Confartigianato Imprese Teramo – Unione Provinciale Artigiani di Teramo premiazione della XIII edizione del Concorso “L’Artigianato sale in Cattedra”

Si è svolta questa mattina la cerimonia di premiazione della XIII edizione del Concorso “L’Artigianato sale in Cattedra” organizzato dall’ Unione Provinciali Artigiani e PMI – Confartigianato Imprese Teramo con il patrocinio della Provincia di Teramo e del Comune di Teramo, il contributo della C.C.I.A.A. di Teramo, della Bper Banca  e della Fideuram Ufficio Promotori di Teramo.

Tra le autorità presenti: il Dott. Edoardo D’Alascio Vicario del Prefetto, in rappresentanza del Comune di Teramo il Sub Commissario Dott. Edoardo D’Alascio, il Presidente della C.C.I.A.A. di Teramo Dott. Gloriano Lanciotti, in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico di Teramo la Prof.ssa Maria De Dominicis, in rappresentanza degli Istituti di Credito la Dott.ssa Elena Casciola della Bper Banca e il Dott. Giustino Di Dalmazio della Banca Fideuram.

Una splendida manifestazione sentita dagli alunni e dai docenti che hanno colorato la sala Congressi della C.C.I.A.A. di Teramo, alla presenza dei giornalisti ed emittenti locali.

Il tema di quest’annoLe attività artigiane chiamate alla ricostruzione post-terremoto”, ha permesso ai ragazzi di esprimere al meglio la loro creatività e fantasia.

Il Presidente della Confartigianato di Teramo, Prof. Luciano Di Marzio, ha richiamato l’attenzione sulle opportunità di lavoro offerte dall’artigianato e come da sempre l’associazione si impegna ad avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro.

L’attribuzione dei premi è stata decisa dall’apposita commissione di cui hanno fatto parte: il Presidente della Confartigianato Teramo Prof. Luciano Di Marzio, il segretario della Confartigianato Teramo Dott. Daniele Di Marzio, la Dott.ssa Tonia Ruggieri della Camera di Commercio di Teramo, la Prof.ssa Monia Isolani dell’Ufficio scolastico di Teramo, la Prof.ssa Alessandra Micacchioni dell’Istituto Omnicomprensivo di S.Egidio-Ancarano, L’Architetto Giuseppe Di Giovanni, la Direttrice di Teleponte la Dott.ssa Serena Suriani, la giornalista Dott. Giacinta Cingoli.

Dalle valutazioni espresse dai componenti della giuria sono risultati vincitori: per le prime Medie con il primo premio di 500 euro la 1° C della Scuola Media di Basciano, il secondo premio di 300 euro è andato alla 1° A della Scuola Media di Campli e il terzo premio di 200 euro è andato ai ragazzi della 1°A della Scuola Media di S. Onofrio; per le seconde Medie il primo premio di 500 euro è stato assegnato alla 2° C della Scuola Media di Basciano, il secondo premio di 300 euro è stato assegnato alla 2°A della Scuola Media di Montorio e il terzo premio di 200 euro ai ragazzi della 2° della Scuola Media Bindi- Circolino Parsifal; per le terze Medie il primo premio di 500 euro è andato alla 3° F della Scuola Media di Nerito- Montorio, il secondo premio di 300 euro è andato ai ragazzi della 3° C della Scuola Media di Basciano e il terzo premio di 200 euro alle 3° della Scuola Media Bindi – Circolino Parsifal.

In chiusura è stato sorteggiato un premio di 500 euro tra tutti gli insegnanti che hanno aiutato i ragazzi ed è stato estratto Francesco Castiglione del Circolino Parsifal. Il Presidente della Confartigiato di Teramo a conclusione della manifestazione ha ringraziato tutti i partecipanti, i docenti e i dirigenti scolastici dando appuntamento alla 14° Edizione del concorso che si svolgerà l’anno prossimo.

Teramo, 06 giugno 2018




L’Aquila. ABruzzESi e BENESSERE ECONOMICO E SOGGETTIVO

Dopo i fascicoli su salute, istruzione e formazione e qualità del lavoro ABruzzESi prosegue con un focus sul benessere economico e soggettivo. Nel presente report si parlerà di reddito disponibile pro capite, di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, di rischio di povertà, di grave deprivazione materiale, di qualità dell’abitazione, di difficoltà economiche soggettive e di bassa intensità lavorativa.

“La situazione che ne emerge – osserva Lorenzo Santilli, Presidente del CRESA – è quella di una regione fragile, nella quale il gap nella distribuzione del reddito aumenta a svantaggio della frangia più povera della popolazione, 1 residente su 5 è a rischio di povertà, più di 1 su 10 vive in una situazione di grave deprivazione materiale”

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Il reddito disponibile pro capite[1] ammonta in regione nel 2015 a € 15.608, che corrisponde all’89% del reddito medio nazionale (€ 17.826) ed è superiore al solo valore relativo al Mezzogiorno. L’Abruzzo si colloca al 13° posto della classifica delle regioni italiane, capeggiata dal Trentino con 22.188 € e chiusa dalla Calabria con 12.237 €. Rispetto all’anno precedente il reddito pro capite aumenta dell’1,8%, assai più che a livello Italia (0,9%).

