Roseto. Sport per la Vita: rinviato al 25 Febbraio il Gran Galà di pattinaggio artistico

 

 

Gli organizzatori esprimono cordoglio per le vittime

 

 Scott Cohen_MariaLuisa D'Elpidio

Roseto, 24 Gennaio 2017 – I responsabili del Comitato organizzatore di Sport per la Vita, in accordo con l’Amministrazione comunale e con tutte le società di pattinaggio abruzzesi, comunicano che la 32° edizione del Gran Galà di Pattinaggio artistico, prevista per sabato 4 Febbraio, è stata rinviata.

L’evento, il cui incasso è totalmente devoluto in beneficenza si terrà sabato 25 Febbraio prossimo, sempre al PalaMaggetti di Roseto degli Abruzzi.

 

«Non si poteva vivere un momento di festa – spiegano gli organizzatori – con animo rattristato da quanto accaduto. Siamo infatti vicini a tutte le famiglie delle vittime della terribile disgrazia dell’hotel Rigopiano di Farindola e a tutte le famiglie dei paesi rimasti isolati e al buio per tanti giorni in seguito alle imponenti nevicate.

Una vicenda che ha toccato profondamente e duramente l’intera comunità del nostro Abruzzo. Per questo motivo abbiamo deciso, in accordo con gli Enti pubblici, gli atleti e gli artisti coinvolti nella manifestazione, di rinviare l’evento di beneficienza al 25 di Febbario”.

 

Anche quest’anno lo spettacolo di solidarietà raccoglie fondi da donare per scopi benefici e tutto il ricavato della serata andranno a due importantissime Onlus; la Lega Fibrosi Cistica Abruzzo e l’Unitalsi Abruzzo.

 




L’Aquila. Giornata della memoria, iniziativa alla sala Ance

 

 

 

Torna puntuale anche quest’anno, la consueta iniziativa inserita all’interno delle celebrazioni internazionali sulla Giornata della memoria organizzata dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica” con la presenza del Centro Ebraico “Il Pitigliani” e della Biblioteca “S. Tommasi”.

 

Domani, Venerdì 27 Gennaio a partire dalle ore 10.00 presso la Sala Ance, centinaia di giovani studenti delle Scuole medie inferiori cittadine assisteranno alla proiezione del film Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman (UK, Usa 2008). Il lungometraggio è tratto dal romanzo dell’irlandese John Boynt, tradotto con grande successo in oltre trenta paesi. La giornata verrà impreziosita inoltre dagli interventi e dagli approfondimenti dei docenti, Prof. Roberto Biondi e Prof.ssa Manuela D’Alessio che forniranno utili elementi storici per contestualizzare una delle più grandi tragedie dell’umanità.

 

Diversi i plessi scolastici che hanno aderito all’iniziativa: Scuola media Mazzini, Patini, Carducci e Dante Alighieri.

 

Ingresso libero.

 

 

L’Aquila, lì 26 Gennaio 2017




Presentazione di GeRussia (Castelvecchi) a Teramo

Venerdì – a partire dalle ore 19 – presso il Circolo Teramano (via Nazario Sauro, 57 – TE) si terrà la presentazione del volume GeRussia (Castelvecchi) del giornalista e saggista Salvatore Santangelo.

Con l‘autore si confronteranno Gianluca D’Ecclesia e Pietro Ferrari.
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GeRussia  ricostruisce la storia e  l ‘attualità di uno degli snodi politici più importanti del nostro tempo.

Salvatore Santangelo, giornalista professionista, dopo la laurea in Scienze politiche ha conseguito un dottorato in Storia dell’Europa. Ha pubblicato anche Frammenti di un mondo globale e Le lance spezzate. Fra le sue collaborazioni quelle con «Il Foglio», «Il Tempo», «Limes» e «The Huffington Post». 

La sua analisi risale alle radici e alle ferite storiche della relazione tra Mosca e Berlino (GeRussia appunto), per arrivare agli sviluppi degli ultimi anni, nel nuovo quadro emerso dalla crisi dell’equilibrio unipolare e dall’affermazione di due forti leadership politiche, quelle di Angela Merkel e di Vladimir Putin

Dalle immagini drammatiche degli stermini e delle macerie fumanti di Stalingrado e di Berlino fino agli odierni intrecci politici, economici e culturali tra russi e tedeschi, GeRussia disegna una scacchiera viva, fatta di calcoli, interessi e strategie, da cui dipenderà in larga misura il futuro dell’Europa. 

