Le Guide di Repubblica | Arriva in edicola la Guida ai sapori e ai piaceri d’Abruzzo

Abruzzo, un amore per tutte le stagioni

Dal 25 ottobre sarà in edicola la quinta edizione
della Guida ai sapori e ai piaceri d’Abruzzo
 con le testimonianze d’eccezione di Paola Cortellesi e Riccardo Milani

Venerdì 26 ottobre la presentazione a Castelli (TE)

 

Arriva in edicola la quinta edizione della Guida ai sapori e ai piaceri d’Abruzzo. Il nuovo volume de Le Guide di Repubblica, dirette da Giuseppe Cerasa, sarà in vendita dal 25 ottobre insieme al giornale (10.90 euro + il prezzo del quotidiano). Sarà, quindi, disponibile in libreria, su Amazon, Ibs e sul nostro store on line al link bit.ly/GuideRepubblica.

Il 26 ottobre, alle 12, è prevista la presentazione. Appuntamento al liceo artistico F.A. Grue, in via Convento 1, a Castelli (TE).

La guida si apre con una dedica a un illustre abruzzese, il filosofo Benedetto Croce, del quale viene riproposto un estratto del discorso che tenne per i suoi concittadini di Pescasseroli nel 1910.

Proprio da Pescasseroli partono i racconti dei testimonial di questa edizione, Paola Cortellesi e Riccardo Milani.

Ormai ci siamo abituati. I nostri testimonial, le persone un po’ speciali che scegliamo per accompagnarci in questi viaggi annuali attraverso il meglio delle regioni d’Italia – scrive il direttore Cerasa nell’introduzione al volume – sono decisamente il valore aggiunto delle Guide ai sapori e ai piaceri. Ma questa volta la freschezza e la forza dei racconti di Paola Cortellesi e Riccardo Milani, compagni di vita e a volte anche di lavoro, ha sorpreso anche noi per l’intensità, l’amore per la propria terra, la capacità di raccontarla anche con piccole storie, (le galline, le uova, la nonna di 84 anni, il dialetto, nel caso di Paola), o con complessi e articolati ragionamenti che portano diritto al senso delle cose e fanno dire a Milani: ho avuto tanta fortuna a raccontare con il mio mestiere, con i miei film, una terra che amo”.

 

L’Abruzzo è la terra di mia madre, il dialetto forte a tratti incomprensibile dei miei adorati nonni materni, è il sapore dei pranzi della domenica e degli spuntini ‘leggeri’ della mattina. La salsiccia di fegato che la mia bisnonna ci faceva recapitare ogni anno è stata protagonista indiscussa della mia alimentazione nell’infanzia. Pressoché sconosciuta ai bimbi romani e dunque guardata con sospetto dai miei compagni di scuola, la salsiccia di fegato ha fatto sì che risultassi magicamente invisibile ai ladri di merendine, regalandomi molti anni di serenità a ricreazione”.

Comincia così il ricordo di Paola Cortellesi, a cui fa eco Riccardo Milani:

Quando ero piccolo il mio Abruzzo si raggiungeva senza l’autostrada, percorrendo, da Roma, la via Salaria. Con la 850 di mio padre era una roba di tre ore e mezzo. E il mio Abruzzo da piccolo erano i paesi di Marucci, Pizzoli, Arischia, L’Aquila, il lago di Campotosto, placido e verde d’estate e ghiacciato d’inverno con noi incoscienti che ci camminavamo sopra”.

Due lunghi racconti a cuore aperto nei ricordi che preparano il lettore alla scoperta dell’Abruzzo d’autunno e l’Abruzzo d’inverno.

“(…) amiamo molto l’Abruzzo e non solo perché grazie alla sua grinta sta facendo passi da gigante nei settori dell’enogastronomia, non solo perché mentre si scia si può guardare l’azzurro del mare, non solo per la genuinità e per il grande attaccamento alle proprie radici e alla propria storia. L’amiamo per i suoi parchi, per il rapporto con la natura, per l’orgoglio di conservare ed esibire ciò che altrove rischia di diventate superfluo e sorpassato e che qui viene gelosamente conservato come memoria di un popolo. L’amiamo perché ha tante stagioni vere, (…) C’è tanta scelta e non ci si annoia mai scrive ancora il direttore Cerasa.

Parchi, piste da sci e grotte, a cui sono dedicate apposite sezioni, dipingono alcune delle migliori espressioni della natura, mentre il capitolo su baite e rifugi (23 le segnalazioni) permette di scoprire meravigliose chicche in quota.

Un focus, inoltre, è incentrato sui castelli che raccontano suggestive memorie di secoli passati tanto in altura quanto tra le colline e a ridosso del mare, prima della serie di cammini pensati per gli appassionati del turismo a piedi.

