Italia. La Nave di Giovanni Lafirenze.

È lo stesso Monti a spiegare (Repubblica 11-7- 2012), come l’ex Premier durante il g20 di Cannes, nel 2011 fu sottoposto ad una pressione “prossima all’umiliazione”. Sempre Mario Monti sciorina la motivazione del parlamento finanziario  mondiale: “ far cedere all’Italia parte della sovranità nazionale”. Infatti il Governo Berlusconi non regge più, tutti ricordano gli scandali che lentamente hanno corroso il sistema politico creato dall’ex Premier. Un sistema forse corrotto anche dalla banalità dei protagonisti:

Ricordate Brunetta…?

La Gelmini…?

Bondi…?

Scajola…?

I grandi appalti…?

Berlusconi che bacia Gheddafi…?

La Roma ladrona di Bossi…?

I rifiuti di Napoli…?

Potremmo continuare ma servirebbe solo a rivoltare lo stomaco del lettore, già pesantemente umiliato da anni di mal governo. Berlusconi spiazzando i leader pidiellini  annuncia il suo rientro tra le fila del partito, pretendendo, ovviamente, per buona pace della Meloni, la leadership della formazione di centrodestra. Purtroppo il Cavaliere non considera o finge di non valutare l’astio popolare che creerebbe la sua ridiscesa in campo. Probabilmente non ricorda la spontanea festa generata in ogni angolo geografico del bel Paese dal suo annuncio: “lascio per il bene dell’Italia”. Oggi Berlusconi rientra in campo ben sapendo che questa sua mossa genererebbe interminabili manifestazioni di giustificate proteste. Altro che fischi e monetine (palazzo Grazioli 2011). Le piazze italiane ribollirebbero di fuoco incandescente. Nascerebbero le spontanee proteste di chi non vorrebbe perseverare in questo assurdo gioco. Contesterebbe l’Italia tutta, senza distinzione ideologica. La gente è stanca non lo vuole ascoltare più (…). La destra non è Berlusconi, la destra è altra cosa: la destra pretende il bene di una nazione, la destra inneggia alla Patria, la destra muore per essa. La destra ama, la destra è cultura, passione, energia, la destra coltiva e non rinnega. La destra partecipa, la destra combatte rispettando il proprio nemico, fosse quest’ultimo pure un comunista. La destra non offende, la destra non si fa regalare case, non crea falsi o puntuali dossier pronti a destabilizzare l’avversario politico. La destra scende in campo per il bene del popolo, no per soddisfare proprie esigenze. Forse avrò confuso il concetto di destra e chiedo scusa a tutti. Oggi Monti lascia. Abbandona una nave non più completamente alla deriva. Marinai e mozzi nonostante le gravi perdite, sono stati in grado di risistemare la giusta rotta. Ma non è giusto. Non è possibile allontanarsi dal natante dopo aver chiesto indicibili sacrifici a tutto l’equipaggio. Non è moralmente coretto. E non serve appellarsi al probabile ammutinamento di una parte dei navigatori. Un vero capitano non lascia. Un vero Comandante affonda, ma non molla.

Giovanni Lafirenze




Italia. RICORDI DI UN LONTANO GIORNO DELL’IMMACOLATA Gianni Furia ed Emanuela Medoro

Riceviamo e Pubblichiamo

RICORDI DI UN LONTANO GIORNO DELL’IMMACOLATA

Gianni Furia ed Emanuela Medoro

Gianni Furia, l’autore del brano che segue, è un nipote della sorella della mia nonna materna. Oggi vive nella zona di Boston, dove con tutta la  famiglia emigrò negli anni ’50. Profughi dall’Africa poterono emigrare in tempi brevi usufruendo di una legge americana, il Mc Carran Act, che consentiva ai profughi di emigrare fuori quota.

Durante la guerra la famiglia Furia abitava a L’ Aquila con la famiglia, nelle case della banca d’Italia, zona via XX settembre.

Era a casa il giorno dell’Immacolata quando  fu bombardata la stazione. Ho trovato oggi nella mia email il suo ricordo di quella giornata. Una pagina di storia della nostra città.

Per me trovare questo brano è stata una forte emozione.

Sono nata alla fine del ‘40 ed i miei primi ricordi riguardano la guerra. Questa pagina così viva mi suscita immagini indimenticabili di persone e luoghi. Noi, la mia famiglia Fabrizi Medoro, abitavamo allora a casa Pannunzio, in via S. Francesco di Paola 17, sulla piazzetta dove c’era il garage Pacilli. Quando suonavano le sirene che annunciavano i bombardamenti correvamo giù per le scale e ci nascondevamo in cantina, una specie di grotta con la volta a botte, piena   di carbone e legna, credendo di essere più al sicuro. Da grande ho sempre pensato che se le bombe avessero colpito la casa, saremmo stati sepolti da una mucchio di macerie più grosso e pesante.

Oggi ho sentito dire che quella casa è molto danneggiata per il sisma, è crollata la volta a botte della cucina grandissima, con il caminetto ed i fornelli a carbone rivestiti di mattonelle bianche, che stava in fondo al corridoio.

