghi della sua impareggiabile attenzione per l’Abruzzo e per la sua città capoluogo.

Personalmente del suo impegno porto un ricordo vivido e una testimonianza, come della sua determinazione e dell’attenzione verso il presente e il futuro della gente d’Abruzzo. Una politica, quella di quegli anni, che sapeva fortemente competere e confrontarsi, da sponde spesso contrapposte, ma che sapeva anche dialogare sulle grandi questioni nell’interesse generale.

Lasciato nella prima metà degli anni ’90 l’impegno diretto nelle Istituzioni, l’on. Ricciuti ha sempre continuato a sostenere con appassionata dedizione e con la sua notevole esperienza l’impegno delle varie amministrazioni pubbliche per opere ed iniziative destinate alla crescita della città capoluogo e della regione. Un impegno che trovò modo di esprimersi al meglio anche dopo il 6 aprile 2009.

Con gratitudine ed emozione esprimo questi modesti pensieri in ricordo dell’on. Ricciuti, dei comuni valori politici condivisi nella Democrazia Cristiana, come talvolta anche nella diversità delle posizioni – a me e ad altri della mia generazione è capitato, sempre conservando il reciproco rispetto – nella dialettica interna di quel grande partito che per quasi 50 anni ha governato l’Italia e larga parte delle Istituzioni.

L’Aquila e l’Abruzzo dell’on. Ricciuti conserveranno memoria del suo impegno politico da Parlamentare, uomo di Governo, Amministratore regionale, e come uomo pubblico fortemente attento e disponibile verso la gente d’Abruzzo. Un esempio di altri tempi della Politica, che aveva la capacità di saper trovare anche le ragioni che uniscono e non solo quelle che dividono, per il Bene comune. Alla famiglia dell’on. Ricciuti, alla signora Eleonora e ai figli Luca e Paola va la mia affettuosa vicinanza.

Goffredo Palmerini



IL PARADOSSO DELLA SOLITUDINE: SENTIRSI SOLI TRA LA FOLLA Dr. Krishan Chand Sethi *

 

La solitudine non è semplicemente l'assenza di compagnia fisica. È un'esperienza complessa,
profondamente personale e spesso fraintesa. Essere soli viene spesso visto come la radice della
solitudine, ma è il sentirsi soli anche quando si è circondati da persone che rappresenta un paradosso più
profondo e doloroso. Questa disconnessione emotiva mette in evidenza l'essenza di cosa significhi essere
umani e perché abbiamo bisogno fondamentalmente di identità, riconoscimento e relazioni significative.
Al centro, la solitudine tra la folla è una forma di isolamento sociale che va oltre la vicinanza fisica. Tocca i
bisogni più profondi del cuore, quali appartenenza, comprensione e connessione emotiva. Si può essere
circondati da amici, familiari e colleghi, ma provare comunque un senso profondo di solitudine se mancano
veri legami emotivi con loro. Questo tipo di disconnessione suggerisce che la solitudine più dolorosa non si
trova nella solitudine fisica, ma nell'assenza di supporto e comprensione emotiva, anche tra molti.
Il bisogno umano di Connessione Emotiva
Gli esseri umani sono per natura esseri sociali. Fin dalla nascita cerchiamo connessioni, non solo per
sopravvivere ma anche per il benessere emotivo. Il dolore del sentirsi soli tra la folla evidenzia una
disconnessione fondamentale tra il nostro ambiente sociale e i nostri bisogni emotivi. Quando ci sentiamo
invisibili o inascoltati da coloro che ci circondano, può portare a una sorta di solitudine esistenziale, che
mette in discussione il nostro stesso valore personale.
Questa forma di solitudine mette alla prova la nostra capacità di formare legami sociali significativi. Non è
sufficiente essere circondati da persone; abbiamo bisogno di una vera compagnia, ossia di relazioni in cui
ci sentiamo apprezzati, compresi e riconosciuti per chi siamo veramente. Il paradosso sorge quando siamo
circondati dagli altri, eppure ci sentiamo completamente isolati, come se i nostri bisogni emotivi fossero
invisibili a chi ci sta intorno.
Il ruolo dell'Intelligenza Emotiva
La solitudine in mezzo alla folla spesso indica una mancanza di intelligenza emotiva, sia a livello
personale che nel nostro ambiente sociale. L'intelligenza emotiva ci permette di empatizzare, connetterci e
costruire relazioni più profonde. Ci aiuta anche a navigare nelle complessità delle interazioni umane.
Quando l'intelligenza emotiva manca, la comunicazione vacilla e la nostra capacità di connetterci con gli
altri a un livello significativo si riduce.
Quando ciò accade, non importa quante persone siano fisicamente intorno a noi, possiamo comunque
sentirci isolati. L'assenza di vera comunicazione, comprensione ed empatia crea un divario che la sola
vicinanza fisica non può colmare. Ecco perché ci si può sentire profondamente soli anche in compagnia di
altri, perché non è la presenza fisica che conta, ma quella emotiva.

