La gita di primavera di tre giorni è prevista nel programma del CAI della sezione Majella di Chieti. La scelta è stata l’Umbria con il tema: DALLA SOLIDARIETA’ ALLA CONOSCENZA DEL TERRITORIO.

Siamo stati accompagnati dal consigliere centrale del CAI EUGENIO DI MARZIO. Il costo per il vitto, l’alloggio ed il trasporto è stato molto competitivo. Per l’albergo abbiamo preferito Monteluco, una frazione del comune di Spoleto (PG). Anche se la distanza da Chieti è circa 230 Km, il programma importante, ha consigliato di partire presto. La prima sosta al lago di Piediluco, “ai piedi del bosco sacro”. Il lago è alimentato dal fiume Velino e dal fiume Nera, è molto panoramico e immerso nel verde delle colline umbre. Originale la montagna dell’ECO per la sua forma di cono. Ce ne siamo resi conto emettendo un grido per riascoltarlo. In lontananza il monte Terminillo (2217 m) con ancora delle macchie di neve. Il giro del lago con il traghetto, quasi a contatto l’acqua, con il riflesso delle colline, delle anatre ed i pesci, ha offerto una magnifica esperienza. Proseguiamo per la CASCATA DELLE MARMORE formato dal fiume Velino che, vicino a Marmore, diventa affluente del fiume Nera. Ci siamo fermati a Terni per vedere alcuni monumenti e luoghi di interesse. Palazzo Spada sede del comune – Piazza Duomo – Piazza San Francesco con il santuario di San Francesco gestito dai salesiani, la cui congregazione fu fondata da San Giovanni Bosco. All’interno del santuario c’è una statua lignea dedicata al santo.Lo stile del santuario è romanico gotico. La facciata esterna nella parte mediana presenta un portale gotico sormontato da un piccolo rosone – Piazza Dante con una “Pressa” delle acciaierie.Dopo questa scorpacciata di cultura, c’è la voglia di arrivare a Monteluco, all’albergo.

Monteluco (804 m), è una frazione del comune di Spoleto PG. Il nome ha origine dal termine latino lucus”, cioè Bosco Sacro, a testimonianza dell’importanza religiosa di questo luogo sin dai tempi antichi. Intorno all’anno 401, una comunità religiosa di monaci solitari provenienti dalla Siria, scelsero Monteluco per esprimere il loro eremitaggio ed alloggiando nelle tante grotte esistenti nel territorio. Molti eremiti sono diventati santi e beati. Per ricordarne alcuni,San Bernardino da Siena, Sant’Antonio di Padova, l’arcivescovo di Spoleto, Giovanni Maria Mastai, il futuro Papa Pio IX.

Anche San Francesco, si ritirò in solitudine in questo luogo e nel 1218 i monaci benedettini di San Giuliano, gli donarono la piccola cappella di Santa Caterina, all’inizio del bosco sacro, poi diventato eremo di san Francesco. Nel cortile c’è un alloggio che funge da noviziato per le persone che aspirano abbracciare la vita francescana. Fanno gli esercizi spirituali, pregano, godono del panorama, nel silenzio più assoluto. È un luogo per ritemprarsi. Anche Michelangelo si mise alla prova con questa esperienza. Dal Belvedere si ammira la Valle Spoletana, la città di Spoleto ed in lontananza, verso Nord Est, la basilica di Santa Maria degli Angeli ed Assisi.

Il fitto bosco sacro è messo in evidenza dalla presenza del leccio, una pianta sempreverde.  All’ingresso si incontra un cippo di pietra calcarea con una iscrizione risalente agli ultimi decenni del III secolo a.C. E’ un breve documento che imponeva regolamenti, per l’utilizzo dei boschi considerati sacri. A Monteluco arriva il primitivo percorso inserito nella “via Francigena di San Francesco”.

Il secondo giorno in programma c’è una escursione, accompagnati da uno staff eccezionale. PAOLO VANDONE Presidente Regionale CAI dell’Umbria – SERGIO PEZZOLA Presidente della sezione CAI di Spoleto – ARMANDO LANOCE Presidente della commissione centrale per l’escursionismo del CAI – ENZO CORI componente del Comitato Direttivo Centrale del CAI – GABRIELLA MORETTI socia del CAI di Spoleto.

