Teramo. 25 maggio, presentazione del libro di Pasquale Iannetti

 

Amici, dopo più di sei anni di minuziose ricerche di tutti gli elementi di verità e di cronaca, finalmente ce l’ho fatta: a breve, uscirà il mio libro che, partendo dalla drammatica vicenda di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, ripercorre la storia dell’alpinismo sul nostro Gran Sasso d’Italia, dove, i due protagonisti, persero la vita nel terribile inverno del 1929. Non sono uno scrittore, la mia professione è ben altra, ma la passione per le nostre magnifiche Terre Alte e amore di verità mi hanno spinto a questa impresa più difficile di mille scalate!

Ci sono parecchi eventi programmati, in varie città del centro Italia, in cui presenterò il libro, spero vivamente che vogliate partecipare.

 

Pasquale Iannetti, il libro

Pasquale Iannetti

Personaggio poliedrico, nato a Villa Penna di Campli in provincia di Teramo, Geometra e mancato Architetto ha spaziato in vari campi quali, la ristorazione (Rifugio Carlo Franchetti, Rifugio delle Guide e ristorante Bucciarello da Montone), lo sport la fotografia e tanto altro, ma l’innata passione per la montagna ha dominato la sua esistenza, spingendolo a diventare Guida Alpina, Maestro alpinismo e sci-alpinismo in giovanissima età.
Ancora oggi le cime e l’ambiente montano rappresentano la sua ragione di vita. Il Gran Sasso i Monti Gemelli e gli splendidi Monti della Laga sono la sua casa.

Nel cuore del Gran Sasso, in un posto magico, nel Vallone delle Cornacchie  ha gestito per vent’anni il Rifugio Franchetti, contribuendo con dedizione alla promozione di queste magnifiche Terre Alte.
Ispirato dalle gesta dei grandi Emilio Comici e Walter Bonatti e dagli insegnamenti dei suoi due maestri, Gigi Mario e Luigi Muzii, ha aperto parecchie vie alpinistiche sul Gran Sasso, concorrendo alla nascita dell’arrampicata moderna con le sue “mitiche Superga”.

Avventura e ponderatezza le sue parole d’ordine, confortate dalla sua citazione preferita da “Giorni di Ghiaccio” di Marco Confortola: le vere Guide Alpine sono quelle che arrivano alla vecchiaia, di eroi sono pieni i cimiteri.
Che cosa c’è oltre quella montagna? Una montagna. 

oltre quell’altra? Un’altra montagna.

Questa è stata la mia vita.

Una continua ricerca… in montagna.

 

 

 

Febbraio 1929 l’ultima ascensione di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti
Pasquale Iannetti
Artemia Nova editrice

Sintesi della vicenda.

L’eroico tentativo di due giovani alpinisti  e la straordinaria avventura per la loro salvezza

Nel febbraio1929 una grave tragedia colpì il piccolo mondo dell’alpinismo. Due giovani, soci della SUCAI di Roma (la sottosezione Universitaria del CAI), Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo lungo la cresta Sud-Sud-Est per la via Chiaraviglio – Berthelet. Bloccati a poca distanza dalla vetta, dal freddo intenso e dalle proibitive condizioni della neve, particolarmente abbondanti quell’anno, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone dove rimasero bloccati dalla tormenta senza l’adeguato equipaggiamento, al freddo, semi assiderati e senza viveri. Dopo tre giorni di maltempo, durante i quali cadde un’enorme quantità di neve, ridotti allo stremo, i due tentarono una disperata discesa in direzione del paese di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e per assideramento.