La crescita del reddito disponibile non ha modificato la disuguaglianza nella sua distribuzione: nel 2015 il rapporto tra il reddito percepito dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con quelli più bassi è pari nel 2015 a 5,0, contro una media Italia del 5,8 e Europa del 5,2. L’Abruzzo si posiziona all’11° posto della classifica delle regioni più virtuose, nell’ambito della quale la prima posizione è della Valle d’Aosta con 3,8 e l’ultima della Sicilia con 8,3. A preoccupare è l’aumento che la sperequazione nella distribuzione del reddito ha fatto registrare in regione dal 2004 al 2015: la differenza è cresciuta dello 0,8% contro un aumento medio nazionale dello 0,2% e ripartizionale dello 0,3%.

Non roseo il quadro relativo alle difficoltà economiche derivanti dall’avere un reddito inferiore a quello mediano, dal non potersi permettere alcune tipologie di spese, dall’avere un’abitazione inadeguata per svariati motivi, dal percepire di essere in una situazione di grave difficoltà economica o dal vivere in famiglie in cui non c’è abbastanza lavoro.

La diseguaglianza nella distribuzione del reddito comporta anche un elevato rischio di povertà. Si considerano a rischio di povertà le persone con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. L’Abruzzo, con il 21,7% della popolazione a rischio di povertà, si colloca al di sopra della media nazionale (19,9%) e si posiziona al 13° posto della graduatoria delle regioni italiane aperta dalla Valle d’Aosta (7%) e chiusa dalla Sicilia (42,3%).

La problematicità della situazione abruzzese è confermata sia dagli indicatori di grave deprivazione materiale e ancor più abitativa. Si considerano in situazione di grave deprivazione materiale  le persone che vivono in famiglie che hanno almeno 4 dei 9 seguenti problemi: non poter sostenere spese impreviste di 800 €; non potersi permettere una settimana di ferie l’anno lontano da casa; avere arretrati di mutuo, affitto, bollette o altri debiti come ad es. gli acquisti a rate; non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, cioè con proteine della carne o del pesce (o equivalente vegetariano); non poter scaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere una lavatrice oppure un televisore a colori o un telefono o un’automobile. L’11,1% dei residenti, percentuale leggermente inferiore alla media nazionale (11,5%) e in forte aumento rispetto all’anno precedente (9,5% nel 2015 e 8,6 nel 2014) soffre di gravi carenze materiali e l’Abruzzo si posiziona al 13° posto della graduatoria delle regioni ordinate per virtuosità nell’ambito della quale primeggia il Veneto con il 3,6% ed è la Sicilia, con il 27,3%, a riportare il peggior valore.

Per quanto riguarda il sovraffollamento abitativo e la carenza di alcuni servizi essenziali nell’abitazione(problemi strutturali, mancanza di luce e/o di acqua corrente) si fa riferimento al dato del 2013 nel quale alla regione viene attribuito il valore di 7,1%, inferiore al dato medio nazionale dell’8,8%. L’Abruzzo si posiziona al 5° posto delle regioni più virtuose preceduto solo da Friuli-Venezia Giulia, Basilicata, Lombardia e Piemonte.

Per quanto riguarda la valutazione soggettiva della difficoltà economica, data dalla quota di persone in famiglia che dichiarano di arrivare a fine mese con grande difficoltà, si osserva che nel 2015 essa riguarda il 21,3% della popolazione residente in famiglia, valore che posiziona l’Abruzzo al 16° posto della classifica delle regioni italiane (1° posizione Veneto con 5,7%) seguito solo da Calabria, Puglia, Sicilia e Campania. Il dato, di per sé preoccupante, diventa ancora più allarmante se confrontato con il valore del 2004, quando solo poco più del 14% della popolazione valutava grave la propria situazione economica. A fronte di un netto peggioramento in regione nel resto del paese l’indicatore mostra nel complesso stabilità e al Centro un netto miglioramento.

Il disagio economico che caratterizza la regione sembra legato anche alla difficoltà per le famiglie e gli individui ad entrare e permanere nel mondo del lavoro.

Un’altra misura dello stato di necessità in cui le famiglie possono trovarsi è, infatti, data dalla bassa intensità lavorativa familiare. Il dato regionale mostra che l’11,8% delle persone con meno di 60 anni vive in famiglie nelle quali le persone in età lavorativa hanno lavorato per meno del 20% del loro potenziale. L’Abruzzo si colloca al 14° posto tra le regioni italiane (1° posto il Trentino-Alto Adige con 4,3%; ultimo posto la Sicilia con 28,3%), poco al di sotto della media nazionale (11,7%), in aumento rispetto al 2004 di 3,8 punti percentuali (Italia: 0,6 punti percentuali).

