Pineto. MATTINATA” DI GABRIELE D’ANNUNZIO, musica di Camillo Berardi

“MATTINATA”

Versi di Gabriele D’Annunzio

Musica di Camillo Berardi  

Foto e video di Luciano Dionisi.

 

Nella vita avventurosa di Gabriele D’Annunzio, priva di complessi e inibizioni, non sono mancati momenti di spiritualità profonda e la toccante poesia “Mattinata” ne è un chiaro esempio.

La musica composta da Camillo Berardi e il video realizzato con le suggestive foto di Luciano Dionisi, sposano coerentemente la dolcezza di questo toccante componimento che manifesta patentemente la straordinaria ricchezza interiore del grande poeta abruzzese.

MATTINATA

Versi di Gabriele D’Annunzio

Musica di Camillo Berardi

Spandono le campane

a la prim’alba l’Ave.

Spandono questa mane

un suon grave e soave

le campane lontane.

Nivea come neve

la nebbia copre il mare.

Fluttua lieve lieve:

è rosea, scompare.

Bocca d’oro la beve.

E neve e rose ed oro

il mattin fresco mesce.

Un alto inno sonoro

fanno, come il dì cresce,

onde e campane in coro.

Salve, Janua coeli!

Co ‘l dì la nostra Bella

fuor de’ sogni e de’ veli

balza. Ave maris stella!

Salve, Regina coeli!

Ecco il link per ascoltare in un video il componimento: https://www.youtube.com/watch?v=9dLoMSBEVOM

La foto allegata è di Luciano Dionisi.

La foto allegata è di Luciano Dionisi. Titolare della foto




Giulianova. Oggi lo stadio Rubens Fadini apre alle Bande Il sindaco incontra i gruppi in sala Buozzi

 

 

Giulianova – sabato 2 giugno- Molto ricco il cartellone della quarta giornata del Festival che inizia sabato mattina alle 10.00 a Giulianova Paese con l’esibizione in parata della Banda Municipal de Zarcero di COSTA RICA che sfilerà da via Gramsci, in corso Garibaldi, sul  Belvedere, in piazza Libertà, su  piazza Oberdan per poi tornare in piazza Libertà fino a tornare in via Gramsci.

Alle 10.30 le delegazioni delle 17 bande saranno ricevute dal sindaco nella sala Buozzi per lo scambio dei doni. L’organizzazione donerà ai gruppi partecipanti una targa raffigurante l’opera del pittore Graziano Livorni di Pescara, un olio su tavola che raffigura il Duomo di S. Flaviano circondato dall’allegria delle Bande e delle Majorettes.

Alle 14.45 tutte le Bande si ritroveranno nello stadio Rubens Fadini dove si esibiranno in formazione da parata davanti alla Giuria.

Ore 21.00, Piazza Buozzi quarta serata del concorso. Sono in gara  The First Majorettes of Rijeka della Croazia,  Orkiestra Dęta OSP w Tokarni della Polonia, la Banda Municipal de Zarcero del Costa Rica.

 

Ospite d’onore  della serata la Banda Reale della Marina Belga che si esibirà in formazione concertistica in apertura, prima dell’inizio del concorso.

Alle ore  22.20: Esibizione della scuola formazione danzatori “Isadora Duncan” diretta da Dorina Di Marco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dalle ore 09.00 alle ore 19.30: IX^ Edizione “AcquaLuceFuoco i Colori della Tradizione ‘18”- Artisti dipingono sportelli, utenze, Acqua, Luce, Metano nei vicoli e nelle piazze di Giulianova Antica.

 

 

La manifestazione si avvale del Premio di rappresentanza del Presidente della Repubblica e del premio di rappresentanza del presidente del Consiglio dei Ministri.

 

Con il Patrocinio di: Presidenza Consiglio dei Ministri; Ministero dei Beni delle attività culturali e del turismo; Rappresentanza in Italia della Commissione Europea; Regione Abruzzo; Rai Abruzzo; Città di Giulianova; DMC Hadriatica; Fondazione Tercas; Università degli studi di Teramo

 

 

Ingresso gratuito agli spettacoli

 

Sito:  www.bandeinternazionali.it  – 

Pagina Facebook: Bande Internazionali

 

 




Chieti. Grande partecipazione alla kermesse per l’assegnazione del Premio Eccellenze di Casa Nostra.

