Pescara. “PRESENTAZIONE DEL NUMERO ZERO DEL FUMETTO ANANKE AD ACME FUMETTI DI PESCARA IL 26 GENNAIO”

 

 

ANANKE

– Interverranno l’autore Marco De Rosa e Giuseppe Candita, uno dei principali disegnatori  Bonelli, autore della copertina e di una parte delle tavole del volume –

 

Pescara – L’attesa è finita: venerdì 26 gennaio ad Acme Fumetti a Pescara sarà presentato il numero zero di Ananke, volume che inaugura la serie opera prima fumettistica di Marco De Rosa.

Saranno presenti l’autore e uno dei principali disegnatori di Bonelli, Giuseppe Candita, che ha curato la copertina del volume e ne ha disegnato una parte delle tavole.

 

Il numero zero di Ananke è una “Special Edition” del progetto nato qualche mese fa.

Avrà una tiratura limitata in 150 copie numerate ed autografate e le prime 50 di queste comprenderanno, oltre al volume firmato, la litografia della copertina che è il primo disegno originale di Ananke realizzato da Giuseppe Candita.

Saranno sedici pagine nel classico formato americano, quattro delle quali a colori e il resto in bianco e nero.

 

La serie di Ananke avrà cadenza bimestrale ed accompagnerà i lettori fino alla fine del 2018: il numero uno uscirà a breve.

Ananke fonde vari generi che hanno sempre appassionato l’autore Marco De Rosa, dal thriller psicologico al noir fino al giallo. Non ci sono al suo interno riferimenti ad altre opere: colpisce per originalità e particolarità nel raccontare quelle che sono alcune peculiarità e gli accadimenti del mondo di oggi. Il tema principale è la multipersonalità e ci sarà una punta di psicologia con ambientazione nell’Italia di oggi. Tanti saranno i colpi di scena e molti comprimari si avvicenderanno all’interno della storia, tutto farà capo ovviamente ad Ananke.

 

Ogni albo della serie comprenderà 32 pagine ed avrà un finale che lascerà la suspense sull’evoluzione dei numeri successivi della storia.

Nello speciale che sarà disegnato da Candita saranno chiari alcuni riferimenti che l’autore ha inserito già nel numero zero e, quella che in un primo momento può essere considerata la fine del primo ciclo di Ananke, non sarà altro che un nuovo inizio.

Luca Cicchitti e Sofia Terzo (disegnatrice di Torture Garden per Edizione Inkiostro) disegneranno i primi numeri.

Giuseppe Candita disegnerà le copertine di tutti i numeri e la parte finale di questo primo ciclo di Ananke.

 

 

Marco De Rosa

 

Classe 1974, grande lettore di libri e fumetti, blogger.

Ha fatto disparati lavori ed è appassionato di informatica e digital marketing.

Apre anni fa il suo primo blog con lo pseudonimo di Arcadi.

È gestore dello Stammtisch Tavern a Chieti Scalo.

Collaboratore di Acme Fumetti. Nasce come Nerd e si evolve in Geek.

Da tempo sognava di scrivere un fumetto ed ora il sogno è realtà con la pubblicazione di Ananke.

 

 

Giuseppe Candita

 

Nasce a Cittiglio (VA) il 16 aprile 1978. Sin da piccolo il suo sogno è quello di diventare un disegnatore di fumetti, così, nel 1992, irrompe nello studio di Corrado Roi, una delle matite di Dylan Dog, che lo inizia al mestiere. Frequentando le fiere del fumetto, fa la conoscenza di Ade Capone, sceneggiatore, oltre che per la nostra Casa editrice, per Star Comics e per la sua stessa etichetta, Liberty. Grazie a Capone, Candita fa il suo esordio nel 2006, con una storia pubblicata su Lazarus Ledd Extra 21: “Stelle cadenti”. Nello stesso anno, disegna una storia horror per la Narwain (USA), pubblicata su “Brian Yuzna’s Horrorama”, quindi, di nuovo con Star Comics Edizioni, lavora per le collane “Jonathan Steele”, “Nemrod”, “Factor V” e “San Michele”, oltre a divenire copertinista di “Legion 75”. Per la 7age entertainment, nel 2010, collabora alle serie “Draco”, “Cronache di Legend” e “Gotika”. Per il mercato francese, lavora per Zephyr Editions (ora Dupuis), disegnando la serie “Korea” (2011). Attualmente, è inserito nello staff di Julia, collana sulla quale fa il suo esordio, nel 2013, con una storia pubblicata sull’Almanacco del Giallo.