Alla determinazione dal livello di soddisfazione per la vita complessivamente intesa concorre una pluralità di elementi di natura materiale e immateriale: la condizione economica, la salute, ma anche aspetti relazionali e culturali. Aumenta in modo evidente la soddisfazione per la vita[2]: nell’ambito della popolazione di 14 anni essa si stabilisce sul 43,9% (Italia: 41,0%), quella per il tempo libero[3] del 66,1% (Italia: 66,6%). Ad esprimere i più diffusi giudizi positivi sono per entrambi gli indicatori gli uomini (per la vita: 45,4% contro 42,4% delle donne; per il tempo libero: 69,4% contro 63,0%). Insieme ad un maggiore appagamento per la propria situazione attuale viene espressa una certa cautela rispetto a quella futura. Solo il 26,7%, in netta diminuzione rispetto all’anno precedente e analogo al 26,6% medio nazionale, dei residenti di 14 anni e più prevede un miglioramento nei prossimi 5 anni, il 15,6% prevede un peggioramento, con una netta prevalenza di una situazione di incertezza.

[1] Reddito medio disponibile pro capite: rapporto tra il reddito disponibile delle famiglie consumatrici e il numero totale delle persone residenti (in euro)

[2] Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno espresso un punteggio di soddisfazione per la vita tra 8 e 10 sul totale delle persone di 14 anni e più

[3] Percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte per il tempo libero sul totale della popolazione di 14 anni e più

Per approfondimenti consultare il testo integrale al seguente link  http://www.cresa.it/site/temi-e-problemi-n-3-2018-benessere-economico-e-soggettivo/ 
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CRESA
Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali
istituito dalle Camere di Commercio d’Abruzzo




Inps: in forte crescita l’uso della app “Inps Mobile”   

Nei primi mesi del 2018 quasi 19 milioni di contatti per il servizio 
“Stato pagamenti” e circa 6 milioni per il servizio “Stato domanda”.

Sempre più persone accedono ai servizi messi a disposizione dall’Inps con l’applicazione “Inps Mobile”, utilizzabile su dispositivi Apple e Android.
Fra quelli che l’Istituto ha da tempo reso disponibili, grande successo stanno ottenendo in particolare i servizi “Stato domanda”  e “Stato pagamenti”, che consentono agli utenti di acquisire importanti informazioni senza doversi recare agli sportelli.
Con il servizio “Stato domanda”, fornendo il proprio codice fiscale e il proprio PIN o SPID, si può visualizzare lo stato di  lavorazione di una richiesta presentata all’Istituto.
Con il servizio “Stato pagamenti”, invece, sempre fornendo il proprio codice fiscale e il proprio PIN o SPID, ciascuno può visualizzare il dettaglio di un pagamento erogato dall’Istituto in suo favore, a fronte di una o più prestazioni pensionistiche o non pensionistiche. Le informazioni visualizzabili si riferiscono all’ultimo pagamento erogato, in ordine cronologico, per ogni prestazione e con un orizzonte temporale non superiore agli ultimi due mesi precedenti alla data di consultazione. La finalità del servizio è, infatti, quella di fornire all’utente un riscontro immediato del pagamento disposto, in suo favore, dall’Istituto per il mese corrente.
Nei primi 4 mesi del 2018 i contatti del servizio “Stato pagamenti” sono stati 18.748.283, contro i 34.003.761 dell’intero 2017, con un picco nel mese di gennaio di 5.447.415 visite virtuali.
I contatti del servizio “Stato domanda” nel primo quadrimestre 2018 sono stati invece 5.978.612, a fronte dei 9.977.400 dell’anno precedente (in questo caso il numero maggiore di visite, 1.777.825, si è registrato nel mese di marzo).




Giulianova. Vince il 19° Festival la Polonia Zwolenia

La giuria popolare incorona I berretti verdi di El Salvador

Gli organizzatori a lavoro per la 20°edizione

Prima Assoluta Polonia Zwolen

GIULIANOVA, 4 giugno 2018  – Nuovo record di presenze per il Festival Internazionale di Bande Musicali che si è chiuso domenica sera tra gli applausi del pubblico rimasto fino alle due di notte per ascoltare le esibizioni dei gruppi in gara e poi la grande festa in musica che si ha coinvolto tutti i gruppi bandistici in piazza Buozzi. Il prestigioso trofeo Città di Giulianova in oro impreziosito da smalti ceramici creato dal maestro orafo Luigi Valentini è stato assegnato all’ orchestra di fiati giovanile della Polonia Zwolenia  che ha vinto anche il trofeo dell’assessore al turismo regionale come migliore Banda da parata.

