IL LAVORO SOSPESO NEL CIELO

Oggi in Cina i ponti li costruiscono con la  SLJ900/32 della Beijing Wowjoint Machinery: 91,8 metri di lunghezza, 7,4 di larghezza e 9 di altezza per un peso mostruoso di 580 tonnellate.

Ottanta anni fa ci pensavano invece tanti uomini che salivano su pilastri altissimi e camminavano su tiranti d’acciacio che solcavano il cielo. E spesso cadevano giù, saltando letteralmente giù dalla giostra della vita, per permettere ad altri di attraversare fiumi e mari.

Anche Alfredo Zampa volò giù dal ponte. Successe nel 1936 nella baia di San Francisco. Successe mentre costruiva alacremente un ponte destinato a diventare uno skyline di San Francisco: il Golden Gate Bridge.

Ma Alfred Zampa non morì e passò il resto della vita a ringraziare Dio per avergli salvato la vita.  E dopo essersi fratturato diverse vertebre e aver trascorso mesi e mesi in ospedale e nelle cliniche di riabilitazione, risalì sulle stesse funi e continuò il suo lavoro, iniziando al tempo stesso una strenua battaglia in favore della sicurezza del lavoro. Affinché ad altri non toccasse una sorte peggiore della sua, affinché il lavoro, anche in condizioni estreme, equivalesse a dignità e sicurezza.

A distanza di tanti anni Al Zampa ha vinto la sua battaglia.

Nella vita e oltre.

Negli Stati Uniti gli unici due ponti che portano il nome italiano sono due: il   ponte Verrazzano di New York, e l’Alfred Zampa Memorial Bridge costruito nel 1973. Dedicato a un vero paladino della lotta per il diritto alla sicurezza del lavoro. La leggenda degli “Ironworkers”.

Alfred Zampa era  nato a Selby, Alfredo Zampa ma i dati della sua nascita non sono chiarissimi. Da una ricognizione nella parrocchia del paese natale (Ortucchio) si evince infatti una nuova data e un nome diverso per questo uomo destinato a entrare nella leggenda del mondo del lavoro. Nel 1903 egli nacque così probabilmente con il nome di Amedeo, figlio di Andrea (chiamato però Emilio) e nipote di Gaetano Zampa.

Arrivato negli Stati Uniti Amedeo vide trasformare il suo nome in Alfredo e come tale visse il resto dei suoi giorni, lasciando la vita terrena alla veneranda età di 95 anni. Una esistenza vissuta “A metà strada tra l’inferno e il paradiso” (questo il titolo che diede al libro in cui raccontò la sua storia), e trascorsa a pochi passi dal ponte che da alcuni anni porta il suo nome. Per 45 anni  Al Zampa lavorò sulle funi d’acciaio dei ponti americani, operaio specializzato nella costruzione e nella manutenzione dei giganti sospesi sull’acqua, condividendo con il fratello e due sorelle la vita dignitosa della comunità italiana della baia di San Francisco. In un’area segnata dalla grande presenza di nuclei siciliani e liguri (in gran parte pescatori trasformatisi in commercianti), il giovane proveniente delle aspre montagne appenniniche crebbe con il mito della sua terra d’origine senza però poterla mai riabbracciare. Al Zampa viaggiò però con la fantasia attraverso i racconti di mamma e papà, trasformando la propria esistenza in una continua sfida alla fortuna. E in una giornata di ottobre del 1936 la sorte gli lanciò la più terribile delle sfide. Iniziata come tante, sospeso a centinaia di metri d’altezza su un ponteggio del famoso Golden Gate di S. Francisco senza nessun presidio di sicurezza, Zampa scivolò sul ferro bagnato dei cavi e  precipitò sulle rocce sottostanti, salvato dalla miracolosa azione di alcune reti di protezione poste molti metri più in basso . Il giovane operaio se la cavò con  varie  lesioni ossee ma da quel giorno divenne l’esempio vivente dei miracoli tra i tanti connazionali impegnati sulle impalcature dei cantieri.

Dopo quattro anni di duro ricovero al St. Luke Hospital  decise, contro il parere di tutti, di tornare a lavorare sui ponti d’America. Ma il volo nel vuoto non lasciò insensibile il tenace italiano. Ricordando il suo incidente come la “sua favola d’oro”, Al Zampa diede vita all’associazione chiamata “A metà strada tra il paradiso e l’inferno”, impegnandosi a sostenere tutte le battaglie della categoria, in favore di un lavoro più sicuro. E continuò il suo lavoro per quasi dieci lustri, instancabile operaio specializzato sui ponti più celebri della California, del Texas, dell’Arizona e dello stato d New York.

