Assemblea Interregionale Stabilimenti Balneari Abruzzo e Molise – Mercoledì 30 Novembre 2016

Mercoledì 30 novembre 2016, alle ore 11:00, presso la “Sala Figlia Di Jorio” della Provincia di Pescara (Piazza Italia, 30 – Pescara) si terrà un’Assemblea Interregionale degli Stabilimenti Balneari abruzzesi e molisani “S.I.B. Confcommercio” e “F.I.B.A. Confesercenti”. L’oggetto della convocazione è “il ruolo fondamentale delle Regioni per il futuro delle Concessioni Demaniali Marittime” (vedasi allegato).

All’incontro sono stati invitati il Presidente della Regione Abruzzo Dott. Luciano D’Alfonso, il Presidente della Regione Molise Dott. Paolo di Laura Frattura, il Consigliere della Regione Abruzzo Dott. Luciano Monticelli, il Sindaco del Comune di Forte dei Marmi Dott. Umberto Buratti, il Presidente dell’A.N.C.I. Abruzzo Dott. Luciano Lapenna e tutti i Sindaci dei Comuni Costieri ed i Consiglieri Regionali dell’Abruzzo e del Molise.

 

Riccardo Padovano

Presidente

S.I.B. – Confcommercio Abruzzo




LA GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE COMPIE 20 ANNI

 

 

Sabato 26 novembre in centinaia di punti vendita d’Abruzzo la spesa per i più bisognosi: i prodotti saranno donati a 40.701 poveri della nostra regioneimg_20161124_104147

 

Pescara, 24 novembre 2016 – Sabato 26 novembre si terrà anche in Abruzzo la ventesima edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, promossa a livello nazionale dalla Fondazione Banco Alimentare. Almeno 4 mila volontariin circa 400 punti vendita di tutta la regione inviteranno a donare alimenti a lunga conservazione come alimenti per l’infanzia, tonno in scatola, sughi e pelati, olio d’oliva, riso, legumi e biscotti, che verranno distribuiti a 200 strutture caritative convenzionate (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centrid’accoglienza, ecc. ) che in Abruzzo aiutano 40.701 persone bisognose. A livello nazionale, i poveri assistiti dalla Rete Banco Alimentare, cui aderisce il Banco Alimentare dell’Abruzzo, sono 1.560.000, mediante 8.100 enti convenzionati. Le donazioni di alimenti ricevute sabato prossimo andranno aintegrare quanto il Banco Alimentare dell’Abruzzo recupera grazie alla sua attività quotidiana, combattendo lo spreco di cibo: nel 2015, ha distribuito 1.708 tonnellate di alimenti, di cui 198 quelle provenienti dalla Colletta Alimentare.

Quella 2016 è un’edizione particolarmente importante per il Banco Alimentare dell’Abruzzo, che nacque proprio in occasione della prima Colletta Alimentare: era il 1997 e oggi, dopo quasi vent’anni, è la più importante realtà di aiuto ai poveri di Abruzzo e Molise.

Come ogni anno, la Colletta Alimentare è occasione di riflessione, grazie alle ormai famose “dieci righe”. Quelle del 2016 sono tratte dal discorso di Papa Francesco ai partecipanti al Giubileo degli Operatori di Misericordia il 3 settembre scorso: “Non si può distogliere lo sguardo e voltarsi dall’altra parte per non vedere le tante forme di povertà che chiedono misericordia…la misericordia di Dio non è una bella idea, ma un’azione concreta” La misericordia non è un fare il bene “di passaggio”, è coinvolgersi lì dove c’è il male, dove c’è la malattia, dove c’è la fame, dove ci sono tanti sfruttamenti umani. […] La verità della misericordia, infatti, si riscontra nei nostri gesti quotidiani che rendono visibile l’agire di Dio in mezzo a noi. […] Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre.”.

Da qui l’invito a partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, donando una parte della propria spesa a chi ha bisogno. Dal 1996 questo gesto di carità è diventato quello più partecipato in Italia: se all’inizio erano 14.800 i volontari coinvolti, oggi sono oltre 140 mila, con più di 5.500.000 di donatori solamente l’anno scorso. Stesso discorso per quanto riguarda l’Abruzzo: nella prima edizione della Colletta furono raccolte 11 tonnellate di alimenti, a fronte delle 198 tonnellate dell’anno scorso.

Il Banco Alimentare dell’Abruzzo ringrazia quanti contribuiscono alla riuscita della giornata. In particolare, I.C.O. srl Industria Cartone Ondulato, che ha donato ben 26 mila cartoni per la raccolta del cibo donato nella giornata di sabato, e quanti hanno messo a disposizione magazzini temporanei di stoccaggio: Mar Plastica srl di Bruno Marfisi (Lanciano), E.r.m.a.i. Sas di Ettore Romani & C (Teramo), Frigomeccanica srl (Tortoreto), Officina Cerratti Luigi & Vincenzo snc (Avezzano), Complesso Ursini (L’Aquila), Parrocchia S. Martino (Chieti Scalo), chiesa S.S. Martiri Larinesi (Larino).

La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, ed è reso possibile grazie alla collaborazione dell’Esercito Italiano e alla partecipazione di volontari aderenti all’Associazione Nazionale Alpini, alla Società San Vincenzo De Paoli, alla Compagnia delle Opere Sociali. Main sponsor: Intesa Sanpaolo, Banca Prossima, UnipolSai Assicurazioni. Sponsor: Eni. Sponsor tecnici: Poste Italiane.




