Mamone (Unsic): “Rischio patrimoniale con la riforma del catasto. Sarebbe un disastro per le seconde case in Abruzzo”

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La riforma del catasto, che ci chiede l’Europa, è illogica per almeno quattro motivi. Il primo: l’aumento degli estimi catastali coinciderebbe, per paradosso, con il lungo periodo di crollo del valore delle abitazioni e soprattutto dei locali commerciali, sempre più danneggiati dal commercio elettronico; il mercato immobiliare, che in futuro soffrirà anche il decremento strutturale della popolazione, ne uscirebbe ulteriormente a pezzi e ciò renderebbe più poveri gli italiani, per i quali il mattone resta la primaria ricchezza. Il secondo motivo: aumentare la tassazione sugli immobili, a cominciare dall’Imu sulle seconde case detenute da un italiano su cinque, accentuerebbe la desertificazione dell’entroterra e delle zone montane del nostro Paese, Abruzzo compreso, dove le abitazioni nei paesi d’origine rappresentano già un costo insostenibile di cui moltissimi italiani si vorrebbero liberare; un fenomeno che avrebbe ricadute negative anche sul turismo. Il terzo: l’aumento del prelievo fiscale penalizzerebbe le nuove generazioni che ereditano immobili di cui spesso non sono in grado di provvedere economicamente persino alla loro gestione e manutenzione; è noto, infatti, come oggi, a differenza degli anni Sessanta, molti figli non riescano ad eguagliare i genitori per qualità del lavoro e reddito. Quarto motivo: l’aumento della tassazione cadrebbe in una crisi economica determinata dal periodo pandemico che mostra ancora evidenti ferite economiche e sociali; con la riforma catastale varierebbe anche l’Isee, con pesanti ripercussioni sociali, si pensi alla mensa scolastica o alle tasse universitarie ”.

È quanto spiega Domenico Mamone, presidente del sindacato datoriale Unsic con oltre tremila uffici in tutta Italia, a proposito della riforma del fisco, che comprende anche quella del catasto, inserita nel cronoprogramma del Pnrr. L’ultima variazione del valore catastale degli immobili risale al 1989, cioè in un periodo ben diverso per il mercato immobiliare.

Nei giorni scorsi contro l’aumento della tassazione sulle case si è scagliato anche Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, affermando che “l’abitazione è il fondamento della convivenza, della stabilità e del radicamento, per cui è anche un tabù: guai a chi la tocca. L’Imu è la tassa più odiata, una patrimoniale di fatto”. Il sociologo ha ricordato che per riequilibrare la distanza tra poveri e ricchi la casa è un elemento ormai desueto: “Questa distanza passa ormai per il digitale, per la finanza internazionale, per i risparmi collocati all’estero”.




Giuseppe Conte a San Giovanni Teatino: “Rispettiamo la dignità delle persone”

Dignità sociale, legalità e transizione ecologica: l’ex premier abbraccia il progetto sociale di Mario Cutrupi

GIUSEPPE CONTE SUL PALCO

Ha fatto tappa  in tarda mattinata a San Giovanni Teatino come da scaletta Giuseppe Conte, per sostenere il candidato pentastellato Mario Cutrupi. Accolto da un bagno di folla prevedibile, l’ex premier ha in primis incontrato una delegazione dei lavoratori dello stabilimento Riello di Villanova di Cepagatti (Pescara) in merito all’annunciata chiusura e del licenziamento di 71 lavoratori. Poi ha raggiunto sul palco Mario Cutrupi che ha esposto a Conte la problematica affrontata con la sottosegretaria al ministero della Transizione ecologica: il comune di San Giovanni Teatino subisce notevoli carichi involontari di CO2 e polveri sottili indotte dalla duplice presenza dell’aeroporto  d’Abruzzo e del traffico in virtù dell’area commerciale. Il comune di San Giovanni Teatino si vede costretto a investire su sistemi di riduzione della CO2 che, non essendo da lui prodotta, non dà diritto a nessun ristoro economico.

“Abbiamo chiesto alla sottosegretaria di attuare sul tavolo tecnico del Mite – ha spiegato Cutrupi – un nuovo meccanismo che preveda ristori finalizzati anche a chi, come noi, non produce inquinamento, ma lo subisce e provvede all’attuazione di azioni che contrastino la problematica ambientale”.