“Ho appreso da lui il grande amore per questo lavoro, che sicuramente non tutti possono fare. Noi ci trovavamo spesso accanto a giovani operai di origine pellerossa e solo con loro potevamo gareggiare sul filo dell’incoscienza. Mio padre era un uomo umile ma dal grande cuore e dava una mano a tante persone in difficoltà. Non è mai diventato ricco, ma il suo cuore lo ha trasformato nella leggenda degli ironworkers”.

Il figlio Richard ricorda con orgoglio il grande insegnamento di Al, dopo averne seguito le orme nel lavoro. Altrettanto hanno fatto suo fratello e i suoi figli, perpetuando una dinastia di tecnici acrobati e di sindacalisti impegnati a favore della propria categoria professionale. A differenza di suo padre e di suo nonno il nipote Don ha invece potuto finalmente scoprire la terra degli avi e girare per le strade di Ortucchio, alla ricerca dei numerosi punti di riferimento tramandati dai suggestivi racconti di famiglia. Don ha affidato al web e a facebook la cura di una pagina dedicata alla “Alfred Zampa Memorial Bridge Foundation” che raccoglie testimonianze e idee per la battaglia no stop contro i pericoli del lavoro degli ironworkers degli Stati Uniti. Al Zampa si ritirò dal lavoro nel 1970, all’età di 65 anni ma il pensionamento servì soltanto a dare più slancio al suo impegno nel sindacato di categoria. Autore, insieme a Isabelle Maynard, di “The Ace” un volume sulla sua vita e sull’impegno in favore della sicurezza dei cantieri, l’italoamericano seguì da pensionato l’inizio dei lavori per la costruzione che poi avrebbe preso il suo nome, in sostituzione del vecchio Carquinez Bridge che lui stesso aveva contribuito a costruire nel 1927 nella baia di San Francisco Diede i suoi consigli per la sicurezza del cantiere e non si stancò mai di difendere i diritti dei lavoratori in tema di sicurezza. Morì nel 2000, e la dedica del sesto ponte più lungo degli Stati Uniti (appena dietro il famoso ponte di Brooklyn) è la vittoria dell’uomo comune, capace di regalare all’America la dignità del lavoro da trasmettere ai posteri.

Generoso D’Agnese

 




Sino a domani a Torino l’8°Congresso Nazionale IG-IBD. Oltre 400 gli specialisti presenti, provenienti da tutta Italia.

VIII Congresso IG-IBD -Malattie croniche intestinali: un caso su 4 durante la gravidanza. Ci sonorischi, ma la terapia salva la vita anche al feto

“L’attività di malattia, al concepimento o durante la gestazione, è in grado di influenzare negativamente l’esito della gravidanza aumentando la probabilità di aborto spontaneo, parto pre-termine (< 37 settimane) e basso peso alla nascita (< 2500 gr)”, spiega la Dr.ssa Aurora Bortoli, Fondazione IBD Onlus (Piemonte)

 

 

La Colite Ulcerosa (CU) e la malattia di Crohn (MdC) sono patologie croniche intestinali caratterizzate da un’alternanza di differenti fasi (remissione: malattia non attiva e recidiva: malattia attiva). Queste malattie intestinali necessitano in modo continuativo di terapia medica e, in alcuni casi, i più severi, di terapia chirurgica. Il picco di incidenza delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) si verifica in età giovanile e coincide quindi, in circa il 25% di tutti i pazienti, con il periodo riproduttivo. A volte queste possono avere serie ripercussioni per la salute della gestante e del feto stesso. Ma la terapia abbatte i rischi.

 

I RISCHI PER IL FETO – “L’attività di malattia, al concepimento o durante la gestazione, è in grado di influenzare negativamente l’esito della gravidanza – dichiara la Dr.ssa Aurora Bortoli, Fondazione IBD Onlus (Piemonte)  aumentando la probabilità di aborto spontaneo, parto pre-termine (< 37 settimane) e basso peso alla nascita (< 2500 gr). Al contrario, se la malattia è in remissione al concepimento, ha un minimo o nullo effetto sulla gravidanza ed il suo esito. È estremamente importante, quindi, iniziare una gravidanza in periodo di remissione della malattia (da 3-6 mesi) per ridurre il rischio di esito sfavorevole della gravidanza”.

 

IL CONGRESSO – Prosegue sino a domani a Torino, presso il Centro Congressi Lingotto, l’ottavo Congresso Nazionale IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease, ossia Gruppo Italiano per lo studio delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), organizzato da Marco Daperno, Claudio Papi e Fernando Rizzello per conto dell’IG-IBD. L’appuntamento si propone di dibattere gli aspetti più salienti e quelli ancora controversi della gestione dei pazienti con IBD con l’intervento di specialisti dall’Italia e dall’Estero. Circa quattrocento gli specialisti presenti, provenienti da tutta Italia.