 

 

Info sulla presentazione del numero zero di Ananke:

Acme Fumetti

Via Bologna, 30 Pescara

085.292322




PICCOLE VITE INFELICI Stefano Labbia Elison Publishing

 

 

http://www.elisonpublishing.com/index.php/Narrativa

 

Aveva appena compiuto quarant’anni, e da tutti era soprannominato Caio Sano. Caio perché ricordava, seppur di origini toscane, un romano verace, sguaiato, contraddittorio e pigro. Sano perché si professava un ateo – che ce l’aveva col mondo intero

 

– e dunque, secondo la sua coscienza, era uno dei pochi sani in un pianeta di pazzi. Caio aveva problemi di fiducia in se stesso, un po’ come tutti, direte voi. Ecco…

 

 

Giorni nostri. Quattro personaggi in cerca di pace nella quotidianità caotica del mondo (a)sociale del nuovo millennio. Quattro persone si incontrano, si sfiorano, collaborano, vivono, si amano. Poi si

perdono di vista, perdono opportunità, occasioni, fanno scelte (talvolta opinabili), si maledicono. Come se niente fosse. Come se tutto ciò che hanno condiviso nel passato recente non avesse alcun valore. Ne emotivamente, nè lavorativamente. Piccole vite infelici parla delle esistenze di Melina, Marco Marcello, Caio Sano e Maya in una Capitale d’Italia glaciale, non per il freddo ma per la nuda e gelida umanità che la anima. Una Roma multiculturale nel 2015 che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti bramosi di essere finalmente valorizzati dall’altro e maledettamente insicuri e complessati nei loro confronti al contempo. Una città, Roma, che sa amarli per poi nascondersi tra le pieghe della sua imponente fragilità, raggomitolandosi su sé stessa per giocare al gatto con il topo con i suoi cittadini tutti. Che l’abitano, la visitano, la colorano. E poi la violentano brutalmente senza alcuna pietà.

 

Stefano Labbia è un giovane autore italo brasiliano classe 1984, nato nella Capitale d’Italia. Ha scritto e pubblicato, nel 2016, “Gli orari del Cuore” per Leonida Edizioni, raccolta poetica che racchiude alcune liriche composte tra l’adolescenza e la maturità. Nel 2017 è tornato in libreria con “I Giardini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PICCOLE VITE INFELICI Stefano Labbia Elison Publishing Euro 3,99

 

 

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– e dunque, secondo la sua coscienza, era uno dei pochi sani in un pianeta di pazzi. Caio aveva problemi di fiducia in se stesso, un po’ come tutti, direte voi. Ecco…

 

 

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perdono di vista, perdono opportunità, occasioni, fanno scelte (talvolta opinabili), si maledicono. Come se niente fosse. Come se tutto ciò che hanno condiviso nel passato recente non avesse alcun valore. Ne emotivamente, nè lavorativamente. Piccole vite infelici parla delle esistenze di Melina, Marco Marcello, Caio Sano e Maya in una Capitale d’Italia glaciale, non per il freddo ma per la nuda e gelida umanità che la anima. Una Roma multiculturale nel 2015 che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti bramosi di essere finalmente valorizzati dall’altro e maledettamente insicuri e complessati nei loro confronti al contempo. Una città, Roma, che sa amarli per poi nascondersi tra le pieghe della sua imponente fragilità, raggomitolandosi su sé stessa per giocare al gatto con il topo con i suoi cittadini tutti. Che l’abitano, la visitano, la colorano. E poi la violentano brutalmente senza alcuna pietà.