 

Gremita la sala Consiliare della Provincia di Chieti, dove non sono mancati scroscianti applausi agli ospiti e a tutte le aziende premiate con pergamena personalizzata ed un’opera del M°  Leo Strozzieri. Questo il premio andato a Massimo Fusella, Elena e Gianfranco Centofanti, Gabriele Costabile, Antonio Carota,  Alessia Di Girolamo, Francesca Grossi, Rocco Santone e Maria Letizia De Cesare, Rossana Iezzi, Sandra Verzulli, Rocco Nanni, Nicola Zulli, Massimo D’Aloisio, Enrico e Carlo Marasca, Rosella Chiarieri, Vincenzo Mezzanotte, Adamo e Rita Acitelli, Roberto Lucciolini ed altre attività meritevoli di questa bella gratificazione che sancisce l’impegno profuso allo sviluppo  delle proprie attività artigianali e commerciali.

a dx il Prof. Leonardo Seghetti

La manifestazione, organizzata dalla Ass.ne Culturale Italia è, patrocinata dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia di Chieti, dal comune di Chieti, dall’’Ass. Sandro Pertini e dall’Ass.ne Editori Abruzzesi è stata condotta dal direttore responsabile del  trimestrale Italia è, e Presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi, Elena Costa, coadiuvata dal giornalista Pino Costa.

Commissione Premio

Molti gli ospiti  intervenuti:  dall’inviato di Striscia La Notizia Luca Sardella, conduttore e autore di Pollice Verde, in onda su Rete 4 il sabato alle ore 12,00, al  Professore di Chimica Agraria, Leonardo Seghetti, Docente Universitario e vera autorità del mondo agroalimentare, e poi ancora, Vittorina Castellano, scrittrice e regista, il Prof. Filoteo  Gaeta, già primario di cardiologia ,Ospedale SS.Annunziata .di Chieti, il giornalista Stanislao Liberatore, Veltra Muffo Presidente Ass.ne Sandro Pertini,Il direttore del mensile VIVERE LIGHT, Giuseppe Angelica, il presidente della Sloow Food Chieti ed altre autorità del giornalismo, della politica e della cultura.

Il pubblico con Luca Sardella




25 anni fa Giovanni Paolo II tornava sul “suo” Gran Sasso per inaugurare la chiesetta della Madonna della Neve, restaurata dagli Alpini

di Goffredo Palmerini

 

Giovanni Paolo II con mons. Mario Peressin (arcivescovo de L’Aquila)

L’AQUILA – Il 20 giugno di 25 anni fa Giovanni Paolo II tornava sul Gran Sasso d’Italia, la montagna che più amava, forse perché gli ricordava i Monti Tatra, in Polonia, e gli anni della sua giovinezza. Sulle balze delle cime più alte dell’Appennino Papa Wojtyla era stato, più o meno in segreto, oltre un centinaio di volte, a camminare in solitudine o a sciare, guardato discretamente a distanza da qualche collaboratore vaticano, da due o tre dirigenti del Centro Turistico Gran Sasso d’Italia, da alcuni funzionari della Polizia di Stato. Tutti rigorosi osservanti della consegna del silenzio sulle fugaci visite del Santo Padre al Gran Sasso d’Italia. Ma quella domenica del 20 giugno 1993, diversamente, fu per una visita ufficiale e “pastorale”, alla quale fece da sfondo il coro delle vette della catena del Gran Sasso: al centro il Corno Grande (2.912 metri), a sinistra i Pizzi Cefalone, Malecoste, Intermesoli e il Monte Corvo, a destra il Brancastello, il Prena e il Monte Camicia. Il Papa, erto sul palco allestito a Campo Imperatore tra la stazione d’arrivo della funivia e l’albergo, dopo aver benedetto la chiesetta della Madonna della Neve, riaperta dopo i lavori di restauro realizzati dagli Alpini della Sezione Abruzzi dell’ANA, recitò le preghiere dell’Angelus e rivolse parole che sono rimaste scolpite nel cuore degli aquilani e degli appassionati della montagna. Che evento stupefacente! Un inno allo spirito e alla natura le parole del Papa, nell’austera bellezza e maestosità delle montagne alle sue spalle e, di fronte a Lui, la meraviglia delle digradanti discese verso la verdeggiante conca aquilana, racchiusa tra i contrafforti della catena montuosa del Velino Sirente e, in fondo sulla sinistra, la vista imponente della Maiella.

FOTO 2 – PAPA

 

“Carissimi Fratelli e Sorelle! E’ un incontro particolare questo di oggi, nel quale ci è data l’opportunità di recitare l’Angelus nella suggestiva cornice del Gran Sasso, accanto a questa Cappella che ho appena benedetta, semplice e graziosa, incastonata com’è nel maestoso paesaggio a me ben noto e caro. Qui il silenzio della montagna e il candore delle nevi ci parlano di Dio, e ci additano la via della contemplazione, non solo come strada maestra per fare esperienza del Mistero, ma anche quale condizione per umanizzare la nostra vita e i reciproci rapporti. Si sente oggi un gran bisogno di allentare i ritmi talvolta ossessivi delle nostre giornate. Il contatto con la natura, con la sua bellezza e la sua pace, ci ritempra e ci ristora. Ma mentre l’occhio spazia sulle meraviglie del cosmo, è necessario rientrare in noi stessi, nella profondità del cuore, in quel centro della nostra persona, in cui siamo a tu per tu con la nostra coscienza. Lì Dio ci parla, e il dialogo con Lui restituisce senso alla nostra vita.