«Santangelo si muove con precisione: descrive lo statuto imperiale del mondo a guida statunitense, ne illumina i segni di decadenza e assume in modo non scontato alcune delle categorie della politica schmittiana» ( Alessandro Giuli, «il Foglio»).

Per l’avvocato Ferrari, la serata sarà l’occasione per sviluppare «una riflessione geopolitica su Europa e Russia davanti alla novità dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca». D’Ecclesia, che introdurrà l’incontro, svilupperà gli aspetti che investono lo scacchiere mediorientale, in particolare Turchia e Siria.

 




Abruzzo. Maltempo: DICHIARAZIONE MARCO RAPINO, SEGRETARIO PD ABRUZZO

 

 

“La drammatica perdita di vite umane, come Partito Democratico ci addolora profondamente, per questo esprimiamo il nostro sincero cordoglio ai famigliari e parenti delle vittime.

 

Oggi siamo di fronte ad un Abruzzo piegato da eventi naturali eccezionali, ma siamo soprattutto, di fronte alle incertezze di chi doveva garantire sicurezza e servizi efficienti. Sono tante le riflessioni, tutte amare, della tragedia che ha avvolto la nostra regione, che ora ci impongono argomenti chiari, limpidi, diretti.

 

Il primo è un interrogativo su cosa non ha funzionato, ad esempio, su come sia  stato possibile che una società nazionale come Enel abbia lasciato senza energia 200 mila cittadini, per giorni e giorni. Come non sia riuscita a dare un senso alla parola efficienza, non abbia avuto la prontezza di tenere fede alla sua missione strategica, quella di essere al servizio del Paese, soprattutto in casi di emergenza.

 

Oggi, purtroppo, non vale nascondersi dietro le parole di “eccezionalità” e “natura che si ribella”, come se queste potessero farci dimenticare i limiti dell’azione umana e delle troppe mancate iniziative di prevenzione, che devono esistere in concreto e non solo sulle carte lasciate nei cassetti. Come tutte le sciagure dobbiamo essere capaci di capire perché un evento si trasforma in tragedia, nella gravissima perdita di decine di vite umane. In questo percorso di conoscenza possono aiutarci molte persone, quelle che abbiamo visto all’opera, dai volontari, alle forze dell’ordine, i vigili del fuoco, fino ai sindaci, agli amministratori locali, che conoscono i loro territori, sanno come intervenire, ma a questi primi cittadini vanno dati i mezzi, le risorse per fare prevenzione e agire con urgenza. Altrimenti li condanniamo ad essere isolati e, purtroppo, ad essere capri espiatori di incapacità altrui.

 

Abbiamo oggi il compito di aprire una riflessione vera sul ruolo della prevenzione, che sappia mettere in discussione anche le scelte fatte, quelle fatte male, quelle che esistono solo formalmente, ma che si perdono alla prima necessità reale. Prevenzione, risorse, uomini capaci e mezzi efficienti, questo serve, e su questo dobbiamo insistere.

 

Il problema della montagna, lo sanno bene quei cittadini che ci vivono tra molti disagi, è lo spopolamento, la carenza di risorse e progetti innovativi, dobbiamo porre al centro delle nostre azioni questo grave fenomeno che investe tutto l’Appennino. Ora partendo dall’Abruzzo questa emergenza deve essere un tema Nazionale. Il Pd se ne farà carico, da subito: chiameremo a raccolta le altre Regioni per stabilire un percorso vero sui problemi. Il presidente della Repubblica, Mattarella, il premier Gentiloni e il Segretario del Pd Matteo Renzi, siamo certi saranno nostri alleati, su questo possiamo contare. Ma dobbiamo essere noi a fare proposte e atti concreti.

