Abruzzo. Incubatori, la Cna: giusto il primo passo, ora rilancio e risanamento

Incubatori, la Cna: giusto il primo passo, ora rilancio e risanamento

La decisione della Regione di rilevare da “Sviluppo Italia Abruzzo” gli incubatori d’impresa presenti in Abruzzo getta le premesse per un loro rilancio a vantaggio del sistema produttivo, prevedendo che il mondo stesso dell’impresa sia coinvolto in una loro rinnovata gestione. Lo afferma in una nota la Cna Abruzzo, secondo cui l’annunciata decisione della Giunta Chiodi di acquisire la quota sin qui detenuta dalla SpA va salutata con favore: «Eravamo stati tra i primi, all’indomani dell’annunciata messa in liquidazione dei tre incubatori di Mosciano Sant’Angelo, Sulmona ed Avezzano, oltre che degli uffici aquilani, a sottolineare la necessità di avviare una trattativa per la salvezza di queste strutture. All’assessore alle Attività produttive, Alfredo Castiglione, va dato atto di essersi mosso coerentemente lungo questa strada, e ad “Abruzzo Sviluppo”, l’ente strumentale della Regione che aveva delineato nei mesi scorsi un piano di salvataggio, di averlo ben assistito e consigliato».

Secondo la confederazione artigiana, «aver garantito ai dipendenti delle strutture, dei quali pure avevamo sottolineato le professionalità, non può esaurire il piano di rilancio degli incubatori, che hanno bisogno di essere profondamente ripensanti tanto nella gestione che nella missione. La strada da percorrere non può dunque che essere quella di una gestione efficace ed efficiente, tesa ad un deciso riequilibrio dei conti, oltre che di un più chiaro orientamento degli incubatori lungo la strada della ricerca e dell’innovazione».

Pescara, 15/11/2010




MILANO:NENCINI, PISAPIA OTTIMO PER PRIMARIE NON PER ELEZIONI

MILANO:NENCINI, PISAPIA OTTIMO PER PRIMARIE NON PER ELEZIONI

ROMA, 15 NOV – “Quella di Pisapia è stata un’ottima candidatura per vincere le primarie, temo che non sarà quella giusta per battere la Moratti”.

Così Riccardo Nencini, segretario nazionale del PSI, commentando le primarie del centrosinistra a Milano.

“Ha vinto una personalità di sicuro prestigio, un vero garantista, – prosegue Nencini –  espressione della sinistra radicale, anche se libertaria, e che come tale continua ad essere identificata. La stessa presenza a Milano di Nichi Vendola al suo fianco, ha accentuato questo profilo e invece l’esperienza ci insegna che la sinistra ha vinto a Milano quando ha proposto candidati figli della tradizione e della cultura riformista. Quanto avvenuto dimostra che queste primarie ‘all’italiana’ meriterebbero di essere archiviate al più presto o per lo meno di essere oggetto di una seria riflessione. Anche alla luce di un’affluenza molto modesta, costituita per lo più di militanti che non rappresentano affatto l’elettorato nel suo insieme, si rafforza infatti l’impressione di consultazioni – conclude Nencini – che ormai servono a regolare i conti all’interno del centrosinistra e non a scegliere la candidatura migliore per un’alternativa vincente al centrodestra




Assergi. DOMANI, AD ASSERGI, CON VENTI SINDACI RIUNITI NELLA SEDE DELL’ENTE NASCE L’ASSOCIAZIONE “SISTEMA TURISTICO LOCALE GRAN SASSO D’ITALIA”

DOMANI, AD ASSERGI, CON VENTI SINDACI RIUNITI NELLA SEDE DELL’ENTE

NASCE L’ASSOCIAZIONE “SISTEMA TURISTICO LOCALE GRAN SASSO D’ITALIA”

Assergi – 15/11/2010 –Venti sindaci di altrettanti comuni, diciotto dei quali ricadenti nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si sono dati appuntamento domani ad Assergi per dare vita, alla presenza del notaio e dello stesso Ente Parco, all’Associazione Sistema Turistico Locale del Gran Sasso d’Italia.

Arsita (TE), Brittoli (Pe), Calascio (Aq), Carpineto della Nora (Pe), Castel del Monte (Aq), Castelli (Te), Castelvecchio Calvisio (Aq), Castiglione a Casauria (Pe), Civitella Casanova (PE), Corvara (Pe), Farindola (Pe), Isola del Gran Sasso d’Italia (Te), Loreto Aprutino (Pe), Montebello di Bertona (Pe), Ofena (Aq), Penne (Pe), Pescosansonesco (Pe), Santo Stefano di Sessanio (Aq), Villa Celiera (Pe), Villa Santa Lucia degli Abruzzi (Aq), questi i Comuni dai quali partirà l’ambizioso, ma da tutti considerato necessario e non più procrastinabile, progetto di mettersi in rete per meglio affrontare la sfida di ridare linfa ai propri territori e alle rispettive economie facendo leva sulla valorizzazione delle risorse locali.

Nello Statuto dell’Associazione si esprime, infatti, l’impegno per le forme del turismo sostenibile, dell’ecoturismo, del turismo culturale e religioso, per la valorizzazione dei giacimenti naturalistici, culturali ed enogastronomici e, soprattutto, l’impegno all’innovazione di strumenti e linguaggi, allo scopo di alimentare una nuova cultura dell’accoglienza, anche a vantaggio dei diversamente abili, degli anziani e dei bambini.

Vi è inoltre espresso l’impegno all’idonea formazione di operatori ed interpreti ambientali, al fine di favorire la mobilitazione culturale del territorio: la formazione ai sapori, alla sana alimentazione, alle cure del corpo, agli sport all’aria aperta e alla cultura di montagna. Grande importanza viene attribuita ai processi di aggregazione tra le imprese turistiche ed alle sinergie tra operatori di diversi settori per raggiungere i più alti standard qualitativi nell’offerta di servizi.

