Teramo. Associazione “Antonio Gramsci”: MARSILIO SVENDE L’ABRUZZO

Il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio svende l’Abruzzo sull’altare di Fratelli d’Italia e della Lega. Marsilio, nel definire quello sull’autonomia differenziata un Disegno di Legge equilibrato che ha l’obiettivo di far crescere tutta l’Italia”, fornisce l’ennesima dimostrazione di considerare l’Abruzzo terra da depredare. Marsilio afferma che “verranno determinati i livelli essenziali delle prestazioni con conseguente indicazione di fabbisogni e relativi costi, che “nel processo di concessione dell’autonomia viene valorizzato il ruolo del Parlamento”. Tutto falso!

Il ddl Calderoli, in un contesto nel quale il regionalismo solidaristico è solo affermato, produrrà un drammatico aumento delle differenze economiche e sociali, che già esistono, tra le regioni.

L’autonomia differenziata comporterà un’inevitabile sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale; servizi ed infrastrutture logistiche, come trasporti, distribuzione di energia, sanità, istruzione, che devono avere necessariamente una struttura ed una dimensione nazionale, saranno disarticolati ed indeboliti, con effetti drammatici sul funzionamento dell’intero sistema Paese.

La sottrazione del gettito fiscale alla redistribuzione sull’intero territorio nazionale, oltre a determinare un taglio di risorse incalcolabile a favore delle regioni più deboli, andrà a violare il principio costituzionale di solidarietà economica e sociale. Insomma, le disuguaglianze tra Nord e Sud aumenteranno, i territori più svantaggiati subiranno un inevitabile crollo sociale ed economico. Uno scenario che avrà l’ulteriore effetto di mettere in crisi l’intera Italia.

In ultima analisi, i principi di uniformità ed uguaglianza verranno definitivamente violati.

Il Parlamento, contrariamente a quanto affermato da Marsilio, sarà ridotto a mero soggetto ratificatore di intese raggiunte solo dagli esecutivi (Governo e Giunte regionali).

I livelli essenziali delle prestazioni, che nella Costituzione sono parametro e garanzia del regionalismo solidaristico, sono elevate da Marsilio a conquista decisiva del ddl Calderoli. In realtà nella riforma del leghista i livelli essenziali vengono clamorosamente elusi, potendo le intese fra Governo e Regioni essere raggiunte anche in assenza della loro determinazione.

In definitiva, con tale scellerata riforma le regioni del sud e l’Abruzzo saranno fortemente penalizzate e vedranno aumentare le diseguaglianze rispetto alle regioni più ricche, con l’ulteriore conseguenza che l’unità e la indivisibilità della Repubblica saranno compromesse.

 

Teramo, 7 febbraio 2023




Giulianova. Carlo Di Marco Leone: AUTONOMIA DIFFERENZIATA Il d.d.l. del Governo contro il Parlamento

Carlo Di Marco Leone, già Professore di Diritto Pubblico UniTe

La proposta Calderoli approvata dal Governo nei giorni scorsi non mi ha sorpreso: la trasformazione della forma di Governo a Costituzione invariata, ormai da decenni, rappresenta un processo che sembra inarrestabile. Esso si sviluppa anche con la complicità delle forze politiche che a parole si proclamano contrarie, ma nei fatti l’hanno favorito. Continueranno a favorirlo? Lo vedremo, ma per ora il d.d.l. Calderoli insieme ai commi 791-802, art. 1 della legge di bilancio 2023 rappresentano per quel processo due tappe fondamentali e significative.

Sul procedimento di approvazione delle intese fra Stato e regioni promotrici, ad esempio (tenuto conto, come sappiamo, che l’intesa è preordinata) si prevedono due fasi: 1) – lo schema d’intesa preliminare; 2) – quello dell’intesa definitiva. In entrambe, protagonisti quasi esclusivi sono il Ministro delegato per gli affari regionali e il Governo; il Parlamento è confinato in un posto marginale e ambiguo.

