L’Aquila. “ASPETTANDO LA PERDONANZA 2017” CON IL CONCENTUS SERAFINO AQUILANO 

 
Il giorno seguente, domenica 20 agosto,  alle ore 18.00,  le voci recitanti del Concentus Serafino Aquilano saranno protagoniste, insieme al pianoforte di Diana Pettinelli ed il flauto traverso di Marta Vitaliani, del Recital di Musica e Poesia con le pagine della poetessa Clara Di Stefano
 



DEGRADO E COMPORTAMENTI OMISSIVI  SULLA RIVIERA NORD DI PESCARA

 

 

Notizie di stampa riportano alla pubblica attenzione il caso del cd. Palazzo Tintorelli, sulla Riviera Nord. Per la verità ogni giorno sotto gli occhi di tutti svetta quella struttura, dichiarata abusiva da ogni sentenza e conosciuta in città come “ecomostro”;  l’Amministrazione comunale, a causa di atti sempre inspiegabilmente  viziati in dettagli che hanno consentito il protrarsi del contenzioso, non è riuscita fino ad ora ad esercitare il suo diritto/dovere di procedere all’unico provvedimento necessario: l’abbattimento. Anzi, il Comune paga i danni ai vicini per l’accertata violazione, sulla base dei suoi comportamenti omissivi, ma non procede a liberare il fronte a mare della città da quella bruttura. Oggi, addirittura, si ipotizza la sua demolizione e ricostruzione  che, in base al cd. “Decreto Sviluppo” potrebbe raggiungere e superare l’attuale ingombro del fabbricato.

– E’ inaccettabile che un Comune non eserciti le sue prerogative, demolendo, ma patteggi condizioni di sostanziale sanatoria, in danno di tutti i cittadini che vedrebbero ancora una volta prevalere gli interessi privati  contro il diritto ad aver garantita un’ordinata edificazione, soprattutto in una zona delicata come la Riviera.

– E’ paradossale che il Comune non salvaguardi le sue aree pregiate (come le Riviere, ma non solo) dai pesanti effetti del ”Decreto Sviluppo” con specifici provvedimenti, escludendone l’applicazione specialmente nelle zone della città di maggior pregio. Continua a prevalere una concezione del suolo urbano come indifferenziato, dove calare volumi edilizi sulla base di indiscriminate convenienze private in spregio alle stesse aspettative dell’opinione pubblica. Questa supina acquiescenza è la stessa che ha portato prima alla demolizione della Centrale del latte, pregiato edificio degli anni trenta, con l’affannosa corsa fuori tempo massimo per apporre un vincolo di salvaguardia, e più recentemente all’abbattimento dell’ex Filanda Giammaria, per far posto a due palazzine la cui costruzione, fortunatamente, non è ancora iniziata a seguito delle ferma opposizione di una ventina di associazioni cittadine. E’ la stessa acquiescenza che, se qui non demolisce, altrove  consente che un edificio in posizione pregiata come l’ex Gabbiano, sempre sulla Riviera Nord, e situato  su suolo demaniale, resti allo stato di scheletro per anni ed anni, con autorizzazione dei lavori più volte scaduta; senza che si provveda all’unico atto realmente efficace: la revoca della concessione balneare e la riassegnazione mediante gara. Si preferisce invece l’inerzia, funzionale alla interminabile composizione degli interessi privati coinvolti. Ancora la stessa acquiescenza determina che si possa assistere al crollo programmato e ormai atteso, del pregevole villino “Clemente”, a fianco all’hotel Maja,  di nuovo sulla Riviera Nord. Chiunque passi ne può vedere lo stato di avanzato degrado, mentre un cartello annuncia la realizzazione di una incongrua pensilina, incompatibile col vincolo apposto dalla Soprintendenza. Il degrado non è un fatto naturale ed inevitabile; la proprietà ha il dovere del decoro, della manutenzione e della salvaguardia della pubblica incolumità in base alle leggi ed allo stesso dettato costituzionale. L’Amministrazione comunale, prodiga di adesioni a condivisibili posizioni di principio sulle questioni ambientali e sulla conservazione del patrimonio storico, deve modificare al più presto una prassi di  inerzia e scarsa efficacia dell’azione amministrativa in questi campi per impedire il gioco sleale  che combina i lunghi tempi decisionali con il ricorso alla giustizia amministrativa, inferendo alla città colpi reali, mentre la discussione si sviluppa nei convegni.

 

pescara@italianostra.org




Il gioco contro l’intolleranza e l’indifferenza: al via “Once upon a game”

Il progetto europeo di scambio giovanile “Once upon a game” si svolgerà dal 14 al 28 agosto nella Valle del Giovenco con giovani provenienti da Italia, Spagna, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Finlandia e Turchia. Un’occasione unica per i giovani locali di fare conoscenza diretta della realtà sociale e culturale europea attraverso un processo di socializzazione con coetanei di altre nazioni, basato sulla realizzazione di un progetto comune. Ancora aperta la possibilità di partecipazione a ragazze e ragazzi tra i 16 e i 30 anni.

Favorire l’incontro di giovani di diverse nazioni europee e lo scambio di tradizioni popolari, di giochi tradizionali e di antichi saperi miscelati con linguaggi performativi contemporanei, dando nuova vita ad antichi borghi che vivono un continuo spopolamento a favore delle città: sono questi gli obiettivi di “Once upon a game”, il progetto europeo di scambio giovanile che si svolgerà dal 14 al 28 agosto tra i borghi di Ortona dei Marsi, Bisegna, San Sebastiano dei Marsi e Carrito della Valle del Giovenco, all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

“Once upon a game” vedrà coinvolti 37 giovani artisti provenienti da Italia, Spagna, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Finlandia e Turchia che si incontreranno per realizzare un progetto che, attraverso la metafora del gioco, sia in grado di favorire il dialogo intergenerazionale, l’inclusione e la comprensione di altri modi di vivere. Il tutto, portando nuova linfa vitale in piccoli borghi dell’Italia centrale.

