Abruzzo. La Regione blinda il litorale abruzzese: con il nuovo emendamento nuovi recinti per circa 100 km di lunghezza

La Regione blinda il litorale abruzzese: con il nuovo emendamento nuovi recinti

per  circa 100 km di lunghezza

L’emendamento Di Dalmazio provocherà gravi danni al turismo abruzzese

Scandaloso l’emendamento alla legge sul demanio marittimo, che introduce una norma che condona le recinzioni degli stabilimenti balneari realizzate senza autorizzazione.  Siamo alla solito blitz estivo: l’ennesimo regalo ai concessionari  che non rispettano le regole.

Inoltre la portata dell’altra norma contenuta nell’emendamento, di cui si potranno avvalere tutti gli stabilimenti balneari   è ancor più devastante : “”Gli stabilimenti possono delimitare, con sistemi di protezione a giorno non impattanti , di altezza non superiore a metri 1,80, un’area circostante la struttura principale: il sistema di protezione dovrà essere posto a una distanza non superiore a 10 metri dal perimetro della struttura principale“.

Se si calcola che sulla costa abruzzese insistono circa 600 concessioni balneari, gran parte delle quali di medio-grandi dimensioni  con la norma dei 10 mt concessi su ogni lato si può stimare che arriveranno sulla spiaggia circa 100 km di recinzioni, un dato pari quasi alla lunghezza di tutta la nostra costa ( 140 km) !!

In Europa le coste  (spagnole, francesi)  che riscuotono maggior successo dal punto di vista turistico  sono proprio quelle più rispettose della naturalità dei luoghi. Come sempre più spesso accade noi andiamo in direzione opposta.

Dopo anni di denunce degli abusi  e di battaglie per limitare l’occupazione selvaggia e restituire  la Vista Mare ai cittadini abruzzesi assistiamo all’ennesimo colpo di mano degli amministratori regionali che  ci riportano  indietro ai tempi del far west demaniale evidenziando ancora una volta   come la politica sia completamente asservita all’interesse delle lobby e non dei cittadini tutti.

L’assessore Di Dalmazio oggi, “dopo aver sparato il botto” , invita le associazioni ad un  confronto*.   Ci chiediamo: conosce L’assessore Di Dalmazio le regole della partecipazione?  Il confronto si fa prima di approvare le leggi. Non dopo!

Accettiamo   l’invito  ma ci aspettiamo un passo indietro della Regione rispetto a quanto già deciso.     Confidiamo  inoltre nell’istituzione di un serio tavolo di discussione con operatori e categorie interessate ( in primis le associazioni ambientaliste che tutelano l’interesse maggioritario, quello dei cittadini) sulla revisione del Piano Demaniale Marittimo regionale, evitando scivoloni estivi così dannosi.

INFO:

Loredana Di Paola 333-8391147

* la riunione si terrà martedì 22 giugno alle ore 11.30 nella sede regionale di viale Bovio.




San Giovanni Teatino, lunedì il giuramento dei tre neo-dirigenti comunali

San Giovanni Teatino, lunedì il giuramento dei tre neo-dirigenti comunali

Si terrà lunedì 21 giugno, alle ore 13, la cerimonia di giuramento alla Repubblica dei tre neo-dirigenti in servizio presso il Comune di San Giovanni Teatino. Presso la Sala Consiliare di piazza Municipio, infatti, l’Arch. Silvana Marrocco, il Dott. Alfonso Melchiorre ed il Dott. Alberto De Francesco, vincitori dei rispettivi concorsi interni (e dunque in virtù dell’assunzione nella nuova posizione professionale), saranno chiamati a prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica e di leale osservanza della Costituzione e delle leggi italiane; il tutto in forza della recente approvazione del “Ddl Brunetta collegato alla manovra finanziaria per gli anni 2010-2013”, il quale ha reintrodotto la suddetta prassi formale per i neo-dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Alla cerimonia, alla quale assisteranno, tra gli altri, tutti i componenti i vari uffici municipali, prenderanno parte il Sindaco, Dott. Verino Caldarelli, l’Amministrazione comunale al completo, nonché il Segretario comunale, Dott.ssa Maria Grazia Scarpone.