Vediamo come funziona: il Ministro propone l’intesa preliminare al Consiglio dei Ministri; una volta deliberata, alla Conferenza unificata è posto il limite di trenta giorni per esprimere il suo parere; decorsi i trenta giorni (anche senza parere della Conferenza) lo schema preliminare è trasmesso alle Camere «per l’esame da parte dei competenti organi parlamentari, che si esprimono con atti di indirizzo, secondo i rispettivi regolamenti, entro sessanta giorni dalla data di trasmissione dello schema di intesa preliminare». Fermiamoci un attimo a riflettere. Quali sono gli organi parlamentari che emanano atti di indirizzo? Le Camere. Queste lavorano secondo le disposizioni dei rispettivi regolamenti parlamentari (approvati a maggioranza assoluta dei componenti: art. 64, c. 1 Cost.), dunque, come è pensabile porre il termine di sessanta giorni al Parlamento? Non solo, ma (cosa più grave) come è pensabile che il Governo possa porre termini di qualsiasi genere al Parlamento? In una forma di Governo parlamentare in cui il Parlamento prevale sul Governo è il primo che pone termini al Governo, non il contrario (si pensi all’istituto della delega legislativa, artt. 76 e 77, co. 1, Cost.). Tanto più che, passati i sessanta giorni, il Governo si sente autorizzato a procedere anche senza gli atti di indirizzo del Parlamento. Si dice, infatti, al comma 5 dell’art. 2 che «comunque, una volta decorso il termine di sessanta giorni, predispone (il Presidente del Consiglio dei ministri) lo schema di intesa definitivo». Questo è poi trasmesso alle regioni interessate per la loro approvazione definitiva e qui sorge un altro dubbio: vero che questi passaggi sono sempre concertati, ma cosa accadrebbe se la regione interessata non approvasse lo schema di intesa definitiva? In particolare, quale sarebbe il peso degli atti di indirizzo del Parlamento ove forniti nell’arco dei sessanta giorni paradossalmente fissati dal Governo al Parlamento?

In realtà è il Governo che conduce la concertazione sin dal primo momento e difficilmente si arriverebbe a uno schema di intesa definitiva che non vada bene alle regioni interessate; inoltre, l’ipotesi che il Parlamento emani atti di indirizzo contrari agli interessi delle regioni che promuovono è piuttosto remota. Ove il dibattito parlamentare dovesse diventare ostativo, infatti, la maggioranza di Governo avrebbe i numeri sufficienti per far rispettare il termine di sessanta giorni o farli trascorrere inutilmente. Non potrebbe che essere così in un Parlamento dimezzato e formato prevalentemente da fiduciari delle segreterie dei partiti di Governo per via di questo sistema elettorale antidemocratico.

Veniamo ai LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni). Sul processo di definizione dei LEP, infatti, il paradosso è duplice e perfino più evidente. L’art. 3 del d.d.l. Calderoli, infatti, conferisce al Presidente del Consiglio dei ministri (con DPCM) il potere di definire i LEP (come d’altronde già stabilito nella legge di bilancio 2023) e al Parlamento il compito di legiferare per stabilire (anzi “indicare”) le materie o ambiti di materia per i LEP. Lo schema di decreto (qui viene il bello) è trasmesso alle Camere per acquisirne il “parere” entro quarantacinque giorni, trascorsi i quali, il Presidente del Consiglio dei ministri adotta il decreto previa deliberazione del Consiglio dei ministri. Orbene, oltre che fissare ancora termini temporali al Parlamento da parte del Governo come paradossalmente avviene per le intese, mi chiedo: dove si è mai visto che il Parlamento possa svolgere funzioni consultive a favore del Governo? Forse potrebbero, in parte, le commissioni parlamentari permanenti ma, da un lato, questo non è specificato (nel testo in esame sono fatti blandi riferimenti alle “Camere”, quindi alle Assemblee elettive), dall’altro, il parametro costituzionale inequivocabilmente si trova nell’art. 117, c. 2, lett. m) della Costituzione secondo cui «Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: […] m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale».

Avendo in così tanto dispregio il Parlamento che pure ha perso la sua popolare rappresentatività, non v’è chi non veda che siamo andati davvero oltre la forma di governo costituzionale. Il delirio secessionista non ha eguali e ha come alleati (questo non dobbiamo mai stancarci di dirlo) la pessima riforma del Titolo V del 2001; il sistema elettorale antidemocratico; il dimezzamento del numero dei parlamentari.

In realtà, quando tutto sembra perduto, insegnava Gramsci, è solo giunto il momento di ricominciare da capo. La strada che si indica, pertanto, è quella di una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare (www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it). Non sembra ce ne siano altre.




GIULIANOVA. IL CITTADINO GOVERNANTE CONFERMA L’ALLEANZA CON IL MOVIMENTO 5 STELLE

 

 

Dalle visioni, dalle idee, dalle battaglie, dagli obiettivi comuni nascono e si rafforzano  le alleanze politiche.

Questo è accaduto a Giulianova tra Il Movimento 5 Stelle e Il Cittadino Governante.