Il contrasto tra Solitudine e Isolamento
Esiste una sottile ma importante distinzione tra essere soli e sentirsi soli. La solitudine può essere
un'esperienza pacifica e rigenerante. Ci permette di riflettere, ricaricarci e riconnetterci con noi stessi. Al
contrario, l’isolamento – soprattutto quando vissuto in mezzo agli altri – è emotivamente estenuante. La
differenza fondamentale sta nel nostro stato emotivo. La solitudine è scelta, mentre l’isolamento è subìto.
La solitudine ci permette di godere della nostra compagnia, ma l’isolamento in mezzo alla folla sottolinea il
nostro bisogno di connessioni significative che mancano.
Nella solitudine possiamo trovare chiarezza, pace e conforto. Nell’isolamento, specialmente in un gruppo,
ci troviamo a desiderare quelle stesse connessioni che mancano, rendendo l'esperienza ancora più
dolorosa. Ci ricorda il bisogno umano non solo di compagnia fisica, ma di relazioni che nutrano l'anima.
La Solitudine Emotiva: la lotta nascosta
La solitudine emotiva è forse la forma più estenuante di solitudine. Non si tratta del numero di persone
intorno a noi, ma della profondità della connessione che sentiamo – o meglio, che non sentiamo – con loro.
Quando ci manca una vera compagnia, i nostri bisogni emotivi rimangono insoddisfatti, lasciandoci sentire
isolati e incompresi.
Questo tipo di solitudine può sorgere in tutti gli aspetti della vita – al lavoro, nelle amicizie, nei rapporti
familiari -. Suggerisce una mancanza di realizzazione emotiva, dove nonostante la presenza di persone,
non sentiamo il supporto o la comprensione che desideriamo. Questo vuoto emotivo è ciò che rende la
solitudine in mezzo alla folla così faticosa. Amplifica il nostro senso di isolamento, ricordandoci le
connessioni che ci mancano, piuttosto che quelle che abbiamo.
L'importanza delle vere Amicizie
Questo paradosso della solitudine sottolinea l'importanza delle vere amicizie. Le interazioni superficiali, o le
relazioni basate sulla convenienza o sui guadagni materiali, non possono colmare il vuoto emotivo che la
solitudine crea. Le vere amicizie, d'altra parte, offrono nutrimento emotivo. Forniscono un senso di
appartenenza, comprensione e supporto che va oltre la semplice presenza fisica.
Senza questi veri legami, rischiamo di sperimentare una solitudine più profonda e più significativa, che non
può essere colmata semplicemente dalla presenza fisica delle persone, ma solo da vere amicizie che
nutrono l'anima. Sono questi legami genuini che danno significato alla vita e ci aiutano a sentirci veramente
connessi in un mondo che può spesso sembrare isolante.