Sabato 26 novembre a Pescara convegno WWF Abruzzo sui cambiamenti climatici

 

In occasione della celebrazione dei 50 anni di attività del WWF Italia, sabato 26 novembre alle ore 11 presso la sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara avrà luogo il convegno “La sostenibilità nell’Antropocene” che verrà aperto dai saluti del Presidente della Provincia Antonio Di Marco e del Vicepresidente WWF Italia, Dante Caserta.

L’evento, moderato dal delegato WWF Abruzzo Luciano Di Tizio, vedrà la partecipazione del Sottosegretario Regionale con delega all’Ambiente Mario Mazzocca che interverrà sul tema “Le strategie dell’Abruzzo per l’adeguamento ai cambiamenti climatici”.

Seguirà  Gianfranco Bologna, direttore scientifico WWF Italia, su “Cambiamenti climatici e sesta estinzione di massa: cosa possiamo fare”, sottolineando l’emergenza causata dai cambiamenti climatici e dalla progressiva perdita della biodiversità, di cui la collettività ormai sta prendendo consapevolezza.

Recentemente il Congresso Geologico Internazionale ha formalizzato l’esistenza di un nuovo periodo nella scala geologica, chiamato Antropocene, nel quale viviamo dalla metà del secolo scorso e caratterizzato dal rimodellamento del pianeta che stiamo determinando con un’attività maggiormente improntata sull’ecologia.




Impianti termici. Abruzzo verso soggetto unico regionale

 

Su iniziativa del Sottosegretario alla Giunta Regionale arch. Mario Mazzocca, dopo svariati e ripetuti incontri svolti durante l’ultimo semestre in Regione, si è tenuta, nella giornata di mercoledì 23 novembre presso la sede dell’Assessorato, la riunione conclusiva di verifica attività per il subentro della Regione nella proprietà delle società che provvedono alla verifica degli impianti termici (caldaie) pubblici e privati su territorio abruzzese

Si tratta di un passaggio già previsto al momento della firma degli accordi fra le Province e la Regione che hanno trasferito a quest’ultima – in attuazione della legge Del Rio e della l.r. attuativa n. 32/2015 – la piena competenza in materia di politiche energetiche.

Erano presenti alla riunione gli amministratori e dirigenti delle Province di Chieti e di Teramo e delle loro società OPS spa ed ALESA per la Provincia di Chieti e AGENA scrl per la Provincia di Teramo. Assenti i rappresentanti della società Provincia di Pescara e della società Provincia e Ambiente spa. Presenti anche il Direttore dell’assessorato ing. Emidio Primavera e i dirigenti regionali del settore. Invitati alla riunione anche i rappresentanti della Confservizi CISPEL Abruzzo che – su incarico dell’UPI Abruzzo, la associazione delle Provincie Abruzzesi – a seguito di una mirata ricognizione delle singole situazioni, hanno assistito le Province e le loro società nella predisposizione degli atti che consentono ora il subentro della Regione nella proprietà delle singole aziende.

Unanime è stato il riconoscimento e l’apprezzamento per il lavoro svolto dalla Confservizi CISPEL Abruzzo che ha consegnato nei giorni scorsi un documento di sintesi nel quale si indicano anche le linee strategiche di riorganizzazione dell’intero settore.

In sostanza, una volta che la Regione sarà subentrata nelle società provinciali si potrà procedere – in attuazione delle disposizioni normative di razionalizzazione contenute nel nuovo Testo Unico sulle partecipate pubbliche – all’organizzazione di un unico soggetto regionale che possa ricondurre a sè le competenze di legge sul controllo degli impianti termici sia per il caldo che per il freddo.

La competenza sarà su tutto il territorio regionale, dovendo coprire anche il territorio della Provincia di L’Aquila che oggi non ha propri soggetti aziendali predisposti per questa attività, con una evidente economia di scala per le attività del nuovo soggetto aziendale.

Contestualmente, si procederà alla definizione di un unico regolamento regionale, attraverso uno specifico tavolo di lavoro con le associazioni sia dei consumatori che dei manutentori, per garantire ai cittadini un servizio di controllo che tariffe e caratteristiche operative uniformi sul territorio regionale.

Verrà aperta una fase di confronto e  lavoro anche con l’ANCI Abruzzo per quel che riguarda le competenze dei Comuni, e con le organizzazioni sindacali per quel che riguarda le fasi riorganizzative anche degli assetti del personale.

Nel nuovo soggetto aziendale regionale potranno infine confluire anche le attività su scala regionale relative all’efficientemente energetico, a cominciare dal patrimonio edilizio pubblico: una delle frontiere più avanzate per la tutela dell’ambiente e per il risparmio dell’energia e dei suoi costi.

Obiettivo possibile e  realizzabile, considerando la comprovata esperienza tecnica maturata dal personale delle attuali società che si è misurato con successo nella realizzazione di importanti progetti con fondi comunitari, anche in circuiti di collaborazione internazionale.

L’insieme di queste attività e la riorganizzazione in unico soggetto aziendale regionale consente di dare solidità economica ed organizzativa al progetto in grado di corrispondere anche ai severi criteri riordinatori delle società partecipate, previsti dal Testo Unico (c.d. Decreto Madia).

I presenti alla riunione sono stati altrettanto unanimi nel riconoscere a questo progetto un concreto e rilevante profilo di tutela ambientale e di sviluppo economico e hanno auspicato che ora – a seguito delle determinazioni che vanno assunte dalla Regione – si possa passare alla sua fase attuativa.