Foto 4 Papa

 

Per questo, carissimi Alpini, che vedo numerosi a quest’appuntamento, ho molto apprezzato la vostra iniziativa di ristrutturare questa Cappella, la quale vuole essere, per quanti qui giungono o sostano mentre salgono la montagna, richiamo al soprannaturale, segno della presenza di Dio, invito alla preghiera. Così è per voi, cari amici, che vi siete qui radunati, preoccupandovi di assicurare al vostro incontro festoso il respiro ossigenante della preghiera. Esso, del resto, si amalgama bene con la vostra storia e la vostra cultura, oserei dire con la vostra “spiritualità”. Voi siete infatti, come “plasmati” dalla montagna, dalle sue bellezze e dalle sue asprezze, dai suoi misteri e dal suo fascino. La montagna apre i suoi segreti solo a chi ha il coraggio di sfidarla. Chiede sacrificio e allenamento. Obbliga a lasciare la sicurezza delle valli, ma offre a chi ha il coraggio dell’ascesa gli spettacoli stupendi delle cime. Essa è pertanto una realtà fortemente evocativa del cammino dello spirito, chiamato ad elevarsi dalla terra al cielo, fino all’incontro con Dio. Voi, cari Alpini, siete esperti di questo suo misterioso linguaggio. Ascoltandolo, il vostro stesso servizio alla Patria si fa, con tutta naturalezza, servizio alla solidarietà e alla pace. Lasciate dunque che, alla ben nota simpatia che il Corpo suscita nell’opinione pubblica, io aggiunga oggi anche l’espressione del mio apprezzamento e della mia amicizia.

Foto 6 Papa

 

Da queste montagne il mio pensiero va a tutta la terra di Abruzzo, e in particolare alla diocesi dell’Aquila, che ebbi modo di visitare nel 1980. Rivolgo il mio saluto affettuoso al Vescovo, il caro Monsignor Peressin, che ha celebrato per voi l’Eucaristia. Saluto anche gli altri Vescovi di questa provincia ecclesiastica, vicini a L’Aquila, poi saluto di cuore i Presbiteri, i Religiosi e le Religiose e tutta la Comunità aquilana. So dell’impegno che state ponendo, con esemplare entusiasmo, soprattutto nella pastorale familiare. È una scelta che merita un vivo incoraggiamento, in questo tempo difficile in cui sulla famiglia si accaniscono forze corrosive che ne minacciano l’unità e la serenità. È necessario dunque che, nella società civile come nella Chiesa, per il sostegno a questa fondamentale istituzione siano investite le migliori energie. Le famiglie cristiane siano davvero lievito nella società, vivendo la loro vocazione di “chiese domestiche”, ispirate profondamente dal Vangelo, ricche di preghiera, di tenerezza, di testimonianza. Carissimi Fratelli e Sorelle! Affidiamoci a Maria, che in questa Cappella è onorata col titolo suggestivo di “Madonna della Neve”, non solo appropriato per la stupenda cornice della natura circostante, ma anche fortemente evocativo del suo mistero di donna del candore: la “tota pulchra”, l’Immacolata. Ella ci insegni la via della fedeltà a Cristo. Ci ottenga coraggio e fiducia. Benedica questa terra, e in modo speciale le sue famiglie e i suoi giovani”.

Foto 7 Papa

Quell’anno, come ben racconta e documenta il giornalista e scrittore Giustino Parisse nel suo libro “Giovanni Paolo II e l’Abruzzo” (Graphitype Edizioni, 2005), ben tre volte Papa Wojtyla venne sul Gran Sasso. La prima era stata in un martedì di febbraio 1993 (il 16 o il 23) quando, reduce da una settimana di visite pastorali in alcuni Paesi africani – Benin, Uganda e Sudan –, si concesse alcune ore di libertà per una sciata a Campo Imperatore, sulla pista che poi verrà chiamata “pista del Papa”. Lo accompagnavano il suo segretario don Stanislao Dziwisz – che poi diventerà Cardinale e arcivescovo di Cracovia –, il medico Renato Buzzonetti e gli uomini della scorta. Del Centro Turistico erano presenti il presidente, Alfonso Scimia, il direttore Berardino Scimia, il direttore degli impianti Dino Pignatelli, il maestro di sci Bruno Faccia ed Enzo Volpe alla guida del gatto delle nevi.