E poi il viaggio tra le migliori tavole d’Abruzzo, con gli indirizzi di 375 ristoranti, intervallate dalla viva voce dei migliori chef che raccontano la loro personale visione della cucina abruzzese.

Il mio lavoro è stato fortemente influenzato dal mio territorio. Inizialmente con i miei piatti ho rivisitato le tradizioni locali, poi a mano a mano che la mia cucina è cresciuta, mi sono emancipato sempre di più dalle ricette della regione” spiega, per esempio Niko Romito, chef del Reale, uno dei circa quaranta protagonisti.

Che aggiunge: “Ho continuato e continuo tutt’ora a usare la migliore materia prima della mia terra, ma l’Abruzzo per me oggi rappresenta soprattutto un ideale, un ideale di concentrazione, riflessione, rispetto verità, applicati all’ingrediente. È ispirandomi a questi valori che io cucino e che gradualmente sto formando la mia idea di cibo del futuro”.

 

Segnalate anche 147 botteghe del gusto dove acquistare il meglio dell’enogastronomia di ogni territorio.

Borghi e dimore di charme (60) precedono il racconto dei pastifici (12), altro vanto delle tradizioni abruzzesi, per chiudere infine con i produttori di vino (44) e le ricette degli chef.




Giulianova. Associazione Culturale “VELIERO – Riccardo Cerulli”, venerdì 19 settembre ore 18, presentazione libro Per una storia delle terre abruzzesi” (Carabba, 2018).

L’Associazione culturale “Veliero – Riccardo Cerulli” organizza per venerdì 19 ottobre, alle ore 18, presso il Sottobelvedere di Giulianova paese, la presentazione del libro “L’Italia di mezzo. Per una storia delle terre abruzzesi” (Carabba, 2018). Saranno presenti gli autori, il prof. Umberto Dante e lo storico prof. Raffaele Colapietra ed interverrà il dott. Mauro Congeduti, direttore del Museo Nazionale d’Abruzzo. Modera la conversazione il prof. Andrea Palandrani, presidente Associazione “Veliero – Riccardo Cerulli”.

Il libro si struttura come una intervista in cui lo storico e “maestro” Colapietra riflette ed analizza, sulla scia delle sollecitazioni del prof. Dante, sulla storia delle terre abruzzesi dal periodo medioevale sino ai giorni nostri all’interno di un contesto tra “micro e macro”, tra “grande” storia e storia “locale” e “condividendo l’idea-immagine di un Abruzzo che ha un peso di rilievo nella definizione della nazione Italia”. L’incontro sarà l’occasione per ascoltare e dibattere con i relatori. Ingresso libero.

 

Umberto Dante a colloquio con Raffaele Colapietra

L’Italia di mezzo – Raffaele Colapietra

ISBN 978-88-6344-523-7  15

Intervista di Umberto Dante.

Si dovrebbe parlare di una conversazione più che di una intervista. Due storici di generazioni diverse riflettono sulla storia abruzzese. Ovviamente, non siamo in una situazione di parità assoluta. Dante si è formato sulla lezione di Colapietra, che definisce ripetutamente “maestro”. Dall’incontro cerca risposte a dubbi e domande che coltiva da tempo. Nasce da questo sforzo reciproco un testo non sintetico, non banalmente riassuntivo; semmai chiarificatore, metodologicamente rigoroso, talvolta decisamente innovativo e dirimente. Contrariamente alla gran parte degli studi esistenti, la riflessione di Colapietra non riduce l’oggetto ai confini territoriali dell’ente regionale abruzzese, ma costruisce un sistema politico e socioeconomico più ampio, più articolato, in cui entrano in misura decisiva Roma, Napoli, Firenze, la frontiera marchigiana, il Tavoliere. L’intervista finisce con l’approdare all’originale e feconda categoria dell’Italia “di mezzo”, in cui l’Abruzzo è parte decisiva di una cerniera che si articola tra Nord e Sud, molto identificandosi con le vicende, le difficoltà e le aspirazioni dello stato unitario.




Presentazione del romanzo “Solo per un attimo” di Osvaldo Di Domenico (Arsenio Edizioni)

 

 

 

Venerdì 28 settembre alle 21 a Martinsicuro (sala consiliare) sarà presentato l’ultimo romanzo “Solo per un attimo” (Arsenio Edizioni) di Osvaldo Di Domenico.

osvaldo di domenico

Interverranno l’autore Di Domenico, Laura Di Filippo (avvocato e docente di Criminologia all’Università di Teramo), Valeria Di Felice (editrice).

Le letture di alcuni brani tratti dal romanzo saranno a cura di Maria Aurora Fantone.

L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Martinsicuro.

 

 

«Una band di sei ragazzi – ognuno con una storia e un percorso di crescita –, una importante producer musicale alla ricerca di giovani talentuosi, due famiglie alle prese con le difficoltà dell’essere genitori, una star della musica dal passato enigmatico: sono solo alcuni dei personaggi che si avvicendano in un intreccio narrativo pieno di colpi di scena. Un romanzo che vuole coinvolgere il lettore in atmosfere narrative piene di suggestioni, pathos, sorprese, emozioni.