 

Stefano Labbia è un giovane autore italo brasiliano classe 1984, nato nella Capitale d’Italia. Ha scritto e pubblicato, nel 2016, “Gli orari del Cuore” per Leonida Edizioni, raccolta poetica che racchiude alcune liriche composte tra l’adolescenza e la maturità. Nel 2017 è tornato in libreria con “I Giardini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Aveva appena compiuto quarant’anni, e da tutti era soprannominato Caio Sano. Caio perché ricordava, seppur di origini toscane, un romano verace, sguaiato, contraddittorio e pigro. Sano perché si professava un ateo – che ce l’aveva col mondo intero

 

– e dunque, secondo la sua coscienza, era uno dei pochi sani in un pianeta di pazzi. Caio aveva problemi di fiducia in se stesso, un po’ come tutti, direte voi. Ecco…

 

 

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Stefano Labbia è un giovane autore italo brasiliano classe 1984, nato nella Capitale d’Italia. Ha scritto e pubblicato, nel 2016, “Gli orari del Cuore” per Leonida Edizioni, raccolta poetica che racchiude alcune liriche composte tra l’adolescenza e la maturità. Nel 2017 è tornato in libreria con “I Giardini




Silvi Marina (TE). Editoria: presentazione di “Fluidi Miraggi” di Sarà Palladini

Ieri, lo scrittore e storiografo Enrico Trubian0, la poetessa Sara Palladini e il critico d’Arte Massimo Pasqualone  sono stati ospiti della Libreria Rio Bo, riuniti oltre che per la presentazione del libro di Poesia “Fluidi Miraggi” dell’artista di Giulianova che definisce la scrittura una danza di parole, ritmata da immagini e colori, anche per il lancio del nuovo libro di Enrico Trubiano Antiche FESTE d’Abruzzo, Edizioni Tabula Fati in vendita da Mondadori Point – Via Bologna, Pescara e a Silvi marina da Libreria Rio Bo

L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, persone in piedi
Da sx: Trubiano, Palladini e Pasqualone

Pubblichiamo alcuni stralci delle parole di presentazione di Enrico Trubiano

Sara Palladini, la poetessa di Giulianova, dove vive insieme a suo marito e suo figlio è una educatrice che si dedica all’arte. La splendida persona, dal magnifico sorriso, che ieri alla Libreria Rio Bo ha presentato la raccolta di Poesia “Fluidi miraggi”, con prefazione di Massimo Pasqualone, è stata in in grado di rinfrancare gli animi con composizioni riguardanti i tanti temi della vita e subito si è levato un ancestrale canto di grazia. Il modo di leggere armonioso, la capacita di capire ansie e sentimenti, la forza dirompente nel risolvere ha avuto e continua ad avere una vasta eco. Versi i suoi di apertura capaci di vincere ogni fragilità, ma che come lampi mettono a nudo l’indifferenza di tanti. La poesia “Paura” è tra le più belle ed è quella che forse ha suscitato i più meritati sorrisi. “Paura… Ecco ti vedo… Ti nomino ti riconosco ti chiamo. E con un balzo… sono avanti, ti ho sorpassato dandoti la mano”.

Enrico Trubiano




Editoria. “Storia dell’arte della cartapesta” di Ezio Flammia.

«Flammia è senza ombra di dubbio il massimo esperto dell’argomento, conoscitore profondo delle procedure esecutive, storico di indiscussa competenza, critico sensibile e dotto. Flammia, però, è anche e soprattutto artista di qualità cospicua, erede di una tradizione che, appunto, egli consacra nel libro manifestando un amore e una dedizione all’argomento invero encomiabili.»

Claudio Strinati, prefazione di “Storia dell’arte della cartapesta” di Ezio Flammia.

Claudio Strinati, prefazione di
Claudio Strinati, prefazione di “Storia dell’arte della cartapesta” di Ezio Flammia.

Ulteriori informazioni di contatto
info@audinoeditore.it
http://www.audinoeditore.it
Più informazioni



Ortona. Presentazione del libro “D’Annunzio e Ortona a mare” di Franco Di Tizio – Edizioni Menabò

 

19 gennaio ore 17,30

Ortona,  Biblioteca Diocesana

D’Annunzio

 

ORTONA – Sarà presentato venerdì 19 gennaio alle ore 17.30 nella Biblioteca Diocesana ad Ortona il libro “Gabriele d’Annunzio e Ortona a mare” di Franco Di Tizio edito dalla Menabò.

Alla presentazione interverranno: Leo Castiglione, (Sindaco di Ortona), Gaetano Basti (Editore), Elio Giannetti (Direttore della Biblioteca Diocesana), Umberto Russo, (Università G. d’Annunzio Chieti-Pescara), Franca Minnucci (scrittrice, attrice), Andrea Lombardinilo (Università G. d’Annunzio Chieti-Pescara).