*Poeta, scrittore, artista, studioso di Interazioni umane e Benessere emotivo

THE PARADOX OF LONELINESS: OVERCOMING A SENSE OF DEMEURANCE

Loneliness is therefore not the lack of someone’s physical presence. And the process of grieving is quite a
complicated one, which is very individual and often mistaken for something it is not. It is generally a notion
that being lonely is caused by being alone but contrary to this, the worst form of loneliness is being lonely in
a crowd. This detachment underlines that we are but humans, and why we require identity,
acknowledgement and companionship.
In its true sense, loneliness in a crowd holds definition of a state of social exclusion that seems to be way
beyond the physical context. It speaks of the need that resides deeply within the human soul—need for
acceptance, for compassion and for fondness. Even if you are accompanied with friends, families, and co-
workers, still you will feel lonely if you do not have close and intimate relationships with them. Such
emotional detachment only points to one truth: one may search for solace in isolation; but the bitterest
loneliness is born of lack of emotional communion even in the crowd.
The role of human beings in relation to the necessity of social well-being or affection.
Human is a social animal. From the time we are born we strive for attachment not only for the need to
survive but for the need to have our attachments needs met. The experience of being lonely in a crowd
indicates a gap between people’s sociological reality and their subjective experiences. This is epitomized
by the type of loneliness that stems from feeling invisible, and unheard by people around, and this kind of
loneliness puts to question our very existence.
This kind of loneliness poses a great challenge to individuals in as much as relating to other people is
concerned. The problem is not being lonely – the problem is being lonely in a world full of people and
relationships with are others don’t see us, understand us, or acknowledge the real us. The ‘voice’ of
loneliness appears when we are with people, but one can remain all alone as if no one can hear or see a
man’s pain.
Emotional Intelligence: Its Definition, Importance and its Use
It is not only one’s personal deficiency that makes one feel lonely despite the presence of people around
but also a failure of society or people around one to display elementary emotions intelligence. Emotional
intelligence enables us to understand and appreciate or even know and relate with people at a deeper
level. It allows us to also deal with human behavior another thing that it has helped with is relating to
counterpart. Indeed, it’s a known fact that when people lack emotional intelligence, they experience poor
communication, thus, a lack of connection with people.
This, in turn, means that even when there are many people around us, we may not necessarily feel the
need of the company of at least one other person. This means that when people are merely physically
close to one another, there is no chance for them to find that connection is indeed not enough to make
people close, since often the gap resulting from the lack of genuine communication and comprehension

cannot be crossed by simply being in the same room. This is why one can feel deeply lonely in company
because in fact it isn’t the bodies proximity which counts, but emotional proximity.
The distinguishing of solitude and loneliness has been described as follows:
While those two terms often may seem identical, there is a certain difference between being alone and
being lonely. In the right sense, solitude may be an enriching way of experiencing the environment since
there are times when quiet is golden. It makes it possible for us to pause, to rest, and to rejuvenate, within
one’s own self. Here, loneliness – and especially when experienced in the company of the others – is tiring
emotionally. The difference is in terms of the feelings that we harbour concerning such matters. This is the
reason why solitude is more desirable than loneliness, which is forced upon people. Being alone enables
one to be comfortable with him or herself, but being alone while surrounded by people defines the desire of
having companionship even where none exists.
In the case of loneliness organizations offer a chance to find answers, harmony and comfort. In loneliness,
one tends, for instance, to get into a group with expectations of companionship only to find that some of the
people are as lonely as you are missing the company that is not there. It translates to the need man has not
only to be touched but to be touchable, to have contact that is real not virtual or imposed.
Emotional Loneliness: This lecture is titled “The Hidden Struggle,”
Emotional loneliness is possibly the most tiring type of loneliness that anyone can experience. This is not
about the amount of people around us that we are having issues connecting with or not connecting with at
all. In our day to day lives, if we do not find genuine friends to share our feelings with, our emotional outlet
does not get replenished, which makes us feel lonely.
This sort of loneliness can occur in any sphere of life; at the workplace, in friendships, in a family. It hints on
emotional vacuum, where even though there are people in ones society, there is no warm embrace or
someone who understands one’s predicament. That is what makes loneliness in a crowd so tiring and
frustrating because all those people around are indifferent to everything that happens. Instead of enhancing
our feeling of connectedness, it intensifies our feeling of loneliness, as it constantly reminds of relations we
have lost.
Of course, what all these imply is the importance of real friendships that one can never easily bid farewell.
This has the paradox of loneliness, which gives a true value to real friends. In other words, ordinary
interpersonal contacts or interactions, often referred to as exogamic relationships that are shared on the
premise of convenience or on the basis of barter of some material benefits, are incapable of satisfying the
need for companionship that loneliness helps to evoke. Whereas, real friendships provide the emotional
support. Besides mere physical presence, they give one the feeling of belonging and understanding as well
as support.