Contro l’intolleranza

Nel corso dello scambio europeo saranno esplorati, attraverso tecniche e approcci differenti, aspetti delle culture e delle tradizioni dei vari Paesi europei d’origine dei partecipanti. “L’idea che è alla base di questo progetto – spiega Andrea Bartolomeo, principale referente di TeatroMacchinaInutile, gruppo di giovani ideatore e promotore del progetto – è promuovere la riscoperta degli antichi saperi popolari e la rivalutazione delle relazioni intergenerazionali per lo sviluppo di un’identità condivisa e la valorizzazione delle peculiarità personali contro l’intolleranza e l’indifferenza”. Un progetto internazionale in cui inclusione e cooperazione sono le parole d’ordine: “Prioritario sarà costruire un rapporto di cooperazione e scambio non solo tra i giovani partecipanti, ma anche tra questi e la comunità locale.

Ultimi posti disponibili

La partecipazione allo scambio è ancora aperta a ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 30 anni (per informazioni chiamare il 392.7482642).

Un progetto che arricchisce

Un progetto che, secondo il sindaco di Ortona dei Marsi Manfredo Eramo, “ci fa sentire davvero europei. Sono entusiasta di questa iniziativa, che ospitiamo ormai per il quinto anno consecutivo. Crea novità e armonia, coinvolge la popolazione locale e, soprattutto, favorisce l’integrazione facendoci sentire tutti figli di una stessa patria. Dobbiamo fare di tutto affinché possa ripetersi negli anni a venire”. E che, secondo il sindaco di Bisegna Antonio Mercuri, “è un arricchimento per il nostro territorio. La presenza di così tanti ragazzi di nazionalità diverse è rivitalizzante, e la possibilità per i nostri cittadini di intessere legami di scambio e di amicizia con giovani di altre nazioni e altre culture è davvero un valore aggiunto per il paese. La forza di questa iniziativa è nella partecipazione di così tanti ragazzi provenienti da tutta Europa. Per il bene della nostra terra è fondamentale che iniziative come questa continuino a essere organizzate nel futuro”.

Il programma Erasmus+

Il progetto “Once upon a game” – giocosa traduzione di “C’era una volta un gioco” – è stato cofinanziato dall’Agenzia Nazionale Giovani (coordinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale) che promuove la cittadinanza attiva dei giovani e la loro cittadinanza europea e gestisce il settore Gioventù del programma europeo Erasmus+, il programma dell’Unione Europea per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport.

Una grande festa

Durante le due settimane di durata dello scambio i giovani artisti europei condivideranno con la comunità locale l’organizzazione di uno spettacolo teatrale itinerante che verrà messo in scena a conclusione del progetto all’interno del GiovencoTeatroFestival per celebrare la conclusione dell’esperienza di scambio.

Il  gruppo  “TeatroMacchinaInutile” 

Il  gruppo  “TeatroMacchinaInutile” nasce  nel 2012 con  l’obiettivo  di  creare  attraverso il  teatro  e  l’arte  in  generale un  laboratorio  creativo  permanente,  un  luogo  di  incontro, aggregazione, socializzazione, espressione, riflessione e scambio di esperienze e conoscenze nella Marsica,  luogo d’origine dei componenti del gruppo, con l’intenzione di contribuire allo sviluppo della vita culturale e artistica del territorio.  Attraverso la condivisione delle attività creative il gruppo “TeatroMacchinaInutile” lavora sull’ampliamento degli orizzonti culturali per stimolare l’apertura, in un’ottica di scambio e contaminazione, a una riflessione più ampia sullo stare insieme e sull’essere cittadini d’Europa e del mondo.

Chi è Andrea Bartolomeo

Andrea Bartolomeo è attore, regista e docente di Teatro. Giovanissimo entra a far parte del Laboratorio Internazionale permanente per l’Arte dell’Attore del Teatro Nucleo. Per 12 anni è attore della compagnia con la quale dal ’98 è presente nei più importanti Festival internazionali di Teatro in spazi aperti e nelle piazze d’Europa, del Sud America e dell’Asia. Negli ultimi anni vive e lavora fra Italia, Francia e Germania collaborando con diverse compagnie teatrali europee. Integra nel lavoro teatrale elementi di culture e scienze diverse con l’idea di creare un linguaggio che possa oltrepassare barriere e confini politico-culturali e nel tentativo di restituire al Teatro un ruolo attivo nei processi di trasformazione sociale.

Per maggiori informazioni: 392.7482642 // 338.7135951 //  onceuponagame

Ufficio stampa Once Upon a game

Miriam Cesta

miriamcesta@hotmail.com




TUA: Il trend positivo della lotta all’evasione tariffaria e un contributo alle forze dell’ordine

 

 

 

Prosegue efficacemente l’azione di contrasto all’evasione tariffaria da parte dell’azienda unica di trasporti della regione Abruzzo, Tua Spa.

Il potenziamento del nucleo dei verificatori, il monitoraggio continuo delle circa 4300 corse che vengono assicurate quotidianamente e la sinergica collaborazione con le forze dell’ordine sono alla base del trend positivo che l’azienda regionale di trasporti sta registrando nel contrastare chi cerca di viaggiare senza regolare biglietto.

Dal monitoraggio aziendale, emerge che l’azione più incisiva di contrasto ai “portoghesi” ha prodotto effetti su diverse linee; in particolare, i numeri positivi si registrano sulla linea 21, sulla linea 2/ e sulla Penne-Pescara.

Gli indicatori positivi oggetto di analisi aziendale sono sostanzialmente due: l’incremento dei biglietti venduti e la riduzione del tasso di evasione.

Un ringraziamento particolare va ai verificatori Giuseppe RuscittiDomenico Cilli e Camillo Ferrante, che durante le attività di verifica, hanno permesso di assicurare alla giustizia un soggetto ricercato da tempo dalla giustizia italiana.

L’impegno aziendale – ha sottolineato il direttore generale di Tua Spa, Giuseppe Alfonso Cassino – sta producendo risultati concreti sul piano dell’evasione tariffaria. Il potenziamento dei ranghi e la programmazione delle attività continuamente aggiornata sulla base elle esperienze quotidiane, ci stanno consentendo di agire in modo sempre più mirato ed efficace per contrastare un fenomeno, come quello dell’evasione, che erode consistenti ricavi alla nostra azienda. Un plauso – ha concluso il direttore generale di Tua Spa – lo vogliamo rivolgere a tutti i nostri verificatori che, con impegno, professionalità e grande senso di responsabilità, assicurano questa preziosissima attività che non ha solo un risvolto economico ma anche, e direi principalmente, etico. Il diritto alla mobilità si sposa solo col dovere, attraverso l’acquisto del biglietto, di contribuire a coprire, almeno in parte, il costo di produzione del servizio di cui fruisce”.