Gabriele D’Annunzio

L’ormai lunga e intensa frequentazione della vita e dell’opera di Gabriele d’Annunzio ha indotto l’autore a puntare il suo obiettivo su una tematica specifica: i rapporti del Poeta con la città, la gente, i paesaggi di Ortona, quei rapporti che spesso ispirarono le pagine dannunziane risolvendosi in immagini letterarie, ricordi vibranti di nostalgia. Molti sono, infatti, i libri Gabriele d’Annunzio e Venezia di Gino Damerini (1943), D’Annunzio e Pisa di Ranieri Fiaschi (1968), solo per citarne alcuni.

Il libro va a incrementare la vasta produzione libraria editoriale concernente le relazioni del Poeta con le varie località da lui frequentate; Ortona occupa, sicuramente, un posto di rilievo poiché vi nacquero la madre e tutti gli avi materni, spesso fu meta delle sue gite, lo elesse deputato nel 1897 e gli diede amici importanti, tra cui Francesco Paolo Tosti.

Il Poeta ricordò i suoi soggiorni e le bellezze di Ortona non soltanto nelle missive, negli articoli e nei colloqui con gli amici ma, specialmente, nelle opere autobiografiche, tra cui il Notturno, Le faville del maglio e il Libro segreto che trattano dei rapporti che d’Annunzio ebbe con le varie città italiane.

Nel libro l’autore riporta i rapporti che il poeta ebbe con la madre e con l’intero parentado materno, quelli con alcuni personaggi ortonesi, tra cui Francesco Paolo Tosti, Francesco Paolo Cespa e Romolo Bernabeo; le sue varie visite a Ortona; le citazioni della cittadina nelle sue opere, alcune citazioni riferibili a Ortona che d’Annunzio fece nelle lettere e negli scritti giornalistici. Nel libro è ricordato anche il rapporto di d’Annunzio con Rocco D’Alessandro e Teodorico Marino; il primo gli fu piuttosto ostile mentre il secondo, invece, fu un suo caro amico e fervente ammiratore.




Editoria. FELICE  E  LA FELICITÀ

 

Sarebbe ridicolo solo immaginare che Emanuele Felice abbia scritto il suo ultimo libro, interessante e bellissimo come i precedenti, stimolato e/o solleticato dal suo cognome. Che la felicità sia una tematica fondamentale e un obiettivo da raggiungere per ogni persona umana è un dato di fatto. Lo stesso titolo del libro “Storia economica della felicità” (Il Mulino, ottobre 2017)  lascia  intuire che si tratta di un aspetto particolare della felicità. Un aspetto essenziale, ma non unico. Infatti la trattazione non si limita all’economia, ma spazia su tutte le scienze e tutte le questioni filosofiche e teologiche che ne sono  implicate.

Felice si presenta come guida che, attraversando millenni di anni e millenni di generazioni, trova il filo di Arianna per uscire felicemente dal labirinto. Come Eva che ri-scopre e torna al paradiso terrestre, avendo ascoltato le parole del serpente, conosciuto  il bene e il male, mangiato il frutto dell’albero della vita. C’è una visione ottimistica nella descrizione che fa Felice della storia umana.  Un ottimismo, che aborre da qualsiasi fede e da qualsiasi pregiudizio. Solo teorie universalmente acquisite, come l’illuminismo, o fatti storicamente concreti come la scoperta del motore a vapore, dell’elettricità, fino all’informatica. Dalla rivoluzione agricola alla rivoluzione industriale fino alla unificazione del globo. Un cammino senza soste, verso l’infinito. Un’evoluzione che riprende la metafora  della corda di Nietzsche, tra la bestia e il superuomo.