Abruzzo. Mauro Angelucci, scrive al Presidente Marcegaglia

CONFINDUSTRIA ABRUZZO

Il Presidente

Gent.ma

Dott.ssa Emma Marcegaglia

Presidente Confidustria

SEDE

L’Aquila, 17 giugno 2010

Cara Presidente,

nel ringraziarti per il grande lavoro che stai svolgendo, desidero esprimerti la piena condivisione su quanto da Te più volte espresso sulla manovra finanziaria attualmente in discussione in sede parlamentare e, in particolare, sulla necessità di sviluppare politiche volte a contenere i costi ai fini del ripianamento del deficit pubblico, accompagnandole dalle tanto necessarie attese riforme strutturali.

Il tutto, senza, però, penalizzare o sfavorire politiche di investimento volte a rilanciare lo sviluppo economico e la ripresa produttiva.

Al riguardo non posso non segnalarti alcuni aspetti che per la mia regione rivestono particolare rilievo e sui quali Ti chiedo, a nome di tutte le Territoriali abruzzesi, di intervenire ai fini di una giusta soluzione.

La prima questione riguarda il taglio alle Regioni che la manovra finanziaria intende operare. In merito, pur confermando la condivisione di intervenire per ridurre la spesa pubblica e, quindi, la necessità di operare tagli nei vari livelli della PA, rilevo come nei confronti delle Regioni tali tagli vadano a colpire pesantemente non tanto le sacche di inefficenza e di spreco finanziario e gestionale che tanto conosciamo e denunciamo, quanto le  risorse destinate ad investimenti ed infrastrutture, come i FAS, che per regioni come l’Abruzzo, costituiscono parte importante delle risorse disponibili a favore dello sviluppo.

Considerando la situazione di bilancio in cui versa l’Abruzzo con riferimento alla questione Sanità, questione che peraltro l’attuale Governo regionale sta affrontando con sufficiente decisione,  il taglio di tali Fondi determinerebbe l’impossibilità di promuovere importanti interventi in campo infrastrutturale e di sostegno all’economia da tempo attesi dal tessuto produttivo locale. Tutto ciò, evidentemente, non soddisfa le nostre richieste volte si al contenimento della spesa e alla razionalizzazione della PA ma anche alla promozione di politiche di sviluppo e di potenziamento infrastrutturale come volano alla ripresa economica e produttiva.

La seconda questione rigurada l’art. 43 del Decreto, lì dove, nella sostanza, si vanno a sostituire le Zone Franche Urbane con le cd zone a “burocrazia zero”. Premesso che il principio della “burocrazia zero” è pienamente condiviso e da perseguire, non si può però accettare di andare a deludere le aspettative di tutti quei territori che, riconosciuti cone Zone Franche Urbane, andrebbero ora a

CONFINDUSTRIA ABRUZZO

Il Presidente

perdere di fatto tutti quei benefici, soprattutto di natura fiscale, su cui ormai facevano affidamento.

Faccio presente, in particolare, che nella mia regione sono state istituite due Zone Franche Urbane, già forti di relative delibere CIPE, che aspettano da tempo di essere rese operative: una è localizzata nel comune di Pescara, l’altra, di più recente costituzione, riguarda tutto  il comune  di L’Aquila, città capoluogo di regione a cui la Zona Franca è stata concessa a seguito del drammatico sisma del 6 aprile scorso.

Soprattutto con riferimento a questo secondo caso, è del tutto evidente quanto il venir meno di una forma di incentivo tanto attesa e sostenuta dalla stessa nostra Organizzazione, determinerebbe conseguenze economiche e morali disastrose. Altra cosa è sotenere  la “burocrazia zero”, per cui, peraltro, proprio la mia Confindustria regionale, considerando la situazione aquilana all’indomani del sisma, aveva a suo tempo avanzato proposte e richieste per facilitare investimenti e favorire la difficile ricostruzione. In questo senso, credo quanto mai opportuno sostenere la proposta di emendamento al decreto avanzata unitartiamente dalle Regioni, che Ti allego per Tua memoria.

