Il senatore Quagliarello promette appoggio per la modifica del Decreto Sisma

 

Teramo 6 marzo 2017. Il futuro delle Province e le modifiche al cosiddetto Decreto Sisma – all’esame del Parlamento per la sua conversione in legge – sono stati i temi al centro dell’incontro fra il presidente Renzo Di Sabatino e il senatore Gaetano Quagliarello, accompagnato, quest’ultimo, dal consigliere regionale Mauro Di Dalmazio.

Quagliarello,-Di-Sabatino,-Di-Dalmazio_or
Quagliarello,-Di-Sabatino,-Di-Dalmazio_or

 

“E’ stata l’occasione per sensibilizzarlo rispetto agli obiettivi che intendiamo raggiungere, obiettivi ampiamente convergenti con l’Associazione nazionale dei Comuni e con l’Unione delle Province che li hanno fatto propri – ha dichiarato a margine della riunione il Presidente – domani presenteremo gli emendamenti al Decreto ed è fondamentale creare un’ampia rete di condivisione rispetto a quello che sarà il dibattito parlamentare. Per noi, per l’Abruzzo, è importante far comprendere le specificità che sono alla base delle nostre richieste. Quagliarello, inoltre, anche per la sua storia istituzionale, è molto attento rispetto alla questione Province: dopo la bocciatura del Referundum questi enti sono in un guado che rischia di diventare una palude se non si interviene legislativamente, una condizione a tutto discapito dei servizi”.

 




ABRUZZO: DA “IDEA” PROPOSTE PER L’EMERGENZA E LEGGE SPECIALE PER ABRUZZO E TERRITORI COLPITI

 

 

Proposte condivise per fronteggiare l’emergenza e mettere in campo misure strutturali per il post-terremoto, e strutturazione dell’azione politica a partire dalle esigenze del territorio. In una conferenza stampa tenutasi oggi a Teramo, i vertici nazionali e regionali di “Idea” hanno presentato, alla presenza di numerosi amministratori locali, le iniziative istituzionali del partito per l’Abruzzo e la strategia politica per il futuro.

Per quanto riguarda l’emergenza terremoto, il senatore Gaetano Quagliariello, presidente nazionale, ha posto come prioritaria “la battaglia parlamentare per il miglioramento del decreto terremoto, per la quale bisogna fare fronte comune senza sigle né etichette di partito”, e a tal fine al termine della conferenza stampa ha incontrato il presidente della Provincia di Teramo per discutere gli emendamenti al provvedimento. Quagliariello ha inoltre rilanciato la proposta di una legge speciale per il post-terremoto, che riguardi tutti i territori colpiti e tenga conto della particolarità dell’emergenza abruzzese, unica per durata (dal 2009) e per estensione (non singole zone ma l’intera Regione). Per Mauro Di Dalmazio, coordinatore regionale di “Idea”, “dopo aver messo in campo misure per fronteggiare l’emergenza bisognerà preoccuparsi di dare adeguate risposte strutturali attraverso un provvedimento normativo dedicato che aiuti l’Abruzzo a recuperare una valorizzazione socio-economica”.

La seconda parte della conferenza stampa, alla quale hanno preso parte i coordinatori provinciali Antonio Morgante dell’Aquila, Lorenzo Silli di Pescara, mentre un’emergenza sul territorio ha trattenuto Fabrizio Montepara di Chieti, è stata dedicata alle iniziative politiche del partito e al futuro del centrodestra. Per Quagliariello, “l’unità del centrodestra è un’esigenza non solo di una parte ma di tutto il Paese. Per realizzarla, servono un programma comune e regole che consentano di stare insieme nel rispetto delle diverse identità”. Sul territorio il presidente di “Idea” ha rivendicato per il partito “il modello della piramide rovesciata, con la base e i territori al vertice”: di qui l’annuncio dell’imminente apertura della stagione congressuale in Abruzzo “perché siano gli iscritti a scegliere chi dovrà guidarli, senza nominati calati dall’alto”. In vista delle prossime amministrative, Quagliariello ha invece rilanciato come linea d’azione “la sinergia tra civismo e buona politica che è stata fin dall’inizio un elemento fondante di ‘Idea’”. Di Dalmazio, dal canto suo, ha sottolineato “l’importanza di riaggregare un’area politico-culturale maggioritaria nel Paese attraverso la condivisione di idee e obiettivi. ‘Idea’ – ha spiegato – sta aggregando realtà civiche importanti sui territori ma spesso non valorizzate nel quadro nazionale, e questo lavoro sta dando ottimi riscontri. Ora sarà la volta dei congressi per legittimare dal basso le guide del nostro movimento e, a seguire – ha concluso -, una grande assemblea programmatica nazionale”.




Filovia: prevista per domani la visita di constatazione delle opere eseguite

 

Nella giornata di domani, martedì 7 marzo 2017, sulla linea filoviaria tra i comuni di Pescara e Montesilvano, è prevista la visita di constatazione delle opere eseguite per quanto concerne la filovia.

La visita di constatazione delle opere eseguite rappresenta l’atto formale di certificazione dello stato dell’arte delle opere infrastrutturali realizzate.

Tale visita non assume alcun carattere di straordinarietà: è un mero atto da compiersi, anche e soprattutto nell’ottica della risoluzione contrattuale con Alpiq, consentendo, in tal modo, di rientrare in possesso della Strada Parco.

Pescara, 06.03.2017

TUA SPA




CON LUDOVICO NARDECCHIA FINISCE UN PEZZO DI STORIA AQUILANA

6 marzo 2017

 

 

Un lungo corso come amministratore civico, figura di spicco nel mondo musicale e culturaleLudovico Nardecchia

 

di Goffredo Palmerini

 

 

L’AQUILA – E’ deceduto ieri sera, domenica 5 marzo, all’età di 84 anni. Con la dipartita di Ottavio Ludovico Nardecchia un pezzo di storia aquilana finisce: per il ruolo esercitato per cinque lustri come stimato amministratore civico, per le funzioni apicali nel mondo musicale svolte per 22 anni come Presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, fino al 2010, e poi come Presidente onorario di quella stessa istituzione. E ancora, per l’attività in seno alla Confraternita dei Devoti di Sant’Agnese, nella stagione di rinascita di quella singolare e antica tradizione della Maldicenza agnesina. Questi i ruoli di preminenza. Ma Ludovico Nardecchia è stato ben dentro in molteplici ambienti della vita cittadina, dalla politica alle istituzioni, dalla cultura allo sport, connotando un significativo tratto della storia della nostra Città con la sua intelligenza, con la tenacia tipica degli aquilani provenienti dal Contado, con l’arguzia e il particolare senso dell’ironia, con la sua forte capacità di relazione e con la signorilità del tratto.

