In qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti invio la presente

Firenze, 15 ottobre 2011

Al Direttore de Il Resto del Carlino

Al Sindaco di Rimini

In qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti invio la presente per contribuire a una completa e corretta informazione, confidando sia nella pubblicazione sia in una adeguata risposta del Sindaco alla consigliera Valeria Piccali.

Questa nostra risposta scaturisce dall’articolo da pubblicato in data 13 ottobre 2011 intitolato Parco Briolini, Le richieste dei cittadini di San Giuliano Mare. Più illuminazione e divieto di sosta per camper. perché appare evidente, se l’articolo riporta esattamente quando dichiarato dalla consigliera Valeria Piccali, che detta consigliera NON conosce il Codice della Strada. In sintesi, quello che chiede attiverebbe solo provvedimenti illegittimi con conseguenti oneri alla collettività. Le normative sono presenti in internet, nei siti dei Ministeri, delle Associazioni della Polizia Municipale e su www.coordinamentocamperisti.it , quindi, da anni basta un click per essere aggiornati e tale ricerca è facile quando se a farla è un imprenditore come la consigliera Valeria Piccali.

Per semplicità di comunicazione precisiamo che le Leggi, il Codice della Strada, le Direttive emanate sia dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sia dal Ministero dell’Interno, ribadiscono da oltre 20 anni che:

  • L’installazione di sbarre trasversali è giustificata unicamente per garantire la sicurezza stradale allorquando sono presenti ostacoli nella sede stradale.
  • La sosta delle autocaravan non costituisce campeggio se occupa la sede stradale con il solo ingombro dell’autoveicolo medesimo;
  • L’autocaravan in sosta, per lo specifico allestimento, non mette in pericolo l’igiene pubblica e tantomeno inficia l’ordine o la sicurezza pubblica.

Questa lettera è l’occasione per ricordare che il 12 settembre 2005, il Parlamento europeo approvò il Progetto di relazione sulle nuove prospettive e le nuove sfide per un turismo europeo sostenibile, scrivendo nell’articolo 11: Si riconosce il contributo del turismo itinerante, così come quello del turismo su caravan e autocaravan, nel ridurre gli effetti negativi del turismo di massa, come la capacità di disperdere le concentrazioni di turisti. Si sottolinea il bisogno di promuovere misure di sostegno che contribuiscano al suo sviluppo, in particolare per rimediare alla mancanza di strutture attrezzate per i parcheggi, siti di sosta multifunzionali e depositi per i caravan in tutta la comunità.

Per concludere, vale ricordare che per eliminare il degrado è sufficiente chiede di applicare quanto previsto dal Codice della Strada e dal Regolamento Comunale.

Cordiali saluti e a leggervi,

Isabella Cocolo, la Presidente




Prendiamo atto, con rammarico, che sia tra i giornalisti sia nella Pubblica Amministrazione ci sono dei dipendenti che con la loro impreparazione rafforzano quel dispregiativo …… lavorare all’italiana …. che obbliga i nostri imprenditori a un faticoso … riscatto, in particolare all’estero.

Prendiamo atto, con rammarico, che

sia tra i giornalisti

sia nella Pubblica Amministrazione

ci sono dei dipendenti che con la loro impreparazione rafforzano quel dispregiativo …… lavorare all’italiana ….

che obbliga i nostri imprenditori a un faticoso … riscatto, in particolare all’estero.

Cosa è successo?

1.       Troviamo un giornalista che parla del problema nomadi in accezione negativa e poi, improvvisamente, parla dei camperisti con l’abbandono di un bel po’ di spazzatura e immondizia, facendo arrabbiare le famiglie che utilizzano l’autocaravan nel rispetto del Codice della Strada.

2.       Rileviamo che l’ISTAT, che dovrebbe avere come patrimonio la precisione, a pagina 1 della Guida alla compilazione del foglio di famiglia, nella colonna sinistra, a seguire Per Altro tipo di alloggio … ha inserito il termine CAMPER che è utilizzato solo da chi non conosce le Leggi. Infatti, è dal 1991, prima con la Legge 336/91, e poi dal 1992 con il Nuovo Codice della Strada, che detto autoveicolo è identificato come AUTOCARAVAN.

