Giulianova. AS Turismo Podismo: 1° edizione PERCORRIAMO GIULIANOVA.

Venerdì 11 maggio alle ore 11 verrà presentata ai mass media e alla cittadinanza la prima edizione dell’evento podistico e di prevenzione dei tumori attraverso la pratica dell’attività sportiva, denominato PERCORRIAMO GIULIANOVA. 
L’organizzazione è a cura dell’associazione sportiva TURISMO PODISMO.
Il nostro ospite d’onore alla conferenza stampa di venerdì alla sala consiliare del Comune di Giulianova è la famosa campionessa di maratona Laura Fogli. In conferenza saranno presenti diversi sportivi giuliesi che hanno avuto e hanno risonanza nelle loro rispettive discipline.
Testimonial dell’evento, invece, il pilota automobilistico – giuliese doc – Gabriele Tarquini.
La carriera di Laura Fogli:
Sesta ai Giochi olimpici di Seul 1988, ove con 2:27:49 stabilì il primato italiano, e 9ª a quelli di Los Angeles 1984, a fine carriera è diventata allenatrice e personal trainer, allenando anche gli amatori intenzionati a partecipare alle grandi maratone, e tra essi il cantante Gianni Morandi. È inoltre collaboratrice della RAI per le cronache di maratona.
La sua carriera sportiva fu comunque particolarmente lunga anche in maglia azzurra, e si concluse ai Campionati del mondo di atletica leggeradi Atene 1997 allorché, già trentottenne, chiuse la maratona mondiale al 24º posto con il tempo di 2h43’28”.



Giulianova. La tragica storia di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti nel libro di Pasquale Iannetti

 

Febbraio 1929 l’ultima ascensione di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti
Pasquale Iannetti
Artemia Nova editrice

Sintesi della vicenda.

L’eroico tentativo di due giovani alpinisti  e la straordinaria avventura per la loro salvezza

Artemia Giulianova

Nel febbraio1929 una grave tragedia colpì il piccolo mondo dell’alpinismo. Due giovani, soci della SUCAI di Roma (la sottosezione Universitaria del CAI), Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo lungo la cresta Sud-Sud-Est per la via Chiaraviglio – Berthelet. Bloccati a poca distanza dalla vetta, dal freddo intenso e dalle proibitive condizioni della neve, particolarmente abbondanti quell’anno, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone dove rimasero bloccati dalla tormenta senza l’adeguato equipaggiamento, al freddo, semi assiderati e senza viveri. Dopo tre giorni di maltempo, durante i quali cadde un’enorme quantità di neve, ridotti allo stremo, i due tentarono una disperata discesa in direzione del paese di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e per assideramento.

Paolo Emilio Cichetti e Mario Cambi partivano in treno da Roma il 7 febbraio perfettamente equipaggiati ed abbondantemente provvisti di viveri, comunicando ai parenti e agli amici più stretti, la loro intenzione di fermarsi per diversi giorni sul Gran Sasso per compiervi la prima salita invernale della cresta Sud del Corno Piccolo. A conclusione sarebbero tornati a Pietracamela e poi a Teramo dove avrebbero festeggiato il carnevale in compagnia delle rispettive fidanzate: Bianca e Stefania Nardi. La sera del 7 febbraio pernottarono nell’albergo di Assergi, condotto dalla famiglia Acitelli ed al mattino del giorno 8, lasciando inspiegabilmente gli sci ad Assergi, iniziarono la marcia verso il Garibaldi attraverso il Passo della Portella. Alcuni alpinisti, che si erano recati colà per assistere alla messa in suffragio della compianta Guida Giovanni Acitelli, li videro arrampicarsi per l’erta faticosa. Infine essi scomparvero in lontananza. Il tempo si mantenne incerto nei giorni 9 e 10 e divenne pessimo l’11 e seguenti. Dall’8 al 12 febbraio del 1929 furono scritte di pugno da Cichetti le note drammatiche del medesimo e di Mario Cambi che precedettero la loro fine. Il corpo di Paolo Emilio Cichetti fu rinvenuto il 18 febbraio a 3 chilometri da Pietracamela dalle squadre del soccorso guidate da Ernesto Sivitilli.  Le ricerche di Mario Cambi si spostarono in alto; il 21 febbraio il rifugio  Garibaldi viene raggiunto dalla squadra di soccorso di Pietracamela guidata Luigi Paglialonga ed il 23 febbraio da un gruppo di giovani della SUCAI di Roma, Giovanni Enriques, Edoardo Amaldi, Ninetta De Angelis e Giancarlo Canavesio, amici dei due sfortunati alpinisti. Dal 9 marzo al 24 aprile si susseguirono nel registro del rifugio Garibaldi le firme del cap. Mulattieri, quelle frequenti del tenente Enrico Silvestri, campione militare olimpionico di sci, e dei numerosi alpini del 3° reggimento di stanza a Pietracamela. Il corpo di Mario Cambi, già composta amorevolmente dal compagno, fu ritrovata il 25 aprile presso la riva del Rio Arno in località Peschio Ricciuto.