Concerto Finale della Polonia

La cerimonia di premiazione è stata preceduta dalla grande sfilata sul Lungomare centrale di Giulianova, dove le 16 bande hanno sfilato in mezzo a due ali di folla. Madrina d’eccezione le modella Laura Faiella, seconda assoluta al concorso Miss Blumare 2017.

L’Assessore Regionale Giorgio D’Ignazio a Giulianova

A consegnare i premi nella splendida cornice di piazza Buozzi, a Giulianova alta, colma di gente, c’erano il Vice sindaco Nausicaa Cameli, l’assessore Fabrice Ruffini, l’assessore regionale Giorgio D’Ignazio, il presidente del  Bim Moreno Fieni, l’assessore provinciale Federica Vasanella, il segretario nazionale Anbima Andrea Romiti.

La giuria popolare ha incoronato la Banda di El Salvador che ha vinto anche la categoria migliore coreografia.

Il premio della Federazione Nazionale della Stampa è stato assegnato alla Banda del Messico che si è aggiudicata anche il terzo posto nella categoria migliore banda giovanile under 21.

L’orchestra Rzeszow con Majorettes Incanto della Polonia ha vinto il Trofeo del Bim come migliore Banda musicale con Majorettes. L’orchestra ha vinto anche la categoria Migliori costumi.

 

 

 

Alla Banda municipale di Zarcero del Costa Rica è andato il premio offerto dalla Investment e Consulting di Jwan Costantini come miglior gruppo folkloristico musicale.

Il premio come migliore gruppo di Majorettes è stato assegnato al gruppo The First Majorettes of Rijeka della Croazia.

Il premio Anbima per la Categoria migliore Banda musicale è stato assegnato all’Orchestra giovanile di fiati  di Poniec- Polonia.

Migliore direttore d’orchestra è risultato Viktor Bak dell’Orchestra giovanile di fiati di Poniec della Polonia. Alla banda è stato inoltre assegnato il premio Anbima per la categoria Migliore banda giovanile under 21.

Alcira Abigail Hernandez Alvarado della Banda di El Salvador ha vinto il premio come esecutore di maggior talento giovanile.

La fascia di Miss Festival, realizzata a mano da Lidia Di Matteo, e la coroncina del maestro orafo Luigi Valentini, sono stai assegnati alla Majorette dell’Ungheria Nagy Evelin.

Grande emozione in chiusura del Festival per il Girotondo della Pace a cui hanno partecipato i componenti di tutte le bande e il Coro delle Piccole voci di San Gabriele.

“Siamo molto soddisfatti del grande successo ottenuto in questa 19esima edizione – hanno commentato Mario Orsini e Gianni Tancredi, organizzatori del Festival  – abbiamo avuto ospite d’onore la Banda Reale della Marina Belga, una delle migliori orchestre militari del Mondo. La  qualità dei 16 gruppi in gara arrivati da 8 diverse nazioni è stata molto elevata e tutti i gruppi hanno conquistato il cuore del pubblico. E ora si lavora per la ventesima edizione del 2019”.

 




Montesilvano. Convegno “Vibrazione dalla Terra” con Mao Veronesi

Montesilvano

Mao Veronesi, nativo di Milano, è un ricercatore di eventi tramite lo studio dell’allineamento dei pianeti, contattista e master Reiki, anche se il suo lavoro ufficiale è come collaudatore nel settore aeronautico. Dal 2011 si appassiona di astrologia e pianeti; scopre attraverso un programma, che mettendo insieme la risultanza delle forze, vari transiti, influenza mareale e lunare e su come è strutturato il nostro territorio e per indicare degli eventi sismici e vulcanici.  Una priorità per lui, per non procurare allarmismo, ma dare una corretta informazione il più possibile. Il 9 giugno 2018 parlerà a Montesilvano (PESCARA) all’Hotel Prestige, ore 15.00, dove terrà una conferenza anche sugli Extraterrestri. Nel 2014 e 2015, per il post- terremoto in Emilia e con l’uscita del suo libro pubblicato a Maggio 2016 dal titolo “Scintille di Verità”, ha donato la metà dei proventi all’Associazione Peter Pan che si occupa dell’accoglienza di bambini oncoematologici. Per informazioni: eventi01info@gmail.com

 




La compositrice abruzzese Ada Gentile, Cavaliere al merito della Repubblica

 

 

 

ASCOLI PICENO – Ada Gentile ha ricevuto il 2 giugno, Festa della Repubblica, dalle mani del Prefetto Rita Stentella l’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica”, su proposta del Sindaco di Ascoli Piceno, Avv. Guido Castelli, per la sua attività di compositrice e per la divulgazione della musica italiana nel mondo.

Un giusto riconoscimento alla compositrice abruzzese, nata ad Avezzano (L’Aquila) e stabilitasi ormai da 5 anni ad Ascoli, reduce da un tour di conferenze sulla sua musica che, nel giro degli ultimi due mesi, l’ha portata a Stoccolma, Bucarest, Tirana e Zagabria.