Without these real connections we can be lonely even being in the company of many people at a funeral,
party or work place. It will be useful to have measured interactions that do not only occupy the space we
live in but are also meaningful. These are the authentic relationships that add value to life and make us feel
connected in the society that many a times feels lonely.
Conclusion
The following paradox of loneliness, which translates to being lonely in a throng of people, make people
understand and appreciate the importance of interpersonal relationships and connections. Though it’s
desirable to have other people around; it is more desirable to be noticed, recognized, and appreciated. The
type of loneliness that one gets when emotionally lonely is one of the worst painful feelings one can
undergo and the only way to deal with it is through the acquisition of meaningful relationships that enrich
the soul. If we do not have these connections we may remain lonely even if we are with people, thus
making it even harder to seek internal calm.
In the modern world with screen-based interactions boasting of their importance more than heartfelt
connections, the complicated task is to create healthy connections that would provide the emotional
support and recognition that we need. Then we can truly connect the loneliness with that true
companionship that provides not only the sustenance but the nourishment of a person and his soul as well.
*Poet, Writer, Artist and Academician specialized in Human behavior and Holistic well-being




COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE “NUOVE SINTESI – PENSIERO RIBELLE”

Per l’ennesima volta constatiamo che la politica, non solo nazionale, ma in particolar modo quella territoriale pensando di ammantarsi di credibilità e soprattutto di “responsabilità morale e civile” non fa che, una volta di più, macchiarsi di grottesco.
Revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini non può che configurarsi come la classica manovra per riempire le solite colonne dei quotidiani regionali o delle pletore di portali d’informazione telematica ormai quasi esclusivamente vocati all’ intrattenimento da telefonino tipico del pendolare sul treno affollato.
E ciò che stiamo affermando non è figlio di pregiudizio ideologico, ma si muove spontaneamente sulla scorta di ciò che ai giorni nostri sentiamo mancanza spasmodica : IL BUON SENSO.
In primis poiché la maggior parte delle infrastrutture ed opere che furono costruite dal su citato sono in parte ancora godibili e sfruttate dalla cittadinanza e dai turisti ed oltre ad testimonianza storica sono ormai tratto imprescindibile e caratteristico della cittadina. Questo è un dato di fatto oggettivo e non opinabile, ma se si vuole eventualmente, vista la follia dilagante, si potrebbe pensare anche di mettere al bando gli stili architettonici come il liberty ed il razionalista in nome della cultura della cancellazione.
In secondo luogo il diretto interessato da questo provvedimento  è ascrivibile fra “I PIÙ” ormai dal 1945, ergo le questioni di noi viventi non crediamo che possano riguardarlo più tanto men che meno queste beghe.
Più edificante sarebbe portare istanze atte a salvaguardare la cittadinanza dalle decisioni che vengono prese a chilometri e chilometri di distanza dalla tanto amata Unione Europea che di tutto ha contezza forché delle unicità e delle tradizioni del nostro territorio.
In terzo luogo ,come se ce ne fosse bisogno ,continuate a dimostrare come Benito Mussolini, al netto di luci ed ombre, sia l’unico personaggio storico su cui la damnatio memoriae debba essere continua e reiterata. A corroborare risulta evidente che per la maggior parte dei protagonisti di questa triste vicenda probabilmente  abbiano avuto degli insegnati  di storia non abbastanza qualificati poiché l’unica nozione che si evince  abbiano insegnato a dovere è quella dell’ ANTIFASCISMO utile strumento retorico che serve ad evitare di entrare nel merito delle vicende storiche con onestà intellettuale e profondità. Visto che per funzionare bene l’ ANTIFASCISMO ha un bisogno spasmodico della presenza puranco ectoplasmatica di “sua Eccellenza” ,non credo che sia utile, per la vostra causa , procedere in questa continua opera di rimozione per due semplici ragioni:
1 chi non conosce gli avvenimenti potrebbe incuriosirsi e svolgere autonomamente ricerche storiche, quindi ritrovandoci con il rischio fra qualche anno di avere nati nel 21esimo secolo simpatizzanti del fascismo.
2 senza “l’uomo nero” verrebbe  a mancare  l’ingrediente principe della “torta” ed al giorno d’oggi è assai difficili individuare ed attaccare dialetticamente gli attori contemporanei che agiscono fattivamente nella realtà di tutti i giorni.
Giulianova è stata governata per anni dal PC. Nessuna richiesta del genere era mai stata presentata. Forse perché  avevano lo sguardo sulle problematiche dei cittadini?
In attesa che arrivi un momento in cui ci sia una lettura equidistante ed oggettiva della nostra storia del 900 del secolo scorso non possiamo che rinnovare i nostri più cordiali saluti.
Associazione Nuove Sintesi – Pensiero Ribelle



