Ospedale. Nella nuova organizzazione aziendale provvisoria soppressi a Giulianova SERT, Laboratorio analisi e modificazioni UOC. Il sindaco: “Ci hanno puntato per colpirci a morte”.

Con la deliberazione 0395 del 7 aprile scorso la direzione generale della
ASL di Teramo ha dato via ad ulteriori modificazioni dell’assetto

Francesco Mastromauro, Sindaco di Giulianova
Francesco Mastromauro, Sindaco di Giulianova

organizzativo disponendo per il “Maria Ss.ma dello Splendore” la
soppressione della UOC (Unità Operativa Complessa) Nefrologia e Dialisi e
l’istituzione della UOC Emodialisi nell’ambito della UOC di
Teramo. Prevista poi la soppressione della UOC Anestesia e Rianimazione e
l’istituzione della UOSD (Unità Operativa Semplice Dipartimentale)
Anestesia e Rianimazione. Nell’ambito del Dipartimento delle
discipline mediche, decisa inoltre la soppressione della UOSD Geriatria e
l’istituzione della UOS di Geriatria. Soppressi la UOC Laboratorio
Analisi e il SERT locale.
“Un atto che colpisce il nostro presidio sanitario – dichiara il sindaco
Francesco Mastromauro – già massacrato da tagli indiscriminati. Insomma,
ci hanno puntato per colpirci a morte mentre si continua sul percorso
dell’ospedale unico prospettando una struttura-mostro, elefantiaca,
con contraccolpi sulla viabilità volendo porsi come struttura di
riferimento per l’intero territorio provinciale, e che bisognerà
vedere se potrà dare quelle risposte in relazione ai servizi sanitari che
sinora la collettività non ha avuto o ha avuto sotto però la soglia delle
legittime aspettative. Intanto mi pare – prosegue Mastromauro – che
l’unico atto concreto sia il ripiegamento dei servizi, preludio alla
paralisi dei servizi. Non voglio pensare, ma il sospetto viene, che le mie
decise prese di posizione contro il massacro della sanità giochino un
ruolo in questa e in altre scelte. Ho sentito dire in giro che qualcuno
sta già dividendo su una sorta di lavagna i buoni e i cattivi, dove i
cattivi sarebbero quelli inclini a pensare che la proposta
dell’ospedale costiero di 1° livello sia ragionevole. Mi rifiuto di
pensare a una ipotesi del genere, pensando e sperando che sulla pelle
delle persone non si facciano giochi del genere, davvero immondi. Ora
attendo i ragguagli del caso dal manager Fagnano, ma si ricordi che il
territorio non è disposto a sopportare nuove umiliazioni. E in proposito –
conclude il sindaco – lancio nuovamente l’invito alle forze politiche
a mobilitarsi a supporto di una sanità davvero efficiente”.




I PROJECT FINANCING NELLA COSTRUZIONE DI NUOVI OSPEDALI SONO IL SEGNALE DI UNA POLITICA INCAPACE

 

MARCOZZI: PD BIPOLARE. D’ALFONSO SEGNALI AL MINISTERO LE PROPRIE INTENZIONI SUI PF.

Mentre si apprende dalla stampa locale che anche la ASL di Teramo vorrebbe realizzare il nuovo ospedale in project financing, il Presidente D’Alfonso rilancia sull’ospedale di Chieti per la realizzazione del nuovo nosocomio attraverso lo strumento della finanza di progetto.

“E’ un PD bipolare quello andato in scena ieri relativamente all’ospedale di Chieti. Da un lato troviamo il Vice-Presidente del CSM, Giovanni Legnini che plaude al Polo del Cuore e ai livelli di tecnologia e di strumentazione che la ASL di Chieti è riuscita a realizzare in autonomia, senza ricorrere al Project financing, dall’altro troviamo le dichiarazioni del Presidente D’Alfonso rispetto all’impossibilità  di realizzare il nuovo ospedale senza ricorrere al project financing” dichiara Sara Marcozzi “il Presidente di regione sostiene che occorrerebbero decenni per costruire un nuovo ospedale se si procedesse con gli strumenti ordinari. Niente di più inesatto. Le ASL in Italia da sempre procedono in autonomia, ottenendo ottimi risultati. E’ evidente, però, che bisogna essere in grado di  scrivere tempi, costi e modalità di realizzazione”

Il M5S ha già ampiamente dimostrato come sia anti-economico e dannoso per le casse regionali procedere attraverso l’affidamento in project financing per la realizzazione di ospedali. L’Abruzzo vive un momento assai delicato, la sanità rischia di passare definitivamente nelle mani dei privati visto l’elevato numero di progetti di finanza che vedono interessati i nostri ospedali.

“Regione Abruzzo è uscita dal Commissariamento ma è ancora sotto Piano di Rientro. La ASL di Chieti ha gravissime perdite tanto è vero che oggetto della preoccupazione da parte del RUP del nuovo ospedale era proprio la sostenibilità finanziaria. D’Alfonso e Paolucci ben conoscono, o almeno dovrebbero, le dinamiche sugli elevatissimi canoni annuali da corrispondere al privato in caso di project financing. Si tratta di “comode” rate che esplodono dal 5° anno in poi e che vedranno la ASL di Chieti costretta a sborsare cifre che vanno dai 70 ai 110 milioni all’anno. Una follia!”

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 “Il M5S ritiene che lo strumento di Project financing, come già denunciato anche in sede di parifica della Corte dei Conti di Emilia-Romagna e Veneto, sia quanto di più pericoloso per le finanze delle ASL. Il ricorso a queste procedure rischia di minare il futuro livello di qualità delle cure a causa del fatto che le disponibilità finanziarie dei bilanci verranno erose dai canoni da corrispondere al privato. Non è questione di avere in odio o in simpatia il project financing, è solo questione di numeri e prospettiva futura” commenta Sara Marcozzi “oggi la legge impone di trovare copertura finanziaria per le opere nei tre anni successivi. I project financing sono uno strumento che permette di eludere proprio questi vincoli di bilancio, infatti le rate aumentano esponenzialmente solo dal 5 anno in poi”.

Inoltre, l’Accordo fra il Ministero della Salute e Regione Abruzzo sul Piano di Rientro in materia di edilizia sanitaria è chiaro e non lascia spazio a interpretazioni. Infatti il comma 4 dell’articolo 1 recita: “[…] La Regione si impegna a trasmettere al Ministero dell’Economia e delle Finanze tutta la documentazione necessaria per una piena e corretta valutazione delle operazioni finanziarie regionali nonché della posizione debitoria esistente della regione”. E ancora, il comma 6 dell’articolo 3 “[…] I provvedimenti regionali da sottoporre a preventiva approvazione del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sono tutti quelli afferenti le seguenti tematiche: […] riformulazione del Piano di Edilizia Sanitaria”. Infine, l’articolo 4 “La Regione si impegna ad attivare il partenariato con la Regione Friuli Venezia Giulia mediante la stipula di specifiche convenzioni per i seguenti aspetti contenuti nel piano di rientro: […] modalità di realizzazione del programma di edilizia sanitaria ex articolo 20 della legge n. 76/1998”.

“E’ evidente che nulla di tutto ciò è stato fatto. I piani economico-finanziari dei progetti presentati sono insostenibili. Siamo appena usciti dal Commissariamento, ma non dal Piano di Rientro, sarà mia premura avvertire e documentare delle intenzioni di questa Giunta i competenti Ministeri, così come accadde per il progetto della nuova autostrada verso Roma. Se il Presidente D’Alfonso non informa i Ministeri, lo faremo noi!”

“Sembra che troppo spesso il PD confonda la filantropia con l’impresa! Proprio ieri sera la trasmissione televisiva Report ha ricostruito una serie di coincidenze fra il salvataggio del quotidiano L’Unità e la costruzione di un nuovo ospedale da parte del gruppo Pessina” conclude Marcozzi “responsabilmente il M5S sta cercando di evitare alla Regione di commettere gravi errori che potrebbero trasformarsi in danni enormi. D’Alfonso, anziché spendere inutili energie sulla promozione di project financing, faccia il Presidente e si impegni a trovare nuove risorse ai tavoli ministeriali. Stante la vulnerabilità sismica del nostro territorio, sono certa che il governo centrale non potrà tirarsi indietro”.




