Il Consiglio di Stato conferma sostanzialmente le bocciature al calendario venatorio abruzzese. Il WWF: ancora una volta si dà ragione alle nostre posizioni.

 

 “LA REGIONE ORA MODIFICHI LA SUA PESSIMA GESTIONE DELLA FAUNA SELVATICA”

 

PESCARA – Il Consiglio di Stato ha emesso oggi, dietro ricorso di alcune Associazioni Venatorie e della Regione Abruzzo, una ordinanza che, nella sostanza, conferma quanto già disposto dai giudici del TAR di Pescara. Nel dettaglio seppure vengono concessi 10 giorni di caccia in più a gennaio ai turdidi (tordo bottaccio, tordo sassello e cesena), viene confermato che la caccia alla specie beccaccia non può essere consentita oltre il 31 dicembre e che quella ai turdidi non può in ogni caso andare oltre il 10 gennaio.

A costringere il WWF a opporsi era stato il calendario della Regione Abruzzo che consentiva invece di cacciarle fino al 19 gennaio. Per questo l’associazione ambientalista aveva presentato ricorso ai giudici del TAR per riportare il calendario nella legalità, fermando la pre-apertura e impedendo l’estensione del periodo di caccia ad alcune specie.

Dichiara Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle guardie ambientali WWF: “La Regione emani ora un nuovo calendario con le modifiche confermate dal Consiglio di Stato e informi debitamente i cacciatori abruzzesi affinché non vadano a caccia con le regole ritenute illegittime dai giudici”.

“Risulta davvero incomprensibile – aggiunge l’avv. Michele Pezone che ha difeso le posizioni del WWF – il tono trionfalistico usato a commento dell’ordinanza dai difensori delle associazioni venatorie che hanno proposto l’appello cautelare. Il Consiglio di Stato ha infatti confermato la statuizione del Tar Abruzzo sulla chiusura della caccia alla beccaccia al 31 dicembre anziché al 19 gennaio, e ha prolungato il periodo di caccia per il tordo bottaccio, sassello e cesena solo fino al 10 gennaio e non al 19 come richiesto dalle associazioni venatorie. Di fatto l’ordinanza del TAR Abruzzo ha ampiamente retto al vaglio del Consiglio di Stato”.

“L’ennesima sconfitta delle associazioni venatorie e della Regione Abruzzo – conclude Luciano Di Tizio, Delegato regionale del WWF Abruzzo – dovrebbe far riflette la politica regionale sulla inaccettabile gestione della fauna selvatica che ha contrassegnato le due ultime legislature. L’unica preoccupazione dei nostri amministratori è stata quella di consentire la caccia a sempre più specie e allungare quanto più possibile il periodo venatorio. Una posizione assurda, irrispettosa delle norme di legge, non condivisa nemmeno dalla parte più attenta del mondo venatorio, e inevitabilmente soggetta alla bocciatura della magistratura. Ci auguriamo che la Regione cambi finalmente passo, nell’interesse di tutti e in particolare della fauna selvatica che è, non ci stancheremo mai di ripeterlo, patrimonio della collettività dei cittadini e non trastullo della piccola minoranza dei cacciatori”.

 

WWF Italia Onlus, Abruzzo




Il Consiglio di Stato conferma sostanzialmente le bocciature al calendario venatorio abruzzese. Il WWF: ancora una volta si dà ragione alle nostre posizioni.

 

 “LA REGIONE ORA MODIFICHI LA SUA PESSIMA GESTIONE DELLA FAUNA SELVATICA”

 

PESCARA – Il Consiglio di Stato ha emesso oggi, dietro ricorso di alcune Associazioni Venatorie e della Regione Abruzzo, una ordinanza che, nella sostanza, conferma quanto già disposto dai giudici del TAR di Pescara. Nel dettaglio seppure vengono concessi 10 giorni di caccia in più a gennaio ai turdidi (tordo bottaccio, tordo sassello e cesena), viene confermato che la caccia alla specie beccaccia non può essere consentita oltre il 31 dicembre e che quella ai turdidi non può in ogni caso andare oltre il 10 gennaio.

A costringere il WWF a opporsi era stato il calendario della Regione Abruzzo che consentiva invece di cacciarle fino al 19 gennaio. Per questo l’associazione ambientalista aveva presentato ricorso ai giudici del TAR per riportare il calendario nella legalità, fermando la pre-apertura e impedendo l’estensione del periodo di caccia ad alcune specie.