3.       Il Ministero del Turismo nel testo del Decreto Legislativo 79/2011, al punto 5 dell’articolo 13, introduce il termine CAMPER, creando alteruiore confusione tra le Leggi visto che dal 1992 con il Nuovo Codice della Strada, che detto autoveicolo è identificato solo come AUTOCARAVAN.

Se vogliamo che in Italia ci sia uno sviluppo è diritto/dovere di tutti individuare chi è pagato con soldi buoni e lavora male, sanzionandolo.

A leggervi, Pier Luigi Ciolli




L’Aquila. Quest’anno dovremmo festeggiare il nostro Trentennale di attività, risalendo al 1981 la fondazione dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”

LETTERA APERTA

Quest’anno dovremmo festeggiare il nostro Trentennale di attività, risalendo al 1981 la fondazione dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”, ad opera di Gabriele Lucci. Fu una operazione culturale coraggiosa ed importante che promosse in modo organico in Abruzzo la settima arte – il cinema, l’arte dell’immagine e l’audiovisivo – ponendosi immediatamente all’attenzione dell’Italia e del mondo con eventi di grande respiro, come “Una Città in cinema”, che per la loro formula originale videro presenti all’Aquila i più grandi professionisti dei vari mestieri del cinema.

Sin da quegli anni, tuttavia, la scelta programmatica più significativa dell’Istituto, con il costante assenso delle Istituzioni (Regione Abruzzo, Provincia e Comune dell’Aquila) presenti nel Consiglio di Amministrazione, si è caratterizzata non solo con l’organizzazione di eventi di respiro internazionale, quanto sopratutto nella costituzione di servizi permanenti a disposizione del territorio regionale che affrancassero l’attività dell’Istituto dall’effimero e lo impegnassero in una missione culturale di promozione e sviluppo dell’arte cinematografica aperta alle nuove generazioni, alla scuola, alla ricerca, alla formazione di nuove professionalità. Di qui la promozione e la nascita dell’Accademia per le Arti e le Scienze dell’Immagine, cui hanno concorso con codeste Istituzioni insigni personalità del mondo del cinema italiano.

Questa impostazione di fondo, nell’operare in forma strutturale e stabile nel territorio regionale per la cultura cinematografica, ha trovato il suo riconoscimento formale e sostanziale nella L.R. n. 98 del 1999, che ha impostato le politiche di settore riconoscendo l’Istituto Cinematografico dell’Aquila, unitamente all’Istituto Scrittura e Immagine di Pescara, quali enti stabili d’interesse regionale per le attività nel campo della settima arte. Una legge così innovativa ed avanzata che è stata presa a riferimento da altre Regioni italiane. La stessa legge, diversamente da altre normative di settore (teatro, musica), ha espressamente previsto l’entità annuale dell’impegno finanziario regionale per i due enti stabili e per le altre iniziative nel settore. Grazie a tale previsione, facendo affidamento sulla triennalità prevista dalle norme finanziarie, l’Istituto ha potuto impostare il consolidamento e lo sviluppo dei suoi servizi permanenti.

Sono quindi diventate realtà di prestigio la Mediateca Regionale “Giovani Tantillo”, struttura specializzata che con i suoi 15 mila titoli (libri, video, dvd, emeroteca) si è posta all’attenzione non solo dell’Abruzzo per ricerche nel settore cinematografico, gli Archivi dell’Istituto (fotografici, bozzetti di grandi costumisti, materiali iconografici, ecc.), infine la Cineteca dell’Istituto, acquisita grazie al prestigio dell’ente nell’anno 2000, con un mutuo chirografario, sottratta ad altri competitori italiani. Attualmente la Cineteca dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila, implementata gradualmente con ulteriori mirate acquisizioni, vanta un patrimonio consistente di pellicole rare e pregiate, talvolta copie uniche, che la collocano tra le prime cinque Cineteche d’Italia per qualità ed importanza. E’ un fondo straordinario al servizio di istituzioni culturali italiane e straniere, di festival internazionali e degli Istituti italiani di Cultura all’estero. Il costante ed assiduo intervento di manutenzione e restauro delle pellicole ne ha valorizzato il livello, cosicché ora gran parte del fondo ha il riconoscimento di “bene d’interesse storico” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Anche il suo valore patrimoniale, per l’intrinseca qualità culturale dei titoli e a seguito degli interventi di pulizia e restauro delle pellicole, è di conseguenza rivalutato ed oggi è stimato in circa 500 mila euro.

