“CON GLI OCCHI APERTI”: PRESENTATO AD AMBIENTE LAVORO DI BOLOGNA IL NUOVO SINGOLO DEGLI SOS CHE UNISCE SICUREZZA SUL LAVORO E ROCK, GRAZIE A FARAONE INDUSTRIE SPA

 

Bologna, 21 novembre 2024 – È stato presentato in anteprima alla Fiera Ambiente Lavoro di Bologna il nuovo singolo “Con gli occhi aperti”, un progetto rivoluzionario che racconta la sicurezza sul lavoro attraverso le potenti note del rock. Il brano, richiesto da Faraone Industrie Spa, rappresenta un incontro di valori originale, in cui un’azienda sceglie il rock come vettore per sensibilizzare su un tema cruciale come quello della sicurezza.

In una sala gremita, con casse aperte per permettere l’ascolto a tutto il padiglione, il pubblico ha accolto con entusiasmo l’iniziativa che unisce musica e prevenzione. “Con gli occhi aperti” è il frutto della collaborazione tra Marco “Bruco” Ferri, leader degli SOS Save Our Souls, e Faraone Industrie Spa, azienda leader nella produzione di attrezzature per il lavoro in quota, da sempre impegnata nella promozione della cultura della sicurezza.

FARAONE INDUSTRIE SPA: L’INNOVAZIONE DEL ROCK PER LA SICUREZZA
Per la terza volta, un’azienda investe nella musica rock come strumento per comunicare valori fondamentali. Faraone Industrie Spa ha richiesto finanziato interamente il progetto, che include la produzione del singolo, il videoclip e la pubblicazione di un CD.

Laura Volpe, marketing manager di Faraone Industrie Spa, spiega:
“La sicurezza non si limita alla progettazione di attrezzature affidabili. È una questione culturale. Se vogliamo davvero cambiare comportamenti e salvare vite, dobbiamo trovare nuovi modi di parlare alle persone. Il rock, con il suo linguaggio diretto ed emozionale, è uno strumento perfetto per veicolare un messaggio che arrivi al cuore. Abbiamo chiesto a Bruco di realizzare una canzone con un messaggio positivo sulla sicurezza, e ‘Con gli occhi aperti’ è il risultato di questo impegno.”

Da anni, Faraone Industrie Spa integra la sicurezza nella propria mission attraverso campagne di sensibilizzazione, materiali educativi e collaborazioni artistiche. Con il lancio della Faraone Academy, l’azienda ha inoltre inaugurato un percorso formativo per lavoratori e responsabili, dimostrando il proprio impegno a 360° nella prevenzione dei rischi sul lavoro.

IL ROCK COME LINGUAGGIO UNIVERSALE
Marco “Bruco” Ferri, frontman degli SOS, racconta come il progetto sia nato da una sinergia unica:
“Il rock è sempre stato portavoce di temi importanti, e con Faraone Industrie Spa abbiamo trovato un partner visionario, capace di capire il potenziale della musica come strumento di sensibilizzazione. ‘Con gli occhi aperti’ parla di prevenzione in modo positivo: è un invito a vivere pienamente, con consapevolezza e senza sottovalutare i rischi.”

Per Ferri, il rock non è solo un genere musicale, ma un’attitudine:
“Con questo brano vogliamo trasmettere un messaggio proattivo: guardare al futuro con occhi aperti e vivere ogni giorno come se fosse un concerto. Musicalmente, il brano si ispira all’hard rock di artisti come Ozzy Osbourne, combinando energia e riflessione.”

IL VALORE DI UN PROGETTO AMBIZIOSO
Andrea Trespidi, ideatore del testo e Responsabile Formazione QHSE di A2A, sottolinea:
“La sicurezza non deve essere percepita come un obbligo noioso, ma come un’opportunità per proteggere ciò che amiamo. Attraverso la musica, possiamo parlare di prevenzione in modo diretto e coinvolgente. ‘Con gli occhi aperti’ racconta cosa accade quando una vita viene salvata: la consapevolezza di tutto ciò che ancora possiamo fare e dire.”

Trespidi aggiunge:
“Questo progetto dimostra che salute e sicurezza possono essere argomenti popolari. Il rock è un linguaggio universale, capace di raccontare storie e di coinvolgere persone di tutte le età.”

