Pescara. Tracce di poesia: giorno 8 marzo una lettura al femminile
Leggerranno i propri testi:
Chiara Ballone, Gabriella Bottino, Vittorina Castellano, Maria Pia Chiappino, Maria Gabriella Ciaffarini, Chiara Coppa Zuccari, Daniela D’Alimonte, Sandra De Felice, Franca Di Bello, Nicoletta Di Gregorio, Sharol Dimuzio, Daniela Quieti, Tania Santurbano, Tina Troiani, Maria Rosa Viglietti.
Coordinamento di Gabriella Bottino (poeta, scrittrice e artista) e Ubaldo Giacomucci (Presidente ed editor delle Edizioni Tracce).
Editoria. Gabriele D’Annunzio e la gastronomia abruzzese, Pescara, 2 marzo
Venerdì 2 marzo, alle ore 18:00, sarà presentata a Pescara l’ultima ristampa del libro di Enrico Di Carlo, “Gabriele d’Annunzio e l’enogastronomia della memoria”, nei saloni del Circolo Aternino, in piazza Garibaldi. Introduce Andrea Lombardinilo. Durante l’incontro, Franca Minnucci leggerà alcuni brani dannunziani. Al termine, l’Istituto Alberghiero “De Cecco” offrirà una degustazione di piatti ispirati alla tradizione gastronomica abruzzese.
NOTA DELL’EDITORE
Il successo delle prime due edizioni del libro (2010), e della terza del 2013, ci ha indotto a ristamparne l’ultima emendata di alcune inesattezze storiche, chiarite grazie a recenti studi, e arricchita di nuove fonti bibliografiche.
La fortuna di questo lavoro è sicuramente dovuta al fatto di aver presentato un d’Annunzio bel lontano dall’eroe, dal poeta-soldato, dal Superuomo, ma molto più intimistico, quasi famigliare che si lega alla regione natia attraverso i profumi semplici di una cucina che povera lo era realmente. La mentuccia, il cacio pecorino, il salamino pepato della Maiella, le triglie allo spiedo, il brodetto di pesce alla vastese, i maccheroni (che non sponsorizzò) di Filippo De Cecco rinnovano, di volta il volta, la nostalgia e il ricordo della propria Mamma, della propria Casa, della propria Terra.
Lo avevano capito gli amici abruzzesi a lui più cari che gli inviavano il Parrozzo, l’Aurum, la porchetta, l’Amaro Majella, perché potesse sentirsi meno solo nella immensa solitudine del Vittoriale, soprattutto alla vigilia delle feste di Pasqua e di Natale.
D’Annunzio astemio e (forse) parco nel mangiare si fa leggere, in queste pagine, con interesse, con simpatia, probabilmente strappandoci il sorriso come davanti all’impresa ardua di cucinare una enorme frittata con trentatre uova. Ma riesce anche a commuoverci nel suo infantile attaccamento all’Abruzzo del quale succhia ancora la parte più genuina così come fa il neonato attaccandosi al seno materno.
L’Editore
Enrico Di Carlo è nato a Chieti il 18 settembre 1960. È laureato in Lettere, ed è Dottore di ricerca in “Lingua e letteratura delle regioni d’Italia” e in “Epistemologia dell’informatica e mutamenti sociali”. Lavora presso la biblioteca dell’Università di Teramo. Da oltre trent’anni svolge attività di giornalista-pubblicista.
È Deputato di Storia Patria negli Abruzzi.
I suoi studi vertono prevalentemente su d’Annunzio e la cultura abruzzese dell’Ottocento e del Novecento. Ha pubblicato una quindicina di volumi.