 

Nel dramma abruzzese abbiamo visto le esitazioni, le burocrazie, la mancanza di mezzi e di lucidità, ma abbiamo visto e assistito per giorni e notti all’impegno eroico di uomini e donne, dei soccorritori, degli operatori sanitari, dei volontari, delle forze dell’ordine, di uomini dal cuore enorme come quello dei Vigili del Fuoco. Non possiamo disperdere questo patrimonio fatto di impegno e fatica, dobbiamo valorizzarlo in tutti i modi possibili, dobbiamo apprendere da questi uomini, ascoltare i loro giudizi, le loro considerazioni e suggerimenti.

 

Sulle manchevolezze, sulle responsabilità saranno gli inquirenti e la magistratura a fare luce, a dirci se tutto quello che è accaduto poteva essere in qualche modo evitato. Alla politica, invece, serve un maggiore senso di responsabilità, di coralità, di azione concreta. Inseguendo i populismi si arriva a vicoli ciechi, l’idea che enti come le Province non servano, in questi anni hanno indebolito i territori e davanti alle emergenze non possiamo non ripensare alle scelte fatte.

 

Le istituzioni locali devono fare la loro parte, sollecitare uno Stato capace di definire funzioni e competenze certe, a cui i cittadini possono rivolgersi. Una linea di comando certa, capace di agire in modo tempestivo davanti alle emergenze. C’è bisogno di efficienza e scelte coraggiose. La politica deve fare di più, con determinazione e umiltà. Dobbiamo costruire un Abruzzo più sicuro, dove non si debba avere il timore di rimanere isolati. Non possiamo più consentirlo.

 

Questa tragedia con i suoi lutti, ci rimarrà nel cuore. La politica in primo luogo sappia essere all’altezza dei tanti volontari che, in questi giorni così duri, hanno lavorato con sentimento e forza. Le polemiche non aiutano nessuno, ora servono risorse e uomini capaci di gestire anche l’eccezionalità. Lo sappiamo, i fenomeni  naturali risentono delle scelte sbagliate degli uomini, dobbiamo essere preparati ad eventi sempre più intensi e talvolta devastanti che espongono una regione ricca di natura come l’Abruzzo ad essere  più fragile e vulnerabile. Ora diciamolo chiaro, tutto questo ha bisogno di una classe dirigente di grandi capacità, di un impegno eccezionale. Serve prevenzione, ricerca, fondi e progetti concreti. Altrimenti saremo costretti a convivere con inefficienza e limiti che saranno fatali.”




Abruzzo. WWF: cordoglio per le vittime e ringraziamenti convinti per soccorritori e volontari, ma quello che è accaduto dipende anche da pessima programmazione

……e da una serie di errori della politica mentre i ritardi nel ripristino delle linee elettriche hanno superato i limiti dell’accettabile

La proposta del WWF: “Si riveda il Masterplan per salvare la regione”

L’Abruzzo non ha bisogno di grandi opere, ma di manutenzione e messa in sicurezza del territorio

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Sono ormai trascorsi parecchi giorni dall’ondata di maltempo e dalle nuove scosse di terremoto che hanno interessato l’Abruzzo.

Come abruzzesi e come volontari di un’associazione che opera in questa regione da oltre quarant’anni vogliamo in primo luogo manifestare il nostro cordoglio per le vittime e la nostra vicinanza alle loro famiglie.

In secondo luogo sentiamo il bisogno di ringraziare quanti si sono prodigati e si stanno prodigando per portare soccorso in condizioni spesso difficilissime. Il nostro grazie va alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, agli amministratori e ai dipendenti degli Enti locali investiti da un carico di lavoro e di impegno straordinari, ai tanti volontari della Protezione Civile, ma anche a tutti quei cittadini che si sono organizzati spontaneamente per portare aiuti, da soli o in piccoli gruppi, rafforzando così quel senso di comunità che dovrebbe essere la caratteristica del nostro vivere.

In terzo luogo ci sentiamo però di affermare che, per quanto le situazioni verificatesi siano state difficili, i ritardi accumulati nel ripristinare l’energia elettrica (e di conseguenza in moltissimi casi nel riattivare il riscaldamento delle abitazioni) e nel raggiungere interi paesi rimasti isolati per giorni e giorni non sono giustificabili.