Paolo Emilio Cichetti e Mario Cambi partivano in treno da Roma il 7 febbraio perfettamente equipaggiati ed abbondantemente provvisti di viveri, comunicando ai parenti e agli amici più stretti, la loro intenzione di fermarsi per diversi giorni sul Gran Sasso per compiervi la prima salita invernale della cresta Sud del Corno Piccolo. A conclusione sarebbero tornati a Pietracamela e poi a Teramo dove avrebbero festeggiato il carnevale in compagnia delle rispettive fidanzate: Bianca e Stefania Nardi. La sera del 7 febbraio pernottarono nell’albergo di Assergi, condotto dalla famiglia Acitelli ed al mattino del giorno 8, lasciando inspiegabilmente gli sci ad Assergi, iniziarono la marcia verso il Garibaldi attraverso il Passo della Portella. Alcuni alpinisti, che si erano recati colà per assistere alla messa in suffragio della compianta Guida Giovanni Acitelli, li videro arrampicarsi per l’erta faticosa. Infine essi scomparvero in lontananza. Il tempo si mantenne incerto nei giorni 9 e 10 e divenne pessimo l’11 e seguenti. Dall’8 al 12 febbraio del 1929 furono scritte di pugno da Cichetti le note drammatiche del medesimo e di Mario Cambi che precedettero la loro fine. Il corpo di Paolo Emilio Cichetti fu rinvenuto il 18 febbraio a 3 chilometri da Pietracamela dalle squadre del soccorso guidate da Ernesto Sivitilli.  Le ricerche di Mario Cambi si spostarono in alto; il 21 febbraio il rifugio  Garibaldi viene raggiunto dalla squadra di soccorso di Pietracamela guidata Luigi Paglialonga ed il 23 febbraio da un gruppo di giovani della SUCAI di Roma, Giovanni Enriques, Edoardo Amaldi, Ninetta De Angelis e Giancarlo Canavesio, amici dei due sfortunati alpinisti. Dal 9 marzo al 24 aprile si susseguirono nel registro del rifugio Garibaldi le firme del cap. Mulattieri, quelle frequenti del tenente Enrico Silvestri, campione militare olimpionico di sci, e dei numerosi alpini del 3° reggimento di stanza a Pietracamela. Il corpo di Mario Cambi, già composta amorevolmente dal compagno, fu ritrovata il 25 aprile presso la riva del Rio Arno in località Peschio Ricciuto.

Prefazione del prof. Vincenzo Cerulli Irelli
L’autore di questo libro, uno dei principali protagonisti dell’alpinismo sul Gran Sasso degli ultimi decenni, è un uomo che vive di un amore immenso per la montagna, infatti, essa è la sua casa, tanto che le cose, gli uomini, le avventure e tutto ciò che la riguarda sono al centro dei suoi pensieri, dei suoi affetti. E così, dopo aver percorso tante volte la Val Maone ed essersi fermato, pensoso e un po’ commosso, davanti ai piccoli monumenti di Mario Cambi e di Paolo Cichetti, avvolti nel verde e protetti dall’ombra dei faggi, trova un giorno pubblicate su una rivista, alcune righe del libro del Garibaldi scritte da Cichetti sugli ultimi istanti prima di lasciare il rifugio, viene preso dal desiderio di rivivere quella tragica vicenda, di ricostruire la vita dei due alpinisti e di capire perchè la morte nella quale quella vita, ricca di eventi, di passioni, di amori, doveva spegnersi.
Il libro si svolge su più cerchi concentrici. Anzitutto c’è l’avventura, mossa dalla passione dei protagonisti, quella stessa passione che fa superare ogni sacrificio, come partire da Assergi a piedi, col tempo incerto che volge al peggio, d’inverno (quello terribile  del 1929) verso il Corno Piccolo, tentare in invernale la Chiaraviglio e, fermati dalla tormenta, scendere al Garibaldi, trovare il rifugio aperto alla tormenta del tutto privo degli attrezzi più elementari (la pala!), essere costretti a lasciarlo, ormai privi di viveri, scendere in Val Maone verso Pietracamela, non poterla raggiungere, stremati dal freddo, dalla neve, dalla stanchezza che spezza il cuore.
La vicenda si rappresenta ai nostri occhi nella sua drammaticità; come fatto dovuto a sfortunate circostanze che spezzano l’ardimento degli uomini e che rendono loro irraggiungibile la meta alpinistica. Ma la loro avventura è parte della storia dell’alpinismo, soprattutto del primo, quello dei tempi eroici, delle prime ascensioni, dell’apertura delle prime vie, della scoperta dello sci alpinismo (questa pazza idea di salire con gli sci per conquistare con la fatica il piacere della discesa!), delle poche attrezzature, delle impervie vie d’accesso, dell’ assenza di posti di sosta e di ristoro (c’era solo il Garibaldi, del tutto carente, nella catena del Gran Sasso!).
E qui, il secondo cerchio della narrazione: la storia dell’alpinismo della quale i due giovani sono protagonisti (e di loro vengono narrate le altre imprese, quelle felici e fortunate) insieme a tanti altri protagonisti del nostro territorio, di qua e di là dal Monte. Particolarmente caro ci è il racconto dei primi alpinisti di Pietracamela, alcuni dei quali abbiamo conosciuto ormai anziani ma ancora vigorosi e del carissimo Lino D’Angelo, allora bambino di sette anni, che ricordava ancora la tragedia, lo stupore e la commozione della comunità che, una volta conosciuta la sciagura,  avviava i primi, difficilissimi soccorsi.
Ma anche alpinisti di fuori, di altre parti d’Italia vengono attratti da questa straordinaria montagna. E tra questi, il lettore trova con sorpresa grandi personaggi della nostra storia scientifica e intellettuale, i fisici di Via Panisperna, essi stessi coinvolti nel dramma e partecipi dei soccorsi. Un’immagine dell’alpinismo che si accompagna alla scienza, come a completare, attraverso lo sforzo fisico e la gioia della conquista, lo sforzo della mente che tenta nuove vie del sapere.
C’è un terzo cerchio della narrazione, quello degli affetti e dell’amore: le fidanzate che attendono a Teramo, nel calore di dolci vite familiari, la città che sta vivendo il carnevale, le ragazze che si preparano per la festa del giovedì grasso, una festa che non arriverà mai, sepolta nella neve di Val Maone. L’autore scava nei ricordi, negli oggetti (l’anello!), nei sentimenti che affiorano dalle vecchie testimonianze. La morte qui risalta in tutta la sua inspiegabile assurdità, nel momento in cui viene confrontata alla vita che è in moto, che attende e, all’improvviso, viene spezzata.
Un quarto cerchio della narrazione è quello della società dell’epoca, nella quale i due giovani protagonisti, i loro genitori e le loro famiglie, sono inseriti con piena partecipazione. L’immagine della società nell’atmosfera del fascismo, che oggi ci sembra tanto lontana, qui compare, e viene rappresentata in quegli aspetti che restano positivi, lo sport, il coraggio giovanile, il gusto dell’avventura ed il piacere di osare oltre i propri limiti. Al di là della retorica dei discorsi, c’è qualcosa di vivo e di vero, qualcosa che si rende concreto nella vita e nella morte di Mario e di Paolo.
Credo che dobbiamo essere grati a Pasqualino Iannetti per questo paziente appassionato e lungo lavoro di ricerca, che apre una ricca veduta su un’epoca che non dobbiamo dimenticare, su vicende che costituiscono l’anima stessa della nostra montagna.                                                                                                                                                 V.C.I.