Giuseppe Conte, in grande sintonia con la platea presente in piazza Municipio, ha sottolineato l’importanza della missione che riveste la politica con la p maiuscola: “Io sono entrato in politica da grande, quando mi hanno chiamato alla carica di presidente del consiglio ho accettato con onore perché ero quasi commosso all’idea di fare del bene alla comunità”. Dopo un esordio all’insegna del sorriso, in quanto la folla ha accolto Conte con l’espressione abruzzese “Fai paura”, l’ex premier ha sottolineato: “Noi facciamo paura a chi vive delle incrostazioni del sistema, a chi è abituato a fare attività d’impresa non stando alle regole di legalità e trasparenza sul mercato, a chi è abituato a insinuarsi nelle pieghe della pubblica amministrazione praticando la corruzione. Non io tutti, lo slogan di Mario Cutrupi, nasconde un progetto di socialità, non si può  andare avanti lasciando dietro alcune fasce di popolazione”.

            “Condivido i principi e i valori del Movimento 5 stelle – ha continuato Conte – i nostri valori partono dal rispetto della dignità delle persone. Noi non siamo proprietari di questo pianeta, l’abbiamo ereditato e, dunque, una politica sana punta sulle eco tecnologie, energie rinnovabili. Abbiamo una dote finanziaria al momento con cui far star bene l’intera comunità: superbonus, efficientamento energetico, un’occasione da non sprecare per una vera transizione ecologica. Questa è una scelta che riguarda tutti. Se in Europa ci siamo fatti valere – ha concluso Conte prima di avviarsi verso Francavilla al Mare- è merito della forza che mi avete conferito”.




L’AQUILA: ADDIO ALL’ARCHITETTO GIUSEPPE SANTORO

Giuseppe Santoro

Con viva commozione apprendo la triste notizia della scomparsa dell’architetto Giuseppe Santoro. Professionista di grande valore, formatosi alla scuola di insigni maestri, una straordinaria affabilità, gentilezza e attitudine dialogica, ha dato espressione alla più alta cultura del restauro, sia che interessasse il centro storico dell’Aquila o la costellazione dei borghi che nel 1254 contribuirono alla fondazione della civitas nova, verso i quali ha avuto sempre particolare predilezione.
Rilevante la sua partecipazione e il contributo reso alla vita civile e culturale della nostra città, alla quale ha reso con grande sensibilità il suo contributo intellettuale. Ne sono testimone, per tutti gli anni che vissuto a Palazzo Margherita. Era un piacere incontrarlo e poter conversare con lui. La signorilità del tratto e la profondità di pensiero hanno sempre accompagnato la sua vita professionale e sociale. Un vero gentiluomo.
Ha coltivato per una intera vita una passione intensa per il disegno d’arte (matita e sanguigna) e soprattutto per la pittura (acquerello, olio, acrilico). Me ne accorsi qualche anno fa quando entrai nella sua bella casa in via Garibaldi. Una passione intensa e uno straordinario talento per la pittura la sua, rimasta intima fino a tre anni fa, quando con un’inattesa epifania la condivise con la Città in una bella e magnifica esposizione antologica nel cortile del palazzo Lucentini Bonanni. Un significativo saggio della sua produzione artistica di 80 anni, fino ad allora tenuta nella discrezione familiare.
Esprimo con affetto alla signora Gabriella e ai figli – Chiara, Ilaria e Federico – i sentimenti di partecipazione per la sua scomparsa, grato a Peppe per quanto ha dato con generosità alla Città, rinvigorendo antiche tradizioni e prestando la sua opera in numerose circostanze, tra queste la progettazione delle scene della natività per il Presepe vivente di Pianola, utilizzate per la realizzazione del villaggio che ogni anno fa da cornice alla suggestiva rappresentazione.
Goffredo Palmerini