 

Originario di Monticchio, una delle 64 frazioni dell’Aquila, Ludovio Nardecchia era entrato in politica nelle file della Democrazia Cristiana. Presto aveva conquistato nelle elezioni del 1956, giovanissimo, uno scranno di consigliere comunale nella vecchia sede municipale, già monastero celestiniano di Santa Maria dei Raccomandati. Riconfermato con largo consenso popolare nei quattro consecutivi mandati, ricoprì più volte l’incarico di assessore in tutti i settori dell’amministrazione civica, nelle varie Giunte dei sindaci – non “provvisori” – succedutisi da quell’anno fino al 1980 (Federico Trecco, Francesco Gaudieri, Umberto Albano, Tullio de Rubeis, Giovanni De Santis, Tullio de Rubeis 2, Ubaldo Lopardi).

 

Candidato sindaco in pectore nelle elezioni amministrative del 1975 – allora non c’era l’elezione diretta del sindaco -, con la subìta flessione della Dc nei risultati elettorali, quella legittima aspirazione di Nardecchia si trovò di fronte al muro alzato dai partiti della coalizione (Psi, Pri, Psdi). Come pure del Pci che, per la prima volta, sperimentava proprio all’Aquila l’ingresso in maggioranza con la Dc, sebbene non direttamente in Giunta, anticipando d’un anno quanto sarebbe avvenuto a livello nazionale tra il Pci di Berlinguer e la Dc di Zaccagnini. Nel 1976, negli anni del terrorismo, quella svolta politica portò infatti al voto d’astensione del Pci nei confronti del 3° governo Andreotti, e poi il 16 marzo 1978, giorno del rapimento di Aldo Moro artefice di quell’operazione, all’appoggio esterno al 4° governo Andreotti.

 

Con l’intesa del pentapartito (Dc, Psi, Psdi, Pri e Pci) su Ubaldo Lopardi sindaco, a Ludovico Nardecchia fu assegnata la delega di vicesindaco, un ruolo che sempre considerò stretto, rispetto alle sue oneste aspettative, anche in ragione dell’ampio consenso personale raccolto. E tuttavia operò con la consueta saggezza e la lunga esperienza d’amministratore. Questo suo ultimo mandato al Comune dell’Aquila, per chi scrive fu invece il primo di sei mandati, lunghi 28 anni, svolti fino al 2007, con un’interruzione dal 1990 al ‘94. Condivisi con Ludovico quei cinque anni a Palazzo Margherita, con una Dc un po’ ridimensionata nei voti e nel ruolo (sebbene forte di 16 consiglieri su 40), in una stagione politica di forte impegno ideale e programmatico. Nel 1976 mi venne affidata la responsabilità di capogruppo consiliare della Dc. Ero assai giovane per un ruolo che richiedeva maturità ed esperienza. Eppure ricordo che fu proprio Ludovico Nardecchia a proporre al gruppo consiliare il mio nome, argomentando e sostenendolo con calore. Nel ‘78, a seguito di frizioni tra i partiti della coalizione, si consumò la rottura dell’alleanza, con la conseguente nascita della prima amministrazione di sinistra al Comune dell’Aquila, con 21 voti. Sindaco sempre il sen. Lopardi, il Pci entrò in Giunta con Antonio Centi vicesindaco e la maggioranza costituita da Psi, Psdi e Pri. La Dc all’opposizione.

 

Fu per Ludovico Nardecchia, come si diceva, l’ultimo mandato al comune dell’Aquila, avendo egli rinunciato nel ‘80 a ricandidarsi nella consultazione vittoriosa per la Dc che portò alla nascita della terza Amministrazione di Tullio de Rubeis, della quale per l’intero quinquennio fui assessore. Ludovico seguì invece assai attivamente la vita di partito, egli sempre vicino al sen. Achille Accili che in quegli anni, insieme a Luciano Fabiani, guidava la componente di sinistra in seno alla Dc. Ed altrettanto fervore Nardecchia dedicò ad altri campi d’impegno, dove ha sempre tracciato un segno rimarchevole. Nel lavoro, dapprima come funzionario direttivo dell’Inam, poi continuato come dirigente della Regione Abruzzo. Ma sopra tutto in campo musicale, assumendo la presidenza dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese e guidando poi fino al 2010 – assieme a Vittorio Antonellini direttore artistico – una lunga serie di importanti successi per il prestigioso ente. Subentratogli Antonio Centi alla guida dell’ISA, i suoi meriti venivano riconosciuti con il conferimento della Presidenza onoraria dell’ente, conservata fino ad oggi. L’attivismo sociale di Nardecchia non ha conosciuto mai pause. Va inoltre segnalato l’impulso impresso, unitamente a Tommaso Ceddia e Angelo De Nicola, alla rinnovata “stagione” culturale della Festa di Sant’Agnese, che ha portato l’antica tradizione aquilana all’attenzione nazionale. Come pure vanno ricordate le molteplici iniziative che lo hanno visto protagonista nel sostenere le principali discipline sportive della Città e l’attenzione verso la nostra montagna, una delle sue passioni più autentiche.