Teramo. L’Associazione Culturale LIBEReMENTI presenta il nuovo romanzo di Enzo Delle Monache  “Le ali di Eleonora”.

Sala Polifunzionale della Provincia, Teramo

Sabato 26 Maggio2018 ore 17:30

Locandina Le ali di Eleonora

 

Teramo: Sarà presentato sabato 26 maggio 2018 nella sala polifunzionale della Provincia di Teramo, “Le ali di Eleonora“, il quinto romanzo dello scrittore teramano Enzo Delle Monache. L’opera, già premiata, da inedito, al Concorso “Città di Pontremoli”, è tratta da una storia vera ed è ambientata in una Ferrara dei giorni nostri. Il romanzo, edito da Artemia Nova editrice di Mosciano Sant’Angelo (TE), tratteggia la vita di un’adolescente che percorre gli inferni del mal di vivere, passando attraverso la violenza, la sindrome da abbandono, l’autolesionismo, la droga, l’anoressia e la bulimia.

 

Intervengono: Domenico De Berardis (Psichiatra), Mariagrazia Giorgi (psicologa) e Giovanna Frastalli (sociologa). I Relatori si confronteranno sulle problematiche adolescenziali raccontate nel libro enfatizzandone i personali punti di vista tecnico-professionali. Nel corso della serata interverrà Stefania Nardini (Dir. Scolastica) in qualità di presidente dell’ Associazione Soroptimist Teramo, che relazionerà sui temi, all’insegna dei valori etici dell’associazione quali le pari opportunità, i diritti umani e l’avanzamento della condizione femminile.

Enzo Delle Monache, l’autore

«Ho lavorato a questo libro per oltre due anni con reverenziale timore e delicatezza mirando a rispettare i temi e le persone coinvolte nelle vicende» ha dichiarato l’ingegnere Enzo Delle Monache che parla del suo libro come di un viaggio sofferto nelle cupe pieghe dell’animo umano ma sempre con lo sguardo rivolto all’orizzonte.

 

Gli allestimenti artistici di pittrici locali, l’incanto visivo degli scatti fotografici , la musica del cantautore Marcello Graduato e la voce del regista Rolando Macrini contribuiranno a creare la suggestiva atmosfera per scoprire il romanzo che, come scrive lo psicologo Ernesto Albanello, «se mai ce ne fosse stato bisogno, ha definitivamente sancito l’ingresso di Enzo Delle Monache in un ristretto ambito di romanzieri che sono dotati di una rara fluidità stilistica».