 

LA PAURA PER LA TERAPIA – In uno studio australiano è stata valutata la percezione delle pazienti riguardo alla interazione tra MICI e gravidanza ed è emerso che la maggior parte (84%) delle donne ritenesse che la terapia assunta per le MICI fosse dannosa per il feto. Al contrario solo il 19% aveva manifestato preoccupazione relativamente all’influenza dell’attività di malattia, tanto da scegliere di “sopportare i sintomi, piuttosto che assumere farmaci”, mostrando quindi di non conoscere i rischi del mancato controllo della malattia sulla crescita fetale e sull’esito della gravidanza. Inoltre, il 28% delle pazienti che aveva modificato il trattamento durante la gravidanza, non aveva interpellato il proprio medico di riferimento.

 

“Frequentemente la percezione dell’importanza della terapia e il comportamento nei confronti dei farmaci – spiega la Dr.ssa Aurora Bortoli – era influenzata dalla discussione e dai consigli di familiari o amici, oppure dalle informazioni ottenute attraverso Internet, senza rivolgersi al proprio medico. Valutazioni successive hanno messo in evidenza come il punto di vista dei pazienti sulla fertilità e sulla gravidanza sia strettamente legato alla propria conoscenza delle problematiche correlate a questi aspetti, tanto da indurre, in molti casi, una “infertilità volontaria”.

 

L’INFLUENZA SULLA FERTILITA’ – Nelle donne affette da colite ulcerosa in remissione la fertilità è sovrapponibile a quella della popolazione generale. Nelle donne affette da malattia di Crohn è segnalata una minore fertilità (per infiammazione a livello pelvico). I fattori che diminuiscono la fertilità nella malattia di Crohn e nella colite ulcerosa sono: malattia in fase di attività (in particolare nella malattia di Crohn) e una pregressa chirurgia addomino-pelvica. I farmaci assunti dalle donne per la loro malattia non influenzano la fertilità. Negli uomini, invece, alcuni farmaci diminuiscono la fertilità. L’effetto di questi farmaci è reversibile e regredisce dopo 2-3 mesi dalla loro sospensione.

I CONSIGLI DEGLI SPECIALISTI – Nel momento in cui si pianifica o inizia una gravidanza dovrebbe essere rivalutata, da parte del Gastroenterologo che ha in cura la paziente, l’attività di malattia e il trattamento in corso per sospendere eventuali terapie controindicate (metotrexate, talidomide) e impostare o confermare una adeguata terapia. Verrà richiesta alla paziente aderenza al trattamento e a controlli periodici (ogni 3 mesi oltre che al bisogno) per rivalutare il decorso della malattia e la adeguatezza della terapia in corso. Molto importante anche la collaborazione e condivisione della terapia con il Ginecologo e il Medico di famiglia prima, con il Neonatologo-Pediatra dopo.

 

“In conclusione – conclude la Dr.ssa Bortoli – va incoraggiato con i pazienti un dialogo e una discussione per fare in modo che dubbi e preoccupazioni riguardo alla fertilità, alla gravidanza e alla terapia durante la gestazione e l’allattamento vengano espressi al proprio gastroenterologo, oltre che al ginecologo, al pediatra e al medico di medicina generale. La Fondazione IBD-Onlus e IG-IBD hanno iniziato una collaborazione tra Gastroenterologi, Ginecologi e Pediatri per raggiungere un consenso interdisciplinare rispetto ai principali problemi clinici che si possono verificare prima, durante e dopo la gravidanza, nei pazienti affetti da MICI. Lo scopo è quello di sviluppare una linea guida comune da diffondere nella comunità Gastroenterologica, Ginecologica e Pediatrica, nonché ai pazienti sia con documentazione scritta, che con incontri educativi”.