FALCONE (M5S): “MENSA E TRASPORTO STUDENTI GRATUITI I PRIMI PROVVEDIMENTI DELLA MIA GIUNTA”

 

. “Dopo essere stati presenti tra i cittadini nello scorso weekend, abbiamo da loro recepito le maggiori priorità da risolvere e le proposte per risollevare insieme la nostra città. Ci siamo messi subito all’opera; assieme al mio gruppo e a quelli che saranno i futuri componenti del Consiglio e della Giunta Comunali, stiamo analizzando il bilancio comunale e vi abbiamo rinvenuto risorse importanti da impiegare in favore della famiglia e delle giovani coppie. Risparmiare su alcuni sprechi ci consentirà di porre in essere due misure importanti: il primo atto importante durante la nostra amministrazione sarà rendere gratuiti la mensa e il trasporto scolastico per tutti i bambini che frequentano le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e le scuole medie nel territorio della città di Atessa”.

Continua Falcone “E’ un obiettivo importante, parliamo di oltre 1000 giovani studenti le cui famiglie non dovranno più affrontare i costi della mensa e del trasporto scolastico che gravano sul bilancio familiare. Inoltre, per i ragazzi residenti ad Atessa che frequentano istituti superiori, abbiamo verificato la possibilità concreta di rimborsare loro i costi sostenuti per l’abbonamento del trasposto pubblico sotto forma di buoni acquisto da spendere sul territorio comunale di Atessa. Nel breve periodo, dunque, un aiuto concreto alle famiglie atessane già in difficoltà a causa della crisi, un incentivo all’utilizzo dei mezzi pubblici e la diminuzione di emissioni di CO2; nel lungo periodo una chiara visione che guardi alla possibilità di contrastare lo spopolamento della città in modo che sempre più giovani coppie possano trovare un motivo in più per restare e mettere su famiglia nella nostra città”.




Abruzzo, di nuovo trivelle in Adriatico. Mazzocca: “Nessuna intenzione di fermarci”

Mario Mazzocca
Mario Mazzocca

Ci rattrista dirlo, ma avevamo ragione! Il Decreto Calenda ripropone il nodo problematico da noi sollevato già nel gennaio del 2016, quando il quesito referendario sul “Piano delle aree” non venne ammesso a consultazione per alcune modifiche inserite nella legge di Stabilità 2016 quando, pochi mesi prima del referendum, il governo Renzi presentò alcuni emendamenti alla manovra che ricalcavano le richieste del Coordinamento No Triv. In molti, allora, sostennero che ciò equivalesse ad un sostanziale dietrofront rispetto all’articolo 38 dello Sblocca Italia; non fummo in molti, invece, a sostenere come in realtà poteva intendersi come un’abilissima mossa di Palazzo. Oggi ne abbiamo avuto la conferma, la smentita definitiva di tutte le parole spese dal governo durante l’aprile scorso per dire che il referendum sollevava questioni di lana caprina.

Avevamo infatti denunciato pubblicamente che in Italia fosse possibile estrarre ovunque, senza tener minimamente conto dell’esistenza di zone limitrofe interessate da aree di pregio agricolo-ambientale, o ad alta valenza commerciale, o fortemente antropizzate, e che solo il “Piano delle Aree” avrebbe potuto determinarne l’idoneo e sostenibile utilizzo. Lo ‘Sblocca Italia’ prevedeva che il Piano dovesse essere elaborato dal Ministero dello sviluppo economico con la partecipazione fittizia degli enti locali e delle Regioni e che, in attesa dell’elaborazione, fosse possibile rilasciare permessi e concessioni. La proposta referendaria mirava non solo a cancellare quella fittizia partecipazione, ma soprattutto a vietare il rilascio di nuove concessioni fino all’adozione dello stesso. All’epoca, il Parlamento soppresse la norma, facendo de facto cadere il quesito referendario.

Oggi torna tristemente alla ribalta questa problematica con un arrogante e illegittimo Decreto del Governo, il quale si rifiuta di confrontarsi sia con le Regioni interessate che con il Parlamento. Nello specifico, vengono ripristinate sia la possibilità di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nelle piattaforme continentali, che il recupero delle riserve esistenti anche entro le 12 miglia. Ci troviamo di fronte all’ennesimo atto predatorio delle multinazionali, le quali godono del sostegno incondizionato di una parte importante del Governo centrale, il cui sodalizio con i grandi gruppi monopolistici del petrolio richiamano ancora una volta alla memoria le oscure vicissitudini, fatte di legami a doppio filo, accordi e intrighi di varia natura, che caratterizzarono il fascismo e la ‘Standard Oil’, definibile madre putativa della ‘Rockhopper’, quella che da anni esercita una costante ed accentuata azione di «moral suasion» per sbloccare il progetto Ombrina Mare.

Con l’aiuto del Decreto, le multinazionali farebbero così un passo in avanti verso la conquista di nuovi orizzonti di profitto. Le nostre comunità due passi indietro, poiché da un lato viene rimessa in forte discussione la strategia di sviluppo sostenibile della nostra amata Regione (Parco della Costa Teatina e non solo), dall’altro vengono disattesi gli obiettivi concordati e sottoscritti nella conferenza di ONU Parigi su Clima ed Energia.

Su questa tematica non abbiamo intenzione di fermarci né di piegarci. Nulla è più vile dell’attacco alle nostre comunità e alle ricchezze collettive, specie in una fase assai complessa come quella attuale, dove al restringimento della base produttiva nazionale è congiunta una disastrosa crisi economica internazionale che ha messo in ginocchio le masse lavoratrici. Useremo tutti i mezzi necessari a nostra disposizione, informando i cittadini sulla vile aggressione perpetrata, agitando con la mano destra le carte bollate e con la sinistra l’immagine di Matteotti.

 

Mario Mazzocca – Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale d’Abruzzo




Civitella del Tronto. 165° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato

PROLUSIONE DEL SIG. QUESTORE DOTT. ENRICO DE SIMONE

 

Prima di dare lettura della mia relazione, desidero rivolgere un cordiale saluto e un sentito ringraziamento alle più alte autorità istituzionali politiche, militari e religiose di questa Provincia che sono con noi nel giorno in cui si celebra il 165° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato nata nel 1852 con la denominazione di “Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza”. Un pensiero commosso voglio rivolgere ai caduti della Polizia di Stato figli di questo territorio, la cui memoria non dobbiamo mai abbandonare quale monito ed esempio estremo di abnegazione al servizio e fedeltà ai principi democratici; si pensi all’allievo sottufficiale settimio passamonti di Mosciano Santangelo caduto nel aprile del 1977 sotto i colpi di arma da fuoco esplosi da appartenenti a gruppi di dimostranti dell’autonomia di classe durante una cruenta manifestazione di piazza svoltasi a seguito dello sgombero delll’universita di roma .Porgo un deferente saluto ai familiari oggi presenti a questa cerimonia. Un saluto ed un ringraziamento particolare al Signor Prefetto Graziella Patrizi che, nell’ambito delle sue prerogative di coordinamento, sin dal suo insediamento, ci ha sempre seguiti nel corso delle varie problematiche in materia di ordine pubblico, costituendo per noi un punto di riferimento costante ed essenziale, e con cui, in una sinergica unità di indirizzo, ci rapportiamo per il più proficuo perseguimento degli interessi della comunità .Ringrazio altresì per la loro  presenza il presidente del tribunale di teramo dott.Saverio Cappa e sua eccellenza il vescovo di Teramo mons.Seccia.

Con particolare rilievo ritengo, altresì, dover segnalare l’impeccabile direzione dei servizi di polizia giudiziaria e delle relative attività investigative da parte del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di teramo Dott. Antonio Guerriero e dei suoi Sostituti Procuratori, sempre particolarmente attenti alle problematiche di tipo operativo che il personale degli Uffici investigativi si trova ad affrontare nella delicata attività di competenza, anche con riferimento al buon esito delle indagini preliminari in relazione ai successivi sviluppi processuali. Grazie per la sapiente e qualificata vicinanza.

Analogo saluto rivolgo ai comandanti  Provinciali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria , dei carabinieri Forestali e dei vigili del fuoco, con cui giornalmente condividiamo le fatiche che il presidio di un territorio articolato come quello di Teramo richiede costantemente. E’ inoltre un onore avere oggi presenti qui con noi una rappresentanza della Polizia Tedesca di MENNIGHEM con il comandante EBERARTH BETKE a conferma di un rapporto di vicinanza  con   la citta e la Questura di Teramo ormai consolidato negli anni. Un affettuoso saluto  anche al Prefetto Sandro Valeri già capo della segreteria del dipartimento di ps che non manca mai di esprimere ancora  la sua vicinanza alla polizia di stato e agli ex questori di ascoli e Pescara Giuseppe Mastrogiovanni e Paolo Passamonti che mi hanno onorato della loro presenza.  .  Un ringraziamento al Sindaco avv. Cristina Di Pietro ed alla Giunta comunale che hanno accolto con entusiasmo e fattiva collaborazione questa iniziativa percependone la portata ed il significato in termini di vicinanza e prossimità, non solo della Polizia di Stato ma dello Stato nella città di Civitella del Tronto .