 




Giulianova. Il Maggio dei Libri. L’Istituto Comprensivo Giulianova 2 organizza una serie di iniziative sul tema “Prediamoci cura di…” intorno e dentro la scuola

 

Giovedì 24 maggio a Giulianova si ricorderà l’intitolazione della scuola elementare con la partecipazione della Fondazione Don Lorenzo Milani di Barbiana

 

Maggio dei Libri 2018 Istituto Comprensivo Giulianova 2 programma

Giulianova. Con grande entusiasmo e spirito di iniziativa, per il terzo anno consecutivo, l’Istituto Comprensivo Giulianova 2 partecipa alla promozione della lettura attraverso l’adesione alla manifestazione “IL MAGGIO DEI LIBRI – Vo(g)liamo leggere”. Prendendo ispirazione dai filoni tematici proposti a livello nazionale (Libertà-Patrimonio-Lingua) l’iniziativa della scuola giuliese si sviluppa intorno ai temi dell’amicizia e del prendersi cura: di se stessi, per valorizzare i propri talenti all’interno di un personale percorso di crescita; dell’altro, in ambito scolastico e non solo, all’interno di progetti umanitari che interessino tutta la comunità locale che realtà diverse e distanti; dell’ambiente e delle ricchezze artistiche che esso racchiude; delle istituzioni, ed in particolare della scuola, come comunità che, nel rispetto della Costituzione, accoglie e forma i futuri cittadini. Dopo il primo incontro all’Auditorium in via dei Pioppi lo scorso 18 maggio, che ha visto protagoniste tante realtà giuliesi nell’ambito dell’istruzione, dello sport, della solidarietà e della conservazione dei bani culturali (Piccola Opera Charitas, Circolino “Parsifal, Circolino “Madre Teresa, rappresentanti del Coni ed Ecologica G, Polo Museale Civico di Giulianova e scrittori per l’infanzia e l’adolescenza), giovedì 24 maggio alle 17 e 45,  sempre in via dei Pioppi a Giulianova, l’Istituto Comprensivo Giulianova 2 dedicherà uno spazio all’approfondimento della conoscenza di Don Lorenzo Milani, come esempio di educatore che ha speso la propria vita nella cura degli altri. A questo incontro parteciperà la Fondazione“Don Lorenzo Milani” di Barbiana con gli interventi del professor Lauro Seriacopi e della sceneggiatrice Stefania Marrone della compagnia teatrale “Bottega degli Apocrifi” che, prendendo spunto dalla vita di Don Milani ha scritto uno spettacolo teatrale. Nell’occasione l’Istituto ricorderà, grazie alla proiezione di immagini e ricordi, l’intitolazione della scuola elementare“Zona Orti” di Giulianova proprio a Don Milani nel 1997. Intanto, all’interno della scuola, fino al 30 maggio, autori ed artisti si alterneranno in una vera e propria staffetta proponendo letture agli studenti. Tutte le iniziative dell’Istituto Comprensivo Giulianova 2 sono presenti della piattaforma nazionale de “Il Maggio dei Libri”.




L’Aquila. Alla Libreria Maccarone la presentazione di Dimmi che esisto, romanzo di Selene Pascasi.

Nel pomeriggio di sabato 12 maggio a partire dalle ore 18.30 presso la libreria Maccarrone sarà presentato Dimmi che esisto, romanzo di Selene Pascasi, avvocato, giornalista e firma de Il Sole 24 Ore, oltre che poetessa, paroliere e critico musicale del Premio Lunezia. L’autrice dialogherà con la sociologa e giornalista Tiziana Pasetti. All’evento, interverrà anche la Deputata Stefania Pezzopane, da sempre sensibile al sociale.

avv.selene.
Avv. Selene Pascasi

L’opera – marchio La Gru, casa non a pagamento ispirata a Longanesi e Neri Pozza, nota per aver lanciato Lorenzo Marone – affronta la piaga della violenza di genere, lanciando un messaggio positivo: da un abuso si può e si deve rinascere. Si, perché la donna, scrive il legale aquilano, è Resilienza. Al tema, è dedicato anche un soggetto cinematografico ideato e scritto dalla Pascasi che vedrà la luce, in contemporanea in Italia e in Francia, per la regia di Gabriele Alessandrini.




Bellante. Presentazione del libro “La pietà e la cura – Storia della sanità e degli ospedali a Teramo” di Marcello Mazzoni

Sabato 5 Maggio 2018, ore 17.30, Sala consiliare “Aurelio Saliceti” – Bellante (TE)

L’ass.ne culturale Nuove Sintesi, in collaborazione con “Artemia nova editrice”, OPI Teramo (Ordine delle Professioni Infermieristiche) e col Patrocinio del Comune di Bellante (TE) invitano alla presentazione del libro “La pietà e la cura – Storia della sanità e degli ospedali a Teramo”.

Interverranno:
– Marcello Mazzoni (Dottore e Autore del libro)
– Elso Simone Serpentini (Scrittore e Storico)
– Pasquale Lisciani (Infermiere – Direttivo OPI Teramo)
– Teresa Di Berardino (Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Bellante)

Marcello Mazzoni

“Il libro narra della storia sanitaria e degli ospedali di Teramo. Dal 1300 ai giorni nostri vengono raccontati fatti e vicende della vita sanitaria teramana.”




