Giulianova. Editoria: presentato il volume dell’artista fotografo Paolo Di Giosia e l’evento di chiusura della mostra “La razza nemica” del Museo della Shoah di Roma.

“ . Shoah: uno sguardo contemporaneo”. Ieri è stato presentato il volume dell’artista fotografo Paolo Di Giosia Puck DG e l’evento di chiusura della mostra “La razza nemica” del Museo della Shoah di Roma. Interventi del prof. Paolo Coen, Sorico dell’arte, Presidente del corso di laurea Dams dell’Università degli Studi di Teramo e professore ordinario in Museologia e Storia della critica d’arte presso lo stesso ateneo. Suo il saggio critico che introduce il volume fotografico. L’evento è stato introdotto dal direttore del Polo museale civico di Giulianova, Sirio Maria Pomante, seguito dalle letture di Barbara Probo. Presente l’editore del libro Giacinto Damiani di Ricerche&Redazione di Teramo.

Dopo l’incontro, abbiamo visitato il Loggiato “Riccardo Cerulli”, sotto il Belvedere, per visionare la video installazione “ Il silenzio di Dio”, anche questa firmata da Paolo Di Giosia.
“La sua ricerca – come scrive il prof. Paolo Coen nell’introduzione del volume fotografico di Di Giosia – ha principalmente a che fare con la forma e con la luce.” La passione dell’artista – aggiungo io – non si può discutere, indubbiamente traspare la sua passione e sentimento che lo distoglie da ogni forma di becero materialismo. Le foto dei due campi di concentramento e le due video installazione di ieri sera hanno lanciato un messaggio di riflessione. Il martellante ripetersi di voci e rumori, durante la proiezione, sono entrati nella mente dei presenti e nei ragazzi che in questi giorni hanno visionato la mostra. Questi eventi servono proprio per non dimenticare.



Giulianova. Editoria: La Fama e la Ricchezza, l’ultima fatica letteraria di Eugenio Flajani Galli




Giulianova. Domenica 18 febbraio Magalì Rapini presenta il suo nuovo libro “Accarezzando le ombre”

A Giulianova il 18 febbraio presentazione del nuovo libro di racconti di Magalì Rapini 

 

 

GIULIANOVA – Domenica 18 febbraio, alle ore 17.30 nel Circolo “Il Nome della Rosa” di Giulianova Alta (via Gramsci 46/a), verrà presentato “Accarezzando le ombre”, il nuovo libro di racconti di Magalì Rapini (Pathos Edizioni).

Dialogherà con l’autrice il giornalista e saggista Sandro Galantini.

La presentazione sarà intervallata dalla lettura di alcuni brani da parte di Roberta Iezzoni con accompagnamento musicale di Marino Giansante al pianoforte.

FOTO Magalì Rapini

 

IL LIBRO

I 38 racconti di Accarezzando le ombre sono un «intrigante percorso – scrive Sandro Galantini nella Prefazione – nei vasti perimetri esistenziali dei personaggi che affoltano le pagine e dei quali vengono sceverati con sorprendente attitudine i lati più obliqui, le fibrillazioni, i rappresi furori, i fondi limacciosi ma anche i limpidori e le luci meridiane, sicché oltre al (e con il) piacere del testo, Accarezzando le ombre restituisce e propone una profonda, meditabile e lucidissima riflessione sui comportamenti e sulle debolezze umane, sulla vita e sulle sue negazioni».

 

 

 

L’AUTRICE

Magalì Rapini nasce a Teramo il 14 luglio 1972 da padre italiano e madre francese. Segue studi tecnici ma è sempre viva in lei la passione per la lettura. Grazie a questo amore, e ad alcuni corsi di scrittura creativa frequentati tra il 2015 e il 2019, si cimenta con le prime prove letterarie venendo inclusa nel 2020 nell’antologia “Donne che raccontano”.