L’Aquila. Progetto di legge per i 100 anni del Pnalm

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Roberto Santangelo (Regione Abruzzo): Pnalm 100 anni ben portati – “Esattamente tra un anno si celebrerà l’anniversario dei 100 anni dalla nascita del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Per questa importante ricorrenza è mia intenzione presentare un progetto di legge regionale al fine di rafforzare ed estendere l’obiettivo della transizione ecologica, che è stato condiviso a livello europeo, monitorare i cambiamenti climatici, potenziare la tutela della biodiversità e degli ecosistemi, della transizione verso l’economia circolare”. Lo ha annunciato il vice presidente del Consiglio regionale, Roberto Santangelo. “Al primo atto privato nel settembre 1922 è seguita la nascita ufficiale del Parco nazionale d’Abruzzo nel gennaio 1923, grazie al formarsi di una nuova sensibilità di tutela dell’ambiente in senso lato che, nel corso degli anni, è andata crescendo fino a oggi dove assistiamo come sempre più adolescenti e giovani sono sensibili e attenti ai temi dell’ambiente e della sua salvaguardia, anche attraverso stili di vita responsabili. Nella “Regione verde d’Europa” vogliamo celebrare adeguatamente questo importante traguardo dei 100 anni con una legge regionale articolata che promuova corsi di educazione ambientale, di prevenzione incendi, stili di vita sostenibili e più in generale di diffusione della cultura e dei valori legati alla tutela e valorizzazione della biodiversità ispirati ai principi della sostenibilità. Naturalmente – ha proseguito Santangelo – ci coordineremo con le altre regioni, Lazio e Molise, per sviluppare un lavoro quanto mai condiviso e uniforme sui territori che insistono nel Parco, in grado di creare sviluppo territoriale e al contempo offrire alle giovani generazioni opportunità professionali. Credo fortemente sull’importanza delle aree protette per la tutela della fauna, della flora e del paesaggio, non come luoghi in cui mantenere la situazione cristallizzata, ma come modelli virtuosi dove mantenere vive tradizioni culturali, religiose ed enogastronomiche all’insegna di un corretto rapporto tra uomo e ambiente nella consapevolezza che, solo così, i parchi nazionale, regionale e le aree protette potranno avere un armonioso futuro di successo”, ha concluso Santangelo.

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Politica. Giuseppe Conte a San Giovanni Teatino

 

l’ex premier Giuseppe CONTE a SAN GIOVANNI TEATINO. L’incontro di Conte con il candidato sindaco per il Movimento 5 stelle, Mario Cutrupi, è in programma VENERDì 17 SETTEMBRE, DALLE 12.30 ALLE 13.45, in PIAZZA MUNICIPIO. 




UNICO Gran Sasso finanziato dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale con il CIS Sisma

Unico Gran Sasso viene finanziato dal Contratto Istituzionale di Sviluppo riservato ai territori colpiti dallo sciame sismico del 2016-2017 ed è tra i progetti la cui realizzazione potrà partire immediatamente, solo tre di essi sono abruzzesi.

Si chiama Contratto Istituzionale di Sviluppo Sisma ed è destinato a sostenere progetti e investimenti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici, oggi l’annuncio del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale che sceglie il progetto di UNICO “Living Gran Sasso” come uno dei tre progetti finanziati in Abruzzo.

Le azioni proposte da Living Gran Sasso rappresentano una sfida per una riconversione green e digitale del territorio come leva per un turismo intelligente e sostenibile. Gli interventi di riuso del patrimonio storico, artistico e culturale esistente e di riattivazione delle comunità locali anche attraverso digitalizzazione e formazione, contribuiscono a caratterizzare i 22 comuni come “Villaggi Intelligenti” che usano soluzioni innovative per aumentare la propria resilienza, a partire dai punti di forza e dalle opportunità locali.

“Si tratta di un primo stralcio” dichiara Giuseppe D’Alonzo, Presidente dell’ATS Unico Gran Sasso e Sindaco di Crognaleto, “infatti sono stati finanziati 3.223.000,00€ per realizzare una prima parte del nostro più ampio e articolato progetto di rivalorizzazione e rigenerazione di un territorio vasto che unisce tre province e ben 22 Comuni in una rete territoriale e sociale importante ed estesa. Sono contento che in Abruzzo siano stati finanziati altri due importanti progetti la cui realizzazione sarà assolutamente utile a quelli che sono gli obiettivi di Unico: lo sviluppo turistico e culturale dei luoghi colpiti dal sisma, e la rinascita dei territori dell’entroterra abruzzese. Ora si tratta di mettersi all’opera e realizzare velocemente e bene i progetti finanziati per concretizzare idee e speranze”.




