Sul Bollettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria la recensione di Walter Capezzali a “Il mondo che va”

Locandina 10 dicembre Paganica

 Fresco di stampa è l’ultimo numero del Bullettino (2022-2023), l’annuario della Deputazione Abruzzese di Storia Patria giunto al numero 134 dell’intera collezione. L’edizione appena pubblicata reca, tra gli altri interessanti contributi, la recensione di Walter Capezzali – Presidente emerito della Deputazione – al volume Il mondo che va di Goffredo Palmerini (One Group Edizioni), uscito nel novembre 2022. Qui di seguito, con l’autorizzazione di Capezzali, si riporta il testo della recensione. Il volume sarà presentato a Paganica per iniziativa della Pro Loco, presso il Centro Civico, domenica 10 dicembre alle ore 18, con gli interventi di Marta Vivio, presidente della Pro Loco, Francesca Pompa, presidente One Group e dell’Autore.




L’Aquila. CAI: presentazione della ponderosa opera di Lina Ranalli che racconta cinque secoli di Gran Sasso d’Italia. 

Giovedì 7 dicembre, ore 18, nella storica sede della Sezione C.A.I. dell’Aquila che quest’anno celebra il suo Centocinquantenario (Via Sassa, 34), si terrà la presentazione della ponderosa opera di Lina Ranalli che racconta cinque secoli di Gran Sasso d’Italia.

«La prima e organica bibliografia del Gran Sasso – scrive l’autrice nella sua premessa all’opera –, la “Bibliografia Generale del Gran Sasso d’Italia”, opera degli autori aquilani Carlo Console, Bernardino Romano e Carlo Tobia, risale al 1982: nomi autorevoli in tema di Gran Sasso, ai quali va la mia riconoscenza per aver battuto la traccia.»
Ranalli ha già pubblicato con Ricerche&Redazioni l’”Atlante Storico del Gran Sasso d’Italia” (2012, con Silvio Di Eleonora e Fausto Eugeni) e curato “Il Corno Piccolo” di Ernesto Sivitilli (2013, rist. anast. ed. 1930).
Con prefazione di Luigi Ponziani e introduzione di Fausto Eugeni, il volume è il più ampio e completo repertorio bibliografico commentato mai realizzato sulle tematiche riguardanti il Gran Sasso, una sorta di grande racconto dei racconti sulla montagna più alta e amata degli Appennini.
L’opera raccoglie le schede di 3226 pubblicazioni per uno sviluppo cronologico che va dal 1576 al 2023, ben 447 anni di storie, racconti e resoconti sul Gran Sasso, tra scienza e letteratura, esplorazione e tradizioni, natura e cultura.
Edito da Ricerche&Redazioni nel novembre 2023, il volume si compone di 632 pagine e reca un prezzo di copertina di € 40.



Teramo. Ecco il programma natalizio dell’Associazione Culturale “dal Vesuvio al Gran Sasso”, cui seguirà anche quello per il primo decennale dell’Associazione 2024. In anteprima i due componimenti del “nostro” vulcanico Mario De Bonis

Carissimi Amici, sono versi napoletani  sulla dolce polemica:il Presepio o l’albero?Il nord o il sud della nostra Italia e dell’Europa? Belli tutti e due,così come per i Papi a Piazza S.Pietro,con l’albero che protegge la capanna di Betlemme. E’ il sincero augurio a Voi tutti,con pensieri che mi faranno dedicare a tutte le Famiglie della  bella Provincia di Teramo,in particolare  ai nonni e loro nipotini,martedì 21 dicembre p.v. dal palcoscenico del teatro comunale di Atri, in uno al Maestro Falasca e con una storia della Famiglia di Gesù animata e soprattutto umanizzata.La  moglie di cui al racconto non è certamente la mia,che ama il Presepio fino al punto di tenere esposta in casa una ventina di belle ed inedite miniature presepiali,raccolta in varie parti del Mondo  Se Vi piace,venite pure a trovarci ,in uno ai  cari bambini,per curiosare e per scambiarci ancora tanti sinceri auguri per il nuovo anno 2024,con  un cortese preavviso da formulare a mezzo internet. A presto! Vi aspettiamo! Auguri di ogni bene!
Mario e Celeste De Bonis.