Tutto questo è stato possibile perché l’Istituto ha operato appunto in settori permanenti e in attività non effimere, che hanno tenuto in conto il territorio, la sinergia con altre realtà culturali, la multidisciplinarietà, l’attenzione verso le scuole di ogni ordine e grado, le collaborazioni con gli enti locali dell’Abruzzo, l’impegno a promuovere l’arte e la cultura cinematografica con un settore editoriale (13 i titoli pubblicati) e con seminari ed eventi che alla mondanità hanno sostituito le nuove espressioni attraverso i protagonisti dei mestieri del cinema, così affermando il prestigio dell’ente, dell’Aquila e dell’Abruzzo, in Italia e nel mondo. Questo l’ha fatto investendo sui giovani, sul proprio personale che nell’ente si è formato, che nel lavoro culturale ha visto la propria motivazione di vita. Sono giovani di valore e di talento, 7 i nostri dipendenti a tempo indeterminato che curano le diverse missioni dell’Istituto, avendo l’ente sempre limitato al minimo il precariato. Questa è stata la nostra politica, condivisa da amministratori che non prendono prebende né gettoni di presenza, impegnando il loro tempo grazie alla loro passione per la cultura cinematografica.

Da tre anni a questa parte, però, tutto rischia di crollare e alla celebrazione del Trentennale si sostituisce una prospettiva di terribile gravità, già diventata in parte reale con la messa in cassa integrazione straordinaria di 4 dei nostri 7 dipendenti, per poter arrivare alla fine dell’anno con le poche risorse finanziarie disponibili. Un quadro diventato drammatico dal 2009, molto prima del terremoto, con l’azzeramento del contributo regionale previsto dalla legge n.98/1999, un sostegno che copre il 60% circa dell’entrate dell’ente. Sono dunque tre anni che tale sostegno non viene erogato, salvo nel 2010 per l’attribuzione d’una annualità con la rimodulazione dei fondi Por-Fers nei confronti delle istituzioni culturali stabili del cratere sismico. Finora si è potuto sopperire con il conferimento all’Istituto di un finanziamento a progetto con i fondi dell’8 per mille, grazie alla qualità della nostra proposta. Questa dunque è la situazione che, in difetto di rifinanziamento della legge regionale di settore, alle difficoltà finanziarie già accumulate si aggiungerà la fine di un ente che in trent’anni ha conquistato stima ed accumulato prestigio in Italia e all’estero. Con le drammatiche conseguenze sull’occupazione per i 7 dipendenti, che consideriamo un valore aggiunto alle nostre attività.

Tanto premesso, queste sono le condizioni nelle quali l’Istituto è costretto a non poter celebrare il suo Trentennale. Il terremoto del 6 aprile 2009 ha pesantemente influito e condizionato le nostre attività con la devastazione della nostra sede di Collemaggio, con l’inagibilità delle strutture, che ha comportato la costrizione dei nostri servizi tuttavia rimodulati nella loro praticabilità. Con coraggio e con la determinazione del nostro personale abbiamo ripreso il cammino, che ora corre seri rischi di fermarsi per sempre, se la Regione Abruzzo non osserverà quanto essa stessa ha voluto con una legge d’avanguardia. Il prossimo anno, con la finanziaria regionale, si segneranno la prospettiva e la sopravvivenza dell’ente. Ma sopratutto si segnerà il destino della cultura cinematografica nella regione, se le maggiori istituzioni stabili saranno costrette a soccombere.