Al di là dell’eccezionale impegno dei singoli, quanto si è verificato, e che potrà verificarsi puntualmente alla prossima “emergenza”, non è soltanto la conseguenza di condizioni straordinarie, ma anche di un sistema di gestione che mostra ormai tutti suoi limiti: continui tagli ai servizi essenziali, riforme che cambiano situazioni consolidate senza prospettarne altre, catene di comando saltate, mancanza di manutenzione producono quanto stiamo vivendo.

Di fronte a un simile scenario è obbligatorio cambiare profondamente rotta.

Il movimento ambientalista, riprendendo studi di scienziati e ricercatori, da decenni ripete che l’unica grande opera pubblica di cui questo Paese avrebbe bisogno è la messa in sicurezza del territorio. E invece la logica che è dietro alle politiche di tutti i governi, nazionali e regionali succedutisi negli ultimi decenni, è quella del consumo del suolo, delle risorse naturali, dei beni comuni. Cittadini consapevoli devono chiedere ai propri amministratori politiche nuove. Amministratori responsabili devono attuare queste politiche nuove.

Per questo il WWF avanza una precisa proposta: la classe politica abruzzese, che ha toccato con mano i disastri e i disagi che derivano da una cattiva gestione del suolo e che in queste convulse giornate ha da più parti denunciato i limiti di scelte ancorate a visioni ormai superate di uno “sviluppo” che alla lunga porta solo danno, si faccia promotrice di una rivoluzione culturale e trovi il modo, stringendo un vero e proprio “Patto per l’Abruzzo”, per rivedere totalmente il “Masterplan”, eliminando le opere che violentano il territorio e utilizzando quei soldi per la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, il consolidamento antisismico degli edifici a rischio (a cominciare dalle scuole), il potenziamento del trasporto ferroviario, la valorizzazione di una offerta turistica diffusa e verde (l’unica che ha un futuro), la predisposizione di piani di emergenza con strutture e mezzi tenuti sempre in efficienza …

Una classe politica seria deve assumersi questo impegno. E se non è in grado di farlo, deve farsi da parte.

Il presidente D’Alfonso e la sua giunta con una simile scelta resterebbero nella storia di questa regione, non certo con le ennesime, inutili e dannose, colate di cemento in ogni angolo della regione.

WWF Italia Onlus, Abruzzo




Pescara. Lutto: M5S SU CORDOVA

Siamo grati a Gianni Cordova per ciò che ha fatto nella nostra città e per l’esempio meraviglioso che ha lasciato a tanti ragazzi in difficoltà. Gianni ha dimostrato con i fatti che c’è una speranza anche nelle situazioni più difficili. Un uomo generoso, un cuore grande nel profondo impegno sociale ed una tenacia senza fine. Oggi Pescara saluta un uomo straordinario che ricorderà per sempre  con  rispetto,  guardando tutto ciò che Gianni è stato capace di realizzare. A lui il nostro grazie, alla sua famiglia le più sentite condoglianze.



Rigopiano (Farindola). Marano Mario Viola: RIGIOPIANO: STORIA PASSATA E PRESENTE

Riceviamo e pubblichiamo

Farindola, 26 gennaio 2016

 

 

RIGIOPIANO: STORIA PASSATA E PRESENTE

 

FONTE PROFILO FACEBOOK

 

Dalla mia casa materna e paterna, situata a 600 mt. s.l.m., a 2 km da Farindola, si vede l’intera catena meridionale del Gran Sasso d’Italia, dal Monte Siella al Colle Arcone.

Il Monte Siella, da dove è partita la valanga del 18 gennaio che ha colpito il Resort Gran Sasso “Il Vate”, mi è piaciuto sin da piccolo perchè alto, imponente, coperto dalla neve d’inverno, ad eccezione del versante est dove i venti fortissimi si divertono a spazzarla depositandola nel canalino “la Genzianella”. Per me è stata la montagna al femminile, elegante come una sposa, tanto da suggerirmi il ruolo di protettrice dell’area sottostante di Rigopiano. Sui suoi fianchi e canalini ghiacciati dei versanti nord ed est ho praticato le mie prime salite invernali con ramponi e piccozza e le discese con gli sci in solitaria. Conosco tutti gli aspetti di questa montagna (geomorfologici, carsici, idrici, vegetali, faunistici, storici).