 

A ciò si aggiunga l’esecuzione di un suo pezzo dal titolo “D’improvviso un giorno” a Desenzano sul Garda, all’Auditorio Celesti, il 27 maggio scorso, da parte del NED Ensemble diretto da Andrea Mannucci e la partecipazione, in qualità di giurato, per il sesto anno consecutivo, dal 24 al 27 maggio, alla 19^ edizione del Concorso Internazionale pianistico Maria Giubilei di Sansepolcro.

 

Il 27 giugno, inoltre, Ada Gentile è stata poi invitata a tenere la conferenza sulla sua musica ad Hannover, dal Capo del Dipartimento di Composizione Gordon Williamson della Musikhochschule e l’11 luglio sarà infine a Roma per la Prima esecuzione di un suo brano da camera dal titolo “Polvere di suono” da parte dell’Ensemble Pentarte diretto dal M° Stefano Cucci nell’ambito della stagione della prestigiosa istituzione concertistica “Filarmonica Romana”.




Giulianova. Il 3 giugno Grande parata delle Bande sul Lungomare centrale

Laura Faiella Madrina del 19° Festival di Bande

 

Brindisi con il Sindaco Mastromauro

Sabato 2 giugno_ Giulianova- – Tutto pronto per la grande parata sul lungomare di Giulianova nell’ultima giornata del 19/o Festival Internazionale di Bande Musicali e Majorettes in programma domenica 3 giugno. Alle ore 16.00 le bande partiranno dalla banchina del molo nord del Porto per sfilare per tutta la lunghezza del lungomare centrale fino a raggiungere piazza Dalmazia dove terranno lo spettacolo. A fare da madrina ci sarà Laura Faiella, la modella che si è classificata seconda assoluta al concorso di bellezza  Miss Blumare 2017.

A sfilare gruppi bandistici e Majorettes provenienti da Polonia, Repubblica Ceca, Inghilterra, Italia,  Croazia, Messico, Belgio, Messico, El Salvador, Svezia,  e Costa Rica.

Le Bande si riuniranno sulla banchina nord del Porto da dove partiranno per percorrere tutto il lungomare monumentale, e infine si esibiranno in Piazza Dalmazia.

Al termine della parata il Festival torna in piazza Buozzi, a Giulianova Paese, dove dalle ore 20.30 si terranno i concerti di chiusura e la premiazione dei vincitori alla presenza del sindaco Francesco Mastromauro, dell’assessore regionale al turismo Giorgio D’Ignazio e di altre autorità.

Premi prestigiosi e ambiti per le prime tre Bande classificate: il Trofeo Città di Giulianova in oro, argento e bronzo, impreziosito da smalti ceramici creato dal maestro orafo Luigi Valentini di Giulianova. E poi anche la medaglia di rappresentanza inviata dal presidente della Repubblica e la medaglia del presidente del consiglio dei Ministri.

Sabato nella sala Buozzi le delagzioni delle Bande sono state ricevute dal sindaco Francesco Mastromauro per il consueto scambio dei doni. Alla cerimonia sono intervenuti la vice sindaco Nausicaa Cameli, gli assessori Cristina Canzanese e Fabrice Ruffini, i consiglieri Lorenzo Di Teodoro, Valerio Rosci, Gabriele Filipponi. Al termine dei saluti tutti in piazza Buozzi per il brindisi augurale!

 

Gruppo con il Sindaco Mastromauro

 

 

 

Con il Patrocinio di: Presidenza Consiglio dei Ministri; Ministero dei Beni delle attività culturali e del turismo; Rappresentanza in Italia della Commissione Europea; Regione Abruzzo; Rai Abruzzo; Città di Giulianova; DMC Hadriatica; Fondazione Tercas; Università degli studi di Teramo

 

 

Ingresso gratuito agli spettacoli

 

Sito:  www.bandeinternazionali.it  – 

Pagina Facebook: Bande Internazionali

 

 

 




Assergi. LA PIAZZA DEL MIO VILLAGGIO: MOLTO PIU’ DI UNA PIAZZA…

 

di Giuseppe Lalli

 

Assergi

 

L’AQUILA – Sono nato e cresciuto ad Assergi, un villaggio abbarbicato sulle pendici del versante meridionale del massiccio del Gran Sasso, un villaggio costruito sulla roccia, scosceso, e con le case raggruppate e quasi abbracciate tra di loro. Visto da lontano, il mio villaggio poteva apparire come un gregge di pecore su un pendio, che si stringono per meglio difendersi da un pericolo imminente.     D’inverno poi, nelle giornate di bufera, era come se una sciarpa bianca lo avvolgesse. Il villaggio, con le sue mura antiche e le sue pietre luminose, pieno di vicoli e piazzette, aveva nella piazza principale, situata a sud, verso la valle, il suo punto di convergenza e il suo baricentro. Si era allargato attraverso i secoli, a partire dalla piazza e dalla chiesa, e ad esse non aveva mai smesso di guardare.