 

 

 

 




IL CUORE NEL MONDO. DODICI CITTA’ PER DODICI MESI. Il nuovo libro del giornalista lancianese Giuseppe M. Gnagnarella

 

PRESENTAZIONE MARTEDI’ 5 DICEMBRE 2023

ORE 18.30 – CIRCOLO TENNIS BONACOSSA – MILANO

Lanciano, 4 dicembre 2023

Arriva nelle librerie il nuovo libro di Giuseppe M. Gnagnarella. Si tratta di “Il cuore nel mondo. Dodici città per dodici mesi” (Crocetti Omar Editore), scritto dal noto giornalista abruzzese, già corrispondente Rai e volto noto della tv.

Il libro sarà presentato martedì 5 dicembre, alle ore 18.30, al Circolo Tennis Bonacossa di Milano (Via Giuseppe Arimondi, 15). Al tavolo dei relatori Adolfo Vannucci, Francesca Schiavone e Gianfranco Comanducci coordinati dal giornalista Davide D’Amico.

“Ho sempre avuto bisogno di provare quella gioia unica che è il partire per raggiungere posti nuovi e gente sconosciuta. Per vivere la libertà di conoscere, per fare esperienze nuove senza lasciarsi trasportare, conservando il gusto magico, anarchico e sorprendente dell’andare”. Giuseppe Maria Gnagnarella, un passato in Rai come inviato di guerra, cronista e commentatore politico e poi dirigente a Viale Mazzini, riassume così il senso del suo nuovo libro “Il cuore nel mondo. Dodici città per dodici mesi” che sarà presentato il 5 dicembre a Milano al Circolo Tennis Bonacossa.

Un libro completamente diverso dai precedenti di Gnagnarella, libri di storia politica o romanzi, favole come le definisce lui. Questo è quasi un’autobiografia. Il racconto di un mondo assolutamente personale che parte da Gerusalemme (Gnagnarella fu uno dei primi ad arrivare in Israele allo scoppio dell’Intifada) e attraverso Parigi, la città dei sogni quasi sempre presente nei libri di Gnagnarella, il mare di Nizza, i segreti di New York, la confusione di Buenos Aires, l’amica Perth, la dolce Atene, l’amata Roma, la modernità di Singapore, la dolce Siviglia, Tromso, il suo Nord, Torino, a volte amica a tratti avversa ma sempre ricca di fascino, diventa il pretesto per aprire il cassetto dei sogni mentre sullo sfondo sembra di sentire la voce di Ulisse che dice ai suoi “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute  e conoscenza”.

Sul retro dell’affascinante copertina con un uomo (l’autore?) che guarda dall’alto una città ricca di monumenti e di verde, l’editore Omar Crocetti, scrive che il libro è “un baedeker della felicità alla scoperta dell’anima dei luoghi e di quella dei suoi abitanti”. Giusta sintesi, quel che resta in parte segreta è l’anima dell’autore: Gnagnarella, sembra, della sua anima resta sempre un po’ geloso. Per fortuna non dei suoi gusti e dei suoi disgusti di viaggiatore pronto a partire “leggero” per andare senza farsi portare. “Non ho mai trascurato”, scrive Gnagnarella, “l’importanza delle radici, ma ho sempre pensato che se abbiamo gambe dobbiamo usarle per andare, penseranno poi loro a riportarci a casa”. Ma la casa di Gnagnarella è in Abruzzo, a Roma, a Milano, a Dublino, a Perth, in Francia o dove…?