Prefazione del prof. Vincenzo Cerulli Irelli
L’autore di questo libro, uno dei principali protagonisti dell’alpinismo sul Gran Sasso degli ultimi decenni, è un uomo che vive di un amore immenso per la montagna, infatti, essa è la sua casa, tanto che le cose, gli uomini, le avventure e tutto ciò che la riguarda sono al centro dei suoi pensieri, dei suoi affetti. E così, dopo aver percorso tante volte la Val Maone ed essersi fermato, pensoso e un po’ commosso, davanti ai piccoli monumenti di Mario Cambi e di Paolo Cichetti, avvolti nel verde e protetti dall’ombra dei faggi, trova un giorno pubblicate su una rivista, alcune righe del libro del Garibaldi scritte da Cichetti sugli ultimi istanti prima di lasciare il rifugio, viene preso dal desiderio di rivivere quella tragica vicenda, di ricostruire la vita dei due alpinisti e di capire perchè la morte nella quale quella vita, ricca di eventi, di passioni, di amori, doveva spegnersi.
Il libro si svolge su più cerchi concentrici. Anzitutto c’è l’avventura, mossa dalla passione dei protagonisti, quella stessa passione che fa superare ogni sacrificio, come partire da Assergi a piedi, col tempo incerto che volge al peggio, d’inverno (quello terribile  del 1929) verso il Corno Piccolo, tentare in invernale la Chiaraviglio e, fermati dalla tormenta, scendere al Garibaldi, trovare il rifugio aperto alla tormenta del tutto privo degli attrezzi più elementari (la pala!), essere costretti a lasciarlo, ormai privi di viveri, scendere in Val Maone verso Pietracamela, non poterla raggiungere, stremati dal freddo, dalla neve, dalla stanchezza che spezza il cuore.
La vicenda si rappresenta ai nostri occhi nella sua drammaticità; come fatto dovuto a sfortunate circostanze che spezzano l’ardimento degli uomini e che rendono loro irraggiungibile la meta alpinistica. Ma la loro avventura è parte della storia dell’alpinismo, soprattutto del primo, quello dei tempi eroici, delle prime ascensioni, dell’apertura delle prime vie, della scoperta dello sci alpinismo (questa pazza idea di salire con gli sci per conquistare con la fatica il piacere della discesa!), delle poche attrezzature, delle impervie vie d’accesso, dell’ assenza di posti di sosta e di ristoro (c’era solo il Garibaldi, del tutto carente, nella catena del Gran Sasso!).
E qui, il secondo cerchio della narrazione: la storia dell’alpinismo della quale i due giovani sono protagonisti (e di loro vengono narrate le altre imprese, quelle felici e fortunate) insieme a tanti altri protagonisti del nostro territorio, di qua e di là dal Monte. Particolarmente caro ci è il racconto dei primi alpinisti di Pietracamela, alcuni dei quali abbiamo conosciuto ormai anziani ma ancora vigorosi e del carissimo Lino D’Angelo, allora bambino di sette anni, che ricordava ancora la tragedia, lo stupore e la commozione della comunità che, una volta conosciuta la sciagura,  avviava i primi, difficilissimi soccorsi.
Ma anche alpinisti di fuori, di altre parti d’Italia vengono attratti da questa straordinaria montagna. E tra questi, il lettore trova con sorpresa grandi personaggi della nostra storia scientifica e intellettuale, i fisici di Via Panisperna, essi stessi coinvolti nel dramma e partecipi dei soccorsi. Un’immagine dell’alpinismo che si accompagna alla scienza, come a completare, attraverso lo sforzo fisico e la gioia della conquista, lo sforzo della mente che tenta nuove vie del sapere.
C’è un terzo cerchio della narrazione, quello degli affetti e dell’amore: le fidanzate che attendono a Teramo, nel calore di dolci vite familiari, la città che sta vivendo il carnevale, le ragazze che si preparano per la festa del giovedì grasso, una festa che non arriverà mai, sepolta nella neve di Val Maone. L’autore scava nei ricordi, negli oggetti (l’anello!), nei sentimenti che affiorano dalle vecchie testimonianze. La morte qui risalta in tutta la sua inspiegabile assurdità, nel momento in cui viene confrontata alla vita che è in moto, che attende e, all’improvviso, viene spezzata.
Un quarto cerchio della narrazione è quello della società dell’epoca, nella quale i due giovani protagonisti, i loro genitori e le loro famiglie, sono inseriti con piena partecipazione. L’immagine della società nell’atmosfera del fascismo, che oggi ci sembra tanto lontana, qui compare, e viene rappresentata in quegli aspetti che restano positivi, lo sport, il coraggio giovanile, il gusto dell’avventura ed il piacere di osare oltre i propri limiti. Al di là della retorica dei discorsi, c’è qualcosa di vivo e di vero, qualcosa che si rende concreto nella vita e nella morte di Mario e di Paolo.
Credo che dobbiamo essere grati a Pasqualino Iannetti per questo paziente appassionato e lungo lavoro di ricerca, che apre una ricca veduta su un’epoca che non dobbiamo dimenticare, su vicende che costituiscono l’anima stessa della nostra montagna.                                                                                                                                                 V.C.I.