Abruzzo. Indagine CNA Balneatori   Ombrelloni presi d’assalto a Ferragosto. In cinque giorni dieci milioni di turisti negli stabilimenti italiani.

Il giro d’affari sarà di 200 milioni.

E’ un nuovo record: +16% rispetto al 2016.

 

 

Per il turismo arrivano cinque giorni indimenticabili. Dal 12 al 16 agosto negli stabilimenti balneari italiani si riverseranno dieci milioni di vacanzieri. Una media di due milioni al giorno. Segnando una crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2016. Un successo che miscela bellezze naturali, la complicità del caldo e la maggiore sicurezza rispetto ai tradizionali concorrenti mediterranei ma deve un tributo anche all’offerta nuova e diversificata, alla rivoluzione tecnologica avviata da molti stabilimenti del nostro Paese. A registrarlo una indagine di Cna Balneatori condotta tra 432 titolari di stabilimenti balneari, in 55 località costiere italiane, che aderiscono alla Confederazione.

 

Un fatturato di 200 milioni

Dopo un sorprendente luglio, quindi, un agosto ancora più spumeggiante. Nei cinque giorni clou dell’estate gli italiani acquisteranno servizi di spiaggia, pasti e bevande per un valore superiore ai 200 milioni.

 

Emilia Romagna sul podio più alto

Va all’Emilia Romagna la medaglia d’oro per la crescita da un anno all’altro (+24%) con damigelle d’onore la Toscana (+23%) e la Puglia (+22%). A seguire, nell’ordine, Liguria (+19%), Sardegna (+18%), Veneto (+17%). Quindi, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche e Sicilia (+15%), Campania (+14%), Abruzzo (+13%), Calabria (+12%), Basilicata (+9%) e Molise (+8%).

(segue)

 

Un turista su cinque è straniero

Sotto l’ombrellone un turista su cinque è straniero e si ferma mediamente cinque giorni. Un dato eccellente condizionato anche dalla difficile situazione che stanno vivendo i Paesi della sponda sud del Mediterraneo e altre tradizionali località turistiche marittime, a esempio sul Mar Rosso.

 

 

 

 




WWF. Nessun biologo nella commissione che abilita all’esercizio venatorio in provincia di Chieti

12 agosto 2017

 

Composizione irregolare: il WWF diffida la Regione

In campo venatorio l’Abruzzo sembra avere incomprensibili difficoltà nel rispettare leggi e sentenze

 

Il WWF ha indirizzato ieri, con posta elettronica certificata, una diffida alla Regione Abruzzo per invitarla, in autotutela, a revocare le nomine per la Commissione d’esame per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio della Provincia di Chieti, effettuate nel gennaio scorso.

Nel testo, inviato al direttore del Dipartimento regionale competente (Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca) e anche all’assessore Dino Pepe e al presidente Luciano D’Alfonso, il WWF ricorda che la Legge nazionale n. 157/1992, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, all’art. 22, stabilisce che la Commissione per l’abilitazione all’esercizio venatorio, nominata dalle Regioni in ciascun capoluogo di provincia, debba essere composta da esperti nelle seguenti materie:

  1. a) legislazione venatoria;
  2. b) zoologia applicata alla caccia con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili;
  3. c) armi e munizioni da caccia e relativa legislazione;
  4. d) tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione agricola;
  5. e) norme di pronto soccorso.

La stessa legge impone che nella Commissione debba esserci almeno un componente laureato in scienze biologiche o in scienze naturali esperto in vertebrati omeotermi, quelli volgarmente detti “a sangue caldo”. Alle Regioni, ai sensi del comma 4 del medesimo art. 22, spetta esclusivamente il compito di stabilire le modalità per lo svolgimento degli esami. La Legge regionale n. 10/2004, agli artt. 22 e 24, infatti, precisa solo ulteriori dettagli sulle modalità di nomina delle commissioni, sul loro operare e sullo svolgimento degli esami. La Regione del resto non potrebbe mai derogare, come in più occasioni confermato dalla Corte costituzionale, agli standard minimi di tutela garantiti dalla Legge nazionale. Di conseguenza nelle Commissioni provinciali per l’abilitazione all’esercizio venatorio è obbligatorio nominare almeno un laureato in scienze biologiche o in scienze naturali. Se non si provvede in tal senso ne derivano, per la commissione stessa, gravi e insanabili conseguenze giuridiche di illegittimità.

Ebbene nella DGR n. 21 del 26 gennaio 2017 è stata istituita la Commissione per la provincia di Chieti che non annovera, fra i componenti effettivi, alcun membro che possegga i requisiti richiesti dalla legge quadro nazionale. Non solo: la materia “zoologia applicata alla caccia” risulta essere assegnata a componenti che non posseggono formazione specifica per titoli legittimamente riconoscibili. La Commissione è stata dunque nominata in palese violazione di legge con uno standard minimo di tutela nel controllo del possesso dei requisiti per l’abilitazione all’esercizio venatorio inferiore al livello imposto dallo Stato.

Il WWF ha per questo inviato una propria diffida alla Regione Abruzzo invitandola a ripristinare la legittima competenza e la corretta composizione della Commissione provinciale di Chieti. Operazione possibile e auspicabile, con il ricorso alle forme dell’autotutela, senza costringere l’associazione a rivolgersi alla magistratura con un ricorso che avrebbe un esito scontato, per l’ennesima volta sfavorevole per la Regione Abruzzo che in tema di caccia sembra assurdamente far fatica a muoversi nel pieno rispetto di norme di legge e sentenze.