Pur comprendendo le difficoltà finanziarie della Regione, non si trova ragione per il totale esaurimento del sostegno ad un intero settore della cultura. Vogliamo ritenere che la situazione venga corretta, con questo appello pubblico alle nostre Istituzioni, sin d’ora ringraziando la Municipalità aquilana e la Provincia dell’Aquila per aver assicurato in continuità il loro sostegno finanziario. L’Amministrazione provinciale, peraltro, anche assicurando alla nostra sede provvisoria l’area accanto alla Biblioteca Provinciale Tommasi. Speriamo presto si possa affrontare la questione in un incontro congiunto. Abbiamo avuto sempre massima fiducia nelle nostre Istituzioni, confidiamo che anche in questa grave congiuntura consentano ad un ente storico del capoluogo d’Abruzzo e alla settima arte di continuare ad operare per L’Aquila e l’Abruzzo.

PER IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE UNANIME

IL PRESIDENTE

(dr. Carlo Di Stanislao)




Pescara. Gentilissimo Direttore, Si parla ultimamente delle spese sostenute per l’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo del 2009.

Gentilissimo Direttore,


A tal proposito desidero portare alla Sua attenzione un progetto artistico mai attuato purtroppo.

mission era quella organizzare a Pescara i Giochi Artistici del Mediterraneo, facendoli disputare un mese in anticipo di quelli sportivi.

Porto A.A., lavorando per tre anni, senza nessun sostegno economico, era pronta a lanciare 42 concorsi artistici – musicali, teatrali, di arti visivi, danza, letteratura, poesia e video – che avrebbero portato a Pescara più di 2.000 artisti da 23 paesi mediterranei.

coinvolto più di 30.000 scuole italiane chiedendo agli studenti di creare i progetti dei trofei da consegnare ai vincitori dei concorsi delle singole discipline artistiche.

Piotr Lachert compositore, Spoltore




Perugia. Un invito a partecipare numerosi alla marcia della pace, Perugia, Assisi, del 25 Settembre 2011, si tiene 50 anni dopo, la prima organizzata da Aldo Capitini.

Un invito a partecipare numerosi alla marcia della pace, Perugia, Assisi, del 25 Settembre 2011, si tiene 50 anni dopo, la prima organizzata da Aldo Capitini.

Quest’anno secondo me dobbiamo arricchirla, di idee, di contenuti e di proposte, ricordando il momento difficile che stiamo attraversando, con molteplici problemi umani, sociali di tante persone in Italia e nel mondo. Giovani e meno giovani disoccupati, vivono il dramma che non riescono a trovare un posto di lavoro, tantissimi lavoratori vivono nella precarietà. Il diritto al lavoro è saltato, il diritto allo studio, alla salute, all’assistenza, sono messi a rischio dalle scelte dei tagli fatti dal governo italiano, famiglie messe sempre più in difficoltà, non c’è la fanno più ad arrivare a fine mese, gente senza una dignitosa sistemazione, senza casa, aumentano sempre più gli anziani soli e abbandonati, i diversamente abili trascurati, la dignità delle persone viene sempre meno rispettata.

Mafie, corruzioni, evasione fiscale, sempre più diffuse e forti. Ingiustizie sociali in aumento, ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri.

Nel mondo milioni di persone muoiono di sete , di fame, di malattie infettive e per le guerre in corso. Per questi e tanti altri problemi, italiani e mondiali, andiamo in tanti il 25 Settembre 2011 alla marcia della pace, per fare sentire con forza la propria voce, per stimolare il risveglio delle coscienze. Chiedere al governo italiano, che la crisi economica e sociale, che stiamo attraversando, la devono pagare prima di tutti quelli che l’hanno creata, poi vanno fatte scelte eque e concrete, chi ha di più deve pagare di più. Mi sembra che sia giusto introdurre una patrimoniale sui capitali immobili e non, sul tenore di vita. Combattere le società di comodo che tanti italiani tengono nei paradisi fiscali all’estero. Taglio drastico delle spese militari. Combattere severamente l’evasione fiscale. Combattere gli sprechi. Introdurre gradualmente l’obbligo di pagare tutto con carta di credito. Dimagrimento degli stipendi dei dirigenti di aziende pubbliche e private, di giornalisti, di presentatori, allenatori, giocatori, piloti di auto, moto e di tante altre categorie di professionisti, non è più possibile tollerare, che queste categorie prendono fior di milioni e che invece tanti lavoratori e pensionate, prendono uno stipendio da fame, ancora peggio per chi non ha un posto di lavoro.