Avevo 5 anni quando, nel 1950, mio padre mi portò a Rigopiano per la prima volta, in occasione della Festa degli Alpini, per assistere all’inaugurazione del primo sbancamento relativo alla costruzione della nuova strada per Vado di Sole e Campo Imperatore. Ricordo le emozioni che provai nel camminare sulla prateria, nell’osservare l’estesa foresta di faggi, nel vedere da vicino le cime dei monti San Vito, Siella e Coppe, le tante pecore, mucche, vitelli, muli, asini e cavalli al pascolo, i due rifugi “Tito Acerbo” e “Rigopiano”, i fontanili, il vivaio forestale sperimentale e le due stinzie per i pastori. Un ambiente integrale, un paradiso terrestre nel quale l’uomo aveva saputo collocare armonicamente nel paesaggio i fabbricati, nei punti ritenuti più sicuri. I suddetti rifugi furono costruiti nella prima metà del secolo scorso, sulle rovine della chiesa alto-medievale e medievale benedettina di Santa Cecilia con annessi convento e foresteria, dipendente, nel IX sec. d. C., dall’Abbazia di Montecassino (Carta Archeologica della Provincia di Pescara redatta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Abruzzo). Il complesso architettonico costruito su un preesistente luogo di culto antico italico-romano, svolgeva la funzione di punto di sosta e ristoro di pellegrini, pastori, soldati e mercanti, sulla direttrice dell’antica via di comunicazione dalla costa adriatica alla costa tirrenica, Atri-Penne-Farindola-Rigopiano-Vado Siella-Campo Imperatore-Paganica-L’Aquila-Roma.

Pochi anni dopo mio padre mi portò sul Vado di Siella per il turno di assistenza alle pecore durante l’alpeggio. In quelle occasioni potei osservare dall’alto la piana di Campo Imperatore che mi apparve sconfinata e silenziosa in quanto le strade non erano state ancora realizzate.

Gli insegnanti della Scuola Media di Penne ci portavano a Rigopiano ogni anno, a maggio, per farci vivere una giornata nella natura. Nel periodo pasquale noi ragazzi salivamo a Rigopiano a piedi, da Farindola, per passare una giornata in allegria tra la neve e i primi fiori.

Il rifugio “Rigopiano”, di proprietà comunale, era stato gestito dalla Sezione CAI di Pescara per diversi anni. Riconsegnato al Comune, fu venduto ad un privato il quale, alla fine degli anni Sessanta, iniziò a costruirvi accanto l’albergo investito dalla valanga del 18 gennaio 2017.

Il canalino est “la Genzianella”, che parte dall’anticima del Monte Siella, a quota mt. 2000, aveva generato quasi sempre piccole slavine che si fermavano alla sommità della foresta. Il suddetto canalino, che ho risalito tante volte fin da ragazzo, presentava una copertura di faggi di alto fusto e mostrava pochi sassi affioranti dal colore grigio tipico delle rocce anticamente cadute. La conoide, inattiva da tempi antichi (fossile), non è stata mai più ricaricata dalla caduta di valanghe. A testimonianza della sua inattività erano presenti sulla sua superficie prativa a valle della strada provinciale per Vado di Sole, prima del 18 gennaio, esemplari di faggi maestosi che variavano dai trecento ai quattrocento anni, a dimostrazione che da circa mezzo millennio non vi erano cadute le valanghe.

L’anticima del Monte Siella ha forma arrotondata a nord-est (versante di Rigopiano) e prima dell’arrivo della scorsa perturbazione era priva di neve. La spessa coltre bianca accumulatasi in pochi giorni, superiore a 5 mt, non saldata alla prateria altitudinale e strattonata dalle quattro forti scosse sismiche, ha cominciato lentamente a muoversi nelle ore successive fino a trasformarsi in “nevemoto” (termine che mi viene suggerito dalla dinamica di questa tipologia di valanga). E’ accaduto un evento catastrofico di grandi proporzioni, imprevedibile che ha superato, a mio avviso, la dinamica delle valanghe cadute nel passato.

La grande valanga, dopo la sua veloce corsa distruttiva, ha superato il perimetro basale di sinistra della conoide fossile, andando ad occupare parte del sito scelto nel IX secolo dai Benedettini, schiacciando l’albergo.