La terza, ed ultima questione che sottopongo fortemente alla Tua attenzione, riguarda proprio L’Aquila e i territori del cratere colpiti dal sisma poco più di un anno fa, sui quali gli effetti della finanziaria, così come ora formulata, potrebbero essere veramente disastrosi, sia con riferimento al ricordato problema delle zone franche urbane, sia con riiferimento ai tempi e alle risorse necessarie per la ricostruzione, sia, soprattutto, con riferimento al problema dei benefici fiscali concessi a quei territori all’indomani del tragico evento tellurico.

Riguardo tale questione, desidero premettere che tutti noi siamo ben consci di quanto sia stato fatto in termini di solidarietà e di impegno nella gestione dell’emergenza, soprattutto con il cd “progetto case” che ha dato, come mai prima successo, sistemazione dignitosa ai migliaia  di sfollati. Di questo la popolazione aquilana è enormamente grata, e nulla valgono le proteste strillate di pochi soggetti strumentalizzati che non rappresantano la stragrande maggioranza della popolazione ma che, per i soliti motivi di “audience”, ottengono le prime pagine dei mezzi di informazione.

Ciò premesso, non si può ignorare una situazione che è veramente desolante per enormità e gravità e su cui occorre che si intervenga urgentemente, anche riaccendendo quei riflettori che da ultimo si sono spenti o quasi. Di fatto al momento la ricostruzuione non parte e quella che era una bellissima città, L’Aquila e tutto il suo comprensorio,  oggi è una entità fantasma, abbandonata, come lo era il 7 aprile 2009. Senza sottacere possibili colpe delle autorità locali, resta il fatto che i flussi delle risorse necessarie per la ricostruzione – che peraltro, come è successo per la gestione dell’emergenza, può costituire un volano di ripresa per tutta l’economia nazionale- oggi non stanno venendo garantiti in modo costante e certo, causando il fermo della ricostruzione: ciò, unitamente ai ritardi che si sono verificati  nella determinazione delle cd linee guida per la ricostruzione.

La questione fiscale, poi, è la più urgente da risolvere. A L’Aquila, come successo in precedenza all’indomani di tutte le calamità naturali, è stata concessa la sospenzione degli oneri fiscali e contributivi. In Abruzzo, però, diversamente che nelle altre occasioni, si pretende ora la restituzione di quanto beneficiato in termini assolutamente incongrui. Al momento, infatti, nonostante  un emendamento del Governo inserito l’altro ieri,   si prevede da una parte il ritorno dal 1° luglio al pagamento delle tasse e dei contributi, salvo che per poche categorie di autonomi,  e dall’altra la restituzione di quanto avuto già  a partire dal 1° gennaio 2011.

La questione, soprattutto per quanto riguarda la restituzione, diventa una sorta di farsa: che senso ha aver concesso un beneficio se se ne chiede la restituzione totale e praticamente immediata?

CONFINDUSTRIA ABRUZZO

Il Presidente

Nelle altre occasioni, sicuramente meno disastrose e complesse, il trattamento è stato ben diverso: ad Alessandria, ad esempio, a seguito dell’alluvione la sospensione si è tramutata in esenzione senza quindi che venisse più richiesta alcuna restituzione dei benefici fiscali concessi; nel terremoto che colpì Umbria e Marche la restituzione fu richiesta dopo dieci anni, nella misura del 40% e con una rateizzazione decennale (120 rate).

E’ veramente sconfortante pensare che invece in una situazione come quella abruzzese, di una complessità e gravità socio economica senza precedenti per implicazioni sociali, vastità e tipologia delle aree colpite, i benefici fiscali, stante l’attuale modalità di restituzione, non siano, di fatto, concessi.

Al di là di ogni retorica, assicuro che la situazione nelle aree terremotate è veramente dolorosa e per rendersene conto basterebbe visitare  tali zone.

Nel comprensorio aquilano, come conseguenza del sisma, la CIG è aumentata nel corso del 2009 rispetto all’anno precednte del 1.481%  e di un ulteriore 423% nei primi tre mesi di quest’anno. L’85% delle attività commerciali e di servizio (compresi professionisti), prima ubicate nel centro cittadino, sono ancora impossibilitate a riaprire e di conseguenza, oltre ai problemi occupazionali, la città si sta svuotando come dimostrano i dati di fortissimo calo registratisi nelle iscizioni scolastiche. La speranza, anche da noi sempre sostenuta che da tale disastro potesse venire una opportunità di rinascita e ricostruzione virtuosa sta venedo meno e lo scoramento, anche in una popolazione tenace come quella della montagna abruzzese, sta prendendo il sopravvento.