Comunicato CEAM per la nomina del Vescovo di Sulmona-Valva

         A nome dei Vescovi dell’Abruzzo e del Molise, in quanto Presidente della Conferenza Episcopale Regionale, esprimo profonda gratitudine al Santo Padre Francesco per aver nominato il nuovo Vescovo di Sulmona-Valva nella persona di Don Michele Fusco, finora Parroco della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Positano nell’Arcidiocesi di Amalfi – Cava. Mentre ringrazio ancora Sua Eccellenza Mons. Angelo Spina per il servizio da Lui reso alla Chiesa di Sulmona-Valva ed esprimo parimenti gratitudine all’Amministratore Apostolico “sede vacante” Mons. Aladino De Iuliis, oltre che all’Arcivescovo di Amalfi-Cava Sua Eccellenza Mons. Orazio Soricelli per la generosità dimostrata nel privarsi di un aiuto significativo nella vita diocesana, sono certo che il nuovo Pastore, in forza dell’esperienza pastorale e della profondità spirituale che lo contraddistinguono e che conosco personalmente, potrà fare molto bene per quella Chiesa, ricca di antiche e profonde tradizioni religiose. Nell’assicurare la preghiera mia e dei Confratelli Vescovi, auguro ogni bene al caro Vescovo eletto e gli do con gioia il benvenuto nel collegio episcopale, contando sulla Sua collaborazione anche per il comune servizio alle diocesi di Abruzzo e Molise. La Vergine Santa assista Lui e noi tutti nel nostro impegno a favore di quanti il Signore ha voluto affidarci.

+ Bruno Forte

Arcivescovo di Chieti Vasto Presidente della CEAM

30 Novembre 2017, Festa di Sant’Andrea Apostolo




Abruzzo Resiliente. A Mosciano S. Angelo (Te) il sesto incontro con il Sottosegretario Mazzocca

 

 

Il Sottosegretario Regionale Mario Mazzocca continua il ciclo di appuntamenti su territorio incentrati sul progetto Abruzzo Resiliente, ideato e promosso per informare e sensibilizzare i cittadini alle politiche ambientali che si ispirano al principio della “resilienza” prendendo sempre più

Mario Mazzocca

consapevolezza dei cambiamenti climatici e dei loro effetti, imparando a reagire ad eventi negativi e trasformarli in opportunità attraverso un consumo più responsabile dell’energia e la messa in opera dell’economia circolare fondata sul riciclo e riutilizzo dei rifiuti.

Il sesto incontro si terrà domani, venerdì 1 dicembre, a Mosciano S. Angelo (Te), dalle ore 18, presso la sala consiliare del Comune in Piazza IV Novembre, con la partecipazione, accanto al Sottosegretario, del Sindaco Giuliano Galiffi e del Vice Sindaco Luca Lattanzi.

Tra i temi che verranno affrontati nel pomeriggio, la recente approvazione del progetto di educazione ambientale da realizzarsi attraverso il coinvolgimento dei CEA – Centri di Educazione Ambientale riconosciuti di interesse regionale che disporranno di 200.000€ per attivare campagne di sensibilizzazione sui temi della mitigazione, adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione degli incendi boschivi.




Tortoreto. È un’azienda abruzzese a costruire i pezzi “vincenti” di Porsche, Michelotto e Oreca 

La qualità e l’eccellenza di una piccola azienda abruzzese, ACS (Advanced Composites Solutions) dell’ingegnere teramano Roberto Catenaro, accompagnano il percorso di tre importanti produttori automobilistici e delle rispettive scuderie che, in queste settimane, stanno conquistando prestigiosi obiettivi.

L’ingegnere teramano Roberto Catenaro

Prima i risultati di Porsche, che con la 919 Hybrid quest’anno a Le Mans ha conquistato la terza vittoria consecutiva sul circuito de La Sarthe nonché il titolo WEC 2017. Qualche giorno fa, sempre nel campionato mondiale FIA World Endurance Championship, gli obiettivi centrati dalla casa automobilistica francese Oreca, che ha conquistato il titolo nella categoria LMP2, e dell’azienda italiana Michelotto, che si è aggiudicata la vittoria nella categoria LMGTE Pro con la Ferrari 488.

Sede Acs

Le quattro prestigiose vittorie, arrivate a poca distanza l’una dall’altra, confermano il ruolo strategico di ACS, azienda con sede a Tortoreto, in qualità di fornitore tecnico e collaboratore di alcune tra le più importanti case automobilistiche internazionali. Nel sito produttivo teramano, infatti, vengono realizzati i componenti in fibra di carbonio necessari per alleggerire e rendere sempre più competitive le vetture sportive di questi ed altri importanti marchi del settore motorsport.

Nonostante la giovane età (ACS è nata come impresa di ricerca e consulenza nel 2008 e si è trasformata in sito produttivo appena due anni e mezzo fa), l’azienda abruzzese dimostra tutto il talento e l’esperienza del proprio team, formato da ingegneri e tecnici specializzati con oltre venti anni di esperienza nella lavorazione della fibra di carbonio e nella realizzazione di materiali compositi innovativi.

Esperienza che viene molto apprezzata ed elogiata dai fornitori. Ne è un esempio l’iniziativa di Porsche, che ha ringraziato pubblicamente Roberto Catenaro e il responsabile dello stabilimento di Tortoreto, Nazzareno Pignotti, inserendo anche i loro nomi nella livrea celebrativa delle vittorie sulla “919 Tribute” per l’ultima gara in Bahrain.