A significare l’intesa con il Parco e il proprio alveo culturale di riferimento, l’associazione, ha posto la propria sede presso lo stesso Polo amministrativo dell’Ente in Assergi. Il Presidente Arturo Diaconale, ha espresso soddisfazione per la nascita del Sistema Turistico Locale: «Una iniziativa partita dai alcuni Comuni ed oggi ampiamente condivisa, che lo stesse Ente Parco ha sostenuto con convinzione, in quanto, come viene del resto espresso anche negli indirizzi ministeriali, la cooperazione tra Enti locali e l’avvio di sinergie tra i settori pubblico e privato, unitamente all’individuazione di nuove contesti di promozione e di comunicazione, sono non soltanto auspicabili ma indispensabili per affrontare le sfide del futuro».




Silvi (TE). SEL: Il Sindaco sulla variante al PRG : un’ attore da commedia teatrale!

Il Sindaco sulla variante al PRG : un’ attore da commedia teatrale!

A proposito dell’adeguamento della variante del PRG alle osservazioni fatte dagli uffici della Provincia, discusso e approvato nel Consiglio Comunale di Silvi del 12 novembre 2010, ci risulta che:

1)                  Gli emendamenti non sono stati trenta.

2)                  Fu la prima amministrazione Vallescura, a ridosso delle elezioni amministrative del 2009, ad accogliere le oltre 300 osservazioni alla variante del P.R.G. che, parole dell’assessore delegato all’urbanistica P. Mazzone “hanno appesantito la variante”.

3)                  La maggioranza ha respinto la proposta di togliere l’area con destinazione “deposito rifiuti” a fianco dello stadio comunale. Cosa ne pensano i cittadini? Cosa ne penserà “l’urbanista di fama internazionale” che il Sindaco, nel corso del Consiglio Comunale, ha ribadito di voler chiamare?

4)                  La maggioranza ha respinto richiesta per un nuovo documento di “Dimensionamento residenziale e analisi socio-economica” a supporto del PRG e non come quello già prodotto che, a detta anche dell’assessore delegato all’urbanistica P. Mazzone, è stato fatto a “posteriori” per giustificare la variante del PRG.

5)                  La maggioranza ha respinto la proposta di riportare sull’adeguamento della variante anche gli accordi di programma, che si risolveranno in varianti puntuali al PRG, per fornire agli enti provinciali un’informazione completa. Quindi l’accordo procedimentale con Sorricchio, non è stato inserito sicuramente sulla variante al PRG non per mera distrazione, ma per non far saltare i parametri della variante al PRG.

6)                  La maggioranza ha respinto la proposta di abbassare l’indice di utilizzazione della zona E3.

7)                  È stata respinta la richiesta per l’istituzione di una Commissione Consigliare che armonizzasse l’adeguamento del PRG alle indicazioni degli uffici provinciali, perché non si è trattato solo di recepire d’ufficio queste ma la maggioranza in alcuni casi ha potuto decidere a chi dare e a chi non dare. Le previsioni di edificazione osservate dalla SUP per alcuni cittadini, sono state date delle motivazioni o trovate delle soluzioni mentre per altri, nelle stesse identiche situazioni, no. Infatti per il centro destra silvarolo esistono cittadini di serie A e di serie B.

8)                  Sulla lottizzazione “Panetta” (5 ettari di terreni), dopo avere nascosto per mesi la sentenza del Tar ed impedito al consiglio comunale di poter valutare l’eventualità di un ricorso al Consiglio di Stato, è stato reinserito sulla variante al PRG senza considerare che lo stesso Tar non dava con la sentenza il diritto assoluto in termini edificatori per il proprietario. Ma la cosa più grave è che non sono state prese in considerazione che in quell’area ci sono delle zone a rischio frana. (tavola vincoli rischio frane)

9)                  Le precedenti amministrazioni di centro-sinistra approvarono il PRG e la variante e non “le 300 osservazioni” e che quindi il voto contrario di S.E.L. è ben giustificato.

10)            Respinto l’emendamento sul rischio geologico ed idrogeologico.

In questi anni, ci siamo resi conto della centralità dell’urbanistica in un Comune e di come può determinare lo sviluppo di un territorio, di una comunità e dei singoli cittadini. Di come possa favorirne alcuni e penalizzarne altri se non si determinano a priori regole certe e criteri di applicazione non discrezionali, di come si possono creare volumetrie che possono cambiare completamente radicalmente il nostro territorio.  L’amministrazione guidata dal Tandem Vallescura – Marini, invece tira avanti senza affrontare in modo democratico la dovute discussioni sulla pianificazione silvarola, creando disparità di trattamento tra i cittadini. Quindi nel comunicato stampa del Sindaco rileviamo ancora una volta, una “montagna di balle” tipico di un’ attore da commedia teatrale! Come quella sui terreni della consorte di Salini, dove attraverso le negligenze volute dall’amministrazione guidata proprio dal Sindaco Vallescura, sulla variante al PRG, la suddetta signora ha già avanzato le contro deduzioni (già riportate sulle tavole portate in consiglio comunale il 12.11.2010) e in eventuale ricorso al TAR otterrà sicuramente il diritto, in quanto il centro-destra “volutamente”, per avvantaggiare il suddetto privato, ha lasciato le determinazioni dell’area in modo ambiguo ed incerto. Quindi è palese che in consiglio comunale ci siamo trovati di fronte al “mercato dell’urbanistica”, già definito nelle “segrete stanze”, della nostra città! Una vergogna indecente, che attraverso una pubblica assemblea che convocheremo a breve, dimostreremo con i documenti, come ci sono state dei vantaggi per qualcuno e dei svantaggi per altri.

Firmato :

Gruppo Consiliare e Sezione Sinistra Ecologia e Libertà





Teramo. Giuseppe Garibaldi, 150 anni fa, un eroe anticlericale strumento dei Savoia. La ferita aperta di Bronte. La Lega Nord Abruzzo si farà promotore della rivalutazione della lotta per la libertà dei Patrioti Martiri del vero Risorgimento italiano, definiti strumentalmente “briganti”. La Lega Nord Abruzzo conferirà loro pari dignità dei Partigiani della Seconda Guerra Mondiale. Stop all’ideologia dominante massonica sul Risorgimento.