Gianni Furia, il giorno dell’Immacolata

Manca un’ora per 8 dicembre da voi, perché lo dico? E’ il giorno dell’ Immacolata e l’8 dicembre 1943 che ci fu il bombardamento degli alleati alla stazione ferroviaria dell’ Aquila. E’ una cosa che non posso dimenticare e ricordo tutti gli avvicendamenti e particolari come fossero oggi.

La mattina nostra Madre era andata in città per far la fila per assistenze per cibo, noi fratelli e sorelle eravamo a casa, ( assegnataci ad uno dei palazzi della Banca d’Italia, nelle vicinanze della stazione) essendo profughi.

Come spesso accadeva, quel giorno sentimmo il gran boato che facevano gli aerei alleati, carichi di bombe che però di solito passavano solo per altre destinazioni.  Così uscimmo di casa a guardare gli aerei che molto alti passavano… sembravano molto lenti.

Era una giornata di sole e cielo blu, senza una nuvola.

Tanti aerei passavano ed all’ improvviso ecco che si vedono queste piccole bombe di colore nero che scendevano, senza rumore fino a che si sono avvicinate, allora scappammo in casa chiudendo le finestre con le persiane, ed in quel momento si cominciano a sentire gli scoppi, le finestre sradicate che volavano per la casa, cos’ pure i mobili e calcinacci. Noi ci eravamo rifugiati vicino le colonne perché nostra Madre ci diceva che era il posto più sicuro.

E’ inutile descrivere il terrore e paura.

Dopo poco fuori la strada si vedeva gente sopravvissuta che camminava per la strada in salita verso il centro della città, sporchi di sangue e polvere, alcuni senza scarpe. Alcune donne erano con un camice blu, penso che lavorassero alla zecca vicino la stazione.

Alla stazione vi erano treni con prigionieri alleati chiusi nei vagoni, molti morirono, altri con i vagoni rotti riuscirono a scappare e spesso furono nascosti da famiglie  Cosa molto pericolosa perché se sorpresi sarebbero stati tutti arrestati e condotti ai campi di concentramento. Mia sorella andò qualche volta a portare cibi ad una famiglia che ospitavano un soldato inglese.

Questo e’ il ricordo dell’8 dicembre 1943.

B. notte…. Gianni

emedoro@gmail.com

8 dicembre 2012.

1 di 404




Pineto. Il Sindaco: mi candido alle primarie per la Presidenza della Giunta Regionale d’Abruzzo.

LUCIANO MONTICELLI – Sindaco di Pineto (TE)

________________________________________________________________________________

Pineto, 4 dicembre 2012

Al Segretario Nazionale del PD

On. dr. Pierluigi Bersani

Via Sant’Andrea delle Fratte, 16

00187 Roma

Al Segretario Regionale del PD

dr. Silvio Paolucci

Via Lungaterno Sud, 76

65126 Pescara

Al Segretario Provinciale del PD

dr. Robert Verrocchio

C.so De Michetti, 20

64100 – Teramo

Al Responsabile del PD

Enti Locali provincia Teramo

dr. Giovanni Cavallari

64100 Teramo

Al Segretario Comunale del PD

Dr. Antonio Vignola

Al Senatore del PD

dr. Giovanni Legnini

Al Parlamentare del PD

Collegio Teramo

dr. Tommaso Ginoble

Ai Consiglieri Regionali del PD

eletti nel Collegio Teramo

– dr. Claudio Ruffini

– dr. Giuseppe Di Luca

– dr. Cesare D’Alessandro

Ai Sindaci del PD

Comuni della Provincia di Teramo

– Castellalto

– Controguerra

– Giulianova

– Alba Adriatica

– Montorio al Vomano

– Cortino

– Crognaleto

– Basciano

– Isola del Gran Sasso d’Italia

– Pietracamela

– Bellante

– Crognaleto

– Tossicia

– Valle Castellala

– Torano

– Mosciano S.Angelo

– Fano Adriano

Io sottoscritto Luciano Monticelli, Sindaco della Città di Pineto, rappresento alle SS.VV.

quanto segue: dopo aver rivestito l’incarico di Assessore comunale al Bilancio, maturando

esperienza in campo contabile, da circa 9 anni mi onoro di ricoprire la carica di Primo Cittadino di

questa Città.

Tra le esperienze più significative dei primi anni di mandato evidenzio il rapporto che

abbiamo avuto con il Sudan per giungere alla costruzione di una scuola in quella nazione. Numerosi

bambini dei monti Nuba possono andare a scuola grazie ad una grande maratona di solidarietà

promossa dall’Amministrazione comunale e dai missionari comboniani. Abbiamo cercato di offrire

una particolare attenzione nei confronti di persone, territori, realtà di guerra e di povertà che spesso

vengono dimenticate o lasciate nell’ombra delle nostre vite quotidiane. Oltre alla realizzazione di

una scuola in mattoni è stata fortemente voluta un’infermeria, ossia un punto di riferimento

sanitario che si occupi dei problemi quotidiani di salute e dell’educazione alla prevenzione.