ACS è parte integrante del gruppo Carbopress, con sede a Modena, che utilizza tecnologie innovative e tradizionali per la realizzazione di compositi destinati anche alla produzione in serie in vari settori quali automotive, nautico, aerospace e delle costruzioni.

Oltre ad avvalersi della collaborazione di tecnici e operai altamente specializzati sia nella gestione dei processi di ingegnerizzazione sia nella realizzazione di compositi in fibra di carbonio, il Gruppo Carbopress/ACS è in grado di fornire consulenza e assistenza per ogni tipo di progetto che implichi l’utilizzo di materiali complessi leggeri o l’alleggerimento di strutture, dal disegno alla fornitura di materiali preconfezionati.

In allegato, le foto dell’ingegnere teramano Roberto Catenaro, della sede di ACS e della recente vittoria di Porsche a Le Mans

Tortoreto, 30 novembre 2017




18 Rassegna Editoria Abruzzese 1-5 Dicembre – Circolo Aternino Pescara

18 Rassegna Editoria Abruzzese

1-5 Dicembre – Circolo Aternino Pescara

Si terrà dall’uno al cinque dicembre la 18 Rassegna Editoria Abruzzese al Circolo Aternino di Pescara, organizzata dall’Associazione Editori Abruzzesi e patrocinata dalla Fondazione Pescarabruzzo e dall’assessorato alla cultura di Pescara.  Saranno numerosi e di pregio gli eventi che si terranno nel corso dei cinque giorni, a partire dal convegno Editoria 2.0 “sviluppo, sostegno, futuro”, organizzato per venerdì  1 dicembre alle ore 17:30. Tra i relatori Filippo Lucci Presidente nazionale Corecom, Stefano Pallotta Presidente dell’ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Luigi Di Fonzo responsabile web del quotidiano Il Centro, Natale Antonio Rossi Presidente della Fuis. Tantissime le presentazioni letterarie con l’intervento di oltre trenta autori, una vasta esposizione di libri degli editori associati,  il “Corner Permanente CAOS Studio” con la presenza fissa con autori, disegnatori e sceneggiatori. Tra le novità di questa edizione,

ELENA COSTA

la rassegna “Michelangelo Antonioni: l’impronta di un genio del cinema” che prevede una mostra fotografica di scatti inediti del grande regista ed una serata dedicata alla critica cinematografica e alla relativa proiezione del film “Blow-up” a 50 anni dalla sua uscita. La Rassegna Editoria Abruzzese  nata nel 1989 per far conoscere gli Editori Abruzzesi, da quest’anno vedrà coinvolte anche le scuole ed ha lo scopo non solo di far conoscere l’editoria regionale ma di avvicinare i giovani alla lettura e all’arte.“Per la diciottesima edizione”, afferma il presidente Elena Costa “ho voluto puntare anche sui giovani. È importante avvicinarli alla poesia, alla lettura e all’arte. Il sabato e il lunedì mattina, incontreranno gli autori per un  momento di lettura e confronto, e parteciperanno ai  vari laboratori”. Sono diversi gli incontri per i laboratori: Scrittura creativa; Alla scoperta delle Nuvole Parlanti (introduttivo sul fumetto); Come leggere un’opera d’arte contemporanea,  a cura del critico d’arte Leo Strozzieri e l’artista Gabriella Capodiferro. Sabato alle ore 19, sarà un altro momento di alto valore culturale con il reading poetico “La Poesia e lo Stupore” e cabaret abruzzese per festeggiare i 30 anni dell’Associazione Editori. Con la partecipazione di Alexian Santino Spinelli, Nicoletta Di Gregorio, Daniela Quieti, Vito Moretti, Flora Amelia Suarez, Vittorina Castellano, Gabriele Di Camillo Ferri, Rolando D’Alonzo, Alberto Marino, Luigi Colagreco, Franco Pasquale, Giancarlo Giuliani, Luigi Di Fonzo, Maria Gabriella Ciaffarini, Associazione Teatranti d’Abruzzo. Domenica 3 dicembre la giornata sarà dedicata alla V Edizione del Premio dell’Editoria Abruzzese e Martedì 5 alle ore 9:00 si terrà il I Premio di Poesia AEA, istituito per poeti, anche emergenti, ed alunni. Ad arricchire i cinque giorni sarà anche la mostra collettiva di cinque artisti abruzzesi, Gabriella Capodiferro, Leo Strozzieri, Massimo Di Febo, Arcangelo Carbone, Ergilia Di Teodoro.  Tutti i giorni postazione fissa della web tv www.myrec.tv con il format “A tu per tu” e domenica la diretta radiofonica con “Stazione Letteraria”. Non mancheranno ospiti illustri del panorama culturale, ecclesiastico,  televisivo e di intrattenimento. La 18 Rassegna inaugurerà venerdì alle 16:00 con la presenza autorevole di Marco Alessandrini Sindaco di Pescara, Giovanni Di Iacovo Assessore alla Cultura di Pescara, Nicoletta Di Gregorio V. Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Don Marco Pagniello direttore Caritas Arcidiocesi Pescara-Penne e Valter Armellani Presidente Lions Club Montesilvano.