In questa situazione la concessione di una restituzione dei benefisci fiscali avuti simile a quella che è stata data all’Umbra e alle Marche diventa VITALE e del resto, probabilmente, una restituzione immediata si rivelerebbe nei fatti semplicemente impossibile.

E’ per questo che Ti chiedo di sostenere quanto meno un trattamento simile quello concesso all’Umbria e alle Marche con una proroga per tutti, imprese e lavoratori, della sospensione del versamento dei tributi al 1° gennaio 2011 e una restituzione ritardata e dilazionata nel tempo tale da rendere il beneficio effettivo.

Altrettanto vitale è, poi, garantire un flusso di risorse costante da destinare alla ricostruzione e rendere operativa la Zona Franca Urbana. La crisi che tutto il Paese sta vivendo, da una parte, e dall’altra il fatto che in Abruzzo vi sia stato un impegno nell’emergenza sicuramente importante, non giustificano, alla luce della reale situazione in essere, il venir meno degli impegni assunti e soprattutto il dovere etico e solidale di venire a soccorso di una popolazione e di territori realmente stremati.

Cara Presidente, certo della Tua consueta attenzione, ho voluto sottoporti delle questioni che credo siano di sicuro interesse economico ma anche etico.

A Tua disposizione per qualsiasi chiarimento, spero in un Tuo convinto e determinato interessamento.

Cordialità.

Mauro Angelucci




Abruzzo. «Il Disegno di Legge Chiodi sul petrolio non difende l’Abruzzo»

«Il Disegno di Legge Chiodi sul petrolio non difende l’Abruzzo»

Passo indietro rispetto alla precedente legge voluta dal Governatore

Ancora nessuna tutela a mare

Mercoledì 23 giugno a L’Aquila consiglio regionale straordinario sul petrolio

Pescara, 17 giugno 2010 – Questa mattina Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia, ed Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, hanno presentato in conferenza stampa a Pescara l’aggiornamento del Dossier sulla situazione degli idrocarburi in Abruzzo, evidenziando gli effetti che si avrebbero se fosse approvato il disegno di legge presentato lo scorso maggio dal Presidente Chiodi sotto il nome di “Modifiche alla L.R. 18 dicembre 2009, n. 32 recante provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale”.

Come già fatto in passato, le due associazioni hanno rielaborato e messo a disposizione di tutti (cittadini, associazioni, politici ed amministratori) esclusivamente dati ufficiali provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il quadro che ne esce è estremamente grave, perché la deriva petrolifera dell’Abruzzo non sembra arrestarsi e le proposte di interventi legislativi che arrivano dal Governo regionale non appaiono in grado di incidere su questo processo.

Istanze, permessi, concessioni, pozzi e piattaforme:

dati e numeri sulla ricerca e la coltivazione degli idrocarburi in Abruzzo

L’aggiornamento del Dossier al 31 maggio 2010 conferma in peggio la situazione descritta in precedenza.

Ad oggi, il 51,07% di territorio abruzzese è interessato da richieste o concessioni di ricerca, estrazione o stoccaggio di idrocarburi.

Per quanto riguarda le tre province costiere, le percentuali vanno dal 66,7% del Teramano, al 67,8% del Pescarese, fino al 73,7% del Chietino, mentre più bassa appare la porzione di territorio aquilano, limitata al 29,3%.

I comuni abruzzesi che hanno parte, se non il totale, del loro territorio interessato da istanze, permessi o coltivazioni di idrocarburi sono 221 su 305, pari al 72,5%. In questi comuni risiede il 79% dell’intera popolazione abruzzese.

A questi si aggiungono 6.241,15 km quadrati di mare antistante la costa abruzzese ugualmente interessati da attività di ricerca ed estrazioni di idrocarburi.