Giuseppe Maria Gnagnarella, giornalista, nato a Lanciano, è stato responsabile della comunicazione della Presidenza della Rai, portavoce del Vice Direttore Generale della Rai, capo ufficio stampa di Rai2, responsabile dei rapporti Rai con la Commissione parlamentare di Vigilanza e con gli Enti locali, capo redattore politico del Tg3 e del Giornale Radio, Vaticanista e inviato speciale di guerra in Israele, Libano, Nicaragua ed ex Jugoslavia. Già Consigliere di Amministrazione della LUISS Guido Carli, è autore dei volumi: “1978, l’anno che ha cambiato la Repubblica”, pubblicato da Le Monnier nei “Quaderni di Storia di Spadolini”; “La bella preda”, pubblicato da Carabba e “Storia politica della Rai”, pubblicato da TEXTUS Edizioni. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo “Rendez-Vous a Saing Germain” (Gangemi), mentre è del 2017 “La ragazza con l’accendino” (Kirke). Nel 2018 ha pubblicato “La sposa contesa. Viaggio nella prima Intifada” (Kirke), mentre nel 2021 “Madreselva” (Kirke). Ha insegnato nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, all’Università Salesiana e all’Università di Cassino. Premio “Abruzzese dell’anno” nel 2006, Premio “Penne pulite” nel 1999.




Giulianova. “La Patria Sconfitta” è il nuovo romanzo storico per ricordare gli internati di Borovnica. Anche Armando Volpe, citato nella lapide di Giulianova, trovò la morte nel campo di concentramento.

Il ricercatore storico Walter De Berardinis sta cercando i discendenti per il conferimento della  “Medaglia d’Onore ai congiunti degli infoibati”

Giulianova. Dopo il libro “Borovnica e altri campi di Tito (con liste inedite dei prigionieri di Borovnica)”, dell’autore Franco Giuseppe Gobbato e la collaborazione di Giovanni Peco, esce “La Patria Sconfitta” per le Edizioni Ritter. Il nuovo Romanzo storico che copre un periodo che va dal 1943 al 1947. Il soggetto è un uomo, il padre dell’autore, travolto dagli eventi, più grandi di lui e anche di tutta la sua generazione. Quella generazione di diciottenni, di allora, costretti comunque ad una scelta di parte, in entrambi gli ambiti difficile, che vede il protagonista entrare a far parte della R.S.I. in un Battaglione Costiero di Posizione di istanza in Istria. La storia si dipana fra Padova, Gorizia, Pola, Buie, Capodistria nel Carcere mandamentale, Borovnica nel tristemente famoso Campo di Concentramento, Udine, di nuovo Padova per finire a Torino. La microstoria è inserita negli eventi sconvolgenti della macro-Storia, raccontando anche situazioni poco conosciute e traendo, dalla tragica difesa del confine orientale condotta come possibile dagli ultimi italiani rimasti in armi, i soldati della RSI, spunto per riflessioni sulle anomalie createsi nel Litorale Adriatico, rispetto al resto d’Italia. Anomalie riscontrabili sia durante che nel dopoguerra, non mancando di toccare “l’epurazione” perpetrata anche nel territorio nazionale e le scelte di condotta fatte dal PCI, già dal 1943, con tanto di documenti riprodotti integralmente. Tra i soldati che morirono nello stesso campo, dove era detenuto il papà dell’autore, vi erano quattro abruzzesi: Amantino Alfino di Rocca San Giovanni (disperso in Slovenia dal 7 agosto 1945), Angelo Ippolito di Pescara (disperso in Slovenia dal 31 maggio 1945), Armando Volpe di Castel di Sangro ( disperso dal 22 luglio 1945 e ricordato a Giulianova) e Corradino Liberatore di Castiglione Messer Marino (nome e cognome da verificare)

Anche a Giulianova, sulla lapide dei caduti della Seconda Guerra Mondiale, posta all’interno del Cimitero monumentale, viene citato un caduto nel campo di concentramento di Borovnica: Armando Volpe, nato a Castel di Sangro il 28 novembre 1919 dal ferroviere Ferdinando e Maria Paolini, trasferito con l’intera famiglia a Fiume (Via Colle del Forno, 5 e successivamente in Via Salita Calvario) insieme ai fratelli: Bruno, Giulio, Gino, Leo ed Elisa Volpe. Il 22 luglio 1945, alle ore 9, moriva all’interno del lager citato nel romanzo di Gobbato. L’intera famiglia, dopo l’esodo Giuliano-Dalmata, furono accolti come profughi a Giulianova. Successivamente all’apposizione della lapide, da parte dell’Associazione Combattenti e Reduci, la famiglia chiese di ricordare il loro congiunto nella lapide dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. Lo storico Walter De Berardinis, grazie alla collaborazione dell’autore, sta cercando di rintracciare i discendenti di Armando Volpe per il conferimento della Medaglia d’onore ai congiunti degli infoibati (legge del 30 marzo 2004, n. 92)