I giudici, i giornalisti, gli esperti, gli opinionisti del nostro tempo pensano di voler giudicare la scelta dei Benedettini che  avevano edificato in quel posto? I Benedettini sono stati maestri di sapienza e capaci di affermare una cultura basata sul primato dello studio e del lavoro, dopo secoli di barbarie, all’indomani del crollo dell’Impero Romano.

La valanga del 18 gennaio è figlia del “dissesto climatico” in atto che, in pochi minuti, ha distrutto le certezze di antichissima data sugli equilibri geomorfologici di questa montagna.

Ascoltare i giornalisti e gli esperti che, dagli studi televisivi, hanno parlato della tragedia di Rigopiano con superficialità, senza conoscere le caratteristiche geomorfologiche della montagna, è stato per me doloroso. Un vecchio detto pastorale farindolese recita “ chi poco sa, presto parla “.

Nel 1974, nella veste di presidente della Sezione CAI di Farindola, mi opposi al progetto di lottizzazione edilizia previsto a Rigopiano, approvato dalla Giunta Regionale d’Abruzzo.

I pastori e i boscaioli farindolesi si opposero anch’essi e il 13 giugno 1975la comunità locale elesse un nuovo Consiglio Comunale con l’obiettivo di tutelare i pascoli e la faggeta di Rigopiano. Nella maggioranza di quel Consiglio c’ero anch’io nella veste di vicesindaco e assessore all’Urbanistica. Nel 1976 il Consiglio Comunale, su mia proposta, approvò all’unanimità il Regolamento per la tutela dei fiori, dei boschi, delle acque sorgive, dei pascoli, delle cavità ipogee e delle opere pastorali. Nel 1977 portai all’approvazione del Consiglio Comunale il nuovo Piano Regolatore Generale che annullava la lottizzazione edilizia. Il nuovo strumento urbanistico restituiva a Rigopiano la sua vocazione pastorale, coniugata allo sviluppo di un turismo rispettoso del paesaggio e degli equilibri ecologici del luogo.

Il Piano Regolatore Generale fu approvato con i voti della maggioranza. Dopo pochi mesi da quella svolta lungimirante per la montagna farindolese che poneva le basi per l’istituzione del Parco Nazionale del Gran Sasso d’Italia, il sindaco mi ritirò la delega. Forse ero diventato troppo scomodo per quegli imprenditori (non farindolesi) che non avevano potuto mettere le mani su Rigopiano per realizzare il “modello Campitello Matese” tanto propagandato negli anni Settanta. Le amministrazioni comunali che si sono succedute fino ad oggi hanno confermato il rispetto della vocazione naturale di Rigopiano. Per questo Farindola è stato e resta un modello di sostenibilità ambientale e turistica con il determinante contributo delle associazioni ambientaliste locali (Sezione CAI Gruppo Speleologico, Circolo Legambiente, Gruppo Mountain Wilderness). Elenco le principali realizzazioni: conoscenza della montagna con l’esplorazione di tutte le grotte e gli abissi, riforestazione dei terreni in frana, Riserva Naturale Regionale Voltigno e Valle d’Angri, reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo dopo cento anni, Museo del Camoscio, Osservatorio di Geologia del Gran Sasso d’Italia, Polo Scientifico del Parco, campeggio attrezzato a Rigopiano, Consorzio Produttori del formaggio “Pecorino di Farindola”.

 

CONSIDERAZIONI

 

  • la perturbazione iniziata alcuni giorni prima del 18 gennaio è stata di eccezionale rilevanza con neve pesante, alta un metro e mezzo a Farindola (mt. 530), tre metri a Rigopiano (mt. 1100) e oltre cinque metri sulla gobba dell’anticima del monte Siella (mt. 2000), formando una muraglia nevosa imponente;
  • le quattro forti scosse sismiche del 18 gennaio hanno minato la stabilità del manto nevoso sulla sommità dell’anticima del Monte Siella, attivando il fenomeno “NEVEMOTO” che ha prodotto la valanga catastrofica che ha esaurito la sua forza distruttiva contro l’albergo. La tradizione orale di Farindola non ricorda un evento simile;
  • i due rifugi ubicati a poca distanza dal margine sinistro basale della conoide fossile sono stati costruiti nel sito ritenuto più sicuro sin dall’antichità, al riparo dalla caduta di valanghe in quanto protetti dal sovrastante contrafforte calcareo del Siella dove si trova la Grotta dei Briganti;
  • i faggi secolari che vegetavano al centro della conoide fossile testimoniavano che negli ultimi tre/quattro secoli non si era verificata una valanga catastrofica come quella attuale;