Il Sottosegretario Mazzocca ha quindi dato sbocco operativo alla riunione con la decisione di impegnare i dirigenti dell’assessorato e del settore, anche sulla base dello studio rimesso dalla Confservizi CISPEL Abruzzo e con la collaborazione delle competenze presenti nelle aziende, a predisporre in tempi brevi un documento di indirizzi di lavoro da sottoporre all’approvazione della Giunta Regionale per poter cosi passare alla fase operativa.




LAURA BENEDETTI, UN’AQUILANA DI VAGLIA A WASHINGTON

Gentile direttore,

se può essere d’interesse, invio volentieri – con il consenso del direttore della rivista D’Abruzzo, Gaetano Basti  – il testo della mia intervista a Laura Benedetti, docente presso la Georgetown University, rilasciata a Washington nel corso della mia recente missione negli Stati Uniti. Molti ed interessanti gli spunti che emergono dalla conversazione con l’illustre cattedratica, già direttrice del Dipartimento di Italiano di quel prestigioso Ateneo, di recente arrivata alla narrativa come Autrice del romanzo ” Il paese di carta“, che sta incontrando il favore dei lettori. L’intervista è stata pubblicata sull’ultimo numero della bella rivista – Turismo Cultura Ambiente – trimestrale D’Abruzzo (n.29, Autunno 2016 – www.dabruzzo.it).
Con viva cordialità
Goffredo Palmerini
Allego alcune mie foto, scattate presso Georgetown University, e la copertina dell’ultimo numero della rivista D’Abruzzo.

 

 

WASHINGTON – E’ una tiepida giornata d’autunno. Un cielo azzurro, terso, contorna belle architetture. Le chiome degli alberi vanno assumendo colori di tavolozza. Dall’annuale visita d’ottobre a New York ritaglio tre giorni per la capitale degli States. Un incontro con gli Abruzzesi e Molisani dell’Heritage Society di Washington ed altri impegni presso il Gala Weekend della NIAF, la prestigiosa Fondazione degli italoamericani, mi hanno portato qui. E tuttavia non posso mancare una visita alla Georgetown University, ateneo privato tra i piu’ prestigiosi d’America. E’ interessante la storia di questa universita’, ma non sono qui per questo. Sono a Georgetown per incontrare un’abruzzese di vaglia, Laura Benedetti, che qui insegna Letteratura italiana e per diversi anni ha diretto il Dipartimento di Italiano. La prof. Benedetti e’ una figura di rilievo nella comunita’ italiana residente nell’area (Distretto Columbia, Maryland, Virginia). Qui di seguito l’intervista che volentieri mi ha rilasciato.

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Com’è nata la tua prima “migrazione” in Canada?

Sono arrivata in Canada dall’Aquila, seguendo i consigli amorevolmente perentori di Mietta D’Amico, la mia professoressa di liceo, il che tra l’altro dimostra come un’insegnante possa avere un’influenza decisiva sulla vita di una persona. A Mietta D’Amico, anzi “alla D’Amico”, come la chiamavamo tutti, devo anche il mio primo incontro con Sandro Cordeschi, che mi aveva preceduto nel soggiorno canadese e che avrebbe scritto pagine importanti sui suoi viaggi nell’Ovest americano. In Canada, e precisamente alla University of Alberta di Edmonton, ho conseguito un Masters e ho incontrato un professore, Enrico Musacchio, che è diventato un punto di riferimento umano e intellettuale. La mia esperienza canadese è durata meno di un anno, ma è stata importantissima, anche perché era la prima volta che lasciavo l’Europa, e anche in Europa non è che avessi viaggiato tanto…

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Dopo il Canada, gli Stati Uniti…

Sì, l’anno dopo ero a Baltimora per un programma di dottorato alla Johns Hopkins University. Ho avuto la fortuna di arrivare negli Stati Uniti con un atteggiamento molto aperto. Non avevo mai coltivato il mito dell’America ma al tempo stesso non nutrivo quell’anti-americanismo a oltranza che era molto comune in quell’epoca tra i giovani italiani e che per certi versi permane ancora oggi. Questo mi ha permesso di affrontare con filosofia luci e ombre di un paese certamente pieno di contraddizioni ma che ultimamente ci ha regalato dei momenti esaltanti con l’elezione di Barack Obama e tra poco, speriamo, quella di Hillary Clinton.

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Una volta completati gli studi, hai cominciato ad insegnare in università prestigiose, prima a Harvard e ora a Georgetown, dove hai anche diretto per sei anni il Dipartimento di Italiano.

Al di là del prestigio, mi considero davvero fortunata per aver avuto la possibilità di dialogare con alcuni grandissimi intellettuali come Franco Fido, mio collega a Harvard per otto anni, un uomo dall’erudizione sconfinata, pari solo alla sua generosità. Credo però di aver raggiunto la mia piena maturità a Georgetown, anche in virtù dei ruoli amministrativi che mi sono stati affidati, in particolare in quanto direttrice di uno dei pochi dipartimenti negli Stati Uniti esclusivamente dedicati all’italianistica. Per una fortunata coincidenza, il mio mandato come direttrice è coinciso con la presenza a Washington di un illuminato ed efficientissimo Direttore dell’Istituto Culturale Italiano, Alberto Manai. Dalla nostra collaborazione sono scaturiti importanti convegni in occasione degli anniversari dell’Unità d’Italia, della stesura del Principe di Machiavelli e della nascita di Giovanni Boccaccio, nonché la prima conferenza sull’insegnamento dell’italiano negli Stati Uniti (grazie alle mie colleghe Louise Hipwell e Donatella Melucci). Tra gli altri, numerosissimi eventi organizzati in collaborazione con l’Istituto Culturale Italiano e l’Ambasciata Italiana di Washington, mi piace ricordare una serata intorno al dodicesimo canto della Gerusalemme liberata tenutasi alla National Gallery of Arts di Washington: dopo una mia presentazione degli aspetti letterari del canto, lo storico dell’arte Peter Lukehart ha illustrato le opere di incisori e pittori ispirati dai versi tassiani e, per finire, la National Gallery of Art Vocal Ensemble diretto da Rosa Lamoreaux e la National Gallery of Art Chamber Players ha eseguito una memorabile versione dal vivo del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi.