 

Ludovico Nardecchia sapeva ascoltare e dialogare con i cittadini. Sapeva stare tra la gente. Un’abitudine ormai in disuso, ora che imperversano i social network e altri media. Era un tratto deciso della sua indole, allenato fin dai primi anni del suo impegno pubblico. Attento ai temi sociali. Con garbo e gentilezza. Con la sua bonomia, la simpatia, la spiccata capacità a tessere relazioni ed a porsi al servizio di tutti. Questa, in fondo, la cifra del suo lungo impegno sociale, politico e culturale per la Città, cui ha dato tutto il suo tempo. Questa la chiave del vasto consenso che i cittadini aquilani, molti proprio del Contado dal quale egli era partito, gli hanno tributato in ogni consultazione elettorale. Lo ricorderemo con il suo sorriso, la voce pacata e suadente, la sua cortesia. A sua moglie Laura e al figlio Giovanni l’orgoglio di custodirne il ricordo. Agli aquilani un buon esempio di cittadino impegnato e di accorto amministratore civico.

 




Pescara. Nell’ambito delle manifestazioni ispirate alla giornata dell’8 marzo le associazioni culturali e sindacali che danno vita al Comitato per la filanda

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 Nell’ambito delle manifestazioni ispirate alla giornata dell’8 marzo

le associazioni  culturali e sindacali che danno vita al Comitato per la filanda  aderiscono e invitano tutte/i ad una manifestazione  simbolica e colorata  sui luoghi del lavoro e dell’emancipazione femminile di Pescara

–   7 marzo – dalle ore 16 alle 17  –

presso ingresso Parco Peter Pan lato via Rigopiano

LA FILANDA di PESCARA C’E’ ANCORA

Quattro generazioni di donne con lane e filati vari, ferri e uncinetti, coloreranno con colori sgargianti i cancelli del cantiere simbolicamente aprendo l’area memoriale al futuro

Per i bambini e le famiglie piccolo laboratorio di tessitura con La Galina Caminante

Tutte/ tutti possono contribuire … filando e/o partecipando

Comitato con la Filanda nel cuore

Alla manifestazione sono stati invitati anche assessori e consiglieri comunali.

Le partecipanti saranno inoltre presenti alla manifestazione delle donne che si svolgerà l’8 marzo a partire da Piazza della Repubblica alle ore 16

Italia nostra- INU AbruzzoMolise- OCA Dd’A-SPI- Cgil-CGIL- Cgil Camera Sindacale Pescara-Commissione PariOpportunità Com.e Pe-MILA donnambiente-UDI Pescara- Associazione Libertà e Giustizia- Pescarabici- Carrozzine Determinate-Comitato Abruzzese Paesaggio- Ass.ne Ville e Palazzi Dannunziani- Stop al cemento-Accademia Musicale Pe- Oltre il Gazebo nofilovia-    Galina Caminante- ANFE prov.Pe  – AUSER-   Spazio Donna Abruzzo-  FAI Abruzzo- Scienza Under18 PE-




BALNEAZIONE, IL RUZZO ASSICURA INVESTIMENTI PER L’ESTATE Al tavolo tecnico garantiti interventi sulla rete acque bianche

 

Il presidente della Ruzzo Reti Spa, Antonio Forlini, stamattina ha incontrato i sindaci di Alba Adriatica e Martinsicuro insieme all’associazione Albatour che ha rappresentato anche l’associazione albergatori di Martinsicuro con i quali è nato un sodalizio di collaborazione. Il numero uno della società acquedottistica teramana ha dato risposte esaustive che hanno soddisfatto gli operatori turistici in merito agli interventi tesi a garantire la tutela della qualità delle acque di balneazione. Per ridurre la carica batterica a mare convogliata dalle canalizzazioni acque bianche, Forlini ha detto che partirà immediatamente a dotare la rete, nei punti previsti, di pompe di sollevamento per defluire le acque di raccolta in fogna in modo da essere depurate. Alle parole seguiranno i fatti perché gli interventi della Ruzzo partiranno a giorni. Parallelamente saranno avviate le ispezioni nella rete stessa per individuare gli allacci abusivi. A Villa Rosa di Martinsicuro, poi, dove non tutte le unità abitative sono allacciate alla rete fognaria ma sono dotate di pozzi Imof, sarà analizzato l’intervento da proporre coinvolgendo l’Ato che ha competenza in merito alle infrastrutture necessarie. Il coinvolgimento dei sindaci dei territori dell’interno sarà l’altro passaggio importante per garantire che nel torrente Vibrata non finiscano reflui. “Siamo pienamente soddisfatti dell’esito dell’incontro con la Ruzzo Reti e ringraziamo il presidente Forlini, i sindaci di Alba Adriatica e Martinsicuro, Tonia Piccioni e Paolo Camaioni, i tecnici comunali – commenta il presidente di Albatour a nome anche dei colleghi albergatori truentini, Giancarla Stipa. Erano queste le risposte che  attendevamo. Con questi presupposti, tutti insieme, siamo convinti che finalmente cambieremo rotta per garantire qualità delle acque di balneazione degne di una località turistica ed a tutela dell’incolumità di tutti. Vigileremo, come sempre abbiamo fatto e continueremo a garantire il nostro pieno supporto alla salvaguardia dell’ambiente e del mare”.

 




Pescara. “LU CARRATURE D’ORE” 27esima edizione 13 marzo 2017

 

 

Torna il 13 marzo 2017 “Lu Carrature d’Ore”, il più antico concorso gastronomico dell’Abruzzo e uno dei più antichi d’Italia organizzato dall’Associazione Provinciale Cuochi di Pescara, patrocinato dal Consiglio Regionale, dalla Provincia di Pescara, dalla Camera di Commercio di Pescara, dalla Fondazione PescarAbruzzo, dall’IPSSAR “F. De Cecco” di Pescara, dalla Fondazione De Victoriis Medori, dallo Slow Food Abruzzo, dalla Confederazione Italiana Agricoltori. In collaborazione con l’agenzia Fiere Service e numerose aziende sponsor del territorio.

 

La competizione si svolgerà all’interno del complesso fieristico “Pescara Fiere” sito in via Tirino, 431 a Pescara in occasione del prestigioso salone dedicato al compartimento ristorativo “SARAL FOOD” nella giornata di lunedì 13 marzo.

 

La giuria, presieduta dal giornalista enogastronomico Massimo Di Cintio, è composta da alcuni tra i più noti cuochi professionisti della Federazione Italiana Cuochi: Gaetano Ragunì (giudice W.A.C.S.), Mario Rabottini, Michele Ottalevi e Christian Castorani.