Cinque le città coinvolte: Alba Adriatica, Teramo, Newcastle, Londra e Stoccolma. Città diverse e lontane che – come in un circuito magico – entrano in relazione e fanno da sfondo a tante microstorie, ognuna portavoce di una tematica, di un messaggio, di una riflessione che stimola l’immaginario del lettore.

È l’adolescenza la dimensione predominante in queste pagine, con le paure dei ragazzi, le difficoltà della crescita, la voglia di non arrendersi di fronte alle circostanze negative della vita e di reagire per realizzare i propri sogni.»

 

 

Osvaldo Di Domenico (1962, Teramo) è funzionario della pubblica amministrazione. Ha pubblicato i romanzi Avevo sei anni  (2017) e I dodici occhi (2016).

Solo per un attimo è il suo terzo romanzo.




Giulianova. Citati gli studi di Galantini nel Congresso internazionale di storia delle costruzioni a Bruxelles

Citati gli studi di Galantini nella storia della colonia Maltoni Mussolini di Giulianova pubblicata negli atti del 6° Congresso internazionale di storia delle costruzioni.

Copertina

La ex colonia “Rosa Maltoni Mussolini” di Giulianova assurge a grande rilievo con il 6° Congresso internazionale di storia delle costruzioni tenutosi a Bruxelles dal 9 al 13 luglio 2018 e i cui atti, a cura di Ine Wouters, Stephanie van de Voorde, Inge Bertels, Bernard Espion, Krista de Jonge e Denis Zastavni, sono stati recententemente pubblicati a Londra. Nell’intervento sulle architetture delle colonie estive abruzzesi degli anni ’30, a firma di Alessandra Tosone, Renato Morganti e Alessandra Bellicoso dell’Università de L’Aquila, viene infatti ripercorsa la vicenda del monumentale complesso talassoterapico dell’allora INAM, edificato a partire dal 1934, attingendo agli studi dello storico giuliese Sandro Galantini.

Archivio giulianovanews.it dott. Sandro Galantini

Oltre ad un saggio scientifico sulle colonie marine giuliesi apparso nel 2006, Galantini ha riservato alla storia della colonia Rosa Maltoni Mussolini, ricostruendone tutte le vicende, una parte consistente in tre suoi libri pubblicati rispettivamente nel 2001, nel 2011 e nel 2015.




Maria Rosa Di Fazio SCONFIGGERE IL MALE LE 100 DOMANDE E LE 100 RISPOSTE PER PREVENIRE, CONOSCERE E COMBATTERE I TUMORI

 

Che cosa è per davvero il cancro? Come si manifesta e come si sviluppa? Quali sono gli stili di vita che possono aiutarci a prevenirlo e a tenerlo lontano? Di che cosa si nutre e di quali errori/orrori alimentari ci nutriamo noi? Quanto conta seguire i ritmi della Natura? Ma anche meditare, sorridere e, perché no, perfino ballare? Come possiamo evitare l’infezione da papillomavirus? Perché esistono nel mondo esami all’avanguardia che sono invece ancora sconosciuti in Italia? E perché l’oncologia integrata trova ancora ostacoli? …
Dall’autrice di Mangiare bene per sconfiggere il male, caso editoriale con oltre 60.000 copie cartacee vendute, più altre 10.000 in versione ebook, ecco un nuovo libro che parla chiaramente del cancro svelando anche numerose e spesso scomode verità. Sconfiggere il male, le 100 domande e le 100 risposte per prevenire, conoscere e combattere i tumori (192 pagine, 16 euro, in libreria dal 20 settembre) è un libro per tutti. Per le donne e gli uomini che purtroppo sono già stati toccati direttamente, o in famiglia, dal più temuto dei mali, per aiutarli a gestire questa emergenza. Per gli uomini e per le donne in buona salute, affinché rimangano tali. Per le ragazze e i ragazzi che si sentono distanti dal pericolo (ed è normale che sia così), ma che solo un regime di vita più consapevole e salutare potrà davvero mettere al riparo. Una visione internazionale e all’avanguardia della cura che si basa sulla personalizzazione (“vero futuro della oncologia”) come risposta ai rigidi protocolli e sulla terapia integrata (messa in atto ormai nei più avanzati centri di tutto il mondo, come al Memorial Sloan Kettering di New York, il “faro” più luminoso dell’oncologia a livello mondiale, dove la persona viene curata nella sua interezza, con un approccio olistico, a 360 gradi). Il tutto seguendo un “credo” professionale basato sul rispetto del paziente – persona e non numero! – sulla forza della verità e sull’amore per la libertà.