Altra esperienza degna di nota è stata quella di aver ottenuto il riconoscimento per la mia

città di Comune “Operatore di Pace” e la nomina mia personale quale componente della campagna

mondiale “Mayors for Peace” (Sindaci per la Pace), insieme ai Sindaci di Hiroshima e di Halabja,

organo fondato nel 1982 come organizzazione internazionale di Città dedicata a promuovere la

pace. Compito primario è quello di appoggiare i negoziati per l’eliminazione delle armi nucleari

entro il 2020.

Su questa scia, abbiamo pensato ad un gemellaggio con la Città di Drochia (Repubblica

Moldova). Sono convinto, diversamente da ogni altra precedente epoca storica caratterizzata da

violente politiche egemoniche, che l’Europa contemporanea è il frutto di un progetto ispirato ai

valori di libertà e di democrazia. L’Europa cui oggi apparteniamo è stata voluta per creare pace ed

amicizia tra i suoi popoli. Popoli diversi sì, ma uniti da una continuità territoriale e non solo. Ed è

proprio in questo contesto che credo vada collocato un “gemellaggio”, quale naturale e primario

elemento per la costruzione di una comune cultura europea. Il mio personale auspicio è

rappresentato dal fatto che il rapporto di cooperazione tra le due Comunità vada ben oltre il mero

scambio culturale, ossia che ci sia la possibilità, per gli operatori economici di entrambe le Nazioni,

d’intraprendere fattivi e duraturi rapporti imprenditoriali.

Il riconoscimento del Parco Marino del Cerrano (area prospiciente un tratto della costa

adriatica teramana), invece, avvenuto formalmente con provvedimento del Governo nella primavera

del 2010, ha suggellato, ed oserei dire premiato, il carattere ambientale della mia politica E’ stata

senza ombra di dubbio una grande soddisfazione per me e per l’Amministrazione comunale di

Pineto, perché arrivata dopo 5 anni spesi ininterrottamente per la realizzazione di questo ambizioso

progetto che, come noto, coinvolge anche la Regione Abruzzo, la Provincia di Teramo ed il

Comune di Silvi. Oggi il mio ruolo è quello di Presidente dell’Assemblea del Consorzio di

Gestione.

Da tempo, o meglio sin dagli inizi del primo mandato, mi “batto” contro la deriva

dell’attività di ricerca di nuovi giacimenti di petrolio sulla costa abruzzese e non solo. Tale impegno

è stato fortemente consolidato in virtù della Delega Nazionale al Demanio Marittimo conferitami

agli inizi del corrente anno dalla Presidenza dell’ANCI. Tale delega mi permette di essere ancora

più presente, in ogni sede, per difendere la vocazione ambientale dell’Abruzzo, e ripeto non solo, in

un clima di massima condivisione e collaborazione.

La citata delega nazionale mi vede in prima linea, ormai da diversi mesi, soprattutto per la

spinosa questione della Direttiva Bolkestein, conosciuta anche con il nome di Direttiva Servizi. Per

effetto della citata norma le concessioni sul demanio marittimo non potranno più essere rinnovate

automaticamente. Ed è per questo motivo, ma anche per salvaguardare il lavoro di migliaia e

migliaia di famiglie, che mi sono attivato, con la forza necessaria, per rassicurare, ma anche per

dare risposte concrete, queste imprese. Imprese che hanno fatto la storia del nostro Paese. Ritengo

sia fondamentale per le nostre economie locali investire e tutelare il nostro demanio marittimo in

quanto direttamente connesso alla capacità dei nostri territori di generare benessere ed occupazione.

Questa è stata, ed è tuttora, certamente l’esperienza che mi ha formato maggiormente come politico,

come amministratore ed anche come persona.

Oltre per le problematiche sopra descritte, ho ritenuto impegnarmi per la sanità provinciale

che, come quella del resto del Paese, è messa a dura prova da tagli indiscriminati. Come sempre si

colpiscono i più deboli, i malati, i disabili, gli anziani, persone che hanno il diritto di essere assistite

e di non essere abbandonate a causa dell’inefficienza, della negligenza o peggio ancora per far

quadrare i bilanci.

Per l’Ospedale Civile “San Liberatore” della città di Atri conduco, ormai da diversi anni,

un’aspra “battaglia” – fatta di ricorsi, denuncie, incontri e di pesanti lettere a destra ed a manca –

tesa all’eliminazione dello spauracchio della chiusura, di un ridimensionamento o di un

declassamento di una struttura che raccoglie un bacino d’utenza di decine e decine di migliaia di

persone e che, sino a poco tempo fa, era considerata fiore all’occhiello della sanità regionale.

Obiettivo arduo che mi sono prefisso è quello di porre in essere, ogni qualvolta si riscontri una

lesione del diritto alla salute, un’azione comune attenta e mirata per il bene della cittadinanza e del

suo diritto ad avere risposte concrete e tangibili, ricordando, a me per primo, che la salute ed il

rispetto della persona umana non hanno colore politico.

Altra esperienza da segnalare è stata l’elezione a membro del CAL (Consiglio delle

Autonomie Locali) per il collegio di Teramo, seguita poi dalla nomina quale Segretario dello stesso

organo. Da subito, unitamente agli altri componenti, sono stato investito, tra le altre cose, della

problematica relativa ai criteri per il riordino delle province.