 

Amici, dopo più di sei anni di minuziose ricerche di tutti gli elementi di verità e di cronaca, finalmente ce l’ho fatta: a breve, uscirà il mio libro che, partendo dalla drammatica vicenda di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, ripercorre la storia dell’alpinismo sul nostro Gran Sasso d’Italia, dove, i due protagonisti, persero la vita nel terribile inverno del 1929. Non sono uno scrittore, la mia professione è ben altra, ma la passione per le nostre magnifiche Terre Alte e amore di verità mi hanno spinto a questa impresa più difficile di mille scalate!

Ci sono parecchi eventi programmati, in varie città del centro Italia, in cui presenterò il libro, spero vivamente che vogliate partecipare.

 

Pasquale Iannetti

Personaggio poliedrico, nato a Villa Penna di Campli in provincia di Teramo, Geometra e mancato Architetto ha spaziato in vari campi quali, la ristorazione (Rifugio Carlo Franchetti, Rifugio delle Guide e ristorante Bucciarello da Montone), lo sport la fotografia e tanto altro, ma l’innata passione per la montagna ha dominato la sua esistenza, spingendolo a diventare Guida Alpina, Maestro alpinismo e sci-alpinismo in giovanissima età.
Ancora oggi le cime e l’ambiente montano rappresentano la sua ragione di vita. Il Gran Sasso i Monti Gemelli e gli splendidi Monti della Laga sono la sua casa.

Nel cuore del Gran Sasso, in un posto magico, nel Vallone delle Cornacchie  ha gestito per vent’anni il Rifugio Franchetti, contribuendo con dedizione alla promozione di queste magnifiche Terre Alte.
Ispirato dalle gesta dei grandi Emilio Comici e Walter Bonatti e dagli insegnamenti dei suoi due maestri, Gigi Mario e Luigi Muzii, ha aperto parecchie vie alpinistiche sul Gran Sasso, concorrendo alla nascita dell’arrampicata moderna con le sue “mitiche Superga”.

Avventura e ponderatezza le sue parole d’ordine, confortate dalla sua citazione preferita da “Giorni di Ghiaccio” di Marco Confortola: le vere Guide Alpine sono quelle che arrivano alla vecchiaia, di eroi sono pieni i cimiteri.
Che cosa c’è oltre quella montagna? Una montagna. 

oltre quell’altra? Un’altra montagna.

Questa è stata la mia vita.

Una continua ricerca… in montagna.




Giulianova. Quattro presentazioni “romane” per il libro di Pasquale Iannetti “Febbraio 1929 L’ULTIMA ASCENSIONE di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti”

Febbraio 1929 L’ULTIMA ASCENSIONE di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti

Libro di Pasquale Iannetti

L’eroico tentativo di due giovani alpinisti  e la straordinaria avventura per la loro salvezza

 

Nel febbraio1929 una grave tragedia colpì il piccolo mondo dell’alpinismo. Due giovani, soci della SUCAI di Roma (la sottosezione Universitaria del CAI), Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo lungo la cresta Sud-Sud-Est per la via Chiaraviglio – Berthelet.
Bloccati a poca distanza dalla cima, dal freddo intenso e dalle proibitive condizioni della neve, particolarmente abbondanti quell’anno, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone dove rimasero bloccati dalla tormenta senza l’adeguato equipaggiamento, al freddo, semi assiderati e senza viveri.