Dopo aver condiviso importanti momenti di opposizione nella passata consiliatura, dall’insediamento della Giunta Costantini la convergenza  tra noi  è diventata una fruttuosa alleanza che ha dato vita a significative iniziative come il corteo per la difesa dell’ospedale, la raccolta di firme per il miglioramento dell’insediamento nell’area ex Sadam e a posizioni condivise come la riqualificazione di piazza Dalla Chiesa e il giudizio critico sul progetto dell’ultimo tratto della Teramo-Mare.

D’altronde entrambi abbiamo a cuore la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini in nome della moralità nella vita pubblica, dell’attenzione ai beni comuni,  della difesa dell’ambiente e  dell’impegno per la giustizia sociale.

Il Cittadino Governante ringrazia Il M5S di Giulianova ed i suoi attivisti storici per il sostegno che hanno voluto esprimere nei confronti della nostra attività e per la volontà di dar vita ad un’alleanza tra le forze progressiste, di sinistra e ambientaliste.

Continueremo insieme al Movimento 5 Stelle ad impegnarci affinché a Giulianova si costituisca una coalizione in grado di vincere le prossime elezioni comunali e di  affermare il buongoverno in città.

 

Giulianova  6 febbraio 2023

 

Il Cittadino Governante

Associazione di cultura politica




NOS-NOI: COSTANTINI TRADISCE COSTANTINI

 

Le elezioni del Presidente della Provincia passeranno alla storia come caso da studiare da parte di politologi, sociologi, psicologi sociali, psichiatri.

Costituiscono la sintesi di tutte le contraddizioni e di tutti i paradossi che caratterizzano una classe politica locale trasversale e unanimemente orientata a perseguire propri interessi e tornaconti personali, con buona pace del bene dei territori e del bene dei cittadini.

Il PD, che nel nome di una “visione alta della politica”, consuma accordi vomitevoli con FdI.

Costantini che arriva a tradire se stesso. L’indole a perpetrare l’inganno come strumento di perseguimento di interessi personali, il personaggio ha sempre dimostrato di possederla, a partire dal padre di tutti i tradimenti, quello perpetrato ai danni dei giuliesi, allorquando, presentandosi come civico contro la Lega, carpì i consensi dei cittadini di Giulianova al grido di “mai la Lega al governo di Giulianova”, salvo poi, una volta eletto, passare alla Lega e diventare il sindaco del partito secessionista. Ma l’apoteosi il sindaco la raggiunge con la “fine” strategia architettata per far eleggere un presidente che poi gli avrebbe assicurato la vice presidenza. Come coordinatore provinciale della Lega raggiunge un accordo per sostenere la candidatura del sindaco di Martinsicuro, dando solennemente l’indicazione agli amministratori leghisti di votare Vagnoni. Nottetempo e nel segreto dell’urna, trama contro la Lega, contro i suoi iscritti e dunque contro se stesso”, sostenendo il sindaco di Valle Castellana, D’angelo, per ottenere per sé la vice presidenza e realizzare così la leggendaria “filiera dritta”, con la quale motivò il famigerato inganno ai danni dei cittadini giuliesi. Un capolavoro di schizofrenia politica che, riteniamo, non abbia precedenti.

L’ulteriore paradosso è che il nostro ondivago personaggio contribuisce, per perseguire le proprie ambizioni personali, ad eleggere a Presidente della Provincia chi dalla provincia di Teramo e dell’Abruzzo voleva fuggire per portare Valle Castellana nelle Marche. Si ricorderà, infatti, che nel marzo 2020, D’Angelo organizzò e celebrò un referendum fra i cittadini di Valle Castellana chiedendo di fuggire dall’Abruzzo e di aderire alla regione Marche. Ora, questo aspirante secessionista è diventato, grazie al contributo di Costantini, Presidente della Provincia di Teramo.

Se non fosse drammaticamente la dimostrazione dell’infimo spessore della classe politica locale, tutto questo avrebbe la caratteristica di una grottesca farsa.

 

Giulianova, 3 febbraio 2023




Giulianova. Unione Popolare: ricordiamo un grande compagno WALTER MARINOZZI

L’insegnamento di Walter Marinozzi fa parte della buona storia politica di Giulianova, nato da una famiglia di origini comuniste. Lo zio lidio Ettorre perseguitato dal regime fascista è stato il suo mentore. Con gli ideali del socialismo, fin da ragazzo si è formata la sua figura di antifascista amava il pensiero di Antonio Gramsci, da sempre è stato un attivista politico, prima nelle file del partito socialista di Turati e di Nenni,successivamente È STATO UNO DEI FONDATORI DEL Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP),SCIOLTOSI LO psiup aderì con RIFONDAZIONE COMUNISTA dove è rimasto fino alla fine.