Giulianova. Quattro presentazioni “romane” per il libro di Pasquale Iannetti “Febbraio 1929 L’ULTIMA ASCENSIONE di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti”

Febbraio 1929 L’ULTIMA ASCENSIONE di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti

Libro di Pasquale Iannetti

L’eroico tentativo di due giovani alpinisti  e la straordinaria avventura per la loro salvezza

 

Nel febbraio1929 una grave tragedia colpì il piccolo mondo dell’alpinismo. Due giovani, soci della SUCAI di Roma (la sottosezione Universitaria del CAI), Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo lungo la cresta Sud-Sud-Est per la via Chiaraviglio – Berthelet.
Bloccati a poca distanza dalla cima, dal freddo intenso e dalle proibitive condizioni della neve, particolarmente abbondanti quell’anno, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone dove rimasero bloccati dalla tormenta senza l’adeguato equipaggiamento, al freddo, semi assiderati e senza viveri.

Presentazioni libro di Pasquale Iannetti

Dopo tre giorni di maltempo, durante i quali cadde un’enorme quantità di neve, ridotti allo stremo, i due tentarono una disperata discesa in direzione del paese di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e per assideramento.

Paolo Emilio Cichetti e Mario Cambi partivano in treno da Roma il 7 febbraio perfettamente equipaggiati ed abbondantemente provvisti di viveri, comunicando ai parenti e agli amici più stretti, la loro intenzione di fermarsi per diversi giorni sul Gran Sasso per compiervi la prima salita invernale della cresta Sud del Corno Piccolo. A conclusione sarebbero tornati a Pietracamela e poi a Teramo dove avrebbero festeggiato il carnevale in compagnia delle rispettive fidanzate: Bianca e Stefania Nardi.

La sera del 7 febbraio pernottarono nell’albergo di Assergi, condotto dalla famiglia Acitelli ed al mattino del giorno 8, lasciando inspiegabilmente gli sci ad Assergi, iniziarono la marcia verso il Garibaldi attraverso il Passo della Portella. Alcuni alpinisti, che si erano recati colà per assistere alla messa in suffragio della compianta Guida Giovanni Acitelli, li videro arrampicarsi per l’erta faticosa. Infine essi scomparvero in lontananza. Il tempo si mantenne incerto nei giorni 9 e 10 e divenne pessimo l’11 e seguenti.

Dall’8 al 12 febbraio del 1929 furono scritte di pugno da Cichetti le note drammatiche del medesimo e di Mario Cambi che precedettero la loro fine. Il corpo di Paolo Emilio Cichetti fu rinvenuto il 18 febbraio a 3 chilometri da Pietracamela dalle squadre del soccorso guidate da Ernesto Sivitilli.

Le ricerche di Mario Cambi si spostarono in alto; il 23 febbraio il rifugio Garibaldi fu raggiunto da un gruppo di giovani della SUCAI di Roma, Giovanni Enriques, Edoardo Amaldi, Ninetta De Angelis e Giancarlo Canavesio, amici dei due sfortunati alpinisti e subito dopo dalla guida Luigi Paglialonga di Pietracamela.

Dal 9 marzo al 24 aprile si susseguirono nel registro del rifugio Garibaldi le firme del cap. Mulattieri, quelle frequenti del tenente Enrico Silvestri, campione militare olimpionico di sci, e dei numerosi alpini del 3° reggimento di stanza a Pietracamela. Il corpo di Mario Cambi, già composta amorevolmente dal compagno, fu ritrovata il 25 aprile presso la riva del Rio Arno in località Peschio Ricciuto.




Giulianova. Il Liceo Statale “Marie Curie” incontri gli autori della casa editrice “De Felice”

Durante l’Assemblea del 27 aprile, dalle 10 alle 12, si è svolto l’incontro tra gli studenti del Liceo Statale “Marie Curie” di Giulianova e alcuni autori della casa editrice Di Felice di Martinsicuro, coordinato dalla prof.ssa Claudia Calvarese. Un’idea costruttiva e propositiva quella di dedicare alcune ore dell’Assemblea di Istituto degli studenti, alla scoperta e alla conoscenza di autori del territorio abruzzese e marchigiano. L’incontro si è svolto nella biblioteca dell’istituto alla presenza di numerosi studenti attenti e interessati. Sono intervenute Anacleta Camaioni (di Villa Rosa) con il suo libro di racconti “Il mio Dio”, Annalisa Frontalini (di San Benedetto del Tronto) con la raccolta di poesie “Dentro la pausa di una musica jazz” e Giuseppina Michini con la silloge “Due solchi paralleli”, l’editrice Valeria Di Felice ha guidato una riflessione insieme agli studenti sul significato della parola poetica anche in rapporto alla musica e all’arte. Molta attenzione è stata posta al tema dell’eros e del rispetto del corpo, nelle sue varie declinazioni, in relazione alle vicende amorose e ai rapporti interpersonali.