WWF Italia Onlus, Abruzzo




E’ tornato percorribile il tratto da Castelli al “ Piccolo Tibet”

 

E’ tornato fruibile l’accesso da Castelli per Vado di Sole e i versanti aquilano e pescarese del Gran Sasso grazie alle riaperture delle provinciali Castelli – bivio di Rigopiano e  Rigopiano – Vado di Sole  

Grazie alla riapertura della viabilità ordinaria del tratto Farindola – Rigopiano- Vado di Sole è tornato fruibile l’accesso da Castelli e dal Teramano al “Piccolo Tibet” e ai versanti aquilano e pescarese del Gran Sasso. Più di un mese fa era stata riaperta la provinciale 37 che da Castelli porta al bivio di Rigopiano. Torna così accessibile un tratto di rilevante importanza turistica che era stato chiuso a seguito degli eventi calamitosi e drammatici del gennaio scorso. Da oggi si può tornare ad ammirare le bellezze paesaggistiche del versante teramano del Gran Sasso e del Monte Camicia e fermarsi nel borgo della ceramica per poi proseguire, in un percorso tra natura, arte ed enogastronomia fino al caratteristico “ Piccolo Tibet” e i versanti aquilano e pescarese con i loro borghi e bellezze.

 “ Sono estremamente soddisfatto per la riapertura di un’arteria strategica per Castelli e per il Teramano” – ha detto il sindaco di Castelli Rinaldo Seca “ che rappresenta un passo ulteriore verso la ripartenza dopo un periodo difficile”.

In questo periodo Castelli accoglie tre importanti mostre:  “ I Cascella e la ceramica in Abruzzo del primo Novecento” nel locale Museo delle ceramiche , “La tradizione del futuro – I 110 anni della scuola d’arte di Castelli” nel Liceo artistico statale per il design “Grue” in contrada Convento e la “Personale Nino e Giantommaso di Simone 3.0” nel centro storico del borgo.




Abruzzo. NEL GIARDINO DELLE CLARISSE DI CITTA’ SANT’ANGELO INSIGNITI I NUOVI “AMBASCIATORI D’ABRUZZO NEL MONDO”

10 agosto 2017

 

 

Premiati Luigi Savina, Antonio J.C. Di Monte, Gianfranco Mazzoni, Franco Ricci, Roberto Fatigati

 

di Goffredo Palmerini

Le foto, liberamente a disposizione, sono dell’Ufficio stampa del Consiglio Regionale.

 

CITTA’ SANT’ANGELO (Pescara) – Si avvicina il tramonto quando in un assolato sabato d’agosto salgo a Città Sant’Angelo, magnifico centro a qualche chilometro da Pescara. E’ uno dei Borghi più belli d’Italia, lassù in collina, disteso con le sue belle case di mattoni rossi sopra un crinale, contornato di campi imperlati da nodose piante d’ulivo e fecondi vigneti, che donano olio e vini di riconosciuta eccellenza. Terra d’antica presenza dei Vestini, popolo italico insediato di qua e di là della catena del Gran Sasso, Angulum secondo un’antica citazione di Plinio il Vecchio, Città Sant’Angelo è oggi una bella cittadina di oltre 15mila abitanti che ha attraversato secoli di storia, lasciando tracce significative ed interessanti. Ne fa mostra la bella Chiesa di San Michele Arcangelo, la cui origine è anteriore all’anno Mille, poi ricostruita nel Trecento. Magnifica facciata e uno svettante campanile, mentre all’interno resti alto-medioevali impreziosiscono il tempio. Numerose e belle chiese (S. Chiara, S. Bernardo, S. Francesco, S. Agostino, S. Liberatore, ed altre minori) risplendono nella stupenda architettura del Borgo, contornato da magnificenti mura urbiche dotate di quattro Porte. Ho una mezz’ora per apprezzare la straordinaria vista che si gode dal Borgo, una terrazza che affaccia da un lato sul mare in lontananza e dall’altro verso i colli che arrancano verso le propaggini della Bella Addormentata, così come appare da questo verso la catena del Gran Sasso. La gente cerca la frescura, seduta all’ombra lungo il lastricato Corso centrale disposto longitudinalmente alla città, dove confluiscono suggestivi e stretti vicoli laterali. Bello ed appropriato è l’arredo urbano. Un matrimonio è stato appena celebrato. Gli sposi sorridenti e gli invitati vocianti sostano davanti la scalinata della stupenda Collegiata di San Michele Arcangelo, con il magnifico portale e il portico ad archi.

 

E’ quasi l’ora di recarci al Giardino delle Clarisse. Lì il Consiglio Regionale d’Abruzzo, in collaborazione con la Municipalità di Città Sant’Angelo, ha scelto di celebrare l’edizione 2017 della cerimonia per il conferimento dell’onorificenza di “Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo”. Ogni anno l’evento si tiene il 5 agosto, dichiarata “Giornata degli Abruzzesi nel mondo”, come dispone la legge regionale istitutiva. Nel corso della Giornata, organizzata dalla Presidenza del Consiglio Regionale d’Abruzzo, viene conferita annualmente l’onorificenza di “Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo” a quelle personalità d’origine abruzzese che, per meriti accademici, culturali, politici, sociali, professionali, si siano positivamente distinte all’estero, o nelle Regioni italiane diverse dall’Abruzzo, dove sono emigrate in passato o dove attualmente vivono stabilmente. Il Giardino delle Clarisse è un ampio spiazzo incastonato su tre lati tra il dismesso monastero, la Chiesa di Santa Chiara e le case del Borgo, l’altro lato è aperto, un’alta balconata sui quartieri bassi della cittadina e sul paesaggio che dalla costa marina gradualmente sale verso i contrafforti dei monti. Sono quasi le 7 di sera, l’ora d’inizio della cerimonia. Arrivano il Procuratore Generale per l’Abruzzo, Pietro Mennini, numerose autorità militari e civili, gli ospiti, gli insigniti dell’onorificenza con le loro famiglie. Il Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio, accoglie e saluta le autorità e gli ospiti. Con lui il Vicepresidente del Consiglio Regionale Paolo Gatti, il Sottosegretario alla Presidenza Mario Mazzocca, i Consiglieri regionali Giorgio D’Ignazio, Lorenzo Berardinetti e Luciano Monticelli. Il Capo Segreteria del Presidente, Gino Milano, con i collaboratori, definisce con cura i preparativi per l’inizio della serata.