Gli amici Umbri hanno scelto una escursione indicata per tutti, da Sant’Anatolia di Narco PG (315 m) a Vallo di Nera PG, (333m), in Valnerina. Il nome Anatolia, (sorgere del sole), probabilmente è stato assegnato dagli eremiti provenienti dalla Siria. La struttura di Sant’Anatolia di Narco è prevalentemente medievale, con il borgo cinto dalle mura trecentesche, dominate da due torrioni del quattrocento e dalle botteghe cinquecentesche, costruite con tanta ingegnosità. La bottega ha una porta principale collegata ad una finestra con il davanzale, dove si posava la merce da vendere.

ENZO CORI ha risposto e soddisfatto le tante domande dei soci del CAI Chieti, con entusiasmo e preparazione, sulla flora, la fauna, la storia, l’ambiente. Abbiamo incontrato sul sentiero ben manutentato e segnalato, gli eremi abbandonati, vasti prati con i ciclamini, boschi di querce e di pino d’Aleppo, molto diffuso in Siria (da cui il nome Aleppo). Purtroppo la città è martoriata dalle guerre e dal sacrilegio dei beni archeologici. Arriviamo a Vallo di Nera, il borgo è custodito da una intatta cinta muraria e dalla torre. Le abitazioni del borgo ed i porticati di collegamento, sono realizzati in pietra, mentre le ripide vie in ciottolato, per questa caratteristica, Vallo di Nera lo chiamerei il” borgo di pietra”. Purtroppo non è stato possibile visitare le chiese perché non sicure per il terremoto. Le abbiamo viste dall’esterno. La chiesa di San Rocco, il lavatoio, la chiesa di San Giovanni, la Chiesa di Santa Maria Assunta. Queste due chiese hanno la facciata in stile romanico spoletino, si differenziano per il campanile e per il portale di ingresso, che nella Chiesa di Santa Maria Assunta è ogivale. Tornati a Sant’Anatolia, abbiamo ringraziato e salutato gli amici Umbri con un… “a buon rendere in Abruzzo”. Prima di tornare in albergo abbiamo visitato un altro borgo medioevale, SCHEGGINO PG anch’esso protetto dalle mura, con le strette viuzze attraversate dagli archi in pietra.  Abbiamo visitato la chiesa di San Nicola con le sue preziose tele. Giornata intensa sia culturalmente, sia sull’ambiente che per il territorio. Tornati in albergo, aspettando la cena, ho voluto ancora immergermi nel silenzio del bosco sacro, dove ho conosciuto dei giovani che trascorrevano alcuni giorni nella preghiera e meditazione, avendo come alleati l’immensità del creato. Dopo cena, anche se la temperatura esterna era freddina, sono uscito ed il cielo stellato mi ha bloccato nel contemplare i pianeti, le costellazioni, le luci intermittenti delle stelle, il tutto nel silenzio più assoluto.

Il terzo giorno era in programma la visita a Norcia, sconsigliata per le strade ancora impraticabili a causa terremoto. La scelta è SPELLO , cinta dalle Mura Romane. È una città d’arte e con i tanti addobbi floreali, è uno dei borghi più belli in Italia. Abbiamo attraversato le tre porte: la Porta Urbica la Porta Consolare, del I sec. a. Cristo. e la Porta Venere, con le due belle torri a base dodecagonale, (le Torri di Properzio).

La visita alla collegiata di Santa Maria Maggiore con la famosa Cappella Baglioni, il pavimento maiolicato di Deruta e gli affreschi del Pinturicchio, che sono considerati la sua migliore produzione. La chiesa di S. Lorenzo che presenta una facciata veramente suggestiva, con gli elementi decorativi del VIII secolo, la loggia del XII secolo, i rosoni del XVI secolo. Ciò a dimostrare che le numerosissime vicende storiche che hanno interessato la chiesa ed il suo convento si sono inevitabilmente ripercosse anche sull’intera architettura del manufatto, che ancora oggi mostra aspetti non del tutto chiari e di difficile lettura sia sul piano storico che su quello artistico.