L’aspetto che ha caratterizzato il mio mandato, di cui vado particolarmente fiero, è

l’attenzione avuta verso le politiche del lavoro. Negli ultimi anni abbiamo dato un forte segnale

all’occupazione bandendo concorsi pubblici per circa quaranta posti. Inoltre, è stata assicurata la

ricollocazione di decine di lavoratori inoccupati, precedentemente utilizzati dal mio Ente mediante

mobilità in deroga, assunti, grazie ad un lungo e tortuoso iter (costituito anche da numerosi incontri

con Regione e Sindacati) presso una Cooperativa locale affidataria di servizi per conto di questo

Comune. Vado particolarmente fiero di ciò perché si tratta di aver dato un futuro ed una dignità a

persone che si sono travate, dall’oggi al domani, senza un lavoro, quindi senza un reddito.

Da ultimo, non per minore importanza, segnalo di aver ricoperto, per numerosi anni,

l’incarico di segretario comunale del Partito Popolare Italiano/Margherita.

Potrei aggiungere tante altre esperienze, ma ritengo non sia il caso di elencarle in questa

sede.

Alla luce di quanto sopra, credo, in tutta onestà, di avere le “carte in regola”, unite ad una

forte e pregnante esperienza politico/amministrativa, per partecipare alle prossime Primarie del

Partito Democratico/Coalizione ed ambire alla Presidenza della Giunta Regionale d’Abruzzo.

Sono convinto, anche in virtù delle recenti consultazioni del partito, che le primarie, che

rappresentano uno dei pilastri fondativi del Partito Democratico, rappresentano un bene prezioso ed

un’occasione per aprire sempre di più la politica alla società.

Io sono pronto per questa sfida.

Luciano Monticelli




Teramo. Lettera Aperta Al Governatore Gianni CHIODI di Enzo D’Ignazio*

Lettera Aperta

Al Governatore Gianni CHIODI

di

Enzo D’Ignazio*

Signor Governatore,

come ho già avuto modo di ricordare in altre occasioni essendo stato il primo, a chiedere al Presidente          Silvio Berlusconi e al nostro Gianni Letta, di scegliere Lei quale candidato alla carica di Governatore dell’Abruzzo, mi sento in dovere, oggi, di farLe  presente quanto qui di seguito.                                                              All’inizio del Suo mandato alla guida dell’Abruzzo abbiamo avuto modo di apprezzare certi suoi interventi giusti e perentori in tantissimi settori, non ultimo in quello riferito al sistema sanitario regionale!  Credo che tutti siamo stati favorevoli alle iniziali determinazioni che Lei  poneva  in essere nell’applicare il piano di risanamento della Sanità Regionale!                                                                                                        Che dire, poi del terremoto all’Aquila che, ci ha fatto  essere orgogliosi  di vederLa in prima linea muovere con sicurezza e capacità e prendere decisioni importanti per la popolazione stremata, infreddolita e senza riparo?                                                                                                                                                                              Come non  compiacersi del fatto che se Lei era , nel G8 tra i potenti del mondo, ciò era dovuto anche per il piccolo sostegno da noi dato alla sua elezione?                                                                                                              Eravamo convinti che mai scelta di individuare in Lei e nel suo staff  di nostri concittadini, fosse stata più giusta!                                                                                                                                                                                 Successivamente però, il “cerchio magico” creato dallo Suo Staff rendeva sempre più  impossibile contattarLa, anche per semplicemente cose.                                                                                                                                 Così La si vedeva sui mas media in trasmissioni “ blindate” e la metabolizzammo come “ uno del Palazzo” che prendeva decisioni, anche per noi ma spesso lontano od in contrasto con le nostre necessità! A noi attenti osservatori delle cose regionali si palesò immediatamente la Sua vera preoccupazione: di non essere accusato di  campanilismo da parte di chicchessia!                                                                                                              Molte decisioni sono state prese con il Suo consenso, rivelatesi non a favore di Teramo, del suo sviluppo e dei   suoi cittadini, bensì maggiormente  favorevoli  agli altri capoluoghi di provincia!                                          Eravamo certi, noi teramani che Lei  Gianni CHIIODI teramano si ergesse a paladino di Teramo  qualora fosse necessario e che spendesse le sue forze e le sue intelligenze per conservarne la  dignità di  Città Capoluogo!                                                                                                                                                                    Purtroppo Teramo non ha mai avuto  con Lei  Governatore un Valore Aggiunto!                                                          Lei ha vissuto e vive, in mondi lontani da Teramo e disquisisce a livelli non solo nazionali di politica economica e di problemi, anche mondiali il cui riverbero però per la nostra bella Teramo è nullo!        Anche dai suoi sempre più numerosi interventi sui social network ( nei quali però non consente   il commento ), comprendiamo che si sta fortemente preparando alle prossime elezioni politiche nazionali!           Ci chiediamo: con quali intenzioni pensa di affrontare queste elezioni?                                                                          E’ sicuro che  noi elettori teramani assisteremo, impassibili, al balletto  delle sue dimissioni, questa volta da Governatore e non da Sindaco?                                                                                                                                            E’ fresco in noi il ricordo della nostra città commissariata che l’ha costretta a subire il suo “annum horribilem” il cui effetto  negativo ancora persiste come stanno a testimoniare, ad esempio, ancora lo stato di abbandono delle strade cittadine mai più ben ripristinate da allora!                                                                  Teramo, in mancanza di un governo politico cittadino fu  in balia di dirigenti e di funzionari pgg insensibili: la cronaca riportò in diverse occasioni  casi clamorosi di ingiustizie e di atti  assurdi verso gli amministrati in particolare verso alcuni commercianti ed imprenditori.