Liceo Statale “Marie Curie” di Giulianova

Liceo Statale “Marie Curie” di Giulianova

Liceo Statale “Marie Curie” di Giulianova




Teramo, presentazione del libro VORREI AMARVI di Marcello Farina di Artemia Nova Editrice

Teramo 17-04-2018
Teramo Nostra, unitamente a Artemia Nova Editrice,
L&L comunicazione e Istituto Internazionale del
Teatro del Mediterraneo, presenta il libro:
VORREI AMARVI
di Marcello Farina
TERAMO
giovedì 19 aprile 2018 – 0re 18
Sede Teramo Nostra
Via F. Romani, 1
Su iniziativa di Teramo Nostra sarà presentato il libro “Vorrei Amarvi – Protezione e sacrificio nell’inconscio del figlio” di Marcello Farina, pubblicato da Artemia Nova Editrice, a Teramo giovedì 19 aprile 2018, alle ore 18, preso la sede dell’Associazione in Via Fedele Romani 1.
Il libro narra del bene dell’amore, di come l’aprirsi alla vita passa attraverso l’esperienza di questo sentimento: “traghettatore” di anime mancanti.
«Amare è insieme un diritto e una necessità, la natura e lo spirito. Meta della nostra aspirazione facciamo di tutto per meritarlo. Ogni cosa che sa di umano scorre nel verso di questo sentimento. Non di rado però l’amore ci viene negato. Per questo negli anni ingaggiamo una lotta assurda e disperata, con noi stessi e col mondo. Tale impegno diventa il fulcro della nostra esistenza. “Vorrei Amarvi” è il nostro grido sotterraneo. Solo quando l’età del nostro chiedere si fa memoria ci accorgiamo di voler bene alle persone per noi importanti, anche se non hanno guardato nei nostri occhi, ne desiderato la nostra felicità».

Interventi:
Saluti – Piero Chiarini (Presidente Teramo Nostra)
Presentazione – Leandro Di Donato (Psicologo, Mediatore Familiare)
Alice Barnabei (Psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza)
Modera – Luisa Ferretti (Esperta in comunicazioni)
Sarà presente l’autore

Intermezzo musicale con “The Exsperience Trio” – R. Leonzi (chitarra), L. Farina (sax), A. Chiodi (batteria)
Farina Marcello, psicoanalista di scuola junghiana, si è formato alla GAPA (Gruppo Autonomo di Psicologia Analitica) di Roma. Indirizzato alla Psicologia Archetipica di J. Hillman, lo studio dell’anima nella sua costituzione immaginativa. Attualmente si occupa di tematiche inerenti il materno e le tipologie maschili.




Giulianova. Presentazione libro “Febbraio 1929 L’ULTIMA ASCENSIONE di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti” dell’autore Pasquale Iannetti

Venerdì 8 giugno sala Bruno Buozzi a Giulianova alta ore 18,00.

L’eroico tentativo di due giovani alpinisti  e la straordinaria avventura per la loro salvezza

 

Nel febbraio1929 una grave tragedia colpì il piccolo mondo dell’alpinismo. Due giovani, soci della SUCAI di Roma (la sottosezione Universitaria del CAI), Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo lungo la cresta Sud-Sud-Est per la via Chiaraviglio – Berthelet.
Bloccati a poca distanza dalla cima, dal freddo intenso e dalle proibitive condizioni della neve, particolarmente abbondanti quell’anno, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone dove rimasero bloccati dalla tormenta senza l’adeguato equipaggiamento, al freddo, semi assiderati e senza viveri.

Dopo tre giorni di maltempo, durante i quali cadde un’enorme quantità di neve, ridotti allo stremo, i due tentarono una disperata discesa in direzione del paese di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e per assideramento.

Paolo Emilio Cichetti e Mario Cambi partivano in treno da Roma il 7 febbraio perfettamente equipaggiati ed abbondantemente provvisti di viveri, comunicando ai parenti e agli amici più stretti, la loro intenzione di fermarsi per diversi giorni sul Gran Sasso per compiervi la prima salita invernale della cresta Sud del Corno Piccolo. A conclusione sarebbero tornati a Pietracamela e poi a Teramo dove avrebbero festeggiato il carnevale in compagnia delle rispettive fidanzate: Bianca e Stefania Nardi.