 

In che modo il fatto di vivere e lavorare negli Stati Uniti ha influenzato la tua visione della cultura italiana?

Sono arrivata in Nord America negli anni in cui si affermavano i Women’s Studies e i Gender Studies, che mi hanno fornito i parametri necessari per interpretare i testi della tradizione italiana in una luce nuova e per riscoprire figure dimenticate. Il mio primo libro, La sconfitta di Diana. Un percorso per la «Gerusalemme liberata», nasce proprio dall’entusiasmo per queste nuove prospettive. Drammatico, coinvolgente e modernissimo, il poema di Tasso continua a riservarmi sorprese ad ogni rilettura. A La sconfitta di Diana hanno fatto seguito tanti altri lavori, in italiano e in inglese, come The Tigress in the Snow. Motherhood and Literature in Twentieth-Century Italy, che ripercorre la storia della maternità nell’Italia del ventesimo secolo attraverso il filtro della letteratura, e l’edizione e traduzione inglese di Esortazioni alle donne, un rarissimo testo di una scrittrice veneziana vissuta tra il ‘500 e il ‘600, Lucrezia Marinella, una figura complessa e affascinante.

 

Alla produzione saggistica recentemente si è aggiunta una felice incursione nella narrativa con Il paese di carta.

Ho coltivato la narrativa, in maniera per la verità un po’ discontinua, fin da giovanissima. Un paese di carta nasce da tante sollecitazioni legate anche alla mia vita di emigrante, a cominciare dal titolo, che si riferisce al paese immaginario che una persona lontana si costruisce con sogni, memorie, espressioni, racconti, letteratura. Non si tratta però di un romanzo-saggio: le riflessioni scaturiscono o dovrebbero scaturire dalle avventure dei personaggi, in particolare da quelle di tre generazioni di donne legatissime malgrado le differenze e i malintesi.

 

Tra queste tre protagoniste, è la figura di Alice che impersona al meglio la tenacia, il coraggio e l’emancipazione della donna.

Dai molti, ricchissimi incontri che ho avuto con i lettori durante lo scorso anno, da Napoli a Torino, da Washington a Baton Rouge, emerge chiaramente che Alice, la matriarca, la più anziana delle tre donne del romanzo, è quella che riceve maggior interesse e consensi. È senz’altro il personaggio più libero e anticonformista del romanzo. Questa storia in fondo nasce da una scena che la vede assolutamente protagonista e che ho avuto in mente per tanto tempo: una donna che sta per morire fa una lunga passeggiata lungo il Potomac, il maestoso fiume che attraversa Washington, accompagnata dai fantasmi delle persone che le sono state care durante la vita. Al tempo stesso, sento molta affinità anche per le altre due figure femminili, cioè Jane e Sara, rispettivamente la figlia e la nipote di Alice. Sono personaggi più coinvolti nel presente e quindi più contraddittori e confusi, ma intelligenti e generosi, in cerca di qualcosa da coltivare in una quotidianità che delude sempre le loro aspettative. In particolare Sara, la più giovane, si offre di esaudire le ultime volontà della nonna trasportandone le ceneri a L’Aquila, la città che Alice aveva lasciato più di mezzo secolo prima.

 

Si parte dunque dagli Stati Uniti per arrivare a L’Aquila…

Sì, in un certo senso è il percorso contrario a quello che ho fatto io! Sara, che aveva vissuto anche lei, tramite la nonna, in “un paese di carta”, si trova scaraventata nell’Aquila del post-terremoto, una città per certi aspetti incomprensibile, ferita e vulnerabile, minacciata da speculazioni di ogni tipo ma difesa dall’impegno civico di una parte della popolazione. Il romanzo diventa dunque anche il bildungsroman di Sara, che attraverso l’incontro e per certi versi anche lo scontro con un mondo che le si rivela molto diverso da quello che aveva immaginato definisce la propria identità, riesce ad accettare meglio se stessa e addirittura a vedere in una luce più positiva sua madre, con cui aveva avuto rapporti molto conflittuali. Viaggiare, ne sono convinta, non serve solamente a conoscere altre culture, per importante che ciò sia, ma soprattutto a conoscere se stessi.