Giuseppe Garibaldi, 150 anni fa, un eroe anticlericale strumento dei Savoia. La ferita aperta di Bronte. La Lega Nord Abruzzo si farà promotore della rivalutazione della lotta per la libertà dei Patrioti Martiri del vero Risorgimento italiano, definiti strumentalmente “briganti”. La Lega Nord Abruzzo conferirà loro pari dignità dei Partigiani della Seconda Guerra Mondiale. Stop all’ideologia dominante massonica sul Risorgimento. La Lega Nord Abruzzo ha individuato nella data dell’eccidio di Bronte, la ricorrenza dei Martiri per la libertà del Risorgimento popolare italiano.

E alla fine tutto tornava come prima: i signori al loro posto, i poveri contadini sempre più poveri. La libertà si conquista, non si dona. La Lega Nord Abruzzo Segreteria Provinciale di Teramo, rievocando i tragici fatti di Bronte (www.bronteinsieme.it/2st/mo_601.html) anziché rendere omaggio a una statuetta belligerante del generale Giuseppe Garibaldi (con spada sguainata al vento ed ai volatili) dall’incerta collocazione geografica e museale, ha individuato nella data dell’eccidio di Bronte, la ricorrenza dei Martiri per la libertà del vero Risorgimento popolare italiano. Il nostro cuore palpita di commozione per tutti coloro che morirono, magari sperando nella vera libertà, davanti a un plotone d’esecuzione sabaudo! Per questo intendiamo celebrare una giornata di lutto nazionale per le vittime delle fucilazioni di massa pre-post-unitarie: i nostri Patrioti Martiri del popolo che difesero strenuamente non solo la Fortezza di Civitella del Tronto dagli invasori. Tacciati dalla Storia ufficiale dello spregevole appellativo di “briganti”, questi nostri eroi attendono giustizia da 150 anni. Un’umile considerazione è d’obbligo.

In piena crisi economica che espone il nostro Paese al fallimento finanziario nel mercato globale per il colossale debito pubblico accumulato nell’era della Prima Repubblica, oggi non ha alcun senso celebrare con i soldi pubblici il massone anticlericale Giuseppe Garibaldi. Non sono questi i presunti “valori” che dobbiamo preservare. Gli extracomunitari non conoscono Garibaldi.        Tutti sanno che gli Italiani avrebbero potuto benissimo conquistare dal basso l’Unità d’Italia in modo assai meno cruento, lasciando le ricchezze del Regno delle Due Sicilie là dov’erano! Ma il furto che si consumò anche grazie alle camicie rosse di Garibaldi, avrebbe disegnato uno scenario unitario sui generis del quale paghiamo ancora oggi le conseguenze: chi ha diviso l’Italia in due realtà economico-sociali, se non Garibaldi e i Savoia che trafugarono tutte le ricchezze del Sud portandole a Torino per ingraziarsi i favori delle Corti europee?

Se gli Stati Uniti d’America, la più grande Democrazia sulla Terra, vissero in quegli stessi anni la pagina più tragica della loro Storia infiammata dalla Guerra civile tra Nord e Sud, elaborando poi la vicenda nel loro processo unitario federale (con le bandiere confederate e unioniste che in molti stati ancora oggi possono sventolare accanto a quella nazionale a stelle e strisce!), allora è giusto oggi far luce in Italia sulle menzogne che ci hanno raccontato e insegnato in 150 anni senza elaborare un bel nulla, producendo semmai il vero brigantaggio con annesse mafie che stiamo sconfiggendo definitivamente solo ora grazie al Ministro Roberto Maroni del Governo Berlusconi. Solo così diventeremo una Democrazia compiuta.

Se da oltre 150 anni gli Italiani, che possono lavorare e fare libera impresa al Nord dove la cultura del lavoro è il primo comandamento per mantenere in piedi il resto del Paese che vive di spesa pubblica, sono dopati dall’ideologia risorgimentale a senso unico imposta dall’alto, sappiamo di chi fu la colpa, felice solo per pochi. Fino alla compiuta Unità politica d’Italia celebrata con la vittoria della Grande Guerra nel 1918, la lezione non fu affatto digerita in maniera indolore. Inevitabile fu la crisi dello stato liberale e la fine prematura del lungo processo unitario (al quale presero parte anche gli Ebrei italiani) spezzato dal regime fascista di Mussolini e dai Savoia che annullarono ignominiosamente valori, vite e ideali dello spirito patrio sia con le famigerate leggi razziali (che allontanarono il fior fiore degli scienziati dall’Italia) sia con la sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale sia con la perdita contestuale di vasti territori annessi nel 1918.

Grazie alle conseguenze di quelle lezioni risorgimentali imposte sui regi banchi di scuola, l’Italia sprofondò nel fango. Eppure i franco-piemontesi Savoia quando decisero di invadere il Sud d’Italia parlavano francese, una lingua incomprensibile ai contadini. I Patrioti che si opposero a questa deliberata invasione, furono processati sommariamente, etichettati come briganti e fucilati. Ma erano Partigiani risorgimentali che volevano la vera libertà, quella di lavorare le loro terre in santa pace.

Per rendere più efficace l’invasione sabauda furono postulati alcuni principi ideologici del proletariato agricolo, ingannando i contadini: si fece passare l’idea che con la discesa-salita delle camicie rosse di Garibaldi, il futuro Re d’Italia avrebbe assegnato loro le terre strappate ai latifondisti meridionali del Regno delle Due Sicilie (Abruzzo compreso). Sappiamo come andarono le cose: i latifondisti cambiarono bandiera e, come nel “Gattopardo”, tutto rimase come prima! Ma bisognava fare gli Italiani. Servivano le guerre, non il lavoro!

Ecco perché il processo unitario non è affatto finito dopo 150 anni. Ecco perché oggi non ci può essere niente da festeggiare. Anzi ci sarebbe da osservare l’ennesima giornata di lutto nazionale per i nostri antenati vittime delle camice rosse di Garibaldi e dell’esercito sabaudo. Chi festeggia, non sa cosa sta facendo perché dimentica le contestuali date delle fucilazioni di massa dei nostri Patrioti risorgimentali vittime dell’ideologia. Garibaldi è il simbolo di un periodo storico che andrebbe studiato veramente e ridiscusso senza particolari stravolgimenti o revisioni anti-storiche, depurandolo dalla propaganda ideologica che in 150 anni è stata pompata nelle nostre menti per esaltare il mito della forzata italianità risorgimentale. L’Unità nazionale oggi non è affatto compiuta perché mentre montava la Questione meridionale e il dominio delle mafie feudali continuava a soffocare il Sud e il tessuto sano delle imprese, qualcuno teorizzava, come oggi, che tutto è già compiuto! I fatti di Bronte non furono isolati. I contadini morivano sotto le scariche sabaude e tutti tacevano nei palazzi del potere. Una vergogna nazionale che ancora non abbiamo elaborato! La Giustizia attende da 150 anni.