L’autore ha presentato l’argomento di questo libro in Italia e all’estero. Si ricordano: la Biblioteca Storica Nazionale del Ministero dell’Agricoltura, a Roma; l’Istituto Italiano di Cultura, a Budapest; l’Azienda Vinicola Masi, in Val Policella; Overtime Festival, a Macerata; l’Università “G. d’Annunzio”, a Chieti, e le manifestazioni organizzate a Pescara da Licio Di Biase, in occasione dell’ottantesimo anniversario della morte di Gabriele d’Annunzio.
Editoria. Da Sbirro a investigatore, Polizia e investigazione dall’Italia liberale alla Grande guerra“
(C) giulianovanews.it
“Salvaguardare le spalle dell’Esercito” è una citazione di Vittorio Emanuele Orlando – Presidente del Consiglio con l’interim all’Interno durante la Prima guerra mondiale – con la quale compendiò il ruolo che affidò alla Polizia di Stato nei quaranta mesi di conflitto. Una conflagrazione che rivoluzionò il modo di condurre la guerra e mise a dura prova le nazioni coinvolte.
Lo Statista testimoniò nelle Memorie che a poliziotti capaci, intraprendenti e professionali assegnò il delicato compito di “Salvaguardare le spalle dell’Esercito” che, con alcuni articoli, Giulianovanews vi propone.
Per queste ragioni: la storiografia della Polizia è un terreno poco battuto ma prolifico di spunti e riflessioni, quindi gli articoli sono una novità di non poco conto; più in generale, la conoscenza del passato aiuta a comprendere il presente. Come – con ben più ampi orizzonti – ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo ultimo messaggio di fine anno al Paese, il 31 dicembre 2017.
Infatti, il Presidente ha sottolineato che «non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi una sospensione dal tempo, che ignora il passato e oscura l’avvenire»; al passato come testimonianza di impegno e di progettualità per il futuro si è ricondotto ricordando i ragazzi del 1899, chiamati cento anni fa a salvare l’Italia dopo Caporetto, e quelli del 1999, chiamati alle urne elettorali per la prima volta auspicandone la piena partecipazione per invertire il trend negativo che, da oltre venti anni, vede le stesse sempre più disertate.
Il Presidente ha messo il dito in un “vulnus” che Giulianuovanews, circoscrivendolo alla Polizia di Stato, fa proprio affidandolo all’autore di una recente pubblicazione scientifica che affronta il ruolo della Polizia durante la Prima guerra mondiale, frutto di pazienti studi e ricerche.
Ma veniamo al dunque: quale migliore occasione per il Centenario della Grande guerra tratteggiare l’impegno dei poliziotti? Il ruolo dei funzionari di Pubblica Sicurezza e del Corpo delle guardie di città (questa la denominazione della Polizia di Stato del tempo) continua a essere praticamente inesplorato. Tra i poliziotti che operarono durante la guerra, nelle retrovie, praticamente tutti dimenticati, il concittadino Rossi Francesco, morto in un ospedale da capo a Verona nel 1918.
Rossi, sebbene lontano da trincee e onori, come tanti altri poliziotti, svolse un’opera silente, invisibile e professionalizzata contro il crimine; molti poliziotti scovarono sobillatori, detrattori del governo, speculatori, disertori, e si distinsero nella caccia a spie, fiancheggiatori dell’intelligence nemica, sabotatori … in breve nel fronte interno.
Per la Polizia un meritato traguardo dovuto al riconoscimento di Orlando della professionalizzazione dei suoi uomini e dei “ferri del mestiere”, fortemente rinnovati proprio a partire dagli anni a ridosso l’esplosione del conflitto nella Scuola di polizia scientifica, fondata dal professor Salvatore Ottolenghi.
Un traguardo che permise finalmente a quegli uomini di fissare al petto la stessa medaglia che adorna il valoroso soldato, guadagnata sui campi di battaglia.