Poi bisogna prendere in mano la nostra bella costituzione, leggerla, difenderla, farla applicare e rispettare che è la migliore del mondo. Certo per fare questo e altro ci vorrebbe un governo di responsabilità nazionale, con dentro persone più credibili di quelle che ci sono nell’attuale governo, oneste, competenti, responsabili, con l’obiettivo del bene di tutti, a servizio dei cittadini per il bene comune.

A livello mondiale chiedere, labolizione dell’interesse sul debito pubblico, che i paesi poveri hanno nei confronti dei paesi ricchi e mandare più aiuti economici per favorire lo sviluppi nei propri paesi. Chiediamo alla marcia della pace con forza, di non mandare armi ai paesi poveri, ma di mandare attrezzature, macchinari, per favorire lo sviluppo dell’agricoltura, per fare pozzi acqua, per irrigare terre aride e renderle coltivabili. Chiediamo la cessazione di tutte le guerre in corso, che fanno solo distruzione e morte, dobbiamo lavorare tutti per evitarle. Poi dobbiamo pensare sognare in grande, con un obiettivo da raggiungere, che O:N.U. Possa in un futuro vicino, diventare il governo mondiale, che possa poi gestire meglio i conflitti le tensioni tra stati. Possa anche gestire la globalizzazione dei diritti umani, sociali, di solidarietà, di uguaglianza. Di giustizia sociale, di democrazia, di libertà e di pace.

Tutto questo dobbiamo portarlo avanti, a gran voce il 25 Settembre alla marcia della pace Perugia Assisi, poi portato avanti tutti i giorni in ogni luogo. dobbiamo contribuire a svegliare e risvegliare la voglia di fare di partecipare, di essere protagonisti, che purtroppo tante persone vivono nell’indifferenza e nel disinteresse. Secondo me ognuno in questa società, deve fare la propria parte, con scienza e coscienza, con onestà e responsabilità, dentro la storia, per contribuire a costruire una società più giusta, piena di diritti doveri e di valori veri, perchè, la storia la facciamo noi, la storia siamo noi.

Francesco Lena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo




Giulianova. Sul centro storico e l’estate appena trascorsa di Sirio Pomante

Sul centro storico e l’estate appena trascorsa

pubblicata da Sirio Pomante il giorno venerdì 2 settembre 2011 alle ore 11.43

Carissimi,

le due grandi manifestazioni svoltesi quest’estate per iniziativa e organizzazione dell’associazionismo, cioè la “Street Band Parade” e “Strade in canto”, aggiungendo anche “Passeggiando nell’antica Giulia” e il “Vespa raduno”,  hanno dato una gran boccata di ossigeno alla città vecchia e se non fosse stato per loro di eventi di richiamo non avremmo avuto chissà che cosa. Io nel centro storico vivo da qnd sono nato e ricordo solo che con “centro storico” in molti si riempiono la bocca, sebbene pochi lo conoscano sul serio e quindi ne comprendono le necessità. I musei qst anno sn stati aperti continuamente ed è un passo avanti, un passo avanti anche l’infopoint di piazza Buozzi, ma qui il problema è molto più complesso e questi sono lodevoli eventi occasionali che lasciano spazio alla palude del resto dell’anno. Per due passi avanti, se ne fanno almeno venti indietro.

Versiamo nella sporcizia di tutti i tipi, nel caos delle auto che parcheggiano anche sui marciapiedi, di monumenti – tra cui anche il simbolo della città, il Duomo – e tratti di strada al buio, di una pinacoteca civica chiusa da anni, di nessuna segnaletica che aiuti il visitatore ad orientarsi mentre abbonda quella stradale che non permette di far fare manco una foto decente al turista, , della via d’ingresso principale sotto il Belvedere con lavori a singhiozzo e quindi solo ad un senso da mesi e a volte chiusa, di rom che scorrazzano senza legge e dei loro clienti.