 

 

Ma la nostra presenza a Civitella vuole assumere un significato più ampio che e’quello della vicinanza della  polizia di stato a tutto il territorio teramano e a tutti i sindaci oggi presenti che ringrazio sentitamente per la loro presenza. .Sono ancora vivi nelle nostre menti i recenti eventi sismici e le abbondanti nevicate che in una epocale coincidenza temporale hanno messo a dura prova il territorio e i suoi apparati pubblici e amministrativi, che hanno dovuto fornire in condizioni di estrema criticità risposte ad una popolazione trovatasi in poche ore priva di energia elettrica, di ogni possibilità di comunicazione telefonica e in molti casi isolata .Infatti  in quella fatidica data del 18 gennaio, nonostante la  stessa Prefettura e Questura punti di riferimento per ogni attività di soccorso avessero subito anch’esse gli effetti del sisma,  si riusciva in tempi brevissimi a realizzare lo spostamento della sala di soccorso pubblico con tutti i suoi componenti dalla prefettura ad altro locale del comune aventi maggiori requisiti di staticità, ove per oltre due settimane sotto il diretto coordinamento del prefetto si riuscivano a indirizzare le innumerevoli operazioni di soccorso riuscendo a realizzare un non facile sincronismo d’azione tra le diverse componenti appartenenti agli enti locali , alla protezione civile ,al mondo del volontariato , ai vigili del fuoco e alle diverse forze dell’ordine. Tale azione veniva svolta tra le innumerevoli difficolta collegate inizialmente alla carenza di mezzi idonei a fronteggiare l’eccezionalità dell’evento nevoso e successivamente a quella di non minore entità relativa invece  alla ottimale dislocazione delle consistenti risorse pervenute dopo alcuni giorni da  ogni parte d’italia.

 

 

Voglio ringraziare a tal proposito il presidente della provincia  avv. Domenico Di Sabatino e il Sindaco dott. Maurizio Brucchi  per il continuo supporto logistico fornito e per il non comune e continuativo apporto collaborativo realizzato mettendo a disposizione ogni possibile risorsa dei rispettivi enti alle diverse complicate operazioni di soccorso operate dalle forze di polizia senza  risparmiare alcuna energia ,per rispondere alle decine di richieste di aiuto che in quei momenti particolarmente concitati, pervenivano. Numerosi  sono stati gli interventi di messa in sicurezza di abitazioni ,scuole  e persone da parte della polizia di stato e delle altre forze di polizia, che  in alcuni casi hanno determinato  il vero e proprio salvataggio di vite umane. Proprio ieri ho ricevuto una missiva dal Capo della Polizia che mi prega di estendere il suo più vivo plauso a tutti  gli appartenenti alla polizia di stato per il contributo fornito in tale situazione emergenziale.

In questo stesso giorno si svolgono in tutti i capoluoghi di provincia con modalità sobrie come richiedono i tempi che il Paese sta vivendo, analoghe cerimonie celebrative, occasione privilegiata per rinnovare la nostra promessa di fedeltà alla Repubblica, alle Istituzioni e alla legge. A tal fine, esprime particolare significato il tema celebrativo di questo Anniversario : “Esserci sempre”. Si vuole evidenziare il ruolo sociale ricoperto quotidianamente dalla Polizia di Stato per garantire ai cittadini una vita sempre più serena e sicura; io, però, aggiungerei: esserci sempre e non solo, ma, possibilmente “ovunque” si avverte il rischio che uno qualsiasi dei territori della provincia vivano situazioni di pericolo di concreto condizionamento da parte di gruppi delinquenziali.

 

Non e’ da sottovalutare infatti che tra le negatività collegate agli eventi sismici abbiamo dovuto arginare quella del  pericolo concreto del compimento di  azioni di sciacallaggio  nelle  abitazioni abbandonate nei piccoli centri, ma non di meno quella del probabile interessamento da parte di sodalizi appartenenti alla criminalità organizzata alle future opere di ricostruzione ,al fine di intercettarne i relativi flussi finanziari.

Ed è per questo che la mia funzione di Autorità Provinciale di P.S. non poteva esimermi oltre che dal predisporre tutti gli strumenti investigativi e di prevenzione che la legge mi attribuisce, anche dalla più concreta e visibile vicinanza a questo territorio, attraverso una presenza costante e duratura che andrà oltre questa cerimonia.

Se qualcuno pensa di riaprire stagioni di intimidazioni, minacce o di condizionamento delle opere di ricostruzione ,già vissute in situazioni analoghe in altre regioni italiane, sappia che non ci faremo trovare impreparati. Con il coordinamento del Sig . Procuratore della repubblica ,unitamente all’arma dei carabinieri e la guardia di finanza, stiamo predisponendo da tempo ogni  idonea misura diretta a arginare qualsiasi possibile tentativo di infiltrazione malavitosa nel nostro territorio finalizzata a condizionare e  inquinare l’economia teramana.

A tal proposito, mi corre l’obbligo di dare le massime rassicurazioni anche a tutti gli amministratori locali circa l’impegno e la vicinanza che non mancheranno mai da parte di tutte le articolazioni provinciali delle Forze dell’ordine e da parte di quella che oggi tutti  chiamano “Squadra Stato”.

 

 

 

Peraltro gli ottimi risultati ottenuti la scorsa estate in termini di percezione di sicurezza con l’apertura di un presidio temporaneo a martinsicuro ci ha spinto a prevedere anche per quest’anno, compatibilmente con le risorse disponibili ,un rafforzamento della nostra presenza sul litorale.

Ma la mission della Polizia di Stato non si realizza nella sola azione costante diretta alla quantificazione del numero dei reati commessi, nella convinzione della ormai acclarata inquantificabilità criminológica di alcune fattispecie per il conseguente numero oscuro di reati non denunciati. Ci si è, invece, particolarmente prodigati in una forte azione di vicinanza e rassicurazione dei cittadini attraverso varie azioni di prossimità, quali la costante presenza di personale nelle scuole, nelle associazioni e negli enti per la sensibilizzazione su tematiche di attualità quali la droga, la tratta di esseri umani, il bullismo e la violenza di genere.

Saranno quindi la Vicinanza e la Visibilità a contrastare quel senso di insicurezza percepita dal cittadino, che spesso contrasta con le statistiche e la portata reale dei reati registrati ,oltre a repressione e prevenzione e prossimità come pilastri essenziali su cui proseguire la nostra azione. Tale azione nel concreto convincimento che dalla tutela dei territori periferici non può che indirettamente discendere un più alto livello di dissuasione alla consumazione dei reati anche nelle stesse realtà cittadine.

Il controllo del territorio si inizia dove inizia il territorio. La stessa storia ci insegna che lo stesso Impero romano cadde quando venne meno il controllo del limes, la fortificazione eretta a tutela dei confini dei territori conquistati.

 

Controllare le zone periferiche vuol dire controllare conseguenzialmente anche l’intero territorio situato al loro interno.

L’anno appena trascorso è stato un anno di lavoro, impegno, sacrifici a conclusione del quale ritengo che la Polizia di Stato possa consegnare un bilancio più che positivo a dimostrazione del fatto che ci stiamo muovendo nella giusta direzione, anche nel solco della continuità tracciata dai miei predecessori.

Sicuramente, come per l’anno passato, mi sento di poter confermare il trend positivo della nostra Provincia e la funzionalità del sistema prevenzione- repressione alla luce dei dati fin qui in mio possesso che denotano una diminuzione generale dei reati.

In particolare, per quanto riguarda  i dati di maggior rilievo inerenti i reati nella provincia si registra il -11% di furti, -80% sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, – 67% estorsioni, – 25% sequestri di persona, – 50% associazioni per delinquere, -10% di truffe informatiche, mentre si riscontra in controtendenza un +7% di reati in materia di stupefacenti, ma il  totale dei reati denunciati  e’ comunque dell’17% in meno rispetto all’anno precedente. Nell’ultimo anno sono state controllate dall’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e dalla stradale10465persone,mentre al numero 113 sono pervenute 34255 richieste di intervento. 2647 sono stati i controlli effettuati nei confronti di persone sottoposte a misure di prevenzione o agli arresti domiciliari.