Gli articoli rimandano allo studio: “Da sbirro a investigatore. Polizia e investigazione dall’Italia liberale alla Grande guerra“ (Udine, Aviani e Aviani editori, 2017, ISBN: 978-88-7772-252-2). L’opera rappresenta un importante tassello per la ricostruzione delle origini della Polizia che l’autore, laureato con lode in Storia e Società, coautore o autore di articoli di storia pubblicati da alcune riviste dei Corpi dello Stato, affronta gli aspetti immateriali (cultura professionale, mentalità collettiva …) e materiali (metodi, prassi, strumenti …) nell’arco cronologico considerato, secondo strategie concettuali e narrative convincenti.
Il 21 aprile 2018, a Giulianova, sarà ricordata la figura della Guardia di Città, Francesco Paolo Rossi.
Nota per i nostri lettori: 280 pp., 900 note di cui 500 archivistiche, bibliografia di oltre 400 opere; ordinabile per i lettori di Giulianovanews.it al costo di € 25.oo (anziché 32.oo) escluse spese postali direttamente dall’editore (avianifulvio@gmail.com; www.avienieditori, 0432 884057).
Walter De Berardinis e Giulio Quintavalli
Continua (1)
IL LIBRO “VIVI L’ITALIA” di ALESSANDRA GASPARRONI A POGGIO SPOLTINO
CULTURA | Sabato 24 febbraio ore 18:30, Contrada Selva Alta di Mosciano S.A.
Sabato 24 febbraio 2018 alle ore 18:30 a Poggio Spoltino Cultura, in Contrada Selva Alta di Mosciano S.A, si terrà l’attesa presentazione del nuovo libro dell’antropologa teramana ALESSANDRA GASPARRONI dal titolo “VIVI L’ITALIA. TRA STORIA E ANTROPOLOGIA”, volume edito per i tipi della casa editrice teramana Ricerche&Redazioni. L’incontro è promosso dall’Associazione “Poggio Spoltino Cultura”.
L’incontro, che sarà introdotto da Barbara Savini, Presidente di Poggio Spoltino Cultura, vedrà l’intervento dell’autrice del volume.
Il libro – 144 pagine illustrate su carta naturale di pregio delle Cartiere Fedrigoni, cucito e rilegato artigianalmente – propone una sorta di «Grand Tour del nostro secolo, che conduce il lettore a visitare o ri-visitare luoghi italiani molto conosciuti o mai percorsi. Scorci d’Italia sui quali ancora tanto può dirsi. Curiosità e realtà di un vissuto che riemerge, a tratti, durante questo viaggio ideale dove, tra le pieghe di antichi costumi tradizionali d’Abruzzo e Molise, di simboli fittili delle Puglie, di rifugi cari a personaggi come Leopardi, giovane favoloso, ognuno troverà esaudito il proprio desiderio di conoscere. Eco e musicalità si dipanano tra i panni stesi del rione Sanità, la vita e la morte convivono in una Napoli mai del tutto scoperta. Realtà storiche si coniugano a risvolti antropologici tra gli spazi della Campania Felix. La Sibilla Appenninica che dimorava nei monti delle Marche conversa con quella Cumana che guarda il lago d’Averno. Sacre devozioni nascoste in Emilia Romagna e Lombardia si alternano a quelle legate a figure di animali nel Lazio e in Abruzzo. Paesi e contrade trovano così un loro spazio per continuare a vivere nella mente del viaggiatore». La copertina del volume riproduce un suggestivo paesaggio napoletano col Vesuvio sullo sfondo, raffigurato in un acquerello di fine Ottocento di eccellente fattura.
Montesilvano il nuovo libro di Umberto Braccili: “I mille Abruzzi”
Venerdì 23 febbraio a Montesilvano il nuovo libro di Umberto Braccili: “I mille Abruzzi”
Venerdì 23 febbraio alle ore 18, presso la Sala del Consiglio Comunale, in Piazza Diaz 1, si terrà la presentazione del nuovo libro del giornalista RAI Umberto Braccili edito da Ricerche&Redazioni.