A contendersi uno degli 8 premi – Carrature d’ore, d’argento e di bronzo, Buccunotte d’Ore per i dolci, Trofeo UCA per l’alta professionalità, Trofeo De Victoriis Medori per il piatto tradizionale, Trofeo Centerba Toro, Trofeo Casal Thaulero al miglior piatto con abbinamento cibo/vino e da questa edizione un ulteriore Trofeo “Estetica del  piatto” – saranno 12 i cuochi abruzzesi che hanno superato una preselezione di circa 26 richieste provenienti dalle quattro province ma anche da cuochi abruzzesi che operano in altre regioni e all’estero.

“Siamo molto soddisfatti della partecipazione e della qualità delle ricette che saranno presentate – spiega Narciso Cicchitti, presidente dell’Associazione Cuochi Pescara che da ventisette anni organizza la manifestazione – a conferma dell’importanza di questo concorso che ha saputo rinnovarsi per essere sempre al passo con i tempi, pur conservando la sua matrice fondamentale legata alla valorizzazione dei prodotti e della cucina abruzzese”.

Particolarità di questa edizione è la nuova location. Uno stand dedicato all’Associazione all’interno di una delle fiere più conosciute della costa Adriatica. Un fitto programma a partire da domenica 12 marzo con l’inaugurazione di una mostra sui piatti artistici che da 27 anni hanno accompagnato e raccontato il concorso “Lu Carrature d’ore”. Un desk informativo dedicato al Tesseramento, lezioni tecnico pratiche, degustazioni guidate di alcuni prodotti tipici regionali e infine tra le attività pomeridiane “L’Abruzzo in un intaglio” dove maestri dell’arte dell’intaglio dell’Associazione esporranno alcuni grands pièces. Mentre lunedì 13 marzo a partire dalle ore

 

 

 

09,30 i riflettori si fermeranno sui concorrenti e sull’area cooking allestita ad hoc per la competizione. La suspance toccherà il suo apice quando nel tardo pomeriggio dal palco fiere verranno proclamati i vincitori. A seguire l’Associazione offrirà un Cocktail preparato dal Team Cuochi Abruzzesi.

 

Associazione Cuochi Pescara: via Lazio, 63 65016 Montesilvano 085 4492761




Giulianova. A New York è morto il decano dei giornalisti giuliesi, Lino Manocchia

E’ scomparso il decano dei giornalisti giuliesi, Lino Manocchia

(Giulianova, 20 febbraio del 1921 – New York, 4 marzo 2017)

 

Giulianova, 4 marzo 2017. Oggi, a New York, intorno alle 10,00 del mattino, le 16,00 italiane, è scomparso il decano dei giornalisti giuliesi e italo-americani, Lino Manocchia. Ne danno notizia i familiari, la direttrice della casa editrice “Artemia” di Mosciano Sant’Angelo, Maria Teresa Orsini e il collega di giulianovanews.it, Walter De Berardinis, amico personale del giornalista giuliese. Nonostante avesse da poco compiuto 96 primavere, l’anno scorso ancora dialogava via cavo e skype con la direttrice e i collaboratori della Artemia editrice, con cui si stava lavorando per l’ennesimo lavoro editoriale che seguiva lui stesso da New York.

Lino Manocchia
Lino Manocchia

Sono addolorata – afferma Maria Teresa Orsini – un giornalista dai modi cortesi e affabili. Una grande personalità e caparbietà, dovuta – continua la Orsini – al fatto che aveva perso il papà (il giornalista Francesco Manocchia) sotto i bombardamenti degli angloamericani a Giulianova nel 1943/1944; ed era reduce dalla prigionia in Germania, dopo essere stato sul fronte balcanico. Abbiamo perso – conclude Maria Teresa – un grande italo-americano, sicuramente nei prossimi mesi lo ricorderemo come giusto che sia per le grandi personalità.

Maria Teresa Orsini, Stefano Pallotta e Walter De Berardinis
Maria Teresa Orsini, Stefano Pallotta e Walter De Berardinis

Targa di giulianovanews,it a Lino Manocchia Targa dell'ODG a Lino Manocchia

Anche il collega Walter De Berardinis lo ricorda così: alla fine del 1998 e gli inizi del 1999, in qualità di redattore del quotidiano online giulianova.it, di proprietà della società “Genesi” di Marco De Merulis, decidemmo di dedicare una rubrica da New York con il grande Lino Manocchia e successivamente emigrò nella mia testata giulianovanews.it; poi seguì la biografia mia e quella della scrittrice Alida Scocco Marini e successivamente due libri “Lino e il microfono” (le sue migliori interviste con i grandi dell’epoca) e “Quando c’era la guerra” ( dove si ricordava il papà nella 1° guerra mondiale), entrambi editi dalla Artemia editrice di Mosciano Sant’Angelo. Perdo un amico, un collega ed anche un pezzo di storia giuliese. Frequenti e notturne, le tante telefonate che Lino mi faceva perché dimenticava il fuso orario tra New York e Giulianova. Devo ringraziare il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Stefano Pallotta, che durante il premio “Polidoro” a L’Aquila ci consegno una targa d’argento alla carriera per Lino Manocchia. Mi dispiace che le varie giunte regionali abruzzesi, nonostante mie sollecitazioni, non attribuì mai la prestigiosa medaglia “Aprutium” premio dedicato agli abruzzesi che si sono distinti fuori dai confini nazionali.