Atri. FARE PER ATRI E PER IL SUO TERRITORIO: fare chiarezza per la scuola calcio gratuita

La costituenda Associazione locale “FARE PER ATRI E PER IL SUO TERRITORIO” è venuta a conoscenza dai
social e da alcuni genitori, i cui figli praticano attività calcistica giovanile nella nostra città, della
problematica sollevata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica Vigor Academy Hatria Team circa
l’impossibilità di poter offrire, quest’anno, una scuola calcio gratuita, in quanto sembrerebbe che i fondi di
un bando statale assegnati all’Associazione per realizzare questo progetto sarebbero stati destinati,
dall’Amministrazione Comunale, ad altre realtà sportive.
In considerazione della grande importanza che lo sport riveste nel tessuto cittadino e della fondamentale
funzione che esplica per lo sviluppo e la sana crescita dei ragazzi, la nostra associazione, che al proprio
interno annovera la presenza di tanti genitori che sono fortemente interessati a questa problematica,
chiede al Sindaco, all’Assessore allo Sport e all’ Amministrazione tutta di intervenire sull’argomento,
fornendo i dovuti chiarimenti alla città ed alle tante famiglie atriane coinvolte, al fine di fare chiarezza su
questa situazione che sta generando molta preoccupazione circa la possibilità, per tanti ragazzi atriani, di
continuare a praticare attività sportiva nel prossimo anno.




Tuo figlio ci mette tanto tempo a studiare e poi fa fatica a ricordare?

Associazione
“Nel Mondo dei Colori APS ETS”
cod. fisc. 91058280677

sede operativa: centro commerciale “I Portici”
Via G. Di Vittorio 64021 Giulianova
Sede Legale: Via Marconi, 27 64021 Giulianova
e-mail: nelmondodeicolori21@gmail.com
pec: nelmondodeicolori@pec.it

Tuo figlio ci mette tanto tempo a
studiare e poi fa fatica a ricordare?

Ciao a tutti!!! Siamo Roberta e Luana due totor DSA e per alunni con difficoltà scolastiche. Siamo riuscite
a far nascere la nostra associazione due anni fa e, dopo tanta formazione, stiamo realizzando il nostro
sogno ossia accompagnare e supportare i nostri bambini/ragazzi nel loro viaggio scolastico.
Che dire sui DSA? Quando parliamo di DSA ci riferiamo a delle caratteristiche individuali, ad un modo di
apprendere diverso ma NON ad una patologia. Come riescono a baipassare le loro difficoltà
nell’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo? Utilizzando strategie specifiche e
individualizzate di cui ognuno di loro necessita. Inoltre dandogli delle competenze e abilità nuove
riescono, tramite un percorso sul metodo di studio, a raggiungere l’autonomia nello stesso.
I bambini/ragazzi con ADHD e Disturbo dell’Attenzione hanno bisogno anche loro di strategie specifiche
e mirate per svolgere i compiti pomeridiani necessitando dell’affiancamento di un tutor anche per
lavorare, grazie a dei laboratori, sull’autostima e sul rispetto delle regole.