 

La piazza del mio villaggio è molto bella. In passato era molto più di una piazza. Vi si accede da una via detta “la strada ritta”. C’è una chiesa quasi millenaria dalla facciata luminosa, con un portale in stile finemente romanico e un campanile superbo. All’interno, poi, dalle colonne alla cripta sotterranea, tutto concorre al bello e al buono. Al centro della piazza c’è una fontana, dove un tempo le donne di casa andavano ad attingere l’acqua con le conche, portate agilmente sulla testa. Di fronte alla fontana, un piccolo giardino di pini – “gl’arboretti” -, dove da bambini giocavamo con le biglie colorate, ricordava i caduti di quella Grande Guerra di cui ricorrono cento anni.

 

Nella bella stagione, al pomeriggio, la piazza si riempiva di mille voci, e diventava il teatro di infiniti giochi. Uno di questi giochi, che vedevo praticato dai ragazzi più grandi, era quello di “mazz’e lirga”. Consisteva nel colpire con una mazza di legno lunga circa mezzo metro, la “mazza”, un legnetto di circa 15 centimetri appuntito alle estremità, la “lirga”, e farla andare il più lontano possibile. Un partecipante al gioco lo raccoglieva con la mano e lo rilanciava al punto di battuta. Il battitore cercava di respingerlo colpendolo al volo con la mazza. Se il bastoncino corto cadeva a terra senza essere respinto, ma a una distanza superiore alla lunghezza del bastone grande, il battitore aveva a disposizione tre colpi per farlo vibrare in aria e rispedirlo, con un colpo ben assestato, il più lontano possibile. A questo punto, il giocatore perdente era quello che non era riuscito ad avvicinare il bastoncino corto, la lirga, alla misura necessaria rispetto al punto di battuta. Il pegno che era costretto a pagare consisteva nel portare a cavalcioni il giocatore vincente fino al punto di battuta, per il numero di volte concordato all’inizio della partita.

 

Altro gioco preferito da noi maschi era quello del “salt’alla mula”. Si formavano due squadre. Dopo aver fatto “alla conta”, cioè sorteggiato il turno, i componenti di una delle due squadre si disponevano a fare da sedile – da mula -, con un ragazzo dritto con la testa rigirata verso il muro a fare da cuscino, e gli altri del suo gruppo attaccati a fungere da groppa della mula. I ragazzi dell’altro gruppo, uno per volta, prendendo la rincorsa e ogni volta chiamando per nome il saltatore successivo, saltavano in groppa, e nel tempo che pronunciavano la frase di rito “Tre tre giù giù, tre tre giù giù, tre tre giù giù: giù, giù, giù”, quelli di sotto dovevano resistere a tanto peso e così alternarsi nel salto. Se non resistevano e crollavano, erano obbligati a fungere di nuovo da mula.

 

Le bambine, invece, praticavano giochi più fantasiosi e affascinanti. Ricordo che in uno di essi si tenevano per mano inscenando una piccola fiaba e cantavano a gruppi alterni: “ Oh quante belle figlie madama Dorè, oh quante belle fìglie…; “ Son belle e me le tengo madama Dorè, son belle e me le tèngo…”. Oppure lanciavano la palla verso il muro, e prima di riprenderla senza farla cadere a terra, dovevano muoversi con una parte del corpo, e accompagnare con le parole i movimenti. Ne venivano fuori figure bellissime: “Muovendomi…stando ferma…con un piede…con una mano…a da battere…allo zigolo lo zagolo…al violino…un bacino…tocco terra…tocco cuore…fiorellin d’amore…”. Le donne, fin da piccole, mostrano di essere molto più dell’altra metà del cielo…

 

Ad una certa ora, la campanella della chiesa interrompeva i giochi e annunciava la lezione di catechismo, “la dottrina”, come la chiamavamo noi ragazzi. Ci andavamo molto volentieri, perché dopo il catechismo il prete ci faceva vedere la televisione, a quel tempo assai poco diffusa nelle case. Lassie…Rin Tin Tin…Bonanza: che belle trasmissioni, che bella televisione… Ma la piazza era anche luogo di ritrovo dei vecchi, che spesso apparivano al mio sguardo di bambino in atteggiamento contemplativo: placidi, baffuti, con un bastone rudimentale in mano e, d’inverno, il mantello, anzi…la mantella. Ce n’erano di molto originali, alcuni sembravano usciti da un romanzo dell’Ottocento.