La sera del 7 febbraio pernottarono nell’albergo di Assergi, condotto dalla famiglia Acitelli ed al mattino del giorno 8, lasciando inspiegabilmente gli sci ad Assergi, iniziarono la marcia verso il Garibaldi attraverso il Passo della Portella. Alcuni alpinisti, che si erano recati colà per assistere alla messa in suffragio della compianta Guida Giovanni Acitelli, li videro arrampicarsi per l’erta faticosa. Infine essi scomparvero in lontananza. Il tempo si mantenne incerto nei giorni 9 e 10 e divenne pessimo l’11 e seguenti.

Dall’8 al 12 febbraio del 1929 furono scritte di pugno da Cichetti le note drammatiche del medesimo e di Mario Cambi che precedettero la loro fine. Il corpo di Paolo Emilio Cichetti fu rinvenuto il 18 febbraio a 3 chilometri da Pietracamela dalle squadre del soccorso guidate da Ernesto Sivitilli.

Le ricerche di Mario Cambi si spostarono in alto; il 23 febbraio il rifugio Garibaldi fu raggiunto da un gruppo di giovani della SUCAI di Roma, Giovanni Enriques, Edoardo Amaldi, Ninetta De Angelis e Giancarlo Canavesio, amici dei due sfortunati alpinisti e subito dopo dalla guida Luigi Paglialonga di Pietracamela.

Dal 9 marzo al 24 aprile si susseguirono nel registro del rifugio Garibaldi le firme del cap. Mulattieri, quelle frequenti del tenente Enrico Silvestri, campione militare olimpionico di sci, e dei numerosi alpini del 3° reggimento di stanza a Pietracamela. Il corpo di Mario Cambi, già composta amorevolmente dal compagno, fu ritrovata il 25 aprile presso la riva del Rio Arno in località Peschio Ricciuto.

Pasquale Iannetti

 

dalla Prefazione di Vincenzo Cerulli Irelli

L’autore di questo libro, uno dei principali protagonisti dell’alpinismo sul Gran Sasso degli ultimi decenni, è un uomo che vive di un amore immenso per la montagna, infatti, essa è la sua casa, tanto che le cose, gli uomini, le avventure e tutto ciò che la riguarda sono al centro dei suoi pensieri, dei suoi affetti. E così, dopo aver percorso tante volte la Val Maone ed essersi fermato, pensoso e un po’ commosso, davanti ai piccoli monumenti di Mario Cambi e di Paolo Cichetti, avvolti nel verde e protetti dall’ombra dei faggi, trova un giorno pubblicate su una rivista, alcune righe del libro del Garibaldi scritte da Cichetti sugli ultimi istanti prima di lasciare il rifugio, viene preso dal desiderio di rivivere quella tragica vicenda, di ricostruire la vita dei due alpinisti e di capire perchè la morte nella quale quella vita, ricca di eventi, di passioni, di amori, doveva spegnersi.
Il libro si svolge su più cerchi concentrici. Anzitutto c’è l’avventura, mossa dalla passione dei protagonisti, quella stessa passione che fa superare ogni sacrificio, come partire da Assergi a piedi, col tempo incerto che volge al peggio, d’inverno (quello terribile  del 1929) verso il Corno Piccolo, tentare in invernale la Chiaraviglio e, fermati dalla tormenta, scendere al Garibaldi, trovare il rifugio aperto alla tormenta del tutto privo degli attrezzi più elementari (la pala!), essere costretti a lasciarlo, ormai privi di viveri, scendere in Val Maone verso Pietracamela, non poterla raggiungere, stremati dal freddo, dalla neve, dalla stanchezza che spezza il cuore.
La vicenda si rappresenta ai nostri occhi nella sua drammaticità; come fatto dovuto a sfortunate circostanze che spezzano l’ardimento degli uomini e che rendono loro irraggiungibile la meta alpinistica. Ma la loro avventura è parte della storia dell’alpinismo, soprattutto del primo, quello dei tempi eroici, delle prime ascensioni, dell’apertura delle prime vie, della scoperta dello sci alpinismo (questa pazza idea di salire con gli sci per conquistare con la fatica il piacere della discesa!), delle poche attrezzature, delle impervie vie d’accesso, dell’ assenza di posti di sosta e di ristoro (c’era solo il Garibaldi, del tutto carente, nella catena del Gran Sasso!).
E qui, il secondo cerchio della narrazione: la storia dell’alpinismo della quale i due giovani sono protagonisti (e di loro vengono narrate le altre imprese, quelle felici e fortunate) insieme a tanti altri protagonisti del nostro territorio, di qua e di là dal Monte. Particolarmente caro ci è il racconto dei primi alpinisti di Pietracamela, alcuni dei quali abbiamo conosciuto ormai anziani ma ancora vigorosi e del carissimo Lino D’Angelo, allora bambino di sette anni, che ricordava ancora la tragedia, lo stupore e la commozione della comunità che, una volta conosciuta la sciagura,  avviava i primi, difficilissimi soccorsi.
Ma anche alpinisti di fuori, di altre parti d’Italia vengono attratti da questa straordinaria montagna. E tra questi, il lettore trova con sorpresa grandi personaggi della nostra storia scientifica e intellettuale, i fisici di Via Panisperna, essi stessi coinvolti nel dramma e partecipi dei soccorsi. Un’immagine dell’alpinismo che si accompagna alla scienza, come a completare, attraverso lo sforzo fisico e la gioia della conquista, lo sforzo della mente che tenta nuove vie del sapere.
C’è un terzo cerchio della narrazione, quello degli affetti e dell’amore: le fidanzate che attendono a Teramo, nel calore di dolci vite familiari, la città che sta vivendo il carnevale, le ragazze che si preparano per la festa del giovedì grasso, una festa che non arriverà mai, sepolta nella neve di Val Maone. L’autore scava nei ricordi, negli oggetti (l’anello!), nei sentimenti che affiorano dalle vecchie testimonianze. La morte qui risalta in tutta la sua inspiegabile assurdità, nel momento in cui viene confrontata alla vita che è in moto, che attende e, all’improvviso, viene spezzata.
Un quarto cerchio della narrazione è quello della società dell’epoca, nella quale i due giovani protagonisti, i loro genitori e le loro famiglie, sono inseriti con piena partecipazione. L’immagine della società nell’atmosfera del fascismo, che oggi ci sembra tanto lontana, qui compare, e viene rappresentata in quegli aspetti che restano positivi, lo sport, il coraggio giovanile, il gusto dell’avventura ed il piacere di osare oltre i propri limiti. Al di là della retorica dei discorsi, c’è qualcosa di vivo e di vero, qualcosa che si rende concreto nella vita e nella morte di Mario e di Paolo.
Credo che dobbiamo essere grati a Pasqualino Iannetti per questo paziente appassionato e lungo lavoro di ricerca, che apre una ricca veduta su un’epoca che non dobbiamo dimenticare, su vicende che costituiscono l’anima stessa della nostra montagna.