Analisi e considerazioni sul Disegno di Legge della Giunta Regionale recante:

Modifiche alla L.R. 18 dicembre 2009 n. 32 avente ad oggetto provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale

È la quarta volta che il Consiglio regionale abruzzese disciplina la vicenda degli idrocarburi in Abruzzo. I primi due tentativi furono fatti dal Governo Del Turco con la legge n. 2/2008 e la legge di modifica n. 14/2008, dichiarate incostituzionali dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 68 del 26 febbraio 2010.

Dopo un tentativo a firma dell’Assessore Mauro Febbo, completamente inefficace e per questo ben presto abbandonato dalla stessa maggioranza, il terzo intervento legislativo è stato con la legge n. 32/2009 che, voluta dal Governo Chiodi, è stata ugualmente impugnata davanti alla Corte Costituzionale.

La Legge Regionale n. 32/2009, in vigore fino a quando la Corte Costituzionale non si pronuncerà sulla sua legittimità, pur presentando alcuni elementi di criticità, aveva l’indubbio vantaggio di vietare le attività inerenti gli idrocarburi praticamente su tutto il territorio regionale.

Il disegno di legge di modifica della Legge Regionale, presentato dal Presidente Chiodi nel maggio scorso, rappresenta un passo indietro rispetto a quanto era stato approvato nel dicembre del 2009.

In via preliminare il disegno di legge:

1)             non interviene in alcun modo sulle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi a mare;

2)             si limita agli idrocarburi liquidi, senza accennare minimamente a quelli gassosi, che, pur presentando impatti sicuramente minori, non possono essere lasciati privi di alcun tipo di gestione.

Nello specifico, il disegno di legge in nessuna parte del territorio regionale vieta le attività di ricerca ed estrazione (contrariamente a quanto faceva la legge precedente del 2009), ma si limita a rinviare all’intesa tra Stato e Regione prevista dalla Legge n. 239/04, all’interno della quale la Regione farà valere le proprie competenze.

Nel far valere queste competenze, la Regione terrà presente che “la localizzazione di ogni opera relativa ad attività di prospezione, ricerca, estrazione, coltivazione e lavorazione di idrocarburi liquidi presenta profili di incompatibilità” in alcune aree della Regione.

Una affermazione del tutto generica che lascia completamente aperta la partita e che non garantisce nessun territorio.

Oltretutto, le aree per cui varrebbero questi “profili di incompatibilità” sono state molto limitate rispetto a quelle della legge n. 32/2009 voluta dalla stesso Chiodi che vietava le attività legate agli idrocarburi.

Sono state eliminate le aree sismiche classificate come “zona 2”, le aree nelle categorie di pericolosità elevata (P2) e molto elevata (P3), e nelle classi di rischio elevato (R3) e molto elevato (R4) del Piano regionale per l’Assetto Idrogeologico, nonché tutte le aree tutelate di pregio legate alle produzioni agricole, lasciando così completamente scoperta tutta la fascia tra la linea di costa e la montagna che rappresenta anche la fascia su cui si è maggiormente focalizzata fino ad oggi l’attività di ricerca ed estrazione.

Come è emerso dalla semplice sovrapposizione delle aree che presenterebbero “profili di incompatibilità” e la mappa delle istanze di ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi, se il disegno di legge Chiodi fosse approvato così come è stato proposto, solo il 46,16% del territorio abruzzese interessato da attività legate agli idrocarburi avrebbe quel minimo di tutela (assolutamente insufficiente, nella sostanza) che potrebbe garantire i “profili di incompatibilità” previsti dalla legge.

Per le altre aree l’unica protezione sarebbe la valutazione di impatto ambientale, peraltro prevista dalla legge nazionale, esattamente come accade nel resto d’Italia e che fino ad oggi non è stata in grado di fermare i pozzi in Val d’Agri nella Basilicata.

Conclusioni

È chiaro che la situazione del petrolio in Abruzzo è ormai gravissima. Ritardi ed incapacità hanno fino ad oggi caratterizzato l’azione di molti, a fronte di manifestazioni chiarissime da parte della popolazione abruzzesi che solo nell’ultimo mese ha organizzato manifestazioni con migliaia e migliaia di partecipanti a San Vito Marina e Lanciano.