Dopo i saluti del Vice-sindaco con Delega alle Politiche per la Disabilità di Montesilvano Ottavio De Martinis, interverrà alla presentazione Claudio Ferrante, Disability Manager e Presidente dell’Ass “Carrozzine determinate”, che organizza l’evento con il patrocinio del Comune di Montesilvano.
Seguirà la presentazione del volume a cura dell’autore, con la proiezione di una serie di video che trattano alcune delle tante storie raccontate nel libro.
“I mille Abruzzi. Gente felice, triste e incazzata nella regione forte, gentile e martoriata” è un racconto che segue le emozioni, rabbie e sogni che nascono prima, durante e dopo un servizio televisivo. C’è il paese “senza partita iva” dove poche decine di persone vivono senza nessuna comodità ma sono felici lo stesso. C’è la persona che soffre perché a volte la politica non segue una logica. Ci sono “gli invisibili” che magari vestono in giacca e cravatta ma non hanno i soldi per mangiare, o donne massacrate di botte dai compagni che spesso la fanno franca perché “se parli ti togliamo il bambino”. C’è la professionista informatica che, licenziata dalla ditta, non si è persa d’animo e ha intrapreso una nuova avventura lavorativa, il ciabattino. Un capitolo ospita “i supereroi”, gente in gamba, preparata che lotta per gli altri, insomma il sindaco potenzialmente perfetto che, ovviamente, la politica non chiama mai per quella carica elettiva. Nel libro, poi, si ritrovano le mille tradizioni dei piccoli borghi. L’ultimo capitolo, dove l’autore esce di scena, ospita venti racconti di altrettanti scrittori che parlano di insegnamenti di genitori e nonni, storie del passato, delicate, importanti, da raccontare alle nuove generazioni.
Parte del ricavato dalla vendita del volume durante la serata sarà devoluta al reparto di Neonatologia dell’Ospedale Civile di Pescara, diretto dal professor Carmine d’Incecco, per contribuire all’acquisto di una speciale culla per il trasporto di neonati con disabilità.
Umberto Braccili, giornalista professionista dal 1989, ha avuto esperienze nei giornali «Il Tempo» e «il Centro». Corrispondente per la provincia di Teramo per l’agenzia Ansa, è entrato in Rai nel 1987 come corrispondente da Teramo. Assunto nel 1992, ha svolto per l’azienda il ruolo di telecronista con Rai Sport, ottenendo in seguito la qualifica di “inviato speciale”. Numerose le inchieste politiche, ambientali e sociali e diversi i reportage dall’estero.
Dal 2007 è responsabile della rubrica “Lo dico al Tg” dove, attraverso le segnalazioni dei telespettatori, prova a mettere in evidenza i problemi, i disagi e le ingiustizie subite dai cittadini.
Nel 2010 il libro “Macerie dentro e fuori”, scritto da Braccili insieme ad alcuni genitori di universitari morti all’Aquila per il sisma 2009. Gli incassi del libro permettono l’istituzione di una borsa di studio tra le facoltà italiane di Ingegneria e Geologia, da cinque anni, per la miglior tesi sulla prevenzione sismica.
Bellante. Associazione Culturale NUOVE SINTESI: presentazione del libro “BRITAIN FIRST – Storia del fascismo inglese e dei Britisches Freikorps”
Introduce:
Elso Simone Serpentini (storico e saggista)
Interviene l’autore:
Cristiano Ruzzi (saggista)
SABATO 24 FEBBRAIO 2018, ORE 17.00, ex Asilo delle suore, PIAZZA ARENGO – BELLANTE (TE)
“Uno dei maggiori pregi di questo lavoro consiste nella chiara analisi del periodo storico nel quale, in Inghilterra, il grande interesse suscitato dalle idee e realizzazioni mussoliniane generò dei movimenti politici che, ispirandosi alla realtà italiana, intendevano importare quanto di buono e di utile potesse giovare al proprio Paese.