UN FUTURO SICURO E ROCK
“Con gli occhi aperti” segna solo l’inizio di un percorso innovativo. Il videoclip del brano e l’EP dedicato alla sicurezza sul lavoro, finanziati da Faraone Industrie Spa, saranno strumenti per amplificare il messaggio e coinvolgere un pubblico sempre più vasto.

Faraone Industrie Spa, con questo progetto, non solo ribadisce il proprio ruolo di leader nel settore, ma si pone come un esempio unico di come un’azienda possa abbracciare l’arte per fare la differenza nella vita delle persone.

Il brano ed il suo video:
https://www.faraone.com/musica-sicurezza/




GDF ROAN PESCARA: INAUGURATA LA NUOVA CASERMA SEDE DELLA SEZIONE AEREA DELLA GUARDIA DI FINANZA DI PESCARA

Il 22 novembre, alla presenza del Comandante Regionale Abruzzo, Gen. B. Germano Caramignoli, è stata celebrata la solenne cerimonia di inaugurazione della nuova caserma, sede della Sezione Aerea di Pescara. Il nuovo edificio, situato all’interno del sedime aeroportuale dell’Aeroporto Internazionale d’Abruzzo “Pasquale Liberi”, è una struttura moderna, efficiente e all’avanguardia, parte di un più ampio progetto volto a razionalizzare ed ammodernare il patrimonio immobiliare in uso al Corpo.

La caserma è intitolata al Capitano pilota Paolo Mancini, già Comandante della Sezione Aerea di Pescara dal 12 aprile 1983 al 29 settembre 1985, che il 31 gennaio del 1987 trovò la morte a soli 29 anni, insieme al Brigadiere pilota Francesco Picena, a seguito di un incidente di volo nelle acque del basso Adriatico, durante una missione di perlustrazione costiera per il contrasto del contrabbando.

Alla cerimonia, che ha visto la partecipazione di numerose autorità civili, militari e religiose, hanno presenziato il Presidente della Regione Abruzzo, dott. Marco Marsilio, i Prefetti di Pescara e L’Aquila, Flavio Ferdani e Giancarlo Di Vincenzo e l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pescara, Avv. Adelchi Sulpizio in rappresentanza del Sindaco Carlo Masci.

Dopo la benedizione della caserma impartita dal Vescovo di Pescara, S.E. Reverendissima Monsignor Tommaso Valentinetti, accompagnato dal Cappellano militare del Comando Regionale Abruzzo, Don. Stefano Aita, la madrina della cerimonia, Signora Concetta Piliero, consorte del compianto Ufficiale, ha proceduto al tradizionale taglio inaugurale del nastro tricolore.

Nel suo intervento di saluto, il Comandante Regionale, nel porre in risalto la ricorrenza del 70° anniversario di istituzione del Servizio Aereo, ha evidenziato come la sinergia tra le componenti di terra, cielo e mare della Guardia di Finanza sia essenziale per permettere al Corpo di assolvere pienamente le proprie funzioni istituzionali. I Reparti aerei e navali svolgono infatti una irrinunciabile e quotidiana azione di servizio a presidio della sicurezza economica e finanziaria del Paese e dell’Unione Europea, anche alla luce della riforma operata con il Decreto legislativo n.177 del 2016, che ha attribuito alla Guardia di Finanza la specialità della sicurezza del mare e il ruolo di unica forza di polizia operante in questo ambito.

La cerimonia si è conclusa con una visita dei locali della nuova struttura e dell’hangar da parte delle Autorità e degli ospiti intervenuti, cui ha fatto seguito il tradizionale brindisi augurale.




Attività dei Carabinieri di Alba Adriatica e Giulianova. Denunciati due uomini: uno per danneggiamento e l’altro per furto di energia elettrica.

I Carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica e Giulianova, in aggiunta ai servizi ordinari, hanno eseguito dei servizi straordinari di controllo del territorio sia nei comuni costieri sia in quelli ubicati nella fascia collinare, miranti alla prevenzione e repressione dei reati in genere e al fine di contribuire a garantire un elevato indice di sicurezza ai residenti di tali comuni.