Dichiara Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle guardie ambientali WWF: “La Regione emani ora un nuovo calendario con le modifiche confermate dal Consiglio di Stato e informi debitamente i cacciatori abruzzesi affinché non vadano a caccia con le regole ritenute illegittime dai giudici”.

“Risulta davvero incomprensibile – aggiunge l’avv. Michele Pezone che ha difeso le posizioni del WWF – il tono trionfalistico usato a commento dell’ordinanza dai difensori delle associazioni venatorie che hanno proposto l’appello cautelare. Il Consiglio di Stato ha infatti confermato la statuizione del Tar Abruzzo sulla chiusura della caccia alla beccaccia al 31 dicembre anziché al 19 gennaio, e ha prolungato il periodo di caccia per il tordo bottaccio, sassello e cesena solo fino al 10 gennaio e non al 19 come richiesto dalle associazioni venatorie. Di fatto l’ordinanza del TAR Abruzzo ha ampiamente retto al vaglio del Consiglio di Stato”.

“L’ennesima sconfitta delle associazioni venatorie e della Regione Abruzzo – conclude Luciano Di Tizio, Delegato regionale del WWF Abruzzo – dovrebbe far riflette la politica regionale sulla inaccettabile gestione della fauna selvatica che ha contrassegnato le due ultime legislature. L’unica preoccupazione dei nostri amministratori è stata quella di consentire la caccia a sempre più specie e allungare quanto più possibile il periodo venatorio. Una posizione assurda, irrispettosa delle norme di legge, non condivisa nemmeno dalla parte più attenta del mondo venatorio, e inevitabilmente soggetta alla bocciatura della magistratura. Ci auguriamo che la Regione cambi finalmente passo, nell’interesse di tutti e in particolare della fauna selvatica che è, non ci stancheremo mai di ripeterlo, patrimonio della collettività dei cittadini e non trastullo della piccola minoranza dei cacciatori”.

 

WWF Italia Onlus, Abruzzo




CAMERA DI COMMERCIO L’AQUILA: CERIMONIA DI PREMIAZIONE DELLA “FEDELTA’ AL LAVORO, DEL PROGRESSO ECONOMICO E DELLE IMPRESE ANTICHE DELLA PROVINCIA DELL’AQUILA” – EDIZIONE 2016.

 

 

 

Domenica 18 dicembre, alle ore 9.30, presso la Camera di Commercio dell’Aquila in Via degli Opifici n. 1, Nucleo Industriale di Bazzano, si terrà la cerimonia di premiazione del concorso della “Fedeltà al Lavoro, del Progresso Economico e delle Imprese Antiche della Provincia dell’Aquila – Anno 2016”, per l’assegnazione di medaglie d’oro e relativi diplomi di benemerenza a lavoratori ed imprese nei settori del commercio, dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura e dei servizi della Provincia dell’Aquila con almeno 25 anni di ininterrotta attività.

 

Nell’ambito della cerimonia saranno premiate n. 51 imprese, n. 2 “Imprese Antiche” della provincia dell’Aquila con almeno 70 anni di vita, nonché n. 1 dipendente d’impresa e n. 5 dipendenti camerali che hanno compiuto i 25 anni di servizio.  Alla cerimonia, che rappresenta un’importante occasione di contatto con il mondo del lavoro, saranno presenti autorità politiche ed istituzionali.

 




LA REPUBBLICA, IL FASCISMO: QUANTA CONTINUITA’? Convegno nazionale di studi storici promosso dalla Fondazione Brigata Maiella

 

 

«Lo Stato repubblicano è ancora un edificio in costruzione: per alcune parti anzi malfatto; per altre perfino somigliante ad un bel rudere, come quello di un palazzo imperiale del Palatino». Sono parole di Massimo Severo Giannini, membro del comitato di esperti per la Costituzione promosso da Meuccio Ruini, nel 1945. Fu lui, con Vassalli, a proporre a l’istituzione di un ministero per preparare il lavoro della Costituente e a seguire molti degli studi preparatori attinenti alla riorganizzazione dello Stato repubblicano.