Walter Marinozzi ha contribuito in maniera determinante alla costruzione di una comunità politica antifascista a Giulianova, formando le generazioni future di attivisti politici, e trasmettendo le sue idee alle nuove generazioni. Ha avuto un ruolo fondamentale nell’educazione alla politica, in particolare nei confronti dei giovani, diventando un punto di riferimento e un maestro per molti. La sua conoscenza, la sua generosa disponibilità e la sua incondizionata lealtà verso le persone e gli ideali in cui credeva, ha ispirato molti giovani a intraprendere un percorso politico antifascista. Walter Marinozzi è stato un maestro di vita, una persona che ha ispirato generazioni di attivisti politici a combattere per un mondo migliore.

Vogliamo ricordarlo anche come uomo di sport, è stato per molti anni segretario del Giulianova Calcio con Tiberio Orsini E Stacchiotti ha lavorato sempre con grande spirito di abnegazione e dedizione per l’amato calcio Giuliese, e per la sua fede Interista.

BUON VIAGGIO COMPAGNO Walterino 

L’Unione Popolare Giulianova




GIULIANOVA. RIFONDAZIONE COMUNISTA ESPRIME PROFONDO CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DEL COMPAGNO GIULIESE WALTER MARINOZZI

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Federazione Provinciale di Teramo

Circolo di Giulianova – Roseto degli Abruzzi  “P. Di Massimantonio”                                                              Giulianova, 05 febbraio 2023

 

AGLI ORGANI D’INFORMAZIONE

RIFONDAZIONE COMUNISTA ESPRIME PROFONDO CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DEL COMPAGNO GIULIESE WALTER MARINOZZI

La Federazione provinciale di Teramo e il Circolo di Giulianova – Roseto degli Abruzzi “Pasquale Di Massimantonio” del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea esprimono profondo cordoglio per la scomparsa del nostro compagno Walter Marinozzi, venuto a mancare nella giornata di sabato presso l’Ospedale civile di Teramo. Il compagno Marinozzi, 91 anni, giuliese, insegnante in pensione, è stato un nostro appassionato dirigente e militante, iscritto da oltre trent’anni al Circolo di Giulianova “Pasquale Di Massimantonio” di Rifondazione Comunista, sin dalla sua fondazione nel 1991. Per tutta la vita è stato un compagno esemplare, punto di riferimento della sinistra giuliese e dell’antifascismo locale, spendendosi con genuina passione nella militanza politica e sindacale, ma anche nell’impegno culturale.

Walter Marinozzi è cresciuto in una famiglia dalle salde tradizioni democratiche e progressiste. Era il nipote dell’eroico Lidio Ettorre, anarchico giuliese perseguitato dal regime fascista. La sua militanza politica è iniziata sin da giovanissimo con l’adesione agli ideali socialisti, per la pace e la giustizia sociale. Aderì dapprima al Partito Socialista Italiano di Nenni e Pertini e poi al PSIUP avvicinandosi molto alle idee del compagno Lucio Libertini, per un socialismo democratico e un comunismo libertario. Successivamente entrò nel Partito Comunista Italiano. Nel 1990 si batté insieme con altri compagni del Teramano contro la “svolta della Bolognina” e la conseguente liquidazione del PCI, promuovendo la nascita nel 1991 del Partito della Rifondazione Comunista. Per molti anni è stato membro del Comitato Regionale dell’Abruzzo e del Comitato politico federale provinciale del PRC.

In campo sindacale è stato sempre attivo nelle fila della CGIL, formandosi al fianco di Pasquale Di Massimantonio e degli altri compagni Giuliesi, partecipando dapprima alle attività della “CGIL scuola” e poi del Sindacato Pensionati. Era sempre presente alle manifestazioni e a tutte le iniziative di carattere progressista e democratico, spesso insieme all’indimenticabile amico e compagno Francesco Di Giosafat, per tutti “Ciccuccio”.  Vogliamo ricordare la sua costante partecipazione ai cortei della “Festa del Primo Maggio”, alle cerimonie dell’ANPI in ricordo dei partigiani e degli antifascisti giuliesi, il suo impegno anche in campo sportivo come segretario per molti anni del “Giulianova Calcio”, ma anche la sua recente presenza ad un convegno ambientalista organizzato dai giovani nella Sala Buozzi per discutere di sostenibilità e protezione del pianeta. Nel campo lavorativo si è distinto per tutta la carriera come professore di applicazioni tecniche, insegnando in diversi istituti di Abruzzo e Marche.