 

 




Pescara. Editoria Abruzzese: QUINTETTO D’ARTE AL CIRCOLO ATERNINO.

Nell’ambito della 18^ Rassegna dell’Editoria Abruzzese che si terrà dal 1 al 5 dicembre 2017 al Circolo Aternino di Pescara, splendido palazzo adiacente la Casa d’Annunzio, si terrà una mostra di cinque artisti abruzzesi dal titolo “Quintetto d’arte”. Si tratta di una iniziativa che la presidente degli editori abruzzesi Elena Costa ha voluto fortemente allo scopo di arricchire una manifestazione che già nelle passate edizioni ha riscosso un notevolissimo consenso da parte dei numerosi visitatori. Questi gli autori invitati: Gabriella Capodiferro, Arcangelo Carbone, Massimo Di Febo, Ergilia Di Teodoro (in arte Edit) e Leo Strozzieri. In pratica sono rappresentate tutte le linee di ricerca dell’arte contemporanea. Si va dalla pittura iconica di Massimo Di Febo il cui tema dominante è quello della donna intesa in chiave stilnovistica e quindi in modo diametralmente opposto a come oggi i mass media propongono la figura femminile soprattutto in campo pubblicitario, alla ricerca informale della teatina Gabriella Capodiferro che recentemente ha avuto significativi riconoscimenti critici in una mostra antologica alla Schola dei Tiraoro e Battioro di Venezia. Abbiamo poi la presenza di Ergilia Di Teodoro, architetto e tra le voci più autorevoli dell’arte al femminile in Italia a suo tempo pioniera della computer Art e passata poi attraverso una breve esperienza nell’ambito del Movimento Iperspazialista. Oggi la sua pittura dalla forte connotazione espressionistica reinterpreta in modo del tutto originale monumenti urbani e capolavori del passato.  Altro artista espositore lo scultore Arcangelo Carbone che si serve per realizzare le sue opere del legno e soprattutto della pietra della Maiella. Qualche studioso ritiene essere proprio lui, dopo la scomparsa di Pietro Cascella, l’erede che ne ha saputo portare avanti la tecnica e l’afflato umanistico insito in un materiale così nobile come appunto la pietra. Infine a chiudere rilevante la presenza di Leo Strozzieri, noto critico e storico dell’arte che proprio in questi giorni ha curato per la Mondadori il catalogo “Artisti Italiani Contemporanei a Stoccolma”. A partire dal 2000, quando seri problemi di salute hanno limitato il suo impegno di critico, Strozzieri si è dedicato alla pittura e alla ceramica eseguendo opere dall’evidente anamnesi futurista visto il dinamismo del segno e l’esplosione cromatica sulle superfici. La mostra si aprirà con un’installazione del duo Ergilia Di Teodoro e Arcangelo Carbone denominata “Felicité”, a significare l’universalità del linguaggio dell’arte.

Come si può notare trattasi di una mostra ben articolata proprio per la diversità delle poetiche a cui gli autori fanno riferimento, per la quale gli organizzatori hanno previsto visite guidate per le scolaresche della regione. Inoltre è prevista una tavola rotonda a cui parteciperanno i cinque artisti con una prolusione di Gabriella Capodiferro sul tema “Come leggere un’opera di arte contemporanea”.




Pescara. CLARISSA LEONE A SOSTEGNO DELLE DONNE CONTRO LA VIOLENZA

 

PESCARA, 29 NOVEMBRE 2017 – L’attrice abruzzese Clarissa Leone, dopo la recente partecipazione alla Festa del Cinema di Roma, si fa portavoce di un messaggio importante in tema di violenza sulle donne in occasione del Roma Web Fest che si è svolto lo scorso weekend al Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo della capitale.