Sui vari esperimenti inglesi avviati in quella direzione si affermò, a motivo di un valido programma, di una propaganda efficiente e del carisma del suo giovane leader, sir Oswald Mosley (1896-1980), il partito denominato in origine “New Party” e divenuto più tardi la British Union of Fascists (B.U.F.).
All’inizio degli anni Trenta, nel viaggio in Italia compiuto per rendersi conto delle trasformazioni avvenute e in divenire ad opera del regime, si rafforzò l’ammirazione di Mosley per Mussolini, che lo volle incontrare: nell’aprile 1933 la delegazione inglese guidata dal loro leader, dopo aver ricevuto a Palazzo Littorio il gagliardetto fascista, rendeva omaggio al Milite Ignoto deponendo una corona d’alloro all’Altare della Patria. Il documentario LUCE immortalò l’evento, sulle note dell’inno inglese e della Canzone del Piave.”
Ortona. Lo scrittore abruzzese Enrico Trubiano presenta la sua ultima fatica editoriale “Antiche feste d’Abruzzo”.
Ortona. Domani, 4 febbraio 2018, nella Sala dell’Associazione del Vecchio Bosco di Ortona (info INFO ASSOCIAZIONE), alle ore 17,00, per la prima volta, lo storico e ricercatore Enrico Trubiano presenterà il suo ultimo libro Antiche Feste d’Abruzzo, edito da Tabula Fati di Chieti dell’editore Marco Solfanelli.
L’Abruzzo, una straordinaria regione che si racconta nella bellezza del suo mare, delle colline e dei monti, veri e propri angoli incontaminati.
Il libro, preziosamente essenziale, raccoglie pagine ingiallite nel tempo, che tornano a rivivere insieme ai documenti d’epoca e a qualche rara testimonianza.
Particolare spazio è dedicato all’analisi di fonti immacolate, tratte dall’archivio dell’Autore.
44 feste celebrate, patrimonio antropologico e identitaria, di cui alcune di indubbia originalità, altre che ripetono uno schema fisso, altre ancora che raccontano di vetuste dispute, mai sopite, ma tutte ancora intrise di passione e di fede.
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Roseto degli Abruzzi. Presentazione del libro “COME NAUFRAGO” una lunga lettera in itinere di Giuliana Sanvitale
Ecco, l’anima, la mia, tra presentimenti e trasalimenti cerca le tue corpose parole, che sono un sapere che non è della storia ma della vita. Quella in cui si rimane come naufraghi – per usare il titolo della tua raccolta in cui poesia e narrazione innervano e sorreggono ciò che a ragione definisci una lunga lettera in itinere – quando i suoi tanti agguati, gli insistiti dinieghi e i suoi aguzzi frammenti aprono ampi varchi al l’algebra delle lacerazioni e delle solitudini. Ma a te non manca – lo so, lo sai – lo sforzo vigile di cauterizzare le ferite aperte dalla falcidia del tempo-vita. Ed è forse per questo che mi fermo a pensare all’asfodelo, un fiore che in lande remote, dove si crede morta anche la morte, con i suoi esili scapi è l’unica nota di vita.
(dalla prefazione di Sandro Galantini)
“Il narratore, il poeta, l’operaio della fantasia, deve anzitutto accettare il destino, esser d’accordo con sé stesso.” È questo che dice Pavese ed è questa l’adesione di Giuliana Sanvitale alla vita. Non l’accettazione passiva, con la quale il condannato subisce la condanna, ma un’adesione anima e corpo a ciò che la vita le presenta, anche la fuga nella propria fantasia come un aspetto della realtà da vivere.