A questo punto mi viene logico sugerirLe, per evitare al nostro Abruzzo un “annum horribilem” di non candidarsi alle prossime politiche di marzo!   ( potrebbero sortire solo l’effetto di un  governo balneare che  durerebbe poco e presto cj sarebbe la necessità di ripeterle con nuovi scenari, si spera, per il Centro Destra).

Governatore corra ai ripari!

La Nave,  cioè la Sua Giunta sta affondando!

Stiamo assistendo a strani fenomeni come quello dei …gattini e dei micioni che  abbandonano la nave prima dei topi…!

Ne approfitti riprenda il timone.

Si liberi del cerchio magico composto da coloro che l’hanno e l’allontanano ogni giorno dai suoi concittadini!

Costoro con “ la puzzetta sotto al naso “ omettono di svolgere persino i compiti che Lei  assegna loro!

Combatta senza timore per la Sua Teramo! Faccia in  modo che non diventi solo “ una bella frazione “ dell’amica e dell’ antica città dell’Aquila”!

Le Restituisca la dignità che merita unitamente ai suoi cittadini!

Completi la legislatura da Governatore e ponga in essere atti concreti in questa direzione allora si che potrà sperare che i Suoi concittadini la seguiranno!

Rinnovi la Sua Giunta! Butti al mare la zavorra e conduca il nostro Abruzzo con i suoi figli, i suoi genitori,  i suoi malati e disabili, i suoi anziani, i suoi imprenditori, i suoi operatori  turistici, i suoi agricoltori, i suoi pastori ed allevatori, i  i suoi operatori culturali, i suoi studenti e professori, i suoi immigrati regolari e non, con i suoi operatori del sociale volontari e non, con le sue tradizioni,  con il suo ambiente e con i suoi animali e cosi via dicendo anche con gli ultimi come me , verso lidi più sicuri!                             La difenda questa terra dagli assalti delle compagnie petrolifere cioè da coloro che di fatto ne potrebbero cancellare i suoi paesaggi, montani e marini!

Diventi la barriera che evita alla Nostra Regione di diventare terreno di conquista di speculatori  e di malavitosi senza scrupolo!

Difenda  Il Nostro Abruzzo, la sua gente che è sempre stata e sarà : Forte e Gentile!

Allora quando questo verrà fatto, tutti noi Abruzzesi considereremo Gianni CHIODI da Teramo:       Un   Vero Figlio d’Abruzzo!

Teramo 03/12/2012                                                                                Cordialità e buon lavoro

Email: edignazio@katamai.com                                                         Enzo D’Ignazio




Italia. Voler bene all’Italia al proprio paese.

Voler bene all’Italia al proprio paese.

Voler bene all’Italia, vuol dire dare un posto di lavoro a tutti i cittadini. Lavoro : tutti i comuni mettere in atto piccoli e grandi lavori di manutenzione, le aziende investire qui in Italia, le regioni elaborare progetti per favorire lo sviluppo economico, il governo fare progetti in tutti i settori per favorire l’occupazione.

  1. Voler bene all’Italia e ai suoi cittadini vuol dire, Moralità: che tutti i cittadini paghino le tasse e rispetto delle regole, lotta seria ed efficace alla mafia, che tutti investano i propri soldi qui in Italia e non portare i soldi all’estero.
  2. Voler bene al proprio paese vuol dire, Difesa del Servizio Sanitario Nazionale, i suoi principi universalistici,di uguaglianza trattamento, di decentramento, obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione, se mai lotta agli sprechi, direttori generali meno pagati, medici con doppi tripli lavori, meno convenzioni e più controllate, appalti clientelari.
  3. voler bene all’Italia, vuol dire, investire di più e meglio nella cultura,Difesa della scuola pubblica, riconoscere meglio i suoi dipendenti, rimodernare e ristrutturare gli ambienti scolastici.
  4. Voler bene all’Italia vuol dire garantire una pensione dignitosa e avere servizi sul territorio efficienti, per anziani, diversamente abili, bambini, Difesa e miglioramento della previdenza e assistenza.
  5. Voler bene all’Italia vuol dire difendere l’ambiente,Mettere in sicurezza il territorio da: frane. Incendi, alluvioni, terremoti, con progetti di prevenzione a tutti i livelli istituzionali.
  6. Voler bene all’Italia e ai suoi cittadini vuol dire, prevenire furti, rapine, sciacalaggi, Sicurezza per tutti i cittadini.
  7. Voler bene all’Italia, vuol dire semplificare la vita ai propri cittadini, Semplificazione di tutte le regole, meno burocrazia.
  8. Voler bene all’Italia vuol dire, Uniti per difendere la nostra bella costituzione: lavorare tutti al meglio per il bene comune.
  9. Voler bene all’Italia vuol dire, dare meno potere alla finanza, alle banche al denaro, all’egoismo, ma dare più importanza ai valori veri, il grande valore della vita,di giustizia sociale, di uguaglianza e di solidarietà