Le compagne e i compagni della Federazione provinciale di Teramo e del Circolo di Giulianova – Roseto degli Abruzzi “Pasquale Di Massimantonio” di Rifondazione Comunista abbrunano le proprie bandiere per la sua dipartita e si uniscono al dolore dei suoi parenti ed amici a cui esprimiamo le nostre sentite condoglianze. Con la sua scomparsa la sinistra giuliese perde un compagno tenace e coerente legato al suo partito, un cittadino sempre attento ai bisogni sociali della collettività, un intellettuale organico fedele agli ideali del socialismo.  Per tutta la vita è stato molto legato al pensiero e alle idee di Gramsci che citava spesso nei suoi interventi. Vogliamo ricordarlo con le sue parole: “Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio…” (Antonio Gramsci).   Addio compagno Walterino, che la terra ti sia lieve.

La camera ardente è allestita presso la Casa Funeraria Gerardini in Via Prato n. 21/D a Giulianova (orario di apertura ore 8.00 – 20.00). I funerali avranno luogo Lunedì 6 febbraio, alle ore 10.00, nella Chiesa di San Gabriele dell’Annunziata.

Elisa Braca

Segretaria Circolo di Giulianova – Roseto degli Abruzzi “P. Di Massimantonio”

Mirko De Berardinis

Segretario provinciale Federazione di Teramo

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea




Ringrazio il segretario della Lega nord Costantini, che mi ha definito simpatica e cortese, e prendo atto che egli si sente parte di “un altro schieramento”.

Quanto al merito, la sottoscritta non ha partecipato ad alcun tavolo regionale così come non ha partecipato il Costantini, il quale in effetti dimostra di di non conoscerne le determinazioni oppure fa finta di non conoscerle.
La Lega ha ritenuto di rompere la coalizione, di ufficializzare il sostegno a Massimo Vagnoni, salvo poi virare sul D’Angelo, appoggiato da cinque stelle, Italia viva e dal sindaco di Teramo.
Questi sono fatti, certificati dai festeggiamenti scomposti, dai ringraziamenti e, probabilmente anche dallo strapuntino di Vice Presidente della Provincia.
La vittoria del d’Angelo è del tutto legittima, ciò che non è accettabile è il comportamento di un partito che dovrebbe far parte della coalizione, ed in particolare di un Sindaco che, eletto come civico contro un candidato della Lega, e’ poi diventato leghista ma si sente evidentemente di non appartenere ad una coalizione che pure lo sta sostenendo a Giulianova.
Su questo aspetto, come già detto, ci aspettiamo maggiore educazione e rispetto, e, passati i fumi inebrianti di una vittoria di Pirro, una fase di autocritica profonda, se e nella misura in cui il Sindaco di Giulianova ritenga di voler essere sostenuto dalla coalizione che tanto sembra disprezzare.
Marilena Rossi
Presidente Provinciale Fratelli d’Italia



Giulianova. Associazione “A. Gramsci – Abruzzo”: IL PD E L’ALTA POLITICA

 

All’indomani dell’elezione del Presidente della Provincia di Teramo, si legge sulla stampa una dichiarazione di Manola Di Pasquale, Presidente regionale del PD: “L’accordo del PD con Fratelli d’Italia è stato cercato nel solo interesse dei territori in un progetto di condivisione che perseguiva il bene comune”. “Un accordo – prosegue Di Pasquale – concepito “nella visione più alta della politica”.

In queste poche parole c’è tutto il senso di cosa sia, nella visione di una parte del suo gruppo dirigente, il PD; di cosa sia la “vocazione maggioritaria”, che ne costituisce la sua natura primigenia: un partito non “di rappresentanza”, ma “di governo”, “di potere”.

Alla luce di questa sua naturamaggioritaria, affermata da alcuni suoi dirigenti, il PD ritiene legittimo allearsi con chiunque, anche con Fratelli d’Italia, “per il bene dei territori”, perché questa è la “visione più alta della politica”. Per estensione, si potrebbe dire che il PD ritenga possibile, per il bene del Paese, accordarsi anche con il partito di Giorgia Meloni.