(dalla postfazione di Marcello Comitini)
“Come naufrago una lunga lettera in itinere” di Giuliana Sanvitale Duende Ed 2016 Fra i tanti lettori di questa lunga lettera in itinere ci sarà purtroppo qualcuno che ha già provato l’identico accadimento, la fonte ispiratoria per ciò che l’autrice Giuliana Sanvitale ha inteso ricondurre nel proprio squisito espressionismo linguistico e letterario o, meglio, culturale, se non addirittura sociale, peculiarità delle sue produzioni editoriali. È fatale che si verifichi e per quel tanto che il lettore ne divenga il fruitore; la persona coinvolta, infatti, è accompagnata a riflettere e a considerare che basterebbe un unico fruitore, fra quei tanti lettori, perché l’opera assuma universalità. Un connubio di prosa e poesia in eufonia con gli episodi trattati ma entrambi intrisi di amore, nostalgia, melanconia e talvolta rabbia; ma tutto questo è in verità l’essenza di una coppia di vita, quell’anima saldante che conduce entrambi gli attori a respirare ogni mattino l’incigno di una vita nuova. Una vita nuova che rinasce finanche dalle ceneri di uno dei due ed è perfettamente celebrata da Sanvitale attraverso segmenti poetici quali in “Come naufrago” – dal quale è tratto il titolo del volume – dove recita \…\ Anima persa, \ quando torni a me \ nel chiarore dell’alba \ e mi chiami, mi parli, \ …\ Vivo la tua assenza \ come un castigo, \ un abbandono definitivo \ e ottuso. \…\ Una rabbia però che si addolcisce amorevolmente nella melanconia di “Averti qui” \…\ Averti qui \ sfiorare la tua pelle \ cercarti gli occhi \…\. E nella nostalgia del tempo vissuto cantata in bella prosa poetica \ La luminescenza del mare ci colmava gli occhi e avanzavamo, sfiorandoci a volte, mentre tentavo di recitare con la migliore cadenza napoletana, i capolavori di Salvatore Di Giacomo \…\ Ferruccio Gemmellaro
“Come naufrago una lunga lettera in itinere” di Giuliana Sanvitale Duende Ed 2016 “Come naufrago – una lunga lettera in itinere –“ risulta, primum, sicuramente un originale artificio letterario, da parte di Giuliana Sanvitale, per controbilanciare un ineludibile vuoto esistenziale pavesandolo di ricordi quotidiani raccordati da riflessi accidentali, dettagli propedeutici, atmosfere spinte sino ai confini onirico-surreali; deinde, un intus-ligente modo di sfuggire alla cogenza di una realtà negativa, contrastata con tutte le sue forze, purtroppo inutilmente, rifugiandosi per un verso nel passato, sia remoto che prossimo, dove l’ossessiva conquista cultural-poetica era stata coriacea difesa contro ogni avversità, per l’altro di concedere sempre più spazio e respiro alle “parole-anima” considerate vero e nobile segreto di ogni proposta letteraria efficace; post, ingegnosamente un inusitato sistema di costruire, con raffinatezza e discrezione, la trama di un racconto che si dipana tra atmosfere parossistiche, intermittenze psicologiche sapientemente elaborate e pensieri leggeri come cipria ma anche capaci di adattarsi con estrema facilità alle più disparate esigenze. In conclusione è bene sottolineare che la realtà, oggetto principe di “Come naufragio”, è per Giuliana Sanvitale il punto di partenza di un sfogo creativo ricco di riflessioni, assonanze, consonanze, allusioni e, perché no, futuribili obiettivi : ogni traguardo conseguito, infatti, rappresenta la sua ricognizione etico-filosofico-poetica all’argomentare proposto anche se, è bene evidenziarlo, sempre e decisamente filtrata dalle ragioni del cuore. Vecchiotti prof. Leonardo
“EPPURE, RESTARE”: IL ROMANZO DI IRMA ALLEVA ALLA LIBRERIA DE LUCA DI CHIETI
Sabato 27 gennaio alle ore 17.00 Irma Alleva presenta il romanzo d’esordio “Eppure, restare” (ed.PresentARTsì) presso la libreria De Luca di Chieti introdotta da Stefania Ortolano insieme a Francesco Colagreco
Il romanzo “Eppure, restare”di IRMA ALLEVA, edito da PresentARTsì,arriva sabato 27 gennaio alle ore 17:00 presso la libreria De Luca di Chieti, in via Cesare De Lollis, 12 in un incontro con l’autrice moderato da Stefania Ortolano con Francesco Colagreco.