Verrà il giorno in cui i veri libri di Storia d’Italia finalmente racconteranno ai giovani la Verità sul Risorgimento italiano e sui personaggi come il massone Garibaldi scortato dalle cannoniere di Sua Maestà Britannica mentre depredava città, villaggi, banche, chiese e conventi d’Italia. Una verità fatta di violenza, soprusi, usurpazioni e saccheggi verso i contadini ignoranti, verso i cristiani, verso le Istituzioni del Regno delle Due Sicilie, verso le chiese e conventi della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, verso i sudditi Italiani del Nord, del Centro e del Sud costretti ad accettare con plebisciti-farsa (vista l’ignoranza della maggioranza della popolazione che viveva del lavoro dei campi) l’idea “britannica” di uno stato nazionale centralista e statalista che nessun contadino italiano dell’epoca voleva (perché non ne avrebbe capito le ragioni), spegnendo le aspettative di Autonomia federale da più parti avanzate (il Federalismo del Beato Antonio Rosmini).

Per colpa di personaggi come il “liberatore” Garibaldi e di aristocratici e massoni di mezza Europa, da oltre 150 anni gli Italiani che possono lavorare al Nord per produrre ricchezza vera, stanno mantenendo un carrozzone-stato lontano e padrone, che non rappresenta per nulla le esigenze della Nazione Italia Federale, la nostra terra che amiamo ricostruire dal basso. Anziché deporre statue belligeranti e fiori al generalissimo, dovremmo cominciare a pensare a rimuovere le incrostazioni dell’ideologia risorgimentale dominante che rappresenta un’idea di stato spendaccione nella quale gli Italiani di buonsenso non si identificano più per niente.

E’ sorprendente che i veri valori risorgimentali siano celebrati da coloro che, rifiutando la Verità, nulla hanno a che spartire con gli ideali di pace, libertà, rispetto della persona. Qui non si tratta di opporre camicie verdi contro camicie rosse. Ma di fare giustizia.

Perché le azioni di Garibaldi e dei Savoia fecero il male soprattutto degli giovani Italiani che lavoravano nei campi e furono arruolati per forza nel regio esercito italiano, seminando la povertà nel Sud Italia, lasciando le terre incolte e costringendo migliaia di persone all’emigrazione. Bisogna scrivere la verità sulla figura di Garibaldi e sulle sue malefatte. Non pretendiamo che i suoi monumenti siano rimossi per volontà popolare e magari fusi per farne monumenti ai veri Patrioti Martiri del Risorgimento popolare federale. E certamente non rimpiangiamo l’Italia pre-unitaria e non chiediamo le dimissioni dalle loro rispettive cariche di tutti i nostri Padri della Patria né tanto meno daremo vita a un movimento per la rinnovata annessione del Nord Italia al Regno cattolico d’Austria. Perché è quanto di più incredibile, provinciale, anacronistico e antistorico si possa pensare, udire e sperare, magari continuando ad alimentare l’ideologia risorgimentale, tanto cara alle sinistre, che non ha risolto i problemi degli Italiani. La Lega Nord sta costruendo una vera Italia Federale, 150 dopo le scorrerie di Garibaldi e dopo il furto dei tesori del Sud. Non per un Lombardo-Veneto soggetto all’Impero austro-ungarico, non per nuovi confini nazionali. Diffidiamo chiunque solo dal pensarlo.

La Lega Nord protesta contro chi intende costruire nuovi steccati, nuovi confini ideologici e massonici, che non hanno nulla a che spartire con la nostra Storia territoriale.

Che Garibaldi sguaini pure la spada rivolto ai quattro punti cardinali, magari contemporaneamente. Ma non interessa a nessuna persona sana di mente. Soprattutto qui a Teramo: abbiamo fin troppo rispetto della nostra Storia incompiuta per credere il contrario. Collocata in modo assai irrazionale in un contesto urbano violato da opere di cui facciamo volentieri a meno (busti, statue pagane e teste volanti più o meno identificabili), quella statua è un affronto anche al vero volto dell’“eroe dei due mondi” che, abbiamo ragione di credere, arrossirà di vergogna quando la sposteranno per l’ennesima volta per chissà quali lidi fino all’approdo finale. Meglio una statua dedicata ai nostri Patrioti Martiri per la libertà che difesero strenuamente la Fortezza di Civitella del Tronto, che non si arresero mai, né prima né dopo l’Unità d’Italia!

Il nostro omaggio è infatti rivolto allo spirito che muove un popolo a conquistare davvero i propri diritti e la propria libertà mettendo a rischio la vita. Perché la dignità di essere uomini veri si misura con la libertà di poterlo essere sempre e ovunque, a qualunque latitudine e in qualunque epoca. La vera Storia del Risorgimento italiano popolare, non è andata persa. E’ scritta sui veri libri di Storia conservati negli Archivi di Stato e nelle Biblioteche pubbliche e private d’Europa.

Questa ricerca della Verità è oggi entrata di prepotenza e con vigore nella realtà di oggi, come un insegnamento, come un modello di vita. Oggi ci sono altri Patrioti che lottano per la conquista della libertà e della verità con modalità diverse e con le armi della ragione, della fede e della passione politica. Armi niente affatto belligeranti perché il desiderio di libertà non muore mai, perché la libertà va difesa sempre se tiene conto dei diritti di tutti e soprattutto dei doveri di tutti.