Il disegno di legge presentato a maggio dal Governatore Chiodi non è assolutamente in grado di affrontare nel complesso la questione, trascurando le piattaforme a mare e non incidendo sui pozzi a terra.

È necessario continuare a far sentire la voce dei movimenti, delle associazioni, degli enti locali. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 23 giugno alle 16 a L’Aquila al Consiglio Regionale straordinario sul petrolio convocato su richiesta di numerosi consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, e su proposta di EmergenzaAmbienteAbruzzo, la rete di associazioni e cittadini che si battono per la tutela dell’ambiente abruzzese.

Nel pieno rispetto dell’organo legislativo regionale, delegazioni delle associazioni, organismi ed enti saranno a L’Aquila per assistere ai lavori del Consiglio e verificare nel concreto gli impegni che saranno presi.




Giulianova. INAUGURAZIONE NUOVO DEPURATORE.

Giulianova li, 17/06/2010

INAUGURAZIONE NUOVO DEPURATORE.

Dopo sei anni, si vede la fine di questa opera. Il nuovo depuratore di Giulianova che tutti attendevano, è realtà.

Struttura tecnologicamente all’avanguardia, ottima qualità delle acque reflue, può soddisfare una utenza di circa 90.000 persone.

Un plauso va fatto al Presidente della Ruzzo Reti S.p.A, Giacomo Di Pietro e al sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro che hanno mantenuto l’impegno preso, inaugurazione prima dell’estate.

Per realizzare l’importante progetto sono serviti circa 7 milioni di euro, che in una fase delicata (fermo lavori anno 2006/2007) stavano mettendo in discussione il finanziamento.

Grazie anche all’opera svolta dal nostro gruppo UDC/GIULIESI, con interrogazioni e mozioni, abbiamo scongiurato che ciò non succedesse. (Opposizione  attenta e costruttiva).

L’attivazione di questo impianto, permetterà di  smantellare quello attuale al quartiere Annunziata che tanti problemi ha creato all’ambiente. (Fiume e Mare).

Questo, permetterà la riqualificazione di  quell’area in modo da realizzare ampi spazi pubblici, da dedicare allo sport, al tempo libero e con la prospettiva di un parco fluviale.

CAPOGRUPPO UDC/GIULIESI

COMUNE DI GIULIANOVA

GIANFRANCO FRANCIONI




Pescara. SOLIDALI CON LA PROCURA DI PESCARA, nota del PRC

SOLIDALI CON LA PROCURA DI PESCARA

Per l’ennesima volta ci tocca esprimere la nostra solidarietà alla magistratura pescarese e, in particolare, al procuratore capo Nicola Trifuoggi oggetto di costanti attacchi da parte di esponenti politici nazionali e parlamentari.

Sorprende la superficilità con cui vengono espressi giudizi, emanate sentenze di assoluzione a mezzo di tv e stampa, lanciate accuse con interrogazioni parlamentari che poi evaporano nell’inconsistenza.

Ogni scusa è buona per tentare di delegittimare un’inchiesta scomoda che ha scoperchiato un malaffare che ha coinvolto trasversalmente centrodestra e centrosinistra, compreso un parlamentare in carica come Sabatino Aracu.

I continui maldestri attacchi contro la Procura di Pescara hanno solo l’apparenza di un’ispirazione garantista e il florilegio di dichiarazioni e interrogazioni appare ispirato più dalla solidarietà di Casta che dalla conoscenza delle vicende oggetto dell’inchiesta.

Non ci stupisce che tali iniziative vengano dalle fila del centrodestra, considerata la guerra aperta che il PDL ha dichiarato nei confronti della magistratura che fa il suo dovere.

Sorprende che esponenti di primo piano del PD partecipino a questa campagna che, giova ricordarlo, fu proprio Berlusconi a inaugurare dichiarando subito dopo gli arresti e senza aver quindi potuto leggere neanche un documento che si trattava di un teorema.