 

 

100 foto di Lino Manocchia

 

 

 

“…Le avversità possono essere delle formidabili occasioni”

Thomas Mann, scrittore (1875-1955)

Lino Manocchia

L’Incredibile storia del decano dei giornalisti giuliesi

di Walter DE BERARDINIS*

 

Il papà di Lino Manocchia, Francesco Manocchia
Il papà di Lino Manocchia, Francesco Manocchia

Lino Manocchia militare
Lino Manocchia militare

Lino Manocchia prima di partire per gli USA
Lino Manocchia prima di partire per gli USA

Pasquale, Omero, Marino Manocchia, per tutti Lino, nasce all’alba (3,00) di un freddo mattino a Giulianova alta il 20 febbraio del 1921, nell’abitazione di Via XX settembre (centro storico) è il primogenito del giornalista e scrittore, il Cav. Francesco Manocchia, poi scomparso nel bombardamento su Giulianova del 29 febbraio del 1944, e di Filomena Spadacci, d’origini toscane. Quel giorno, davanti all’ufficiale dell’anagrafe si presento il papà Francesco con due suoi amici come testimoni: Tommaso Lattanzi, impiegato e Pasquale Galantini, proprietario. Dal matrimonio di quest’ultimi, nacquero anche i suoi tre fratelli: Franco, giornalista del Corriere della Sera; Omero (poi morto per malattia a 17 anni) e Benito (per tutti Benny), corrispondente della Rusconi dagli USA. In realtà il vero nome di Lino è Pasquale (nome del nonno paterno), Omero (nonno materno) e Marino (lo zio paterno di Pittsburgh). Anche se in famiglia lo chiamavano tutti con il diminutivo di Pasqualino, ma per tutti era semplicemente, Lino. L’infanzia a Giulianova viene vissuta soprattutto con i nonni paterni, Pasquale, noto calzolaio della città (poi morto all’età di 94 anni) e della nonna, Lucia Macellaro, casalinga (abitavano dietro l’odierna scuola elementare Edmondo De Amicis, in Via Diaz).

Piazza dove morì il papà di Lino
Piazza dove morì il papà di Lino

Si narra che aveva accarezzato il sogno della vita eclesiastica tanto da costruirsi un altarino in casa dove recitava preghiere e andava a suonare le campane nel vicino Duomo di San Flaviano. Tanto fu che il padre in una delle tante trasferte romane per lavoro contatto personalmente il cardinale Alessio Ascalesi (Afragola, 22 ottobre 1872 – Napoli, 11 maggio 1952) per farlo entrare al seminario di Teramo dove rimase solo due anni. Non mancheranno le occasioni per frequentare i nonni materni in Toscana, nel borgo di Montefollonico, frazione del Comune di Torrita di Siena ed anche a Montepulciano, dove viveva la zia, sposata con un ricco commerciante di stoffe. A Giulianova, gli amici più cari che frequentava erano: Carlo Marcozzi (poi sposato con la Branciaroli), Guido Pompei, Renato Campeti, Ernesto Ciprietti, l’affezionato Giancola e poi Giorgio De Santis, figlio del Sindaco, il geometra Bruno Solipaca, Dante Paolini (giocatore di serie A negli anni 40’/50), Poliandri, Rossi, Epimerio Taffoni, quest’ultimi noti sportivi giuliesi. Intanto il padre, cerca di investire i suoi risparmi nell’ acquisto di una cartoleria/edicola in città ed anche un piccolo appezzamento di terra. Nel frattempo la famiglia si sposta, vicino alla Chiesa di Sant’Anna, dietro il Torrione ed infine, alla fine degli anni ’30 nel palazzo dietro il Comune, dove viveva anche Renato Morganti, padre della sua maestra Maria. Finite le scuole del regno, si iscrive al Regio Istituto Tecnico Industriale “Raffaele Pagliaccetti in  Piazza Vittorio Emanuele II (oggi Piazza della Libertà), diretto dal Dott. Marucci. Alla fine degli anni ’30, quasi diciottenne, ebbe modo di conoscere e frequentare l’Avv. Attilio Re. Le prime battute dell’Avvocato furono profetiche: “perché non scrivi come tuo padre francescuccio, scrivi sul nostro Giulianova calcio. Se sbagli ti aiuto io”. Arrivò quel giorno, la squadra vinse e dovette mantenere la parola data. Poco dopo si recò al Caffè di Germano, nel cuore di Corso Garibaldi, l’Avvocato lesse l’articolo ed approvò. Scese in tutta fretta le scalette che conducono al lido e trasmise, con l’unico telefono pubblico, tutto l’articolo alla redazione.

Lino e Benny Manocchia
Lino e Benny Manocchia

Quel primo articolo gli consentì di prendere la tessera d’ingresso al campo. Il padre, severo, insistette per non farlo continuare, è gli ripeteva sempre: “ con questo mestiere ci si muore di fame”. Ma lui serafico rispondeva: “Ma papà, tu sei un morto di fame!”. Poi iniziò le cronache della famosa Coppa Alleva, in occasione della festa della Madonna dello Splendore del 22 aprile e la sua partecipazione a bordo della splendida Lancia Lambada di Pierino De Felice, con tanto di premiazione con la banda di Introdacqua, diretta dal noto maestro Di Rienzo. Poi tutte le cronache del calcio giuliese: vero, vivo, combattuto sempre nella lealtà, quello di Paolini, Taffoni, Poliandri, Rossi, contro squadroni del calibro della Maceratese, Sambenedettese, Fermana, Teramo, Chieti, Vasto ed altre.

Strano destino quello di Lino, un bel giorno la sua famiglia ricevette dai due fratelli paterni (Gino e Marino Manocchia, proprietari di una fabbrica di tabacchi in Pennsylvania) i biglietti che li avrebbe portati in America. Ma la nonna, Lucia Macellaro, di instabile salute, convinse suo padre a restare a Giulianova.

Con l’avvento del Fascismo, ma anche durante la sua formazione scolastica, partecipò con i movimenti giovanili dell’epoca. Con il tema “Guardo in alto, ammiro e penso”, partecipò agli Agonali Fascisti per le scuole giuliesi, piazzandosi ai primi posti. Poi ci furono le selezioni provinciali a Teramo. Arrivò prima, ma dopo un consulto della giuria, fu retrocesso al secondo posto con un diploma e il primo premio andò al nipote di un funzionario di stato. Si presentò anche agli Agonali sportivi della provincia, partecipò ai cento metri con un paio di scarpette bianche da ballo, mentre il rivale teramano, Lanciaprima, arrivò prima, ma con delle vere e proprie scarpe da ginnastica. Mestamente di accontentò del secondo posto tra gli applausi dei presenti. Dopo la fine della scuole superiori, trovò posto a Torino come supplente (Italiano e Tecnologia).