Presentazioni libro di Pasquale Iannetti

Dopo tre giorni di maltempo, durante i quali cadde un’enorme quantità di neve, ridotti allo stremo, i due tentarono una disperata discesa in direzione del paese di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e per assideramento.

Paolo Emilio Cichetti e Mario Cambi partivano in treno da Roma il 7 febbraio perfettamente equipaggiati ed abbondantemente provvisti di viveri, comunicando ai parenti e agli amici più stretti, la loro intenzione di fermarsi per diversi giorni sul Gran Sasso per compiervi la prima salita invernale della cresta Sud del Corno Piccolo. A conclusione sarebbero tornati a Pietracamela e poi a Teramo dove avrebbero festeggiato il carnevale in compagnia delle rispettive fidanzate: Bianca e Stefania Nardi.

La sera del 7 febbraio pernottarono nell’albergo di Assergi, condotto dalla famiglia Acitelli ed al mattino del giorno 8, lasciando inspiegabilmente gli sci ad Assergi, iniziarono la marcia verso il Garibaldi attraverso il Passo della Portella. Alcuni alpinisti, che si erano recati colà per assistere alla messa in suffragio della compianta Guida Giovanni Acitelli, li videro arrampicarsi per l’erta faticosa. Infine essi scomparvero in lontananza. Il tempo si mantenne incerto nei giorni 9 e 10 e divenne pessimo l’11 e seguenti.

Dall’8 al 12 febbraio del 1929 furono scritte di pugno da Cichetti le note drammatiche del medesimo e di Mario Cambi che precedettero la loro fine. Il corpo di Paolo Emilio Cichetti fu rinvenuto il 18 febbraio a 3 chilometri da Pietracamela dalle squadre del soccorso guidate da Ernesto Sivitilli.

Le ricerche di Mario Cambi si spostarono in alto; il 23 febbraio il rifugio Garibaldi fu raggiunto da un gruppo di giovani della SUCAI di Roma, Giovanni Enriques, Edoardo Amaldi, Ninetta De Angelis e Giancarlo Canavesio, amici dei due sfortunati alpinisti e subito dopo dalla guida Luigi Paglialonga di Pietracamela.

Dal 9 marzo al 24 aprile si susseguirono nel registro del rifugio Garibaldi le firme del cap. Mulattieri, quelle frequenti del tenente Enrico Silvestri, campione militare olimpionico di sci, e dei numerosi alpini del 3° reggimento di stanza a Pietracamela. Il corpo di Mario Cambi, già composta amorevolmente dal compagno, fu ritrovata il 25 aprile presso la riva del Rio Arno in località Peschio Ricciuto.




Abruzzo. M5S: UN PRESIDENTE A MEZZO SERVIZIO. CONSIGLIO REGIONALE INTERROTTO PERCHE’ D’ALFONSO DEVE ANDARE A FARE IL SENATORE A ROMA 

Riceviamo dal M5S – Abruzzo

Logo Movimento 5 Stelle



E sono 4 i mesi che registrano la paralisi del consiglio regionale, un sequestro istituzionale causato dalla doppia carriera politica di Luciano D’Alfonso. Eletto in Senato ma restio a mollare la poltrona di presidente, il neo senatore D’Alfonso sottopone la regione a un vero e proprio sequestro istituzionale. Non abbastanza sicuro della poltrona romana per abbandonare quella abruzzese, non abbastanza leale da mettere l’Abruzzo che lo ha scelto nel 2014 al primo posto rispetto al velluto rosso di Palazzo madama. Ed è a causa di questi tumulti dell’anima del Presidente Senatore che anche oggi i lavori del consiglio regionale si sono visti improvvisamente interrotti a causa degli impegni da senatore del Presidente D’Alfonso. E’ questo quello che secondo Luciano D’Alfonso meritano gli abruzzesi: un presidente a mezzo servizio, un consiglio regionale interrotto a causa delle riunioni romane del PD. E se D’Alfonso non conosce l’etica delle dimissioni, non è da meno il presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio che esita a convocare la Giunta per le elezioni che potrebbe e dovrebbe prendere atto dell’incompatibilità del presidente-senatore, dichiararne la decadenza e sciogliere il consiglio regionale permettendo agli abruzzesi di tornare al voto. Anche per lui, evidentemente, l’attaccamento alla poltrona è più forte del rispetto per le istituzioni.