L’Associazione “Nel Mondo dei Colori” APS ETS partecipa al Centro Estivo del Comune di Giulianova
lavorando sul potenziamento, sul supporto compiti e sul tutoraggio. Si eseguono giochi mirati per
rafforzare l’attenzione e la concentrazione.

Vi aspettiamo!!! Roberta 347/0094263 Luana 346/2287690

 




Giulianova. Chi potrebbe fare una educazione alle nuove generazioni sul mare e i suoi “abitanti”?

Buongiorno. Mi rivolgo a lei perché non so a chi rivolgermi. In acqua ho assistito ad una scena di una famiglia, probabilmente abruzzese dal loro intercalare, in cui il padre raccoglieva telline ed insieme faceva raccogliere delle stelle marine ai propri figli per poi farle ributtare in mare. Purtroppo le stelle marine , una volta prese, muoiono. Possibile che non ci sia questa cultura sul patrimonio marino che abbiamo???? Chiedo a lei. Chi potrebbe fare una educazione alle nuove generazioni sul mare e i suoi “abitanti”? Grazie e buon lavoro

Lettera firmata




Negli ultimi mesi, il tema delle liste di attesa, come è giusto che sia, ha assunto la massima centralità nei mezzi di informazione nazionali e locali, evidenziando le criticità che caratterizzano il sistema sanitario nazionale e, indistintamente, le regioni italiane.

La presente nota congiunta intende contribuire ad informare i cittadini circa alcuni specifici temi, che hanno catalizzato l’attenzione dei mass media, degli organismi di rappresentanza, della politica e della cittadinanza.

Il tema che intendiamo affrontare, in questa sede, è quello delle pre-liste o liste di galleggiamento, una metodologia operativa di governo delle liste di attesa ampiamente diffusa su scala nazionale (ex multis, Veneto, Valle D’Aosta, Lombardia, Toscana, etc.)

Sul punto, intendiamo chiarire che:

 

  • La metodologia delle pre-liste non altera – in alcun modo –  il monitoraggio dei tempi di attesa e nello specifico i dati della settimana indice (rilevazione ex ante), che vengono definiti all’atto della prenotazione;
  • Le pre-liste non solo non alterano in senso migliorativo le risultanze del monitoraggio ex ante, ma – in termini concreti – incidono positivamente nel soddisfacimento dei bisogni espressi dai cittadini-utenti;
  • In termini normativi, i processi di presa in carico e le pre liste sono, di fatto, configurate nel punto 3.5 (Back office) del Piano regionale per il governo delle liste di attesa della Regione Abruzzo (DGR 265/2019), per effetto del quale “Il corretto funzionamento del Sistema CUP è reso possibile da un servizio di Front-office per la raccolta delle richieste, prenotazione e/o riscossione e uno di Back-office, che cura la gestione e programmazione delle agende e il supporto ai punti di prenotazione e di erogazione, attivando la figura di un “Cup Specialist”. Compito prioritario di tale figura è la gestione delle criticità che si presentano agli sportelli e al call center, da affrontare con differenti modalità. Lo Specialist interviene nel caso in cui non siano disponibili prestazioni richieste con le classi di priorità” e in generale nelle situazioni nelle quali gli operatori dello sportello non hanno la possibilità di dare una risposta efficace all’utente. Gli operatori del back office – CUP di ciascuna delle quattro ASL provvedono alla presa in carico della prenotazione con la priorità indicata ed utilizzando la procedura delle liste d’attesa informatizzate; ricontattano, prioritariamente i medici prescrittori, qualora sussistono errori e criticità riscontrate nella compilazione della ricetta rispetto al quesito clinico, ed altresì gli assistiti che non hanno trovato disponibilità, nel momento in cui la prestazione dovesse risultare disponibile sollevandoli dall’onere di rivolgersi di nuovo al CUP”.
  • Il disposto normativo di cui al punto precedente delinea, in termini operativi, la creazione di pre-liste, cioè di liste ove collocare i cittadini cui le ASL non hanno garantito le prestazioni richieste nei termini di legge. Esso, infatti, prefigura la necessità di attivazione di pre-liste funzionali per la presa in carico del paziente e per il richiamo dello stesso al momento in cui la prestazione si renda disponibile (per aumento delle disponibilità o per avvenuta disdetta / spostamento da parte di altri utenti).