Il borgo invoglia a restare, ma vogliamo visitare le FONTI DEL CLITUNNO.  Le acque sorgive sotterranee, che fuoriescono da fenditure rocciose, alimentano un laghetto artificiale delimitato da un parco, costruito nel 1852. L’acqua limpida, assume una varietà attraente di sfumature di colori. Giosuè Carducci, conquistato dalla bellezza di queste fonti, dedicò a questo luogo tranquillo, una delle sue Odi Barbare, intitolata “Alle Fonti del Clitunno”. Una stele all’interno del parco, commemora la sua visita.

Bisogna tornare a Monteluco per pranzare, caricare le valige sull’autobus e far ritorno a Chieti.L’albergo Ferretti è gestito con professione ed amore dai proprietari, Massimo Ferretti con sua moglie Lorella. E’ posizionato in un luogo meraviglioso, suggestivo e incantato, immerso nella pace di un bosco splendido, arricchito di percorsi pedonali suggestivi, meta di pellegrinaggi e nel quale si respira un’aria mistica. Lo chef Massimo Ferretti, (appassionato di moto d’epoca), con un pizzico di creatività, arricchisce i piatti che cucina, con ingredienti sani. Per non dar fastidio all’ambiente dove lavora, la sala da pranzo è illuminata con una luce fioca. Il personale a servizio parla con voce bassa, per non sfatare questo ambiente ovattato. C’è molta educazione e la cucina è semplice e genuina.

Un arrivederci a questa regione dove abbiamo voluto manifestare la nostra vicinanza solidale ed un grazie agli amici del CAI Umbro per la loro amicizia e per averci accompagnato alla conoscenza di questo immenso e verde territorio.

Le foto sul link:

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Luciano Pellegrini  agnpell@libero.it

Cellulare +393404904001

 

 

 

 

 

 

 

 




Pescara. Il 12 maggio presentazione di “Democrazia senza popolo”, la nuova opera di Carlo Galli

 

Venerdi 12 maggio alle ore 17.30,  presso la sala conferenze della Fondazione PescarAbruzzo in Corso Umberto 83 a Pescara, avrà luogo la presentazione del volume “Democrazia senza popolo. Cronache dal Parlamento sulla crisi della politica italiana” di Carlo Galli.

Nelle 224 pagine di “Democrazia senza popolo”, edito quest’anno da Feltrinelli, si legge un’analisi sulla politica italiana. Dalla Camera dei Deputati, Galli racconta, attraverso una narrazione riflessiva, quattro anni di legislatura dal 2013 al 2016: il ruolo crescente del Movimento 5 Stelle, la radicalizzazione della Lega di Salvini, l’avvento di Renzi e la trasformazione del Pd fino all’esito del referendum costituzionale. Secondo Galli, la politica italiana sta andando verso una una profonda metamorfosi con le istituzioni del sistema rappresentativo apparentemente intatte ma sempre più svuotate della loro funzione, superate dal populismo dall’alto e dal basso. L’Italia somiglia sempre meno ad una democrazia, deformandosi in una post-democrazia e rischiando di diventare pseudo-democrazia.

 Movimento Democratico e Progressista.




CARCERE DI AVEZZANO: SALTA L’ACCORDO SULLA RIORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PER GRAVE CARENZA DI PERSONALE.

 

 

Nulla di fatto questa mattina nella riunione che le organizzazioni sindacali di categoria hanno avuto con la Direzione del  carcere fucinense sulla riorganizzazione del lavoro a seguito della rivisitazione delle piante organiche.  A darne notizia è Mauro Nardella Segretario Generale Territoriale della Uil Polizia Penitenziaria.

La contrattazione alla quale ha partecipato una delegazione della UIL capeggiata dal responsabile locale Gianni Allegritti– afferma il sindacalista- non ha dato i frutti sperati. La disamina fatta da Allegritti ha messo tutti d’accordo nel momento in cui, nel rappresentare i dati sul personale, si è chiaramente convenuti nel fatto che, stante la  grave carenza di personale, non poteva passare la proposta avanzata dalla Direzione. Il tutto in continuità con quanto denunciato dalla  UIL in occasione della visita sui luoghi di lavoro effettuata un mese e mezzo, allorquando già si rilevava  la mancanza di sufficiente personale di Polizia Penitenziaria.