 

 

 

Rilevante anche il lavoro svolto dalla Divisione Anticrimine. L’Ufficio Misure di Prevenzione, nel periodo interessato, ha svolto attività di controllo e accertamento nei confronti di tutte quelle persone che presentavano requisiti tali da poter essere considerate pericolose per la sicurezza pubblica e, pertanto, destinatarie di una delle misure di prevenzione previste dalla legge.

In tale ambito il predetto Ufficio interessato ha incrementato l’attività di competenza con  n. 9 proposte di sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno;  n. 36 Avvisi Orali; n. 79 persone allontanate dal territorio con Fogli di via obbligatori; n. 37 D.A.S.P.O. ,provvedimenti che comportano l’interdizione ai luoghi di svolgimento delle manifestazioni sportive connessi ad azioni di illegalità compiute durante lo svolgimento delle stesse. Sono stati, inoltre, trattati ed emessi n.3  provvedimenti di ammonimento, per violazioni afferenti la normativa sulla violenza di genere e in materia di stalking.

Accanto alla pervicace azione di prevenzione, si colloca l’attività più squisitamente repressiva affidata ai Servizi Provinciali di p.g. Squadra Mobile e Digos.

Infatti il livello di allerta è massimo anche per quanto riguarda la minaccia terroristica, anche alla luce del panorama nazionale ed internazionale.

Di particolare rilievo ed encomiabile l’attività svolta dalla Digos in materia di terrorismo; in relazione alle investigazioni di natura specialistica, ai fini della sicurezza interna  per la quale sono stati svolti numerosi servizi ci controllo in luoghi di ritrovo di persone appartenenti  a rischio di radicalizzazione religiosa.

 

La stessa digos ha denunciato 8 persone per reati commessi nel corso di manifestazioni sportive, nonchè  6 appartenenti a movimenti estremistici per lo svolgimento di manifestazioni non autorizzate. La squadra mobile e’ particolarmente impegnata in attività giornaliera  di repressione dei reati ha portato a termine diverse operazioni tra cui per brevità voglio ricordare l’arresto avvenuto il novembre scorso di due pregiudicati che avevano portato a compimento una rapina presso l’ufficio postale di Campovalano di campli, l’arresto di tre cittadini stranieri autori di diversi furti all’interno dei supermercati teramani con il conseguente recupero di un’ingente refurtiva, il recente arresto a Montefino di un imprenditore trovato in possesso di oltre 6 kg di mariuana e circa 4 etti di cocaina. E voglio anche ricordare la disarticolazione ad alba adriatica nell’agosto scorso della banda di stranieri dediti a furti di biciclette di particolare valore commerciale  da destinare al mercato estero.

II Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica ha effettuato numerosi foto-segnalamenti (nr.3042), e 62 sopraluoghi, oltre a numerosi rilievi video-fotografici e montaggi di immagini digitali , costituendo un qualificato supporto operativo nel corso dei servizi di ordine pubblico e per l’attività delegata dall’A.G.

Di rilevo anche l’attività della Sezione Polizia Postale in materia di reati informatici e pedopornografia per i quali ha arrestato una persona e ne ha denunciate 8 a piede libero,19 denunciate anche  per truffe online e 4 per computer crime.

 

 

L’Ufficio di Gabinetto ha emesso 2751 ordinanza di servizio in materia di ordine pubblico e che hanno disposto servizi straordinari di controllo del territorio, nr. 956 ordinanze che hanno disposto servizi di O.P. e di vigilanza in occasione di manifestazioni sportive, nr. 245 per manifestazioni politiche, nr. 1523per manifestazioni pubbliche, nr. 27 per manifestazioni connesse al Giubileo.

La Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, oltre all’attività ordinaria in materia di passaporti, licenze esercizi pubblici, infortuni sul lavoro, armi / materia esplodenti e relativo contenzioso, ha svolto la seguente attività:

31controlli su esercizi pubblici; 13 i soggetti denunciati nell’ambito di competenza, nr. 950 licenze di porto di fucile uso caccia e/o tiro a volo, nr. 20 dinieghi  di porto di fucile e 21 revoche di porto d’armi ,ha rilasciato 5600 passaporti, ha emesso nr. 8 provvedimenti di sospensione di licenza di esercizi pubblici, di cui 6 ex. art. 100 nei confronti di locali frequentati da persone pericolose o ove si siano perpetrati reati di particolare gravita. E  nr. 2 revoche.

Rilasciate 162  licenze ai sensi del T.U.L.P.S.

L’Ufficio “Immigrazione” è stato impegnato, in prima linea, nei rapporti con i cittadini stranieri che hanno regolarizzato la loro presenza sul territorio dello Stato, curando, in particolar modo, il rilascio ed il rinnovo di un considerevole novero di permessi di soggiorno – ponendo particolare attenzione alle pratiche riguardanti i cittadini della c.d. “emergenza sbarchi” richiedenti protezione internazionale – sfruttando al meglio la nuova procedura per il rilascio del P.S.E. e ponendo in essere una meticolosa attività di verifica e controllo dei requisiti, in capo ai richiedenti il citato titolo di Polizia. Sono stati rilasciati 7830 permessi di soggiorno, e 81 sono stati i provvedimenti di espulsione notificati e 54 ordini del questore di lasciare il territorio .Nel territorio teramano abbiamo 23 strutture di prima accoglienza, e le istanze di status di rifugiato politico sono 690 di cui solo 136 sono state accolte. La polizia ferroviaria ha effettuato 429 servizi di scorta passeggeri e 617 servizi di vigilanza alle stazioni ferroviarie e alle linee ferroviarie intervenendo peraltro recentemente anche  su due suicidi. La polizia stradale ha svolto una rilevante attività di prevenzione mettendo in strada 2518 pattuglie, elevando 8446 contravvenzioni al codice della strada di cui 55 per guida sotto stupefacenti e 159 per guida in stato di ebbrezza. I punti decurtati sono stati 16582 e 265 le patenti ritirate. In conclusione, ringrazio il Vicario del Questore, dott.ssa Patrizia Carosi che mi coadiuva giornalmente in maniera altamente professionale per consentire il buon funzionamento di una macchina tanto complessa qual’e la  questura. , e tutti i dirigenti e  Funzionari che mi collaborano giornalmente nella risoluzione quotidiana delle numerose problematiche operative. Al personale dipendente civile e della polizia della questura e del Commissariato di Atri un “grazie” particolarmente caloroso da estendere anche alle loro famiglie che condividono con loro indirettamente tutti i sacrifici e le rinunce che derivano da una attività così peculiare come quella del poliziotto.

Un saluto alle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno che collaborano fattivamente al raggiungimento degli obiettivi finali attraverso una vigile e spesso propositiva azione di verifica di tutti gli strumenti contrattualmente previsti a tutela della categoria.

Voglio concludere sottolineando come il  combinato disposto di tutte le citate attività ha prodotto un forte avvicinamento della cittadinanza alla nostra istituzione.

Giornalmente ricevo esternazioni di vivo apprezzamento da Sindaci, imprenditori ed altre istituzioni dello Stato sull’attività svolta dal personale della Polizia di Stato, ma, soprattutto ogni giorno percepiamo una maggiore vicinanza  della cittadinanza, che ricambiando la nostra assidua presenza sul territorio prende sempre più le distanze da vecchi atteggiamenti di tipo omertoso e si mostra sempre più responsabile e collaborativa.

Diceva Martin Luther King: non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti, e, noi, oggi più che mai non vogliamo che Teramo ed i suoi territori siano luoghi del silenzio. Viva la Polizia di Stato, viva la Repubblica, viva l’Italia.

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ENCOMIO  SOLENNE                               Sost. Comm.                       Antonio BERNARDI

Ass. Capo                             Bruno GRAZIANI

 

Motivazione:  In servizio presso la Sezione Polizia Stradale di Teramo, evidenziavano spiccate capacità professionali, notevole spirito altruistico ed elevato senso del dovere, partecipando alle operazioni di soccorso in favore delle popolazioni colpite dal grave sisma del 24 agosto 2016.