 

Alle 19 in punto la cerimonia prende avvio. Gino Milano, che coordina con garbo e perizia, ne chiarisce i contorni con notazioni intense e puntuali. “Ci ritroviamo a vivere insieme – dice tra l’altro il dr. Milano – un evento istituzionale regionale, cercando tutti di ritrovare nella storia delle popolazioni d’Abruzzo porzioni di umanità uscite dalle loro terre d’origine e disperse su altre terre del pianeta. Lo facciamo con sentimenti di amicizia, di nostalgia, di solidarietà, ricordando le caratteristiche di abruzzesità che abitano il cuore di ciascuno di noi. Se in passato ogni cultura modellava l’identità di una collettività, in genere radicata in un territorio più o meno ampio, oggi le culture si intrecciano ed entrano, sovente, in conflitto in tutti i luoghi del mondo. Ogni comunità è ormai segnata al suo interno da varie forme di diversità culturale e persino le singole persone diventano portatrici di sintesi uniche e originali di una pluralità di appartenenze. Se ci soffermiamo a riflettere sul nostro Vecchio Continente, ad esempio, appare evidente la necessità di costruire nuove visioni di un’Europa che sembra mostrare segni di spegnimento, anche demograficamente, ma soprattutto nei suoi contenuti di valore e di principio che segnarono 60 anni fa la profondità dei Trattati di Roma. Assistiamo ad una faticosa transizione fra un mondo antico e un mondo nuovo, dove altre identità ed esigenze sono in movimento alla scoperta di un futuro tutto da disegnare. Oggi, nel momento in cui tutte le culture e tutte le persone del mondo si trovano in connessione e in interdipendenza reciproca, le differenze appaiono come ineliminabili, nella loro fecondità, ma anche nella loro criticità. E’ in questo contesto che si evidenzia la lungimiranza della legge regionale n. 4 del 21 febbraio 2011 che ha voluto dichiarare il 5 agosto “Giornata degli Abruzzesi nel mondo”, a ricordo annuale dell’emigrazione regionale e al fine di rafforzare l’identità degli abruzzesi nel mondo e rinsaldare i rapporti con la terra di origine. Il Consiglio regionale dal 2014 ha inteso radicare sui territori della Regione la ricorrenza dell’evento. Per questa edizione 2017 ha scelto la provincia di Pescara e il prestigioso Giardino delle Clarisse in Città Sant’Angelo, per lo svolgimento della cerimonia. In tal senso il Presidente Di Pangrazio completa, quest’anno, il programma itinerante nelle singole province d’Abruzzo, dopo Sulmona (2014), Civitella del Tronto (2015) e Fossacesia (2016)”.

 

Assente il sindaco di Città Sant’Angelo Gabriele Florindi, colpito da un lutto familiare, è la Consigliera comunale Patrizia Longoverde, delegata alle Politiche Sociali, a portare il saluto della Municipalità. Il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio apre quindi la manifestazione. Prima di tutto rivolge un pensiero d’affetto e di solidarietà per il sindaco Florindi, in lutto per la morte del padre, ringraziandolo per la disponibilità e la collaborazione nell’accogliere l’evento. Saluta e ringrazia le autorità, per l’onore che rendono all’evento istituzionale con la loro presenza. Si dà poi avvio formale alla cerimonia con l’esecuzione dell’inno nazionale. “La Regione Abruzzo – sottolinea il Presidente Di Pangrazio – celebra oggi la Giornata annuale degli Abruzzesi nel mondo, ripensando le migrazioni di uomini, donne, intere famiglie che hanno portato lontano dalle loro terre d’origine le sensibilità, le voci e le speranze dei paesi d’Abruzzo, inserendosi in contesti di vita di altre popolazioni d’Italia e del mondo, tra nuove e diverse realtà culturali e sociali. Abruzzesi rimasti sempre in relazione con i luoghi e le comunità di provenienza! Senza cedere al sentimentalismo, mi sento di poter dire che stasera le migliaia e migliaia di volti e di nomi dell’emigrazione abruzzese sono tutte simbolicamente accomunate e rappresentate dagli autorevoli personaggi che quest’anno vengono insigniti del titolo di Ambasciatore d’Abruzzo. Ma prima di inoltrarci nella centralità dell’evento, che è esercizio permanente della memoria e della storia di generazioni di abruzzesi passate ed attuali, desidero, come ogni volta, ricordare un’altra data così prossima a quella di oggi, dal sapore amaro e tristemente nefasto: quell’8 agosto del 1956, quando si consumò la tragedia di Marcinelle, in Belgio, che ha assunto la valenza simbolica di annoverare e ricordare tutti gli abruzzesi incorsi in tragedie personali, familiari e collettive, a motivo della loro condizione di migranti. Vi invito, dunque, ad osservare un momento di silenzio, per non dimenticare quella miniera lontana che inghiottì la vita di tante persone sottoposte ad un duro lavoro, tra le quali 60 migranti dall’Abruzzo”.

 

Un minuto di silenzio e d’intensa commozione fa memoria della tragedia di 61 anni fa nella miniera di Bois du Cazier, in quella terribile mattina quando scoppiò l’inferno e vi perirono 262 minatori, 136 erano italiani e tra essi ben 60 abruzzesi. “L’evento istituzionale di oggi – riprende il Presidente Di Pangrazio – ha anche lo scopo di evidenziare alcune caratteristiche peculiari della terra d’Abruzzo, espresse da testimoni speciali e dai risultati prestigiosi conseguiti nella loro vita. Con gli Ambasciatori d’Abruzzo che stasera verranno insigniti con tale titolo – unitamente a quanti sono stati riconosciuti negli anni scorsi – si vuole raccogliere e custodire un patrimonio regionale immenso. Sostenere e alimentare, in primis, il rapporto indissolubile degli abruzzesi in altri Paesi del mondo o in altre regioni italiane; promuovere la cultura e le tradizioni dell’Abruzzo, contribuendo a progetti formativi che valorizzino tutte le generazioni, particolarmente quelle più giovani che sembrano dover rivivere emergenze migratorie aggiuntive a quelle passate, con la richiesta di altrettanto impegno e sacrificio, ma anche con la possibilità di rinnovare risultati e traguardi. Anche l’Europa – aggiunge Di Pangrazio – sembra mostrare affanno alla sua unione di popoli e ordinamenti diversi, rialzando muri e distanze, anziché ponti percorribili da tutti quei giovani che sognano un futuro sostenibile, e si mettono in gioco per costruirlo. E il nostro pensiero va alla giovane Fabrizia Di Lorenzo stroncata a Berlino il 19 dicembre 2016, mentre cercava un oggetto affettuoso da riportare alla sua famiglia di Sulmona per il Natale. […] Mai come oggi la mobilità umana ha raggiunto dimensioni travolgenti: interi continenti in movimento, decine di milioni di esseri umani in permanente ricerca di soluzioni ai propri problemi di sicurezza fisica, di spazi di libertà, di opportunità lavorative, ma anche di potersi sottrarre alle condizioni oggettive derivanti da conflitti, povertà strutturali, disastri ambientali. Rancori, sospetti, intolleranze e violenze sembrano segnare società che nel passato si sono evolute creando spazi di accoglienza ad altre migrazioni: penso, in questo momento, alla delicata situazione che vive il Venezuela, nazione che ha visto approdare almeno due generazioni di abruzzesi, numerosi e determinati, dove i giovani si trovano obbligati a dimostrare giorno per giorno di essere degni del Paese in cui i loro padri furono accolti.”