Molti invece furono gli abruzzesi che si salvarono da quel campo e tornarono tra l’estate del 1945 e gli inizi del 1946, si segnalano: Guerrino D’Amico e Alfio Ramallo di Pescara; Ermindo D’Annunzio, Arminio D’Aristole, Francesco Ranalli, Guido Ritelli, Domenico Rittoli, Mario Tacconelli, Dino Carducci, Domenico Di Tommaso, Fedele Roddi di Chieti; Francesco Derandi, Gino Rossini di Carpineto della Nora; Fernando Di Tommaso di Cepagatti; Mario Di Valentino di Montorio al Vomano; Raffalele Fantazzi, Florindo Tullio di Balsorano; Donato Genelli di Cugnoli; Dino Mancini e Fido Nardone di Ortona; Guerino Montini, Tito Valentini di Teramo; Ermenegildo Narre di Torricella Sicura; Nicola Colangelo di Pollutri; Antonio Crognale, Giuseppe Crognale, Tommaso Di Donato di Castel Frentano; Giuseppe Petrella di Castiglione Messer Marino; Nicola Lucci di Liscia; Vincenzo Popolare, Eduardo Tritapepe di Lanciano; Fedele Rossi di Monteodorisio;

Franco Giuseppe Gobbato (Vittorio Veneto, 1964), ricercatore storico e scrittore. Nel gennaio 2009 è stato uno degli otto ricercatori del Dipartimento misto (italiani, sloveni e croati) istituito dal Centro Studi e Ricerche Storiche “Si­lentes Loquimur” di Pordenone, per indagare sui fatti tragici avvenuti alla fine della seconda guerra mondiale sul confine orientale. Dal 2011 è socio del Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, per il quale ha tenuto diverse conferenze su ricerche storiche effettuate. È socio fondatore dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”. Nel 2017 è nominato, dal Comune di Vittorio Veneto, referente del Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto quale ideatore dello stesso. Ha curato la parte storica di diverse mostre fotografiche tenute nel vittoriese ed ha al suo attivo una ventina di pubblicazioni, l’ultima delle quali si intitola “Borovnica e altri campi di Tito” – Ritter Edizioni – 2023.

Giovanni Peco (Monza, 1962). Da oltre vent’anni si occupa di ricerche storiche sul confine orientale e del periodo 1943-1945. Ha collaborato con l’autore Pierangelo Pavesi al libro “Le vittime dimenticate” e con Franco Giuseppe Gobbato al libro “Borovnica e altri campi di Tito” – Ritter Edizioni – 2023. È socio dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”.




Riflessioni su “Silverciciar: chiacchiere in racconti e poesie”  di Silvia Vercesi, pp. 147, Apollo Edizioni, 2022 di Gianluigi Chiaserotti

 

Silverciciar: chiacchiere in racconti e poesie” della collega Silvia Vercesi è una raccolta molto originale di racconti e di poesie, con intermezzi di collegamento molto precisi.

Infatti quest’opera poetico-letteraria, oserei scrivere, è divisa in sei capitoli: “Ricordi dei tempi che furono”; “Riflessioni sulla nostra società, sui nostri tempi e sul nostro prossimo futuro”; “Quando è la natura ad ispirare”; “I luoghi del cuore”; “Quando ci sono i sentimenti: poesie d’amore ma non solo” e “Tre piccole storie da paura (ma non troppo)”.

Silvia, con un linguaggio scorrevole ed in una forma italiana che dire perfetta è poco, “chiacchiera” di lei, delle sue passioni, delle sue scelte di vita, della sua famiglia, delle sue origini, del suo e del nostro passato (mai dimenticare chi è stato prima di noi), della sua più che giusta passione per la buona cucina (che ci sta sempre bene), di alcuni luoghi a lei cari (l’amata Puglia da cui la sua famiglia è originaria), ma anche della nostra natura che ci circonda, dei tempi in cui viviamo (spassosissimo è un racconto ambientato nel periodo Covid in cui per uscire dovevamo fare i salti mortali), ma anche del nostro ipotetico futuro.