I consiglieri del gruppo consiliare M5S in Regione Abruzzo




Abruzzo. Assoluzione per l’orso ucciso a Pettorano nel 2014, ma uccidere gli orsi e’ reato

 

 

Il Tribunale di Sulmona, oggi pomeriggio, ha assolto Antonio Centofanti, imputato nel processo penale per l’uccisione di un orso marsicano nel settembre dell’anno 2014 a Pettorano Sul Gizio.

Orso Ucciso

Accogliendo la tesi della difesa e la richiesta di assoluzione del Pm, il giudice ha pronunciato la sentenza di assoluzione dell’imputato dando credito a quella che fu la sua prima versione nelle dichiarazioni rese spontaneamente agli inquirenti, vale a dire che non aveva alcuna intenzione di uccidere l’orso e che il colpo partì per una sfortunata fatalità determinata dalla sua caduta.

Orso

Le sentenze vanno rispettate e sicuramente non è nostra intenzione derogare da questa regola.

Il Parco, che si è costituito parte civile nel processo, valuterà le motivazioni della sentenza e deciderà se ricorrono i presupposti per proporre appello.

Tuttavia, riteniamo utile e necessario  fare alcune considerazioni.

Il messaggio che può venir fuori dalla Sentenza è molto pericoloso per la conservazione dell’orso marsicano.

C’è un evidente rischio di compiere la generalizzazione secondo la quale uccidere un orso non è un reato.

Ancora, c’è il pericolo che possa emergere e diffondersi  l’idea che la risposta più naturale ad un orso che si avvicina ad un’abitazione sia quella di sparargli.

Questo sarebbe devastante, perché noi ci troveremo sempre più a fare i conti con animali che si avvicinano alle aree antropizzate e dobbiamo imparare a conviverci, non a risolvere il problema con l’eliminazione del presunto intruso.  La conservazione dell’orso marsicano, come abbiamo più volte sostenuto, presuppone che gli orsi possano ricolonizzare nuovi territori anche fuori da parchi e aree protette e non possiamo sicuramente legittimare l’atteggiamento di chi ritiene che “gli orsi debbano stare a casa loro”, cioè nel ristretto territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Convivere con gli orsi si può e la stessa comunità di Pettorano, con le azioni di prevenzione e informazione messe in campo dopo l’uccisione dell’orso, ha dimostrato che è possibile.

Infine, non possiamo esprimere un certo sconcerto per le modalità con le quali è stato condotto tutto il procedimento dalla Procura di Sulmona. Ci sono voluti più di 3 anni per arrivare a processo, per concludere il dibattimento con la richiesta di assoluzione. Davvero difficile da capire!

Per evitare spiacevoli conseguenze, visto che diversi orsi frequentano le aree antropizzate, sarebbe il caso che non solo il Parco, ma anche la Procura, ribadisse che uccidere un orso è reato.

 

 




Giulianova. 19° Festival Internazionale Bande Musicali: Oggi visita in città della delegazione della Banda Reale della Marina Militare Belga

 

 

 

Giulianova, 10 aprile 2018– La 19° edizione del Festival Internazionale di Bande musicali si annuncia piena di grandi sorprese. La prima è la presenza della Banda Reale della Marina Militare Belga che ha accettato di partecipare come Special Guest del programma che sarà presentato al pubblico dal 30 maggio al 3 giugno prossimi. E ieri mattina gli organizzatori della

La delegazione Belga insieme a Orsini_Tancredi e Ruffini

manifestazione, Mario Orsini e Gianni Tancredi, hanno accolto in città una delegazione della Banda Reale della Marina Militare Belga. A fare gli onori di casa c’era anche l’assessore alla cultura del Comune Fabrice Ruffini. Della delegazione arrivata in città facevano parte il direttore dell’Orchestra Bjorn Verschoore, il direttore artistico delle Bande Reali del Belgio Partick Desmet e il coordinatore delle Bande Kurt Maertens. “E’ un grande onore per noi poter ospitare la prestigiosa Banda Reale della Marina Militare Belga”, ha detto soddisfatto Mario Orsini, “si tratta infatti di un’orchestra di grande qualità che con i suoi concerti riesce sempre a creare momenti di grande spettacolo e magia”. Il gruppo Belga ha visitato i diversi siti dove si svolgeranno le esibizioni e ha concordato una serie di spettacoli da inserire nel variegato programma dell’intera manifestazione. Il Festival Internazionale di Bande Musicali è il più importante appuntamento italiano del genere, ed è uno dei concorsi più importanti del circuito internazionale. La manifestazione infatti ha l’importante patrocinio dell’Anbima, l’associazione nazionale delle Bande Musicali.