Foto 10 Papa

Racconta Giustino Parisse: “[…] Il Santo Padre scia per ore, si ferma solo per consumare un pasto frugale. Bruno Faccia ha portato da Assergi dove abita, salame, prosciutto e formaggio di produzione locale e anche un po’ di vino. Il Papa apprezza pur senza esagerare e poi riprende a sciare. […]”. La seconda volta, quell’anno, era stata il 13 aprile 1993. Sempre una visita privata e discreta per concedersi qualche ora di serenità e di sci, in una mattinata tormentata dal nevischio e dal vento, sulla pista della Scindarella. A metà giornata, in una pausa per una colazione accanto alla casetta dei pastori, con gli addetti del Centro Turistico in rispettoso silenzio, “[…] il presidente del Centro Turistico, Alfonso Scimia, – scrive ancora Parisse – quello che appariva il meno “bloccato” dalla presenza del Santo Padre prese il coraggio a quattro mani e si rivolse a Karol Wojtyla dicendo: «Santità, i nostri alpini hanno quasi terminato di restaurare la Chiesetta della Madonna della Neve, vorremmo che fosse Lei a inaugurarla». Il Pontefice guardò Alfonso Scimia e dopo un attimo di pausa disse: “Vedremo”. Una risposta che al presidente del Centro Turistico sembrò un sì senza tentennamenti.”

 

 

Prende così avvio il 16 aprile la procedura d’invito ufficiale in Vaticano, con una lettera riservata del presidente Scimia, nella quale si chiede al Papa di benedire e inaugurare, il 20 giugno 1993, la restaurata chiesetta Madonna della Neve e l’autorizzazione a denominare la pista dove il Pontefice ha sciato “Pista Giovanni Paolo II”. Alla richiesta dà riscontro il 10 maggio l’arcivescovo dell’Aquila Mario Peressin con una lettera nella quale viene data per certa la visita del Pontefice domenica 20 giugno. L’ufficializzazione della visita pastorale del Papa giunge dalla Santa Sede con una lettera della Segretaria di Stato vaticana, datata 1 giugno 1993, diretta al presidente del Centro Turistico, Alfonso Scimia. Il sogno si avvera e il 20 giugno 1993 diventerà un’altra giornata memorabile nel cuore degli aquilani! Saranno così tre le visite ufficiali di papa Wojtyla a L’Aquila e dintorni: il 30 agosto 1980 nella città capoluogo, in occasione del sesto Centenario della nascita di San Bernardino da Siena, il 9 Agosto 1986 a Rocca di Mezzo e ai Piani di Pezza, dove erano in raduno 13 mila scout dell’Agesci, infine la visita del 20 giugno 1993 per inaugurare la restaurata chiesetta della Madonna della Neve a Campo Imperatore, ma in Abruzzo Giovanni Paolo II, in visita ufficiale era stato altre tre volte: nel 1993 a San Salvo, nel 1985 ad Avezzano e altri luoghi della Marsica, il 24 marzo, e il 30 giugno ad Atri, Teramo e al Santuario di San Gabriele.

 

Tuttavia sono oltre un centinaio le visite private e riservatissime di Giovanni Paolo II sul Gran Sasso, dal 16 ottobre 1978, data della sua elezione al Soglio di Pietro in poi. Perfino prima ne è riscontrata una, nel 1962, come documenta una foto che ritrae Karol Wojtyla a Fonte Cerreto, base della funivia del Gran Sasso. Foto rinvenuta dall’appassionata ricerca di Pasquale Corriere, presidente dell’Associazione culturale “San Pietro della Jenca” cui si deve la valorizzazione della chiesetta alle falde del Gran Sasso dove papa Wojtyla si recava in raccoglimento, diventata nel 2011 il primo Santuario dedicato a San Giovanni Paolo II. Il grazioso borgo di San Pietro della Jenca, che nel 1254 fu uno dei Castelli fondatori dell’Aquila, divenne nei secoli successivi villaggio rurale per la residenza estiva di contadini e pastori di Camarda impegnati nel lavoro dei campi d’altura o sui pascoli circostanti. Fin quando il 29 dicembre 1995 a San Pietro della Jenca, in una delle sue numerosissime e segrete escursioni sul Gran Sasso, Giovanni Paolo II non vi sostò, raccolto in preghiera nella bella chiesetta medioevale. Poi ancora altre volte. Da quel momento quel luogo sacro è diventato molto caro agli aquilani, man mano caro a tanti appassionati della montagna e ai visitatori che lo raggiungono da ogni angolo d’Italia e talvolta dall’estero. Quasi in pellegrinaggio, già da quando papa Wojtyla era ancora in vita. Ma sopra tutto è diventato un luogo dell’affetto e della devozione verso il papa sentito dai fedeli “Santo subito” dal 2 aprile 2005, giorno in cui il più carismatico dei pontefici trapassò in Cielo. Il primo maggio 2011, infatti, con Roma piena di pellegrini da tutto il mondo, in una commovente cerimonia Benedetto XVI dichiarò “beato” Giovanni Paolo II, primo passo verso la sua santificazione. Appena 17 giorni dopo, data non casuale perché giorno della nascita di Karol Jozef Wojtyla (Wadowice, 18 Maggio 1920), la chiesetta di San Pietro della Jenca divenne il primo Santuario dedicato al Beato Giovanni Paolo II, come decretato dall’allora arcivescovo dell’Aquila, Mons. Giuseppe Molinari.