Alle volte tutte le considerazioni che riporta la Vercesi appaiono come un sogno e lei, per mano, ci conduce in questi momenti.

In codesta pubblicazione, sempre con vera ed unica originalità, il tutto si articola in svariati quadri, che potrebbero tranquillamente essere ciascuno una narrazione a sé stante.

Meglio di qualsivoglia recensione, l’Autrice nella sua “Introduzione” ci espone, con uno stile fluido e lineare, l’intera pubblicazione:  «In questa antologia, che si ispira sì ad esperienze autobiografiche, credo però che un po’ chiunque di noi ci si possa ritrovare, perché quello che è patrimonio personale puo’ essere universale e viceversa […]».

Sono lavori, come dice il titolo, quasi come una chiacchierata in prosa ed in rima, ma anche con disegni (ulteriore passione dell’Autrice) e fotografie esplicative.

Singolare è la parola onomatopeica del titolo “Silverciciar”, che fa captare benissimo la forma della “chiacchierata” base appunto del lavoro.

Poi nell’ultimo capitolo ci sono tre racconti da brivido molto profondi, e ciò antica passione di Silvia Vercesi.

Comunque ringraziamo la Nostra per aver avuto il coraggio di porre per iscritto la sua vita, le sue impressioni, le sue speranze in un modo veramente originale.

Ed è sicuramente un ottimo inizio di una proficua e foriera carriera di scrittrice, di narratrice e di vera osservatrice della nostra Società.




MANZONI VECCHIO E NUOVO ALLA FONDAZIONE LA ROCCA DI PESCARA

 

PESCARA – Si terrà lunedi 4 dicembre, alle ore 18.00, alla Fondazione La Rocca di Pescara (Via Raffaele Paolucci, 71), la presentazione del volumetto Manzoni vecchio e nuovo. Tre conversazioni sull’autore del Promessi sposi, a 150 anni dalla morte (Ianieri Edizioni), a cura di Dante Marianacci, che raccoglie tre interviste sul capolavoro manzoniano, ma anche sul romanzo Natale del 1833 dello scrittore abruzzese Mario Pomilio che al Manzoni si ispira.

Ne parleranno, insieme al curatore, gli studiosi Daniela D’Alimonte e Simone Gambacorta, mentre l’attrice Giulia Basel leggerà alcuni brani dell’opera. “Mi è capitato, – scrive il curatore Dante Marianacci nella prefazione – nel corso della mia pluridecennale attività di promotore della cultura e della letteratura italiana in Italia e, soprattutto, all’estero, come direttore di diversi Istituti italiani di cultura, alle dipendenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di occuparmi numerose volte dell’opera manzoniana, ospitando conferenzieri, attori, cineasti che del grande scrittore italiano si sono occupati. Ricordo con particolare emozione un coinvolgente spettacolo sui Promessi sposi di Massimiliano Finazzer Flory al Teatro dell’Opera del Cairo, le celebrazioni verdiane del 2001 a Edimburgo e i rapporti del grande compositore con Manzoni, anche con la riproposta, in traduzione inglese, di uno scritto di Giancarlo Vigorelli sulla rivista Italia & Italy, un recital a Budapest con Paola Pitagora, indimenticata interprete di Lucia nello sceneggiato di Sandro Bolchi, le intense lezioni manzoniane di Dante Isella a Praga, le ricche conferenze di Mario Sansone in varie sedi.

In questo anno in cui cade il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, ma anche il quarantesimo della pubblicazione del romanzo Il Natale del 1833 di Mario Pomilio, mi è sembrato interessante riproporre i testi di tre conversazioni che ebbi, intorno alla metà degli anni Ottanta con Mario SansoneMario Pomilio Dante Isella, che rappresentano altrettanti punti di vista dell’opera manzoniana e che offrono interessanti spunti di riflessione sull’autore dei Promessi sposi, sicuramente validi ancora oggi.”