Il servizio, che ha visto coinvolte alcune delle  Stazioni delle Compagnie, i Nuclei Radiomobili e militari in abiti civili,  è stato eseguito  presidiando le principali arterie stradali del territorio rivierasco e le vie di comunicazione sulla “Val Vibrata”, “Val Vomano” e  “Val Tordino”; ispezionando gli esercizi pubblici, verificando il rispetto delle prescrizioni imposte dall’A.G. agli arrestati domiciliari e ai soggetti sottoposti a misure di sicurezza e/o prevenzione; vigilando sulla circolazione stradale e sul rispetto delle norme al codice della strada specialmente per quanto attiene l’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti per chi si mette alla guida di mezzi.

Nel corso dei servizi sono stati controllati: 57 mezzi, identificati oltre 100 persone, controllati 19 soggetti posti a misure restrittive della libertà personale, ispezionati 12 esercizi pubblici.

Durante i servizi dal carattere prettamente preventivo non sono mancati comunque i risultati di tipo repressivo infatti:

  • Ad Alba Adriatica i Carabinieri della locale stazione hanno denunciato il titolare di un bar cittadino per furto aggravato di energia elettrica. I Carabinieri hanno accertato che il contatore dell’energia elettrica a servizio del locale era stato manomesso realizzando un “baypass” che permetteva al locale di avere energia elettrica senza passare dal contatore. Nell’occasione è stato appurato che il danno causato alla ditta fornitrice dell’energia è di circa 11.000 euro.
  • A Giulianova i Carabinieri della locale stazione hanno denunciato un uomo per danneggiamento aggravato, lo stesso senza un apparente motivo ha danneggiato la barriera d’ingresso al Molo Nord di Giulianova.



L’Aquila. Gaetano Manfredi nuovo Presidente facente funzioni di Anci: gli auguri di buon lavoro dell’Assessore Roberto Santangelo

L’AQUILA – L’assessore con delega agli Enti Locali della Regione Abruzzo, Roberto Santangelo, esprime le sue congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro al sindaco di Napoli e neo Presidente facente funzioni di ANCI, Gaetano Manfredi.

“I miei migliori auguri di buon lavoro al sindaco Gaetano Manfredi. Sono certo che, con la sua esperienza e con l’approccio istituzionale che lo contraddistingue, saprà esercitare egregiamente il ruolo di Presidente facente funzioni di ANCI” ha dichiarato Santangelo.

L’assessore Santangelo ha inoltre invitato il neo presidente Manfredi a visitare l’Abruzzo per avviare un dialogo proficuo e costruttivo su temi chiave del territorio regionale: “La ricostruzione post-sisma, il rilancio delle aree interne e il potenziamento dei servizi locali sono argomenti cruciali per contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni e per garantire il benessere sociale nei territori. Sono convinto che, attraverso il dialogo e il confronto, si potrà lavorare in sinergia per raggiungere gli obiettivi di sviluppo regionali e nazionali,” ha concluso Santangelo.




GDF PESCARA: PROTOCOLLO D’INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L’AGENZIA DELLE DOGANE E DEI MONOPOLI E LA GUARDIA DI FINANZA. RIUNIONE PERIODICA.

In attuazione del protocollo d’intesa nazionale del 2023, nella mattinata del 20 novembre presso l’Ufficio dei Monopoli per l’Abruzzo sede di Pescara, si è tenuta una riunione di coordinamento tra il Direttore dell’Ufficio dei Monopoli per l’Abruzzo, Dr.ssa Stefania Provini ed il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, Colonnello t.SPEF Giuseppe Lopez, in occasione della quale sono state discusse le strategie operative per una piena valorizzazione delle sinergie istituzionali e per il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza delle operazioni sul territorio della Provincia di Pescara.

Nel corso della riunione, è stato messo in evidenza come la sinergia operativa, il consolidamento dei rapporti di collaborazione, di supporto reciproco e di complementarietà tra le due Amministrazioni nonché la massima attenzione prestata al settore del gioco pubblico, rappresentino le basi fondamentali per la prevenzione ed il contrasto del gioco illegale e per il contrasto dei tentativi di infiltrazione della criminalità, sia economica che organizzata, cui è prioritariamente rivolta l’azione della Guardia di Finanza.