Amatrice – Accumoli (RI), 24 agosto 2016

 

 

ENCOMIO                                                     Isp. Capo                            Antonello GIUSTI                            Ass. Capo                                   Moreno PULCINI

                                                                         Ass. Capo                           Massimo SANTARELLI    

Motivazione:  In forza presso il Distaccamento Polizia Stradale di Giulianova,  dimostrando notevole intuito investigativo e spiccata professionalità, espletavano un’operazione di polizia giudiziaria che consentiva di assicurare alla giustizia due persone, responsabili di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.

A/14 – Alba Adriatica (TE), 10 agosto 2015

 

 

 

LODE                                                            Ass. Capo                             Danilo DI ANTONIO

                                                                       Ass. Capo                              Giuseppe TARICANI

 

Motivazione: In forza presso la Sezione Polizia Stradale di Teramo, si distinguevano dimostrando professionalità ed impegno in un’operazione di polizia giudiziaria che consentiva di assicurare alla giustizia un individuo resosi responsabile di furto in danno del gestore di un distributore di carburanti.

Teramo, fraz. Piano d’Accio, 24 marzo 2015

 

 

 

 

LODE                                                            Sovr.te                      Fabio DI LUZIO

Ass. Capo                  Roberto CAROLLA

 

Motivazione:  In servizio presso il Commissariato di Atri, effettuavano con determinazione operativa un intervento di soccorso pubblico a seguito di un incendio divampato in un appartamento.

Atri, 30 ottobre 2015

 

 

LODE                                                            Ass. Capo                 Daniele DI MICHELE

 

Motivazione:  In servizio presso la Squadra Mobile di Palermo, si distingueva in un’indagine di polizia giudiziaria che consentiva di assicurare alla giustizia l’autore di varie rapine commesse ai danni di farmacie. Dava prova, nella circostanza, di intuito investigativo.

Palermo, 10 settembre 2015




APRE IL 12 APRILE CIBUS CONNECT, LA FIERA DEL FOOD MADE IN ITALY Le aziende espositrici della provincia di Teramo

APRE IL 12 APRILE CIBUS CONNECT, LA FIERA DEL FOOD MADE IN ITALY

 

Le aziende espositrici della provincia di Teramo

 

 

(Parma, 10 aprile 2017) – Apre mercoledì 12 aprile a Parma la fiera “Cibus Connect”, organizzata da Federalimentare e Fiere di Parma. Alla manifestazione partecipano anche diverse aziende della provincia di Teramo, tra cui: Azienda Agricola Francesca Valente, Azienda Agricola La Civetta, Cioti Filiberto, Scuppoz di Cicconi Adriano, Società Agricola Uma Casanatura.

 

Cibus Connect è un nuovo format di fiera light, una due giorni con un mix di esposizione (le aziende espositrici sono 400), forum internazionali, workshop e incontri d’affari con migliaia di buyer italiani ed internazionali.

 

Saranno presentati i nuovi prodotti del food and beverage made in Italy destinati al mercato interno ed estero. Gli chef più accreditati saranno impegnati in numerosi show cooking per far conoscere i nuovi prodotti.

 

A Parma converrà l’intera community del comparto alimentare per una riflessione su come far crescere l’export del settore anche in considerazione dei molteplici cambiamenti geopolitici (per informazioni: www.cibus.it ).

 

 




Avsd Abruzzo Tourism: importante riconoscimento per il libro “Chieti Medievale”

Nel suo excursus, il libro ripercorre le fasi e gli equilibri territoriali della ex Regio Aprutinae, con al centro il suo principale capoluogo, Chieti, che divideva i poteri statuali e amministrativi con i suoi centri più importanti all’interno dell’antico Abruzzo Citra (pressoché corrispondente alla Provincia di Chieti Ex ante riforma amministrativa del 1927).

MAURO PATRICELLI, COMPOSITORE E PIANISTA ABRUZZESE, DA COPENAGHEN A NAPOLI PASSANDO PER ROMA. L’INTERVISTA.

Mauro Patricelli, compositore e pianista abruzzese,

da Copenaghen a Napoli passando per Roma. L’intervista.

 

Mauro Patricelli

 

NAPOLI – Da amante delle sagre e di borghi, a settembre 2016 ero a Tornareccio (Chieti), la città del miele e del mosaico, e mi affacciavo nei vari stand degustando i pregiati mieli dei produttori locali, quando mi ritrovo a commentare con la signora Miralda ed il marito, anche loro in visita, dell’evento. Una parola tira l’altra, e vengo a conoscenza del figlio, Mauro Patricelli, un grande e noto compositore che vive in Danimarca. Inizia così uno scambio di informazioni per e-mail. Dopo 6 mesi l’ho incontrato a Napoli, nella perfetta cornice del Teatro San Carlo. Pertanto, quest’intervista ha il fine di promuovere attenzione per attirare ascoltatori in un territorio di ‘nicchia’ come quello dell’Abruzzo e Molise, e non solo. Ho voluto, inoltre, dare rilievo alla visione italiana dell’artista da un punto di vista politico/culturale. Seduti nell’Opera Café del Teatro, parto con la prima domanda fondamentale.

 

Chi è Mauro Patricelli?

 

Sono nato ad Ortona sulla costa e cresciuto a Tollo (Chieti), un paese di circa cinquemila abitanti. Gli studi musicali li ho iniziati abbastanza tardi in Abruzzo, inizialmente come pianista classico e contemporaneamente, dopo aver terminato il conservatorio a 19 anni, ho continuato gli studi di perfezionamento ad Imola nell’Accademia pianistica frequentando, al tempo stesso, l’università, combinando la musicologia con la storia orientale e soprattutto con l’etnomusicologia e l’antropologia musicale. Queste discipline, in particolar modo l’etnomusicologia, sono entrate nel mio background formativo influenzando profondamente il mio approccio alla musica e alla composizione. Da ragazzo ero soprattutto interessato alla musica classica e rock e non provavo alcun interesse per la musica popolare – musica di tradizione orale – che in Abruzzo, all’epoca, era rappresentata, principalmente, da cori folkloristici che proponevano una versione della musica popolare rielaborata in chiave semiecclesiastica. Spesso i direttori di cori appartenevano al mondo ecclesiastico. Il primo impatto autentico con la musica popolare abruzzese fu all’università di Bologna dove, studiando etnomusicologia, ebbi accesso a documenti e registrazioni effettuate in Abruzzo risalenti alla metà degli anni ‘50. Quel tipo di canti e di suoni mi erano del tutto ignoti. Quindi l’aspetto paradossale stava nel fatto che, nonostante le mie origini, fu proprio l’esperienza universitaria a farmi scoprire la musica tradizionale abruzzese e a restarne affascinato.

 

Quando, nel corso dei tuoi studi, hai compreso che la musica era la strada che avresti percorso?

 

La musica ha iniziato ad interessarmi presto e il primo strumento in mio possesso fu la chitarra. L’unico musicista di famiglia era mio nonno, che suonava l’organetto diatonico, il ddu’ bbotte (in dialetto abruzzese), e lo suonava solo in occasione delle feste con una certa insofferenza da parte della mia famiglia, in quanto ripeteva sempre gli stessi pezzi. A me invece impressionava la sua abilità digitale e la potenza dello strumento. A posteriori compresi che, in quelle occasioni, si manifestava una frattura culturale tra il mondo contadino di mio nonno in cui la musica aveva un valore rituale, per cui la ripetitività serviva a generare una sorta di ipnosi collettiva, e quello della musica ‘moderna’ dal valore di intrattenimento. Dopo un periodo adolescenziale di grande passione per la musica rock, che tuttora conservo, la musica classica divenne il mio interesse principale, seguita dal jazz e dalla musica contemporanea. Da qui ho iniziato a comporre subito, in maniera privata, e poi professionalmente più tardi, dopo circa dieci anni di attività come pianista interprete.

 

Compositore e pianista italiano, attualmente vivi a Copenaghen ed il tuo cuore è fortemente legato all’Italia, e in particolar modo all’Abruzzo. Perché questa scelta di andar via e di vedere nella Danimarca il centro di gravità per la tua musica?