La dottoressa Maria Rosa Di Fazio è dal 2015 la responsabile del Servizio di Oncologia integrata del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino, dove applica e porta avanti lo speciale metodo chemioterapico del professor Philippe Lagarde, luminare francese di fama mondiale. Si è laureata in Medicina e Chirurgia, abilitata all’esercizio della professione medica e specializzata in Oncologia medica a Milano con pieni voti e lode, oltre a essere specializzata anche in Ozonoterapia a Padova. Ha lavorato per oltre vent’anni a Milano in diverse strutture ospedaliere e come medico strutturato nei reparti di Oncologia medica. Oggi vive e lavora tra San Marino e il capoluogo lombardo. La sua filosofia: “Il paziente È un essere umano e NON un numero”.
Oltre al suo metodo chemioterapico, Philippe Lagarde mi ha lasciato “in eredità”un’inesauribile miniera di conoscenze: così tante che nell’iniziale periodo di affiancamento, già soltanto osservandolo visitare, più di una volta mi ero ritrovata a pensare che avrei dovuto reimparare daccapo a fare il medico. E l’oncologa in particolare. Perché non si può mai smettere di imparare, dal momento che all’università ci insegnano Medicina, ma non a fare il medico, Arte che puoi imparare solo lavorando e studiando. Tutti i giorni, fino al giorno in cui smetterai.

Ufficio stampa Luisa Santonocito, 347 9745344
www.mindedizioni.com
https://www.facebook.com/mangiarebenepersconfiggereilmale/




In libreria: Memorie di trasformazione. Storie da Manicomio di Cinzia Migani edito da Negretto Editore

 

 

Se uno si soffermasse ad osservare le statistiche manicomiali redatte nel corso dell’Ottocento non potrebbe fare a meno di porsi un interrogativo: la malattia mentale è contagiosa? Quale virus contagiò la popolazione italiana in quegli anni, visto che mano a mano che passavano i giorni le persone sembravano essere sempre più insane di mente? Che si trattasse di un virus altamente contagioso? O semplicemente di un effetto della scelta di considerare più marcato e definito il confine tra normale e patologico, tra ordine e disordine sociale negli anni in cui si consolidò il sistema manicomiale in Italia?”  Cinzia Migani

In tutte le librerie virtuali e fisiche dal primo settembre 2018 è disponibile “Memorie di trasformazione. Storie da Manicomio”, pubblicato nella collana “Cause e affetti” diretta dalla stessa autrice, Cinzia Migani, per la casa editrice mantovana Negretto Editore.

Il saggio si apre con la premessa che, oltre a esporre le motivazioni che hanno portato alla stesura di un testo che consta più di 350 pagine, ricorda e ringrazia il professor Ferruccio Giacanelli deceduto nel 2012 a Bologna e con il quale l’autrice Cinzia Migani ha potuto collaborare nell’indagine sul Manicomio di Bologna tra la fine degli anni ’80 ed inizio anni ’90. Una ricerca perseguita con gran coraggio e dedizione tra il disagio del precariato e l’assenza di fondi sino ai primi anni del Duemila.

La scelta di pubblicare nel 2018 questo trentennio di studi non è casuale, infatti, siamo nel quarantennale della Legge Basaglia(13 maggio 1978, legge n°180) che ha decretato la chiusura dei manicomi.

Lo studio attento degli archivi ha riportato la storia di persone che, per la quasi totalità, era sprovvista di nome; l’autrice si è cimentata dunque nella mappatura di un ritratto della classe ghettizzata di cui non si ha memoria anche se è molto vicina a noi nel tempo, di uno spaccato sociale in cui la “malattia mentale” era l’unica risposta alla “problematica della diversità”.

“[…] un Manicomio bene costruito ed ordinato forma già per sé uno strumento massimo di cura della pazzia.” ‒ Francesco Roncati, Ragioni e modi di costruzione ed ordinamento del Manicomio di Bologna, 1891

L’internamento del malato di mente e il suo isolamento all’interno del manicomio sono efficaci prima di tutto perché allontanano l’individuo dalle circostanze che lo hanno fatto ammalare, poi perché all’interno dell’istituzione è possibile, almeno in teoria, strutturare lo spazio, organizzare il personale, separare le diverse forme di malattia mentale e scandire i tempi secondo quello che viene ritenuto lo strumento terapeutico fondamentale: l’«ordine». L’ordine così raggiunto entro le mura del manicomio deve essere protetto dal «contatto» con l’esterno, il peggiore dei danni.” ‒ Cinzia Migani

“Memorie di trasformazione. Storie da Manicomio” non conduce solo a questo straordinario lavoro di documentazione ma analizza le motivazioni che hanno portato ad occultare le persone scomode contrapponendole al presente ed all’uso smodato dei social network.