Un libro, denso di riferimenti, rigoroso nelle valutazioni, mai fazioso e sempre aperto a qualsiasi novità che abbia l’Uomo al centro. Un umanesimo “evoluzionista” che abbia come interesse il bene dell’umanità. Una evoluzione che sembra far emergere sempre più una umanità distinta in:  uomini, sub-uomini e super-uomini. Distinzione che non si fonda su motivi materiali, ma su basi etiche. Il progresso tecnologico fa il suo corso seguendo la “freccia della storia”. Immagine ripresa da Harari, autore del libro “Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità”. Una strana freccia che incontra, forse involontariamente, la linea biblico-teologica espressa nelle parole del libro dei Salmi: « Io ho detto: voi siete dei.» o quelle di Angelus Silesius: “Chi vuol giungere a Dio, deve diventare Dio.» Se Dio viene definito come “La Perfezione”, lo sforzo dell’uomo per arrivare a Dio significa raggiungere la Perfezione. È strano che Felice non abbia incontrato nella sua ricerca un paleontologo e teologo cattolico, definito “il gesuita proibito”: Teilhard de Chardin. Tra l’altro pronipote di Voltaire. L’opera di questo grande scienziato, anche se da angolazioni diverse, collima perfettamente con la tesi di Felice. La weltanschauung d’un  mondo verso la realizzazione del Bene, che Teilhard chiama punto Omega e che in nome della sua fede identifica con Cristo, non è distante dalla weltanschauung proposta da Felice. L’etica kantiana, assolutamente laica e strettamente umana, diventa programma di vita universale.

Al di là delle utopie ottimistiche (Platone, Moro, Marx) o pessimistiche (Orwell, Huxley), Kant ha proposto, realisticamente, la possibilità di raggiungere qualche obiettivo positivo per il benessere dell’umanità, che avrebbe dovuto sfociare nella costruzione di una società cosmopolitica, fondata su una Costituzione universale. Una Costituzione, purtroppo, al di là da venire. Anche le parole richiamate a conclusione del libro di Felice pongono l’accento sul fine da conseguire per l’umanità: “l’etica kantiana dell’essere umano come fine in sé, inverata, grazie al progresso tecnologico e all’uso che possiamo farne, nel riconoscimento universale del diritto alla felicità, per ogni persona”.

Sulla base delle migliaia di millenni trascorsi e d’una nuova interpretazione della vita, Felice auspica la codificazione  di “diritti umani allargati”, “a indicare l’inclusione sotto questo ombrello anche il benessere degli animali” e Teilhard de Chardin lancia l’idea dell’Homo evolutivus, “l’uomo cioè per il quale l’avvenire terrestre conta più del presente”.

Mario Setta

 




Pescara. 1917 L’anno della Rivoluzione Presentazione del volume di Angelo D’Orsi, martedì 16 gennaio 2018

 

 

“1917 L’anno della Rivoluzione” è il titolo dell’ultimo lavoro di Angelo D’Orsi, ordinario di Storia del pensiero politico dell’Università di Torino, che sarà presentato martedì 16 gennaio 2018 alle ore 17.00 nella sala convegni della Fondazione Pescarabruzzo in una conferenza organizzata dalla Fondazione Brigata Maiella.

1917

Dialogheranno con l’autore: Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Brigata Maiella, Gianni Melilla, dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati e Piero Nicola Di Girolamo, membro del Comitato scientifico della Fondazione, nonché docente dell’Università di Teramo. La presentazione sarà moderata dal giornalista Rai Antimo Amore.

 

La tesi di Angelo D’Orsi è che nell’evento-cesura della Grande guerra, il 1917 sia stato “L’anno della Rivoluzione”, non soltanto nell’accezione politica, legata alla trasformazione in Russia della conflitto imperialista in Rivoluzione, ma in virtù del cambiamento radicale apportato alla Guerra stessa.

Il mondo dell’economia non fu più lo stesso dopo il 1917: il conflitto produsse la riorganizzazione dell’apparato produttivo introducendo lo strapotere delle lobby industriali e la dilatazione dell’intervento statale che assunse dimensioni incomparabili rispetto al modello liberale ottocentesco. Il potere esecutivo si rafforzò a spese degli organismi rappresentativi, poco adatti, per loro natura, alle esigenze di rapidità e segretezza nelle decisioni imposte dallo stato di guerra. E i poteri dei governi furono a loro volta insidiati dalle autorità militari e dal dominio incontrastato degli Stati maggiori. La censura e la sorveglianza sui cittadini sospetti di “disfattismo” si diffusero.
Il 1917 fu infatti anche l’anno della speranza che la guerra cessasse, a prescindere dagli esiti politici. Dappertutto si intensificarono le manifestazioni di insofferenza popolare, gli scioperi operai, gli ammutinamenti dei reparti combattenti, specie della fanteria, falcidiata dalla combinazione micidiale tra la vecchia dottrina militare e la nuova tecnologia in grado di trasformare ogni assalto in una carneficina. Lo smarrimento, la paura, la disperazione delle popolazioni civili e militari si intrecciano in una situazione apocalittica che lasciò spazio alla ripresa dell’irrazionale. Tra le pagine del libro risuona l’invito di Benedetto XV a porre fine all’“Inutile strage”, in un’espressione che sembra riecheggiare le formule delle Sinistre europee, rimaste impotenti, nella divisione tra il pacifismo delle correnti riformiste e il disfattismo rivoluzionario dei gruppi radicali, di fronte alla follia della guerra.