Dunque un centro storico non ha bisogno di una delega, non può bastare; deve vedere il coordinamento di tutte le deleghe della città perchè gli aspetti sn molteplici: sociali, di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale, di pianificazione di una zona traffico limitato, di rilancio del commercio. Ognuno di questi aspetti è legato indissolubilmente all’altro.

Impossibile dunque affrontare l’argomento in un post ma quello che è ormai sotto gli occhi di tutti è che il centro storico, che non è periferia e mi rammarico fortemente per chi lo pensa, ha bisogno di un piano, di un progetto, e non vedo al momento nè la volontà, nè le capacità per stilarlo, nè l’umiltà per coinvolgere tutte le professionalità che potrebbero farlo.

L’incuria e l’ignoranza per il luogo della nostra storia ci sta portando alla perdita di una autentica identità cittadina, rendendoci uguali agli altri. Spero- e per qst cerco di impegnarmi quotidianamente in tal senso- perchè un giorno tutti i giuliesi uniti si riscoprano tali e riconoscano come valore comune, oltre qualsiasi steccato, l’amore per questo patrimonio storico, unico vero bene in cui riconoscersi come comunità civica.

Sirio Pomante

Già pubblicatada Sirio Pomante il giorno venerdì 2 settembre 2011 alle ore 11.43 sul social network FACEBOOK




Alba Adriatica. Lettera aperta di una cittadina indignata, riceviamo e pubblichiamo

Lettera aperta di una cittadina indignata

“Come incentivare il turismo in Provincia di Teramo … Non chiedetelo al Comune e alla Polizia Municipale di Alba Adriatica”

In data 25 Agosto c.a., ho avuto l’infelice idea di portare alcuni miei ospiti ad Alba Adriatica per una passeggiata lungo mare ed il classico gelato. Dopo circa due ore, siamo tornati alla macchina e avvicinandomi ho visto sul parabrezza una multa di € 39,00 per mancanza del disco orario in “area a sosta regolamentata …” . Il primo sentimento è stato di rammarico perché non c’era stata mala fede nella mia inosservanza, semplicemente non avevo visto il cartello.

Successivamente, però, ho riflettuto sulla pochezza politica del Comune di Alba Adriatica. Il Sindaco con la sua Giunta considerano come unica strada percorribile per “fare cassa” quella di multare i turisti, al diavolo le attività commerciali: altro che politiche attrattive, i turisti facciamoli scappare a gambe levate!! Non mi capacito che al centro di una zona balneare (Lungomare Marconi) alle ore 21 non si possa sostare per più di due ore, dove in prevalenza ci sono ristoranti, pub e gelaterie.

Subito dopo il sentimento di rammarico si è trasformato in scoramento perché sono tante le possibilità per creare ricchezza economica per una comunità, l’orizzonte politico di un’Amministrazione locale non può fermarsi alle multe ai villeggianti. La “buona politica” non necessità esclusivamente di grandi investimenti, a volte può essere sufficiente un po’ di buon senso!!

Formalmente, però, l’infrazione è stata commessa, quindi è giusto che paghi la multa stabilita. In data 29 Agosto chiamo per un’intera mattinata la Polizia Municipale di Alba Adriatica per chiedere un riferimento di conto corrente dove poter effettuare il versamento, ma dall’altra parte del telefono nessuno risponde. Il giorno dopo, il 30 c.m., riprovo a chiamare e ingenuamente credo di essere più fortunata del giorno prima perché dall’altra parte qualcuno risponde. Alla mia domanda di richiesta di conto corrente, mi viene detto che devo andare presso i loro uffici per pagare la multa oppure aspettare la notifica a casa, naturalmente con una maggiorazione di € 15, in cui sarà presente anche il desiderato numero di conto corrente. (Nel racconto ometto di evidenziare l’atteggiamento poco affabile dell’interlocutore).