Accarezzando le ombre è il suo quarto volume. La Rapini, pessimista ma comunque ironica, lascia trasparire nei suoi racconti, oltre all’amarezza, una speranza di fondo che non l’abbandona.




Bellante. Associazione Culturale Nuove Sintesi: conferenza “PALESTINA: GUERRA FINALE”.

L’incontro si terrà sabato 17 febbraio, con inizio ore 17,30, presso la Biblioteca Comunale (all’interno del Municipio) a Bellante paese (TE).
Interverranno il Prof. Gianluca Marletta (Saggista) e il Prof. Matteo Simonetti (Saggista).
L’introduzione sarà a cura di Edoardo De Santis (Nuove Sintesi).
Breve nota introduttiva degli organizzatori:
“Lo scontro in atto attualmente in Medio Oriente – si legge in una nota diffusa alla stampa – è solo un momento apicale dello scontro globale (quella che è stata chiamata la Terza Guerra Mondiale a pezzi). In quest’incontro verranno analizzati i possibili risvolti globali della crisi e alcune sue cause misconosciute, dove la geopolitica e l’economia si incontrano in maniera micidiale con le suggestioni apocalittiche dei gruppi più estremisti. Inoltre, l’attuale confusione tra termini come antisionismo ed antisemitismo, nonché la mancata conoscenza di alcune essenziali dinamiche storiche – conclude la nota – rendono la situazione palestinese di difficile comprensione e meritevole di quei chiarimenti che si cercherà di fornire durante il convegno”.




Riflessioni sul saggio “Processo alla Resistenza”  di Michela Ponzani, pp. 232, Giulio Einaudi Editore, Torino 2023 di Gianluigi Chiaserotti*

 

In questo momento particolare della storia italiana, ma anche mondiale, ritengo che sia giusto rivalutare e quindi rivedere certi aspetti che hanno caratterizzato appunto l’”arte della Musa Clio”.

E Michela Ponzani, docente universitaria, divulgatrice scientifica, autrice e conduttrice televisiva con questo suo “Processo alla Resistenza” ci è riuscita, e benissimo.

Il libro è praticamente l’ampliamento del progetto (l’“Eredità della Resistenza nell’Italia Repubblicana”) con cui vinse, nel 2003, la prestigiosa borsa di studio (la “Manon Michels Einaudi”), e ciò dopo la Laurea, presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino.

Attraverso i capitoli di cui il saggio è composto, la Ponzani pone in risalto, con documenti d’archivio, atti processuali, i processi che si svolsero, dopo il 25 aprile 1945, non ad ex fascisti e collaborazionisti, ma a coloro che contribuirono alla liberazione, soprattutto al Nord Italia, dalla dittatura.

I fascisti, i collaborazionisti, i repubblichini di Salò giovarono dell’amnistia, molti dei partigiani, invece, subirono processi spesso e volentieri con giudici che furono coinvolti col passato regime.

Scrive la Ponzani: «[…] Le carte processuali e i fascicoli conservati negli archivi giudiziari (fonte principale di questo volume, assieme alle carte dei collegi di difesa di Solidarietà democratica) mostrano chiaramente quale fosse il clima del dopoguerra e quale prezzo ex partigiani avessero pagato per la scelta delle armi. […]».

Spesso questi processi furono intentati senza prove, sul c. d. “sentito dire” e gli imputati (tradotti in aula in catene) ottennero solo e soltanto una giustizia sommaria.

Mentre fascisti, ex repubblichini furono appunto assolti, riabilitati solo e soltanto per «aver obbedito ad ordini militari superiori» (“giustificazione” sentita spesso anche al Primo Processo di Norimberga), i partigiani, moderni patrioti, furono giudicati responsabili delle rappresaglie di difesa, e ciò solo per non essersi consegnati al nemico.

Questo libro offre tantissimi spunti di riflessione e sicuramente va letto con molta attenzione in quanto scritto da una vera, autentica ed appassionata storica che è Michela Ponzani. Molti si definiscono storici (come alcuni giornalisti, senza nulla togliere a questa ottima categoria), ma quelli veri sono pochi.