 

Ci sono tanti motivi. Il primo spostamento per me importante, dal punto di vista culturale, fu lasciare l’Abruzzo e andare a vivere a Imola per studiare. A Imola c’è un’importante accademia pianistica che frequentai dopo il conservatorio e il liceo scientifico in Abruzzo. Il mio soggiorno a Imola, in cui combinavo gli studi di perfezionamento pianistico e quelli universitari presso la Facoltà di Lettere a Bologna, fu quasi un trauma culturale e che innescò un senso di non appartenenza. Non mi sentivo più del tutto abruzzese e allo stesso tempo non mi sentivo bolognese. A Imola iniziai a lavorare come insegnante di pianoforte per poi diventare direttore della scuola comunale di musica moderna (la Scuola di Musica Ca’ Vaina) maturando così un certo senso di appartenenza alla comunità imolese. Allo stesso tempo il mio accento abruzzese mi denunciava come un outsider. La stessa situazione si è verificata quando mi sono trasferito a Copenaghen e questa sensazione di semi-appartenenza persiste tuttora. Come tanti artisti italiani che non si sentivano sufficientemente ‘compresi’ in Italia, avevo anch’io a lungo fantasticato sull’esistenza di un luogo più accogliente, forse più colto, forse più aperto verso nuove proposte artistiche e auspicabilmente più disposto ad investire su una musica di ricerca e non commerciale. Fu soprattutto questa visione, insieme ad altri motivi, ciò che mi spinse a trasferirmi.

 

Ci sono delle differenze profonde, in campo musicale, tra l’Italia quale nazione di cultura, e il nord Europa, di cui la Danimarca è uno degli esempi. La differenza più macroscopica per quanto riguarda il mio settore, è il ruolo delle istituzioni nell’investimento economico sulla cultura. In Danimarca ci sono più finanziamenti pubblici e privati per produrre cultura e questi finanziamenti sono elargiti sulla base di progetti scelti e secondo modalità meritocratiche. In Italia invece le risorse economiche, per lo meno nei settori che non hanno una lunga tradizione di supporto pubblico, spuntano solo quando il prodotto culturale è già stato realizzato e si presta ad una qualche logica commerciale, propagandistica, turistica o di intrattenimento. In Danimarca, nonostante siano presenti tutte le dinamiche commerciali e mediatiche che conosciamo in Italia, lo Stato interviene in campo culturale stanziando fondi per “generare” una cultura che non esisterebbe senza la disponibilità degli stessi. Un progetto, in Danimarca, se di qualità, poiché la competizione è alta, può ottenere un finanziamento e può dar vita ad un prodotto culturale che non necessariamente è scelto sulla base di logiche commerciali. In un certo senso le istituzioni controbilanciano le dinamiche del mercato cercando di dare voce anche a quelle forme d’arte che non si adattano alle logiche commerciali.

 

In Italia è quasi impossibile progettare a lungo termine poiché è difficile trovare risorse che coprano i costi e il tempo della progettazione. Questa situazione genera un problema strutturale poiché la progettualità si impoverisce, vive col fiato corto. Un artista che ha buone idee deve metterle in pratica nell’immediato e cercare di concretizzarle, non può pensare a lungo termine e sviluppare un progetto negli anni perché questo non gli è riconosciuto, per cui si genera un cambiamento del ruolo dell’artista rispetto alla società in cui vive. Idealmente un artista che progetta a lungo termine ha un ruolo interlocutorio con la comunità con cui si relaziona e propone ad essa delle visioni, delle alternative. D’altro canto un artista che non progetta, oppure lo fa in maniera rinunciataria e solo a breve termine, ripiega su un ruolo servile rispetto alla comunità, ne nutre il bisogno sul piano dell’intrattenimento, anche se di qualità. In fondo finisce per dare alla società ciò di cui la società ha bisogno al momento.

 

Nel corso della tua attività hai riscontrato gradimento del pubblico in relazione ai lavori offerti? Le Istituzioni ti hanno aiutato o sono rimaste indifferenti?

 

La grande differenza che ho esperito durante i miei lavori in Italia, rispetto a quelli in Danimarca, è stato nel rapporto con le Istituzioni non con il pubblico. Le Istituzioni italiane sono statiche, difficili da raggiungere, non c’è un rapporto diretto con l’artista. In Danimarca, invece, le istituzioni sono vicine e comunicano, quindi l’artista s’interfaccia ad esse, è sollecitato a proporre progetti che possono essere approvati e finanziati, insomma c’è un rapporto costante. A Imola, partecipavo a bandi comunali o regionali per il finanziamento di progetti per conto della scuola di musica che dirigevo, ma nel caso di finanziamenti approvati avevo spesso la percezione che fossero erogati su misura in base al peso politico del gruppo locale che rappresentavo (cioè la cooperativa che gestiva la scuola di musica) e non in base alla qualità del progetto. Questa situazione era decisamente poco stimolante! In Abruzzo si sono presentate un paio di occasioni: al Teatro Stabile d’Abruzzo all’Aquila e al Teatro Marrucino di Chieti. Entrambe non andate a buon fine per dinamiche politiche, dinamiche che in Danimarca non interferiscono con la produzione di cultura. Le persone delegate a valutare i progetti sono persone specializzate che non ricoprono ruoli politici. Hanno un mandato breve ma stabile, quindi eventuali ribaltamenti della scena politica non mettono a repentaglio la stabilità del sistema.

 

Il tuo lavoro si basa principalmente sulla reinterpretazione di musiche di tradizione orale ed hai realizzato diversi progetti su musiche abruzzesi, danesi e d’Europa. La tua musica è, quindi, colta, d’èlite.

 

Una buona parte dei miei progetti prende spunto dalla musica di tradizione orale, la cosiddetta musica contadina, attraverso le registrazioni depositate nei diversi Archivi di musica popolare. I miei primi progetti si basavano su un approccio puramente musicale, in cui trascrivevo e studiavo il materiale originale per poi reinterpretarlo attraverso un’orchestrazione delle melodie, a volte aggiungendo idee musicali estranee al materiale originale. Di progetto in progetto è in me emersa sempre più la necessità di comunicare all’ascoltatore anche il processo che si celava dietro il risultato musicale finito, cioè la fase di ricerca preliminare al mio lavoro creativo. Quando si ha a che fare con la musica di tradizione orale ci si confronta con un mondo culturale che tendenzialmente è sparito, ne restano solo delle tracce, raccolte e studiate dagli etnomusicologi. Possiamo dire che da questo punto di vista l’etnomusicologia sia quasi come l’archeologia ma nel caso dell’etnomusicologia abbiamo a che fare con ritrovamenti ‘immateriali’, poiché la musica di tradizione orale, in quanto tale, non è stata mai scritta ma tramandata esclusivamente di memoria in memoria. Tornando al mio approccio nel reinterpretare i canti che ascolto negli archivi di etnomusicologia, è per me importante far capire a chi ascolta la mia musica che il risultato finale del mio lavoro è, di fatto, una musica moderna, contemporanea, espressione individuale della mia urgenza artistica che non vuole minimamente confondersi con la tradizione orale contadina, che invece è qualcosa di antichissimo. Infatti nel mio lavoro non uso strumenti tradizionali della musica contadina bensì il pianoforte, il violino, le percussioni moderne ed altri strumenti appartenenti al mondo della musica classica. Questa esigenza di prendere una posizione distante e rispettosa rispetto al folklore che reinterpreto, in modo da evitare ogni rischio di falsificazione o camouflage, mi ha portato progressivamente a sviluppare una nuova forma di teatro musicale a metà fra il documentario e l’opera.

 

Hai reinterpretato un canto popolare abruzzese, La partenza della sposa, del 2002, che hai utilizzato in un progetto teatrale presentato a Copenaghen nel 2016. Cosa ti ha ispirato e con quale risultato?

 

C’è un intero repertorio di ‘partenze’ in Abruzzo riconducibili sia alla forma tipica di ‘partenza della sposa’ ma anche alla ‘partenza del pastore’ in occasione della transumanza. È evidente che in Abruzzo il tema della partenza è molto forte. La partenza della sposa è un canto di augurio, ma che a tratti assume il carattere di un lamento, di un canto di addio, che la madre della sposa canta alla figlia il giorno del matrimonio. La partenza della sposa ha un carattere ambivalente poiché alterna momenti di auspicio, in cui la madre invoca la fortuna sulla figlia augurandosi che la nuova famiglia sia amorevole e accogliente come la famiglia d’origine, a momenti di tristezza e nostalgia poiché si tratta comunque di un forma di abbandono. Nel tipo di comunità tradizionale in cui il canto si è sviluppato, il matrimonio era un taglio definitivo tra la figlia e la famiglia d’origine, quindi sostanzialmente la partenza della sposa è un canto d’addio. La versione originale di questo canto è stata registrata dall’etnomusicologo abruzzese Domenico Di Virgilio.

 

La tua musica ‘applicata’, se posso usare questo termine, è stata scritta per il teatro. Raccontaci di quest’esperienza e se puoi definirti un compositore poliedrico.