 

RESPONSABILITA’ DELLE ISTITUZIONI

 

  • la Prefettura di Pescara e la Provincia di Pescara, di fronte all’annunciata perturbazione che prevedeva abbondanti nevicate superiori a tre metri nelle aree montane avrebbero dovuto assicurare l’apertura della strada provinciale Farindola-Rigopiano come era sempre avvenuto in precedenza, oppure provvedere alla chiusura temporanea dell’albergo con l’evacuazione del personale e dei turisti. L’albergo non era umanamente spostabile, ma le persone potevano essere salvate.

 

INDICAZIONI PER IL PRESENTE E IL FUTURO

 

  • nel dissesto climatico in corso, l’approccio urbanistico va rivisto con urgenza, in particolare per le aree montane, basato su presupposti scientifici.. I versanti montuosi che per millenni si erano stabilizzati tornano oggi a muoversi sotto la spinta di forti terremoti, bombe d’acqua e bombe-neve producendo danni incalcolabili a persone e cose;
  • in area Gran Sasso e, in generale nell’Appennino, la combinazione terremoto-nevemoto non si era mai manifestata e pertanto gli edifici costruiti in prossimità di conoidi fossili vanno verificati e, se necessario, abbandonati.
  • Le Istituzioni, ai vari livelli, hanno il dovere di elaborare una nuova strategia non più rinviabile per la tutela e messa in sicurezza della montagna italiana. I morti e i sopravvissuti di Rigopiano  impongono una svolta intelligente.

 

 

Da ex volontario del Soccorso Alpino e Speleologico del CAI esprimo la mia profonda riconoscenza nei confronti dei soccorritori per quello che hanno fatto e continueranno a fare nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Sono vicino ai familiari delle giovani vittime in questa loro prova durissima.

Nel ruolo di Responsabile Regionale di Mountain Wilderness chiedo ai farindolesi di continuare il percorso dello sviluppo sostenibile, chiedendo a gran voce attenzione e ascolto da parte della Regione la quale, dal 1970 ad oggi, non ha mostrato considerazione per Farindola.

 

 

 

 

                                                                                   Marano Mario Viola

                                                       www.mountainwilderness.i

storico ambientalista di Farindola, oggi vive e lavora a Martinsicuro,




Pescara. La morte di Gianni Cordova. Per Geremia Mancini Presidente onorario di “Ambasciatori della fame: ”Si è spento il “faro” della sensibilità contro la droga. Una perdita gravissima per la nostra comunità.”

Associazione Culturale “AMBASCIATORI DELLA FAME”

 

Pescara, 26 gennaio 2017

 

 

La morte di Gianni Cordova. Per Geremia Mancini Presidente onorario di “Ambasciatori della fame: ”Si è spento il “faro” della sensibilità contro la droga. Una perdita gravissima per la nostra comunità.”

 

Gianni Cordova ha rappresentato, per anni, un “faro” nella nebbia della droga. Un riferimento sicuro,  appassionato e sensibile, sempre pronto a tendere una mano amica a ragazzi caduti nella più tragica delle dipendenze. Ricordo, ancora oggi, con emozione la visita a Pescara di Vincenzo Muccioli, da lui propiziata, alla “sua” LAAD. L’ho  conosciuto e stimato. Un uomo a cui Pescara deve tantissimo.

 

Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”




Giulianova. Maltempo: al via le ludoteche in 4 alberghi per i bambini ospiti. La vicesindaca Cameli: “Molto entusiasmo e gara di solidarietà”.