Francesco Lena

Cenate Sopra BG




Gestioni associate: la Regione limita l’autonomia dei Piccoli Comuni

Gestioni associate: la Regione limita l’autonomia dei Piccoli Comuni

La Giunta Regionale d’Abruzzo con deliberazione n. 24 del 24 settembre 2012 ha confermato i limiti demografici minimi per le forme associative dei Comuni quali Unioni e Convenzioni per adeguamento al D.L. n. 95/2012.

In detta deliberazione la Regione Abruzzo “è andata oltre” le disposizioni contenute nel D.L. n. 95/2012 che, all’art. 19 comma 1, lettera “e” dispone che “la Regione individui, entro i tre mesi antecedenti il primo termine di esercizio associato obbligatorio delle funzioni fondamentali (entro il 1° gennaio 2013 con riguardo ad almeno tre delle funzioni fondamentali di cui all’art. 14 D.L. n. 78/2010) il limite demografico minimo delle Unioni dei Comuni fissato in 10.000 abitanti salvo diverso limite demografico individuato dalla Regione”, in quanto impropriamente stabilisce la soglia minima demografica anche per le Convenzioni, ex art. 30 D.Lgs. n. 267/2000.

“Questa deliberazione – afferma il referente regionale dell’ANPCI Arturo Scopino -contrasta con la normativa nazionale di riferimento, in quanto la Regione non ha alcun titolo per disciplinare il limite minimo demografico per i Comuni che intendono dar corso all’esercizio associato obbligatorio delle funzioni e servizi comunali attraverso convenzione e continua ad alimentare l’incertezza dei piccoli Comuni nell’organizzazione delle forme associative. Alla luce dell’attuale dettato normativo basterebbero solo due comuni per gestire in convenzione tutte le funzioni e i servizi comunali, per cui la Regione ha difatto limitato l’autonomia dei Piccoli Comuni, soprattutto quelli con popolazione di poche centinaia di abitanti, che potrebbero raggiungere il conseguimento di significativi livelli di efficacia ed efficienza nella gestione senza alcun vincolo demografico – continua Scopino- Inoltre, la Regione Abruzzo non riporta le Comunità Montane quali Enti Locali che possono coordinare e sostenere i Piccoli Comuni Montani in questo delicato processo di riordino istituzionale, Comunità Montane che hanno una datata positiva esperienza nella gestione associata e che contribuirebbero in maniera sostanziale a favore dei Piccoli Comuni, soprattutto nelle aree più disagiate della nostra Regione, a raggiungere gli obiettivi prefissati dal legislatore ossia il conseguimento di significativi livelli di efficacia ed efficienza nella gestione delle funzioni fondamentali”.




Italia. GLI STATI UNITI D’AMERICA VISTI DALL’ITALIA. La sfida per la ripresa dell’ economia, di Emanuela Medoro

Riceviamo e Pubblichiamo

GLI STATI UNITI D’AMERICA VISTI DALL’ITALIA

La sfida per la ripresa dell’ economia

Emanuela Medoro

Una volta realizzate tutte le libertà possibili nel Nuovo Mondo, libertà di parola, pensiero, culto religioso, e, soprattutto, d’impresa, pare ora possibile discutere del secondo dei principi della rivoluzione borghese francese, l’eguaglianza, senza incorrere nell’ accusa di essere comunisti. Lasciamo perdere il terzo, la fraternità, per ora non è di questo mondo.

Una battaglia per l’eguaglianza si può definire  la sfida Obama – Romney che ha avuto luogo  il 16 ottobre 2012, a Hempstead, 50  km da New York, presso la Hofstra University, seguita da 70 milioni di americani.

I temi principali, occupazione, tasse, immigrazione e politica estera, sanità ed energia giravano tutti intorno all’assunto principale dei due contendenti: la visione “roosveltiana” dell’America democratica e solidale  difesa dal Presidente Barack Obama, questa volta in modo vivace ed appassionato, e quella conservatrice ed iper liberista di Mitt Romney,  secondo cui l’amministrazione ha distrutto posti di lavoro, ma, secondo lui, la riduzione delle tasse ai grandi ricchi e la piena libertà di movimento ne creerebbero miracolosamente 12 milioni. Teniamo presente che durante il primo dibattito Mitt Romney si allontanò parecchio dalle posizioni di estrema destra del Tea Party, a lungo sostenute precedentemente, spostandosi su posizioni più moderate a favore della classe media. Ricordiamo inoltre che la precedente presidenza repubblicana quella di George W. Bush si chiuse con i fallimenti delle banche e con la difficile situazione della General Motors, che fu  superata solo grazie ai generosi interventi dello stato federale.