 

In una lettera del 18 maggio 2011, per l’inaugurazione del Santuario, il Cardinale Stanislao Dziwisz, Arcivescovo metropolita di Cracovia, che di papa Wojtyla fu segretario, tra l’altro scrisse: “[…] vorrei salutare cordialmente le Autorità ecclesiastiche e civili dell’Aquila e tutti i presenti, radunati nella chiesa di San Pietro della Jenca, nel giorno della solenne dedicazione del Santuario al Beato Giovanni Paolo II. Insieme con voi ringrazio Dio onnipotente per il giorno della nascita di Karol Giuseppe Wojtyla, il secondo figlio di Karol ed Emilia Wojtyla. Ringrazio il Signore della vita per il giorno 18 Maggio 1920, il quale negli impenetrabili disegni di Dio fu il giorno della sua nascita per Dio, per la Chiesa e per tutta l’umanità. Desidero pure esprimere la mia personale gratitudine al signor Pasquale Corriere, presidente dell’Associazione Culturale San Pietro della Jenca, per la cura incessante di questa piccola chiesetta, nella quale Giovanni Paolo II pregò il 29 Dicembre 1995. Lo ringrazio cordialmente, e voi tutti, per i commoventi segni di grande amore al Santo Padre Giovanni Paolo II. Auguro che questo giorno della solenne dedicazione della chiesa di San Pietro della Jenca come Santuario di Beato Giovanni Paolo II sia per voi il momento della gioia che viene dal fatto di aver conosciuto il Santo dei nostri tempi, il quale c’insegnava come amare Dio ed il prossimo”. Il porporato era tornato ancora una volta nel borgo di San Pietro della Jenca insieme al Cardinale Kazimierz Nycz, Arcivescovo di Varsavia, qualche giorno prima dell’erezione della chiesetta a Santuario, avvenuta con una solenne celebrazione dell’Arcivescovo dell’Aquila. E quello stesso anno, il 7 agosto, il Cardinale Dziwisz donò la Reliquia del Beato Giovanni Paolo II custodita nel Santuario.

 

Ormai da anni, e particolarmente dopo la canonizzazione di San Giovanni Paolo II, il 27 aprile 2014 da Papa Francesco, singoli pellegrini e gruppi organizzati fanno sempre più di San Pietro della Jenca una delle tappe “wojtyliane”. La testimonianza di questo flusso crescente di devozione è testimoniata nei voluminosi registri che raccolgono i nomi dei visitatori, le richieste di grazie e le emozioni provate il quel luogo suggestivo, nel quale si avverte la presenza spirituale d’un Papa santo particolarmente amato dai fedeli. E in effetti in questo luogo ormai tutto parla di Karol Wojtyla. Lungo il percorso che conduce a San Pietro della Jenca si susseguono indicazioni stradali “Santuario S. Giovanni Paolo II”, fino a quel piccolo sentiero che conduce alla Chiesetta, suggestiva nella singolarità del luogo, suggestivo ed invitante al raccoglimento. Il 18 maggio 2005, peraltro, una delle cime della catena del Gran Sasso che si erge proprio di fronte al borgo di San Pietro della Jenca, detta del Gendarme sulle Malecoste, venne intitolata al papa polacco. Sulla Cima Giovanni Paolo II è ora issata una grande croce che guarda il borgo e la valle. E’ lì a testimoniare l’attaccamento del grande Papa Santo verso il Gran Sasso, dove con assoluta discrezione innumerevoli volte Egli venne a camminare o a sciare, e il suo amore per le montagne d’Abruzzo.