Solo allora la libertà viene innalzata come vessillo perché tutti quelli che lo desiderano possano seguire le orme di nuovi eroi che nella Storia lottano per la libertà. Il riferimento a questi nostri Patrioti del vero Risorgimento italiano è nella realtà trasformato in un segno culturale e politico, in un simbolo che, nel rispetto della Legge costituzionale della Repubblica, dei diritti umani e dei principi fondamentali della persona fissati nella Carta delle Nazioni Unite, contraddistingue un Movimento che si nutre idealmente delle gesta di questi nostri Eroi Martiri per dimostrare che non sono stati dimenticati e che la Storia è insegnamento. Non un mito, non una fanfara, non un inno nazionale. Ma un racconto di Verità.

I giovani idealisti e i resistenti-martiri all’invasore sabaudo, fedeli al giuramento, preparavano un’altra Unità d’Italia Federale, un sogno che fu soffocato sul nascere. Eroi e giovani idealisti di tutte le regioni d’Italia e d’Europa che armati di coraggio raccolsero intorno a loro un manipolo di fedeli per dare vita in Italia alla battaglia della libertà.

Garibaldi è una figura “sospesa” che fa comodo, a disposizione di infiniti usi e consumi quasi sempre abusivi: gli infiniti colpi di revisione che lasciano il tempo che trovano, non ci interessano. Garibaldi è un mito alla Bin Laden ancora utile alle sinistre ed alle destre del potere palaziale, persino ai comunisti e fascisti futuristi, una figura usata per caratterizzare la spesa pubblica nelle campagne di sensibilizzazione delle celebrazioni del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. Quanti affari! Lo stendardo dei garibaldini è servito a tanti. Quante fortune e sfortune!

La lista socialdemocratica sconfitta il 18 aprile 1948 aveva come simbolo ancora una volta lo stesso Garibaldi del quale ancora oggi si parla a proposito ed a sproposito. Ma quasi sempre nella sostanziale incapacità di collocarlo una volta per sempre in cima alla Verità della Storia.

Se oggi il Nord è la locomotiva economica d’Italia e d’Europa, e se il Sud versa nelle condizioni critiche ereditate 150 anni fa, sappiamo già di chi fu l’amara colpa che alcuni però non hanno l’umiltà intellettuale di riconoscere.

Teramo, lì 13 Novembre 2010 Segreteria Prov.le Lega Nord Abruzzo




Abruzzo. TUTTO ESAURITO NEL MERCATO DI VIA PAOLUCCI di Coldiretti Abruzzo PIACE IL CHILOMETRO ZERO

TUTTO ESAURITO NEL MERCATO DI VIA PAOLUCCI di Coldiretti Abruzzo

PIACE IL CHILOMETRO ZERO

Boom del mercato coperto di Campagna Amica, inaugurato giovedì mattina in via Paolucci a Pescara dalla Coldiretti Abruzzo in collaborazione con la Fondazione Campagna amica, Assessorato attività produttive del Comune e Provincia. Grande l’affluenza dei consumatori attirati dalla formula dei tre giorni a settimana (giovedì, venerdì e sabato) ad orario continuato (dalle ore 8.00 – alle ore 20.00) e tanta soddisfazione per la qualità dei prodotti a prezzi accessibili. Alcuni produttori, sabato mattina, hanno esaurito la merce, i più audaci sono andati addirittura in azienda a fare un carico nuovo da vendere. <<E’ segno che abbiamo colto in pieno le esigenze di produttori e consumatori>> sottolinea il direttore della Coldiretti Abruzzo Simone Ciampoli <<l’arrivo anche a Pescara del mercato di campagna amica non poteva che suscitare interesse. Sicuramente l’entusiasmo andrà ad aumentare, anche grazie alle prossime iniziative che realizzeremo nella struttura coperta>>.




Roma, 14 Novembre 2010 AFGHANISTAN/DI STANISLAO(IDV): UN IMPEGNO CONCRETO CONTRO I BAMBINI SOLDATO

Roma, 14 Novembre 2010

AFGHANISTAN/DI STANISLAO(IDV): UN IMPEGNO CONCRETO CONTRO I BAMBINI SOLDATO

Un impegno concreto per  combattere il reclutamento dei bambini
soldato in Afghanistan è quanto chiede l’On. Augusto Di Stanislao,
capogruppo IdV in Commissione Difesa, con una Risoluzione in
Commissione. “A 10 anni dall’approvazione del Protocollo Opzionale
alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sul
coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati ci sono ancora molte
problematiche irrisolte. Il Protocollo, ratificato da 132 Paesi nel
mondo inclusa l’Italia, vieta la partecipazione diretta di minori di
18 anni nei conflitti armati, eppure, sono ancora più di 250.000 i
minori che prendono parte ai combattimenti in 35 Paesi utilizzati sia
dagli eserciti governativi, sia dai gruppi armati irregolari. Tra
questi c’è l’Afghanistan, che, pur avendo ratificato il Protocollo, è
tristemente noto per essere il Paese in cui si registra una delle
percentuali più alte di bambini e bambine soldato.” Di Stanislao nella
Risoluzione evidenzia un quadro complesso e problematico
dell’Afghanistan e impegna il Governo affinchè si faccia promotore e
portavoce in tutte le sedi internazionali competenti di un piano
d’azione per porre fine al reclutamento dei bambini soldato in
Afghanistan e adotti tutte le necessarie iniziative affinchè il
Governo Afghano rispetti il Protocollo Opzionale. “Se il nostro
compito – conclude – è ancora portare a termine una Missione di pace
allora proteggere i bambini di questa nazione deve essere una delle
priorità.”




Abruzzo. Giuseppe Garibaldi, 150 anni fa, un eroe anticlericale strumento dei Savoia. La ferita aperta di Bronte. La Lega Nord Abruzzo si farà promotore della rivalutazione della lotta per la libertà dei Patrioti Martiri del vero Risorgimento italiano, definiti strumentalmente “briganti”. La Lega Nord Abruzzo conferirà loro pari dignità dei Partigiani della Seconda Guerra Mondiale. Stop all’ideologia dominante massonica sul Risorgimento. La Lega Nord Abruzzo ha individuato nella data dell’eccidio di Bronte, la ricorrenza dei Martiri per la libertà del Risorgimento popolare italiano.