Il sentimento di scoramento si trasforma in indignazione: gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12.30, questo significa dover chiedere mezza giornata di permesso dal lavoro, senza considerare il costo di circa € 10 (andata e ritorno) per il viaggio Teramo (città) Alba Adriatica; poi, però, mi sono chiesta: se fossi stata di Milano e incautamente avessi scelto questa cittadina balneare per trascorre le mie ferie e spendere i miei risparmi per il soggiorno, quale sarebbe stato allora il sentimento provato per un tale trattamento?

Sicuramente come cittadina abruzzese il sentimento che permane è quello dell’imbarazzo per un territorio naturalmente ricco e bello, ma del tutto incapace di esprimere una visione politica lungimirante e attenta verso i propri cittadini.

Stefania Silvestri




L’Aquila. VOLTA LA CARTA Un incontro illuminante: Andrea Camilleri Emanuela Medoro

VOLTA  LA CARTA

Un incontro illuminante: Andrea Camilleri

Emanuela Medoro

Quest’incontro era stato programmato  dall’associazione “Volta la Carta” per il festival  dell’editoria indipendente,  tenutosi all’Aquila alla fine di maggio. Andrea Camilleri annullò allora  il suo incontro, promettendo di venire in seguito. Ha mantenuto la promessa, ed ha incontrato gli aquilani presso l’auditorium della Guardia di Finanza, gremita per lui, accolto da una ovazione in piedi, sentita e  prolungata. Interlocutrice Tiziana Pasetti.

Per motivi di lavoro A. Camilleri frequentò L’Aquila prima del sisma, lavorò nel teatro ed ebbe rapporti di amicizia con molti aquilani, oggi non ha voluto rivedere il centro semidistrutto, preferisce ricordarla come era, e neppure ha voluto manifestare i suoi ricordi della città che fu, lasciandoli agli aquilani.

Aprendo squarci della sua vasta cultura e raffinata competenza letteraria, con  spirito caustico e lucidità di pensiero ci ha illuminati su parecchi punti. Efficacissimo il suo modo di esprimersi, usa delle metafore ed immagini dense di significato,   sintetiche ed esaurienti al contempo, un prezioso distillato di altissime capacità di rielaborazione, fantasia e saggezza. Esistono registrazioni e trascrizioni integrali della conversazione, tuttavia cerco di riportare per sommi capi i concetti espressi.

I temi emersi nell’incontro riguardano la specificità della cultura di provincia, da lui spiegata come un condensato non dispersivo delle caratteristiche di una popolazione che consente una migliore comprensione della natura umana, fenomeno simile in tutto il mondo, in Francia come in Sicilia. Da questo argomento il passo verso il rapporto lingua dialetti è breve, i dialetti la linfa che concorre a nutrire l’albero grande della lingua madre in un continuo movimento verso il centro. A. Camilleri, un autorità in materia, se pensiamo al luogo di nascita, vita, lavoro e modo di esprimersi del nostro amatissimo commissario, riporta a questo proposito un pensiero di Pirandello: di una data cosa il dialetto esprime il sentimento, della medesima la lingua esprime il concetto.

Il dialetto, ovvero la lingua che esprime i sentimenti, a questo proposito è bene riportare una osservazione di T. Pasetti, circa una notevole ripresa dell’uso del dialetto dopo il terremoto a L’Aquila, come un tentativo disperato di conservare con il solo mezzo a disposizione di tutti una identità culturale ed affettiva minacciata, semidistrutta da un avvenimento incontrollabile.

Entrando nella letteratura, A. Camilleri spiega che i testi fondamentali della sua formazione sono due: La Condizione Umana di A. Malreaux, un libro passato fra le maglie della censura fascista  che lui lesse a 17 anni e gli consentì di scoprire che i comunisti erano gente come noi, scoperta fondamentale per il figlio di uno squadrista che aveva partecipato alla marcia su Roma. E La Storia della colonna Infame di A. Manzoni, che gli consentì di capire i nessi fra giustizia e potere politico, testo profondamente formativo.

Cita poi con molto spirito la lettera di scuse che lui scrisse ad A. Manzoni, quando un consiglio di classe di una scuola siciliana decise di sostituire la lettura de I Promessi Sposi con Il Birraio di Preston. La figura preferita de I Promessi Sposi? Cita alcuni personaggi, ma di don Abbondio precisa che rappresenta tre quarti d’Italia.