Alla senatrice Finocchiaro facciamo sommessamente presente che da questa vicenda finora è uscita mortificata la dignità degli abruzzesi, in particolar modo quella degli elettori del centrosinistra.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

Antonio Saia, consigliere regionale PdCI




NEL PARCO BOTANICI DA TUTTA ITALIA STUDIANO LA FLORA DEL VERSANTE SETTENTRIONALE DEL GRAN SASSO

NEL PARCO BOTANICI DA TUTTA ITALIA STUDIANO LA FLORA DEL VERSANTE SETTENTRIONALE DEL GRAN SASSO

Assergi 17/06/2010 – E’ iniziata stamani nel Parco e proseguirà per quattro giorni l’escursione annuale del Gruppo di Floristica della Società Botanica Italiana, nel corso della quale 30 botanici provenienti da tutta l’Italia esploreranno una delle aree floristiche italiane meno conosciute ma di maggiore interesse vegetazionale. L’escursione è stata organizzata dal Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino, che il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga gestisce in collaborazione con l’Università di Camerino.

«Abbiamo scelto quest’area – spiega il responsabile scientifico del Centro, Fabio Conti – perché secondo la nostra banca dati, essa risulta particolarmente meritevole di approfondimento. Gli ultimi dati floristici risalgono alle esplorazioni del botanico teramano Giuseppe Zodda, il quale, tra gli anni ’50 e ‘60 del secolo scorso, nella mole di letteratura scientifica prodotta, ha pubblicato anche qualche dato sull’area. Da allora – continua Conti – la classificazione delle specie ha subito tante e tali modificazioni da imporre agli studiosi di tornare sul campo per aggiornare i dati conoscitivi sulla flora di questa particolare area del Gran Sasso; area che, per le peculiarità geografiche, climatiche, storiche e geomorfologiche, può rivelare emergenze floristiche meritevoli di tutela e valorizzazione».

Grazie agli studi condotti dal Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si colloca in Europa come l’area protetta più ricca di entità floristiche. Ciò spiega l’interesse dei botanici italiani per l’escursione, i cui partecipanti sono stati limitati a 30 per esigenze di rispetto dei luoghi. I partecipanti alloggeranno alla Locanda del Cervo di Paladini e da qui si sposteranno con i mezzi messi a disposizione dall’Ente Parco. Dopo le erborizzazioni, particolarmente interessanti saranno le discussioni e i confronti sull’identificazione delle specie raccolte.

Nel febbraio 2011 i partecipanti si ritroveranno a San Colombo di Barisciano, sede del Centro, per stilare l’elenco delle piante raccolte da pubblicare su una rivista scientifica di settore. Sulla base dell’elenco e delle relative considerazioni, l’Ente Parco provvederà ad attuare idonee misure di conservazione e valorizzazione della biodiversità locale.




Abruzzo. Trasporti: Claudio Ruffini del PD, chiede una riforma dei trasporti pubblici regionali

La manovra finanziaria del Governo taglia 54 milioni di euro ai trasporti abruzzesi Ruffini presenta un’interpellanza sulla riforma dei trasporti pubblici locali: adesso non è più rinviabile dal Governo regionale.

Il Consigliere regionale del PD, Claudio Ruffini, rilancia l’idea della riforma dei trasporti pubblici locali in Abruzzo. La ragione, secondo il consigliere regionale, è semplice ed è contenuta nella manovra economica 2010 del Governo Nazionale (Decreto legge 31 maggio n.78) che metterà in ginocchio il settore trasporti in quanto sono 3,5 i miliardi di euro che potrebbero essere sottratti ai trasporti pubblici locali cosa che comporterebbe per l’Abruzzo tagli di 54 milioni per il 2011 e di 60,7 milioni per il 2012.

<<Con i tagli previsti da Tremonti l’attuale sistema regionale dei trasporti rischia il collasso>>dice Ruffini << l’applicazione della manovra finanziaria sul sistema di trasporto pubblico locale porterà infatti ad una riduzione di quasi il 40 per cento delle risorse oggi disponibili, pari a 146 milioni di euro, dedicate ai servizi su gomma e a quelli ferroviari di carattere regionale. Se non si interviene la Regione rischia di lasciare “a piedi” gli abruzzesi.>>

Questa situazione comporterà a partire dai prossimi mesi, una riduzione significativa dei servizi,dei livelli occupazionali nel settore, e con ogni probabilità un aumento dei costi per gli utenti e cittadini abruzzesi, oltre a prevedibili disagi per il taglio delle corse nelle aree interne della Regione.