 

Uno di essi era soprannominato “Sciancacrapa”. Baffi bianchi e appuntiti come il suo sguardo, aveva l’aspetto di un vecchio garibaldino. Ci parlava spesso delle sue sofferenze durante il conflitto del 1915-18. Noi lo ascoltavamo increduli, col naso all’insù, e quando ci vedeva giocare alla guerra ci apostrofava: “Heh vagliò…, ha ta revenì quela guerra! ...”. Un altro, chiamato “Bèbbè”, indossava una giacca nera, un cappello a bell’e meglio e un pantalone tenuto su e abborracciato da una cinta di cuoio che correva fuori dai passanti. Quando nella piazza si preparava il palco per la festa patronale, approfittava della presenza di qualche forestiero per vantarsi di una sua caratteristica anatomica di cui andava molto fiero. Asseriva scherzosamente di avere ben tre mammelle (“tre sise”), e volentieri le esibiva agli increduli ascoltatori. Si allargava la camicia nel petto, e scandiva ad alta voce: “E una…e dù…e…tre”, e mostrava un’escrescenza della pelle in corrispondenza delle costole che ricordava vagamente una mammella.

 

C’era poi una donnina che ricordo sempre vecchia. Si chiamava Grazia, viveva in un piccolo tugurio nella parte interna del villaggio, e andava in giro avvolta in una vestaglia stretta da una cinta di stoffa nella quale scorreva una grossa chiave. A vederla così, con quella chiave, vicino alla chiesa, me la figuravo la mamma di san Pietro. Povera Grazia! Un sorriso dolce e sdentato illuminava eternamente il suo viso di rughe che parevano solchi. Sembrava una bambina invecchiata prematuramente. Quando ti parlava ti prendeva le mani, e finiva il discorso sempre con la stessa frase, detta in dialetto, l’unica lingua che conosceva: “Ma prò…ma prò…Graziuccia nen s’ tocca…”, come a dire: ditemi quello che volete, ma sappiate che la mia onestà è a prova di bomba.  E come darle torto? …

 

Alla festa del patrono, poi, la piazza diventava sagrato e mercato, luogo di devozione e di divertimento: film all’aperto, processioni, stendardi, banda musicale e bancarelle. Suggestiva, la sera che precedeva la festa di San Franco, il protettore principale, era la “mostra delle Reliquie”, che si faceva da un loggiato contiguo alla chiesa, che dava sulla piazza. Per noi ragazzi era quasi una festa nella festa. Partivamo dalla cripta sotto la navata centrale, ciascuno con una reliquia in mano dietro ai sacerdoti, e salivamo, tra due ali di folla di devoti, al piano superiore, per poi raggiungere il posto dell’esposizione attraverso una scala di legno a chiocciola all’interno della chiesa. Il tratto della scala era buio e, a ripensarci, sembrava di assistere ad una scena del film “Il nome della rosa”, dal famoso romanzo di Umberto Eco. A questa impressione concorreva la figura di padre Stefano, un frate cappuccino che veniva da Chieti per dar man forte al parroco, e che, con la barba, due nere e folte sopracciglia, la capigliatura rasata a corolla attorno alla testa e l’espressione grave del viso, aveva tutta l’aria di un inquisitore medievale. Per ogni reliquia, il sacerdote illustrava, con espressione di voce appropriata, il contenuto: “In questa reliquia…si conserva…”. Seguiva dalla piazza un breve stacco musicale della banda, e, subito dopo, uno sparo. E così di seguito.

 

Ci fu un anno in cui la cerimonia non poteva iniziare perché il rivenditore di noccioline, un commerciante di Bussi sul Tirino che veniva tutti gli anni e si metteva sempre allo stesso posto, teneva acceso il motore per tostare le arachidi, e gridava a squarciagola: “Noccioline americane!!! Noccioline americane!!!America!!!America!!!”. Allora, mentre il parroco, il compianto Don Demetrio, sbuffava contro l’affarismo che a suo dire era ormai invalso nelle feste religiose, padre Stefano, con il tono di voce stentoreo del predicatore provetto, microfono in mano, annunciò urbi et orbi: “Il rivenditore di nocelle è pregato di spegnere il motore!!!”. Il buon religioso dovette ripetere l’invito più volte perché la piazza si tacesse. Ma subito dopo, la banda, con infelice scelta di tempo e di genere musicale, accennò ad un motivetto allora molto in voga, portato alla ribalta da un cantante francese di nome Antoine, dal titolo “Le pietre” (…sei bello, e ti tirano le pietre, non sei bello, e ti tirano le pietre…). A quel punto, Don Demetrio in persona, fuori dai gangheri, prese in mano la situazione e il microfono, e gridò sdegnato verso la piazza: “eh no! eh no! le pietre proprio no!!!”. La scena, da sacra, era diventata molto esilarante, come in un film di Carlo Verdone.