Bellissimo e veramente illuminante il suo modo di vedere la differenza fra scrittura in prosa e quella in poesia. La prima si muove in orizzontale, la seconda va come un razzo spaziale, raggiunge un’altitudine astrale in pochi secondi. Scrittura privilegio di pochissimi. Grazie per questo raggio di luce.

Una prolungata ovazione ha salutato lo scrittore al termine dell’incontro, tutti veramente grati ad uomo che ci dà tanta gioia ed un sorriso.

emedoro@gmail.com

6 luglio 2011.




Lettere. Riceviamo da Annarita Petrino

Carissimi, sono sempre più convinta che questi ultimi messaggi dati dalla Madonna a Medjugorje il 25 e il 2 di ogni mese si rivolgano alla massa di pellegrini che vanno lì in pellegrinaggio e a quelli che, pur restando a casa e privandosi di tale esperienza, magari parlano anche male di quel luogo e denigrano quello che vi accade. Al primo gruppo di persone la Madonna si è rivolta più volte ultimamente. L’ultima parte di questo messaggio è un chiaro appello a quanti vanno a Medjugorje senza un’adeguata preparazione spirituale, senza essersi riconciliati con Dio e con il cuore pesante. La prima parte del messaggio, invece, è rivolta al secondo gruppo di persone, che si ostinano a mantenere impuro il loro cuore e a restare lontani da Dio, quando basterebbe aprirsi al Suo amore, per permettere alla Grazia di trasformarci dal di dentro.
L’ultima frase è un invito rivolto a tutti, perchè è questo il tempo della conversione.

Ave Maria

Annarita Petrino
www.mooncity.it
“Allora ho voluto far abitare la mia anima in Cielo, perché guardasse le cose della terra solo da lontano.”
Teresa di Lisieux
“Ti stimo collaboratrice di Dio stesso e sostegno delle membra vacillanti del suo ineffabile corpo”
Santa Chiara D’Assisi



Lettera. Messaggio del 25 giugno 2011

Messaggio del 25 giugno 2011 Cari figli, ringraziate con me l’Altissimo per la mia presenza con voi. Gioioso è il mio cuore guardando l’amore e la gioia che avete nel vivere i miei messaggi. In molti avete risposto ma aspetto e cerco tutti i cuori addormentati affinché si sveglino dal sonno dell’incredulità. Avvicinatevi ancora di più, figlioli, al mio cuore Immacolato perchè possa guidarvi tutti verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.   Carissimi, proprio all’indomani del giorno in cui a Medjugorje si sono festeggiati 30 anni di apparizioni mariane ( 24 giugno 1981 – 24 giugno 2011 ), la Madonna ha dato questo messaggio, che sembra proprio diretto alla massa di pellegrini che ogni giorno invadono Medjugorje, a tutti quelli che in 30 anni ne hanno sentito parlare, vi sono stati, ma soprattutto a tutti quelli che hanno accolto i messaggi dati dalla Regina della Pace, che hanno, cioè, risposto alla Sua chiamata ( cosa per la quale Lei ringrazia sempre alla fine di ogni messaggio ). Queste sono parole molti forti, perché dopo 30 anni la Madonna sembra non aver finito… Infatti aspetta ancora che tutti quelli che, pur essendo stati a Medjugorje o aver sentito i Suoi messaggi, sono ancora increduli. Purtroppo sono molti e molti di loro sono cristiani. Questo richiamo a svegliarsi dal sonno dell’incredulità non giunge a caso. In questi tempi la necessità di svegliarsi, in particolar modo per i cristiani, sta diventando molto forte.   Ave Maria   Annarita Petrino
www.mooncity.it

“Allora ho voluto far abitare la mia anima in Cielo, perché guardasse le cose della terra solo da lontano.”
Teresa di Lisieux

“Ti stimo collaboratrice di Dio stesso e sostegno delle membra vacillanti del suo ineffabile corpo”
Santa Chiara D’Assisi