<<Per fronteggiare i minori trasferimenti non c’è altra soluzione per le aziende di trasporti regionale che tagliare i costi o aumentare il costo delle prestazioni, ovvero i biglietti per le corse. Con questo quadro verranno colpite soprattutto le aree interne, dove ci sarà o una riduzione delle corse oppure un forte aumento dei biglietti.>>

Sacrifici che non possono pagare come al solito solo gli abruzzesi ma che vanno redistributi mettendo in campo un processo di ottimizzazione e lotta agli sprechi, da anni oggetto di discussione e condivisione dall’intera classe politica Abruzzese.

Il Presidente Chiodi deve passare dalle promesse ai fatti: dopo aver ampiamente annunciato in campagna elettorale tra gli obiettivi del suo Programma di Governo il taglio dei costi della politica, la riduzione degli enti e dei Consigli di amministrazione, dopo 18 mesi di Governo attendiamo che si discuta anche della riforma dei trasporti regionali.

<<Vogliamo sapere se c’è la volontà da parte della Giunta regionale di operare la riforma del sistema di trasporto pubblico locale e quali sono i tempi necessari per avviare tale processo>> chiede Ruffini nell’interpellanza <<è necessario aprire subito un Tavolo di confronto con le parti sociali per discutere insieme la riorganizzazione delle tre società di trasporto ARPA, Sangritana e GTM in una unica azienda regionale. I trasporti rappresentano dopo la sanità la voce di spesa più importante nel bilancio della Regione . Vista l’orografia dell’Abruzzo, con molte aree interne e realtà frammentate, non si può  immaginare un servizio di trasporti ridotto.>> aggiunge Ruffini.

Un appello rivolto a Chiodi e alla sua maggioranza quello della creazione di una società unica nel settore della “mobilità” regionale che dovrebbe rispondere ai dichiarati obiettivi di contenimento dei costi e di miglioramento del servizio auspicati dallo stesso Presidente Chiodi.

giovedì 17 giugno 2010




Abruzzo. Nuovi servizi estivi dell’ARPA

Partono i servizi estivi dell’ Arpa per le città lungo la costa  abruzzese. Tutte le  informazioni si trovano sul  sito istituzionale:  www.arpaonline.it

Le corse riguardano:

  1. Chieti Scalo-Chieti-Francavilla al mare
  2. Bucchianico-Francavilla al mare
  3. Teramo-Giulianova-Alba Adriatica
  4. Chieti-Torrevecchia Teatina-Francavilla al mare



Giulianova. Il PD, sezione Giulianova alta, chiede la sede per il forum giovanile

PD Giulianova
PD Giulianova

IL PD DI GIULIANOVA ALTA CHIEDE LA RICOSTITUZIONE DEL FORUM GIOVANILE IN PIAZZA BUOZZI

Lo scorso weekend, nello scenario di piazza Buozzi, si è inaugurata la nuova stagione di  “giugnoGiovani” che anche quest’anno porta a Giulianova artisti di primissimo livello. E’ bene ricordare tuttavia, che la bella manifestazione che apre gli eventi estivi in città, nacque dall’iniziativa di un gruppo di ragazze e ragazzi che qualche anno fa si riunirono nel “Forum Giovanile”. La sede che il Comune diede loro erano i locali a piano terra di quello che un tempo era il Palazzo Ducale, in piazza Buozzi appunto.

In un’ottica di rivitalizzazione qualificata del centro storico, che certamente le forze di maggioranza intendono condurre, il circolo democratico del Paese, presidio sul territorio della parte alta, invita l’amministrazione comunale a ricostituire ufficialmente il “Forum Giovanile” e a ricollocarne la sede nei locali che un tempo lo ospitavano.
Piazza Buozzi ha bisogno di tornare ad avere uno spazio di incontro dove i giovani della città che desiderano impegnarsi per il bene della loro terra, promuovendo le più variegate espressioni culturali e artistiche, possano riavere il sostegno e la visibilità che meritano.