Festa del vino a Castrum Petrae: sabato 23 e domenica 24 novembre si rinnova la tradizione a San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pe)

 

Cibo, vino e tanta musica nel centro storico. Iniziative per i più piccoli a cura di Legambiente Maiella e Museo dei Fossili e delle Ambre

San Valentino in A.C. (Pe) – Il bellissimo centro storico di San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pe) si prepara ad accogliere l’edizione 2024 della “Festa del vino a Castrum Petrae”, evento ormai storico nel panorama abruzzese delle ricorrenze autunnali in onore di Bacco.

Sabato 23 (dalle 18:00 alle 2:00) e domenica 24 novembre (dalle 12:00 alle 22:00), nelle cantine disseminate lungo le “rue” del borgo antico, si potranno assaggiare piatti tipici della tradizione abruzzese: polenta, zuppa di lenticchie, pallotte cacio e ove, castagne, zuppa di ceci, salsicce, porchetta, pizze fritte, il tutto accompagnato da fiumi di vino rosso Montepulciano.

Saranno 8 i punti cibo disseminati lungo un percorso enogastronomico che attraversa tutto il paese, da piazza Duomo, al Castello, passando per via Donati, fino al Museo dei Fossili e delle Ambre.

Cibo, vino, ma anche tanta musica e animazione. La festa, che quest’anno taglia lo storico traguardo dei 25 anni, propone per la serata di sabato, un dj set proprio in piazza Duomo, nel cuore del centro storico.

Domenica 24, invece, si inizia alle 12:00 con il mercatino dell’artigianato locale e il pranzo nei tanti punti cibo disseminati nel borgo. Poi ancora, musica tradizionale itinerante e nel pomeriggio, l’iniziativa di Legambiente Maiella, con un maxi gioco dedicato ai più piccoli, sempre in piazza Duomo.

Nei giorni della festa, inoltre, sarà possibile visitare il Museo dei Fossili e delle Ambre, e proprio nel cortile interno del museo, degustare dolci tipici e l’immancabile vin brulé preparato al momento.

La manifestazione è organizzata grazie alla collaborazione tra Amministrazione comunale e associazioni locali.




Emendamento per evitare sanzioni disciplinari ai militari, soddisfazione per l’Enbital Pescara

 

Il Senatore Dario Damiani (Forza Italia), su impulso di UNARMA, Associazione Sindacale Carabinieri e il Centro studi ENBITAL promosso dal Presidente Nazionale Dottor Ingegner Paolo Provino per gli aspetti economici, ha presentato un emendamento all’ordine del giorno, già approvato, sull’ordinamento militare, deliberato dalla Commissione Bilancio del Senato.

 – conclude Provino.




A Chieti, “Svuota l’armadio e ricicla”: iniziativa dei Lions per una beneficenza sostenibile

 

Chieti – Dal 22 al 24 novembre il Lions Club Chieti I Marrucini e il Lions Club Chieti Host, in collaborazione con il Centro Commerciale Megalò, organizzano l’evento “Svuota l’armadio e ricicla”, una raccolta di abiti usati da destinare ai più bisognosi.

All’interno di Megalò, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, saranno raccolti abiti usati da destinare alla beneficenza. Gli indumenti dovranno esser puliti e in buone condizioni, nel rispetto della dignità di coloro che li riceveranno. Gli aderenti, in cambio dei capi donati, riceveranno Gift Card da spendere successivamente all’interno dello stesso centro il cui valore sarà determinato in base al peso dei capi consegnati, per un valore massimo non superiore ai venti euro. Sarà erogata una Gift Card a persona al giorno, con la possibilità di tornare nei giorni successivi. Non saranno accettate scarpe, accessori, indumenti intimi e pigiami.

«Questa iniziativa può essere letta come positiva a più livelli» hanno spiegato Cristina Nudi, Presidente Lions Club Chieti I Marrucini e Luca Cipollone, Presidente Lions Club Chieti Host. «Chi dona ha l’opportunità di liberarsi di capi che non utilizza più, avendo la certezza del modo in cui saranno impiegati. Inoltre, avrà in cambio buoni acquisto reali da poter utilizzare per nuovi acquisti. Questi sono i vantaggi pratici, ma ci sono poi le finalità morali: la possibilità di aiutare chi ne ha bisogno e, nel farlo, di salvaguardare l’ambiente evitando di buttare cose altrimenti non facilmente differenziabili».