Clarissa Leone al Roma Web Fest

La quinta edizione del primo festival ufficiale dedicato alle web series internazionali, è finalizzato a far conoscere i talenti creativi che nascono dal web e alla premiazione di cortometraggi, spot, video e piccoli capolavori di registi indipendenti. Ma non solo, durante la kermesse sono state numerose le interviste radio e video che hanno avuto come oggetto principale un tema molto dibattuto in questi giorni, ovvero quello sugli abusi fisici e psicologici perpetrati a danno delle donne. L’attrice abruzzese ha sottolineato come la violenza contro le donne sia “un fenomeno di difficile quantificazione, perché spesso si sviluppa negli ambienti familiari, dove una donna dovrebbe sentirsi più al sicuro e dove invece spesso si trova ad affrontare in solitudine un problema lacerante”. Lo confermano anche i dati: secondo le elaborazioni Istat sui dati del Ministero dell’interno, nel 2016 sono state 149 le donne vittime di omicidi volontari in Italia, di cui circa 3 su 4 commessi in ambiente familiare: 59 donne uccise dal partner, 17 da un ex partner e altre 33 da un parente. Un documento della Commissione parlamentare di inchiesta istituita a gennaio fa notare inoltre che, dal 2011 al 2016, le regioni che registrano il più alto numero di violenze di genere sono Umbria, Calabria e Campania prendendo in considerazione il rapporto degli omicidi rispetto alle donne residenti. L’Abruzzo, in questa triste classifica, si posiziona al sesto posto con una percentuale di femminicidi pari al 5,9%.

<<Urgono provvedimenti, è necessario che siano riviste le politiche sociali a sostegno delle attività delle istituzioni locali volte soprattutto alla prevenzione e alla salvaguardia dell’incolumità delle tante donne indifese – ha dichiarato Clarissa Leone – Ai femminicidi si aggiungono infatti violenze quotidiane che sfuggono ai dati ma che, se non fermate in tempo, rischiano di fare altre vittime: migliaia le donne molestate, perseguitate e aggredite>>.




Pescara. GRAVE CARENZA DI INFERMIERI A GERIATRIA, ORTOPEDIA E CHIRURGIA

Il collegio IPASVI di Pescara denuncia dati allarmanti sul personale

Collegio Ipasvi Pescara

 
Grave carenza di infermieri e operatori socio sanitari nelle unità operative di Geriatria, Ortopedia, Chirurgia I e Chirurgia Vascolare. Il rapporto tra personale e pazienti, che secondo uno studio recente dovrebbe essere di uno ogni sei degenti, in questi reparti dell’ospedale civile sale addirittura a un infermiere ogni 15 o 18 pazienti. Lo denuncia Irene Rosini, recentemente confermata alla presidenza del collegio IPASVI di Pescara.
A pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del collegio provinciale, rinnovato per un terzo, in seguito alla fiducia espressa da 465 votanti su 733, sono stati esposti all’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci i dati allarmanti sul personale impiegato nelle unità operative della Asl di Pescara. Il collegio provinciale Ipasvi, in virtù del suo mandato istituzionale, a tutela della salute dei cittadini e degli infermieri, ha posto l’accento su “uno stato di precarietà assistenziale” in tutta la Asl, compresi i presidi di Penne e Popoli. “E’ diventata purtroppo una consuetudine – ribadisce Irene Rosini, presidente del collegio IPASVI di Pescara – assistere al sovraccarico di pazienti nelle unità operative di Geriatria, Ortopedia, Chirurgia I e Chirurgia Vascolare. Il personale infermieristico e socio sanitario riesce appena a garantire il minimo bisogno assistenziale. E a volte con grande difficoltà neppure quello. Al di là di chi sia la responsabilità, le istituzioni preposte devono impegnarsi affinché sia garantita un’assistenza efficace ed efficiente, che risponda ai bisogni di salute dei cittadini e faccia lavorare in sicurezza gli operatori”.
“Alcune unità operative come Geriatria, Ortopedia, Chirurgia Vascolare e annessa Chirurgia I – sottolinea Irene Rosini – presentano un rapporto tra infermiere e paziente pari a 1/15 o 1/18. Sono dati allarmanti, ben lontani da quel rapporto ottimale di 1/6, necessario per garantire un’assistenza adeguata e un basso rischio di mortalità. L’unità operativa di Geriatria, ad esempio, ha costantemente un tasso di occupazione del 136%. È il segno probabilmente di una mancata risposta assistenziale sul territorio, difficilmente imputabile ai cittadini. Questa situazione umilia e ferisce chi la subisce e mortifica la professionalità dei tanti infermieri che in questo contesto organizzativo si difendono come possono. Il diritto alla salute e alla sicurezza delle cure, previsto dalla Legge Gelli 24/2017, inizia ad essere difficilmente applicabile in questi contesti”.
Nell’incontro con l’assessore Silvio Paolucci gli infermieri del collegio provinciale Ipasvi hanno chiesto un impegno forte su alcuni fronti: investire sul personale, dando il via alle procedure concorsuali che non avvengono più dal 2001, fatta eccezione per il personale dell’area critica; attivare il tavolo tecnico per il nomenclatore tariffario regionale, sia all’assessorato sia all’agenzia sanitaria regionale, per riconoscere le prestazioni infermieristiche e dare il via all’apertura degli ambulatori infermieristici sul territorio per i pazienti affetti da patologie croniche che necessitano di continuità assistenziale. Un impegno, quest’ultimo, tra l’altro assunto dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Alfonso Mascitelli oltre che dall’assessore Paolucci. Per il reclutamento del personale, è stato chiesto a Francesca Rancitelli, responsabile dell’ufficio legale della Asl di Pescara, che il bando di concorso per mobilità per il personale infermieristico rispetti la normativa vigente, che prevede l’esame del curriculum vitae e l’eventuale colloquio motivazionale, come tra l’altro riportato anche in una recente sentenza della Corte di Cassazione. Quanto alla composizione della commissione esaminatrice, si ricorda che (art. 38 del D.P.R. 27 marzo 2001, n. 220) “la presidenza è affidata a personale in servizio presso l’Azienda che bandisce il concorso con qualifica di Dirigente sanitario per i profili del personale infermieristico”.
“L’assessore Paolucci – riferisce Irene Rosini – si è impegnato sulla questione, individuando risorse economiche dedicate. Nello stesso incontro abbiamo ribadito le criticità già registrate riguardo l’acquisizione di personale infermieristico da agenzie interinali, circa la loro selezione per la somministrazione di prestazioni infermieristiche e l’ormai purtroppo consolidata e negativa consuetudine di far eseguire attività domestico alberghiere al personale infermieristico. A questo proposito gradiremmo sapere se siano state messe in campo strategie volte a combattere certi atteggiamenti”. “Ci aspettano tante sfide per la professione – conclude Rosini – noi siamo pronti. Lo dobbiamo in primis ai cittadini e a chi ci ha scelto, ringraziandoli per la fiducia riposta”.