La  Uil nella persona di Allegritti – prosegue il Segretario Generale Territoriale- si è opposta fermamente all’ipotesi di turni  programmati ad 8 ore poiché  non solo si scontra contro la politica voluta dal sindacato stesso ma anche e soprattutto perché  cozza contro quel cardine contrattuale che  più che chiedere al personale di effettuare straordinario invita a ridurre fino ad eliminarlo del tutto il ricorso a tale espediente.

La Uil non ha accettato quindi che i vuoti, colpevolmente lasciati da un’ Amministrazione per nulla attenta alle continue richieste avanzate dalla stessa circa l’invio in distacco dall’Aquila e senza oneri a carico dell’Amministrazione ,fossero riempiti appunto con agenti i quali farebbero faville pur di operare presso la casa circondariale in questione.

Le richieste che, puntualmente, sono state rinviate al mittente poiché, a detta del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria,  andavano contemperate le esigenze operative tra la sede ricevente ( Avezzano) e quella cedente (l’Aquila appunto) riteniamo che andavano invece accettate.

La UIL ha detto quindi no al piano presentato. Non è colpa nostra- conclude Nardella- se la stessa Amministrazione che ci chiede il ricorso allo straordinario per coprire i posti di servizio è la stessa che vieta che il problema si risolva utilizzando così come andrebbe fatto con gli uomini.

Proprio in virtù di quanto affermato dalla UIL La riunione è stata aggiornata al 23 Maggio p.v. anche se dubitiamo fortemente che nel frattempo qualcosa cambi in positivo.

 

Sulmona, 09.05.2017

Il Segretario Generale Territoriale  Mauro Nardella

 




Teramo. Crisi idrica: Massimo Fraticelli responsabile Parchi MW Abruzzo – “Ci aspettiamo che già da domani le istituzioni tutte si mettano al lavoro per capire come mettere realmente in sicurezza l’acquifero.

Un’autostrada che scorre sull’acquifero del Gran Sasso d’Italia

Ciò che è accaduto oggi non è altro che uno dei tanti possibili episodi che gli ambientalisti denunciano dal 2002. Ciò che era ritenuto solo una possibile criticità , ossia il contatto fra l’autostrada e l’acquifero del Gran Sasso, è risultato un fatto concreto e reale. Almeno questo sembra sia accaduto. Sarebbe il caso che le istituzioni preposte chiariscano celermente la causa del nuovo inquinamento.

Gran Sasso - Foto Walter De Berardinis
Gran Sasso – Foto Walter De Berardinis

Rileviamo che a differenza di altre situazioni (vedi il caso venuto alla luce a dicembre 2016) i cittadini sono stati informati e, attraverso diversi siti istituzionali, hanno potuto seguire la questione. ìAi cittadini non possiamo che ricordare di attenersi scrupolosamente alle indicazioni delle istituzioni. Senza panico, ma semplicemente applicando regole di giusta precauzione. Non possiamo, però, non cogliere la pericolosità di ciò che è accaduto e la necessità di cambiare subito atteggiamento nei confronti del problema che non può essere più sottovalutato né ritardata la sua analisi .

E’ bene ricordare alla cittadinanza tutta che i lavori di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso sono stati svolti tra il 2004 ed il 2006 dal commissario Angelo Balducci per una spesa complessiva di ben 84 milioni di Euro di cui 22,3 milioni hanno riguardato gli interventi di carattere idraulico e ambientale delle gallerie, le opere di drenaggio e l’impermeabilizzazione. Inoltre circa 3,2 milioni di euro sono stati assegnati proprio alla Società Strada dei Parchi. Ci chiediamo: “Che tipo di lavori hanno fatto? Come sono stati impiegati tali fondi? Ci sembra chiaro che ormai il problema della convivenza del più grande acquifero d’Abruzzo con l’autostrada e i laboratori dell’INFN è un problema serio che richiede un’attenzione particolare” – afferma Massimo Fraticelli responsabile Parchi MW Abruzzo – “Ci aspettiamo che già da domani le istituzioni tutte si mettano al lavoro per capire come mettere realmente in sicurezza l’acquifero. Ovviamente non prima di averci spiegato, con dovizia di particolari, come siano stati utilizzati i fondi già erogati”. Inoltre è bene ricordare che il DECRETO LEGISLATIVO 3 aprile 2006, n. 152 all’ ART. 94 Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano) prevede che per conservare le caratteristiche qualitative delle acque destinate al consumo umano, le Regioni, individuino le aree di salvaguardia all’interno dei bacini imbriferi e delle aree di ricarica della falda. Ossia tre zone specifiche :