V.C.I.




Nereto. Presentazione del libro “Come la sigaretta” di Mario Rasicci (Di Felice Edizioni)

 

 

 

Venerdì 6 aprile a1le 18.30 a Nereto (Sala Allende) sarà presentato il libro “Come la sigaretta. Pensieri, poesie e qualche utopia” (Di Felice Edizioni) di Mario Rasicci (Nereto 1936 – 1999). Contadino, figlio di contadini, è ricordato soprattutto per la passione politica che lo animava, per i suoi valori e la solidarietà umana. Ha lasciato un pugno di poesie e un diario di viaggio negli Stati Uniti degli anni Settanta, come alla ricerca delle proprie radici in quei parenti emigrati, uniti in una comune nostalgia per la terra delle origini, l’Abruzzo. Un testo, il diario, che risente del clima sociale che si respirava in quell’epoca in tutto l’Occidente, in un’America stravolta dai conflitti sociali e razziali e in un’Italia lacerata dalle lotte politiche. In complesso pagine condite di valori politici socialisti, molto idealiste, un po’ utopiche, sostanzialmente poetiche.

All’incontro, che ha il patrocinio del Comune di Nereto, interverranno Tito Rubini che ha scritto la prefazione al libro, Luciana Rasicci che ha curato l’edizione, l’editrice Valeria Di Felice. Le letture saranno a cura di Vinicio Ciafrè, Gaetano Polidori e Adele Rasicci.

Dalla prefazione di Tito Rubini: «Alcuni giovani neretesi furono molto attenti al Sessantotto e fondarono il circolo culturale “Gaetano Salvemini”, riproponendo un’azione di sinistra che il paese aveva perso dopo anni di schiacciamento da parte di organismi politici onnipresenti in tutti i settori della vita cittadina. Tra questi giovani emergeva un certo Mario Rasicci, autodidatta, creativo, dignitoso nel contegno, orgoglioso delle sue radici contadine. Di lui ricordo soprattutto la spontaneità, la passione e la tenerezza nell’affrontare i temi istituzionali che sapeva ben argomentare. Era un utopista come può esserlo solo chi crede fermamente in un’idea senza sapere quanto, quando e come essa si trasformi in realtà. Credo che la vera utopia sia quella di avere un’utopia: e Mario incarnava tutto questo.»