 




L’AQUILA. PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI ANGELO DE NICOLA  “IL PRIMO GIUBILEO DELLA STORIA”

PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI ANGELO DE NICOLA 

“IL PRIMO GIUBILEO DELLA STORIA”

L’AQUILA – A conclusione di un anno straordinario caratterizzato da quasi 40 presentazioni del libro “I Papi e Celestino V” di Angelo De Nicola, che ha diffuso ampiamente il messaggio di Celestino V, siamo lieti di invitarvi alla presentazione del suo ultimo lavoro, “Il primo Giubileo della Storia, pubblicato da One Group Edizioni, il prossimo 6 dicembre alle ore 17:30 presso il Monastero di San Basilio, nell’ambito della manifestazione “Natale al Monastero”. Quest’opera offre un’analisi incisiva e sintetica della figura di Celestino V e del suo lascito.

L’evento vedrà la partecipazione di:

  • Rappresentanti del Comune dell’Aquila
  • Dario Nanni, Consigliere comunale di Roma Capitale e Presidente della Commissione Giubileo
  • Don Martino Gajda, Membro del Comitato Perdonanza
  • Francesca Pompa, Presidente One Group
  • LETTURE: Sabrina Giangrande
  • MODERA: Fabrizio Caporale, Giornalista

L’autore ha creato una guida per una comprensione immediata e profonda del significato della Perdonanza e di come Celestino V l’abbia concepita proprio all’Aquila, trasformandola in un segno distintivo e patrimonio identitario della città. Il libro si pone l’obiettivo di rispondere a importanti domande, tra cui:

  • Cos’è la Perdonanza e quale ruolo svolge nella storia?
  • Perché è considerato il primo giubileo della storia?
  • Perché rappresenta una festa secolare di rilevanza?
  • Perché Celestino V è considerato un eroe anziché un vigliacco?
  • Qual è la rilevanza attuale del tema del perdono?

Con il volume Il primo Giubileo della Storia” potrete scoprire la ricchezza simbolica della nostra Perdonanza e dell’eccezionale eredità di Celestino V. Vi aspettiamo il 6 dicembre al Monastero delle Monache Benedettine Celestine per una serata dedicata a ritemprare lo spirito.

Francesca Pompa

, SS 17 OVEST TECNOPOLO D’ABRUZZO, 67100, L’AQUILA, Italy



VENERDI 1° DICEMBRE A TERAMO LA PRESENTAZIONE DELLA “BIBLIOGRAFIA DEL GRAN SASSO D’ITALIA” DI LINA RANALLI (RICERCHE&REDAZIONI, 2023)

Grande attesa per la presentazione a Teramo della ponderosa opera di Lina Ranalli che racconta cinque secoli di Gran Sasso d’Italia. Ranalli ha già pubblicato con Ricerche&Redazioni l’Atlante Storico del Gran Sasso d’Italia (2012, con Silvio Di Eleonora e Fausto Eugeni) e curato Il Corno Piccolo di Ernesto Sivitilli (2013, rist. anast. ed. 1930).
Con prefazione di Luigi Ponziani e introduzione di Fausto Eugeni, il volume è il più ampio e completo repertorio bibliografico commentato mai realizzato sulle tematiche riguardanti il Gran Sasso, una sorta di grande racconto dei racconti sulla montagna più alta e amata degli Appennini. L’opera raccoglie le schede di 3226 pubblicazioni per uno sviluppo cronologico che va dal 1576 al 2023, ben 447 anni di storie, racconti e resoconti sul Gran Sasso, tra scienza e letteratura, esplorazione e tradizioni, natura e cultura.
La Bibliografia del Gran Sasso d’Italia sarà presentata a Teramo presso la Corte interna della Biblioteca “Melchiorre Delfico” (Via Delfico, 16) venerdì 1° dicembre 2023, con inizio alle ore 18:15, con ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti. Interverranno insieme all’autrice, dopo i saluti istituzionali, Dimitri Bosi, responsabile Biblioteca Delfico, Tommaso Navarra, presidente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Luigi Pomponi, presidente C.A.I. Sezione di Teramo, Silvio Di Eleonora, storico, Luigi Ponziani, storico.
“… Il Fiscellus Mons dei romani, la montagna ombelico d’Italia, ha da sempre attratto l’attenzione e la curiosità di viaggiatori, letterati, scienziati che in esso hanno trovato un luogo tra i più suggestivi e degni della massima considerazione: dal XVI secolo fino ai giorni nostri questa montagna e le sue propaggini hanno conosciuto un crescente interesse cosicché oggi l’Autrice di questo prezioso repertorio bibliografico mette a disposizione una messe di informazioni che, nelle dimensioni e nella profondità variabile delle notazioni bibliografiche, restituisce una ricchezza conoscitiva che non ha pari. Le note di contenuto che accompagnano le singole citazioni sono altresì un vademecum, una chiave ulteriore di lettura, capace di orientare il più esigente dei lettori. Si tratta di una bibliografia speciale dal punto di vista dell’argomento considerato, ma la trasversalità dei temi presi in esame ne fa anche una bibliografia generale che nella progressione cronologica trova un criterio e compimento. Orografia, topografia, toponomastica, cartografia, geologia, idrogeologia, botanica, flora, fauna, ambiente, presenza umana, usi, costumi, economie, commerci, storia, arte, architettura, glottologia, letteratura, vie di comunicazione, turismo, sport invernali, escursionismo, alpinismo, sono solo una parte degli argomenti che sono presi in considerazione e, a prescindere dal valore dei singoli riferimenti bibliografici, offrono uno spaccato largo e inedito di un comprensorio montano intorno al quale si sono manifestati e si manifestano tutt’ora gli interessi e le attività di uomini e donne. Dalla prima ascesa di Francesco De Marchi nel 1573 al traforo autostradale del Gran Sasso con i gravi dissesti idrogeologici che ne sono derivati; dalla nascita nelle viscere della montagna dei Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare alla istituzione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si susseguono le indicazioni bibliografiche che diventano preziose tessere di un mosaico conoscitivo che finalmente trova organizzazione e coronamento” (Dalla prefazione di Luigi Ponziani)
 