  1. La zona di tutela assoluta è costituita dall’area adiacente le captazioni o derivazioni; deve avere un’estensione di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione, deve essere adeguatamente protetta e adibita esclusivamente a opere di captazione e infrastrutture di servizio.
  2. La zona di rispetto costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata;
  3. Le zone di protezione delimitate dalle Regioni per assicurare la protezione del patrimonio idrico; esse individuano e disciplinano, all’interno delle zone di protezione, le seguenti aree: a) di ricarica della falda; b) emergenze naturali e artificiali della falda; c) zone di riserva.

Ci chiediamo dunque se il nostro il nostro acquifero sia realmente rispondente a tali caratteristiche. Da domani sarà necessario esaminare la questione con grande attenzione proprio per salvaguardare la salute e l’ambiente di tutti i cittadini.

In ultimo ci chiediamo se la Società Strada dei Parchi abbia svolto tutto ciò che doveva essere fatto per rendere sicuri i lavori all’interno delle gallerie proprio in funzione della delicatezza del luogo che occupano.

“Questo ennesimo inquinamento dell’acqua del Gran Sasso è un duro colpo all’immagine dell’Abruzzo, Regione Verde d’Europa” – afferma Marano Mario Viola, Responsabile MW per l’Abruzzo.




Teramo. ASL/Crisi idrica: Informazione alla cittadinanza. Dati analisi ARTA

 

analisi_ARTA

Si avverte la Cittadinanza dei Comuni di Alba Adriatica, Ancarano, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castellalto, Castelli, Civitella del Tronto, Colledara, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Isola del Gran Sasso, Martinsicuro, Montorio al Vomano, Morro d’Oro, Mosciano, Nereto, Notaresco, Penna S. Andrea (Val Vomano), Pineto, Roseto, Sant’Omero, Sant’Egidio, Teramo, Torano Nuovo, Torricella Sicura (capoluogo e Bivio S. Chiara), Tortoreto e Tossicia che attualmente, e a fini preventivi di tutela della salute pubblica, l’utilizzo dell’acqua di rete è limitato ai soli usi igienici, poiché le analisi eseguite dall’ARTA su campioni prelevati dalla ASL di Teramo in data 8.5.2017, hanno rilevato una non conformità dell’acqua per “odore e sapore non accettabile”.Logo Asl 2016

I risultati delle analisi sui campioni ripetuti in data odierna, sia al mattino che al pomeriggio, saranno disponibili nella giornata di domani e – a seguito di questi – verranno adottate e immediatamente comunicate ulteriori decisioni sull’utilizzo dell’acqua.

 

 

Direzione Generale

ASL Teramo

Teramo 9.5.2017




Crisi Idrica: la prima denuncia del WWF sui problemi dell’acqua del Gran Sasso risale al 2002!

 

Quindici anni e milioni di euro per non trovare una soluzione

Da oggi di nuovo vietato l’uso potabile in attesa dei risultati delle analisi di controllo

WWF Abruzzo
WWF Abruzzo

“A seguito dei prelievi effettuati al Traforo del Gran Sasso, l’ARTA ha giudicato l’acqua in uscita non conforme, pertanto il SIAN dell’ASL di Teramo ha disposto l’uso per soli fini igienici. Sino a nuova disposizione è vietato l’uso potabile”: in queste poche righe, pubblicate sul sito di Ruzzoreti Spa, il dramma dei comuni del Teramano, capoluogo compreso, costretti ad affrontare l’ennesima crisi idrica. La prima denuncia del WWF sui problemi dell’acqua del Gran Sasso risale al 2002. Da allora sono stati spesi milioni di euro, sono state diffuse centinaia di rassicurazioni, presentati decine di esposti, ci sono stati un processo e un commissariamento… Evidentemente con ben pochi risultati se si continuano a verificare problemi.

Oggi è scattato il divieto di bere l’acqua dei rubinetti, determinato dai primissimi risultati dei rilievi dell’ARTA, che ha trovato “non accettabile” l’odore e il sapore dei campioni prelevati. Sono in corso approfondimenti e sono state disposte ulteriori indagini con il coinvolgimento anche dell’università di Padova. Si avranno notizie più approfondite solo nei prossimi giorni. Intanto il disagio resta. Devono spiegarci cosa è successo, ma bisogna anche imporre un cambio radicale della gestione di una risorsa così importante e assurdamente non adeguatamente gestita.