ASSERGI. L’ALPINO, GENERALE MARIO MASSIMI, È ANDATO AVANTI… di Giuseppe Lalli

Gen. Mario Massimi

Mario Massimi

ASSERGI (L’Aquila) – Accingendomi a scrivere queste note in ricordo di Mario Massimi, scomparso il 9 settembre alle ore 8 del mattino al termine di una lunga malattia che ha finito per avere la meglio sulla sua forte fibra di alpino, devo vincere ad ogni riga un forte impulso alla commozione. Mario Massimi era da sempre per me “zio Mario”, membro di quella famiglia allargata di un ramo dei Giacobbe, quello proveniente da “I Ciccioni” (cosiddetti dal capostipite Francesco, da cui “Ciccio”), con casa vicino alla piazza, sopra l’arco di Porta del Rio: una casa antica, una dimora patriarcale, dove ci si scaldava al fuoco del camino e alla memoria degli avi, quella casa che egli aveva ristrutturato e nella quale io ero nato e vissuto nei miei primi dieci anni. Sua madre, zia Olimpia, alla quale molto rassomigliava nel carattere forte e nell’intelligenza pronta, era una sorella minore della mia cara nonna Gioconda.

Avendo lui scelto di fare la carriera militare, si era trasferito in un’altra parte dell’Italia: la sua scelta di vita lo aveva portato prima all’Accademia di Modena, poi a quella di Torino; ed infine in Friuli, dove ha trascorso gran parte della sua vita. I miei nonni ne parlavano quasi come di un figlio e ricordo che lui, quando da giovane tornava per qualche giorno in licenza, sempre veniva a far loro visita, munito di un bel “boccione” di vino rosso sottratto alla bottega di famiglia da offrire a mio nonno Battista, che molto apprezzava questo genere di regali e che sempre, tra un bicchiere e l’altro, si informava sul grado militare che aveva raggiunto rispetto all’ultima volta che si erano visti. Portò a far conoscere ai miei nonni anche una giovane e bella ragazza friulana di nome Marina, la sua futura consorte, dalla quale ha avuto un figlio, Giuseppe.

Al termine della sua carriera, svoltasi quasi tutta nel Friuli, ad eccezione di un paio d’anni passati in Alto Adige, e dopo aver ricoperto l’incarico di Comandante del Distretto Militare di Chieti, era tornato ad Assergi. Nell’incontrarlo un giorno nei pressi di quella casa dei Giacobbe che aveva avuto in eredità, in quel vicinato dove egli non mancava, generoso e disponibile, di fare frequenti visite a mia madre, sua cugina “carnale”, come soleva dirsi nei nostri villaggi, mi pareva di non averlo mai perso di vista.

Aveva ripreso per passione l’attività di agricoltore, quella del papà Giuseppe (zì Peppe), e aveva trovato anche il tempo di occuparsi di politica – se così si poteva chiamare – locale, ricoprendo per qualche tempo la carica di Presidente del Consiglio di Circoscrizione di Camarda, ruolo che assolse con spirito di servizio e non senza un piglio decisionista, dovendo però forse constatare che una cosa è la vita militare, improntata a disciplina e finalizzata all’interesse generale, altro è la politica anche nella dimensione locale, mossa spesso dall’interesse immediato e inficiata dalla logica del consenso.
A testimonianza della sua forza di volontà, raccontava che, dovendo superare, per essere ammesso a frequentare l’Accademia militare di Modena, un difficile esame di matematica, materia nella quale peraltro, benché avesse frequentato con profitto il liceo classico, si sentiva portato, andò a ripetizione all’Aquila dal professor Villante e, dietro suo suggerimento, si esercitò con impegno e pazienza certosina a risolvere tutti gli esercizi di un voluminoso “mattone” di analisi matematica, “cosicché – come egli stesso concludeva con quel suo sorrisetto intelligente – non potevo non superare la prova, dal momento che gli esercizi assegnatimi nell’esame non potevano essere diversi da quelli sui quali mi ero diligentemente preparato”.