 

 

 

FOTO

Le immagini 1-2-4-6-7-10-14-16 (20 giugno 1993) sono tratte dall’opuscolo “Il bianco e l’azzurro” pubblicato nel 1993 dal Centro Turistico del Gran Sasso d’Italia, fornitomi dall’ex direttore Berardino Scimia:

1- Giovanni Paolo II con mons. Mario Peressin (arcivescovo dell’Aquila)

2- Giovanni Paolo II con Alfonso Scimia (presidente Centro Turistico Gran Sasso)

4- il Papa all’Angelus

6- Giovanni Paolo II benedice chiesetta Madonna della Neve

7- Giovanni Paolo II all’arrivo a Campo Imperatore

10- il Papa e mons. Peressin

14- il Papa, salutato al suo arrivo a Campo Imperatore

16- Campo Imperatore, in attesa dell’arrivo del Papa

 

Foto di Giovanni Paolo II sul Gran Sasso (1992), fornita da Berardino Scimia: da sinistra, 3 uomini della scorta, Dino Pignatelli, Giovanni Paolo II, Alfonso Scimia, Bruno Faccia, Berardino Scimia.

 

Le altre foto avute dall’Associazione culturale San Pietro della Jenca. Nella foto in b/n del 1962 Mons. Karol Wojtyla a Fonte Cerreto (Gran Sasso d’Italia).




Chieti. Alle migliori aziende il Premio “Eccellenze di Casa Nostra”.

Premio Eccellenze di Casa Nostra

 

Giovedì 24 maggio alle ore 16:30, presso la sala del Consiglio della Provincia di Chieti, si terrà la manifestazione per la consegna del Premio “Eccellenze di Casa Nostra”.

Sono venti le aziende che verranno premiate, scelte dalla commissione giudicatrice del premio: Massimo Fusella, Enoleader, Nicola Zulli, D’Aloisio Noleggi, Azienda Agricola Pasqualone, Remu srl, Agriturismo Le Dolci Colline d’Abruzzo, Azienda Agricola Mezzanotte, La Mela di Adamo, Cialone Costruzioni, Atelier Barbarossa, Azienda Agricola Roberto Lucciolini, Cicli Protek, Kico, Geoproget, Jezzi gelateria, Pizzeria Fasano, Tenuta del Pesco, Il Giglio pane e dolci, Istituto di Moda Burgo.

Il premio vuole gratificare la dedizione e l’amore per il proprio lavoro, l’organizzazione, l’accoglienza del cliente e, naturalmente, il prodotto finale. La commissione giudicatrice si attiene alle segnalazioni dei clienti e dei conoscenti, per poi esprimere il giudizio finale e quindi conferire il premio “Eccellenze di Casa Nostra”.

Pino Costa ed Elena Costa, direttore responsabile della rivista Italia è Magazine e presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi.

Il premio va aldilà delle cifre del fatturato, vengono premiate le medie e piccole attività artigianali e commerciali che abbiano avuto il merito di lavorare con lena e sempre col sorriso sulle labbra rivolto ai clienti.

La kermesse, organizzata dall’Associazione Culturale Editoriale Italia, è patrocinata dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia di Chieti, dal Comune di Chieti, dall’Associazione Editori Abruzzesi, dall’Associazione Sandro Pertini, e verrà presentata dai giornalisti Pino Costa ed Elena Costa, direttore responsabile della rivista  Italia è Magazine e presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi.

Elena Costa, Presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi.

Tutti i vincitori verranno premiati con una pergamena personalizzata ed un’opera del critico d’arte internazionale ed artista Leo Strozzieri. A consegnare i premi tra le altre personalità istituzionali il prof. Leonardo Seghetti docente di chimica agraria all’Istituto Tecnico Agrario Statale Ulpiani di Ascoli Piceno e il conduttore e autore della trasmissione Pollice Verde di Rete 4 ed inviato di Striscia la Notizia, Luca Sardella. L’ingresso è aperto al pubblico.




Abruzzo. Lutto: MORTE DEL PRESIDENTE PACE, IL CORDOGLIO DELL’UDC ABRUZZESE. DI GIUSEPPANTONIO:”HA PORTATO ALLA POLITICA SERIETÀ E COMPETENZA”.

“La direzione dell’Udc abruzzese ricorda con profondo cordoglio l’ex Presidente della Regione e il Parlamentare della Repubblica, Giovanni Pace. Con la sua scomparsa la comunità abruzzese perde un rappresentante istituzionale di alto profilo, un politico, un uomo che ha dedicato la sua vita con un impegno instancabile, con una visione ampia e articolata, ed un amore profondo e costante per il benessere della gente d’Abruzzo”. E’ il commento del Segretario Regionale dell’UDC, Enrico Di Giuseppantonio alla notizia della scomparsa di Giovanni Pace. “Con lui se ne va una persona perbene, un amico sincero, che ha portato alla politica regionale un grande contributo di serietà e competenza”.