Il Sindacato dei giornalisti abruzzesi considera inaccettabili i giudizi espressi, in una sede istituzionale quale è quella del Consiglio comunale, dal sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis.

 L’attacco alla professionalità di tutti quei colleghi che, ogni giorno, raccontano il territorio, testimonia un’ostilità preconcetta nei confronti di tutti coloro che non si allineano al pensiero di chi amministra. E’ grave che il sindaco di una delle principali città d’Abruzzo consideri le ricostruzioni dei cronisti come “stupidi articoli” e “chiacchiericcio da bar lontano dalle logiche dell’informazione” soltanto perché danno voce ai cittadini, riportando fatti e polemiche così come si sono verificati. Ringraziamo la consigliera comunale Manuela Natale per la solidarietà che ha voluto esprimere alla categoria; al sindaco ricordiamo che non può permettersi in alcun modo di mettere in discussione l’integrità di professionisti che, con il loro impegno quotidiano su carta stampata, radio, televisione e web, garantiscono ad ogni cittadino il diritto di essere informato.




Castelli e fortificazioni in Abruzzo dal VI al XVI secolo   di Gabriella Izzi Benedetti *

 

 

Le ragioni che hanno determinatoin Abruzzo una così grande quantità di castelli e fortificazioni sono in prevalenza riferite alla sua configurazione: l’aspetto geografico montuoso e accidentato non ha favorito il formarsi di grossi agglomerati urbani, impedendo il determinarsidi una difesa centralizzata, sicché piccoli e medi centri si  frantumarono in una miriade di piccole roccheforti; e poi il fatto che per secoli l’Abruzzo è stata terra di confine e come tale bisognosa di una ricca tessitura difensiva. Non dimentichiamo le innumerevoli valli, gole; i passi, i boschi, di cui la regione è dotata, tutti luoghi infidi.Il castello fortezza di Civitella del Tronto, a confine con le Marche è la più straordinaria espressione difensiva dei confini, la più importante del centro sud Italia, e in linea con le migliori d’Italia, con una superficie di 25.000 mq. Di stile rinascimentale fu l’ultimo baluardo della resistenza borbonica contro i garibaldini. Capitolò tre giorni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia.

 

Questo insieme di fattori rese l’Abruzzo di più difficile accesso e solo dal VI secolo si assiste da parte dei Goti alla distruzione delle poche città esistenti e delle strutture difensive. La gente fuggì, il bosco si sostituì alle zone coltivate, i grandi pascoli si frantumarono, la transumanza subì un arresto, le strade divenute impraticabili crearono una situazione di stallo con grave danno economico. Ma tra le motivazioni non può mancare l’essere l’Abruzzo anche zona rivierasca e come tale esposta a incursioni piratesche, tentativi di invasione stabile via mare da parte di popolazioni orientali, pensiamo all’espansionismo islamico. Ecco dunque che già dal VII secolo troviamo torri, incastellamenti a livello marino, o in zone paludose e boscose specie a nord e in entroterra collinari non distanti.

 

L’Italia per circa mille anni pagò il disfacimento dell’Impero romano e questo ancor prima della sua caduta ufficiale(476 d. C.). I barbari si sentirono liberi di saccheggiare, distruggere, creare nuove strutture. I bizantini si reputarono,specie a sud, i veri depositari dell’eredità romana; e poi Arabi, drappelli di guarnigioni romane irriducibili ad accettare la nuova realtà, Longobardi, Saraceni. In seguito sarà la volta di Franchi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, per finire con le grandi lotte di potere tra Francia e Spagna, i vari domini germanici e ci fermiamo qui.In questo arco di tempo le strutture fortificate assumono un ruolo centrale. Ha origine il fenomeno dell’incastellamento che include non solo il castello di tipo classico, ma ogni tipo di fortificazione a scopo difensivo o di contrattacco.