Le letture ad alta voce di particolari estratti del libro segnano le tappe per scoprire la trama, i personaggi e i nodi fondamentali del romanzo di debutto dell’autrice abruzzese.
Ogni evento di presentazione letteraria di “Eppure, restare” nel corso dell’estate 2017 ha avuto l’intento non convenzionale di mettere in relazione il libro di Irma con altre forme di espressione artistica, per evocare concretamente alcuni elementi contenuti nella narrazione. Infatti, in quello realizzato lungo la Costa dei Trabocchi a Rocca San Giovanni la letteratura si è mescolata con l’arte del disegno estemporaneo tra le vie del borgo più bello d’Italia. Sulla spiaggia di Casalbordino il romanzo è entrato in simbiosi con la musica d’autore e la natura al tramonto. A Lanciano, invece, le parole di “Eppure, restare” si sono fuse con il reportage fotografico realizzato a Londra da Luca Gamberale.
Il passaggio dall’iniziale autoproduzione alla pubblicazione con la casa editrice mantovana PresentArtsì, avvenutoa settembre 2017 segna l’inizio di un nuovo percorso per l’opera di lrma Alleva. Il prossimo incontro per conoscere il romanzo della giovane scrittrice è il 15 febbraio a La Feltrinelli di Pescara.
SUL ROMANZO:
Desideria fa la guida turistica a Firenze, è felice, innamorata e dipinge per passione e ambizione. Casualmente conoscerà Cristiano, che arriva in maniera prorompente a sconvolgere il suo equilibrio, la sua routine, la sua vita. Per Desideria, Cristiano è esattamente questo: uno spaesamento inatteso, l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita. Dopo cinque anni l’imprevista malattia di Cristiano, un linfoma, scombina la loro unione, gli equilibri di entrambi e del loro rapporto di coppia. Desideria decide di restargli accanto nonostante le difficoltà. Amore, fede e resilienza saranno sufficienti a tener salda la coppia e a superare la dura prova che deve affrontare Cristiano? Storie, emozioni e sentimenti si intrecciano in “Eppure, restare”, il primo romanzo di Irma Alleva.
BREVI NOTIZIE SULL’AUTRICE IRMA ALLEVA:
Irma Alleva (1984) è nata e vive nella provincia di Chieti. Impegnata professionalmente nel mondo del retail, ha sempre coltivato in privato la passione per la scrittura, tenuta a lungo in secondo piano fino a quando non ha dato alla luce il suo primo romanzo: “Eppure, restare”. Da settembre 2017 la casa editrice mantovana PresentARTsì ha dato fiducia alla storia raccontata da Irma, inserendo nel suo catalogo il libro della giovane autrice abruzzese.
Casa Editrice: PresentARTsì medizionipresentartsi@gmail.com
Distribuzione: Libro Co Italia
Pescara. “PRESENTAZIONE DEL NUMERO ZERO DEL FUMETTO ANANKE AD ACME FUMETTI DI PESCARA IL 26 GENNAIO”
– Interverranno l’autore Marco De Rosa e Giuseppe Candita, uno dei principali disegnatori Bonelli, autore della copertina e di una parte delle tavole del volume –
Pescara – L’attesa è finita: venerdì 26 gennaio ad Acme Fumetti a Pescara sarà presentato il numero zero di Ananke, volume che inaugura la serie operaprima fumettistica di Marco De Rosa.