Ogni volta che, parlando con militari di carriera conosciuti occasionalmente, ho detto di essere parente di Mario Massimi, col quale ho una certa rassomiglianza nel viso, ho dovuto registrare attestati di stima. Mi piace, a questo riguardo, cedere la parola al generale in pensione Enrico Costantini, suo antico compagno di Accademia a Modena nei primissimi anni ‘60.

“Ho conosciuto l’amico Gen. Mario Massimi giusto 60 anni fa, io allievo ufficiale del primo anno dell’Accademia Militare di Modena (18 mo Corso) e lui Allievo Scelto del secondo anno (17mo Corso), quindi mio “anziano” di Accademia. Si classificò nella parte alta della graduatoria grazie alle sue qualità intellettuali e di carattere. Ci ritrovammo a Torino nel 1963, Ufficiali Allievi della Scuola di Applicazione d’arma e frequentammo insieme il corso di sci al Sestriere per gli ufficiali destinati alle truppe da montagna. Dopo il periodo di comando nel grado di Tenente in una Batteria di artiglieria da montagna, fu trasferito all’Accademia Militare di Modena con l’incarico di Comandante di plotone Allievi Ufficiali (1968). Nel grado di Capitano frequentò il Corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra di Civitavecchia. Nonostante si fosse ben classificato, non volle concorrere per frequentare il secondo anno, cioè il Corso Superiore di Stato Maggiore, per motivi di famiglia. Questa scelta (per la famiglia e non per la carriera), certamente meditata e sofferta, influì sul suo futuro sviluppo di carriera, che altrimenti lo avrebbe portato a gradi più alti di quello raggiunto. La sera del 6 maggio 1976 era Capitano d’Ispezione presso la caserma “Goi Pantanali” di Gemona del Friuli. Fu il primo ad organizzare i soccorsi anche alla popolazione civile con gli artiglieri e i genieri superstiti, perché anche la caserma era stata colpita duramente dal sisma. Per questo episodio ebbe un encomio solenne. Dopo il periodo di Comando di Corpo di un Gruppo di Artiglieria da montagna, fu Capo Ufficio nello Stato Maggiore della Brigata Alpina Julia in Udine. Nel grado di Colonnello, tornò nel suo Abruzzo, comandando il Distretto Militare di Chieti. Ufficiale Generale dal carattere forte, e, come noi abruzzesi, allo stesso tempo gentile. Non lo dimenticheremo”.

Inoltre, sia quando riceve incarichi nelle unità minori, sia quando assume il comando di una unità rilevante, dimostra di possedere doti organizzative in grado superlativo, come risulta dal suo curriculum militare. All’esemplare comportamento tenuto a Gemona in occasione del disastroso terremoto che colpì il Friuli nel 1976, ha accennato anche il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, in una recente intervista con Bruno Vespa nella trasmissione “Porta a porta”. L’encomio solenne riferito dal generale Enrico Costantini reca la seguente motivazione, che si ricava da un documento fornitomi dal generale Raffaele Suffoletta, che di Mario Massimi era grande amico, dopo essere stato suo allievo quando Massimi era tenente:
“Capitano d’ispezione presente in Caserma Goi-Pantanali al momento del sisma, sedava con prontezza, energia, autocontrollo e capacità organizzativa il panico iniziale, organizzava i primi recuperi dei feriti e dei morti e la prima assistenza ai civili che affluivano terrorizzati in Caserma. Esempio delle migliori virtù militari e civiche”.