Hanno preso avvio, e stanno riscuotendo grande apprezzamento, le iniziative
a favore degli sfollati presenti a Giulianova, con particolare riguardo
nei confronti dei più piccoli, da parte dell’Amministrazione comunale
– Assessorato alle Politiche sociali insieme con la Consulta per il
Volontariato. ludoteca in albergo 1
“Sono infatti quattro le ludoteche attivate in altrettanti alberghi
cittadini – dichiara la vicesindaca con delega alle Politiche sociali
Nausicaa Cameli – che vedono coinvolti i volontari della Croce Rossa al
Don Juan ed al Parco dei Principi, gli Scout al Baltic e
l’associazione “Il Germoglio” al Royal. Un’associazione di
Tortoreto, poi, si sta occupando di supporto psicologico. Insomma, si
respira molto entusiasmo e c’è una grande gara di solidarietà. I
bambini hanno modo, quando i loro genitori sono impegnati al lavoro, di
divertirsi imparando ma anche di lenire l’amarezza per abitudini di
vita bruscamente modificate. V’è poi, a cura dell’associazione
AVULSS, l’assistenza agli anziani. Tutti i volontari sono magnifici –
conclude la vicesindaca – e a loro va la mia gratitudine come pure ad
alcuni privati che, non appena hanno avuto notizia di questo nostro
progetto, si sono messi subito a disposizione. Davvero un cuore grande e
tanta sensibilità”.




Roma. Emergenza maltempo, Munerato (Fare!) esorta in aula il Governo a fare di più e meglio

intervento odierno in aula a palazzo Madama in replica al viceministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Olivero sulle problematiche dell’emergenza maltempo in centro e sud Italia.
“Un obbligo morale prima ancora che politico” di dare una risposta solerte e concreta a tutte le popolazioni colpite dall’ondata di maltempo nel centro e sud Italia, specialmente a quelle messe precedentemente in ginocchio dal sisma. E’ questo l’oggetto dell’intervento che la senatrice di Fare! Emanuela Munerato ha sostenuto giovedì 26 gennaio nell’aula di palazzo Madama in replica alla risposta fornita dal viceministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Olivero ad una sua precedente interrogazione firmata insieme alle colleghe di Fare!.00025449
Interrogazione che aveva l’obiettivo di fare luce sulle tipologie di intervento urgenti messe in atto dal Governo nelle zone battute dalle eccezionali nevicate dei giorni scorsi e sulle strategie adottate per superare le lungaggini burocratiche che rallentano gli aiuti ai cittadini con un occhio di riguardo agli imprenditori agricoli e agli allevatori. “Innumerevoli – ha fatto sapere Munerato al Governo – sono le segnalazioni di stalle, serre, magazzini, case rurali e strutture crollate o rovinate per il peso della neve. Ingenti e ancora non quantificabili sono i danni per tutti i tipi di colture in Calabria, Basilicata, Sicilia, Campania, Abruzzo, Molise e Puglia. La zootecnia versa in uno stato non meno grave, con danni alle stalle e l’impossibilità per molte imprese di proseguire con lo svolgimento delle regolari attività perché isolate. La situazione – ha aggiunto – è ancor più drammatica nelle zone colpite dal terremoto, dove non si è ancora riusciti a fornire moduli abitativi per le persone e tensostrutture per il ricovero del bestiame”.
La senatrice di Fare! rivolgendosi in aula al viceministro ha quindi riportato le drammatiche parole che un imprenditore, il cui capannone è crollato per il peso della neve, le ha riferito al telefono: “Mi sento spezzato”.
Da qui, la costruttiva esortazione al Governo a fare di più in questa delicata fase di emergenza: attivarsi per garantire misure concrete ed efficaci per la prevenzione dei rischi, assegnare maggiori poteri ed una maggiore autonomia al Capo della Protezione civile proprio per la gestione delle emergenze, il costante monitoraggio delle condizioni climatiche per scongiurare il ripetersi di ritardi ed errori di valutazione.
“Tutti noi abbiamo l’obbligo morale, prima ancora che politico – ha concluso la senatrice di Fare! – di dare una risposta, garantendo la vicinanza attiva delle Istituzioni alle popolazioni colpite e mettendo in campo tutte le energie necessarie, anche dal punto di vista normativo, per prevenire il ripetersi di simili catastrofi”.