 

Il convegno nazionale di Studi: LA REPUBBLICA, IL FASCISMO: QUANTA CONTINUITA’? intende interrogarsi sulla delicata fase di passaggio in cui gli assetti politico-istituzionali mutarono dalla forma dittatoriale a quella democratica.
Dal 1943 al 1948 infatti, tutti gli apparati dello Stato: prefetture, magistratura, polizie, forze armate, diplomazia e sistema bancario dovettero riorganizzarsi.        Le soluzioni dei molti problemi affrontati in ciascun settore non erano affatto scontate e le misure adottate dicono molto su quei difficili anni di transizione e sul nostro presente.
Alle interpretazioni ormai consolidate circa la “Continuità dello Stato” si vuole offrire il contributo di una nuova stagione di ricerche basate sull’uso diretto di fonti e nuove indagini sul campo, al fine di discutere dello stato della ricerca alla luce di risultati più avanzati, con particolare riferimento ai numeri e i percorsi biografici degli uomini (dirigenti e responsabili, tecnici e addetti) operanti nei principali apparati statuali i quali contribuirono a determinare la transizione/continuità istituzionale.

 

Con l’apporto di giovani studiosi e di storici di rilievo nazionale il convegno intende rispondere alla domanda: qual è stata in concreto la quota di “presenza” di uomini, idee, strutture organizzative del fascismo durante la fase di nascita della Repubblica? E quindi, “La Repubblica, il fascismo: quanta continuità?”.

(Pescara, 16-17 dicembre 2016)




Cantina Tollo a Natale ambasciatore dell’Abruzzo del vivere bene

 

L’Huffington Post Usa incorona nel 2016 l’Abruzzo 5° regione al mondo per qualità della vita. 

Un riconoscimento dovuto al clima, alla bellezza, alla capacità di sapere custodire le tradizioni di questo straordinario territorio.

Le stesse caratteristiche che fanno del Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva di Cantina Tollo, Tre Bicchieri 2017, un vino unico e apprezzato in tutto il mondo, da esaltare con i sapori della tradizione natalizia.

Tollo (CH), 13 dicembre 2016 – Questo Natale arriva sulle tavole l’Abruzzo autentico, profumato, selvaggio: l’Abruzzo del vivere bene. Nell’anno in cui l’Huffington post Usa battezza questa straordinaria regione quinta al mondo per qualità della vita (http://www.huffingtonpost.com/kathleen-peddicord/best-places-to-retire-overseas_b_8917292.html), Cantina Tollo si fa ancora una volta ambasciatore della sua terra con il Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva, Tre Bicchieri 2017, un rosso pregiato e autentico.

Il Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva è un vino dai decisi profumi fruttati, con note di amarena e frutti di bosco, racchiude in sé l’essenza stessa dell’Abruzzo: dove la vita scorre incastonata tra natura, antichi borghi di pietra, tradizioni ancestrali. Senza fretta, ma senza rinunciare a vivere il nostro tempo. Caratteristiche che incoronano questo territorio uno dei posti migliori dove vivere secondo il prestigiosissimo blog Usa.

Il Montepulciano d’Abruzzo Dop Riservanasce tra dagli antichi vitigni tra Tollo, Chieti e Bucchianico, sulle colline che si rincorrono fino alle pendici del massiccio della Maiella, aspra e severa. La media altitudine – tra i 130 e i 200 metri -, il clima mediterraneo e le escursioni termiche che determinano condizioni ottimali per l’accumulo di sostanze aromatiche nei grappoli, danno origine a uve di grande qualità.

Gli uomini di Cantina Tollo, custodi di una tradizione vitivinicola che va avanti da decenni, sono riusciti nel tempo a valorizzare la peculiarità di queste uve dal gusto denso, associando alle sapienti tecniche antiche la ricerca in ambito enologico.

Ne nasce un vino ricco di saperi e sapori, dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, profumi di bosco e lievi sentori speziati, ottimo da abbinare ai piatti più saporiti della tradizione natalizia.

Il Montepulciano d’Abruzzo Dop Riservasi sposa con primi piatti decisi, a base di funghi o tartufo, secondi di carne, meglio ancora se d’agnello o di maiale, formaggi stagionati. Ottimo il confronto con formaggi pecorini.




E’ stato inaugurato domenica 11 dicembre il Musec – Museo dei Costumi del Molise,

E’ stato inaugurato domenica 11 dicembre il Musec – Museo dei Costumi del Molise, un progetto culturale su cui, da diversi anni, la Regione Molise e la Provincia di Isernia hanno investito al fine di trovare collocazione museale alla prestigiosa collezione raccolta in anni di appassionate ricerche da Antonio Scasserra, un giovane collezionista che è riuscito, fin dalla sua adolescenza, a reperire dei rarissimi esemplari di costumi femminili di uso festivo e nunziale, che si collocano in un arco cronologico che va dall’Unità d’Italia alla Prima Guerra Mondiale.