Info: www.bandeinternazionali.it

 




Verona. Effetto Millennials Il vino secondo i nuovi #winelovers

Lunedì 16 aprile ore 11.30
Vinitaly, Pad. 12 | Stand G2
Sono il pubblico a cui oggi si rivolgono le aziende vitivinicole. Compiono scelte di acquisto e consumo che orientano le tendenze di mercato. Un dibattito per raccontare il rapporto tra Millennials e vino.
Intervengono
Simone Roveda, wine influencer e blogger, Winery Lovers
Andrea Di Fabio, direttore commerciale e marketing Cantina Tollo
Riccardo Brighigna, enologo Cantina Tollo
Modera
Stefania Annese, giornalista Gambero Rosso
A seguire degustazione dei vini della Cantina



Su Opstart la campagna di Equity Crowdfunding di Enolò

Al via sulla piattaforma di finanza alternativa www.opstart.it la raccolta di capitali della startup innovativa nata nel Cratere Sismico Aquilano. 

Enolò è una startup innovativa nata nel territorio del Cratere Sismico Aquilano, che introduce una piattaforma digitale basata su un nuovo modello di business B2Bimperniatosull’integrazione dei servizi di logistica, marketing e comunicazione, che semplifica e ottimizza le relazioni commerciali tra i produttori di vino e i loro dealers.
Definita dal Gambero Rosso “un progetto ampio che va dalla porta della cantina al tavolo del ristorante”, Enolò è la prima platform economy B2B dedicata alla filiera distributiva del vino. Un settore caratterizzato da forte tracking e costante crescita, ma che ha bisogno di agganciarsi alla rivoluzione digitale in atto, per trasformare i bisogni di un mercato consapevole e in continua evoluzione, in opportunità di sviluppo.
Un settore dai grandi numeri quello nazionale del vino, costituito da oltre 500.000 dealers (ristoranti, enoteche, bar, catering e altri esercizi) che solo nell’anno 2016 ha commercializzato 850 milioni di bottiglie prodotte da circa 50.000 produttori. Un B2B dalle dimensioni di un B2C di cui ancora non si era occupato nessuno con una visione integrata e orientata a soddisfare le necessità dei professionisti che vi operano, proponendo soluzioni specialistiche.
Per i numerosi vantaggi che l’innovazione del progetto apporta in maniera dirompente alla filiera vinicola, Enolò ha vinto i bandi QIP di Comitato Abruzzo e Smart&Start di Invitalia i cui incentivi sono stati determinanti nel trasformare il progetto originario in una impresa concreta che, terminata la sua fase di costruzione, si avvia a muovere i primi passi sul mercato.
L’obiettivo principale dei prossimi tre anni è diventare il punto di riferimento conosciuto e apprezzato da tutti i professionisti del settore vinicolo per le soluzioni proposte, seguendo un programma strategico che prevede tre fasi:diffusione nazionale dei servizi; estensione dell’offerta verso settori prossimi quali birra, food e prodotti del beverage di qualità ed espansione internazionale.
Metabolizzato il recente successo ottenuto dalla collaborazione con il famoso acceleratore milanese Backtowork24 con cui sono stati attratti investimenti e competenze professionali di primario standing che vanno ad arricchire il management dei fondatori, per Enolò è giunto il momento di compiere un ulteriore e decisivo passo verso il consolidamento della propria crescita ed è per questo che in questi giorni ha lanciato la sua prima campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma di finanza alternativa Opstart di Bergamo.
A pochi giorni dall’avvio, sono stati raccolti capitali per oltre il 50% di quelli previsti come obiettivo e tale circostanza conferma la valutazione positiva e l’apprezzamento del progetto da parte degli investitori che hanno deciso di partecipare l’impresa.
Quello che sta accadendo ad Enolò, però, va oltre gli aspetti tecnici e meramente economici poiché si rivela come unsegnale forte e chiaro anche dal punto di vista sociale.  Essa infatti è latestimonianza reale e concreta che seppure in tempi di crisi e in territori disagiati come quelli che hanno dovuto sopportare un evento drammatico come il terremoto, esiste la possibilità, non solo la speranza, di fare impresa partendo da un’idea innovativa e dalle opportunità concesse dalle misure e dagli strumenti messi a disposizione dalle Istituzioni del nostro Paese, che la possono sostenere. 