 

 

 

  • Le pre-liste si configurano come soluzione organizzativa aggiuntiva finalizzata a rispondere a particolari criticità in favore dei cittadini, attraverso articolati processi di presa in carico informatizzati.

 

E’ giusto ricordare che un lungo ed impegnativo lavoro è stato condotto, negli ultimi anni, dalle Regioni, dall’Agenas, dal Ministero della Salute, al fine di disciplinare il complesso universo delle liste di attesa, armonizzando – tra l’altro – le strategie di governo delle liste di attesa. Tale processo ha superato ampiamente la fase preparatoria e si accinge ad approdare alla fase ratifica legislativa e regolamentare.

Su base regionale, sarà ora necessario, anche in considerazione dei nuovi scenari prefigurati dal D. L. 7 giugno 2024, n. 73, che introduce importanti misure di accesso surrogatorio, qualora le Aziende sanitarie non siano in grado di garantire le prestazioni entro la tempistica fissata dalla normativa vigente (utilizzo dell’attività libero-professionale intramuraria, delle prestazioni aggiuntive o del sistema privato accreditato), standardizzare ed armonizzare le diverse modalità organizzative poste in essere, proprio al fine di dare piena attuazione al Piano regionale per il governo delle liste di attesa (DGR 265/2019).

Inoltre, le ASL – in forza dei nuovi modelli organizzativi e digitali introdotti – promuoveranno ulteriomente il potenziamento del back-office, come già fatto del corso dell’esercizio 2023. Anche nei Piani di razionalizzazione appena presentati alla Regione Abruzzo, le ASL non hanno decrementato le risorse umane dedicate a queste preziose attività, che si fonda sui richiamati strumenti di governo delle liste di attesa.

In conclusione, riteniamo che, in materia di liste di attesa, molto impegno sia stato profuso per garantire ai cittadini-utenti servizi il più efficaci e tempestivi possibili.

Siamo perfettamente consapevoli che persistano ancora situazioni di criticità che, con il supporto della Stato centrale, della Regione e dell’Agenzia sanitaria regionale, intendiamo contrastare con le nostre migliori intenzioni ed energie.

 

 

 

I DIRETTORI GENERALI

 

 

ASL n. 1          Prof. Ferdinando Romano

 

ASL n. 2          Dott. Thomas Schael

 

ASL n. 3          Dott. Vero Michitelli

 

ASL n. 4          Dott. Maurizio Di Giosia




Teramo. Ilaria De Sanctis: Ho deciso di scrivere questa lettera per ringraziare tutte le persone che poco più di un anno fa hanno espresso, nell’esercitare uno dei diritti fondamentali della nostra Costituzione, quello al voto, la loro preferenza, scrivendo il mio nome e cognome.