Giuseppe Garibaldi, 150 anni fa, un eroe anticlericale strumento dei Savoia. La ferita aperta di Bronte. La Lega Nord Abruzzo si farà promotore della rivalutazione della lotta per la libertà dei Patrioti Martiri del vero Risorgimento italiano, definiti strumentalmente “briganti”. La Lega Nord Abruzzo conferirà loro pari dignità dei Partigiani della Seconda Guerra Mondiale. Stop all’ideologia dominante massonica sul Risorgimento. La Lega Nord Abruzzo ha individuato nella data dell’eccidio di Bronte, la ricorrenza dei Martiri per la libertà del Risorgimento popolare italiano.

E alla fine tutto tornava come prima: i signori al loro posto, i poveri contadini sempre più poveri. La libertà si conquista, non si dona. La Lega Nord Abruzzo Segreteria Provinciale di Teramo, rievocando i tragici fatti di Bronte (www.bronteinsieme.it/2st/mo_601.html) anziché rendere omaggio a una statuetta belligerante del generale Giuseppe Garibaldi (con spada sguainata al vento ed ai volatili) dall’incerta collocazione geografica e museale, ha individuato nella data dell’eccidio di Bronte, la ricorrenza dei Martiri per la libertà del vero Risorgimento popolare italiano. Il nostro cuore palpita di commozione per tutti coloro che morirono, magari sperando nella vera libertà, davanti a un plotone d’esecuzione sabaudo! Per questo intendiamo celebrare una giornata di lutto nazionale per le vittime delle fucilazioni di massa pre-post-unitarie: i nostri Patrioti Martiri del popolo che difesero strenuamente non solo la Fortezza di Civitella del Tronto dagli invasori. Tacciati dalla Storia ufficiale dello spregevole appellativo di “briganti”, questi nostri eroi attendono giustizia da 150 anni. Un’umile considerazione è d’obbligo.

In piena crisi economica che espone il nostro Paese al fallimento finanziario nel mercato globale per il colossale debito pubblico accumulato nell’era della Prima Repubblica, oggi non ha alcun senso celebrare con i soldi pubblici il massone anticlericale Giuseppe Garibaldi. Non sono questi i presunti “valori” che dobbiamo preservare. Gli extracomunitari non conoscono Garibaldi.        Tutti sanno che gli Italiani avrebbero potuto benissimo conquistare dal basso l’Unità d’Italia in modo assai meno cruento, lasciando le ricchezze del Regno delle Due Sicilie là dov’erano! Ma il furto che si consumò anche grazie alle camicie rosse di Garibaldi, avrebbe disegnato uno scenario unitario sui generis del quale paghiamo ancora oggi le conseguenze: chi ha diviso l’Italia in due realtà economico-sociali, se non Garibaldi e i Savoia che trafugarono tutte le ricchezze del Sud portandole a Torino per ingraziarsi i favori delle Corti europee?

Se gli Stati Uniti d’America, la più grande Democrazia sulla Terra, vissero in quegli stessi anni la pagina più tragica della loro Storia infiammata dalla Guerra civile tra Nord e Sud, elaborando poi la vicenda nel loro processo unitario federale (con le bandiere confederate e unioniste che in molti stati ancora oggi possono sventolare accanto a quella nazionale a stelle e strisce!), allora è giusto oggi far luce in Italia sulle menzogne che ci hanno raccontato e insegnato in 150 anni senza elaborare un bel nulla, producendo semmai il vero brigantaggio con annesse mafie che stiamo sconfiggendo definitivamente solo ora grazie al Ministro Roberto Maroni del Governo Berlusconi. Solo così diventeremo una Democrazia compiuta.

Se da oltre 150 anni gli Italiani, che possono lavorare e fare libera impresa al Nord dove la cultura del lavoro è il primo comandamento per mantenere in piedi il resto del Paese che vive di spesa pubblica, sono dopati dall’ideologia risorgimentale a senso unico imposta dall’alto, sappiamo di chi fu la colpa, felice solo per pochi. Fino alla compiuta Unità politica d’Italia celebrata con la vittoria della Grande Guerra nel 1918, la lezione non fu affatto digerita in maniera indolore. Inevitabile fu la crisi dello stato liberale e la fine prematura del lungo processo unitario (al quale presero parte anche gli Ebrei italiani) spezzato dal regime fascista di Mussolini e dai Savoia che annullarono ignominiosamente valori, vite e ideali dello spirito patrio sia con le famigerate leggi razziali (che allontanarono il fior fiore degli scienziati dall’Italia) sia con la sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale sia con la perdita contestuale di vasti territori annessi nel 1918.

Grazie alle conseguenze di quelle lezioni risorgimentali imposte sui regi banchi di scuola, l’Italia sprofondò nel fango. Eppure i franco-piemontesi Savoia quando decisero di invadere il Sud d’Italia parlavano francese, una lingua incomprensibile ai contadini. I Patrioti che si opposero a questa deliberata invasione, furono processati sommariamente, etichettati come briganti e fucilati. Ma erano Partigiani risorgimentali che volevano la vera libertà, quella di lavorare le loro terre in santa pace.

Per rendere più efficace l’invasione sabauda furono postulati alcuni principi ideologici del proletariato agricolo, ingannando i contadini: si fece passare l’idea che con la discesa-salita delle camicie rosse di Garibaldi, il futuro Re d’Italia avrebbe assegnato loro le terre strappate ai latifondisti meridionali del Regno delle Due Sicilie (Abruzzo compreso). Sappiamo come andarono le cose: i latifondisti cambiarono bandiera e, come nel “Gattopardo”, tutto rimase come prima! Ma bisognava fare gli Italiani. Servivano le guerre, non il lavoro!