E’ possibile approfondire l’iniziativa Enolò su www.enolo.it e www.cartadeivini.wine e su www.opstart.it la sua prima campagna di equity crowdfunding




Giulianova. Fabrizio Sorbi: la PROEL spa ha come obiettivo fondamentale l’ampliamento costante della gamma ma soprattutto l’innovazione continua dei prodotti.

 

Per questo motivo ha concentrato nella società PROEL LAB tutte le attività strategiche di ricerca e sviluppo del Gruppo, aumentando gli investimenti di oltre il 50% nell’anno 2017, raggiungendo così la quota del 5% su un fatturato di circa 32 mln di Euro.

Forti della presenza d’ingegneri con esperienza maturata negli anni, PROEL LAB è un team specializzato in grado di ideare, progettare e realizzare sistemi audio, lighting e strumenti musicali digitali con l’utilizzo di nuove tecnologie hardware e software.

Presidente PROEL Fabrizio Sorbi

PROEL ha messo in atto un ambizioso piano di sviluppo a breve-medio temine (3 anni)  principalmente concentrato su tre priorità: aumentare la quota di mercato attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti utilizzando nuove tecnologie; Investire sul mercato Europeo e aprire il mercato Nord Americano; Valorizzare il Made in Italy tramite il design strategico e l’affidabilità dei prodotti.

 

I tre obiettivi sono legati con un filo conduttore unico: Prodotto-Mercato; per questo motivo la leva strategica dell’utilizzo di nuove tecnologie è decisiva soprattutto alla presenza di mercati molto specialistici e professionali. Per raggiungere questi obiettivi il team di Ricerca e Sviluppo del Gruppo PROEL ha intenzione di sviluppare una serie di prodotti unici nel settore strumenti musicali digitali  del brand DEXIBELL, impiegando la più innovativa e recente tecnologia hardware, non utilizzata dai vari competitors mondiali. Tramite l’utilizzo dell’elevato potere di calcolo, fornito dalla nuova tecnologia, unito a uno SVILUPPO software molto specialistico con l’inserimento di nuove funzioni, PROEL sarà in grado di migliorare sensibilmente la qualità sonora e semplificare il modo di utilizzo di una nuova linea di prodotti denominati VIVO. Il progetto è di fornire al consumatore un nuovo e professionale approccio nel suonare la musica e di non temere comparazioni qualitative di prodotto con altre marchi di strumenti musicali digitali, leva strategica per entrare in un mercato dominante come quello Nord Americano.

DEXIBELL Organo Digitale Classico L3

Anche nel settore dei sistemi audio della linea AXIOM saranno immessi nel mercato nuovi prodotti dalle sonorità performanti ma anche e soprattutto di semplice installazione, garantendo un competitivo rapporto prezzo–prestazioni. La linea strategica che distinguerà il prodotto AXIOM dalla concorrenza sarà di aggredire il vasto mercato Nord Americano degli eventi locali con un prodotto performante, affidabile e con il supporto tecnico di personale specializzato per la scelta del sistema audio più adatto alle specifiche esigenze e fornire un valido supporto alla migliore configurazione. La strategia prodotto-servizio è molto apprezzata anche dalle società di service perché possono avvalersi delle competenze e cooperazione con la casa costruttrice.

 

La missione di PROEL LAB, per tutte le linee di prodotto, è inoltre la realizzazione del  “  Total Made in Italy” con l’obiettivo di sviluppare prodotti con un “industrial design” fortemente italiano.  Uscire dagli attuali standard di mercato proponendo forme innovative più vicine ai gusti contemporanei differenzieranno i prodotti PROEL dall’attuale offerta dei nostri competitors. Inoltre il Gruppo PROEL ritiene strategico che il “Made in Italy” sia anche sinonimo di qualità e di affidabilità del prodotto al fine di sviluppare al massimo la “customer satisfaction” del cliente finale.