 




Bersani a Pescara. Il Capogruppo di Art.1 Mazzocca: “Incontro pubblico sulla costruzione di un grande partito”

 

Lunedi 5 giugno alle ore 17.30 nella Sala Consiliare del Comune di Pescara si terrà il primo incontro pubblico con Pierluigi Bersani, leader del neonata realtà politica Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista (Mdp). Ad annunciarlo, il Capogruppo regionale Art. 1 – Mdp Mario Mazzocca:

“Con grande soddisfazione annuncio, in qualità di Capogruppo al Consiglio Regionale di Articolo Uno – Movimento democratico e progressista, il primo incontro pubblico il 5 giugno a Pescara con il compagno Pierluigi Bersani. La Sua presenza in Abruzzo rappresenta per tutti noi un ulteriore passo in avanti nel processo ricompositivo di tutte le variegate anime della sinistra nazionale e locale. Bersani, lo ricordo soprattutto a coloro i quali amano l’oblio tanto da considerarlo strumento prediletto della propria azione politica, fu designato dal grande popolo della sinistra italiana quale leader ideale nella lotta al berlusconismo dilagante e, in lui, la maggioranza degli elettori avevano riposto fiducia e consenso per la formazione di un governo democratico e rappresentante degli interessi dei lavoratori”.

“Va, inoltre, rimarcato come negli ultimi trent’anni solo Bersani era riuscito a riunire sotto le parole di “Italia bene comune” le due anime della sinistra. L’evento avrà un deciso carattere assembleare, teso a favorire una sentita ed approfondita riflessione sulle modalità di costruzione di un grande e radicato Partito e sulle linee politiche e programmatiche da adottare per battere le ricette delle destre e i progetti neocentristi”.

“Vi attendo tutti a Pescara per riflettere insieme, ascoltarci e riannodare altri fili importanti in quell’intreccio di storie personali e collettive che si chiama oggi Articolo 1 – Movimento democratico e progressista.

Il Capogruppo consiliare alla Regione Abruzzo e Sottosegretario alla Presidenza regionale Mario Mazzocca




Operatori del settore turistico, imprenditori e cittadini: tutti intorno allo stesso tavolo per discutere del futuro del turismo in Abruzzo.


L’associazione di promozione sociale”Vivere l’Abruzzo” lancia l’iniziativa di un incontro pubblico
il 19 maggio alle ore 9.30, presso il Mu.Mi. Museo Michetti di Francavilla al Mare.

L’iniziativa” spiega il presidente di Vivere L’Abruzzo, Maurizio Mangifesta “rappresenta una straordinaria occasione di confronto costruttivo e di cooperazione tra coloro che partecipano attivamente sia alla realtà economica abruzzese sia al settore turistico: un momento di condivisione, dibattito e approfondimento delle strategie future, un’opportunità per proporre idee e suggerimenti per rilancio del turismo in Abruzzo. La nostra è un’iniziativa nata dal basso, apartitica. Pensiamo sia arrivato il momento di sederci tutti, nessuno escluso, intorno ad un tavolo e discutere insieme”

Durante l’evento verranno presentanti tre interessanti progetti che coinvolgeranno le realtà turistiche, gli operatori dell’economia abruzzese e i comuni della regione.

info 3283427423  info@viverelabruzzo.it




Teramo. ASL: nessuna cura “Di Bella” viene praticata.

Teramo. Smentita che la Direzione Generale della ASL di Teramo ha richiesto alla Gazzetta di Modena, in merito al loro articolo datato 8.5.2017 in cui sostenevano che la  nostra ASL avesse autorizzato una paziente ad eseguire la cura “Di Bella”   http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2017/05/08/news/modena-la-cura-di-bella-funziona-l-ausl-di-teramo-l-autorizza-1.15303435?ref=hfmomoec-8

Logo Asl 2016

Poiché, attraverso siti web e social network, la notizia si è sparsa anche nella nostra provincia, pubblichiamo la precisazione della Direzione Generale della ASL di Teramo:

La Direzione Generale della ASL di Teramo, in merito all’articolo pubblicato ieri sulla Gazzetta di Modena, dal titolo “Modena, la cura Di Bella funziona: l’AUSL di Teramo l’autorizza” precisa di non aver mai autorizzato nessun paziente ad usufruire della cosiddetta “cura Di Bella”.