La collezione museale comprende circa 40 costumi completi femminili, diversi pezzi d’abbigliamento, una corposa raccolta di fotografie e documenti d’epoca e oltre mille pezzi di oreficeria popolare antica. Si tratta di reperti straordinari, per bellezza, rarità e ricchezza delle finiture, in grado di rappresentare anche una rilevante testimonianza della cultura popolare del nostro Molise, nonché di quei comuni matesini del casertano, in primis Letino e Gallo Matese, che vantano la stessa matrice culturale.

A precedere l’inaugurazione del nuovo spazio espositivo, collocato al piano seminterrato del palazzo della Provincia, un interessante convegno introdotto dai saluti istituzionali delle autorità presenti: il padrone di casa, il presidente della Provincia di Isernia Lorenzo Coia ha concluso il suo intervento rimarcando che “la cultura va vista come una risorsa che produce altre risorse e non come una spesa”.

Al convegno hanno preso parte tra gli altri il professore Sebastiano Martelli dell’Università degli Studi di Salerno, che ha incentrato il suo intervento sul ruolo e le funzioni dei musei etnografici, l’architetto Angelo Martinino, che ha curato la progettazione dello spazio, il professore Giuseppe Pardini dell’Università degli Studi del Molise che collabora alla conduzione scientifica del museo, il dottor Antonio Scasserra direttore del museo e il dottore Leandro Ventura, dirigente del Servizio Tutela del patrimonio demoetnoantropologico e immateriale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha rimarcato l’unicità dell’esperienza molisana nella quale una collezione privata diviene patrimonio della collettività. “E’ insolitamente esaltante – ha affermato Ventura – vedere un collezionista rendere alla fruizione pubblica una collezione di tale portata culturale e ricchezza di materiali. Il Ministero darà grande attenzione a tale esperienza che ben rientra nell’assoluta centralità che il ministro Franceschini ha destinato ai beni demoetnoantropologici”.

Di grande interesse anche l’intervento del vicepresidente della Provincia di Isernia, dottor Cristofaro Carrino, che ha posto l’accento sulla visione che ha guidato l’intero progetto: la cultura è il pilastro al quale ancorare la crescita del territorio. “Siamo convinti che ogni progetto di valorizzazione culturale debba ricomprendersi all’interno di un progetto più complesso di sviluppo sociale ed economico della comunità,  che prende l’avvio dalla predisposizione, intorno a un attrattore culturale, del sistema dell’accoglienza,  ovvero di tutti i beni e i servizi necessari affinché quell’attrattore  culturale possa trasformarsi in prodotto turistico e produrre economie. Il Museo – ha continuato Carrino – sarà il luogo ideale a partire dal quale attuare quel progetto, costruendo finalmente un’offerta turistica integrata dei territori ad esso connesso, anche di quelli che si trovano oltre i confini regionali. Il Museo sarà luogo privilegiato per lo svolgimento di attività culturali; per la prosecuzione della ricerca; per la creazione di una rete di servizi congiunti tra musei e siti d’interesse storico;  per il recupero e la valorizzazione dei prodotti tipici e della cucina tradizionale; per il rilancio dell’artigianato artistico; per la promozione delle altre risorse culturali e ambientali; per la didattica e la formazione professionale; per intessere e rinsaldare i rapporti con le comunità di molisani all’estero e per attuare progetti nel sociale”.

Il Museo, è bene sottolineare, è una delle poche strutture perfettamente accessibili ai disabili motòri, inoltre c’è già un’intesa con la sezione provinciale dell’Unione Italiana Ciechi per renderlo fruibile anche ai non vedenti.

Il nome museo – ha concluso il vicepresidente – gli sta un po’ stretto e non rende appieno l’idea che abbiamo di esso come luogo aperto, dinamico, cui far confluire idee, persone e progetti”.

Le conclusioni della manifestazione sono state affidate a Paolo Di Laura Frattura presidente della Regione Molise, promotore insieme alla Provincia della realizzazione del museo che ha sottolineato come l’attenzione prestata dalla Regione al tema della crescita culturale del territorio non sia soltanto un’enunciazione di principi ma si sostanzia nella cospicua quantità di risorse destinate proprio alla cultura dal patto per il sud, grazie al quale sarà possibile progettare azioni per garantire una prospettiva al museo.