 

La PROEL vuole sostenere nel prossimo triennio un importante piano di sviluppo con il raggiungimento di un fatturato di 50mln di Euro. Per il raggiungimento di quest’ obiettivo PROEL effettuerà importanti  investimenti: Investimenti per lo sviluppo dei nuovi prodotti (4,5 mln di Euro su 3 anni)  L’investimento in R&S è finalizzato a sostenere la crescita del mercato internazionale. Alta qualità, prestazioni, design e bassi costi di gestione sono l’obiettivo fondamentale. Investimenti sulle partecipate estere (1 mln di Euro) Potenziamento della PROEL NORD AMERICA per garantire una struttura adeguata per quello che rappresenta il più grande mercato a livello globale. Aumento di capitale che porterà ad acquisire una percentuale del capitale del 40% su consociata Francese. Aumenti di capitale sono previsti su PROEL Tunisia e PROEL UK e soprattutto la costituzione di due nuove filiali estere, PROEL GERMANIA e presidio commerciale a DUBAI.Investimenti differenziati, legati all’incremento delle vendite (oltre 2 mln di Euro) Concentrazione su investimenti in capitale umano e marketing

 




LA CARBOTECH SPONSOR DELLA SQUADRA DI BASKET DELL’AZIENDA TEDESCA BROSE

 

 

Lorenzo Dattoli con il campione Daniel Hackett

 

L’azienda di Martinsicuro che produce spazzole per motori elettrici, ha partecipato alla partita di campionato della Brose Barberg di cui è sponsor oltre che cliente da 10 anni

 

 

Martinsicuro 3 aprile 2018. Non solo la consueta partnership aziendale ma anche la passione per lo sport unisce la Carbotech al colosso Brose. L’azienda di Martinsicuro infatti che produce spazzole per motori elettrici, ha stretto un importante accordo di marketing sportivo per la stagione in corso con la Brose, azienda tedesca leader nel campo dell’automotive, nome già decisamente noto agli appassionati di basket. Il marchio Brose infatti campeggia da anni sulle maglie del Bamberg, squadra allenata dal coach Luca Banchi. La Brose, è la quinta azienda al mondo nel settore della fornitura automobilistica e sviluppa e produce sistemi meccatronici per le portiere e i sedili dei veicoli, motori elettrici, attuatori ed elettronica per sistemi sterzanti, freni, trasmissioni e raffreddamento motore. Con più di 25.000 dipendenti in 60 sedi di 23 paesi, Brose genera un fatturato di 6,1 miliardi di Euro.

La delegazione della Carbotech all’arena di Bamberg

Brose Bamberg, è il club di pallacanestro tedesco con sede a Bamberg, in  nel Bundesland della Baveria Ha vinto il suo primo titolo nel 2005 ed è stata la prima squadra tedesca ad entrare nelle top sixteen in Eurolega

Il rapporto tra Carbotech e Brose dura oramai da 10 anni come ci spiega l’ing. Lorenzo Dattoli, ad Carbotech: «La Brose è nostro cliente dal 1998, attualmente forniamo loro le nostre spazzole anche per i mercati extra Europei quali Messico, Cina e Nord America. Tra noi c’è un rapporto di stima e fiducia che va oltre il lavoro, ecco perché ho deciso con entusiasmo di diventare partner della loro squadra di basket che oltretutto è uno sport che seguo da sempre».

Il management della Carbotech guidato dall’ing. Dattoli è stato invitato lo scorso 29 marzo a partecipare alla partita Brose Bamberg Basket vs. AX Armani Olimpia Milano durante la quale l’azienda abruzzese è stata per quella sera main sponsor. Prima della partita, lo staff della Brose Bamberg, ha accompagnato la Carbotech a visitare l’Arena. Al termine della partita, il campione cestista italo-americano Daniel Hackett, ha incontrato la rappresentanza dell’azienda di Martinsicuro per una chiacchierata e qualche scatto fotografico.

 

La Carbotech è leader in Italia nella progettazione, produzione e commercializzazione di spazzole per motori elettrici con oltre 45 anni di esperienza nei settori automotive, home, automazione e ricambio. Dal 2009 è guidata da Lorenzo Dattoli, e annovera tra i suoi clienti aziende provenienti da tutto il mondo quali: Brose, Bosch, Prestolite, Bühler, Johnson Electric e molte altre. In 9 anni la Carbotech, con una sede anche in Serbia, è cresciuta in termini di fatturato, risorse umane, ricerca e innovazione e oggi vanta 90 dipendenti per un fatturato che nel 2017 ha superato i 12,5 milioni di euro.

«E’ stata una bellissima –conclude l’ing. Dattoli- esperienza umana e professionale per me e per il mio team vivere in prima linea, accanto alla Brose una partita così importante. Sono sicuro che questa partnership consoliderà anche il nostro rapporto con la Brose».