Ho deciso di scrivere questa lettera per ringraziare tutte le persone che poco più di un anno fa hanno espresso,
nell’esercitare uno dei diritti fondamentali della nostra Costituzione, quello al voto, la loro preferenza,
scrivendo il mio nome e cognome. Per me è stato fonte di orgoglio, ma anche di stimolo, quando il Sindaco,
nel comporre la giunta, mi ha consegnato le deleghe al sociale e all’ Edilizia residenziale pubblica. Due temi a
me molto cari, su cui, nonostante la poca attenzione da parte dell’amministrazione e del Sindaco in primis,
ho messo tutta me stessa. Poca attenzione si…non basta enunciare principi di massima durante gli incontri
istituzionali per dire che questi aspetti sono fondamentali. Non bastano i selfie o i post sui social. Occorre poi
mettere in campo le azioni affinché ciò che si dice, poi, diventi realtà. Faccio un esempio: l’emergenza
abitativa. Dal primo programma elettorale, nel 2018, Via Longo è una priorità. La situazione di quelle
palazzine, nel corso del tempo, è peggiorata in maniera esponenziale e dentro ci continuano a vivere le
persone così come altre vivono nelle stesse condizioni in altri appartamenti comunali. Dopo essere riuscita a
far inserire un capitolo di bilancio specifico per le manutenzioni delle case popolari, ho capito che è stato, mio
malgrado, un contentino, uno specchietto per le allodole usato dal Sindaco per rabbonire quei cittadini. Ho
trascorso gli ultimi mesi a sollecitare gli uffici che gestiscono il patrimonio, anche se la mia delega era limitata
agli aspetti legati ai bandi per l’assegnazione delle case e a quelli amministrativi, a intervenire su via Longo,
ma c’ era sempre altro da fare. A parte, qualche “pezza” buttata in maniera disorganizzata, nulla è stato fatto:
d’altronde con circa € 200.000 cosa si può realizzare?
Siamo stati i primi, però, a infuriarci con l’ Ater per via Adamoli!
A parte le manutenzioni, via Longo, priorità di quest’ amministrazione, necessita e credo che sia un dato
lampante, di una riqualificazione generale. Dopo aver perso qualsiasi speranza per il P.i.n.Q.u.a. (Programma
innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), negli ultimi mesi, il Sindaco ha ripetuto, come un mantra,
durante gli incontri con i movimenti per la casa, che avrebbe acceso un mutuo per rigenerare le prime due
palazzine. Siamo a luglio e sinceramente non ha dato tempistiche…forse stava aspettando il rimpasto! Io
continuerò a stare dalla parte della nostra Città e dei più deboli e non mi arrendo, anche se al Sindaco non
andavo bene! E non andavo bene, già il giorno dopo il risultato elettorale. Che mi avrebbe tolto, lo sapevo
già da maggio dello scorso anno, quando il dato elettorale ha sottolineato la differenza tra quelli per cui si è
speso personalmente e me, tanto che nel comporre la giunta annunciò, lanciando un messaggio che oggi
risuona chiaro, che dopo le regionali avrebbe cambiato ciò che non funzionava. Evidentemente io ero fonte
di frustrazione, di invidia e di rancore da parte dei consiglieri a lui più vicini, chi nello scorso mandato è stato
assessore o chi l’assessore non l’ha fatto mai. A non funzionare evidentemente ero io, perché sono una
persona libera e che ho creduto che quello slogan, “NON PADRINI, NON PADRONI”, ripetuto dal Primo
Cittadino ovunque e soprattutto durante i consigli comunali all’opposizione, fosse la nostra verità, la nostra
forza. Oggi, mio malgrado, la verità è un’altra che non devo neanche svelare perché è sotto gli occhi di tutti.
Per sollevarmi dalla giunta, il Sindaco ha faticato un po’, sia perché sono stati in molti, che in questi due mesi
“di decisioni”, lo hanno avvicinato chiedendogli di non farlo, sia perché doveva trovare la giustificazione. Ecco
che prima un consigliere annuncia l’uscita da “INSIEME POSSIAMO” con una conferenza stampa, alla fine
della quale il sindaco lo abbraccia. Pochi giorni dopo esce l’altra piangendo. Entrano nel gruppo misto! Il
Sindaco è alle strette: con quattro consiglieri il gruppo “INSIEME POSSIAMO” non può mantenere tre
assessori! Il gruppo del Presidente della Provincia, intanto, che ha eletto tre consiglieri, vuole il secondo
assessore e al Presidente della Provincia non si può dire di no. Non mi dilungo e concludo chiedendo scusa a
tutti i cittadini se nel lontano 2017, prima che l’amministrazione del centrodestra cadesse, con Gianguido e
l’allora consigliera Francesca Di Timoteo, fondammo INSIEME POSSIAMO come gruppo Consiliare, salutando
il PD. Chiedo scusa se di nuovo la nostra Città è usata per la carriera personale di qualcuno. Chiedo scusa se
la nostra Città, anche a causa mia, ha più padrini e più padroni di quanti ne abbia avuto nella storia. Doveva
essere una storia differente, come dice qualche consigliere, ma a me sembra una storia già vista.

Ilaria De Sanctis

Comune di Teramo