Zio Mario mostrava di saper unire capacità analitica con un notevole senso pratico, ciò che di certo ne faceva un eccellente comandante militare. Il generale Costantini, in riferimento alla circostanza della loro conoscenza, mi ha raccontato un aneddoto assai gustoso, nonché profondamente educativo. Il giovane Mario Massimi, più avanti nel corso di un anno rispetto a Costantini e quindi da considerarsi “anziano”, incontrando il “cappellone” Costantini, con il tono secco e altisonante del comandante provetto, gli chiese:
«Lei di dov’è?» ;
«Sono dell’Aquila», rispose Costantini;
«L’Aquila…L’Aquila?», riprese Massimi;
«Veramente…di Preturo», ribatté Costantini;
«Allora – concluse Massimi – dica di Preturo, perché io sono di Assergi».
Era un modo per dirgli che non ci si deve vergognare di essere nati in un piccolo borgo. Capii allora – dice Costantini – di avere a che fare con un galantuomo, sia pure nella severa veste del superiore. Avevo trovato un amico, che con i suoi consigli mi fu di aiuto per superare le dure prove del corso dell’Accademia». «Mostrava di avere – prosegue il generale – attenzione per il prossimo, ciò che oggi chiamiamo “empatìa”».

L’attaccamento al suo borgo d’origine lo dimostrò anche nel 2015, in occasione del raduno nazionale degli alpini che si tenne a L’Aquila, allorché si adoperò affinché il gruppo degli alpini assergesi, ancorché esiguo, facesse bella figura nella grande sfilata che si svolse nelle via cittadine. Mario Massimi ha saputo affrontare la non breve malattia con pazienza e forza d’animo, lucido fino alla fine. Infine, ha scelto che le sue spoglie mortali riposassero a Gorizia, città natale della sua amata moglie Marina, in quel sofferto lembo della nostra patria nel quale era vissuto per lunghi anni e che aveva imparato ad amare. Riposa in pace, caro zio Mario, e grazie per il bell’esempio che ci hai dato: valori come Dio, Patria, Famiglia non sono soggetti a scadenza, nonostante il clamore assordante della voce dei tanti profeti del Nulla che ci circondano.

 

 




Pescara. OPEN HOUSE DEL BANCO ALIMENTARE ABRUZZO: LA GRATITUDINE PER UN’OPERA ANCORA PIÙ VICINA AI BISOGNOSI NELLA PANDEMIA

 

Pescara, 12 settembre 2021 – Conoscenza e bellezza, gratitudine e amicizia. È stata all’insegna di tutto questo la dodicesima edizione dell’Open House del Banco Alimentare dell’Abruzzo, la serata con imprenditori, amici e ospiti che si è svolta giovedì 9 settembre nella sede di via Celestino V a Pescara. In duecentocinquanta hanno partecipato ad un evento che torna dopo lo stop dell’anno scorso dovuto alla pandemia, presentato da Monica Campoli.

A fare gli onori di casa, Antonio Dionisio, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo: “Una serata che ha incrementato la consapevolezza del valore culturale e sociale che ha il Banco Alimentare nel territorio abruzzese e molisano, rinnovando in me un grande senso di responsabilità nel condurre questa opera che è sì un grande ponte che unisce da un lato la riduzione dello spreco alimentare e dall’altro la lotta alla povertà, ma è un ponte sul quale camminare insieme verso quel volto che grida il suo bisogno e che, ancora di più, chiede di poter condividere il senso della vita. Grazie di cuore a tutti”. Presente anche Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare, la realtà che coordina i ventuno banchi regionali: “Voglio ricordare stasera l’enorme sforzo che tutta la Rete Banco Alimentare ha compiuto durante questo periodo di difficoltà, lavorando ancora di più con imprese profit e realtà non profit, accanto a migliaia di strutture che assistono i poveri. La speranza – ha concluso – è che ci sia sempre meno bisogno di noi, e che il lavoro per tutti possa contribuire ad alleviare la sofferenza e la povertà”.

Nel corso della serata, c’è stato anche il momento conclusivo della campagna “Aggiungi 14 posti a tavola: basta 1 euro”, realizzata insieme al Gruppo Conad, grazie alla quale sono stati donati 640 mila pasti a persone bisognose. Ad accogliere sul palco direttori e cassieri dei supermercati aderenti, Cosimo Trivisani, il direttore del Banco Alimentare dell’Abruzzo: “La nostra stima e la nostra gratitudine va al Gruppo Conad, che da cinque anni è nostro partner in una campagna che tanto bene sta facendo al servizio di chi vive nel bisogno”.