Ecco perché il processo unitario non è affatto finito dopo 150 anni. Ecco perché oggi non ci può essere niente da festeggiare. Anzi ci sarebbe da osservare l’ennesima giornata di lutto nazionale per i nostri antenati vittime delle camice rosse di Garibaldi e dell’esercito sabaudo. Chi festeggia, non sa cosa sta facendo perché dimentica le contestuali date delle fucilazioni di massa dei nostri Patrioti risorgimentali vittime dell’ideologia. Garibaldi è il simbolo di un periodo storico che andrebbe studiato veramente e ridiscusso senza particolari stravolgimenti o revisioni anti-storiche, depurandolo dalla propaganda ideologica che in 150 anni è stata pompata nelle nostre menti per esaltare il mito della forzata italianità risorgimentale. L’Unità nazionale oggi non è affatto compiuta perché mentre montava la Questione meridionale e il dominio delle mafie feudali continuava a soffocare il Sud e il tessuto sano delle imprese, qualcuno teorizzava, come oggi, che tutto è già compiuto! I fatti di Bronte non furono isolati. I contadini morivano sotto le scariche sabaude e tutti tacevano nei palazzi del potere. Una vergogna nazionale che ancora non abbiamo elaborato! La Giustizia attende da 150 anni.

Verrà il giorno in cui i veri libri di Storia d’Italia finalmente racconteranno ai giovani la Verità sul Risorgimento italiano e sui personaggi come il massone Garibaldi scortato dalle cannoniere di Sua Maestà Britannica mentre depredava città, villaggi, banche, chiese e conventi d’Italia. Una verità fatta di violenza, soprusi, usurpazioni e saccheggi verso i contadini ignoranti, verso i cristiani, verso le Istituzioni del Regno delle Due Sicilie, verso le chiese e conventi della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, verso i sudditi Italiani del Nord, del Centro e del Sud costretti ad accettare con plebisciti-farsa (vista l’ignoranza della maggioranza della popolazione che viveva del lavoro dei campi) l’idea “britannica” di uno stato nazionale centralista e statalista che nessun contadino italiano dell’epoca voleva (perché non ne avrebbe capito le ragioni), spegnendo le aspettative di Autonomia federale da più parti avanzate (il Federalismo del Beato Antonio Rosmini).

Per colpa di personaggi come il “liberatore” Garibaldi e di aristocratici e massoni di mezza Europa, da oltre 150 anni gli Italiani che possono lavorare al Nord per produrre ricchezza vera, stanno mantenendo un carrozzone-stato lontano e padrone, che non rappresenta per nulla le esigenze della Nazione Italia Federale, la nostra terra che amiamo ricostruire dal basso. Anziché deporre statue belligeranti e fiori al generalissimo, dovremmo cominciare a pensare a rimuovere le incrostazioni dell’ideologia risorgimentale dominante che rappresenta un’idea di stato spendaccione nella quale gli Italiani di buonsenso non si identificano più per niente.

E’ sorprendente che i veri valori risorgimentali siano celebrati da coloro che, rifiutando la Verità, nulla hanno a che spartire con gli ideali di pace, libertà, rispetto della persona. Qui non si tratta di opporre camicie verdi contro camicie rosse. Ma di fare giustizia.

Perché le azioni di Garibaldi e dei Savoia fecero il male soprattutto degli giovani Italiani che lavoravano nei campi e furono arruolati per forza nel regio esercito italiano, seminando la povertà nel Sud Italia, lasciando le terre incolte e costringendo migliaia di persone all’emigrazione. Bisogna scrivere la verità sulla figura di Garibaldi e sulle sue malefatte. Non pretendiamo che i suoi monumenti siano rimossi per volontà popolare e magari fusi per farne monumenti ai veri Patrioti Martiri del Risorgimento popolare federale. E certamente non rimpiangiamo l’Italia pre-unitaria e non chiediamo le dimissioni dalle loro rispettive cariche di tutti i nostri Padri della Patria né tanto meno daremo vita a un movimento per la rinnovata annessione del Nord Italia al Regno cattolico d’Austria. Perché è quanto di più incredibile, provinciale, anacronistico e antistorico si possa pensare, udire e sperare, magari continuando ad alimentare l’ideologia risorgimentale, tanto cara alle sinistre, che non ha risolto i problemi degli Italiani. La Lega Nord sta costruendo una vera Italia Federale, 150 dopo le scorrerie di Garibaldi e dopo il furto dei tesori del Sud. Non per un Lombardo-Veneto soggetto all’Impero austro-ungarico, non per nuovi confini nazionali. Diffidiamo chiunque solo dal pensarlo.

La Lega Nord protesta contro chi intende costruire nuovi steccati, nuovi confini ideologici e massonici, che non hanno nulla a che spartire con la nostra Storia territoriale.

Che Garibaldi sguaini pure la spada rivolto ai quattro punti cardinali, magari contemporaneamente. Ma non interessa a nessuna persona sana di mente. Soprattutto qui a Teramo: abbiamo fin troppo rispetto della nostra Storia incompiuta per credere il contrario. Collocata in modo assai irrazionale in un contesto urbano violato da opere di cui facciamo volentieri a meno (busti, statue pagane e teste volanti più o meno identificabili), quella statua è un affronto anche al vero volto dell’“eroe dei due mondi” che, abbiamo ragione di credere, arrossirà di vergogna quando la sposteranno per l’ennesima volta per chissà quali lidi fino all’approdo finale. Meglio una statua dedicata ai nostri Patrioti Martiri per la libertà che difesero strenuamente la Fortezza di Civitella del Tronto, che non si arresero mai, né prima né dopo l’Unità d’Italia!

Il nostro omaggio è infatti rivolto allo spirito che muove un popolo a conquistare davvero i propri diritti e la propria libertà mettendo a rischio la vita. Perché la dignità di essere uomini veri si misura con la libertà di poterlo essere sempre e ovunque, a qualunque latitudine e in qualunque epoca. La vera Storia del Risorgimento italiano popolare, non è andata persa. E’ scritta sui veri libri di Storia conservati negli Archivi di Stato e nelle Biblioteche pubbliche e private d’Europa.

Questa ricerca della Verità è oggi entrata di prepotenza e con vigore nella realtà di oggi, come un insegnamento, come un modello di vita. Oggi ci sono altri Patrioti che lottano per la conquista della libertà e della verità con modalità diverse e con le armi della ragione, della fede e della passione politica. Armi niente affatto belligeranti perché il desiderio di libertà non muore mai, perché la libertà va difesa sempre se tiene conto dei diritti di tutti e soprattutto dei doveri di tutti.