Finito il periodo torinese, il padre lo iscrive al Regio Collegio Aeronautico “Bruno Mussolini” di Forlì, per istradarlo ad una sicura carriera militare nella Regia Aeronautica Italiana. Un bel giorno, in visita al Regio Collegio, arrivò il Duce in persona, da buon giuliese si fece avanti per stringergli la mano. Al termine della visita ufficiale, il redattore dell’EIAR (l’agenzia di stampa governativa) dettò il resoconto della visita, ma il suo collega aviere, preso dall’emozione non riuscì ad affilare una parola. All’ora il Colonnello lo chiamò e gli chiese di trascrivere il resoconto. Poi, dopo la stesura, lo stesso Mussolini lo visionò e si congratulò con lui e chiese chi era quel bravo ragazzo. Quando rispose con nome e cognome, il Capo del Fascismo sorrise ed esclamò: “…sei il figlio di Francesco?”. Infatti, il padre, allora era il corrispondente da Teramo per il “il Popolo d’Italia”, il quotidiano del Partito Nazionale Fascista. Poco dopo, allo scoppio la guerra, inquadrato nella Regia Aeronautica Italiana, verrà trasferito a Mostar, nell’ex Jugoslavia. Ebbe modo di incontrare con il concittadino, Elio Fracassa, già esattore delle giocate delle lotterie di stato. Dopo la resa dell’Italia dell’8 settembre, e dopo una lunga odissea dentro i vagoni merci, come giovane sottotenente, fu internato in uno stalag nelle zone di Francoforte sul Meno, in Germania. L’internamento era stato così duro, che anche oggi fatica a ricordare quei terribili giorni di sofferenza.

Dopo tre anni di dura prigionia, viene rimpatriato, ma fa l’amara scoperta che suo padre è morto a causa di un ennesimo bombardamento angloamericano su Giulianova. La bomba, caduta il 29 febbraio del 1944, aveva centrato in pieno il palazzo (dietro l’odierna sede comunale). Morirono molti condomini e per fortuna si salvarono la Madre e i suoi tre fratelli. Tra l’altro, uno dei fratelli, Benito, fu colpito da ben 30 schegge. Poi gli anni duri della ricostruzione, venticinquenne, con una vita tutta da inventare, con i primi lavori con il Comune di Giulianova, organizzando eventi per le feste d’estate, un modo per aiutare la madre ed i suoi tre fratelli più piccoli. Innamoratosi della sua concittadina, Ada Di Michele, figlia di emigranti italiani già negli USA, nata nell’Ohio, sfocerà in matrimonio il 15 luglio 1948, nella parrocchia del lido. Intanto aveva ripreso le collaborazioni con diverse testate giornalistiche italiane, molte delle quali dirette dai colleghi di suo padre Francesco. Ma anche a livello locale seguiva le vicende della sua città. Come quella dell’Avv. Riccardo Cerulli, che voleva “annettere” la frazione di Cologna (Roseto degli Abruzzi) a Giulianova. Poi la battaglia giornalistica in favore della salvaguardia dell’ex Colonia Rosa Maltoni Mussolini. C’erano anche le grandi serate al Kursaal, dove allestiva delle splendide serate con cantanti, sfilate di Miss, orchestre e balli, tutto intorno al mitico Trenino di Santa Fè, un trenino dove venivano approntati dei mini locali per servire gli avventori; successivanete cambio nome in “Il Calipso Fiorito” e poi la famosa “Lanterna Blu”; dove si esibirono i migliori cantati dell’epoca: Mina, Jula De Palma, Peppino Di Capri, Nicola Arigliano, Nico Fidenco, ecc. Nonostante l’impegno e la voglia di riscatto, per Lino si profilava la via dell’espatrio per accarezzare il sogno americano. Era nei primi giorni di marzo del 1949, quando, con il piroscafo Vulcania si imbarcò a Napoli insieme alla moglie (tratta Genova-Napoli-New York) alla volta degli USA. Salutò Giulianova con una serata indimenticabile a casa di Bruno Solipaca ed in compagnia di Giorgio De Santis, Dante e Renato Granata, Claudio Gerardini, Carlo Marcozzi e Renato  Lattanzi.