Enrico Di Giuseppantonio




Chieti. Nota dell’On. Fabrizio Di Stefano per la scomparsa dell’On. Giovanni Pace

Se ne va una delle figure più belle della politica abruzzese; un uomo che ha fatto della coerenza e dell’onestà il proprio tratto distintivo, come distintiva era la sua grande eleganza e la sua signorilità, tratti, questi ultimi, davvero rari nella politica italiana” lo ha dichiarato in una nota Fabrizio Di Stefano a seguito della notizia della scomparsa dell’On. Giovanni Pace, ex parlamentare ed ex presidente della Regione Abruzzo.

Nella Foto Fabrizio Di Stefano

Un uomo che ha guidato per cinque anni la Regione Abruzzo come pochi altri hanno saputo fare” ha continuato Di Stefano “E da Parlamentare è stato determinante per sostenere e portare avanti un’enorme mole di finanziamenti per combattere il dissesto idrogeologico della collina di Chieti.Ma io piango soprattutto l’amico e il padre politico con cui ho avuto l’onore di condividere cinque anni in Consiglio Regionale, a fianco di un grande Presidente che mi ha dato molti insegnamenti non solo politici ma anche umani” ha concluso Fabrizio Di Stefano.




Abruzzo. Fnsi: “Esistono giornalisti con la schiena dritta, D’Alfonso se ne faccia una ragione”

La FNSI condivide la presa di posizione del comitato di redazione del Centro di Pescara, dell’Associazione della Stampa e dell’Ordine dei giornalisti dell’Abruzzo contro i tentativi di intimidazione che il governatore della Regione Abruzzo e neosenatore Luciano D’Alfonso ha messo in atto nei confronti del collega Pietro Lambertini. È evidente che D’Alfonso, che già in passato ha trascinato in tribunale con richieste di risarcimento danni alcuni colleghi che si erano occupati delle sue vicende, non riesce a rassegnarsi all’idea che in questo Paese la stampa è libera e che esistono giornalisti con la schiena dritta indisponibili a compiacere il potere. È bene che se ne faccia una ragione, anche perché il sindacato dei giornalisti, insieme con l’Associazione della Stampa e l’Ordine dei giornalisti dell’Abruzzo, sarà in tutte le sedi al fianco del collega Lambertini e di tutti i giornalisti che subiscono intimidazioni per il semplice fatto di fare correttamente il loro lavoro”. Lo afferma in una nota la FNSI.

FNSI




LA SCUOLA DI CORROPOLI VINCE LA “NAVE DELLA LEGALITÀ” E SALPA PER PALERMO

La classe I E della Secondaria di primo grado supera le selezioni regionali con il progetto “Radio Aut Futura”


TERAMO – Un grande successo per la classe IE della Scuola secondaria di primo grado di Corropoli, guidata dal Dirigente Scolastico Manuela Divisi: il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha comunicato all’istituto vibratiano che sono proprio i giovani studenti corropolesi della classe IE della scuola secondaria di primo grado ad aver vinto la selezione regionale del Concorso Nazionale “Angeli custodi: l’esempio del coraggio, il valore della memoria”, promosso ed organizzato dalla Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” di Palermo e dal MIUR. La classe IE è stata selezionata fra tutte le scuole medie della regione Abruzzo grazie al progetto multimediale “Radio Aut Futura. L’informazione libera che viene dal cielo” ideato e curato dalla docente di Lettere, prof.ssa Alessandra Angelucci, che ha manifestato grande gioia per il risultato inaspettatamente giunto. «Abbiamo pensato di presentare – racconta la curatrice Angelucci – un progetto che mettesse a frutto le conoscenze acquisite dagli alunni sulle figure dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nel 1992 negli attentati di Capaci e Via d’Amelio, e del giornalista Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 e di cui quest’anno ricorrono i quarant’anni dalla morte. In maniera specifica gli studenti hanno riflettuto sul senso del sacrificio e dell’operato delle scorte, morte negli attentati. Sono proprio loro che nel video vengono definiti “angeli custodi” di chi ancora in terra combatte contro ogni forma di organizzazione criminale. Siamo davvero orgogliosi degli studenti: ogni passo fatto durante l’anno è stato percorso con passione e volontà. Questo risultato ci gratifica tantissimo e restituisce l’alto valore di quanto realizzato in classe e non solo nel segno della Legalità».

la classe IE con la docente Alessandra Angelucci e la giornalista Azzurra Marcozzi a Radio G