 

 

 

Il Museo sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 13.00 e il martedì e giovedì anche dalle 15.30 alle 17.30, nonché su prenotazione al numero 0865.441381 per qualunque giorno o orario diversi. Prevede un costo d’ingresso con visita guidata pari € 4,00, inoltre, è’ previsto un biglietto ridotto per studenti e gruppi di almeno 15 persone (€ 3,00) e per ragazzi fino a 14 anni (€ 2,00). Guide turistiche, insegnanti accompagnatori, tesserati e accompagnatori di portatori di handicap hanno ingresso omaggio; inoltre, ogni prima domenica del mese tutte le tariffe sono ridotte del 50%.




Il 16 dicembre ci sarà la cena di beneficenza a favore dei terremotati di Castelli. Nell’occasione verrà assegnato il premio “Rosetano dell’anno”

 

I fondi raccolti serviranno per il progetto “Adottiamo i laboratori di ceramica”. L’atteso premio, invece, andrà a una personalità che negli ultimi tempi si è distinta a livello internazionale: la scrittrice-attrice Daniela Musinidaniela-musini

 

Si è mossa una bella macchina organizzativa per una cena importante e dalle finalità legate molto al territorio. A capeggiare questo progetto c’è l’associazione “Abruzzo amore” con in testa il presidente Elio Di Remigio e la factotum Liliana Di Tecco. A seguire la nostra testata EidosNews che ha messo a disposizione tutta la logistica, soprattutto del premio che verrà assegnato. Poi ci sarà la fattiva collaborazione dell’associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor e dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “V. Moretti”. La data è quella di venerdì 16 dicembre alle ore 20:30 e lo sforzo di tutti è di portare più persone all’Hotel Bellavista per trascorrere una serata di solidarietà e di consapevolezza. Per tale motivo gli organizzatori hanno redatto un progetto con una finalità ben precisa. In collaborazione con la Pro Loco di Castelli, la somma raccolta servirà per aiutare nel concreto alcune realtà castellane. Infatti lo slogan della serata sarà “Adottiamo i laboratori di ceramica”. Nel frattempo già all’interno dell’Istituto Moretti è stato allestito un mercatino di oggetti provenienti dalla rinomata località montana; molti di quegli articoli verranno esposti anche durante la serata della cena.

La manifestazione sarà completata dal premio “Rosetano dell’anno”, assegnato in questa edizione alla scrittrice, attrice e pianista Daniela Musini. I successi editoriali degli ultimi due anni di questa rosetana doc sono stati spesso riportati anche sulle pagine di Eidos per sottolineare la bravura dell’autrice. Così dopo il primo riconoscimento andato a Mario Giunco, il secondo nell’estate del 2015 a Gianluca Ginoble ecco affacciarsi la prima donna: Musini pochi giorni fa, oltretutto, nella cornice di un noto ristorante rosetano e alla presenza di tanti parenti, ha festeggiato 60 anni. Auguri dalla redazione di Eidos.

I vari passaggi della cena di beneficenza saranno documentati su queste pagine. Partecipate numerosi è il minimo che ci sentiamo di dire.




Mercante e Ranieri su Legge annessi rurali, “Mariani (pd) distorce la realtà”