Arrivato a New York, visse un periodo nel Bronx, nel quartiere “Piccola Italia”, poi nella zona del Westchester, oggi nota zona residenziale. All’inizio si arrangiava facendo il macellaio con il suocero (già cittadino americano), ed inseguito, con un cuoco sorrentino aprì un ristorante “da Capri”. Uscito fuori dal mondo della ristorazione, per via degli inizi di collaborazioni con la “Voice of America” e anche come corrispondente dall’estero per giornali italiani. Iniziò anche con la tv americana, presentando un programma televisivo settimanale sulla rete “Wevd” e uno radiofonico sulla “Whom”. Mentre, si stavano aprendo le porte dei famosi studios americani con le “prime” mondiali del mondo della celluloide. Numerosi e tanti, furono gli attori ed attrici che ha intervistato e conosciuto dei quali conserva ancora preziose foto. Ha incontrato ed intervistato personaggi come: Frank Sinatra, Dean Martin, Perry Como, Rocky Marciano, Juan Manuel Fangio, Mario Andretti e tanti altri illustri personaggi. Durante il lavoro con Voice of America, Manocchia ha avuto modo di intervistare cinque Presidenti americani: Eisenhower, Kennedy, Johnson, Carter e Clinton. Manocchia trovava anche il tempo per inviare, tramite la Voice of America, servizi regionali per l’Abruzzo, con la Rai di Pescara, allora diretta dal noto giornalista Dino Tiboni. Iniziò come corrispondente del “Messaggero” di Roma, il “Secolo XIX” di Genova, la “Gazzetta di Mantova”, ed altri. Poi l’incontro con il grande giornalista Luigi (Gino) Palumbo che lo portò a “Sport Sud” e poi al “Corriere della Sera”, dove collaborò per nove anni, per poi passare alla “Stampa” di Torino. E’ stato anche cofondatore di “Stadio” di Bologna, assieme a Remo Roveri ed altri, poi divenuto “Stadio-Corriere dello sport”, la cui collaborazione continuò anche dagli Stati Uniti con interessanti reportage. E’ stato inviato speciale di importanti testate, narrando della “SAC”, la Linea aerea strategica degli Usa, un paio di lanci di satelliti in coppia col compianto collega Ruggero Orlando, ricevendo anche dalla Commissione della Rai il più alto elogio per una sua trasmissione sull’anno geofisico. Senza trascurare di intervistare tanti abruzzesi in America, narrando le loro “odissee”. Corrispondente ventennale con i settimanali automobilistici “Rombo” (con il giornalista teramano  Marcello Sabbatini, recentemente scomparso), “Autosprint” e “Controsterzo”, ora concentra la sua attività, malgrado le numerose primavere, ancora pubblica i suoi lavori su Internet. La sua famiglia è nata nel giornalismo, dopo Lino, emergono Franco, ex redattore del “Corriere della Sera” e poi Benny (Benito), anch’egli dagli Stati Uniti per la “Rusconi”. Manocchia ha avuto numerose offerte per scrivere qualche libro sulla sua attività americana e soprattutto sui 40 anni ad Indianapolis” la famosa 500 miglia, la corsa più spettacolare del mondo. Oggi Manocchia vive a Cambridge nello stato di New York, insieme a suo figlio Adriano (sposato anche lui con la giuliese, Teresa Schiavi), noto artista e suo nipote Adriano Jr, manager del reparto ricerche della Cornell University di Ithaca a New York. Nonostante l’età, sfidando spesso i disagi dei voli aerei, segue le varie manifestazioni motoristiche delle quali è un noto esperto, incontrando famosi attori americani, appassionati di motori, una passione nata da un’intervista a Tazio Nuvolari, prima di una Coppa Acerbo a Pescara. A cavallo della fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni 2000 inizia una fitta corrispondenza via mail e via cavo con il sottoscritto, poi sfociata nella collaborazione con il mio giornale giulianovanews.it e successivamente con il giornale online diretto dal collega Ludovico Raimondi, giulianovailbelvedere.it. Successivamente inizia le collaborazioni abruzzesi con News Italia Press; la Gazzetta del Sud africa; primadanoi.it, abruzzopress.info del collega Marino Solfanelli,  Nell’aprile del 2008, proposi un riconoscimento pubblico a Lino tramite la Regione Abruzzo con il premio Aprutium e al Comune di Giulianova, con una targa di riconoscimento, ma senza esito in entrambi i casi. Nel dicembre 2014 fui più fortunato, grazie alla mia proposta e all’impegno profuso del Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta e la commissione giudicatrice della XIII edizione del Premio Polidoro ritenne di assegnare un encomio per la carriera al “nostro” Lino Manocchia. La cerimonia di premiazione si svolse venerdì 12 dicembre, presso l’auditorium Bper a L’Aquila con la prestigiosa presenza del Presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Prof. Francesco Sabatini e la presenza delladirettrice della Artemia, Maria Teresa Orsini che ritirò il premio. In realtà a Lino il 24 ottobre 2013, a Giulianova, durante la presentazione del suo volume  dal titolo “Lino e il microfono”, fu omaggiato dalla sua Giulianova grazie proprio alla casa editrice Artemia Editrice diretta da Maria Teresa Orsini. Oltre agli innumerevoli riconoscimenti durante la sua professione ricevuti nella sua straordinaria carriera, Manocchia, il 23 aprile 1946, a firma del Ministro della Casa Reale Lucifero Falcone (Falcone Lucifero dei marchesi di Aprigliano (1898-1997)), fu nominato Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia. Oltre all’encomio, anche la la mia testata online www.giulianovanews.it ha ritenuto di omaggiare il giornalista giuliese con una targa di merito consegnata a L’Aquila nel 2014, che recita la seguente frase: “al decano dei giuliesi Lino Manocchia, dedico questa frase di Enzo Anselmo Ferrari (Modena, 18 febbraio 1898 – Modena, 14 agosto 1988) “Sono i sogni a far vivere l’uomo. Il destino è in buona parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente quel che vogliamo e siamo decisi ad ottenerlo.” Con l’opera “La lotteria, un campo tedesco per prigionieri di guerra” al commendatore Lino Manocchia vinse il premio “MONTEFIORE NEL MONDO”, era il 28 Settembre alle ore 15.00 presso il Teatri Malatesta di Montefiore Conca. Da non dimenticare le uniche due biografie pubblicate su Lino: una del sottoscritto sull’annuale storico “Madonna dello Splendore” e successivamente dall’amica e collega, Alida Scocco Marini nel secondo tomo di “Conosciamoci e facciamoci conoscere”; Poi lAccademia Culturale Internazionale di San Giovanni Crisostomo, presieduta dal Presidente, Giuseppe Del Zoppo il 17 agosto 2013, presso la sede del Centro Culturale San Nicola a Pescocostanzo (AQ), in occasione del Premio culturale Internazionale, “ SAN GIOVANNI CRISOSTOMO “ premiarono me e Lino per l’attività giornalista

 

Lino Manocchia: “Rifarei tutto, ma cancellerei i dolori della guerra”. Mentre scrivevo questo breve profilo biografico, gli ho chiesto: ricominceresti da capo senza cambiare nulla? Lui mi ha risposto: “Certo che accetterei. Ma cancellerei la parentesi della prigionia in Germania e la perdita di mio padre sotto le bombe. La vita mi ha dato tanto ed io le sono grato insieme alla Provvidenza che mi ha guidato, aiutato e sorretto,  facendomi acquisire una esperienza favolosa. Ringrazio anche il dono della capacità di volgere in gioco le più crudeli avversità di comunicare col pubblico, in un sapiente dosaggio di ruoli. La mia vita è un romanzo multicolore, bello, reso affascinante dalla moltitudine di soggetti incontrati e trattati.” Credo, alla luce di quanto raccontato, che questo illustre giuliese, ultra 90enne ed ancora in attività, abbia una miscela esplosiva di estro e di calcolo, di impulsività e scetticismo, condito dalla spregiudicatezza che accomuna molti giuliesi conosciuti fin adesso. Eppure non c’è stato interlocutore più amabile, agguerrito e conversatore come lo è lui. Uno che si reputa “artigiano” della penna. Un cronista chiaro nell’esposizione dei fatti raccontati. Che magnifico istrione questo Lino Manocchia,  nato a Giulianova quasi 96anni fa. Credo che la Città di Giulianova lo debba onorare con un encomio pubblico per aver portato il lavoro e la laboriosità di noi giuliesi fuori dai confini nazionali e con la speranza che lo faccia il CRAM Abruzzo per un abruzzese che ha onorato la sua regione.