Roma. Daniele Kihlgren presenta il suo libro “I tormenti del giovane Kihlgren” .

Domenica 3 dicembre alle 17,30 nello splendido  Palazzo Ferrajoli che affaccia su piazza Colonna a Roma, Daniele Kihlgren presenta il suo libro “I tormenti del giovane Kihlgren” .

Verrigni


L’occasione di conoscere il vissuto di chi ha saputo creare la bellezza dell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio (Sexantio) e di quello di Matera (Le grotte della Civita) si sposa con il piacere di sentirsi parte del progetto Rwanda dal momento che tutti i proventi del libro sono finalizzati all’acquisto delle assicurazioni sanitarie per le popolazioni di questo Paese che versa in condizioni estremamente indigenti. 
Al termine del dibattito un rinfresco del quale l’Antico pastificio rosetano “Verrigni”, insieme al Pan Ducale di Atri ed alle Cantine Tollo a significare come l’Abruzzo, regione ricca di bellezza e bontà antiche, sappia cogliere l’opportunità di rendersi partecipe di progetti meritevoli dell’attenzione e sensibilità di tutti.
 
In un accogliente ed elegante salotto per dialogare con l’autore e trascorrere un pomeriggio dai contenuti diversi e pregevoli sotto molti punti di vista , anche gastronomici, con lo chef Mario Rabottini che accompagnerà i presenti in questa degustazione.
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DANIELE KIHLGREN
I TORMENTI DEL GIOVANE KIHLGREN
Il primo libro di Daniele Kihlgren, l’imprenditore italo-svedese che alla fine degli anni Novanta ha deciso di recuperare l’antico borgo di Santo Stefano di Sessanio (AQ), trasformando l’intero paese in un albergo diffuso di straordinaria qualità, riscoprendo e valorizzando la cultura materiale del luogo.

Un libro che non lascia indifferenti, un testo molto intimo, una narrazione estremamente originale, nella quale rileggere una vita intera, tra racconti, testimonianze, ricordi, intuizioni, emozioni….

«Tanti anni fa – scrive Daniele – arrivai per caso in un borgo quasi integralmente abbandonato della terra d’Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio; mi ero perso per le vie sterrate intorno al castello medioevale di Rocca Calascio e, vagando per quei territori, giunsi per caso in una strada che risaliva la montagna verso l’altipiano di Campo Imperatore, finché apparve d’improvviso il borgo incastellato lambito da un piccolo lago creato da una fonte sorgiva naturale.

Nel borgo antico e nel paesaggio agrario circostante non vi era segno alcuno del ventesimo secolo…

Tutto si era fermato al tempo passato. Solo il borgo di pietra che si fondeva con un paesaggio rurale ricco di segni di antiche pratiche di sussistenza ormai quasi in disuso.

Erano anni che cercavo luoghi…»