 

Quando parliamo di musica per il teatro, spesso pensiamo alla musica di scena, ma non è il mio caso. Il teatro è stato per me il luogo di arrivo attraverso un percorso in cui ho cercato di rimettere in discussione la forma del concerto. Non mi sembrava più sufficiente presentare all’ascoltatore il risultato finale delle mie reinterpretazioni di canti tradizionali. Sentivo la necessità di coinvolgere l’ascoltatore anche nel processo di ricerca e di rielaborazione del materiale. Il Teatro è diventato il contenitore ideale in cui sviluppare una drammaturgia che coinvolga anche il materiale documentario, le fonti, gli aneddoti che ruotano intorno alla registrazione di un determinato brano, il rapporto tra l’etnomusicologo e il cantante, quindi possiamo parlare, nel mio caso, di un teatro musicale documentario più che di musica per il teatro. Definirmi un compositore poliedrico? Dovrebbe dirlo qualcun altro!

 

Sei a Roma presso l’Accademia di Danimarca per lavorare alla tua nuova opera-documentario. Illuminaci!

 

Lo scopo di questo soggiorno a Roma è lo studio di alcune raccolte di musica popolare conservate presso l’Archivio di Etnomusicologia di Santa Cecilia, in particolare le raccolte di Alan Lomax e Diego Carpitella, due etnomusicologi quasi leggendari che hanno lavorato in Italia dalla metà degli anni ’50. Il risultato del mio lavoro sarà inizialmente un programma da concerto che presenterò con il mio ensemble in anteprima a giugno, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen. Successivamente continuerò ad elaborare questo materiale che auspicabilmente dovrebbe diventare una nuova opera-documentario. Nel definire questa forma di teatro musicale mi riferisco all’opera non tanto per ciò che essa rappresenta oggi nell’immaginario collettivo, ma alla sua capacità di innalzare la storia raccontata su un piano mitico, anche se si tratta della storia di un uomo realmente esistito. Nello specifico le mie opere narrano le vicende degli etnomusicologi che attraversarono le campagne verso la metà del secolo scorso per dare voce a un popolo che altrimenti sarebbe rimasto silente nella storia della musica (la musica contadina essendo tramandata di memoria in memoria, senza l’uso della scrittura, non avrebbe lasciato tracce nella storia umana senza l’intervento e la documentazione da parte di questi etnomusicologi).

 

Come si può stimolare nell’ascoltatore la comprensione linguistica della tua musica?

 

Accettando l’assioma, pur discutibile, per cui la musica sia un linguaggio; un compositore propone una sua personalizzazione di questo linguaggio. Ci sono molti ingredienti che fanno parte della mia musica: certamente l’eredità della musica classica europea, le fonti etnomusicologiche delle regioni che ho studiato in relazione ai progetti, come appunto quello sulla musica abruzzese, danese, emiliana e non ultimo quella armena. Altro elemento importante è il minimalismo musicale, di provenienza statunitense. Nelle mie composizioni cerco di sintetizzare due mondi musicali, quello classico europeo (e americano) e quello popolare con l’uso di ostinati ritmici, di elementi ripetitivi che generano una dimensione a volte ipnotica ma anche ricca di contrasti quasi violenti. In questo modo cerco di portare l’ascoltatore verso uno stato percettivo diverso, quasi rituale. Ed è il risultato della mia reinterpretazione di canti tradizionali.

 

Quali tracce faresti ascoltare ai tuoi futuri estimatori?

 

Sicuramente La partenza della sposa e, a seguire, Nu giovane, Quadriglia che è un brano strumentale con un intervento più pesante, L’ultimo abbraccio, ispirato ad un canto tradizionale ma che presenta un testo d’autore (di Nicola D’Alessandro), tratti dal Cd ‘Scura Maje’ pubblicato da Menabò. Inoltre farei ascoltare/vedere il trailer della mia ultima opera ‘Dansejaeger’ (Il cacciatore di danze), presentata a giugno 2016 in cinque rappresentazioni al Betty Nansen Teatret, uno dei teatri più prestigiosi della Danimarca. Lo spettacolo racconta la vicenda dell’etnomusicologo danese Andreas Fridolin Weis Bentzon che alla fine degli anni ‘50 fu il primo a registrare e a documentare approfonditamente le launeddas sarde, uno strumento antichissimo allora in via di estinzione, riuscendo al tempo stesso a rivitalizzare questa tradizione. In questo spettacolo racconto sia l’aspetto storico/biografico di questo giovane etnomusicologo, morto nel 1971 all’età di trentacinque anni, sia racconto alcuni aspetti della musica tradizionale sarda.

 

Cosa vedi nel tuo futuro musicale?

 

Sono molto soddisfatto delle cose che stanno accadendo, quindi non penso molto al futuro. Sicuramente voglio continuare a sviluppare in maniera ancor più coraggiosa ed ambiziosa questo approccio poetico-documentaristico alle musiche che amo. Ho anche in programma di suonare di più perché, da quando sono in Danimarca, l’aver avuto successo come compositore ha ridotto un po’ il mio lavoro come interprete. Comporre resta il mio obiettivo principale ma il rapporto quasi fisico che si instaura con il pubblico nel momento della performance è un valore aggiunto alla mia attività e che mi alimenta. Ho intenzione, quindi, di dedicare più tempo a progetti in cui la mia presenza in scena come musicista sia maggiore. Un mio ulteriore obiettivo è sviluppare uno di questi progetti di teatro musicale documentario in Italia, ed in particolar modo in Abruzzo, regione che ha rappresentato per me il primo elemento d’ispirazione nel percorso di ricerca che poi ho sviluppato negli anni, lontano dall’Abruzzo, ma spesso riferendomi a questa prima fascinazione.

 

Grazie Mauro per l’intervista, per la tua musica colta, per la tua performance al pianoforte del San Carlo, per la vigorosa espressione della tua arte. Forte nelle reinterpretazioni e gentile nell’accurata ricerca. Buon sangue non mente! E grazie a Virginio Giorgioni, responsabile dell’Archivio Musicale del Teatro San Carlo che, a sorpresa, ci ha condotti nel cuore del Teatro. A presto con un posto in prima fila al Teatro San Carlo, al Teatro Stabile d’Abruzzo, al Teatro Marrucino.

 

Franca Nocera

 

 

Selezione discografica:

  • Works for Drums and Keyboards. 2014, Gateway Music, København. Denmark
  • Cité-peau. Works for Drums and Piano. 2012, Gateway Music, København. Denmark
  • Works for Alto Sax and Piano, II. 2011, Philology, Macerata, Italien
  • Musica arcaica e musica nuova. 2007, Ca’ Vaina, Imola. Italien
  • Piano Solo. 2004, Lugo. Italien
  • Tribù italiche. Abruzzo. 2003, EDT, Torino. Italien
  • Ninna nanne dal mondo. 2003, Efeso, Bologna. Italien
  • La Partenza della Sposa. 2002, Ecamlab, Pescara. Italien
  • Scura Maje. 2001, Menabò, Ortona. Italien

Opere musicali:

  • Dansejægeren (The Dance Hunter). Betty Nansen Tater, June 2016. Copenhagen, Denmark
  • Syng for fremtiden, Ingeborg! (Sing to the future, Ingeborg!) Københavns Musikteater, 2013. Copenhagen, Denmark
  • Qualcosa di’mbina, Italian Culture Institute, 2010. Denmark (concert version).



OO.SS. COMUNICATO UNITARIO AI LAVORATORI DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

 

 

I Segretari regionali di Filt Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti e Faisa Cisal, in merito ai punti vertenziali evidenziati nella dichiarazione di sciopero proclamato per il prossimo 26 aprile contro la politica regionale sul trasporto locale, hanno incontrato in data odierna, presso la sede della Regione Abruzzo in viale Bovio a Pescara, il Consigliere Regionale con delega ai trasporti dott. Camillo D’Alessandro, assistito nell’occasione dal dott. Marchese in rappresentanza della Direzione trasporti della Regione Abruzzo.