 

Angelo D’Orsi racconta con lucidità la storia del vissuto dei protagonisti in guerra, intessendo abilmente la propria narrazione nel rapporto tra lo “Stato legale” e “Stato reale”: ne emerge un libro denso, in cui si analizzano, mese per mese, in chiave storica, politica, economica e sociale, i principali avvenimenti del 1917. Un anno che l’autore indica come decisivo per il passaggio violento e irreversibile dell’Occidente alla modernità.




Il romanzo “Un podio per la vita” a Roseto degli Abruzzi

 

L’autore Riccardo Medici sarà a Roseto venerdì 12 gennaio per presentare il romanzo “Un podio per la vita”(Di Felice Edizioni). Un appuntamento dedicato allo sport, alla solidarietà e ai ragazzi.

Riccardo Medici

 

Venerdì 12 gennaio, alle 18, nella sala consiliare del Comune di Roseto, la Di Felice Edizioni in collaborazione con il comitato “Sport per la vita” e con il patrocinio del comune di Roseto, organizza la presentazione del romanzo “Un podio per la vita” dello scrittore bolognese Riccardo Medici. All’incontro interverranno la giornalista Mirella Lelli, l’insegnante Emma Furia, l’editrice Valeria Di Felice. Le letture saranno a cura di Angela Quaranta.

Riccardo Medici

Così si legge nella presentazione dell’opera: «Più storie di ragazzi, con le loro paure e i loro entusiasmi, si intrecciano in questo romanzo che ha come sfondo narrativo la celebre manifestazione di pattinaggio artistico a rotelle “Sport per la vita” che si tiene ogni anno a Roseto degli Abruzzi. Un romanzo piacevole alla lettura ed anche costruttivo se si pensa che è legato alla valorizzazione dello sport come via verso la solidarietà. Non a caso Un podio per la vita è dedicato alla maestra Licia Giunco, organizzatrice di numerose iniziative nel mondo del pattinaggio, in ricordo dei suoi insegnamenti e della sua determinazione volta alla crescita dei ragazzi».

Per l’occasione sarà promossa la terza edizione del Premio Letterario per Ragazzi “Memorial Licia Giunco”, aperto alle scuole primarie e secondarie di tutto il territorio nazionale.

 

Nota biografica sull’autore:

Riccardo Medici (Bologna, 1964), dopo aver ottenuto nel 1998 la Targa al Merito al Premio Letterario Bufalino, ha firmato con Gina Basso le seguenti opere: Un racconto fra le nuvole (ed. Le Monnier, 2005), Non si può uccidere il futuro (ed. Loescher, 2006), Vivo per vivere (ed. Loescher, 2011), In silenzio nel cuore (ed. Il Messaggero di Sant’Antonio, 2011), Quando la neve sapeva di pane (ed. Psiche e Aurora, 2012), Mio papà lavora in pigiama (ed. Loescher, 2013), Cento città (ed. Loescher, 2014), A tu per tu fra le nuvole (ed. Loescher, 2014) e Vita e Mina, amiche per la pelle (ed. Loescher, 2015). È autore di Largo alla vita! (ed. Giraldi, 2007) per il quale nel 2009 ha vinto il premio Milleapplausi. Ha collaborato alla ideazione dello spettacolo di pattinaggio artistico e danza “Yuri, una vita che continua” (2007-2011) ed è presidente del Premio Letterario per Ragazzi “Memorial Licia Giunco”. Per la Di Felice Edizioni ha pubblicato Un podio per la vita (Collana «Narrativa per Ragazzi», 2015)