 

Il castello è condizione insostituibile in un’epoca in cui popolazioni allo sbando trovano in esso possibilità di sopravvivenza. Castello dal latino castrum, accampamento militare di grandi proporzioni. Siamo di fronte a un nuovo ciclo storico. Il castello, circondato da profondi fossatile cui sponde erano collegate dal ponte levatoio, possedevaripari rettangolari, i merli, muniti di feritoie molto piccole dalle quali era possibile colpire i nemici con scarsissima probabilità diessere a loro volta colpiti, e poi saracinesche, piombatoi, passaggi segreti, e nei sotterranei le segrete, cioè prigioni.Nel castello confluivano le popolazioni circostanti all’affacciarsi di un pericolo, mettendo al sicuro in appositi silos, i raccolti. L’economia curtense è questa: vivere di una economia autonoma. All’interno della corte, organismo giuridico ed economico, si compiva il ciclo della produzione e dello scambio, si svolgeva l’attività amministrativa sotto la protezione di un capo unico fornito di immunità tributaria e giurisdizionale.

 

Nella parte alta del castello abitavano il feudatario e i più alti capi militari; in quest’area troviamo l’armeria e il tesoro. Il resto della guarnigione militare, la servitù e altre presenze vivevano ai margini del castello munito di cinte di mura concentriche o esagonali, interrotte spesso da torri fortificate. Non mancava della spaziosissima corte la chiesa il cui campanile svolgeva la stessa funzione delle torri d’avvistamento. Gli abitanti delle cinte più esterne erano soggette, forse perché meno controllabili, a uno speciale giuramento di fedeltà.Le fortificazioni fannoinvece parte di un’ampia gamma di strutture, poste in genere in luoghi alti, in modo da abbracciare un ampio orizzonte, lontane da vie consolari e percorsi più noti. A volte gruppi di fortificazioni si univano creando città fortificate che presero il nome di cerchie o contee.

 

Quella più famosa in Abruzzo, ma anche esempio raro in Italia fu la città dell’Aquila, sorta dall’unione di 99 castelli; ma su questo dato non esiste certezza storica.Oltrealle torri di genere difensivo, come le fortezze che privilegiavano luoghi pianeggianti, vicinanza di fiumi o laghi, esistono i borghi fortificati, le terre-mura, le rocche.I castelli in Abruzzo non cambiano di molto la propria struttura con l’avvicendarsi di dominazioni, anche per il sovrapporsi di stili dovuti a distruzioni e ricostruzioni; ma c’è una particolare tipologia tutta abruzzese (due esemplari si trovano solamente in Umbria) e sono i castelli recinto ocastelli pendio. Creati con grande intelligenza conciliavano sicurezza e tranquillità di lavoro all’esterno dell’abitato.

 

Ubicati con alle spalle uno strapiombo impraticabile, in luoghi dotati di un pendio anche ripido e di un fondo vallivo il più possibile vicino da adibire a pascolo e agricoltura, si prolungava oltre il recinto con un borgo collocato nel pendio fronteggiante la valle, con in vetta un’altra torre di avvistamento, il puntone rivolto verso lo strapiombo non abitato, sicché il nemico era avvistato immediatamente. Al suono del corno tutti gli abitanti e il bestiame abbondavano il borgo rifugiandosi nel castello dove era custodito il raccolto assieme a ciò che di prezioso aveva la popolazione. In tal modo si poteva resistere per mesi. Un esempio tra i più antichi è quello del castellodi Beffi, nelle vicinanze dell’Aquila; rimangonola torre alta più di 100 metri, cinte murarie, feritoie, edifici interni ristrutturati,grotte e terrazzamenti.I resti della fortificazione si trovano aipiedi del paese, presso il fiume Aterno.

 

Ne troviamo a Barisciano con pianta quadrangolare, aSan Pio, realizzato in più tempi, aPereto, aMontegualtieri con torre triangolare d’avvistamento, e non solo. Il castello pendio di Introdacqua, ha una torre cintata ancora in ottime condizioni.Il mutamento politico irreversibile avvenne con i Longobardi che crearono un nuovo assetto in grado di offrire stabilità di dominio. Stanziatisi nelle regioni nordiche intorno al 571, discesero a sud già in parte integrati con le popolazioni; convertitisi al cristianesimo, rispettarono la parte di territorio “di san Pietro”, di pertinenza papale; penetrarono nell’area interna centro meridionale dando origine al ducato di Spoleto a nord e di Benevento a sud. L’Abruzzo ne fece parte: a nord fu incluso nel ducato di Spoleto, a sud in quello di Benevento; il fiume Sangro ne delimitava i confini.