“… L’idea di avviare una raccolta sistematica degli scritti sul Gran Sasso nacque all’inizio degli anni 2000 sulla scia delle carte tematiche ideate dalla casa editrice Ricerche&Redazioni con lo scopo di far conoscere il territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti Laga. Si evidenziò in quell’occasione la necessità di avere a disposizione una approfondita bibliografia di riferimento. Lina si appassionò all’idea e fece proprio quell’impegno dando inizio al lavoro che oggi vediamo finalmente in volume… Di certo questa bibliografia offre ricchezza e novità di informazione che si presentano qui con un più che cospicuo numero di titoli, riguardanti l’argomento Gran Sasso da punti di vista innumerevoli e i più diversi. Tra gli indubbi meriti del presente lavoro è aver attinto a fonti e raccolte in precedenza mai utilizzate per studi del genere, prima fra tutte la straordinaria Emeroteca della Biblioteca Delfico di Teramo e le cosiddette buste del fondo Savorini, una preziosa raccolta di stralci e ritagli di periodici divisa per località e con l’ulteriore segnalazione di tutta una serie di argomenti tra i più significativi. I collegamenti interni sono ricchissimi. Balza agli occhi la vastità del lavoro di spoglio da giornali, riviste, periodici vari e da volumi collettanei. Si noti poi con quale cura l’autrice segnala di uno stesso testo le varie ristampe e riedizioni anche parziali o annidate all’interno di altre opere più generali o nate in contesti diversi rispetto alla pubblicazione originale. Si tratta di un punto di vista “dall’alto” sulla storia generale degli studi riguardanti il Gran Sasso: un particolare che mette in evidenza con quale attenzione i testi qui raccolti sono stati letti e analizzati… “ (Dalla introduzione di Fausto Eugeni)
Edito da Ricerche&Redazioni nel novembre 2023, il volume si compone di 632 pagine e reca un prezzo di copertina di € 40.