 

Il romanzo è anche un atto d’amore verso L’Aquila. Storie e vicende drammatiche, dalla Seconda Guerra Mondiale al terremoto, si incrociano, e tutto alla fine si tiene in un finale sorprendente…

Il romanzo è drammatico, certo, eppure ottimista, perché alla fine le forze della comunicazione prevalgono su quelle della disgregazione, la memoria storica (il passato remoto caro ad Alice, che obbligava la figlia a ripassarne le coniugazioni) viene preservata e trasmessa. Sara riesce ad esaudire il voto della nonna solo dopo aver sciolto il mistero che avvolgeva le vere ragioni della sua partenza dall’Italia, solo dopo essersi fatta carico della sua storia famigliare che le si rivela indissolubilmente legata ad un capitolo tragico e misterioso della storia dell’Aquila, l’uccisione di nove giovani partigiani, i Nove Martiri Aquilani. C’è un passo apparentemente parentetico nel romanzo in cui Sara avverte improvvisamente che tutto si collega. L’ultima parte del romanzo, che cerca di comporre i vari fili della trama in una composizione coerente, è scandita dalle fasi lunari, con capitoli che anche nei titoli (“Luna nuova”, “Primo quarto”, “Luna crescente” ecc.) seguono le tappe di Sara tanto nella conoscenza della storia della nonna quanto in quella di se stessa, in un processo che raggiunge il suo culmine con la luna piena. L’ultima scena del romanzo, alla Fontana delle 99 Cannelle, costituisce dunque non solo un epilogo ma anche un nuovo inizio, segnato dalla presenza dell’acqua e dalla sua promessa di rinnovamento – che spero sia di buon auspicio per una città che dall’acqua trae il suo nome!

 

 

Goffredo Palmerini

 

 

(da rivista trimestrale D’Abruzzo, n.29/Autunno 2016 – www.dabruzzo.it)

 

 




Gasdotto Snam. Interpellanza del Deputato Sinistra Italiana Gianni Melilla ai Ministri dell’Ambiente e dello sviluppo economico

 

 

Il sottoscritto Gianni Melilla chiede di interpellare i Ministri dell’ambiente e dello sviluppo economico

per sapere – premesso che:

 

 

sul “Il Fatto Quotidiano” del 15 novembre u.s. compare un articolo in prima pagina con un titolo abbastanza eloquente: “Snam, ecco il mega-gasdotto sulla faglia sismica di Amatrice & C” e pubblica  una cartina  in cui si evidenzia che il grande tubo della Snam verrebbe posizionato proprio lungo le aree con maggiore criticità: “sovrapponete le mappe, quelle del massimo rischio sismico dell’Italia centrale e quella del futuro gasdotto Rete Adriatica, coincidono perfettamente”;

 

un articolo dello stesso tenore era comparso,  a firma di Gian Antonio Stella, sul magazine “Sette” del Corriere della Sera del 2 settembre scorso;

 

il nuovo gasdotto, non ancora realizzato, denominato “Rete Adriatica” (il progetto è del 2011) è un colosso di 687 km che attraversa dieci regioni: da Massafra (Puglia) – dove arriva la Trans Adriatic Pipeline (TAP) – a Minerbio (Emilia);

 

un’opera che dovrebbe fare dell’Italia uno degli hub del gas (l’investimento complessivo di SNAM per la rete di trasporto è di 3,8 miliardi di euro fino al 2020);

 

l’opera è divisa in cinque tronconi: il primo, Massafra-Biccari, è già in esercizio; il secondo, Biccari-Campochiaro, è in fase di costruzione; per il Sulmona-Foligno il procedimento è in corso come pure per il Foligno-Sestino; mentre per il Sestino-Minerbio il procedimento si è chiuso e il decreto di autorizzazione è in fase di emissione;

 

ma il tratto più delicato è a metà strada, nel tratto di Italia colpita dai terremoti, e non sarebbe problematico solo il gasdotto, infatti intorno alla linea è prevista la realizzazione di centrali di stoccaggio (una quindicina) e di una centrale di compressione a Sulmona, cioè di un impianto per dare la spinta al gas, proprio vicino a una faglia silente, inoltre la condotta passerebbe nella zona altamente sismica del monte Morrone incrociando anche fiumi e torrenti, come ha spiegato nello stesso articolo il presidente del WWF Abruzzo Augusto De Sanctis;

 

inoltre, il ‘Gruppo di intervento giuridico’, un’associazione ecologista, ha contestato la procedura che ha portato all’approvazione del progetto, infatti la SNAM ha chiesto una Valutazione di impatto ambientale divisa in cinque parti, una per lotto,  mentre invece sarebbe servita una valutazione complessiva;

 

secondo Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di intervento giuridico, “la strada seguita da SNAM Rete Gas SpA, sino ad ora, sembra essere il tentativo di evitare la Valutazione ambientale strategica e la Valutazione di impatto ambientale unica, in palese violazione delle disposizioni comunitarie e nazionali”;

 

nello stesso articolo si richiama anche la risoluzione votata all’unanimità nel 2011 dalla commissione Ambiente della Camera,  con cui  si impegnava il Governo a “disporre la modifica del tracciato” escludendo comunque la fascia appenninica propria a causa dell’ “elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico”, una risoluzione purtroppo profetica,  alla luce di tutto ciò che è successo nell’Appennino centrale dal 24 agosto scorso ad oggi,  ma completamente ignorata dai Governi che nel frattempo si sono succeduti;

 

i ‘Comitati cittadini per l’Ambiente’ di Sulmona hanno fatto sapere, con un proprio comunicato stampa, di aver chiesto, nel corso di un convegno tenutosi a Sulmona l’11 novembre scorso, al Ministro Graziano Delrio rassicurazioni in merito, ma il Ministro si è limitato a declinare ogni responsabilità poiché tale opera è di competenza del ministero dello sviluppo economico;

 

in Italia SNAM può contare su 32.500 km di condutture, di cui 1000 in Abruzzo;

 

secondo il Fatto quotidiano, fonti qualificate vicino al Governo fanno notare che “i tre quinti dell’opera sono già avviati, ma ogni tratto è indipendente dall’altro, se anche dovessero saltare i 170 km da Sulmona a Foligno il gasdotto potrebbe funzionare, utilizzando la rete già esistente”

 

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se non ritengano, in applicazione della risoluzione votata nel 2011 dalla Commissione ambiente della Camera dei deputati e alla luce dei gravi eventi sismici degli ultimi mesi, di dover intervenire per la modifica del tracciato previsto per il gasdotto denominato “Rete Adriatica” nel tratto previsto da Sulmona a Foligno.