È un libro che si legge in pochissime ore.

Libro profondo e meditato, scritto in una prosa scorrevole e mai appesantita dall’argomento, e qui la Ponzani è riuscita benissimo.

Questo libro è anche un vero ringraziamento che l’Autrice rivolge ai suoi Maestri (Vittorio Vidotto, da poco scomparso, e Lutz Klinkhammer) che l’hanno indotta a proseguire, dopo la laurea, nel “mestiere di storico”.

Grazie a questo libro, ho apprezzato ed appreso argomenti che spesso si ritengono ovvii, ma invece vanno approfonditi e divulgati, ma soprattutto spesso e volentieri non trattati dalla storiografia, che definisco a senso unico.

E Michela Ponzani è riuscita con successo anche in codesto.

Concludo con la bellissima dedica che l’Autrice mi ha fatto: «A Gianluigi, che sa quanto la Storia aiuta a comprendere il Presente e a costruire il Futuro».

Ed è senza dubbio così.

 

*Storiografo

 

 

 




Giulianova. Matteo Signorini presenta “Una piccola pace”al Kursaal lido, sabato 17 febbraio, ore 17.30

“Una piccola pace” di Matteo Signorini. La presentazione, sabato 17 febbraio al Kursaal, organizzata dal Forum delle Associazioni familiari d’Abruzzo, con il patrocinio di Comune di Giulianova e Anci. Invitati a partecipare  dirigenti didattici, associazioni, famiglie, tutti i cittadini.

 

Il 25 dicembre 1914, quando la Prima Guerra Mondiale era purtroppo solo all’inizio, soldati francesi, inglesi e tedeschi, abbandonarono le trincee e uscirono allo scoperto. Si strinsero la mano, si abbracciarono, seppellirono i caduti. Furono celebrate una Messa e una funzione funebre. Dalla “tregua di Natale”, e dalla storia vera di due giovani soldati protagonisti dell’episodio, trae ispirazione “ Una piccola pace” (Feltrinelli 2022) di Mattia Signorini. Il libro sarà presentato sabato prossimo, 17 febbraio, alle 17.30, al Kursaal. L’evento, patrocinato dal Comune di Giulianova e da Anci, è organizzato dal Forum delle Associazioni familiari dell’ Abruzzo presieduto da Paola D’Alesio, moderatrice del dibattito. Oltre all’autore sarà presente Elvira Di Santo, mediatrice familiare.  Porterà i saluti istituzionali il Vice Sindaco Lidia Albani.

“Ci si sta abituando all’orrore della guerra – sottolinea Paola D’Alesio – Il mondo sembra aver dimenticato la parola “pace”. C’è tanto bisogno, invece, di raccontare, specie ai nostri giovani, spaccati di vita improntati alla fratellanza, alla solidarietà, alla convivenza pacifica, per restituire fiducia e speranza nel futuro.  L’ autore, Mattia Signorini, in un romanzo intenso e commovente, racconterà come sia stato possibile deporre le armi e come tutti, nella propria vita, possiedano gli strumenti per far fiorire la pace. Dialogherà con lui Elvira Di Santo, che donerà alcuni preziosi contributi sull’importanza delle relazioni familiari come spazi  privilegiati di educazione all’amore e alla generosità.”




Venerdì 16 febbraio 2024, alle ore 18:00, nella Sala Consiliare del Municipio di Controguerra, Augusto Di Stanislao presenterà in anteprima il suo nuovo libro “Amore Amaro

Venerdì 16 febbraio 2024, alle ore 18:00, nella Sala Consiliare del Municipio di Controguerra, Augusto Di Stanislao presenterà in anteprima il suo nuovo libro “Amore Amaro. La vita, le relazioni, i sentimenti, le emozioni”, edito da Duende. L’opera è in corso di stampa e quella di Controguerra sarà un’anticipazione, con riflessioni e considerazioni sul tema. Porterà i saluti il sindaco di Controguerra Franco Carletta, a cui seguirà un’introduzione del consigliere Matteo Di Natale. Ottaviano Taddei, della Compagnia Terrateatro, leggerà dei brani dell’opera e Alessio Fratoni accompagnerà con la fisarmonica. L’Autore, infine, dialogherà con il pubblico.