Il corposo saggio è suddiviso in tre sezioni. La prima “Storia del manicomio di Bologna nell’ultimo trentennio dell’Ottocento” presenta gli studi sopracitati dell’autrice coadiuvata dal professor Giacanelli passando dal reparto manicomiale nell’Ospedale di Sant’Orsola alla trasformazione ad uso manicomiale dell’ex convento di Sant’Isaia, dalla vita in manicomio alla legge n°36 del 1904 che portò ad un nuovo corso di sviluppo nel manicomio di Bologna.

La seconda sezione “Prime soluzioni al sovraffollamento dei manicomi” presenta la pazzia ai tempi del positivismo con un surplus di ingressi in queste strutture che portarono la ricerca di spazi alternativi al manicomio in Emilia-Romagna. La sezione è corredata di schede di approfondimento firmate da Cesare Moreno (“Dove sono finiti i piccoli pazzi?”), Maria Augusta Nicoli(“A quando il cambiamento?”), Andrea Parma (“Lombroso: un San Salvatore della bellezza”).

Un’intera società ha dimenticato che la follia e il disagio mentale fanno parte dell’esistenza umana, che la ragione viene continuamente tentata dalla follia quando il dolore diventa indicibile, quando la solitudine diventa insopportabile. Ha dimenticato quanta fatica (e, troppo spesso, sofferenza) costi entrare nel mondo civile; soprattutto ha dimenticato quanto costi alle giovani persone che trovano questo mondo già fatto, già regolato da leggi che non conoscono.  Avendo nascosto la follia abbiamo dimenticato ancora di più la parte in ombra della nostra psiche; io sostengo invece che abbiamo bisogno dei pazzi, perché ci aiutano a capire meglio noi stessi e a non «andare in panico» quando ci imbattiamo in qualcosa che proviene dal lato oscuro dell’esistenza.”  Cesare Moreno

La Terza sezione “Storie da manicomio” racconta le vite di tre persone che hanno vissuto fin troppi anni in questi istituti: Filippo Manservisi, l’imprenditore che non seppe adattarsi ai cambiamenti; Gaetano Emiliani, il trasgressivo da domare; Umberto Rossi, un bambino epilettico che trascorse la sua infanzia tra ospedale e manicomio per poi letteralmente sparire dagli archivi.

Certifico che il bambino Rossi Umberto di anni 9 è degente allo spedale del R. Ricovero fin dal 30 aprile p.p. per Idiotismo secondario ad epilessia. Dietro suggerimento dell’Illustre Prof. Roncati fin dai primi giorni di degenza in ospedale fu somministrato il bromuro di potassio alla dose di 2 gr. al giorno, come pure si fa tuttora, (…) giacché qui la cura non ha dato gli effetti che il Prof. Roncati aveva ottenuto nell’Istituto da lui diretto. Difatti il bambino se fermato a letto urla continuamente, se lasciato libero, corre senza sosta, oppure se resta in letto prende sempre posizioni pericolose. Quando al contrario si veste perché abbandona il letto, corre per sala urlando, rompe gli oggetti fragili, e cambia posto a tutto quanto gli capita per le mani, disturbando tutti, tanto che i malati si lamentano e si è costretti a tenere per il Rossi un apposito inserviente, giacché (…) era riuscito a fuggire dall’ospedale. Per tutte queste cose si impone la necessità di riporre Rossi in Manicomio, giacché li infermieri dello Spedale del Ricovero non sono adatti per simili malati.”  Dichiarazione del medico primario del Ricovero di Mendicità del 12 giugno 1892

Postfazione a cura di Valentina Vivoli

In copertina: fotografia artistica di Elisabetta Mandrioli

Le librerie, per eventuali richieste dei lettori, sono tenute a rivolgersi ai distributori regionali che sono indicate nel sito Negretto Editore.

 




L’AUTORE PEPPE MILLANTA con il suo romanzo “Vinpeel degli orizzonti” vince il Premio John Fante Opera Prima 2018

Nella splendida cornice della XIII edizione del Festival “Il dio di mio padre” dedicato a John Fante, a Torricella Peligna,  il romanzoVinpeel degli orizzonti di Peppe Millanta (Neo Edizioni), si aggiudica la vittoria del Premio John Fante Opera Prima, annoverato tra i più importanti riconoscimenti nazionali per gli esordi letterari.

A Torricella Peligna, (paese di origine di John Fante) in una piazza gremita, la proclamazione del vincitore è stata una festa molto sentita, perché solo Donatella Di Pietrantonio (autrice abruzzese) aveva ricevuto finora questo ambito premio.

In soli quattro mesi dall’uscita editoriale del romanzo Vinpeel degli orizzonti, oltre 80 le tappe che lo hanno visto protagonista su tutto il territorio nazionale e ospite nei grandi Festival della letteratura, con numerosi riconoscimenti e premi. Abruzzo, Lombardia, Book Pride Milano, Salone internazionale del libro di Torino, Bologna, Venezia, Varese, Nocera Inferiore, Napoli, Roma, Palermo, Salerno, Isernia, Isole Tremiti, Pescara, Festival delle letterature Salerno, Urbino, Tropea, e moltissimi altri luoghi.