 

Di nuovo Abruzzo terra di confine. I raggruppamenti di famiglie in borghi detti Fare vennero muniti di difese incluse in grandi contee e gastaldati abitati da feudatari così potenti che spesso erano in grado di sconfiggere nemici esterni, ma non di controllarsi l’un l’altro, il che li indebolì politicamente, ma non incise sull’economia, avvantaggiatasi della stabilità di dominio. Vennero riutilizzati percorsi sconnessi della viabilità romana e preromana presenti specie in zone montuose e vennero create le basi per la più importante strada che da Firenze raggiungeva Napoli, la via degli Abruzzi, intersecando la regione dotata di 11 fortificazioni che rendevano sicuro il tragitto, dando modo all’Abruzzo di riprendere l’esportazione delle sue maggiori ricchezze quali lana zafferano, prodotti caseari. La produzione di olio e grano appartenente a zone collinari o costiere usufruiva di trasporti marittimi specie verso Puglie, Marche e Veneto. Venne riattivata la transumanza con i benefici che conosciamo. Nella complessa realtà medievale un ruolo determinante è quello della Chiesa nel bene e nel male; ma bisogna riconoscerle l’enorme ruolo civilizzatore e quello difensivo.

 

In questo le Pievi (dal latino plebs popolo, pievi rustiche) furono risolutive. Situate spesso lungo i percorsi tratturali, oltre ad assolvere funzioni religiose e proteggere, mettevano al sicuro i raccolti, amministravano la giustizia. La loro importanza decadde con l’avvento dei grandi monasteri Benedettini, (in Abruzzo tra monasteri, monasterini e celle se contavano 300), dotati dispazi agricoli propri, grandi strutture, tra cui quelle di ospitalità e cura; erano luoghi sicuri. Divennero in più d’un caso feudi di tipo ecclesiastico, temibili concorrenti del potere feudale laico, godendo fra l’altro di benefici e garanzie particolari; sicché a molti nobili, specie se di ramo cadetto, convenne entrare nello stato ecclesiale. Tra i due poteri s’istaurò una complessa tessitura di alleanze e inimicizie.

 

Anche dei castelli longobardi troviamo testimonianza nella zona della Marsica, del Fucino: Pescina, Navelli, Torre della Fara, Rapino, Gessopalena, e altrove.La loro stabilità di domino concorseall’impulso verso scambi commerciali ad ampio raggio. In quel periodo i Saraceni iniziarono ad assediare le coste e fu indispensabile arricchirle con torri d’avvistamento, castelli verso l’interno e borghi fortificati. Ma verso l’XI secolo ai Longobardisi sostituirono i Normanni giunti come mercenari, fuggendo dalla Normandia dove l’incremento demografico creava difficoltà di vita. Astutissimi, basti pensare a Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo (o Terror Mundi), in breve si impossessarono di tutte le terre fino al Tronto, si convertirono al cristianesimo avendo così il riconoscimento giuridico pontificio.

 

Da questa nuova situazione politica l’Abruzzovenne aggregato al meridione fino alla unità d’Italia. Lo stato venne diviso in contee e baronie; si cercò di centralizzare il potere inserendo i castelli all’interno delle città. I Normanni crearono un loro modo di costruire torri su base quadrata, alte, prive di scarpata troviamo qualche esempio nella zona della Marsica, del Fucino, come, tra le altre,in Pescina, Navelli, Popoli, Roccaspinalveti. Tra gli aspetti positivi del dominio normanno ci fu il cambio di mentalità: il territorio non più visto come miniera da sfruttare. Ma un bene da valorizzare e tramandare. Diedero anche impulso alle arti e vennero create molte abbazie e cattedrali. A loro si deve il consolidamento attraverso l’Appennino della via degli Abruzzi che da Napoli a Firenze creava una continuità di scambi con il resto dell’Europa.