In uscita “Diario di una viaggiatrice” per la collana Comete di Ianieri edizioni. La donna è la protagonista del quarto volume della serie blu

 Kristine Maria Rapino.

In Appendice I treni di Flaiano di Lucilla Sergiacomo riportano indietro nel tempo: la lettura dà la possibilità al pubblico di conoscere un altro interessante personaggio quello di Don Oreste De Amicis, proclamatosi dio ed orignario del comune vestino di Cappelle sul Tavo (PE).

Il volume raccoglie la traduzione di un estratto dell’edizione del 1909 di Roma Beata: Let ters from the Eternal City, pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1903: si tratta di un epistolario, una serie di lettere che idealmente Maud Howe indirizza alla sorella Laura ed è una narrazione che ripercorre alcune delle tappe della sua lunga permanenza in Italia, dal gennaio del 1894 all’agosto del 1900. La scrittura di Maud Howe offre immagini ricche di dettagli, e ci sono continui rimandi pittorici, sembra di vedere tutto ciò che lei descrive, e le sue parole sono accompagnate ad una serie di disegni del suo uomo, John Elliott, presente come personaggio all’interno del testo con il diminutivo di J.

Howe vuole offrire ai lettori una visione realistica dei luoghi, delle persone, dei loro costumi e delle loro tradizioni, anche a costo di apparire sconveniente e a tratti rude ed infatti la sua è una narrazione fortemente antropologica: esplora la cultura, le pratiche sociali, le credenze dei personaggi e dei luoghi rappresentati. Ciò comporta, appunto, un’attenzione particolare ai dettagli culturali, ai valori e ai comportamenti sociali che influenzano il modo in cui gli individui interagiscono tra loro e con l’ambiente circostante. Con il suo linguaggio lineare e spontaneo, indubbiamente, non omette anche critiche.

, Dipartimento di Lingue e

Letterature Moderne con il Direttore Carlo Martinez, che ha collaborato con

Millanta per la scelta dei testi, traduzioni, introduzioni critiche e storiche: tra i docenti si annoverano Barbara Delli CastelliEmanuela EttorreAntonio GurrieriMaria Chiara FerroLorella MartinelliFabrizio Ferrari, lo stesso Martinez, Ugo Perolino e Michele Sisto.

Per info la pagina social è @cometesciedabruzzo, mail info@ianieriedizioni.it.




Giulianova. Venerdì, 2 febbraio, in “Sala Buozzi” conferenza di Sandro Galantini su Andrea Acquaviva d’Aragona con un inedito reportage fotografico sulla Giulianova tra Otto e Novecento

 

GIULIANOVA – La Giulianova tra Otto e Novecento nelle straordinarie foto, in gran parte inedite, del conte Andrea Acquaviva d’Aragona (1852-1908), appassionato ciclista, musicista e compositore, velista, scrittore, giornalista, primo console del Toruring Club per la provincia di Teramo ma soprattutto pioniere della fotografia.

A ripercorrere le vicende dell’eclettico aristocratico che fece di Giulianova una cittadina all’avanguardia sarà lo storico Sandro Galantini nella conferenza organizzata il 2 febbraioore 18, in Sala “B. Buozzi” Giulianova Alta dall’associazione “Fare Giulianova” grazie alle preziose fotografie dell’Acquaviva tratte dal ricchissimo archivio personale del collezionista Marco Marà.

A precedere la conferenza saranno i saluti della vicesindaca Lidia Albani, del direttore dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche Ottavio Di Stanislao, del console regionale dell’Abruzzo del Touring Club Italiano Elio Torlontano e del presidente dell’associazione “Fare Giulianova” Andrea Marà.