Pescara. Contro la Violenza sulle Donne weekend di eventi all’Aurum . Una tre giorni organizzata dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Pescara

Tre giorni di eventi da dedicare alla Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, a partire da venerdi 25 novembre, presso la Sala d’Annnunzio dell’Aurum di Pescara, organizzati dalla Presidenza del Consiglio Comunale.

La giornata del 25 novembre è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1999, per porre l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno della violenza di genere, purtroppo ancora molto diffuso.

La Presidenza del Consiglio Comunale ha sostenuto l’organizzazione dell’iniziativa volta a promuovere la più ampia consapevolezza, soprattutto delle giovani generazioni, sul tema della violenza contro le donne, nella convinzione che gli interventi di carattere informativo e culturale siano fondamentali per riconoscere e scardinare gli stereotipi socio-culturali che l’alimentano.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli, la Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune Tiziana Di Giampietro, la Vice Presidente del Consiglio Comunale Lola Gabriella Berardi, Arpalice Gabriele e Tamara Paparella, professioniste del sociale che hanno ideato e coordinato le iniziative, Francesca Fadda dell’Associazione Ananke Onlus, Emanuela Carlitti per l’Associazione Aspic Counseling&Cultura di Pescara e Irene Cocchini per l’Associazione Culturale e Teatrale Compagnia dell’Orfeo Folle di Penne.

“Questa giornata ha un obiettivo difficile ma necessario da perseguire: l’eliminazione della violenza contro le donne – esordisce il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli – Dal 25 al 28 novembre, le iniziative in calendario intendono coinvolgere,  riflettere e far riflettere sul tema. Da tre anni la Presidenza del Consiglio si adopera per sensibilizzare e responsabilizzare la cittadinanza sulla violenza contro le donne, proponendo eventi di impatto. Abbiamo cominciato nel 2014 con il Consiglio comunale aperto con la presentazione dei dati sulla violenza raccolti dal centro antiviolenza Ananke; abbiamo proseguito lo scorso anno con l’apposizione di una targa in Sala Consiliare.Quest’anno portiamo avanti un’iniziativa  articolata in tre giorni, proposta Arpalice Gabriele e Tamara Paparella, due operatrici del sociale che hanno idee e sono abituate a realizzarle. Ringrazio anche l’associazione Ananke Onlus, che si occupa di violenza contro le donne, per il suo impegno quotidiano; l’Aspic,associazione di promozione del benessere della persona e della comunità e l’associazione dell’Orfeo Folle di Penne, per il lavoro teatrale”.

“L’iniziativa prende il via con l’inaugurazione della mostra “Non chiamatelo raptus” dell’illustratrice Stefania Spanò. La mostra è un viaggio di conoscenza, attraverso il personaggio di Anarkikka, degli stereotipi che generano il fenomeno della violenza contro le donne. A seguire – spiega Arpalice Gabriele – la tavola rotonda “Non chiamatelo raptus. Raccontare la violenza contro le donne oltre gli stereotipi”. Il 26 novembre alle ore 21 lo spettacolo teatrale “NI UNA MAS” della compagnia dell’Orfeo Folle di Penne, tratto dal testo “Ferito a Morte” della Dandini. Mentre domenica 27 alle ore 15 si terrà il  gruppo incontro sulla dipendenza affettiva, dal titolo “Sarà amore”, a cura della dott.ssa Carlitti. Ringrazio tutte le associazioni che ci hanno supportato, perché ci aiuteranno a dare sull’argomento una visione ampia, varia e viva”.

“La tavola rotonda del 25 pomeriggio l’abbiamo organizzata sul tema difficile della comunicazione della violenza di genere, un argomento che ci preme molto – aggiunge Francesca Fadda di Ananke – Spesso ci chiediamo  come debbano essere raccontate le storie di violenza, superando gli stereotipi nel linguaggio. La tavola rotonda sarà un confronto su linguaggio e comunicazione attraverso i media per riflettere insieme sull’uso non sessista e non vittimizzante”.

“Ni una mas” (Non una in più) è il titolo dello spettacolo teatrale che prende spunto dallo slogan coniato da un’attivista messicana Susanna Chavez, uccisa nel 2011 – spiega Irene Cocchini, della compagnia dell’Orfeo Folle di Penne. Lo spettacolo, tratto da “Ferite a morte” di Serena Dandini vuole dare voce alle donne uccise da mano maschile. Lo spettacolo si compone di monologhi. La parola di queste donne è la vera protagonista: in scena 10 attrici con altrettanti monologhi. La rappresentazione prevede anche video realizzati da Gianluigi Antonelli”.