La maggioranza approva la legge sugli annessi rurali, Mercante e Ranieri : Mariani distorce la realtà.
L’Aquila, lì 14.12.2016 – “Piuttosto che perdere tempo in inutili elogi, il Capogruppo del PD, Sandro Mariani, avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione alla legge sugli annessi rurali viste le imprecisioni contenute nelle sue dichiarazioni “. Questo il commento dei Consiglieri regionali del M5S, Riccardo Mercante e Gianluca Ranieri, che hanno così proseguito: “Mariani dimentica, innanzitutto di dire che si tratta di una legge che nulla va ad aggiungere al quadro delle prescrizioni regolate a livello statale per le aree terremotate, visto che le opportune misure di aiuto e sostegno ai cittadini ed alle imprese colpite dal sisma dello scorso agosto sono già previste. Ma soprattutto afferma falsamente che la possibilità di realizzare i nuovi manufatti sarà concessa solo a quelle imprese e privati che siano stati effettivamente danneggiati dal sisma quando, invece, sa bene che le nuove disposizioni daranno tale opportunità a qualsivoglia soggetto e, per di più, in barba a qualunque programmazione o prescrizione in materia di edilizia e senza neppure l’obbligo della rimozione al termine del periodo emergenziale.
Se è vero che l’intento della maggioranza era solo ed esclusivamente quello di aiutare privati ed imprese colpiti dal terremoto, allora il Capogruppo del PD farebbe bene a spiegare perché la maggioranza ha ostinatamente bocciato più volte, sia in commissione che in Consiglio, gli emendamenti proposti dal M5S, visto che erano diretti proprio ad evitare un abuso ed una applicazione distorta delle nuove disposizioni, circoscrivendo le opportunità previste dalla legge solo ai soggetti effettivamente danneggiati  e limitandole al periodo emergenziale.
Delle due, quindi, l’una – hanno concluso Mercante e Ranieri – o Mariani e gli altri Consiglieri di maggioranza non hanno letto bene il testo di legge e non ne hanno compreso il significato, oppure siamo di fronte all’ennesimo tentativo di raggiungere, facendo appello ad una situazione di emergenza, ben altre finalità”.



L’Aquila. UNA COPIA DELLA MADONNA DEL POPOLO AQUILANO ORNA ANCORA LA CATTEDRALE ETIOPE DI ADDIS ABEBA di Amedeo Esposito

Fu dono nel 1936  del Vescovo dell’Aquila Manuelli a Benito Mussolini

 

UNA COPIA DELLA MADONNA DEL POPOLO AQUILANO ORNA ANCORA LA CATTEDRALE ETIOPE DI ADDIS ABEBA

di Amedeo Esposito

madonna-del-popolo-aquilano-al-centro-della-foto-dopo-il-restauro

(GP + autore)

 

L’AQUILA – Custodita per secoli nella distrutta chiesa di San Marco, il dipinto originale della Madonna del Popolo aquilano (Salus populi aquilani) ha trovato collocazione, dopo il restauro, nel rinnovato tempio del Valadier, dedicato alla Madonna del Suffragio e denominata delle Anime Sante, in piazza Duomo.

Restauro dovuto a don Daniele Pinton che a Natale prossimo, al suono del Requiem di Mozart diffuso in tutta la grande piazza aquilana, farà risplendere in tutta armonia la facciata della sua Chiesa, costruita dopo il 1703, per dire al mondo, e in particolare al Governo francese che ha finanziato il restauro, che L’Aquila sta rinascendo anche sul piano spirituale.

Don Pinton, nel presentare l’originale della Madonna, ha anche sottolineato che vi sono altre due copie dello stesso dipinto. Una portata nel 1728 – pensate – nel romitorio dei cappuccini a Vienna, per volere dell’imperatore Carlo IV; la seconda è esposta nella Chiesa di Santa Maria di Vezzolano in provincia di Asti. Una terza copia da 80 anni (1936) orna la cattedrale etiope dedicata alla ”Natività della Beata Vergine Maria” di Addis Abeba, allora terra coloniale italiana.

Quest’ultima copia fu dono di ringraziamento personale  del vescovo aquilano del tempo, Gaudenzio Manuelli, a Benito Mussolini che aveva contribuito, con personali esborsi, alla costruzione della chiesa del XX secolo di Cristo Re, nel quartiere della Villa comunale dedicato ai gerarchi fascisti aquilani.

In particolare “il Duce feceil più cospicuo e gradito dono dell’imponente statua di bronzo di Cristo Re, col grandioso altare di travertino e di metallo, e colla maestosa croce di alabastro”, come si legge nel numero unico di “Aquila sacra, nella storia e nell’arte” del 1935.

Mussolini versò 30.000 lire, prelevandole dal suo conto personale, direttamente nelle mani dello scultore Ulderico Conti che realizzò le grandiose opere ancora oggi ammirate per la loro bellezza e raffinatezza, da tutti riconosciute.