Il progetto ha per titolo “Radio Aut Futura. L’informazione libera che viene dal cielo”, perché l’elaborato multimediale presentato dalla classe consiste nella realizzazione di una video-trasmissione radiofonica interamente condotta dagli studenti e nella quale lo speaker radiofonico principale – Peppino Impastato – coadiuvato da due ospiti in studio, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dà vita ad una puntata tutta dedicata al ricordo di coloro che sono morti combattendo le Mafie e prestando il loro servizio allo Stato. Cinque minuti per svegliare gli uomini che, ancora viventi e storditi dal consumismo e dall’agire illegale, sembrano aver dimenticato la bellezza di chi opera nella Legalità. Nella video-trasmissione radiofonica gli studenti della IE hanno impersonato coloro che, dopo Peppino Impastato, sono morti per difendere lo Stato dalla criminalità organizzata. Ciascuno studente, vestito degli abiti dell’epoca, ha dato un personale contributo. La trasmissione radiofonica registrata ha ricordato in modo particolare l’agire delle scorte morte negli attentati e ha fatto rivivere, sulle ali del Paradiso, tutte le anime diventate angeli in questo ambiente di libera informazione che è “Radio Aut Futura”: Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

«L’ambiente adoperato per le riprese – aggiunge la prof.ssa Angelucci – è stato realmente quello di una Radio. Il nostro ringraziamento, infatti, va a Radio G Giulianova che ha messo a nostra disposizione lo studio allestito dai ragazzi come se fosse l’antica Radio Aut che Peppino Impastato aveva costituito a Cinisi, nel suo paese di nascita, e da cui ogni giorno dava vita a discorsi di alto impegno culturale per scuotere le coscienze dei suoi concittadini. Grazie in modo particolare al direttore di Radio G Francesco Marcozzi, alla giornalista Azzurra Marcozzi e a Lorenzo Garbatini, nonché a Luca Di Mattia per il supporto dato alla regia». Con questo grande successo la classe IE salperà con la Nave della Legalità dal porto di Civitavecchia il giorno 22 maggio per prendere la rotta di Palermo. La Nave della Legalità porterà studentesse e studenti di tutto il Paese a Palermo per celebrare la memoria delle vittime delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. Il 23 maggio, infatti, tutta l’Italia sarà coinvolta nell’evento commemorativo #PalermoChiamaItalia: settantamila giovani italiani uniti per dire il loro “no” alle mafie e alla criminalità organizzata. Ecco i nomi degli studenti vincitori della classe IE: Aurora Barulli, Hakim Bassou, Mattia Bontà, Selly Branciaroli, Silvia Branella, Nicolò Capocasa, Cristina Conchedda, Kevin De Angelis, Agnese Di Francesco, Simone Di Presa, Francesca Giovannelli, Lorenzo Iustini, Erika Kaluhina, Emanuele Lupi, Sofia Marcattilio, Edoardo Misticoni, Denise Palma, Francesca Pantoli, Mauricio Antonio Ponce, Jacopo Qiu, Nicolò Quinzi, Andrea Tarquini, Giovanna Vallese.




“GLI ALPINI ABRUZZESI VISITANO LE SUORE CAMILLIANE A TRENTO“

Una accoglienza nello spirito fraterno di San Camillo de Lellis protettore della Terra d’Abruzzo

Alpini a Trento

La Libera Associazione Abruzzesi Trentino Alto Adige, presieduta dall’alpino Sergio Paolo Sciullo della Rocca, Ambasciatore d’Abruzzo nel Mondo, in occasione della recente adunata nazionale degli alpini a Trento, ha organizzato un incontro con le Suore Camilliane coordinate dalla dinamica e solerte Superiore Suor Rosa Pesce che gestiscono l’Ospedale San Camillo di Trento vivendo nello spirito di San Camillo de Lellis patrono della Terra d’Abruzzo. Giova ricordare che queste suore ministre degli infermi operano negli ospedali, nelle case di riposo e nelle case di cura, promuovendo tra l’altro in modo incisivo l’educazione sanitaria, opera di servizio e di carità che viene svolta non soltanto in Italia, ma anche in Brasile, Filippine, Kenya, Taiwan e Thailandia.

Alpini a Trento

In questa circostanza sono state salutate con affetto le suore di origine abruzzese, in particolare le anziane Sr. Ubaldina Di Altocolle, Sr. Ermidia Pantano e la carismatica Sr. Rita Martelli, che da poco ha compiuto 90 anni. A questo incontro hanno  partecipato lo scrittore Bruno Ippoliti, il capo gruppo A.N.A di Antrodoco Antonio Santopinto, gli alpini provenienti dalla marsica, dalla valle peligna e dalle località dell’Abruzzo ulteriore. Nel corso di questa visita gli abruzzesi hanno avuto la possibilità di riscontrare l’operosità delle suore, la preghiera partecipata e il servizio zelante verso gli ammalati.

San Camillo

Foto Arte Asmodeo Rennes