I Premi e riconoscimenti raccolti finora per l’opera: vincitore (1° classificato) del Premio Alda Merini, del Premio Quercia in favola (per i diritti dell’infanzia), del Premio La Pania, del Premio Borgo Albori 2018 per la narrativa; 2° classificato al Premio Nero su Bianco; Menzione speciale al Premio Città di Grottammare. Inoltre, il suo romanzo è Opera selezionata al Premio Grotte della Gurfa, e Opera finalista al Premio San Salvo e al Premio Carlo Piaggia.

E pochi giorni fa, Vinpeel degli orizzonti è vincitore del Premio Letterario John Fante Opera Prima 2018 Festival “Il dio di mio padre”, a Torricella Peligna (Chieti).

La vittoria del Premio “John Fante opera prima” arriva, quindi, a coronamento di un percorso pieno di soddisfazioni.

Vinpeel degli orizzonti è un libro pieno di luce, un romanzo intriso di poesia, che ai sogni e all’immaginazione ruba la scintilla. Un cartello sbiadito con su scritto “Benvenuti a Dinterbild”. Un pugno di case gettate alla rinfusa intorno a una locanda. Una comunità che pare sospesa nel tempo. Una strada da cui non arriva più nessuno, e nessuno ricorda più dove porti. E gli occhi di Vinpeel, l’unico ragazzino di questa bizzarra comunità, che una notte, scrutando l’orizzonte, si convince che al di là di questo mondo esitante ci sia qualcos’altro.

Peppe Millanta, al suo esordio, crea un mondo che tutti vorremmo abitare e che forse, in cuor nostro, già abitiamo. Racconta del ragazzino che abita dentro ognuno di noi. C’è la sua vita confinata in un luogo che sembra appartenere a un sogno, c’è suo padre con cui parla solo attraverso l’aiuto del mare, ci sono amici che hanno la consistenza di nuvole e bizzarri personaggi. Ma su tutto c’è la sua voglia di scoprire, di spingersi oltre ciò che gli è dato conoscere.

Vinpeel degli orizzonti” è il romanzo edito da Neo Edizioni, casa editrice per metà abruzzese e metà campana che negli anni si è distinta per scelte editoriali accurate, con autori candidati al Premio Strega e altri importanti riconoscimenti. L’autore Peppe Millanta, abruzzese, sta ricevendo grande consenso di pubblico e critica con la sua opera prima.

Vinpeel degli orizzonti: un libro pieno di luce, un romanzo intriso di poesia, che ai sogni e all’immaginazione ruba la scintilla. Un cartello sbiadito con su scritto “Benvenuti a Dinterbild”. Un pugno di case gettate alla rinfusa intorno a una locanda. Una comunità che pare sospesa nel tempo. Una strada da cui non arriva più nessuno, e nessuno ricorda più dove porti. E gli occhi di Vinpeel, l’unico ragazzino di questa bizzarra comunità, che una notte, scrutando l’orizzonte, si convince che al di là di questo mondo esitante ci sia qualcos’altro.

Peppe Millanta, al suo esordio, crea un mondo che tutti vorremmo abitare e che forse, in cuor nostro, già abitiamo. Racconta del ragazzino che abita dentro ognuno di noi. C’è la sua vita confinata in un luogo che sembra appartenere a un sogno, c’è suo padre con cui parla solo attraverso l’aiuto del mare, ci sono amici che hanno la consistenza di nuvole e bizzarri personaggi. Ma su tutto c’è la sua voglia di scoprire, di spingersi oltre ciò che gli è dato conoscere.

Peppe Millanta – una laurea in Giurisprudenza alla “Sapienza” di Roma, due anni di Specializzazione e un’Abilitazione all’esercizio della professione forense – si è diplomato in Drammaturgia e Sceneggiatura all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico. Vincitore di numerosi premi di narrativa e di teatro, nel 2013 fonda la “Peppe Millanta & Balkan Bistrò”, band di world music con cui si esibisce in tutta Italia. Nel 2017 fonda a Pescara la “Scuola Macondo – l’Officina delle Storie” dedicata alle arti narrative.