DIREZIONE GENERALE ASL TERAMO




Giulianova. Crisi idrica: limitare l’uso dell’acqua in rete unicamente per fini igienici

Sulla scorta dei prelievi effettuati, l’ARTA ha giudicato l’acqua in uscita
non conforme e pertanto il SIAN dell’ASL di Teramo ne ha disposto l’uso
per soli fini igienici. Di conseguenza il sindaco Francesco Mastromauro ha
firmato oggi, 9 maggio,

Comune di Giulianova
Comune di Giulianova

l’ordinanza N. 181 con la quale VIETA
l’uso dell’acqua in rete per uso idropotabile fino al
ristabilimento delle condizioni di conformità e ORDINA di limitare
l’uso dell’acqua in rete unicamente per fini igienici, fino al
ristabilimento delle condizioni di conformità. L’ordinanza è
pubblicata sulla home page del sito istituzionale
(www.comune.giulianova.te.it)

PER DOMANI, 10 maggio, nelle scuole dell’infanza e in quelle dove viene
effettuato il tempo prolungato, la Cir Food predisporrà un menù apposito
garantendo l’approvvigionamento di acqua potabile con il ricorso
esclusivo a bottiglie di acqua minerale.

 

 

 

ORDINANZA SINDACALE N. 181 DEL 9 MAGGIO 2017 SU LIMITAZIONE DELL’USO DELL’ ACQUA IN RETE UNICAMENTE PER FINI IGIENICI
Logo Comune Giulianova

IL SINDACO

PREMESSO CHE il D.Lgs. n. 267/2000 (TUEL) all’art. 50, comma 4 stabilisce che il Sindaco esercita le funzioni attribuitegli quale autorità locale nelle materie previste da specifiche disposizioni di legge ed al comma 5 dello stesso articolo prevede che in particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, le ordinanze contingibili ed urgenti sono adottate dal Sindaco, quale rappresentante della comunità locale;

VISTA la nota AUSL 4 Teramo prot. n. 0040619/17 del 09/05/2017, acquisita al protocollo dell’Ente in pari data al n. 17372 nella quale si comunica che:
– l’ARTA Distretto Provinciale dell’Aquila ha rilevato la non conformità, per odore e per sapore non accettabili, nelle acque prelevate presso Casale S.Nicola e Fano a Corno nel Comune di Isola del G. Sasso;
– è necessario emettere ordinanza contingibile e urgente di limitazione d’uso dell’acqua in rete con divieto di utilizzo per uso idropotabile e uso unicamente per fini igienici;
– tale decisione è stata concordata con il Responsabile del reparto Acque ad uso umano dell’ISS;

RITENUTO necessario al fine di scongiurare eventuali danni alla salute della popolazione, emettere apposita ordinanza per limitare l’uso dell’acqua in rete unicamente per fini igienici, fino a quando le Autorità competenti non comunicheranno il ripristino delle condizioni di conformità;
VISTI gli artt. 50 e 54 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”;
VISTO il Decreto Legislativo 31/2001;
VISTO il vigente Statuto Comunale;
V I E T A

l’uso dell’acqua in rete per uso idropotabile fino al ristabilimento delle condizioni di conformità;

O R D I N A

Limitare l’uso dell’acqua in rete unicamente per fini igienici, fino al ristabilimento delle condizioni di conformità.

DISPONE

CHE alla presente ordinanza venga data la più ampia diffusione;
CHE la stessa venga trasmessa:
All’Ufficio Stampa Comunale;
al Dirigente della II Area;

CHE il presente provvedimento venga pubblicato all’Albo Pretorio telematico del Comune di Giulianova;
AVVERTE

Avverso il presente provvedimento gli interessati possono presentare ricorso giurisdizionale al TAR, entro 60 (sessanta) giorni dalla sua notifica.
Giulianova, lì 09 maggio 2017

Il Sindaco
Avv. Francesco Mastromauro

mar 09 mag, 2017