Dunque ora la questione principale è  la distribuzione del carico fiscale: far pagare di più i ricchi, per dare alla classe media, oppure sgravare il carico fiscale dei grandi ricchi aggravando quello della classe media? Quale dei due sistemi sarebbe più utile per far crescere posti di lavoro  ed uscire definitivamente dalle secche della crisi incominciata alla fine del secondo periodo di presidenza di G. W. Bush? Quale dei due programmi sarà più utile a ridurre la macroscopiche differenze economiche e sociali  dell’inizio di questo millennio?

A distanza di tre settimane dal voto forse è utile ricordare il sistema di voto per quanto riguarda i candidati  e gli elettori. Per vincere la corsa alla Casa Bianca sono necessari 270 voti elettorali. I sondaggisti finora ne attribuiscono 237 ad Obama e 191 a Romney. Quindi il dibattito di oggi ed il terzo che avrà luogo fra una settimana,  si configurano come la battaglia per  gli incerti, che  ora sono il 3 o 4% degli elettori.

I cittadini americani per diventare  elettori devono essere iscritti nelle liste elettorali. I Democratici comunicano di aver superato i Repubblicani nell’iscrizione dei nuovi votanti, e di aver aperto 798 nuovi uffici in tutti gli stati, almeno uno per stato,  più dei Repubblicani con soli 295 nuovi uffici.

La creazione di questo numerosissimo movimento di base è stato un grande sforzo di tutti gli americani democratici. In una lettera che aggiorna sui progressi compiuti per l’organizzazione dell’elettorato siamo informati su chi sono questi  elettori: fotografi, baristi, camerieri, controllori del traffico aereo, autisti, allevatori di api ed anche dog walkers, quelli che portano a spasso i cani.  Anche questo un bel quadro dell’America che lavora e produce, lontano anni luce da quello proposto da Mitt Romney, ricchissimo, con  capitali propri nelle isole Caymane.

E’ una sfida all’ultimo voto, sapremo presto cosa decideranno gli americani.

emedoro@gmail.com 17 ottobre 2012.




Chieti. INCREDIBILE MA VERO!!!!!!!!!

Riceviamo e Pubblichiamo

Via Ermindo Campana, professore-poeta-giornalista nato a Palena CH nel 1883 e qua morto nel 1940, è una strada di Chieti nel popoloso quartiere di Madonna del Freddo.

Questa strada è abitata da un centinaio di residenti e termina nella campagna.

Ultimamente è stata restaurata una fonte con lavatoio ed è un angolo panoramico e silenzioso della città.

Forse per questo motivo, dal mese di febbraio la via non è più illuminata.

L’abbondante nevicata del mese di Febbraio,ha appesantito le tantissime canne (Arundo donax ),che nascono su un versante della strada dove sono sistemati i pali della luce.

La neve ha provocato la piegatura di due pali, che adesso sono pericolosi, un altro è a terra spezzato, senza lampione…che è sparito.

Si è scelto la soluzione più veloce, tagliare il filo della luce all’inizio della strada, che alimenta anche gli altri lampioni,invece che ripararlo…!

Idea ridicola di chi ha pensato questa soluzione,  ma ancora più incredibile chi ha fatto installare i pali in mezzo alle canne, su terreno scosceso, quando potevano essere sistemati all’altro lato della strada ed in piano.

Troppo impegnativo pensare questa soluzione?

Intanto, ad otto mesi dalla nevicata, questa strada è al buio…si potrebbe riparare la linea elettrica in poco tempo così che la via torna ad essere illuminata.

In seguito si potrebbero sostituire i pali pericolosi e spezzato, recuperandoli da quelli in giacenza, anche se diversi da quelli installati, se non ci sono i soldi.

I cittadini residenti in questa via, non dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri cittadini?

Riparare la linea elettrica ha un costo di pochi euro…perché non è stato fatto?

Luciano Pellegrini

Le foto sul link:

https://picasaweb.google.com/110720412816253523394/IlPaloDellaLuceSpezzato




Chieti. I CANTORI DI CHIETI

Riceviamo e Pubblichiamo

I Cantori di Chieti, coro di voci maschili, si è costituita nella città nel 2006 ed è diretto dal maestro Pezzulo.

Il maestro Pezzulo, diplomato in Viola, in Musica Corale e Direzione di Coro, è anche autore di composizioni corali e strumentali.

Nel 2006, un gruppo di amici in età matura, che altrimenti avrebbero trascorse le giornate passeggiando per il corso od oziando davanti alla tv, hanno chiesto al maestro Pezzulo di dare vita a un coro.

Molti coristi provengono da altri cori cittadini a voci miste, tuttavia il maestro Pezzulo ha preferito solo voci maschili per il repertorio canoro che interpreta.

Questi “amici coristi”, innamorati del canto, sono dilettanti che, una volta a settimana, si sono impegnati a provare le musiche e cantano con le loro voci naturali.

E’ certamente una buona iniziativa sociale per aggregarsi.

Il coro canta a cappella ,(solo con la voce, senza accompagnamento musicale),ed ha un bel repertorio di canti liturgici.