Modera la giornalista Azzurra Marcozzi.

«Questo evento culturale – dichiara in proposito il presidente Andrea Marà – è il primo organizzato dalla nostra associazione con l’obiettivo di far conoscere una “storia nascosta” per renderla inclusiva ed accessibile. È nostra convinzione, infatti, che la cultura sia e debba essere sempre più fonte di ricchezza sociale».

 




Riflessioni sul saggio “La cultura dei media”  di Giorgio Zanchini, pp. 211, Carocci Editore, 2024 di Gianluigi Chiaserotti

 

La cultura dei media” è un saggio del popolare giornalista, conduttore radiofonico e televisivo, Giorgio Zanchini.

Ha come sottotitolo “Dalla carta stampata alla frammentazione digitale”.

Infatti tutto il saggio è un’attenta e precisa analisi della evoluzione del giornalismo c.d. “culturale” dalla, oserei dire, invenzione della stampa ai nostri giorni.

Giorgio Zanchini, in uno stile molto fluido, ci accompagna attraverso questo viaggio che parte dalle riviste del secolo XVII, quindi ci spiega la nascita della c.d. “Terza Pagina” dei quotidiani, in cui, negli anni vi anno scritto fior fiore di saggisti, scrittori, storici, uomini di teatro e di musica, politici, il tutto in un affresco che permette di leggere continuità e fratture nel lungo arco preso in esame.

La “Terza Pagina” era il fiore all’occhiello dei quotidiani italiani dall’Unità fino a quasi i giorni nostri, ma purtroppo l’avvento della rete, di internet ha pressocché svilito questa particolarità.

Attualmente si tende a non leggere più il quotidiano in quanto si ha premura, c’è poco tempo.

Ed ecco che la maggior parte dei giornali sono divenuti online, come anche i libri sulle varie applicazioni che circolano.

Quindi questo paesaggio mediatico e l’offerta giornalistica hanno dovuto conoscere cambiamenti radicali e l’informazione culturale si è dovuta adeguare, e, a mio parere, svilendola un po’.

Attualmente molti, soprattutto la nuova generazione, leggono le notizie sui social media e li commentano.

Le notizie vengono trasmesse con WhatsApp anche tra i componenti la redazione di una rivista e/o un giornale.

Quindi Zanchini in questa evoluzione analizza anche l’adeguamento di certi quotidiani storici al web.

Un discorso a parte va fatto per il periodo del COVID-19, ove ciascuno di noi viveva, sia per lavoro, sia per studio, sia anche per diletto dinanzi ad un video che poteva essere dello smartphone o del pc.

Quindi riunioni, conferenze, incontri tutti online.

È un saggio, questo di Giorgio Zanchini, che si legge praticamente tutto di un fiato.

Saggio ricco di dati, di statistiche, di analisi, di prospettive, che solo il Zanchini, inserito, e da anni, nell’ambito culturale e dei media (conduce giornalmente su Rai 3 “Quante storie” ove vengono sempre commentati varii argomenti attraverso un saggio, un romanzo con presente l’autore in trasmissione), ma soprattutto veramente appassionato di questi temi, poteva dare alle stampe.

Un grazie va anche a Giulia Marziali, dottoranda in italianistica, che ha collaborato con l’Autore alla stesura dei capitoli 5 e 6 del saggio stesso.

Concludo con le parole profetiche prese dall’Introduzione: «L’uso del web in questi anni non ha fatto che crescere, sottraendo spazio agli altri media, assorbendoli. È probabilmente il destino del sistema mediatico, sempre più unificato all’interno di internet. Su internet leggeremo i giornali, guarderemo la TV, ascolteremo la radio, capiremo notizie da blog, chat, social, network».  Parole tratte da un saggio di Zanchini del 2009.

E quindi attualmente è così.

Sarà bene?