Insigniti e Autorità

“Alle comunità abruzzesi venezuelane – annota ancora Di Pangrazio – a quanti si prodigano nel sostenere relazioni e donare aiuto, alle associazioni che fanno unione intorno a loro, giunga il nostro affetto e la nostra gratitudine. Il messaggio che si vuole attribuire a questo riconoscimento che ogni anno la Presidenza del Consiglio

Regionale consegna a personaggi che hanno radici abruzzesi, rilancia il valore della solidarietà e della fraternità; il senso di appartenenza ad una comunità civile che intende condividere il destino unico tra chi vive in Abruzzo e chi vive fuori dei suoi confini; la capacità di cittadini abruzzesi di sentirsi ed essere Cittadini del mondo. Le Istituzioni regionali e locali sono chiamate a riconoscere come le migrazioni si intrecciano indissolubilmente con le politiche riguardanti la demografia e le conseguenze delle trasformazioni climatiche, l’economia, il mercato del lavoro, la ricerca scientifica, i modelli di società e i rapporti internazionali. I fenomeni migratori sono connaturati all’uomo e al suo divenire storico: non sono un’emergenza, bensì una realtà strutturale, ormai evidente in tutto il mondo globalizzato. Dobbiamo sostenere le identità locali e regionali, senza però trascurare la dignità dei migranti in movimento, anche di quelli che vengono da noi. Oggi sembra abitare in tutti un accresciuto senso di confusione identitaria, un deficit di capacità di confronto con chi è “altro”, “diverso”. Occorre aprire nuovi orizzonti e scrivere un altro capitolo di storia, pacificante e solidale, impegnativo per la sicurezza e il benessere di tutti. E’ una “concreta utopia” da rendere possibile. E l’incontro di stasera, tra tutti noi appartenenti alla comunità dell’Abruzzo, vuole essere, appunto, momento di gioia e di verità. Esso mostra che il sogno di molti, in questi abruzzesi illustri, è diventato realtà. Questo è il senso della cerimonia istituzionale che invito tutti a voler condividere”, conclude il Presidente di Pangrazio.

 

Lo speaker chiama quindi sul palco, nell’ordine, le Personalità insignite del riconoscimento di “Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo”. Il primo a ricevere l’artistica Targa di bronzo con l’effigie del Guerriero di Capestrano, dalle mani del Presidente Di Pangrazio, è Luigi Savina, Vice Capo vicario della Polizia di Stato. Nato a Chieti il 16 maggio 1954, è Prefetto proveniente dai ruoli dei funzionari della Polizia di Stato. Laureato in Giurisprudenza, entra in Polizia nel settembre 1980. Dal 1991 al 1993 è capo della Squadra Mobile della Questura di Pescara e, dopo un anno, a Roma presso il Servizio Centrale Operativo. Dal 1997 al 1998 dirige a Napoli il Centro interprovinciale di polizia criminale per la Campania e il Molise. Dal 1998 al 1999 è vice questore di Pescara e dal febbraio all’ottobre del 2000 è capo del contingente di Polizia italiana in Albania. Nell’ottobre 2000 gli viene conferito l’incarico di dirigente della Squadra Mobile di Milano. Nel 2012 è nominato Questore di Milano e dal 2016 è Vice Capo vicario della Polizia di Stato. Nel breve intervento di ringraziamento il dr. Savina richiama il suo legame con gli abruzzesi dei luoghi dove ha prestato servizio e l’impegno meritorio delle loro associazioni. Infine saluta Luciano D’Amico, Rettore dell’Università di Teramo, presso la quale si è laureato.

Antonio J.C.DiMonte e Mario Mazzocca

Viene quindi insignito Antonio Juan Carlos Di Monte, Agente Consolare Onorario d’Italia in San Francisco (Argentina). Nato il 22 maggio 1950, abruzzese di Caramanico Terme (Pescara), vive a San Francisco, nella provincia di Cordoba. Nel 1996 il Ministero degli Affari Esteri gli conferisce l’incarico di Agente Consolare. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, è membro del Consiglio direttivo dell’Asociaciòn Cooperadora Policial di San Francisco, Presidente Asociaciòn Civil Dante Alighieri con Scuola bilingue e nel 2015 dell’Istituto di Lingua e Cultura italiana Dante Alighieri. Nel 2016 viene eletto Architetto Sociale, area “Vocazione al Servizio”, in San Francisco (Argentina). A consegnare la Targa al concittadino è il Sottosegretario alla Presidenza della Regione, Mario Mazzocca, anch’egli di Caramanico. Nel breve intervento Antonio J.C. Di Monte, non senza commozione, ricorda il suo primo viaggio in Abruzzo, alla scoperta delle proprie radici in una terra di straordinaria bellezza, del cui valore invita gli abruzzesi ad essere sempre consapevoli custodi.

 

Gianfranco Mazzoni e Paolo Gatti

Viene chiamato sul palco Gianfranco Mazzoni, giornalista e telecronista Rai. Nato a Teramo l’11 maggio 1959, laureato in scienze politiche, ha collaborato con i quotidiani “Il Tempo” e “Il Mezzogiorno”. Entrato in Rai, è Radiocronista e inviato speciale di Rai Sport. Telecronista del Gran Premio di Formula 1, è vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio CONI per il giornalismo sportivo, il premio Giuseppe Prisco, i premi Lorenzo Bandini e Moruzzi. E’ doppiatore nei film d’animazione della Disney Pixar. Consegna la Targa di Ambasciatore d’Abruzzo al dr. Mazzoni il Vice Presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti. Nel saluto di ringraziamento Gianfranco Mazzoni richiama le peculiarità della sua professione giornalistica che, spesso, lo portano in giro per il mondo a seguire i Gran Premi di automobilismo per Rai Sport. In quelle occasioni spesso conosce emigrati abruzzesi, più sovente sono proprio i nostri corregionali nel mondo a cercarlo.