Solo allora la libertà viene innalzata come vessillo perché tutti quelli che lo desiderano possano seguire le orme di nuovi eroi che nella Storia lottano per la libertà. Il riferimento a questi nostri Patrioti del vero Risorgimento italiano è nella realtà trasformato in un segno culturale e politico, in un simbolo che, nel rispetto della Legge costituzionale della Repubblica, dei diritti umani e dei principi fondamentali della persona fissati nella Carta delle Nazioni Unite, contraddistingue un Movimento che si nutre idealmente delle gesta di questi nostri Eroi Martiri per dimostrare che non sono stati dimenticati e che la Storia è insegnamento. Non un mito, non una fanfara, non un inno nazionale. Ma un racconto di Verità.

I giovani idealisti e i resistenti-martiri all’invasore sabaudo, fedeli al giuramento, preparavano un’altra Unità d’Italia Federale, un sogno che fu soffocato sul nascere. Eroi e giovani idealisti di tutte le regioni d’Italia e d’Europa che armati di coraggio raccolsero intorno a loro un manipolo di fedeli per dare vita in Italia alla battaglia della libertà.

Garibaldi è una figura “sospesa” che fa comodo, a disposizione di infiniti usi e consumi quasi sempre abusivi: gli infiniti colpi di revisione che lasciano il tempo che trovano, non ci interessano. Garibaldi è un mito alla Bin Laden ancora utile alle sinistre ed alle destre del potere palaziale, persino ai comunisti e fascisti futuristi, una figura usata per caratterizzare la spesa pubblica nelle campagne di sensibilizzazione delle celebrazioni del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. Quanti affari! Lo stendardo dei garibaldini è servito a tanti. Quante fortune e sfortune!

La lista socialdemocratica sconfitta il 18 aprile 1948 aveva come simbolo ancora una volta lo stesso Garibaldi del quale ancora oggi si parla a proposito ed a sproposito. Ma quasi sempre nella sostanziale incapacità di collocarlo una volta per sempre in cima alla Verità della Storia.

Se oggi il Nord è la locomotiva economica d’Italia e d’Europa, e se il Sud versa nelle condizioni critiche ereditate 150 anni fa, sappiamo già di chi fu l’amara colpa che alcuni però non hanno l’umiltà intellettuale di riconoscere.

Teramo, lì 13 Novembre 2010 Segreteria Prov.le Lega Nord Abruzzo




Pescara. La Destra: << La salute non ha ne prezzo ne colore politico ed è per questo che appoggiamo pienamente la battaglia di Valloreja e di FLI qui a Pescara.

In riferimento alla decisione della Giunta del Comune di Pescara di dare l’ok all’elettrodotto Tivat – Pescara, il Segretario Provinciale del partito “La Destra” di Storace, Alessandro Baldati, ha rilasciato la seguente dichiarazione: << La salute non ha ne prezzo ne colore politico ed è per questo che appoggiamo pienamente la battaglia di Valloreja e di FLI qui a Pescara. Io sono un Consigliere di Circoscrizione ed in questo momento di grave crisi economica, dove il Comune non ha più liquidità per l’ordinaria manutenzione, mi sembra strano che a fronte di un indennizzo di 4,5 milioni di Euro da parte della Terna al Comune di Pescara, l’ing. Taraborrelli, Direttore del Dipartimento attività Tecniche percepirà circa 2 milioni di Euro per la consulenza sull’opera. Siamo infatti preoccupati per la salute dell’ingegnere … non è che per tale cifra forse l’opera sarà realizzata a mano da lui stesso??Inoltre vediamo di malocchio questa infrastruttura che non porterà benefici all’economia e allo sviluppo della nostra Regione in quanto non sono previsti riduzioni di costi per le imprese e per i cittadini. La nostra Regione sta diventando terra di conquista per le multinazionali ed i partiti del nord Italia, i quali vogliono sfruttare la nostra salute per i propri interessi economici. Chiediamo chiarezza e sicurezza per tutti i cittadini e delle risposte concrete alle nostre domande. >>

l’addetto stampa                                                                                               il Segretario Provinciale di Pescara

M. Paola                                                                                                                 Alessandro Baldati




Roma, 13 Novembre 2010 FINANZIARIA/DI STANISLAO(IDV): EMENDAMENTI PER LA RICOSTRUZIONE POST-SISMA

Roma, 13 Novembre 2010

FINANZIARIA/DI STANISLAO(IDV): EMENDAMENTI PER LA RICOSTRUZIONE POST-SISMA

Il deputato abruzzese, Augusto Di Stanislao, impegnato in queste ore
in Commissione Bilancio per l’esame della Finanziaria, torna a battere
il chiodo su un tema a lui molto caro e ancora critico e decisamente
problematico: la ricostruzione post sisma in Abruzzo. Con 2
emendamenti a sua firma, l’On. Di Stanislao inserisce un aumento degli
stanziamenti nel triennio per la ricostruzione in Abruzzo. “La
finanziaria al nostro esame – spiega – ripropone le medesime risorse
già previste per il 2011 dalla scorsa legge finanziaria. In realtà la
ricostruzione ha bisogno di ben altre risorse finanziarie.” Altresì si
torna a chiedere che la restituzione dei versamenti fiscali e
contributivi siano corrisposti al 40% dell’ammontare dovuto e
confermando le 120 rate mensili a partire da giugno 2011. “Con questo
– continua  a spiegare Di Stanislao – non si fa altro che equiparare
il sisma in Abruzzo con gli altri eventi sismici che hanno colpito il
nostro Paese. Sono intervenuto in Commissione per chiedere
l’accantonamento dell’emendamento con votazione in Aula con un duplice
obiettivo: che il Governo possa tornare sui suoi passi così come da
impegni presi con Mozione unitaria approvata sulla ricostruzione e
nella speranza di poter convincere tutti i parlamentari abruzzesi a
fare lobby per una questione così delicata e importante, a partire da
quelli del centro destra. E conclude.”La situazione a L’Aquila e
dintorni è molto difficile, la ricostruzione stenta a procedere,
impegni del Governo disattesi, l’economia locale è paralizzata e
dovremmo essere tutti uniti e lavorare per un unico obiettivo di
ripresa e rilancio di questi territori.”