“L’obiettivo dell’associazione Aspic è promuovere il benessere della persona e della comunità – aggiunge Emanuela Carlittipsicoterapeuta –  Dal 2011 è stato creato un gruppo di auto-mutuo aiuto sulla dipendenza affettiva, Dopo un primo colloquio di orientamento, la donna con dipendenza affettiva viene accolta nel gruppo di sostegno fra pari, che vivono e condividono la stessa problematica. Con l’aiuto del gruppo e dell’helper, la donna riesce a mettere a fuoco le risorse personali per rimettere al centro della propria esistenza se stessa”.

“Iniziative interessanti anche per il crescendo in cui si succedono – così Tiziana Di Giampietro presidente CPO – Combattiamo ancora contro una percentuale alta di violenza contro le donne, anche se molte non emergono per paura di perdere la persona da cui, in modo anche malato, si dipende. Problemi che nascono da lontano, di donne che hanno bisogno di essere amate da qualcuno e vivono il proprio dramma in solitudine. Un appoggio umano è importante. Le violenze ci sono sempre state: dai dati non c’è differenza fra paesi poveri e industrializzati, è una malattia dell’umanità e va affrontata a 360 gradi. Tante le inziative che si concentrano e fanno riflettere, grido di aiuto su un problema reale anche per minori e anziani. Il 16 dicembre faremo come CPO un augurio di pace e non violenza attraverso il messaggio della poesia dedicato ai ragazzi delle scuole, perché trovino nella poesia le parole giuste per parlare al prossimo”.

“Non posso che congratularmi con queste belle e numerose iniziative che noi cerchiamo di promuovere e stimolare con la speranza che un sistema culturale cambi – conclude Lola Gabriella Berardi – Dobbiamo cominciare dalla tenera età a far capire questo messaggio sulla necessità di combattere la violenza e sul fatto che non vada confusa con l’amore. La violenza è un oltraggio alla persona, ci vuole grande forza e coraggio da parte di chi subisce. Grazie alle associazioni che operano in questo settore riusciamo ad organizzare eventi che fanno riflettere e ottenere questo risultato”.

PROGRAMMA

Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, 25 novembre 2016

Venerdì 25 Novembre, ore 17.30

Inaugurazione della Mostra “NON CHIAMATELO RAPTUS”, con le illustrazioni di Stefania Spanò, in arte Anarkikka; l’esposizione sarà visitabile negli orari di apertura della struttura, fino al 28 Novembre.

La violenza maschile nei confronti delle donne è ancora oggi un fenomeno ancora sottostimato e che non conosce soluzioni di continuità, alimentato da una diffusa cultura patriarcale, che rende ancora forte la disparità di opportunità e diritti tra donne e uomini e si nutre di tanti stereotipi di genere.

La Mostra “Non chiamatelo raptus” raccoglie le illustrazioni realizzate da Stefania Spanò, illustratrice, vignettista, esperta di comunicazione, che ha da tempo intrapreso un percorso di denuncia sociale.

Con il personaggio di Anarkikka, una ragazza dai folti capelli neri e dal ciuffo ribelle, racconta con una immediatezza mai superficiale il tema della violenza maschile nei confronti delle donne, permettendo di ri-conoscere e, quindi, scardinare gli stereotipi più diffusi che la sostengono.

Venerdì 25 Novembre, ore 18.00/20.00

Tavola Rotonda “Non chiamatelo raptus. Raccontare la violenza contro le donne oltre gli stereotipi”, promossa dall”Associazione Ananke Onlus

La tavola rotonda intende promuovere una riflessione sull’ uso di una comunicazione non sessista e non vittimizzante, nella convinzione che il linguaggio possa veicolare e tradurre il necessario cambiamento culturale per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne.

Alla tavola rotonda parteciperanno, oltre al Centro antiviolenza Ananke, Wilma Plevano – già prof.ssa presso il Liceo Statale “G. Marconi” di Pescara, Maria Rosaria La Morgia – Giornalista Rai –  e Gilda D’Ignazio della Redazione de “Il Centro”. Modera: Antonio Blasioli, Presidente del Consiglio Comunale di Pescara

Sabato 26 Novembre, ore 21

Introduce:Tiziana Di Giampietro, Presidente della Commissione Pari Opportunità, Comune di Pescara

Compagnia Teatrale dell’Orfeo Folle -“NI UNA MÁS”, Spettacolo tratto dal testo “Ferite a Morte” di Serena Dandini. Adattamento e regia di Irene Cocchini

Slogan coniato da Susana Chávez – nella provincia di Juárez, in Messico – come richiamo alle onde di rapimenti e violenze contro le donne con il tacito accordo di polizia e istituzioni, “NI UNA MÁS” diventa, attraverso il ritmo dell’ omonimo spettacolo diretto da Irene Cocchini (in collaborazione con l’Associazione Culturale e Teatrale Compagnia dell’Orfeo Folle di Penne), un urlo potente che parla del “femminicidio”. I testi attingono alla cronaca e alle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Dieci donne, dieci voci spezzate da mani pavide e violente che insanguinano quotidianamente la bellezza, la forza e la fertilità del mondo.

Domenica 27 Novembre, ore 15/16.30

Gruppo incontro sulla Dipendenza Affettiva “SARÀ AMORE?”

Emanuela Carlitti, Psicoterapeuta, Gruppo Ama sulla dipendenza affettiva- ASPIC Pescara

Il gruppo incontro “SARÀ AMORE?” vuole essere un’occasione per condividere insieme – partendo da immagini, riflessioni sull’amore – l’amore per sé, l’amore per l’altro e soprattutto l’amore sognato e quanto siamo soliti vivere una relazione con gli occhi del vero amore o dell’amore desiderato.