Le OO.SS. hanno ribadito la necessità di ottenere risposte esaustive sulle seguenti tematiche:

  • Risorse
  • Investimenti materiale rotabile
  • Mancata applicazione dell’accordo integr.vo Regione Abruzzo 28/5/2004 (25 €)
  • Mancata realizzazione del biglietto unico e del sistema tariffario intermodale
  • Mancata definizione del Prit

Dopo un’ampia e vivace discussione, si sono registrate significative aperture da parte della Regione sui temi trattati che tuttavia necessitano di ulteriori valutazioni e approfondimenti da entrambe le parti. Nello specifico:

 

Risorse. Le OO.SS. hanno confermato la necessità di garantire al settore stabilità e certezza di risorse attraverso un provvedimento economico strutturale in grado di assicurare alle imprese pubbliche e private del TPL le adeguate coperture finanziarie sia per l’anno appena concluso (2016) che per il prossimo triennio (2017/2019) ovvero almeno fino alla conclusione della corrente legislatura. La Regione si è riservata di formulare una proposta

 

Investimenti materiale rotabile. La Regione ha confermato di aver individuato risorse straordinarie oscillanti tra i 10 e i 15 milioni di euro con le quali sarà possibile fornire risposte esaustive in merito alla carenza di materiale rotabile, ridimensionando di conseguenza, l’eccesiva vetustà dei mezzi in circolazione.

 

Mancata applicazione dell’accordo integrativo Regione Abruzzo 28/5/2004 (25 €). Le OO.SS hanno chiesto l’immediato ripristino, a favore di tutti i dipendenti delle aziende pubbliche e private del TPL,  dell’accordo integrativo regionale sottoscritto il 28/5/2004, il cui contenuto è stato disatteso ovvero sospeso a partire dalla vigente legislatura. La Regione si è riservata di formulare una proposta attesa l’entità complessiva delle risorse necessarie.

 

Sugli altri due temi vertenziali (biglietto unico e Prit) la Regione ha ribadito la volontà di mantenere gli impegni assunti dalla Giunta.

A margine della discussione sulle tematiche elencate in precedenza, le OO.SS. hanno chiesto delucidazioni e conferme in merito alla riduzione dei “costi attribuibili alla politica” nelle aziende regionali di trasporto, con specifico riferimento alla società TUA Spa per la quale sono emerse indiscrezioni giornalistiche rispetto all’ampliamento da 3 a 5 dei componenti del relativo Consiglio di Amministrazione.

 

La Regione ha ribadito che con la realizzazione dell’azienda unica regionale “i costi attribuibili alla politica” (Consigli di amministrazione, Direttore e Vice Direttore Generale e Collegio Sindacale) sono diminuiti per un importo complessivo di circa 1 milione di euro.

 

Nello specifico è stato ricordato che il solo Cda di Arpa Spa (senza quindi contare Gtm e Sangritana) composto dal Presidente, da un vice Presidente e da due consiglieri, determinava un costo complessivo di € 106.200 così ripartito:

 

Presidente Arpa: € 59.000

Vice Presidente Arpa: € 17.700

Consiglieri Arpa (2): € 14.750×2

 

L’attuale Cda di Tua che amministra una società di 1600 dipendenti con un capitale sociale di 39.000.000 di euro e con un valore complessivo della produzione superiore a 142 milioni di euro determina invece un costo complessivo di € 59.000 così ripartito:

 

Presidente TUA Spa: € 0 (incarico a titolo gratuito)

Vice Presidente TUA Spa: € 14.750

Consiglieri TUA Spa(3): € 14.750×3

 

IN SOSTANZA IL COSTO DEL SOLO PRESIDENTE DI ARPA SPA (senza quindi contare i costi dei restanti componenti del Cda di Arpa nonché i costi dei Cda di Gtm e Sangritana) E’ ESATTAMENTE EQUIVALENTE AL COSTO ASCRIVIBILE ALL’INTERO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI TUA

 

Con questa dovuta precisazione la Regione conferma una drastica riduzione dei costi della politica cui occorre aggiungere anche un forte ridimensionamento sia in termini numerici che retributivi dei costi attribuibili al personale dirigente.

 

Le Segreterie Regionali Filt Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti e Faisa Cisal, nel ritenere assolutamente insufficienti le pur importanti aperture fornite dalla Regione, ritengono di dover confermare al momento la mobilitazione dei lavoratori del trasporto pubblico locale e con essa lo sciopero e la manifestazione previsti per mercoledì 26 aprile 2017.

 

Confermiamo la piena disponibilità a ricercare fino all’ultimo possibili e condivise soluzioni con la stessa Regione che possano determinare un’auspicabile intesa su tutti i punti oggetto della vertenza

 




PROGETTO MARINA PP1 2017. RILANCIO DEL NORD PESCARESE

 

Si è concluso il terzo incontro del comitato Saline-Marina-PP1 con l’amministrazione comunale di Montesilvano (incontri del 14-02-2017, 03-03-17, 07-04-17). Erano presenti il delegato del sindaco Antonio Farchione, l’assessore al LLPP Valter Cozzi, ll consigliere comunale Gabriele Di Stefano. L’incontro fa seguito a riunioni con altre associazioni della zona a mare (comitato Il Gabbiano, periodicoIl Sorpasso, altre associazioni locali, albergatori, commercianti e operatori economici dell’area), al continuo dialogo e confronto sui social media WhatsApp (338-5343-969) e Facebook  (www.facebook.com/saline.marina.pp1), durante i quali il comitato SMPP1 ha raccolto un dossier di segnalazioni, idee e proposte per la riqualificazione della zona a mare della città, che è stato articolato in un documento, già presentato al Comune, su cui si concorderanno nei prossimi incontri impegni e scadenza.

Il documento è organizzato in 6 capitoli, corrispondenti a diversi livelli di intervento, dalle emergenze al piano e idee per la città nuova. Si inizia con la questione della legalità, della sicurezza e delle comunità straniere presenti in città, con proposte per il controllo, integrazione e valorizzazione degli extracomunitari, non solo la comunità africana, ma anche gli investitori stranieri potenziali, gli italo-americani e emigranti di ritorno. Si individuano  poi i problemi di manutenzione, decoro urbano e pulizia della spiaggia e lungomare, per ragionare sul ruolo del verde, la qualità e accessibilità dei percorsi pedonali e ciclabili, la qualità e il completamento degli spazi pubblici, la piazza, la chiesa, il collegamento dei parchi, la sicurezza e accessibilità dei servizi e attrezzature.

La parte più impegnativa, ma anche quella più strategica per il rilancio di una zona, che può essere la punta di diamante dell’economia e della qualità urbana del Nord pescarese, è quella che tratta dei grandi temi degli investimenti, del completamento delle opere, della promozione dell’industria turistica e immobiliare, con le grandi potenzialità della zona, dotata di oltre 4 mila posti letto alberghieri, palacongressi, multisala, centro commerciale e un quartiere in costruzione da 6-7 mila nuove stanze, corrispondenti a turisti che, col tempo, diventano nuovi abitanti.

Le scelte strategiche, ed i necessari investimenti dovuti al rango della città, ormai la terza città d’Abruzzo e parte della Grande Città pescarese, riguardano il sistema della mobilità ed il completamente delle infrastrutture turistiche. Scelte nodali e irrinunciabili sono quelle di una Strada Parco per i trasporto pubblico in sede propria, che permetta di pedonalizzare il lungomare e ridurre il carico di traffico nell’abitato, il nuovo ponte alla foce del Saline che deve essere solo per trasporto pubblico, pedoni e ciclisti, e deve proseguire fino a Silvi, associato sia ai parcheggi di interscambio (multipiano quello della zona alberghi palacongressi, con altri a Città Sant’Angelo e Silvi stadio) sia ai percorsi ciclopedonali di adduzione collina-mare ( ex cavatoni e itinerari a mare alberati). L’opera, oltre alla valenza per la mobilità sostenibile, ha il ruolo di volano per processi di riqualificazione dell’edilizia e dei tessuti sul nuovo boulevard urbano, lungo la linea del trasporto pubblico,  (ad alta frequenza subito, ad alta capacità man mano che si sposta la domanda).
Altre opere strategiche, su cui investire risorse strutturali, sono la qualificazione come Paseo e piazza centrale del mercato del viale A. D’Andrea, il completamente del corso Strasburgo tra centro e mare, alberato, porticato e servito dal mezzo pubblico, gli hub di interscambio modale stazione-FS e alberghi-palacongressi. Ma un prerequisito, non ulteriormente rinviabile, è dotare la città di un PUT, piano urbano del traffico, che dia coscienza e dimensione ai problemi e un PUMS, piano della mobilità sostenibile, intercomunale che renda concordi con quelle di Pescara Spoltore ed i comuni contermini le scelte territoriali ed infrastrutturali della Grande Città pescarese.