Gran finale con il cantautore abruzzese Setak, che ha regalato un momento di grande bellezza, tra musiche e testi che hanno conquistato il pubblico: “È stato un grande onore per me partecipare a questa nobile causa. Tutta la gratitudine al Banco Alimentare per avermi coinvolto, e per quello che fa al servizio di chi vive nel bisogno”.

Hanno partecipato alla serata: Adriacar, Alma Cis, Apicoltura Luca Finocchio, Aptar, Assiteca, Banca Generali, Bcc Sangro Teatina, Centro Servizi Arquati, Coccione Distributori Automatici, Colarossi Trasporti, Delta System, De Cecco, Csv Abruzzo, Gdm Distributori Automatici, Studio di Giamberardino Grannonico, Gruppo Conad, Interzen Consulting, Istituto Acustico Maico, Itas Mutua, Openjobmetis, Pasquarelli Auto, Randstad, Reginella d’Abruzzo, Sailpost, Selmec, Sisofo, Taiprora, Tecnomatic, Ti Teknimpianti, Uil Abruzzo, Vega Prefabbricati, Tipomonia, Bonge’ Catering, I Love Party.




San Giovanni Teatino, Cutrupi a Fontana: Nascerà l’assessorato alla Transizione ecologica

Ristori per riduzione dell’inquinamento indiretto e chiarimento certificati bianchi fantasma: l’impegno del Mite

“Il nuovo assessorato alla Transizione ecologica nel comune di San Giovanni Teatino sarà la svolta all’insegna del cambiamento e dell’innovazione”. Lo annuncia il candidato sindaco per il Movimento 5 stelle Mario Cutrupi. La nascita della nuova carica è stata ufficialmente comunicata nel corso dell’incontro svoltosi ieri con Ilaria Fontana, sottosegretaria al Mite (Ministero della Transizione ecologica).

“Sono felicissima di apprendere questa notizia – ha detto la sottosegretaria – da qui inizierà un percorso innovativo focalizzato sulla sostenibilità della vostra cittadina che noi accompagneremo fornendo strumenti per perseguire gli obiettivi prefissati”.

Il comune di SGT subisce notevoli carichi involontari di CO2 e polveri sottili indotte dalla duplice presenza dell’Aeroporto  d’Abruzzo e del traffico in virtù dell’area commerciale. Il comune di San Giovanni Teatino, come tantissimi altri comuni d’Italia, a salvaguardia della salute pubblica, si vede costretto a investire su sistemi di riduzione della CO2 che, non essendo da lui prodotta, non dà diritto a nessun ristoro economico. “Sarebbe auspicabile che dai tavoli tecnici del Mite – ha spiegato Cutrupi – prendesse forma un nuovo meccanismo che preveda ristori finalizzati all’attuazione di azioni che contrastino la problematica ambientale”.

“La nostra linea programmatica ministeriale – prosegue Fontana – mira all’abbassamento delle emissioni del 55% al 2030 e all’azzeramento al 2050. I comuni sono al centro dell’agenda governativa. Stiamo lavorando per cercare la metodologia migliore per andare verso questa direzione. Il monitoraggio della qualità dell’aria è di competenza regionale. Per questo è importante che l’intera filiera istituzionale funzioni all’insegna del bene comune”.

Altro punto affrontato da Cutrupi, la questione bonifiche: “Ci siamo battuti per la bonifica di un’ex fonderia, abbiamo ad oggi terreni con presenza di sostanze altamente tossiche. Il nostro nuovo assessorato alla Transizione ecologica inciterà l’Arta ad un sopralluogo rigoroso. Ma come potrebbe aiutarci eventualmente il governo? “È un nostro dovere trovare risposte – replica la sottosegretaria -attraverso l’erogazione di fondi in base alla tipologia di sito”.

Ultimo nodo da sciogliere. Dai vecchi sistemi di illuminazione pubblica ai nuovi, meno costosi, il comune avrebbe avuto diritto ai cosiddetti certificati bianchi, in virtù del conseguimento del risparmio. Il Gse (Gestore servizi energetici) avrebbe dovuto elargire quei ristori (oltre 2 milioni e 700 mila euro) direttamente al comune. Ma tuttora non ha ricevuto nulla. “La questione dei certificati bianchi ora rientra tra le competenze del Ministero alla Transizione ecologica. Farò mia la vostra istanza con un’istruttoria– ha concluso Fontana – mettendomi a disposizione per sbloccare eventualmente la situazione”.