 

Franco Ricci e Luciano Monticelli

E’ il turno di Franco Ricci, Presidente Emerito dell’American Association for Italian Studies (AAIS), l’associazione dei professori di italianistica delle Università delle Americhe. Franco Ricci è nato il 19 maggio 1953 a Caracas da genitori abruzzesi di Sulmona emigrati in Venezuela. Trasferitosi con la famiglia negli Usa, si laurea in Lingue (Italiano e Spagnolo) presso la Wayne State University di Detroit e, nella Facoltà di Legge della stessa università, si specializza in Diritto internazionale. Presso l’Università di Toronto si laurea in Linguistica e Letteratura e, sempre nello stesso ateneo, consegue il dottorato (Ph.D.) con specializzazione in Letteratura e Cultura italiana. Docente nell’Università di Toronto e nella Laurentian University di Sudbury, dal 1982 insegna nell’Università di Ottawa, dove è stato anche direttore del Dipartimento di Studi italiani. Come visiting professor ha insegnato nel Middlebury College (Vermont, Usa), alla McGill University (Quebec, Canada), al Colorado College (Colorado Springs, Usa). Significativo il suo curriculum, per libri editi e scritti su riviste letterarie. Numerosi i riconoscimenti. Notevoli gli studi e le pubblicazioni su Italo Calvino e le sue opere. Premia il prof. Ricci il Consigliere regionale Luciano Monticelli, delegato alla Cultura. Il prof. Ricci, nel suo intervento, sottolinea la sua specificità culturale di italo-americano e il profondo amore per l’Italia e la cultura italiana. Un amore che lo porta ogni anno in Abruzzo, organizzando Summer School per gli studenti della sua università e di altri atenei americani. Centinaia di giovani canadesi e americani hanno così scoperto l’Abruzzo e se ne sono innamorati per la bellezza della natura, per i tesori d’arte, per l’eccellente cucina. La Regione potrebbe trovare forme d’incentivazione in questo settore. Il prof. Ricci chiude infine il suo saluto con la notizia che sta lavorando alla nascita d’un Istituto di Studi a Sulmona, della sua università di Ottawa, dove studenti canadesi possono studiare lingua e cultura italiana, ma anche altre discipline, con professori italiani di madre lingua. L’iniziativa potrebbe vedere la luce entro un paio d’anni. Richiama infine il suo impegno nel Centro Abruzzese Canadese di Ottawa, con un caloroso elogio al presidente Nello Scipioni, nominato di recente “Italiano dell’Anno 2017” dal Comites di Ottawa.

 

E’ infine la volta di Roberto Fatigati, Generale, Presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani in Friuli Venezia Giulia. Consegna la Targa di Ambasciatore d’Abruzzo al Gen. Fatigati il Consigliere regionale Lorenzo Berardinetti, componente del CRAM. Nato a L’Aquila il 26 gennaio 1935, Roberto Fatigati si arruola quale allievo ufficiale dell’esercito e, nominato Sottotenente, è destinato al quinto Reggimento di Artiglieria della Divisione “Mantova” nella sede di Udine. E’ tra i primi ad accorrere in soccorso delle popolazioni colpite dalla frana del Vajont, nell’ottobre 1963. Successivamente, nel 1976, al comando del suo reparto è accanto al popolo friulano sconvolto dal terremoto. Nel 1989 costituisce a Udine l’Associazione degli Abruzzesi e Molisani in Friuli Venezia Giulia, assumendone la presidenza, che tuttora riveste. La solidarietà è stata il filo conduttore del suo impegno. Nel 2011 ha promosso e organizzato a L’Aquila il primo Raduno degli Abruzzesi nel Mondo. Davvero commosso l’intervento di ringraziamento del Gen. Fatigati, onorato di ricevere il riconoscimento. Traccia i fatti più significativi che in tema di solidarietà hanno interessato la sua associazione, a cominciare dal terremoto del Molise, poi il sisma dell’Aquila, le inondazioni in Sardegna e i recenti terremoti di Amatrice, Norcia e Centro Italia. Ma significativa è anche l’attività culturale del sodalizio, che tende a valorizzare il forte legame tra abruzzesi-molisani e friulani-giuliani.

 

Santino E.Di Berardino e Giorgio d’Ignazio

Corrado Oddi e Pietro Mennini

Viene infine tributato il Riconoscimento Speciale per la promozione dell’immagine dell’Abruzzo. Insigniti sono il Prof. Santino Eugenio Di Berardino e l’attore e regista Corrado Oddi. Santino Eugenio Di Berardino, nato a Pescara nel 1950, è professore all’Università di Lisbona, nel Dipartimento di Ingegneria Geografica, Geofisica e Energia. E’ Valutatore esperto per la Commissione Europea e per numerose Organizzazioni internazionali, sviluppatore di brevetti internazionali e Vice Presidente del gruppo di specialisti IWA. Consegna il riconoscimento al prof. Di Berardino il Consigliere regionale Giorgio D’Ignazio. Corrado Oddi è nato nel 1971 ad Avezzano. E’ attore cinematografico e teatrale, autore e regista. Ha interpretato il Giudice antimafia Giovanni Falcone nel docufilm di Rai Storia “Giovanni Falcone, c’era una volta a Palermo”, realizzato in occasione dei 25 anni dalla strage di Capaci. Un’interpretazione davvero significativa, la sua, che l’ha portato a vivere – come egli stesso ha commentato nell’intervento di ringraziamento – molto intensamente la parte d’una persona straordinaria, come il giudice Falcone. Ne ha quindi ripercorso i tratti salienti della vita e dell’opera del grande magistrato siciliano, ucciso dalla mafia un quarto di secolo fa. Proprio per il tema della legalità trattato nel docufilm, a premiare Corrado Oddi è il Procuratore Generale d’Abruzzo dr. Pietro Mennini. Sono le 9 di sera quando la cerimonia si conclude, sulle note dell’Inno alla Gioia eseguito da un provetto Trio d’Archi che felicemente ha trapuntato la serata anche con brani dalle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi e dalla Sinfonia dal nuovo mondo di Antonin Dvořák. Dalla balconata del Giardino delle Clarisse si vedono le luci gialle dei borghi circostanti e il litorale in lontananza illuminato a giorno. Nel cielo color cobalto fanno da contrappunto alle stelle, vivide e lucenti nella notte incipiente.