Non so se farà piacere e se leggera questo mio pezzo Lino, il “monello” come lui e il collega Ludovico Raimondi amano spesso chiamarmi, spera che i posteri possano in seguito rileggere e riscoprire chi della giuliesità prima e l’italianità dopo, ha dimostrato di farsi valere fuori dai confini regionali; mentre scrivo quest’ultime righe penso a mio fratello Arino che ha dovuto emigrare per realizzarsi niente di poco meno che a Tokyo e alla sfortunata sulmonese Fabrizia Di Lorenzo che aveva appena accarezzato il sogno di realizzarsi fuori i confini nazionali. Non me ne voglia Lino, ma a queste due ultime persone va il mio pensiero di abruzzese e giuliese.

 

 

 

 

*giornalista e fondatore della testata giornalistica giulianovanews.it




CERCASI MECENATI PER VALORIZZARE L’ARCHEOLOGIA DI FOSSA (AQ)

 

La necropoli vestina di Fossa da oggi nella “vetrina on line” di Art Bonus:

un impegno concreto della Soprintendenza per la valorizzazione e la fruizione.

foto necropoli fossa

 

 

È il primo – e ad oggi l’unico – intervento in Abruzzo presente nel portale Art bonus su proposta di istituti MIBACT. Ed è un segnale importante per richiamare l’attenzione di mecenati ed investitori privati sulla futura valorizzazione culturale e turistica di un sito archeologico straordinario e unico nel suo genere: la Necropoli vestina di Fossa. Un complesso funerario di circa 500 tombe, tra semplici sepolture in terra e monumenti sepolcrali, risalenti ad un periodo compreso tra il IX secolo a. C. e il I d. C., tra le quali spiccano i grandi tumuli (di diametro che varia tra gli 8 ed i 15 metri) delimitati da circoli di pietre, caratterizzati da enigmatici allineamenti di menhir.

La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila e cratere ha attivato da oltre un anno diverse iniziative volte alla promozione e alla fruizione della necropoli, come le aperture straordinarie e le aperture estive con visite guidate in collaborazione con il Comune – afferma la Soprintendente Alessandra Vittorini – e ha ora deciso di investire nuove energie e rinnovato impegno per il restauro e la valorizzazione della necropoli e dell’intero sistema delle preesistenze archeologiche di Fossa, luogo dell’antica città romana di Aveja.”.

 

Il portale Art Bonus (www.artbonus.gov.it) raccoglie ad oggi circa 770 proposte di intervento per il restauro di beni culturali pubblici, di cui solo 85 su iniziativa MiBACT. Tra di esse è ora presente – unica proposta per l’Abruzzo – anche la Necropoli di Fossa, con una scheda che descrive non solo le origini, la storia e lo stato di conservazione del sito, ma anche il programma di interventi di riqualificazione necessari per la valorizzazione e la migliore fruizione. Un messaggio rivolto a mecenati e investitori privati interessati a sostenere il recupero del patrimonio culturale locale nella prospettiva futura di un rilancio economico, sociale e turistico dell’intero comprensorio. I fondi erogati potranno usufruire degli ampi benefici fiscali previsti dalla legge “Art Bonus” (credito d’imposta pari al 65%).

 

Il progetto comprende una prima fase di interventi di restauro ambientale e valorizzazione (per un importo di 750.000 euro) attraverso il ripristino del rapporto tra le evidenze monumentali della necropoli, l’ambiente e il paesaggio, con l’obiettivo di aiutare il visitatore a percepire l’aspetto originario del luogo. Seguirà una seconda fase di interventi – da attivare d’intesa con l’Amministrazione comunale – per la riqualificazione dello stabile incompiuto di proprietà comunale contiguo all’area archeologica, con l’obiettivo di dotare il sito di servizi e spazi idonei per la gestione, l’accoglienza e la promozione (http://artbonus.gov.it/117-28-necropoli-di-fossa-(aq).html).

 

L’Aquila, 3 marzo 2017




Pescara. Una comunità è tanto più civile quanto più cresce la sua legalità.

 

Ma perché cresca la legalità è importante non solo che i cittadini siano rispettosi delle leggi, è ugualmente importante che lo Stato, nelle sue varie articolazioni, sia rispettoso dei diritti dei cittadini.

A Pescara da qualche tempo i cittadini sono invece sottoposti a comportamenti iniqui da parte dell’Amministrazione Comunale.

Molti pescaresi si sono rivolti agli sportelli della Federconsumatori per denunciare di essere sottoposti a vessazioni da parte della Soget e dell’Amministrazione comunale.

Il caso più eclatante  riguarda A. C. che si è visto recapitare una ingiunzione per un “mancato pagamento”  ICI del 2009. In realtà il pagamento era già avvenuto proprio presso gli uffici della Soget, e l’incapacità di “dialogare” tra uffici comunali e quelli della Soget ha costretto il pescarese a estenuanti file presso gli Uffici postali prima, e poi presso quelli comunali, per dimostrare un pagamento avvenuto tre anni fa.

Lo stesso cittadino, ha poi ricevuto ulteriori due ingiunzioni dalla Soget per pagare l’ICI per abitazioni per le quali era stata già pagata.

E non si tratta di casi isolati. Ogni giorno presso gli uffici comunali ci sono vari cittadini costretti a documentare pagamenti già effettuati, compromettendo così sia la fruizione del loro tempo, sia la fiducia verso le Istituzioni.

Giustamente va censurata l’illegalità diffusa nei nostri quartieri, ma ancor di più deve essere denunciata l’illegalità dei nostri Palazzi.

Solo così possiamo sperare di far crescere la legalità dentro la nostra comunità.

 

 

Federconsumatori Abruzzo