 

Del resto, a quell’età tutto, per noi ragazzi, era occasione per ridere, come quando una compaesana a dir poco originale che abitava vicino alla piazza, di nome Lidia, preoccupata per la stabilità della sua casa, tutte le volte che durante la processione sentiva risuonare l’eco degli spari nella valle, usciva con le mani nei capelli e gridava: “A Dì mì, a Dì mì: quisti m’ fann’ spallà la casa!!!”. Cara, simpatica Lidia! Era una di quelle persone senza età, quelle che sembrano destinate a non morire mai. Ancora la rivedo, mentre attraversa la piazza col cappotto e l’ombrello, sia d’estate che d’inverno. E poi, un po’ più in là con gli anni, c’erano le interminabili partite di calcio, con la base del campanile trasformata in una delle due porte e la cunetta di raccolta dell’acqua a fungere da metà campo, attenti, sempre, che non si vedesse la camionetta dei carabinieri, che spesso ci sequestravano la palla.  E, tra una partita e l’altra, i primi dibattiti di religione e di politica, in quell’età in cui i propositi si confondono con i sogni, e, insieme al pallone, si cominciano ad inseguire le vocazioni di una vita.

 

Quante volte questo piccolo luogo dell’anima, che è la piazza del villaggio, ha colorato le mie passioni e la mia fantasia, e fatto da sfondo alle mie letture! Quando a scuola sentivo recitare dagli insegnanti le poesie di Giacomo Leopardi – Il sabato del villaggio o A Silvia, in particolare -, essa era sempre lì, a ricordarmi che, dovunque andiamo, ci portiamo sempre dietro i colori del nostro vissuto, e che la poesia è un’infanzia che non vuol passare, un bambino che bussa sempre alla porta del cuore, e reclama…i suoi diritti.

 

Mi è capitato qualche tempo fa di contemplare trasognato la piazza del mio villaggio una sera di fine estate, mentre l’ultimo raggio di sole dipingeva d’argento il campanile e la campana rintoccava in solitudine. Mi sono girato per andarmene, ma…improvvisamente, mi è parso di vedere centinaia di rondini che intrecciavano con i loro voli i tetti, i pini e il campanile e…mi è parso di udire molte voci di fanciulle che cantavano… “Oh quante belle figlie madama Dorè, oh quante belle fìglie…” e, più in là… “muovendomi…stando ferma...”. E’ stato un attimo, poco prima che le ombre della sera ricoprissero i miei sogni. Però, è sempre molto bella la piazza del mio villaggio!

 

 




“ Pescocostanzo la Basilica pronta per accogliere i partecipanti alla 17^ Giornata Nazionale Mauriziana “

Prevista una numerosa rappresentanza di alpini provenienti dal Trentino

G.NAZ.MAURIZIANA.BBB[1]

Il rettore della Basilica di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo, Don Daniel Arturo Cardenas, è pronto ad accogliere i partecipanti alla 17^ Giornata Nazionale Mauriziana che domenica 16 settembre 2018 con inizio alle ore 11,30 vedrà la partecipazione di numerosi fedeli. Don Daniel, ha tenuto a precisare l’attualità del pensiero mauriziano e l’insegnamento cristiano di San Maurizio, sino a donare la propria vita per la difesa dei fratelli cristiani. Mentre il presidente della Fondazione Mauriziana alpino Francesco Donatelli custode del Sacrario Nazionale Mauriziano d’Italia nel corso del recente breefing ha informato  che in questa occasione saranno ricordati tutti i militari italiani caduti in guerra su tutti i fronti, ed a questa giornata commemorativa saranno presenti, le rappresentanze interforze di decorati di medaglio d’Oro Mauriziana di Esercito, Marina, Aereonautica, Carabinieri e Guardia di Finanza, congiuntamente alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, le Associazioni Abruzzesi operanti in Italia e all’Estero, l’Associazione Nazionale Alpini e i devoti del Santo Martire Maurizio protettore delle varie Armi e della gente della montagna unitamente ai Sindaci dei Comuni degli altipiani maggiori.




“Domani le Giornate Nazionali delle Guide Ambientali Escursionistiche in Abruzzo”.

“Domani, Domenica 3 Giugno anche in Abruzzo Le Giornate Nazionali delle Guide Ambientali Escursionistiche”. Lo ha annunciato, Salvatore Costantini, Coordinatore delle Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE dell’Abruzzo.

 

“Molto belli gli eventi anche in Abruzzo. A Fara San Martino saremo sul versante orientale della Majella in un ambiente estremamente selvaggio e panoramico, dove osserveremo il camoscio d’Abruzzo e la coppia di aquile reali che nidifica in zona. La vedremo – ha proseguito Costantini –  Domenica 3 Giugno escursione naturalistica di notevole interesse floristico, faunistico e paesaggistico nel cuore del parco più antico d’Italia. Ci muoveremo dal Passo del Diavolo per inoltrarci poco dopo nella fitta faggeta e raggiungere la vetta del monte Marcolano 1940m dopo un breve percorso di cresta. Infine dal borgo di Roccacaramanico saliremo al rifugio Capoposto”.