Scrittore, sceneggiatore, musicista, insomma artista dal multiforme ingegno, nella sua biografia semiseria, tra l’altro, afferma che in totale si è innamorato una sola volta. Ha avuto due cani. Ha fissato il mare almeno una volta al giorno. Ha pianificato nove viaggi che poi non ha fatto. Ha tirato a far tardi molte più volte del dovuto. Gli sono volati via dalle mani sei palloncini. Ha una fobia, otto libri che rileggerebbe all’infinito e quattro persone che vorrebbe prima o poi rincontrare. Vinpeel degli orizzonti è il suo primo romanzo.

http://www.peppemillanta.it/




Editoria. LA SECONDA VITA Preziosi cimeli della Grande Guerra – Arte e artigianato di trincea in Italia

 

Autori Giovanni Dalle Fusine e Giacomo Molon, in una ricerca a quattro mani recentemente pubblicata dall’editore Atelier Grafico di Schio. “Arte da trincea”, o meglio arte dalla trincea, poiché ogni materia prima per comporre questi manufatti ha il comune denominatore di giungere dal fronte di mille battaglie quotidiane: contro le armi del nemico, la sete, la fame, la necessità di scrivere ai famigliari, di fare luce nel buio dei ricoveri, di guadagnarsi qualche lira per l’acquisto di un pezzo di pane, un fiasco di vino. Schegge, spolette, proiettili e corone di forzamento diventano fonte per creare e forgiare ricordi della vita militare. Oggetti creati per sterminare masse di uomini si trasformano in elaborazioni da ammirare ed apprezzare; è la “metempsicosi” del metallo che rinasce a miglior vita, finalmente positiva.

Prima Guerra Mondiale

Il lavoro di catalogazione nasce dal desiderio di promuovere e divulgare ulteriormente la conoscenza della cosi detta “trench art”, di chi la creò e di chi ne usufruì, focalizzando l’attenzione e la ricerca, come inserito nel sottotitolo, sul fronte italo-austrongarico. Si tratta di una prospettiva quasi esclusivamente italiana tenendo ben presente la situazione europea nella quale nasce e si confronta l’italica trench art.

 

13,00 € -140 Pagine , più di 100 foto a colori -Edizioni Atelier Grafico

 

 

 




L’autore abruzzese Peppe Millanta con un libro per tornare a sognare Il suo romanzo “Vinpeel degli orizzonti” è finalista al Premio John Fante Opera Prima

 

 

di Patrizia Angelozzi

 

Vinpeel degli orizzonti” è il romanzo edito da Neo Edizioni, casa editrice per metà abruzzese e metà campana che negli anni si è distinta per scelte editoriali accurate, con autori candidati al Premio Strega e altri importanti riconoscimenti. L’autore Peppe Millanta, abruzzese, sta ricevendo grande consenso di pubblico e critica con la sua opera prima.

Vinpeel degli orizzonti: un libro pieno di luce, un romanzo intriso di poesia, che ai sogni e all’immaginazione ruba la scintilla. Un cartello sbiadito con su scritto “Benvenuti a Dinterbild”. Un pugno di case gettate alla rinfusa intorno a una locanda. Una comunità che pare sospesa nel tempo. Una strada da cui non arriva più nessuno, e nessuno ricorda più dove porti. E gli occhi di Vinpeel, l’unico ragazzino di questa bizzarra comunità, che una notte, scrutando l’orizzonte, si convince che al di là di questo mondo esitante ci sia qualcos’altro.

Peppe Millanta, al suo esordio, crea un mondo che tutti vorremmo abitare e che forse, in cuor nostro, già abitiamo. Racconta del ragazzino che abita dentro ognuno di noi. C’è la sua vita confinata in un luogo che sembra appartenere a un sogno, c’è suo padre con cui parla solo attraverso l’aiuto del mare, ci sono amici che hanno la consistenza di nuvole e bizzarri personaggi. Ma su tutto c’è la sua voglia di scoprire, di spingersi oltre ciò che gli è dato conoscere.

In soli quattro mesi dall’uscita editoriale del romanzo Vinpeel degli orizzonti, sono oltre 80 le tappe che lo hanno visto protagonista su tutto il territorio nazionale e ospite nei grandi Festival della letteratura, con numerosi riconoscimenti e premi. Abruzzo, Lombardia, Book Pride Milano, Salone internazionale del libro di Torino, Bologna, Venezia, Varese, Nocera Inferiore, Napoli, Roma, Palermo, Salerno, Isernia, Isole Tremiti, Pescara, Festival delle letterature Salerno, Urbino, Tropea, Palermo e moltissimi altri luoghi.

 

Questi i Premi e riconoscimenti raccolti finora per l’opera: vincitore (1° classificato) del Premio Alda Merini, del Premio Quercia in favola (per i diritti dell’infanzia), del Premio La Pania, del Premio Borgo Albori 2018 per la narrativa; 2° classificato al Premio Nero su Bianco; Menzione speciale al Premio Città di Grottammare. Inoltre, il suo romanzo è Opera selezionata al Premio Grotte della Gurfa, e Opera finalista al Premio San Salvo e al Premio Carlo Piaggia. Infine, Vinpeel degli orizzonti è nella terna dei finalisti del Premio Letterario John Fante Opera Prima 2018, il cui vincitore si conoscerà nel corso del Festival “Il dio di mio padre”, in programma a Torricella Peligna (Chieti) dal 24 al 26 agosto prossimi.