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TERAMO. Sisma: report di Mercoledì 23 Novembre ore 19:10

 

 

 

Undici le Ordinanze di sgombero emesse oggi dal Sindaco; alcune di esse per inagibilità parziale. Interessati immobili siti in Via Getullio, Via Po, Piano della Lenta e VIlla Rupo.

Chiuso anche un locale commerciale adibito a spazio per feste, alla Cona.

 

Un discorso particolare emerge dalle valutazioni dei tecnici sullo stabile in cui sono ospitati gli Uffici dell’Archivio di Stato, in via Cesare Battisti, di proprietà dell’Agenzia del Demanio; dall’esame degli ambienti afferenti alla porzione di fabbricato che si sviluppa fino al secondo piano, compresa la facciata, non sono state rilevate lesioni di entità significativa. Per contro, al livello di primo piano e per la parte verso l’Archivio di Stato (stanze 13 e 14) sono presenti lesioni lungo talune direttrici delle volte a vela che costituiscono il solaio nonché un distacco verticale sulla muratura di confine tra le due porzioni. In considerazione di ciò, si è ritenuto opportuno decretare lo sgombero, in via precauzionale, delle stanze 13 e 14 poste al primo piano e in corrispondenza al piano terra della stanza 16.

 




Nuovi ospedali in Abruzzo. Sinistra Italiana chiede trasparenza e chiarezza nei progetti

Sinistra Italiana Abruzzo decisamente contraria all’adozione generalizzata di procedure di ‘finanza di progetto’ nel campo dell’edilizia sanitaria
Dopo l’avvio della procedura per la costruzione del nuovo ospedale di Chieti attraverso il sistema del ‘project financing’, nel senso di coinvolgere soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nell’accollo totale o parziale dei costi di opere pubbliche o di pubblica utilità in vista di entrate economiche future, per il quale abbiamo già manifestato all’epoca il dissenso di SEL/Sinistra Italiana, la Giunta Regionale decide di proseguire sulla stessa strada per la realizzazione dei nuovi ospedali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, nonché per la ristrutturazione del presidio ospedaliero di Penne e la realizzazione della nuova centrale operativa del 118 a L’Aquila.
Sinistra Italiana Abruzzo, condividendo la necessità di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di nuovi ospedali che abbiano requisiti di sicurezza strutturale, non può che essere decisamente contraria all’adozione generalizzata di procedure di ‘finanza di progetto’ nel campo dell’edilizia sanitaria, oltre a rilevare elementi di pesante criticità nel metodo adottato per la decisione, che é stata presa senza alcun preliminare confronto nell’ambito della maggioranza e nonostante sia ormai cessato il regime di commissariamento del nostro sistema sanitario.
Si tratta, per il metodo del ‘project financing’, di una posizione ampiamente suffragata dalle negative esperienze di altre Regioni, prime tra tutte il Veneto e la Toscana, e che vede condivise le sue motivazioni nel parere della Procura della Corte dei Conti del Veneto (si veda la relazione del Procuratore Regionale nell’adunanza del 20 febbraio 2014), che richiama posizioni espresse dall’Autorità per i lavori pubblici sulla eccessiva onerosità di interventi di ‘finanza di progetto’ per l’Amministrazione pubblica, tenuta al pagamento di onerosi canoni di concessione.
Anche la Commissione Parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e sulle cause dei disavanzi regionali ha avuto modo di esprimersi sull’uso della finanza di progetto e sulle sue conseguenze a proposito della costruzione di ospedali in Toscana, mettendo l’accento sulla scarsa condizionabilità del fornitore di servizi rispetto alla qualità di questi, con costi unitari superiori a quelli di mercato, e sulla possibilità di derogare dal rispetto delle norme previste nel codice degli appalti pubblici, limitando la concorrenza.
Particolarmente problematica e grave risulta la previsione di affidamento della gestione dei laboratori di biochimica e della gestione tecnica e amministrativa di radiologia e medicina nucleare prevista per l’ospedale di Chieti, in quanto configura l’ipotesi di una gestione mista pubblico-privato di servizi sanitari, che va oltre la pur contestabile decisione di adozione del ‘project financing’.
Sinistra Italiana Abruzzo



ABRUZZO. REGIONE: COMUNICATO DI MARIO MAZZOCCA

A seguito di quanto dichiarato in conferenza stampa dal gruppo consiliare
M5S in merito al nuovo Piano Gestione Rifiuti, il Sottosegretario alla
Presidenza d’Abruzzo delegato all’Ambiente Mario Mazzocca, in una
nota stampa, rassicura  i cittadini abruzzesi sull’effettiva
situazione ribadendo i seguenti concetti basilari:
“I nostri atti, inclusa la delibera della Giunta regionale n. 116 del
2016,  in realtà, avviano concretamente sul territorio regionale la
stagione dell’economia circolare  a favore dello sviluppo sostenibile.
La stesura definitiva del nuovo “Piano Regionale Gestione dei
Rifiuti”, un documento di oltre 500 pagine, sarà disponibile solo
venerdì prossimo: per questo motivo avevamo da tempo programmato per
lunedì 28 novembre la  conferenza stampa sulle linee d’indirizzo in
materia di gestione dei rifiuti, sul tema del recupero di materia, sul
nuovo Piano e sul futuro sistema di governance inerente
l’impiantistica sia pubblica che privata.
Lunedì prossimo avremo modo di essere  più esaustivi, come sempre sulla
scorta dei fatti”.

Mario Mazzocca, Sottosegretario Regione Abruzzo con delega all’Ambiente