E’ l’effetto perverso, perfino tragico, della cancellazione delle culture politiche. I partiti (sempre ammesso che esistano ancora) non sono più l’espressione di un’idea di Paese, frutto del proprio patrimonio di ideali e valori. Non sono più il soggetto della rappresentanza, il luogo in cui i cittadini, in ragione dei propri ideali e dei propri convincimenti culturali, si associano “liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49, Cost.). La vocazione maggioritaria muta i partiti trasformandoli in strumenti per il potere. Il bene comune, indicato come obiettivo di alta politica, è la foglia di fico indossata sulla base di una propria, insindacabile convinzione, che rappresenta, tuttavia, l’epitaffio sul ruolo e sulla funzione che i costituenti hanno affidato ai partiti.

Le dichiarazioni di Manola Di Pasquale dimostrano come la distanza fra una parte del gruppo dirigente di PD ela quota di elettorato che continua a dargli il proprio consenso, si sta sempre più allargando. In ultima analisi, c’è una parte di cittadini chepensa di essere rappresentato da un soggetto politico che, tuttavia, non è in grado di rappresentarlo, perché banalmente, in ragione della propria natura, non può farlo.

Ora, nel prendere atto, pur con molta preoccupazione, di tutto questo, riteniamo che sia necessario avviare una profonda battaglia per ricondurre le comunità politiche strutturate al ruolo che la Costituzione affida loro e di tornare a restituire piena legittimazione alle culture politiche, come presupposto che motiva l’aspirazione dei partiti al governo dei territori e del Paese.

. Associazione “A. Gramsci – Abruzzo”




Giulianova. Il Cittadino Governante: COSTANTINI VA DOVE LO PORTA IL POTERE

 

Costantini è capace di qualsiasi cosa per ottenere potere e appannaggi.  In occasione dell’elezione del presidente della provincia (lui, che è il responsabile provinciale della Lega dopo il tradimento degli elettori Giuliesi a cui si era presentato come civico) questa volta ha tradito le indicazioni del suo partito (la Lega) ed ha sostenuto un altro candidato alla carica di presidente con lo scopo di ottenere poi la  vicepresidenza. Più che la capacità di governare – palesemente inesistente per quello che si vede al Comune di Giulianova da quando è sindaco – Costantini ha le caratteristiche di  uno spregiudicato manovriero alla ricerca di maggiore potere e magari maggiori compensi.  A conferma di ciò lo scorso anno, con una forzatura delle norme, si è aumentato lo stipendio di circa 1000 euro al mese in maniera retroattiva mentre la legge prevedeva l’entrata a regime del nuovo appannaggio nel 2024!

Lui non si perde una vacanza ma intanto il Comune di Giulianova, ridotto alla paralisi per la sua incapacità a condurne la macchina amministrativa, sta perdendo occasioni su occasioni nell’ambito dei tanti fondi messi a disposizione dal PNRR!

Cari cittadini ora che lo conosciamo bene nel 2024 possiamo evitarlo.

Giulianova 1 febbraio 2023

Il Cittadino Governante

associazione di cultura politica




Giulianova: un intero quartiere diventa zona 30 km/h. FIAB Teramo: esempio da seguire.

Ordinanza+Polizia+Municipale

 

 

Con Ordinanza del Comandante della polizia municipale del Comune di Giulianova, dopo numerose richieste da parte di cittadini e associazioni, è stato istituito il limite di velocità a 30 km/h nelle strade del popoloso quartiere di Villa Pozzoni prevedendo l’installazione di dossi limitatori di velocità e dissuasori della sosta in prossimità degli accessi sulla statale Teramo-Giulianova.

“Un provvedimento atteso da tempo – dichiara il presidente FIAB Teramo, Gianni Di Francesco – che arriva in un momento storico in cui in tante città italiane si pensa di creare zone 30, per la sicurezza di tutti gli utenti della strada ed il miglioramento della qualità della vita”.

“Sarebbe auspicabile – continua Di Francesco – che tutti i quartieri di Giulianova diventino “zone residenziali”, come definite dal codice della strada, creando “isole ambientali” con velocità moderata e accorgimenti urbanistici che permettano di recuperare spazio pubblico”.

“Ci auguriamo inoltre – conclude il presidente FIAB – che anche le altre città della provincia seguano l’esempio giuliese, creando una rete di città 30 ed adottando tutti i provvedimenti necessari per la sicurezza ed il benessere dei cittadini come a gran voce migliaia di persone stanno chiedendo con le manifestazioni delle ciclabili umane in tutte le principali città italiane”.

 

 

 

FIAB Teramo