 

Peppe Millanta – una laurea in Giurisprudenza alla “Sapienza” di Roma, due anni di Specializzazione e un’Abilitazione all’esercizio della professione forense – si è diplomato in Drammaturgia e Sceneggiatura all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico. Vincitore di numerosi premi di narrativa e di teatro, nel 2013 fonda la “Peppe Millanta & Balkan Bistrò”, band di world music con cui si esibisce in tutta Italia. Nel 2017 fonda a Pescara la “Scuola Macondo – l’Officina delle Storie” dedicata alle arti narrative.

 

Scrittore, sceneggiatore, musicista, insomma artista dal multiforme ingegno, nella sua biografia semiseria, tra l’altro, afferma che in totale si è innamorato una sola volta. Ha avuto due cani. Ha fissato il mare almeno una volta al giorno. Ha pianificato nove viaggi che poi non ha fatto. Ha tirato a far tardi molte più volte del dovuto. Gli sono volati via dalle mani sei palloncini. Ha una fobia, otto libri che rileggerebbe all’infinito e quattro persone che vorrebbe prima o poi rincontrare. Vinpeel degli orizzonti è il suo primo romanzo.

 

http://www.peppemillanta.it/




“Con la pelle ascolto”, prosegue il tour estivo del romanzo di Cristina Mosca Penne, Ripattoni Bellante e Pescara le prossime tappe

Non si arresta il tour di presentazioni del nuovo libro di Cristina Mosca, “Con la pelle ascolto” (Ianieri Edizioni), che sta toccando le principali piazze e manifestazioni abruzzesi.

Cristina Mosca

Dopo aver partecipato alla prima edizione di Abruzzo Book Festival a Castellalto, nel teramano, lo scorso 21 luglio, Cristina Mosca incontrerà il pubblico di Penne (PE) giovedì 26 alle ore 18.30 presso il Caffè Letterario Tibo, in via San Francesco 23. Con lei la giornalista Catia Napoleone.

Cristina Mosca, Giulianova

Venerdì 27 luglio la giovane autrice giuliese sarà ospite della rassegna Ripattoni in Arte 2018 nel comune di Bellante (TE): alle ore 20 nella caratteristica cornice dei Giardini di Palazzo Saliceti, Cristina Mosca dialogherà con la giornalista Pina Manente.

Domenica 29 luglio “Con la pelle ascolto” tornerà a far tappa a Pescara, città che ne ha ospitato l’anteprima lo scorso maggio. Alle ore 21.15 si terrà la presentazione del romanzo presso la Sala Tosti dell’Aurum nell’ambito di “Solstizio/Equinozio”, il festival organizzato dall’amministrazione comunale con più di cento eventi tra musica, teatro, poesia, cultura dal 21 giugno al 21 settembre.

Con Cristina Mosca interverranno Giovanni Di Iacovo, Marco Presutti e Licio di Biase, direttore dell’Aurum.

Imparare ad ascoltarsi e ad ascoltare gli altri, come se fossero nella nostra stessa pelle. Questo il messaggio racchiuso nel nuovo libro di Cristina Mosca, che torna alla scrittura dopo la raccolta di racconti “Loro non mi vedono” (Ianieri, 2014).

L’autrice disegna con delicatezza la storia di Elena e Alma, due sorelle che vivono un rapporto conflittuale in una continua tensione di amore-odio, competizione e comprensione, a tratti di lontananza. 
Elena, la primogenita, ha la passione per la pittura e una storia disastrosa con Marco, possessivo e vorace, che non comprende i suoi silenzi e non cede alla sua richiesta di fare un figlio.Alma passa da un uomo all’altro, soprattutto clandestinamente. Trascorre molto tempo nelle bigiotterie, costretta a ricomprarsi di continuo gli orecchini dal momento che spesso ne perde uno durante le sue avventure con il lui di turno ora nell’auto, ora in ascensore, ora in qualche abbraccio. Il suo irresponsabile comportamento si arresta di colpo nel momento in cui scopre di essere incinta.

Quando ormai sono rassegnate al silenzio come unico rumore di fondo delle loro individualità, scopriranno un nuovo modo di comunicare: ascoltarsi.
Con la pelle ascolto è un romanzo sulla difficoltà di comprendere l’altro, anche se caro come solo un familiare stretto può essere, e sulla paura di dimostrare agli altri il proprio valore.

Cristina Mosca, classe 1980, nasce a Giulianova ma presto si trasferisce a Pescara, dove attualmente vive e lavora. Laureata in Lingue e Letterature straniere, è docente di Lingua inglese. Tra le sue pubblicazioni: “Chissà se verrà alla mia festa”, “Pierrot scalzo”, “E donne infreddolite negli scialli” e “Loro non mi vedono”.