Due anni più tardi dalla costruzione della chiesa di Cristo Re, monsignor Manuelli volle ricambiare il dono:

<La Madonna del popolo aquilano in Africa Orientale – si legge sul “Corriere d’ Abruzzo – foglio d’ordine della federazione aquilana dei fasci di combattimento, anno primo n°7 del 17 ottobre XIV (1936)” –  L’Arcivescovo mons. Gaudenzio Manuelli, in una solenne cerimonia, ha impartito la benedizione al quadro della Madonna del Popolo aquilano – custodito nella Chiesa di S. Marco – che è una copia fedele, in oro e argento, di quella che si venera in detta chiesa, destinato alla prima chiesa cattolica di Addis Abeba. Il quadro, è stato portato in processione lungo le principali vie della città, e montato su un carro di artiglieria alla stazione ferroviaria diretto a Napoli…Il giorno dopo Mons. Manuelli con una commissione si è recato a Napoli per accompagnare fino al porto il quadro benedetto”. Che, su una nave militare, raggiunse il luogo di destinazione.

Perché tanta riconoscenza di Manuelli per il suo personale amico Mussolini? Le cronache riferiscono che la realizzazione della grande statua del Redentore, nella maestosità che sappiamo, fu “riparazione” dell’affronto che i cattolici dell’Abruzzo, e non solo, subirono 34 anni prima, in occasione del giubileo del 1900, da parte dell’amministrazione civica laica (socialisti, massoni e repubblicani). La quale si oppose fermamente (ideologicamente, s’intende, perché allora non si parlava di ambientalismo) alla Conferenza Episcopale Abruzzese che avrebbe voluto, secondo un preciso e quasi finanziato progetto, issare sul Corno Grande del Gran Sasso un’analoga statua bronzea, pari a quella che dal 1931 svetta dal massiccio del Corcovado e “abbraccia” la baia di Rio de Janeiro.




LA MAGGIORANZA DI D’ALFONSO BOCCIA L’EMENDAMENTO M5S SUL TAGLIO DEGLI STIPENDI DEI CONSIGLIERI REGIONALI

 
All’indomani del referendum costituzionale che ha segnato la clamorosa bocciatura della riforma Renzi da parte degli italiani, il M5S torna sul tema delle indennità dei consiglieri regionali. “Il PD ha propagandato la riforma costituzionale come, tra le altre cose, indispensabile per la riduzione dei costi della politica, in particolare delle indennità dei consiglieri regionali” spiega Sara Marcozzi, capogruppo M5S in Regione. “Oggi abbiamo voluto dare loro una ulteriore possibilità di credibilità depositando un emendamento volto proprio a questo scopo”.
Torna alla carica il M5S sulla riduzione dei costi della politica, che ieri durante il consiglio regionale non si fa sfuggire l’occasione di inserire all’interno della modifica alla legge n. 40 in materia di indennità e vitalizi, un emendamento per la diminuzione degli stipendi per il consiglieri regionali che oggi, tra tutte le voci che lo compongono, possono raggiungere i 13mila Euro mensili.
“Abbiamo proposto che l’indennità, lo stipendio per capirci, di un consigliere regionale non superasse i 5mila euro LORDI e che i rimborsi spese fossero ridotti, dagli attuali 4.100-4500, a 2500 euro” commenta Sara Marcozzi firmataria dell’emendamento “Benché il M5S si sia speso molto per il NO alla riforma Renzi-Boschi-Verdini, da sempre ci battiamo per la diminuzione degli emolumenti dei politici. I consiglieri regionali del M5S hanno rinunciato, infatti, fino ad oggi, a oltre 400mila euro dei loro stipendi creando un fondo di garanzia per le PMI abruzzesi. I tagli proposti , sono in linea con quanto propagandato durante la campagna referendaria dal PD, che addirittura si era detto pronto a modificare la Costituzione pur di tagliare i costi della politica.”
Il risparmio stimato per le casse regionali, dunque per i cittadini abruzzesi, dall’approvazione dell’emendamento sarebbe consistito in una riduzione media di € 3.600,00 per consigliere al mese che corrisponde ad una riduzione che oscilla da un minimo di € 110.000,00 ad un massimo di € 140.000,00 mensili e, quindi, da un minimo di € 1.300.000,00 ad un massimo di € 1.750.000,00 annui. Circa il 7% della spesa complessiva dell’intero consiglio regionale.
“Purtroppo, alla prova dei fatti, la maggioranza di Governo regionale dimostra la oramai comprovata ipocrisia e vota contro” dichiara Marcozzi “È l’ennesima prova, se ancora ve ne fosse bisogno, che la riforma costituzionale di Renzi e sodali mirava solo alla riduzione della sovranità dei cittadini italiani e non anche alla riduzione dei costi della casta politica”.