 

Il passaggio dal loro dominio a quello svevo fu indolore, con il matrimonio dell’ultima Altavilla, Costanza, data il sposa al figlio dell’imperatore svevo Federico Hohenstaufen, Enrico VI. Nonostante la fedeltà normanna al Papa (Costanza era sotto sua tutela) i rappresentanti dell’impero e del papato erano storicamente in collisione. Sorvolando sulle note storiche, i castelli svevi vengono definiti federiciani in quanto fu Federico IIpersonaggio d’intelligenza e apertura mentale straordinaria, che diede incremento alla cultura,a opere di ingegneria, modificando fra l’altro il sistema di realizzazione dei castelli costruiti fino ad alloracon l’adattarsi alle condizioni del terreno. Invece i castelli federiciani hanno un’articolazione indipendente dal terreno; venivano scelti luoghi adatti non solo strategicamente ma territorialmente, ispirandosi agli impianti difensivi arabi e bizantini. Hanno una regolarità matematica, si articolano su pianta quadrata con quattro ali munite di torri poligonali o cilindriche, in corrispondenza degli angoli. Ne abbiamo esempi: Rocca Calascio, Castel Manfrino costruita dal figlio di Federico, Manfredi, Tagliacozzo e altri. Come sappiamo gli Angioini, invitati dal papa, essendo di parte guelfa e dunque fedeli alla Santa Sede discesero alla conquista del territorio, dopo la morte di Federico II (1250), e riuscirono. In breve in Abruzzo i feudatari divennero tutti francesi, eccetto una piccola schiera autoctona tra cui i Valignani di Chieti e gli Acquaviva di Atri. I castelli angioini non si discostarono molto da quelli svevi ma prevalse l’uso delle torri cilindriche aumentate di dimensioni, venne abbassata per sicurezza la torre centrale, si munì la sommità delle torri con merli, beccatelli, caditoie; in Abruzzo ne reperiamo a Palmoli, Bussi, Bominaco, Crecchio, Vasto, Ortona, Carsoli e poco d’altro. Anche il regno angioino durò poco, le lotte di conquista lunghe e complesse portarono nel 1504 Luigi XII di Francia a cedere il regno dei d’Angiò alla Spagna. Ma, a causa dell’intrecciarsi di parentele i vari sovrani incominciarono a reclamare diritti.

 

L’Italia divenne un campo di battaglia e grande fortuna raggiunsero i capitani di ventura; in Abruzzo fra gli altri Braccio da Montone, Muzio Attendolo Sforza, Jacopo Caldora. Quest’ultimo, in uno slalom tra i vari contendenti riuscì a possedere castelli, in zona Fucino, a Vasto, ad Archi e altrove. Intanto il modo di fare guerra cambiava velocemente con l’uso della polvere da sparo, che tra il XV e il XVI secolo trasformò lo scenario bellico. Fu possibile a distanza l’annientamento di formazioni di fanteria. Il mortaio da assedio venne rimpiazzato col cannone da campo a canna liscia che colpiva la fanteria avversaria prima di ingaggiare un combattimento corpo a corpo. Si trattò di una vera rivoluzione.

 

In questo nuovo modo di difendersi si cercarono alternative architettoniche e gli architetti toscani spiccano come Giorgio Martini, i Sangallo e soprattutto Michelangelo. L’ultima immagine del castello fortificazione è quello rinascimentale a pianta quadrata, con quattro bastioni agli angoli e le mura che vanno da bastione a bastione. Il castello dell’Aquila ne è tipico esempio come quello di Casoli. Nei secoli seguenti divennero luoghi residenziali di nobili e re come aTocco Casauria oBalsorano. I castelli sono ormai parte del nostro passato, ma continuano ad attrarci come tutto ciò che stimola la fantasia. Il periodo romantico ne esaltò quanto di misterioso, avventuroso, eroico e poetico emanavano.  Ma, purificati dal tempo, racchiudendo in sé l’essenza stessa dell’umanità con quanto di bene e di male, tenero e crudele è in essa, continuano a sedurcicon il loro fascino emblematico.

 

*Presidente Società Vastese di Storia Patria