Giuseppe Di Pangrazio e Luigi Savina

Lorenzo Berardinetti e Roberto Fatigati




Il Modena Park rivive a San Salvo con “La Notte di Vasco”

 

 

 

Il 17 agosto la terza edizione dell’evento dedicato al Blasco nazionale con Innesto, Solieri, Rocchetti, Golinelli, Braido, Moroni, Spagnoli e tanti altri ospiti

 

San Salvo Notte di Vasco

 

 

 

 

San Salvo, 12 agosto 2017 – Si terrà il 17 agosto prossimo la terza edizione de “La Notte di Vasco” a San Salvo Marina. I musicisti ufficiali di Vasco Rossi, direttamente dal palco del Modena Park, concerto che si è aggiudicato il record mondiale per numero di presenze,  si ritroveranno a San Salvo capitanati dalla voce di Antonio Renzone dei Senza Resa, una delle più apprezzate cover band del Blasco nazionale.

Parteciperanno all’evento, organizzato da Eventi & Servizi srl di Gaetano D’Ancona, da Antonio Cane e Antonio Renzone con il patrocinio del comune di San Salvo, il sassofonista Andrea Innesto detto “Cucchia”, il chitarrista Maurizio Solieri, lo storico bassista Claudio Golinelli conosciuto come “Il Gallo”, il tastierista Alberto Rocchetti e il chitarrista Andrea Braido.

A completare la rosa dei musicisti di Vasco ci saranno anche Clara Moroni , cantante e vocalist del rocker di Zocca sin dall’album “Gli spari sopra” del 1993 e soprannominata dallo stesso Vasco “la Ferrari del Rock”, Diego Spagnoli, direttore del palco del Modena Park e componente attiva dal 1996 di tutti gli spettacoli con presentazioni, discorsi e look che diventano ogni volta uno spettacolo nello spettacolo, Christian Tipaldi, fotografo ufficiale dei concerti di Vasco che avrà il compito di immortalare anche il live di San Salvo e YAYAdj, la famosa dj molisana che ha aperto le date del tour “Live KOM”.

Insomma una full immersion nell’apprezzatissimo mondo di Vasco a poco più di un mese dal Modena Park, evento quest’ultimo che verrà sicuramente ricordato nella storia della musica italiana.

“La Notte di Vasco” inizierà alle ore 21.00 e lo spettacolo sarà completamente gratuito.

 

 

 

 




L’AQUILA: UNA CITTÀ PER TUTTI, NON È UN’UTOPIA.

 

Continua l’opera di sensibilizzazione da parte del Consigliere Vito Colonna nei confronti dei più deboli.

 

Sarà il caldo di questi giorni che, si sa, rende tutti più nervosi; sarà il tran tran quotidiano che, si sa anche questo, ci aliena. Sarà… sta di fatto che alcuni accadimenti di questi giorni hanno tutti un comune denominatore: una scarsa attenzione ai bisogni dei più deboli.

 

E’ così per gli anziani e portatori di bisogni speciali costretti a lunghe file per pagare le tasse,

come ci ricordava solo pochi giorni fa il Consigliere Vito Colonna che ritorna sull’argomento rimarcando come la stessa sorte tocchi anche ai bambini.

 

“L’ultimo episodio – ha dichiarato Colonna – riguarda un bambino che, per la privacy chiameremo x, si è visto negato l’accesso all’area giochi posta in un locale pubblico perché affetto da autismo”.  In sintesi questi i fatti: la mamma di x – correttamente e, probabilmente, non in modo per lei indolore – segnala il problema del suo piccolo al gestore della struttura. Quest’ultimo, non solo nega l’accesso al bimbo, ma anche al suo cuginetto. “Voglio rimarcare il fatto che – ha continuato Colonna – x gioca corre e si diverte come tutti i bambini della sua età ed è sempre entrato in tutte le aree gioco, come quelle in questione, senza alcun tipo di problema”.

 

Forse per il gestore l’autismo è una malattia contagiosa al pari della peste? O forse che il piccolo x avrebbe distrutto la sua struttura perché – secondo il gestore – l’autismo trasforma i bambini in piccoli terminator? Non lo sappiamo. Sappiamo di certo che il gestore – al pari di milioni di persone nel nostro paese – non sa cos’è l’autismo (un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione delle relazioni sociali e della comunicazione, n.d.a.) e le cose che non si conoscono spaventano. Ciò che è diverso spaventa. Ma sulla paura del diverso si può lavorare a cominciare dai rapporti di vicinato, passando dalle reti sociali (no profit, parrocchie, associazioni sportive dilettantistiche, etc.) e – in modo più coordinato e costante – a livello di istituzioni pubbliche, in primis la scuola.

 

“Ma se per le cause del rifiuto del gestore si è sin qui tentata una giustificazione – ha proseguito il Consigliere Colonna – non altrettanto è possibile per i modi. Qui non c’è scusante che tenga! Non si tratta di un’abitazione privata dove ognuno è libero di far entrare o meno chi vuole, ma di un esercizio pubblico, all’interno di un centro commerciale, anch’esso pubblico. E il gestore non è un novello “San Pietro” che apre le porte del Paradiso. Ne tanto meno un novello Minosse che attribuisce ai dannati i cerchi danteschi. Di questo passo nessuno si stupisca se sulle indicazioni “io non posso entrare” poste all’ingresso dell’attività – oltre all’icona del cane – ci potranno essere anche quelle di anziani, carrozzine, bambini…

 

Ma io voglio rimanere un sognatore – ha concluso Vito Colonna – e mi aspetto che questa storia, come una favola che comincia nel peggiore dei modi, abbia il suo lieto fine con le scuse alla madre e al bambino, magari con un pomeriggio dedicato a tutti i portatori di bisogni speciali, come speciale è il nostro x”.