Riflessioni sul romanzo “La via delle notti lucenti” di Patricia Carabellese, pp. 219, Europa Edizioni, 2023 di Gianluigi Chiaserotti

“La via delle notti lucenti” è il primo romanzo autobiografico dell’Amica di una vita,
Patricia Carabellese.
In uno stile fluido, molto curato, in una forma, molto rispettosa della lingua italiana,
pressoché perfetta, Patricia, capitolo dopo capitolo, direi che ci prende per mano e ci
accompagna per le sue avventure, quasi da Odissea (Omero ed Ulisse ci
comprendono), che hanno caratterizzato la prima parte della sua vita.
Innanzitutto la figura fondamentale dei suoi nonni materni, Filippo detto “Nonno
Pippo”, noto ingegnere bolognese, e Nella, siciliana di nascita, ma torinese di
adozione, con cui Patricia ha trascorso la prima parte della sua vita nella grande casa
al Centro di Milano e nella “Villa Nella” ubicata nella zona Abissinia di Riccione e
con loro uno stuolo di domestici.
Poi la figura della mamma Paola, bellissima donna e già hostess, un po’ assente nella
prima parte della vita di Patricia, ma sempre amica, confidente, sostegno.
Da ultimo, ma non da meno, il padre Vincenzo, ufficiale di Marina, nipote
dell’ammiraglio Carabellese e Senatore del Regno d’Italia, severo si, ma che
veramente adorava la sua unica figlia.
In questo quadro, Patricia cresce, diviene donna ed affronta la sua vita.
Nel libro praticamente ci narra tutte le sue esperienze lavorative (da danzatrice del
ventre, a “Trade Director” del Consolato d’Israele a Milano), i suoi Amori che lei
sapeva corrispondere al massimo, ma non era ugualmente dai suoi partners.
Come scritto nella quarta di copertina: «[…] Con umorismo, sensualità e quella che
Calvino chiamerebbe “smania di raccontare”, Patricia, come Ulisse e Sherazade, ci
conduce nelle aule di un collegio aristocratico, nelle vie soleggiate e polverose di
Gerusalemme, nel palazzo della Regina Raina di Giordania e nei palchi calcati dalle
danzatrici del ventre […].».
Eppoi l’avvicinarsi di Patricia all’ebraismo quasi come una naturale continuazione
discendente dalla sua bisava, mamma dell’ava Nella, facente parte di una facoltosa
famiglia ebrea piemontese, ma soprattutto per lo stimare ed l’adorare il fratello Elias
Victor, che lei chiamerà Yas, che la madre ebbe da un facoltoso imprenditore di
religione ebraica americano, dopo che finì la sua storia con Vincenzo.
Ma dopo tutte queste avventure, Patricia finalmente trova l’uomo giusto per la sua
vita,
Yakov, ingegnere aerospaziale, che sposa con rito Ebraico a Milano e quindi si
trasferisce con lui nella loro villa a Riccione, anche e soprattutto per essere vicina alla
mamma Paola che, anni fa, fece questa medesima scelta.
Da amico della Carabellese, ricordo perfettamente le sue vicissitudini lavorative e
passionali di almeno degli ultimi 30 anni.

Infatti ho avuto l’onore di conoscere il “Nonno Pippo” che indegnamente mi stimava
e visitare l’immensa “Villa Nella”, una villa di colore rosso pompeiano sul viale
Gramsci a Riccione.
Poi la sincera stima ed amicizia con la mamma Paola, nonché l’apprezzamento del
padre Vincenzo che, con Patricia, mi venne a trovare a Roma dopo che mi ero
sposato.
Nel leggere questo saggio, che veramente si divora, mi sono ritrovato in tante
situazioni delle mie lunghe vacanze in quel Riccione e la vicinanza di ombrellone con
la famiglia di Patricia Carabellese.
Ulteriore aspetto singolare e particolare sono le citazioni latine e quelle di grandi
autori della nostra Letteratura, che Patricia, grazie alla sua formazione classica, ha, e
bene, appreso negli studi.
È un libro che avrà sicuramente il successo e la popolarità che merita e quindi
ringraziamo Patricia per averci aperto il suo album di ricordi in vista di un futuro
sempre al meglio e degno di una donna intelligente, creativa e professionale.
Concludo ancora citando la quarta di copertina: «[…] La sua vicinanza all’ebraismo
e al mondo politico israeliano inseriscono la sua storia nella grande Storia,
permettendo al lettore di immergersi in un mondo velato dalle nubi nottilucenti, dove
la vita si mescola al sogno e dove ogni conflitto trova pace nel racconto.».
E per me, da storico, il rispetto per Clio è fondamentale.