Spesso, i Cantori di Chieti, sono invitati per le celebrazioni liturgiche, come il 29 settembre, presso la parrocchia diSan Antonio Abate

per la ricorrenza di San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato .

La ricorrenza è stata  officiata dal Cappellano della Polizia di Stato, Don Donatello Pellicciotta.

Vasto il repertorio che propongono, dai canti di montagna al folkloristico e per questo tipo di musica, una fisarmonica li accompagna.

Il comune di Chieti ha messo a disposizione all’associazione filarmonica teatina, un bellissimo salone nell’ex caserma Pierantoni, che il coro ha ristrutturato e dove fanno le prove.

Il coro si esibisce senza scopi di lucro, ma alla fine del concerto… è ben gradito un bicchiere di vino ed un panino.

Luciano Pellegrini

le foto sul link:

https://picasaweb.google.com/110720412816253523394/ICantoriDiChieti




USA. LA SAPIENZA DI MITT ROMNEY di Emanuela Medoro

REDAZIONE: riceviamo e Pubblichiamo.

LA SAPIENZA DI MITT  ROMNEY

Emanuela Medoro

Mitt Romney, candidato del partito repubblicano per le presidenziali americane del 2012, ha una brillante cultura su cui vale la pena fermarsi a riflettere un po’.

Tempo fa dichiarò di volere essere il presidente di tutti gli americani, non solo di quelli  ricchi come lui. Andrebbe bene tutto questo, se non fosse una pezza messa sul  bel disastro che aveva combinato qualche giorno prima quando aveva detto che a lui non importava proprio niente di tutti quegli americani, il 47%, che dipendono dallo stato al punto da ritenere che siano dovuti loro assistenza sanitaria, istruzione ed anche lavoro, con il danaro pubblico, quello pagato dal contribuente americano che lavora, guadagna e fa  il suo dovere di cittadino anche nei rapporti con il fisco .

Allora Mitt Romney fece una operazione di chiarezza, fece capire bene a tutti come la pensa un uomo milionario repubblicano, che “elude” non evade il fisco, accusato dagli altri aspiranti alla nomina di candidato del suo partito di aver saccheggiato i fondi pensione ed esportato  capitali nel paradiso fiscale delle isole Caymane. Fin qui, nulla di nuovo sotto il sole.

Oggi però, ce n’è una da far passare nel dimenticatoio la battuta della Gelmini, allora ministro della pubblica istruzione, secondo cui esisterebbe una galleria da Ginevra al Gran Sasso per far viaggiare i neutrini.

Questa del biondo Mitt dagli occhi chiari, riportata su La Repubblica online di oggi, è esilarante. Riguarda gli oblò degli aerei:  “Non capisco perché non li facciano apribili”.  Ma è stato a scuola quando era ragazzo? E se ci è stato, che cosa gli hanno insegnato? Ammesso che qualcuno abbia provato ad   insegnargli qualcosa, lui che faceva? Dormiva, fumava, altro? Ma che cosa insegnano nelle scuole da lui frequentate? Eppure i mormoni sono brava gente, civili. Ho visitato la loro capitale, Salt Lake City ed il loro stato, lo Utah, detto behive state, lo stato alveare, dove  tutte le api operose lavorano senza sosta e producono ricchezza manifestata in grattacieli, ville, macchine. Tutto perfetto, pulito ed ordinato. E’ uno di quegli episodi che mette in discussione la nostra idea di cultura, di sapere, di formazione generale degli uomini e delle donne.

Ancora una del biondo Mitt, “Almeno un genitore deve restare a casa con i bambini”. Siccome  le donne hanno diritto di voto, è riuscito ad evitare di dire che  le donne devono restare a casa. E questo punto tempo fa generò una bella diatriba sul tema, visto che la Signora Romney ha lavorato in casa, e che la attuale First Lady, Michelle Obama, è un avvocato di successo a Chicago.

Come voteranno gli americani nelle prossime presidenziali? Ieri sera ho sentito Massimo D’Alema che da New York ci ha detto che i democratici sono moderatamente ottimisti al riguardo.

Certo è che se Obama vincerà il suo secondo mandato presidenziale, lo deve non solo a quello che è riuscito a realizzare come presidente, ma anche alla qualità del suo avversario. Ricordiamo che Mitt Romney si presentò anche alle primarie 2008, allora fu sconfitto da John Mac Cain, veterano della guerra del Vietnam, che a sua volta fu sconfitto da Obama. Gli umori degli elettori americani sono cambiati parecchio da allora, e l’attuale presidente stenta a mantenere il vantaggio sull’avversario che gli si avvicina pericolosamente nei sondaggi d’opinione. Più di una volta Obama è stato superato nella raccolta dei fondi e nella spesa per la campagna elettorale. Però  vola  alto nelle preferenze dell’elettorato femminile.

Fu Lady Michelle, con un bel vestitino colorato ed allegro che spedì nel dimenticatoio i perfetti tailleur pantalone di Hillary, ad aprire la Convention democratica di  Charlotte.  Saranno le donne a salvare il  percorso del Presidente Obama verso il cambiamento per un America migliore?

emedoro@gmail.com

26 settembre 2012