La Corte Costituzione dichiara illegittima la Legge Regionale che voleva ridurre i confini del Parco Regionale Sirente Velino.  Il Parco è salvo! Esulta il fronte ambientalista! 

 

La Corte Costituzionale si è espressa con la sentenza n. 235/2022: il taglio del Parco regionale Sirente Velino è illegittimo! Il pronunciamento salva molte migliaia di ettari di territorio protetto che la Regione Abruzzo aveva eliminato dal territorio del Parco regionale. 

Le Associazioni ambientaliste (WWF Abruzzo, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Mountain Wilderness, CAI Abruzzo, Salviamo l’Orso, Orso and Friends, Altura Abruzzo, Appennino ecosistema, Touring Club Italiano, Dalla parte dell’Orso, Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino e altre) avevano creato una grande mobilitazione contro l’incomprensibile e scellerata decisione della Giunta regionale, lanciando una petizione on line ha raggiunto più di 125.000 firme, raccogliendo l’appello di cinquanta personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane rivolto al Presidente della Regione e all’Assessore all’ambiente, pubblicando articoli sulla stampa, anche su testate importanti a livello nazionale e portando la discussione e la richiesta di scongiurare la riduzione del Parco su un piano di attenzione più ampio di quello locale.  

Nonostante questo, la Regione Abruzzo è rimasta sorda agli appelli, il Presidente Marco Marsilio non ha mai incontrato le Associazioni o sentite le popolazioni per raccogliere le istanze e confrontarsi con tutti i portatori di interesse, accampando come “volontà del territorio” delibere di consigli comunali datate di diversi anni e riferite a compagini amministrative spesso mutate.  

Il WWF, poi, una volta approvata la Legge regionale con i confini ridotti del Parco, aveva presentato una richiesta al Governo di impugnativa sollevando successivamente attraverso una memoria alla Corte Costituzionale, tra le altre questioni, proprio il fatto che la riperimetrazione attuata andasse a compromettere “il nucleo minimo di salvaguardia del patrimonio naturale” richiesto dalla normativa nazionale. 

Ora la sentenza della Corte Costituzionale dà una sonora batosta all’amministrazione regionale che pensa di ridurre i confini di un’area protetta, mentre gli obiettivi comunitari chiedono esattamente il contrario. 

È indubbiamente una grande sconfitta far passare la decisione dei confini dell’unica area protetta regionale attraverso una diatriba giuridica, meglio avrebbe fatto la Giunta regionale ad accogliere l’invito che le Associazioni ambientaliste non hai mai cessato di lanciare, quello della ricerca di un dialogo e di un confronto con la creazione di un tavolo di ascolto e di nuova programmazione del territorio, basato però sulla tutela del grande patrimonio naturalistico che il territorio del Parco regionale Sirente Velino custodisce. 

Ora si lavori insieme per il bene dell’area protetta, il Parco ha bisogno di altro: di essere dotato di strumenti per esercitare la propria funzione, dell’approvazione del Piano di gestione, della possibilità di indennizzare velocemente i danni da fauna all’agricoltura e agli allevamenti, di un piano di rilancio che punti alla promozione turistica…  




L’Italia non è un paese per bici. Ma lo può diventare. Dossier sulla situazione delle piste ciclabili nelle città capoluogo italiane.

Al lancio del dossier è legata anche una petizione per chiedere maggiori investimenti per la realizzazione di piste ciclabili.

 

L’Italia investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane. Questo senza contare riduzione delle accise e altri sussidi ambientalmente dannosi. Il risultato è che l’Italia, sul piano della ciclabilità, è il fanalino di coda del contesto europeo: le città italiane hanno una media, secondo i dati Istat, di 2,8 km di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali, da zero km in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15 km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, considerando i chilometri medi, superiori, di Helsinki (20 km/10.000 abitanti), Amsterdam (14 km/10.000 abitanti) o Copenaghen (8 km/10.000 abitanti).

L’Italia, con l’Unione Europea, si è impegnata a ridurre le proprie emissioni climalteranti del 55% entro il 2030. Per farlo è essenziale decarbonizzare rapidamente il settore dei trasporti, che è oggi causa di quasi un terzo delle nostre emissioni di CO2, ma senza rendere le nostre città davvero ciclabili riuscirci sarà molto più difficile.

È questo il punto di partenza da cui Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente, sono partite per la realizzazione del dossier “L’Italia non è un paese per bici”, un ricco documento che mostra come, per colmare il gap con il resto d’Europa, alle città italiane servono 16.000 km di ciclabili in più (rispetto al 2020), per un totale di 21.000 km al 2030. Da una stima prudenziale del fabbisogno economico, l’investimento dovrebbe essere di almeno 3,2 miliardi di euro nell’arco dei prossimi sette anni, pari a 500 milioni di euro all’anno, ovvero appena il 3,5% di quanto già stanziato per il comparto auto e le infrastrutture connesse, ma molto di più di quanto predisposto  fino ad ora per la ciclabilità.

La proposta delle organizzazioni rivolta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e al nuovo Parlamento è quindi di integrare il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, approvando un piano straordinario di investimenti per la ciclabilità nella prossima legge di bilancio, con uno stanziamento di 500 milioni di euro l’anno fino al 2030.

Claudio Magliulo, responsabile italiano della campagna Clean Cities, ha commentato:

La nostra analisi ci dice tre cose: uno, che spendiamo tante, troppe delle nostre tasse per sovvenzionare l’uso dell’automobile privata, e pochi spiccioli per dare a tutti la possibilità di muoversi in bicicletta; due, che le nostre città sono ancora molto poco ciclabili, e che vasta parte degli attuali progetti di sviluppo della ciclabilità non sono sufficienti a consentire un vero salto di qualità; tre, che per rendere le nostre città ciclabili davvero basterebbe investire poco più di tre miliardi di euro, tanto quanto stiamo spendendo ogni tre mesi per abbassare un pochino il prezzo di diesel e benzina.

Milioni di italiani vorrebbero avere l’opportunità di muoversi in sicurezza usando la bici per raggiungere i propri luoghi di lavoro, di studio o di svago. Ma non possono perché le strade sono il dominio incontrastato delle automobili e mancano infrastrutture adeguate.

Facilitare l’utilizzo diffuso e capillare della bicicletta non è solo una priorità dal punto di vista ambientale e climatico, ma anche parte della soluzione all’epidemia di morti per mal’aria e una questione di giustizia e inclusione sociale.

Le organizzazioni propongono inoltre:

  • la creazione di una struttura tecnica incardinata nel MIT, con budget dedicato, che coordini il Piano nazionale per la ciclabilità;
  • finanziamenti per sharing mobility nelle città poco appetibili per i grandi operatori di bike-sharing;
  • l’istituzione di un fondo per la promozione della ciclabilità con sgravi, incentivi ad hoc e accordi di mobility management con le aziende;
  • l’obbligo per i nuovi progetti infrastrutturali di prevedere connessioni intermodali;
  • la promozione dell’accesso delle bici ai treni regionali con adeguata fornitura di posti e scontistica sugli abbonamenti;
  • una grande campagna di sensibilizzazione sulla bicicletta come mezzo di trasporto per gli spostamenti quotidiani per lavoro e studio;
  • e un programma di formazione e sensibilizzazione degli enti locali sui recenti sviluppi legislativi in tema di ciclabilità.

 

Le città italiane sono poco ciclabili, ma alcune vogliono fare di più

Per la realizzazione del dossier, le organizzazioni hanno analizzato, partendo dai dati Istat, i chilometri di corsie o piste ciclabili per diecimila abitanti al 2020 e i chilometri aggiuntivi previsti da PUMS e biciplan. Nel confronto con le grandi città europee alcune città italiane spiccano in positivo, ma oltre la metà dei comuni capoluogo hanno poche o pochissime ciclabili e sono in classe F o G nel rating proposto (dove A+ è il livello più alto, G il più basso). Le ciclabili sono cresciute del 20% tra il 2015 e il 2020, ma oltre un terzo dei comuni non ha costruito un solo chilometro in più, o ne ha addirittura rimossi alcuni. Le disparità territoriali sono grandissime: nella top 10 ci sono solo città del Nord, mentre in coda alla classifica si trovano quasi solo città del Centro-Sud.
La buona notizia è che molti comuni hanno piani ambiziosi che in alcuni casi li vedrebbe scalare fino a cinque classi nell’analisi proposta. Ma di piani si tratta, per la gran parte, ed è essenziale che quei numeri su carta diventino tracciati percorsi quotidianamente da chi si sposta in bici per lavoro, studio o piacere.

Le dichiarazioni di Clean Cities, FIAB, Kyoto Club, Legambiente

L’Arch. Raffaele Di Marcello, Consigliere di Presidenza di FIAB, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, e Responsabile Centro Studi Nazionale FIAB dichiara: “La situazione infrastrutturale delle nostre città, per quanto riguarda i percorsi ciclabili, è ancora da migliorare. Poche piste ciclabili, spesso non collegate tra loro, e mancanza di una visione che metta insieme pianificazione urbanistica e mobilità sostenibile, rendono difficile, e spesso impossibile, utilizzare la bicicletta come mezzo alternativo all’automobile. Il recente Piano Generale della Mobilità Ciclistica ha ribadito la possibilità di usare altre tipologie di percorsi, oltre alle piste ciclabili, e le indicazioni contenute nel report, se attuate, possono aiutare a colmare le carenze che il nostro Paese ha accumulato negli anni, con l’obiettivo di passare, a breve, dalle piste ciclabili a città a misura di ciclisti”.

Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, ha sottolineato che “I dati del dossier ciclabilità mostrano con chiarezza che le nostre città devono colmare un ritardo notevole rispetto alle più avanzate realtà europee. Nelle nostre aree urbane sono ancora i veicoli a combustione fossile a farla da padrone. È necessaria una vera e propria “rivoluzione culturale” che ponga invece al centro la mobilità attiva, pedonale e ciclabile, ripensando l’utilizzo degli spazi delle nostre città. Insieme alle altre associazioni chiediamo con forza al nuovo Parlamento un Piano straordinario di investimenti per la ciclabilità urbana, per conseguire in pochi anni gli obiettivi indicati puntualmente nel dossier”.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente dichiara: “Bisogna cambiare il paradigma della mobilità nelle città, pianificando lo spazio stradale con nuove gerarchie: più spazio a pedoni, ciclisti e intermodalità e meno a spostamenti privati in auto. La bicicletta negli spostamenti brevi e medi è uno straordinario alleato: ricuce i quartieri, connette centro e periferie e rende accessibili spazi condivisi come le stazioni, le scuole, gli uffici pubblici, abbattendo emissioni, congestionamento e incidentalità stradale. Ma servono risorse certe e incentivi stabili che permettano di realizzare connessioni efficienti come insegna la bicipolitana che si sta diffondendo in tutta Italia”.

 

Ma qual è la situazione delle infrastrutture ciclabili dei capoluoghi abruzzesi, evidenziata nel dossier?

In una scala di valutazione per classi, da A+ a G, che ricalca quella per l’efficienza energetica, dove A+ indica le città che hanno già livelli di ciclabili che dovrebbero favorire un utilizzo quotidiano e largamente diffuso della bicicletta e G le città che devono ancora attivarsi per raggiungere un livello accettabile di infrastrutture per la ciclabilità, troviamo al primo posto Pescara in classe E, con uno scenario prefigurato dal suo Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) che la porterebbe in classe C.

Segue Teramo, in classe F, con un PUMS non ancora approvato e, quindi, senza possibilità di apprezzarne il miglioramento.

Situazione peggiore per L’Aquila, in classe G, ma con una previsione di PUMS che la porterebbe, quando attuata, in classe A+, e quindi al vertice della classifica.

 

Ultima classificata Chieti,  in classe G e nessun PUMS approvato che possa far apprezzare un qualche miglioramento in futuro.

 

Va evidenziato – dichiara Raffaele Di Marcello del Centro Studi nazionale FIABche il rapporto è relativo unicamente alla dotazione di piste ciclabili, rilevate su base ISTAT, e non tiene conto di altri elementi quali la moderazione del traffico, le corsie ciclabili, le zone a traffico limitato e le aree pedonali, le azioni per la promozione della mobilità ciclistica, tutti elementi che FIAB considera all’interno della sua rete dei ComuniCiclabili. Ma le piste ciclabili sono comunque un elemento importante per la crescità di una ciclabilità diffusa in ambito urbano ed il report vuole essere da sprono, sia per le amministrazioni che per i governi regionali e centrale, affinché vengano destinate adeguate risorse alla realizzazione di reti di percorsi, integrate con altre azioni di sostegno alla mobilità sostenibile”.

 

 

 

 

 

 




Presentata a Torino di Sangro la Nuova Stazione di Inanellamento e Monitoraggio Sanitario – le attività indagano il ruolo epidemiologico dell’avifauna stanziale e migratrice per prevenire la diffusione di patogeni rilevanti per la salute pubblica

 

Sabato 26 novembre è stata inaugurata e presentata agli organi di informazione la Nuova Stazione di Inanellamento e Monitoraggio Sanitario realizzata nella Riserva Naturale Regionale Lecceta, gestita da Legambiente Abruzzo, grazie a un accordo sottoscritto dall’IZS dell’Abruzzo e del Molise e il Comune di Torino di Sangro.

È una delle circa 60 Stazioni della rete di monitoraggio dell’avifauna italiana del progetto MonITRing, coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). La localizzazione nella Foce del Fiume Sangro e sulla costa adriatica fa assumere alla Stazione di Torino di Sangro una rilevanza strategica, poiché si trova all’interno di una rotta centrale per la migrazione degli uccelli.

 

Anche per questo motivo il Sindaco, Nino Di Fonso, ha espresso la soddisfazione dell’Amministrazione comunale e dell’intera comunità cittadina: “La Stazione di inanellamento, nata dalla sinergica collaborazione tra il Comune di Torino di Sangro e l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, costituisce un’importante risorsa per la nostra Lecceta. Un progetto che sorge con l’intento di valorizzare la correlazione tra il territorio e la comunità scientifica, sensibilizzando al tema dell’educazione ambientale, anche attraverso lo studio dei fenomeni migratori, strettamente connessi ad un argomento fortemente attuale come quello dei cambiamenti climatici”.

 

Approfondire la conoscenza delle variazioni stagionali delle comunità ornitiche che frequentano la Riserva è funzionale a ridisegnare una politica di conservazione e gestione dell’avifauna in un’ottica di crescente attenzione alla green economy. Le attività di inanellamento a scopo scientifico servono a studiare la biologia, l’ecologia, il comportamento e gli spostamenti degli uccelli e, inoltre, offrono un’importante occasione per investigare il ruolo epidemiologico che l’avifauna stanziale e migratrice riveste nella trasmissione e diffusione di patogeni zoonotici – ovvero trasmissibili dagli animali all’uomo – rilevanti per la salute pubblica.

 

Il biologo Franco Recchia, responsabile delle attività di inanellamento, ha specificato che, “da maggio a novembre sono stati catturati 250 uccelli appartenenti a 27 specie diverse. L’attività di inanellamento è coordinata sul territorio nazionale da ISPRA. A fine anno i dati delle catture vengono inviati all’IZS di Teramo. Bisogna precisare che dopo l’applicazione dell’anello identificativo gli uccelli vengono immediatamente liberati”.

 

In qualità di Centro di Referenza Nazionale per lo studio delle malattie esotiche degli animali, l’IZS dell’Abruzzo e del Molise nel progetto si occupa di svolgere attività di sorveglianza sanitaria e studiare gli aspetti epidemiologici dell’avifauna presente nella Riserva Naturale Regionale Lecceta. In particolare, essendo noto il ruolo che molte specie di migratori rivestono nell’introduzione dei virus West Nile e Usutu, che sono arbovirus zoonotici trasmessi da zanzare, le attività di sorveglianza condotte sugli uccelli migratori durante le fasi di cattura e inanellamento hanno previsto la raccolta di penne e piume per la ricerca di questi arbovirus e di ectoparassiti quali zecche, con lo scopo di identificarne la specie monitorando l’eventuale introduzione di specie alloctone e ricercare patogeni direttamente dai parassiti.

 

Il Direttore Generale dell’IZS di Teramo, Nicola D’Alterio, in primis ha sottolineato la natura del progetto che rappresenta “un modello virtuoso di gestione sanitaria e ambientale in ottica One Health, che coniuga alla salute umana e degli animali gli aspetti ecologico/naturalistici alla base delle attività di inanellamento”, per poi entrare nel merito delle attività finora svolte: “Abbiamo esaminato penne e piume provenienti da 84 esemplari, 25 pool di insetti e due uccelli rinvenuti morti all’interno della Lecceta. Dalle attività diagnostiche è stata riscontrata positività al virus Usutu in due esemplari (un merlo e un pettirosso) sottoposti a cattura e inanellamento. Si tratta della prima segnalazione in Abruzzo di questo virus negli uccelli che, va ricordato, può essere causa di patologie neurologiche nell’uomo: tanto che nel 2017 il virus Usutu è stato incluso nelle attività di sorveglianza previste per il virus della West Nile Disease per l’individuazione precoce della circolazione virale e l’attuazione di misure atte a ridurre il rischio di trasmissione. I primi risultati – ha concluso il DG D’Alteriodimostrano l’efficacia del sistema di monitoraggio nel rilevare la presenza di circolazione virale nell’avifauna sottoposta a indagine, di certo andremo avanti in questo progetto a tutela della salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente”.

 

All’incontro ha preso parte anche il Presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, che ospita la Nuova Stazione di Inanellamento e Monitoraggio Sanitario all’interno della Riserva Naturale Regionale Lecceta: “Si tratta di un progetto importante dal punto di vista scientifico perché ci permette di accrescere il valore della tutela ambientale in un momento di emergenza climatica e rafforza il lavoro complessivo che la Riserva regionale di Torino di Sangro ha messo in campo nonostante la pandemia che stiamo attraversando”.

 




Area di crisi complessa, ancora una vittoria della CGIL Abruzzo Molise: riconosciuto anche il “bonus 200€” ai lavoratori in mobilità in deroga. Adesso si lavori per un futuro occupazionale.

Come richiesto a luglio dalla CGIL Abruzzo Molise e dall’intero CICAS Abruzzo coordinato dall’assessorato regionale al lavoro, dopo il “bonus 150 €”, l’INPS (con il messaggio n° 4231 del 23 novembre 2022) ha riconosciuto ufficialmente il diritto per i lavoratori in mobilità in deroga anche alla percezione del “bonus 200 €”, misura che verrà messa in pagamento nel prossimo mese di dicembre.

Una vittoria importante per i circa 150 lavoratori in mobilità della Val Vibrata e per i 300 molisani dell’area di crisi complessa di Venafro, Bojano e Campochiaro. Una battaglia i cui benefici saranno estesi a tutte le 19 aree di crisi complessa riconosciute nel Paese.

Adesso però si deve passare dalla politica di bonus e sussidi, a quella dell’occupazione. I riconoscimenti delle aree di crisi, infatti, non sono certo stati certo risolutivi per i problemi dei territori.

In Vibrata, dopo la crisi del tessile prima e del metalmeccanico poi (Veco e Atr le ultime due grandi vertenze finite con la perdita di 300 posti di lavoro), non vi è mai stato il recupero di occupazione ed economia in quella che un tempo era una delle zone a più alta vocazione industriale della regione. Stesso discorso per l’area di crisi del Molise, dove nell’ambito avicolo, agroalimentare, tessile e metalmeccanico, non è più rinviabile un intervento di riqualificazione per una risposta, oltre ai lavoratori in mobilità, anche a quelli dipendenti di aziende in cassa integrazione straordinaria.

Necessario trovare una soluzione occupazionale per queste persone, mediamente ultracinquantenni, condannate da più di cinque anni a vivere con meno di 500 € al mese, nel limbo dei “troppo vecchi per lavorare e troppo giovani per andare in pensione”.

Non è quindi il furore ideologico con cui questo governo da un lato penalizza i poveri con il taglio di reddito di cittadinanza e maggiorazioni sulle pensioni e dall’altro avvantaggia i ricchi con una tassa piatta che diminuisce le imposte per i redditi fino a 85.000 euro, l’approccio utile a risolvere i problemi.

Occorrono politiche pubbliche, occupazionali e industriali, che offrano vere opportunità di lavoro a chi oggi non riesce a trovare un’occupazione e domani rischia di rimanere senza nessun sostegno, aggravando una situazione economica e sociale di famiglie che già adesso sono in difficoltà.

Per queste ragioni, la battaglia per il riconoscimento dei bonus non sarà certo l’ultima. La CGIL Abruzzo Molise continuerà, nelle piazze, nelle aziende e in ogni luogo da dove possa arrivare la richiesta di giustizia sociale, a lottare al fianco di lavoratrici e lavoratori, disoccupate e disoccupati, pensionate e pensionati, studentesse e studenti, perché nessuno venga lasciato indietro.

Pescara, 25 novembre 2022




26° GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE “PREOCCUPAZIONE PER L’AUMENTO DELLA POVERTÀ, APPELLO A DONARE LA SPESA PER CHI È IN DIFFICOLTÀ”

Sabato 26 novembre 2022: torna in tutta Italia l’iniziativa
della Fondazione Banco Alimentare Onlus

 

 

In circa 11mila supermercati saranno presenti oltre 140mila volontari
riconoscibili dalla pettorina arancione 

 

Sono sempre di più le persone che chiedono aiuto per la spesa o per un pasto rivolgendosi alle circa 7.600 strutture caritative che il Banco Alimentare sostiene in tutta Italia attraverso la rete di 21 organizzazioni territoriali. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono state 85.000 in più le richieste ricevute che hanno fatto salire a 1.750.000 le persone aiutate. In questo difficile momento economico e sociale, Banco Alimentare deve far fronte anche ad un aumento del 45% dei costi di gestione tra logistica, trasporti ed energia elettrica e ad un calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati.

 

Banco Alimentare fa dunque appello alla solidarietà di tutti, invitando a partecipare alla 26esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare che si svolgerà sabato 26 novembre 2022. In circa 11.000 supermercati in tutta Italia si potranno acquistare alimenti non deperibili da donare alle persone in difficoltà, aiutate dalle strutture caritative territoriali.

 

Oltre 140.000 volontari inviteranno a comprare prodotti a lunga conservazione: verdura in scatola, tonno e carne in scatola, polpa o passata di pomodoro, olio, alimenti per l’infanzia come omogeneizzati o latte in polvere. I volontari indosseranno una pettorina arancione, nuovo colore di riconoscimento presente nel logo Banco Alimentare e che verrà utilizzato anche per i sacchetti forniti per fare la spesa.

 

“Siamo preoccupati per la situazione che stiamo vedendo nel nostro Paese con sempre più persone e famiglie che si trovano in povertà assoluta o che rischiano di scivolarci nonostante abbiano un lavoro – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus –. È fondamentale quindi continuare a sensibilizzare tutti coloro che possono compiere un atto concreto di aiuto. La Colletta Alimentare è un gesto educativo semplice e di carità, che promuoviamo da oltre un quarto di secolo. Partecipare a questa iniziativa significa contrastare l’indifferenza e favorire la condivisione, facendo un gesto concreto a cui tutti siamo invitati. Il gesto di volontariato più partecipato In Italia e la prima esperienza solidale di questo tipo. Ci auguriamo dunque che anche quest’anno la solidarietà sia tanta”.

 

“Chiediamo a tutti gli abruzzesi e molisani di rispondere a questo invito con la grande generosità e sensibilità che ci caratterizza, – dichiara Antonio Dionisio, Presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo – aiutando così 38.927 persone del nostro territorio in stato di bisogno, sostenute dalle 224 associazioni caritatevoli aiutate dal Banco Alimentare Abruzzo e Molise.  Vi aspettiamo negli oltre 390 supermercati dove sarete accolti da oltre 4.000 volontari. Non vediamo l’ora di avervi al nostro fianco!”

Nel 2021 grazie alla Colletta Alimentare sono state raccolte 7.000 tonnellate di cibo, l’equivalente di 14 milioni di pasti (1 pasto equivalente corrisponde a un mix di 500 gr di alimenti in base ai LARN, i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) per un controvalore economico di oltre 25 milioni di euro.

Dal 26 novembre 2022 la Colletta Alimentare proseguirà anche online. Sarà infatti possibile continuare a donare alimenti su Amazon.it/bancoalimentare, Carrefour.it, Esselungaacasa.it e EasyCoop.com. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.colletta.bancoalimentare.it.

 

Per il secondo anno consecutivo il calciatore Giorgio Chiellini è testimonial della Colletta Alimentare ed è protagonista di uno spot radio e TV di lancio dell’iniziativa solidale realizzato da Mate Agency.

 

La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare Onlus aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2022 indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazione dell’Esercito Italiano, dell’Associazione Nazionale Alpini, dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, della Cdo Opere Sociali e del Lions Club International.

 

Main sponsor: UnipolSai Assicurazioni, Eni, Coca-Cola

Partner istituzionale: Intesa Sanpaolo

Partner logistico: Poste Italiane, Number 1 Logistics Group, Gruppo Lactalis in Italia

 




Insediamento consiglio direttivo sga

Nel corso della riunione di insediamento, il Consiglio direttivo del Sindacato giornalisti abruzzesi ha provveduto all’elezione delle cariche, così come previsto dallo statuto.

Segretario è stato confermato Ezio Cerasi, il nuovo vicesegretario professionale è Antonio Buccilli, conferme anche per il vicesegretario collaboratore, Daniele Astolfi e per il tesoriere Paolo Mastri.

Per una migliore organizzazione del lavoro sono poi state attribuite le seguenti deleghe: il vicesegretario Antonio Buccilli, curerà l’organizzazione e i rapporti con le istituzioni, Lalla D’Ignazio le pari opportunità, Marina Moretti l’emittenza radiotelevisiva locale, Alessia Marconi gli uffici stampa, Sergio Cinquino il giornalismo web e multipiattaforma, Daniele Astolfi eventi e promozioni, Tiziano Coccia il giornalismo sportivo. Il Consiglio direttivo, inoltre, ha affidato a Jacopo Forcella il coordinamento del lavoro delle commissioni statutarie.




A NATALE SOSTIENI IL DIRITTO ALLA CURA CON EMERGENCY   DALL’8 AL 24 DICEMBRE A TERAMO IN CORSO CERULLI IL NEGOZIO DI NATALE DI EMERGENCY

 

 

CON TAPPETI, BORSETTE E ORSI CUCITI E RICAMATI A MANO DALL’AFGHANISTAN E OGGETTI DA TANTI ALTRI PAESI DEL MONDO

 

ONLINE ANCHE TANTE IDEE PER REGALI SOLIDALI: VISITE, CURE E MEDICINALI PER I PAZIENTI DEGLI OSPEDALI DI EMERGENCY

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PER LE VITTIME DI GUERRA E POVERTÀ

 

 

 

Tappeti tessuti a mano, accessori creati grazie a materiale di recupero, manufatti provenienti da tutto il mondo, prelibatezze natalizie e tante altre idee regalo per garantire il diritto alla cura a chi è vittima di guerra e povertà. Sono solo alcuni dei regali di Natale da acquistare nel negozio di EMERGENCY che aprirà l’8 dicembre a Teramo, in Corso Cerulli 62.Lo spazio sarà apertofinoal 24 dicembre ogni giovedì e venerdìdalle ore 16.00 alle 21.00. Nei fine settimana e nei giorni festivi il negozio sarà aperto la mattina dalle ore 10.00 alle 13.30 e al pomeriggio dalle ore 16.00 alle 21.00.Qui sarà possibile trovare più di 70 idee regalo con il logo di EMERGENCY, ma anche tanti prodotti provenienti dai Paesi in cui lavora l’ONG o da realtà solidali. Le cooperative che collaborano con i negozi di EMERGENCY operano in condizioni rispettose dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori e spesso realizzano i loro prodotti con materiali riciclati o di recupero. Anche quest’anno uno spazio è riservato ai prodotti di artigianato proveniente dall’Afghanistan, dove la popolazione continua ad avere bisogno dell’aiuto internazionale.

 

Per fare un dono ai propri cari e, nello stesso tempo, offrire un aiuto a chi vive in contesti difficili in Italia e nel mondo, nei negozi di Natale di EMERGENCY si possono acquistare dolci artigianali da offrire a tavola durante le festività, come quelli di Cotti in Fragranza alla mandorla e al pistacchio, realizzati dai ragazzi del carcere minorile di Malaspina a Palermo; articoli di cartoleria tra cui penne riciclate, matite ecosostenibili e taccuini realizzati con scarti alimentari riciclati che aggiungono valore all’economia circolare; monili decorati con inchiostri a base d’acqua e privi di solventi chimici, ma anche collane in bronzo e ceramica con simboli che evocano la pace. Per gli amanti dei prodotti cosmetici eco-friendly è possibile scegliere uno dei cofanetti di detergenti solidi e biodegradabili di Officina Naturae, rigorosamente zero-waste e plastic-free.

Una grande novità di quest’anno sono gli accessori in pelle di Cartiera, laboratorio di moda etica che realizza borse e marsupi recuperando pelle e tessuti di alta qualità, creando opportunità di lavoro per giovani immigrati ed ex richiedenti asilo. Come ogni anno, non mancano t-shirt e felpe: dalle classiche rosse con logo EMERGENCY a quelle con le illustrazioni contro la guerra, per dichiarare apertamente il proprio no all’odio e alla violenza.

 

 

Per il Natale 2022 con EMERGENCY non saranno in vendita solo prodotti fisici, ma anche idee-regalo solidali per contribuire direttamente al suo lavoro in Italia e nel mondo: da una protesi per le vittime delle mine a una sedia a rotelle per un paziente in Iraq, da una visita pediatrica in Uganda alla formazione professionale di una delle studentesse afgane del Centro di maternità di Anabah. Con l’acquisto dei regali solidali è possibile inviare ai propri cari gli auguri di Natale tramite una e-card e contribuire concretamente a garantire il diritto alla cura gratuito, uguale e universale per tutti.

 

Nel negozio di Natale di Corso Cerulli a Teramo sarà possibile trovare anche il “Panettone fatto per Bene” che sarà in vendita anche nelle piazze di tutta Italia da giovedì 8 a domenica 11 dicembre. Il panettone, di 1 kg di peso, è realizzato con tre impasti e lievito madre ed è arricchito con uvetta, profumati scorzoni canditi di arance siciliane e pregiati cubetti di cedro Diamante.

 

Il negozio di Natale di EMERGENCY a Teramo sarà aperto dall’8 al 24 dicembre in Corso Cerulli 62 nei seguenti orari:

Giovedì a venerdì:16.00 / 21.00

Sabato, domenica e festivi: 10.00 / 13.30 e 16.00 / 21.00

 

Per sapere in quali piazze e città trovare il panettone:https://eventi.emergency.it/panettone-fatto-per-bene/

 

Per sapere dove trovare gli altri negozi di Natale di EMERGENCY: 

https://eventi.emergency.it/natale-per-emergency/

 

Tutti i regali e le idee solidali per il Natale si possono trovare anche su shop.emergency.it e regalisolidali.emergency.it

 

 

EMERGENCY ONG Onlus

è un’organizzazione internazionale nata in Italia nel 1994 per offrire cure

medico-chirurgiche alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà e,

allo stesso tempo, per promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

Tra il 1994 e il 2021 in tutte le strutture sanitarie di EMERGENCY sono state curate gratuitamente

più di 12 milioni di persone. Una ogni minuto.

 Il lavoro di EMERGENCY è possibile grazie al contributo di privati cittadini,

aziende, fondazioni, enti internazionali e alcuni dei governi dei Paesi

dove lavoriamo, che hanno deciso di sostenere il nostro intervento.

Per sostenere il lavoro di EMERGENCY e offrire cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno:

https://sostieni.emergency.it/




Abruzzo, incontro vertici CNA a Montesilvano

 

A Montesilvano (Pe), presso l’azienda omonima fondata da Pietro Odoardi nel 1968, ha avuto luogo la riunione della Presidenza regionale CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media Impresa) con la partecipazione del Presidente nazionale Dario Costantini.

 

Come sulla pagina social di CNA Abruzzo, sono stati al centro del confronto i temi di maggiore attualità e quelli sottolineati da Costantini sul particolare momento della vita associativa alle prese con importanti mutamenti organizzativi destinati a creare un cambio di passo.

Dopo aver ricordato le nostre eccellenze rappresentative su territorio nazionale, riferendosi all’attualità politica e all’avvio del confronto istituzionale con il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, ha evidenziato la forte disponibilità all’ascolto manifestata dal nuovo esecutivo su diversi temi di primo piano, quali ad esempio la sburocratizzazione e le forti tensioni manifestate sulla modifica unilaterale del Superbonus.

Importante, inoltre, l’attenzione che Costantini ha dedicato in questi mesi di mandato, iniziato a dicembre dello scorso anno, al rapporto con le Regioni, le autonomie locali e i loro organi rappresentativi.

Infine, quanto all’Europa, ha posto l’accento sulla necessità di allargare gli orizzonti, anche alla luce delle ingenti risorse finanziarie che, attraverso il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), l’Ue ha stanziato per il nostro Paese.

Storia, tradizione e passione hanno fatto da sottofondo a questo importante appuntamento della CNA ospitato da Pietro e Cristian Odoardi: nella loro azienda di serramenti si sono fuse due generazioni – padre e figlio – che hanno unito la loro storia anche a quella della CNA provinciale di Pescara con Cristian attuale Presidente e Pietro già Presidente dal 1992 al 2001.




LIRIS, CORDOGLIO PER SCOMPARSA MADRE QUAGLIERI

L’AQUILA – “Mi unisco al dolore di Mario Quaglieri per la perdita della cara madre, Rina”.
Lo dice l’assessore regionale e senatore Guido Liris.
“Rivolgo a Mario e a tutti i familiari le mie più sincere condoglianze”.



Regione Carabinieri Forestale “Abruzzo e Molise” – Gruppo di Teramo: GIORNATA NAZIONALE DEGLI ALBERI, 21 e 22 novembre 2022

 

 

Nell’ambito del progetto nazionale “Un albero per il futuro”, promosso dal

Ministero della Transizione Ecologica e dal C.U.F.A.A. dell’Arma dei Carabinieri,in attuazione programmatica del P.N.R.R., si celebra la tradizionale Giornata Nazionale degli Alberi.

Alberi Viale Duca degli Abruzzi Montorio al Vomano FOTO ARCHIVIO

I prossimi 21 e 22 novembre, si festeggerà la tradizionale “Giornata Nazionale degli Alberi” (L. 10/2013) che ha sostituito la “Festa dell’Albero” celebrata per la prima volta in Italia nel lontano 1898 su iniziativa dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli. Un evento dedicato alle future generazioni per ribadire l’importanza degli alberi quali componenti essenziali dell’ecosistema naturalistico.

L’evento sarà rinnovato, nella provincia di Teramo, con 12 diverse iniziative che si svolgeranno, in questi giorni, nei Comuni di Alba Adriatica, Ancarano, Arsita, Atri, Campli, Corropoli, Martinsicuro, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Silvi, Teramo e Tossicia. Le manifestazionivedrannodirettamente coinvolta la specialità forestale dell’Arma dei Carabinieri attraverso le sue articolazioni territoriali (che svolgeranno nell’occasione attività di divulgazione naturalistica), unitamente agli Enti locali, alle principali istituzioni pubbliche ed alle scuole.

Nell’occasione saranno poste a dimora complessivamente 16 giovani piantine, futuri alberi, scelte tra essenze vegetali tipicamente autoctone, a contributo della creazione di un bosco diffuso.

La messa dimora delle piante sarà svolta dai giovani alunni degli Istituti scolasticicoinvolti.

I giovani alberi, geolocalizzati sul sito www.unalberoperilfuturo.rgpbio.it, cresceranno sotto l’attenta cura degli alunniche potranno altresì monitorare a distanza  la crescita e l’espansione del nuovo bosco, apprezzando anche il progressivo consumo di CO2.

Infatti le iniziative sono realizzate nell’ambito di un progetto nazionale triennale di educazione ambientale denominato “Un albero per il futuro” rivolto alle scuole e realizzato dal Ministero della Transizione Ecologica e dal C.U.F.A.A. dell’Arma dei Carabinieri, allo scopo di avvicinare concretamente i giovani alle tematiche ambientali ed in particolare di contribuire a ridurre il riscaldamento globale attraverso l’aumento della copertura forestale nazionale.

Gli alberi, infatti, oltre ad essere laboratori naturali di biodiversità, sono formidabili assorbitori di anidride carbonica: si calcola infatti, che le foreste italiane riescano ad assorbire notevoli quantità di CO2, che rappresenta senz’altro il principale gas serra presente nell’atmosfera terrestre.

Nell’ambito del progetto sono già state distribuite e messe a dimora circa 30.000 piantine che si andranno ad aggiungere ai circa 12 miliardi di alberi, già presenti nei nostri boschi e che riescono a stoccare ogni anno oltre 45 milioni di tonnellate di CO2, il cui accumulo nell’atmosfera è causa del riscaldamento globale.

La lotta al cambiamento climatico, condotta attraverso la collocazione di alberi in situ, è anche al centro di un importantissimo e specifico Progetto nazionale di educazione alla legalità ambientale e per la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, previsto dal P.N.R.R. e promosso dal Ministero della Transizione Ecologica insieme all’ISPRA, al C.U.F.A.A. dell’Arma dei carabinieri, all’ISTAT, CIRBISES ed altri Enti.

Questo progetto prevede una serie di azioni su larga scala, mirate a preservare la biodiversità, contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle aree metropolitane, recuperare i paesaggi antropizzati e frenare il consumo del suolo.

In tale quadro, è stata specificamente prevista la realizzazione di 6.600 ettari di “foreste urbane” in 14 città metropolitane italiane, con 6.6 milioni di alberi da piantare in 5 anni con un finanziamento di € 330 milioni.

Inoltre, si è dato avvio quest’anno al progetto “Alberi: linfa delle città” con l’idea di stimolare il recupero di aree urbane degradate attraverso la messa a dimora di alcuni alberi autoctoni e l’installazione di un tavolo, una panchina nonché di una bacheca in legno nella quale verrà posizionato un pannello sul quale saranno riportate una serie di informazioni relative al progetto, al territorio locale e alle specie vegetali utilizzate, volte a suscitare nei cittadini una maggiore curiosità e attenzione verso le tematiche ambientali, nella prospettiva di ampliare, nella società, la consapevolezza del dovere di ognuno di rispettare e proteggere la natura.

In particolare, sono state individuate – in collaborazione con le amministrazioni comunali –  le seguenti aree per la realizzazione dell’iniziativa predetta: per il Molise un’area urbana in Campobasso, via Liguria, adiacente un fabbricato di edilizia residenziale pubblica convenzionata e per l’Abruzzo un sito in Chieti Scalo, nella parte più moderna e industriale della città di Chieti, in una zona densamente popolata.