 

San Giovanni Teatino, 11 settembre 2021




Auto usate in Abruzzo: i dati del 2021

La pandemia da Covid-19 che da quasi due anni ha colpito il mondo ha avuto un enorme impatto su moltissimi settori industriali, tra cui uno dei più colpiti è stato proprio quello dell’automotive. Infatti l’intero settore automobilistico ha visto uno stop quasi totale delle vendite e delle produzioni, soprattutto nei primi sei mesi del 2020 a causa del lockdown generale. Nonostante un periodo sicuramente non favorevole per tutta l’industria automobilistica, già nell’ultima metà del 2020 i dati relativi ai veicoli venduti hanno cominciato a salire, fino ad arrivare nel 2021, anno nel quale le vendite sembrano essere ritornate ai livelli pre-Covid, soprattutto per quanto riguarda le vetture usate.

Mercato dell’usato in Abruzzo: cosa ci dicono i dati. Secondo le ultime stime pubblicate su uno dei portali di riferimento per il mercato delle vetture usate in Italia si può notare un notevole aumento delle vendite di auto di seconda mano, tra le più ricercate e acquistate. Infatti i consumatori abruzzesi tendono a preferire puntare su vetture usate piuttosto che sul mercato del nuovo, con il vantaggio di risparmiare cifre piuttosto importanti senza togliere nulla alla qualità e all’affidabilità del veicolo acquistato. Infatti le vendite di vetture di seconda mano registrate durante il primo semestre del 2021 sul territorio abruzzese sono state di circa il +4,3% rispetto a quelle dell’anno precedente. Se è vero che questo dato è stato comparato con quello del primo semestre 2020, ovvero il periodo in cui la pandemia ha impattato maggiormente in negativo sul mercato dell’auto, è altrettanto vero che questo numero è continuato a salire di circa il 2,3% fino al mese di settembre 2021, con ancora tre mesi per concludere in positivo questa annata. Questo significa che nella nostra regione il mercato delle vetture usato è predominante in tutto il settore automobilistico, facendo balzare l’Abruzzo al 12 posto a livello nazionale per numero di passaggi di proprietà. Parlando più nello specifico a livello provinciale possiamo notare come Chieti sia la città nella quale sono stati registrati più passaggi di proprietà nella regione, con un +3,9%, dati in linea con quelli riscontrati nel secondo semestre del 2020. A seguire troviamo la città di Teramo con un balzo del +3,2%, per passare al capoluogo dell’Aquila con un +3%, finendo con la città di Pescara all’ultimo posto con una crescita di solo lo 0,9%, sicuramente più incoraggiante dei dati relativi allo stesso periodo dell’anno passato, che erano pari al -0,1%.

Le vetture usate più ricercate dagli abruzzesi. Anche per i dati riguardanti il 2021, come quello degli anni passati, si è confermato il trend che vede come protagoniste indiscusse le auto con alimentazione diesel, le più vendute e ricercate. Infatti le vetture a gasolio sono il 60% delle auto usate vendute in Abruzzo, seguite subito dopo da quelle a benzina, con occupano il 30% delle vendite. Durante l’arco del 2021, come si era previsto nel 2020, sono aumentate in modo piuttosto interessante le vendite di auto ibride ed elettriche, che sono salite i circa il 4%, merito anche dei diversi incentivi per l’acquisto di questa tipologia di vetture. Parlando invece dei modelli e dei marchi di auto più richiesti dagli abruzzesi troviamo la Mercedes Classe A usata seguita dall’ormai intramontabile Fiat Panda, dalla Fiat 500X e dalla Jeep Renegade. Per quanto riguarda invece le vetture con alimentazione ibride/elettrica gli automobilisti abruzzesi tendono ad avere una marcata preferenza nei confronti del SUV della Toyota RAV-4 e per la Tesla Model 3, vetture che mantengono le loro posizioni di mercato anche nel 2021.

 

 

 

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