Saranno presenti l’autore e uno dei principali disegnatori di Bonelli, Giuseppe Candita, che ha curato la copertina del volume e ne ha disegnato una parte delle tavole.
Il numero zero di Ananke è una “Special Edition” del progetto nato qualche mese fa.
Avrà una tiratura limitata in 150 copie numerate ed autografate e le prime 50 di queste comprenderanno, oltre al volume firmato, la litografia della copertina che è il primo disegno originale di Ananke realizzato da Giuseppe Candita.
Saranno sedici pagine nel classico formato americano, quattro delle quali a colori e il resto in bianco e nero.
La serie di Ananke avrà cadenza bimestrale ed accompagnerà i lettori fino alla fine del 2018: il numero uno uscirà a breve.
Ananke fonde vari generi che hanno sempre appassionato l’autore Marco De Rosa, dal thrillerpsicologico al noir fino al giallo. Non ci sono al suo interno riferimenti ad altre opere: colpisce per originalità e particolarità nel raccontare quelle che sono alcune peculiarità e gli accadimenti del mondo di oggi. Il tema principale è la multipersonalità e ci sarà una punta di psicologia con ambientazione nell’Italia di oggi. Tanti saranno i colpi di scena e molti comprimari si avvicenderanno all’interno della storia, tutto farà capo ovviamente ad Ananke.
Ogni albo della serie comprenderà 32 pagine ed avrà un finale che lascerà la suspense sull’evoluzione dei numeri successivi della storia.
Nello speciale che sarà disegnato da Candita saranno chiari alcuni riferimenti che l’autore ha inserito già nel numero zero e, quella che in un primo momento può essere considerata la fine del primo ciclo di Ananke, non sarà altro che un nuovo inizio.
Luca Cicchitti e Sofia Terzo (disegnatrice di Torture Garden per Edizione Inkiostro) disegneranno i primi numeri.
Giuseppe Candita disegnerà le copertine di tutti i numeri e la parte finale di questo primo ciclo di Ananke.
Marco De Rosa
Classe 1974, grande lettore di libri e fumetti, blogger.
Ha fatto disparati lavori ed è appassionato di informatica e digital marketing.
Apre anni fa il suo primo blog con lo pseudonimo di Arcadi.
È gestore dello Stammtisch Tavern a Chieti Scalo.
Collaboratore di Acme Fumetti. Nasce come Nerd e si evolve in Geek.
Da tempo sognava di scrivere un fumetto ed ora il sogno è realtà con la pubblicazione di Ananke.
Giuseppe Candita
Nasce a Cittiglio (VA) il 16 aprile 1978. Sin da piccolo il suo sogno è quello di diventare un disegnatore di fumetti, così, nel 1992, irrompe nello studio di Corrado Roi, una delle matite di Dylan Dog, che lo inizia al mestiere. Frequentando le fiere del fumetto, fa la conoscenza di Ade Capone, sceneggiatore, oltre che per la nostra Casa editrice, per Star Comics e per la sua stessa etichetta, Liberty. Grazie a Capone, Candita fa il suo esordio nel 2006, con una storia pubblicata su Lazarus Ledd Extra 21: “Stelle cadenti”. Nello stesso anno, disegna una storia horror per la Narwain (USA), pubblicata su “Brian Yuzna’s Horrorama”, quindi, di nuovo con Star Comics Edizioni, lavora per le collane “Jonathan Steele”, “Nemrod”, “Factor V” e “San Michele”, oltre a divenire copertinista di “Legion 75”. Per la 7age entertainment, nel 2010, collabora alle serie “Draco”, “Cronache di Legend” e “Gotika”. Per il mercato francese, lavora per Zephyr Editions (ora Dupuis), disegnando la serie “Korea” (2011). Attualmente, è inserito nello staff di Julia, collana sulla quale fa il suo esordio, nel 2013, con una storia pubblicata sull’Almanacco del Giallo.
Info sulla presentazione del numero zero di Ananke: