WWF Abruzzo e Legambiente Abruzzo: “LEGGE ECONOMIA CIRCOLARE: UNA PROPOSTA ANCORA SCHIAVA DELLE DISCARICHE”

E’ il tempo del coraggio! L’augurio è che il Consiglio regionale metta al centro
i modelli veri dell’economia circolare e si costruisca un percorso strutturato sull’impiantistica
necessaria per uscire fuori dal mondo delle discariche. La proposta di progetto di legge dal titolo “Norme a sostegno dell’economia circolare e di gestione
sostenibile dei rifiuti” che arriva al voto domani in Consiglio regionale risulta essere ancora debole e
incompleta rispetto alla grande sfida che si propone di raccogliere. Certamente alcuni contenuti inseriti
sono apprezzabili e attesi da diversi anni ma, a nostro avviso, risultano essere ancora frammentati e schiavi
delle problematiche legate alle singole discariche/consorzi della nostra regione. Non si avverte in questa proposta la forza di un cambiamento che è già in atto e che non può più attendere, ovvero la transizione dall’economia lineare a quella circolare che si regge su nuovi modelli ed impianti di
gestione integrata dei rifiuti. In Abruzzo cresce la raccolta differenziata, un passo positivo e propedeutico ma non sufficiente per
superare i vecchi sistemi di smaltimento che resistono. Affinché gli sforzi, l’impegno e gli importanti risultati
conseguiti dalle nostre comunità siano ripagati, occorre lavorare alacremente sulla chiusura del ciclo, sul
riciclo e sull’utilizzo della materia prima seconda che ne deriva. Ci saremmo aspettati un’azione più marcata e decisa in questa direzione dentro questa proposta di legge. Si continua a discutere sulle volumetrie delle discariche ma non si entra nel merito degli impianti virtuosi da
realizzare necessari a tutto ciò, a partire dal recupero della frazione organica. Senza un’adeguata rete
impiantistica a supporto dell’economia circolare dei rifiuti, continueremo ad assistere alla mancata chiusura
del ciclo, al ricorso alle discariche e ad un trasferimento dei rifiuti raccolti verso altre regioni o all’estero, come accade oggi. Registriamo come il lavoro svolto in Commissione, anche grazie alle audizioni alle quali abbiamo preso parte
insieme alle altre associazioni e portatori di interesse, sia stato in parte migliorativo della proposta: la
cancellazione della norma “trasforma cave” ne è l’esempio più sbandierato. Ma non convince la norma che
inserisce la ri-programmazione delle volumetrie degli impianti/discariche previste come provvedimento
urgente con la ridistribuzione sul altri territori, seppur entro i volumi massimi previsti dal piano regionale
dei rifiuti vigente. Innanzitutto, perché non è superabile la non assoggettabilità a Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) e poi perché tutte le provincie dovrebbero essere autonome nella gestione dei rifiuti per
evitare ulteriori carichi sull’ambiente con il già richiamato “turismo dei rifiuti”. Questo è la ri-prova della
rincorsa alle emergenze del territorio e della mancanza di una visione chiara sui modelli di economia
circolare su cui operare. Come non convincono alcune modifiche della L.R. 45 del 2007 sui termini e sulle differenze tra varianti
sostanziali e non degli impianti che sembrano rafforzare questa tendenza. Allo stesso tempo, chiediamo attenzione al Consiglio anche laddove nella proposta si introducono i nuovi
temi della “raccolta differenziata di qualità”, “beni si scarto post-consumo” e “materie prime seconde”. Contenuti funzionali ai modelli di economia circolare ma che necessitano di attenta formulazione al fine di
evitare che l’articolato previsto possa potenzialmente trasformarsi in una sorta di deregulation dei rifiuti, favorendo in modo improprio chi è tenuto alla loro corretta gestione e smaltimento. Non del tutto chiara è la norma introdotta nella proposta che consente di utilizzare il fondo di rotazione nel
ripristino e recupero ambientale di cave qualora si riscontri l’impossibilità da parte del gestore che è tenuto
per legge a farlo. Una formulazione sul quale chiediamo un’attenzione massima, onde evitare che cittadini
alla fine paghino al posto di chi si sottrae a quest’impegno. Come è arrivato il momento di cambiare
l’ecotassa per lo smaltimento in discarica per tartassare questo vecchio sistema di gestione dei rifiuti. Particolare attenzione va posta all’articolo che inserisce modifiche all’istituzione dell’Autorità di Gestione
Integrata dei Rifiuti Urbani (AGIR) che si attende dal 2013 e che dovrebbe assolvere alla funzione di
riorganizzazione. Le modifiche inserite, vanno verso una velocizzazione della sua operatività ed una
semplificazione. Riteniamo questo importante per dare credibilità e certezze al sistema ma che avvenga con
i dovuti strumenti e garanzie di controllo. Una diffusa rete impiantistica, con un corretto ciclo dei rifiuti
basato sulla produzione di materia prima seconda, non può prescindere da un adeguato sistema di controllo
pubblico ambientale. Riteniamo comunque positiva la posizione sul definitivo abbandono della realizzazione di inceneritori e
l’azione rivolta ad implementare sul territorio abruzzese le politiche di riduzione della produzione dei rifiuti
ed in particolare la riduzione della plastica, l’attenzione al recupero delle eccedenze alimentari e alle
politiche sulla applicazione della tariffa puntuale e la spinta sul mercato degli acquisti verdi, attuando
quanto previsto dalla normativa sul Green Public Procurement (GPP). Positivo anche l’inserimento di una
governance che favorisce la partecipazione e lo stimolo di corrette politiche di programmazione: il forum
regionale per l’economia circolare. “Auspichiamo che si apra in Abruzzo una nuova stagione nella gestione dei rifiuti – dichiara Filomena Ricci, delegata regionale del WWF – che presti sempre più attenzione a politiche concrete di riduzione e riciclo
necesarie e che questa norma prova a mettere in campo. Troppo spesso capita che i buoni principi restino
tali, senza alcuna applicazione reale o accumulando enormi ritardi ma la sfida in atto non può essere persa o
rimandata.”
“Togliamo le discariche dal centro della discussione e ragioniamo insieme sull’intero sistema
impiantistico necessario all’economia circolare dei rifiuti – conclude Giuseppe Di Marco, presidente di
Legambiente Abruzzo – Questo è il vero nodo del sistema di gestione regionale, l’ultimo miglio che manca
ancora all’Abruzzo per fare il salto di qualità. È fondamentale costruire nuovi impianti di riuso e riciclo dei
rifiuti (es. piattaforme di raccolta, centri del riuso, ecc.), spesso osteggiati come se fossero impianti
inquinanti, e di completamento della filiera dell’organico a partire dai biodigestori. Sbaglia chi pensa che
l’opzione rifiuti zero in discarica corrisponda alla costruzione di zero impianti, quando in realtà se ne devono
costruire nuovi, tecnologicamente avanzati, utili al territorio ed in modo partecipato e nel rispetto delle
norme ambientali. Facciamo in modo che la programmazione dei nuovi fondi strutturali sia funzionale
anche a questo percorso, così da accompagnare la fase di transizione e riconversione e garantire: lavoro, salute e ambiente.”




Parco Nazionale della Majella, intesa con i Comuni dell’Area Casauriense per valorizzazione territorio

 

 

Il Parco Nazionale della Majella e i Comuni dell’Area Casauriense (Bolognano, Castiglione a Casauria, Tocco da Casauria e Torre dè Passeri) hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per un programma di valorizzazione dei patrimoni storici, architettonici e ambientali compresi nel territorio dell’alta Val Pescara e legati con la presenza -fin dall’alto medioevo- del nucleo

religioso dell’Abbazia di San Clemente a Casauria.

Le vicende storiche di questo territorio e la sua particolare configurazione orografica, che vede la congiunzione tra i massicci della Maiella e del Gran Sasso, hanno prodotto un condensato di permanenze negli impianti urbani, nelle opere monumentali e nella stessa definizione paesaggistica che connotano un sistema fortemente integrato.

L’identità del luogo è sostenuta da emergenze come il borgo di Bolognano, il Castello di Tocco, quelli di Torre dè Passeri e Castiglione, ma anche dalla natura che gravita sul corso del fiume Pescara e su quello dell’Orta.

Al centro di tutto questo scenario si trova il complesso di San Clemente, conosciuto in tutto il mondo per la sua raffinatezza architettonica e per essere il centro della cultura casauriense.

“Gran parte di questo patrimonio – ha dichiarato il Presidente dell’Ente Parco della Majella Lucio Zazzara – merita una migliore conservazione e un completo recupero ed è in grado di divenire un formidabile motore dell’interesse turistico più qualificato. L’iniziativa del Parco è rafforzata dall’attenzione più volte manifestata dalla Regione Abruzzo (anche attraverso l’approvazione della specifica legge sulla valorizzazione del Medioevo) e dal personale interessamento del Presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri”.




La Flora del Parco Nazionale della Majella, strumento di tutela della biodiversità

Parco Nazionale

Dopo la pubblicazione della “Flora del Parco Nazionale della Majella”, sulla rivista scientifica internazionale Phytotaxa, viene data alla stampa la versione divulgativa in due volumi, che contengono foto di circa 1700 specie delle 2309 piante (specie + sottospecie) registrate. Gli autori (Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci ricercatori dell’Università di Camerino, Luciano Di Martino e Giampiero Ciaschetti, botanici dell’Ufficio Botanico del Parco Nazionale della Majella, ed Aurelio Manzi, etnobotanico e storico dell’agricoltura), dopo 25 anni dall’istituzione ufficiale del Parco Nazionale della Majella, pubblicano quindi un primo ed esaustivo repertorio sulla flora del proprio territorio.

Molti endemismi dell’Appennino Centrale presentano qui il loro locus classicus, ossia la stazione di rinvenimento utilizzata per descrivere la specie. Molte piante sono state dedicate alla Majella perché qui scoperte e descritte, riportando l’epiteto magellensis/e o majellensis/e.

Tra le entità censite 204 sono endemiche italiane, di cui 17 endemiche del Parco (cioé in tutto il mondo vivono rispettivamente solo in Italia o nel territorio del Parco). Molte altre sono di particolare interesse biogeografico perché molto rare o al limite di areale (queste ultime ammontano a ben 131 entità, costituite soprattutto da piante che hanno nella Majella il limite meridionale dell’areale italiano). Sono state elencate anche 126 piante esotiche spontaneizzate, da tenere sotto controllo perché particolarmente invasive.

Per il Direttore Luciano Di Martino, co-autore della pubblicazione: “Il risultato raggiunto, frutto di oltre un ventennio di ricerche iniziate proprio dal Prof. Fabio Conti, offre al Parco un utile strumento per la tutela della biodiversità vegetale nell’area protetta, in termini di divulgazione, da affiancare alle costanti attività dei due Giardini Botanici, della Banca del Germoplasma e del Vivaio delle Piante autoctone”.

Il Prof. Fabio Conti, coordinatore della ricerca, dichiara soddisfazione nel divulgare il ricco elenco di piante corredato da un’eccellente iconografia, nella speranza che possa avvicinare sempre più gente a un patrimonio vegetale invidiabile.

Le esplorazioni floristiche e, in generale, gli studi botanici (ecologia vegetale, micologia, etnobotanica) sulla Majella e sugli altri rilievi circostanti confermano la notevole importanza floristico-vegetazionale e biogeografica del Parco Nazionale della Majella a livello nazionale ed europeo, scrigno di cultura e di biodiversità. Questo volume divulgativo è un omaggio simbolico a tutti gli esploratori botanici che hanno raccolto dati floristici sulla Majella.




Parco Nazionale della Majella e Anas insieme per impedire incidenti con la fauna selvatica

Parco Nazionale

È stata avviata l’attività di installazione dei cartelli informativi, previsti dall’Azione C3 del progetto Life Safe-Crossing, per sensibilizzare gli automobilisti sull’importanza di moderare la velocità e guidare con prudenza.

Gli incidenti stradali con la fauna selvatica sono un fenomeno diffuso dovuto al fatto che spesso le strade “tagliano” gli habitat degli animali selvatici costringendoli ad attraversarle frequentemente per potersi alimentare, per bere o per cercare aree di rifugio.

Una delle azioni più semplici ed efficaci per ridurre il rischio di collisioni fauna-veicoli è proprio quello di moderare la velocità, rispettando i limiti imposti dalla legge e prestando attenzione alla guida.

È per questo motivo che, nell’ambito del Life Safe-Crossing, l’installazione di cartelli informativi per indurre gli automobilisti a moderare la velocità rappresenta una delle più importanti azioni concrete, definita attraverso l’applicazione di metodologie innovative e all’avanguardia.

La grafica, infatti, è stata elaborata da un team di esperti in comunicazione e testata attraverso il neuromarketing, tecnica che permette di massimizzare l’efficacia del cartello nella comunicazione del messaggio.

Dopo un periodo di studio, maturato nella fase preliminare del progetto, il Parco Nazionale della Majella e Anas hanno iniziato l’installazione dei cartelli che interesserà, tra le altre, le strade statali SS5, SS17, SS84 e SS487 nelle province di L’Aquila, Chieti e Pescara.

La posa in opera dei cartelli, 42 in totale sulle strade statali, è il frutto di una stretta collaborazione tra il Parco e Anas che ha supportato formalmente il progetto e ne ha autorizzato l’installazione per i tratti stradali di competenza.

 “L’avvio dell’Azione C3 del Safe-Crossing – dichiara il Presidente del Parco Lucio Zazzara  – è stata possibile solo grazie alla stretta collaborazione tra Parco della Majella e Anas e testimonia l’impegno profuso nell’affrontare un problema molto sentito dalla popolazione che è anche una delle minacce più importanti alla sopravvivenza degli animali e dell’orso bruno marsicano in particolare”.

L’inizio della campagna di sensibilizzazione dei guidatori è soltanto il primo passo del percorso di implementazione delle azioni concrete del Life Safe-Crossing che proseguirà fino al 2023 con l’installazione, a partire già dalla fine di quest’anno, di sistemi innovativi per ridurre le collisioni fauna-veicoli e l’adattamento delle strutture di attraversamento esistenti per renderle fruibili dalla fauna.

 




L’Aquila. COVID-19: ESITO SCREENING SULLA PROVINCIA

Sono 23 i comuni che hanno effettuato lo screening nella giornata di oggi, riportiamo di seguito i dati aggiornati alle 17:00 di questo pomeriggio. Balsorano: Tamponi 379 Positivi 1; Barisciano T648 P8; Bisegna T101 P0; Capistrello T430 P0; Carapelle Calvisio T50 P0; Castel di Sangro T699 P2; Castelvecchio Calvisio T61 P0; Celano T570 P2; Cerchio T80 P3; Gioia De Marsi T138 P2; Luco dei Marsi T375 P1; Magliano dei Marsi T596 P3; Montereale T777 P1; Navelli T116 P2; Ortucchio T435 P3; Pescocostanzo T360 P3; Prezza T138 P2; Rocca Pia T102 P0; Roccaraso T183 P2; San Benedetto dei Marsi T618 P1; San Vincenzo V.R. T155 P0; Scoppito T950 P0; Tione degli Abruzzi T116 P0; Trasacco T1318 P14.
Totali tamponi fatti 9395 totali positivi 50
Domani partiranno i comuni di: Canistro, Carsoli, Oricola, Castel del Monte, Goriano Sicoli e Sante Marie.



Abruzzo. Colletta Alimentare, i Lions al fianco del Banco Alimentare

 

Era il 23 ottobre del 2019 quando, a Milano, il Multidistretto Lions 108 Italy e la Fondazione Banco Alimentare onlus firmavano il protocollo di partnership che prevede ‘la partecipazione dei Lions Clubs nell’ambito dell’articolata macchina organizzativa’ della Colletta Alimentare, che nel 2020 taglia il traguardo della 24.ma edizione. La pandemia da coronavirus, e le conseguenti prescrizioni ed esigenze per prevenire qualunque rischio di contagio, ha indotto il Banco Alimentare ad attuare modalità inconsuete per la Colletta, che è partita il 21 novembre e durerà fino all’8 dicembre p.v. ‘Cambia la forma ma non la sostanza’ è lo slogan coniato per l’edizione 2020 che, come ha ribadito con forza la Governatrice del Distretto Lions 108 A Italy, Francesca Romana Vagnoni, nonostante le modalità attuative diverse rispetto al passato, può contare sul sostegno e il supporto dei soci Lions all’insegna dello spirito del We Serve che è insito nel loro DNA. Nel video esplicativo (https://cdn.collettaalimentare.it/sites/default/files/download/colletta_video_esplicativo_orizzontale_0.mp4?fbclid=IwAR2ByIsOcur6kHyJP1JmWjmF8r7g6epsUmTQI2CBx-m85L66pXtvmwa__40)

prodotto dal Banco Alimentare le modalità per aiutare il Banco a raggiungere gli obiettivi prefissati e dare una risposta efficace anche all’incremento (oltre il 40%) della richiesta di sostegno alimentare correlato alle nuove povertà che la crisi ha indotto soprattutto nel ceto medio. In particolare, quest’anno la Colletta assume una connotazione “dematerializzata”, ovvero non si potrà acquistare del cibo, ma, alle casse di alcuni supermercati convenzionati (sulla pagina https://www.collettaalimentare.it/punti-vendita è possibile scoprire quelli aderenti nella propria città) e sulla pagina https://www.mygiftcard.it/charity-card-banco-alimentare, saranno disponibili per l’acquisto delle “gift card” da due, cinque e dieci euro. Al termine della Colletta, il valore complessivo di tutte le card sarà convertito in prodotti alimentari non deperibili come pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola e altri prodotti utili. Tutto sarà consegnato alle sedi regionali del Banco Alimentare e distribuito, con le consuete modalità, alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone. Le Card prendono quindi il posto degli scatoloni e diventano i nuovi “contenitori” della spesa. I Lions, chiamati dalla Governatrice Vagnoni a fare proprio, in questo difficile momento, l’invito #restiamouniti, sostenendo appieno la Colletta Alimentare, invitano i cittadini ad aderire alla campagna acquistando le gift card aiutando così la Colletta a dare cibo a chi soprattutto in questi momenti ha davvero difficoltà ad averne a disposizione.




Parco Nazionale della Majella, il ritorno dell’orsa Peppina

Orsa

 

Peppina nasce nel 2007 a Villalago. Probabilmente è una delle figlie di Gemma, la storica orsa problematica del PNALM, da cui ha appreso i suoi comportamenti “anomali”. Dopo alcuni anni di permanenza nella sua area di origine, dal 2012 arriva sul Genzana e nell’area di confine con il Parco della Majella. Sono alcuni anni che è nota per la sua tendenza a fare danni ai pollai: prima a Pettorano, poi guadagnando pienamente i territori della Majella, Cansano, Campo di Giove, Palena, Ateleta, Lettopalena, tornando spesso anche in aree molto urbanizzate, come quella della periferia di Sulmona che sta frequentando in questi giorni.

Le attività messe in campo in questi giorni dal Wildlife Research Center del Parco Nazionale della Majella sono finalizzate a catturare l’animale per applicare un nuovo radiocollare GPS tramite il quale sarà possibile monitorare nel modo più efficace ed approfondito possibile i movimenti di Peppina, per facilitare l’attuazione delle misure di prevenzione ma non per trasportarla altrove in montagna, cosa che a poco servirebbe essendo in grado di coprire oltre 50 km di spostamenti in una sola notte (proprio tre giorni fa ha percorso Ateleta-Sulmona in meno di 24 ore).

Il Parco Nazionale della Majella dal 2013 è impegnato attivamente  con le proprie competenze e risorse a mettere in sicurezza pollai, arnie e orti, a monitorarla intensivamente nei suoi spostamenti e comportamenti, anche attraverso l’utilizzo dei radiocollari e delle indagini genetiche. E’ presente sul territorio per far informazione e tener saldo il dialogo con i cittadini che sono stati in qualche modo interessati dalla presenza di questa orsa. Tutte queste attività sono costantemente condotte seguendo gli spostamenti di Peppina, al di là della frammentazione amministrativa che caratterizza i nostri territori, quindi sia all’interno che all’esterno del Parco, per intesa con la Regione Abruzzo e le altre aree protette coinvolte, proprio per garantire una necessaria continuità gestionale. E’ necessario assicurare una presenza costante delle istituzioni e la collaborazione di tutti i cittadini abruzzesi per tutelare Peppina e gli altri orsi che sono in grado di assicurare un futuro a questa specie ancora minacciata.

La sfida certamente impegnativa è quella di far conciliare le migliori condizioni di tutela dell’animale con le esigenze della popolazione locale. Intanto, importanti risultati sono stati già ottenuti. Peppina nel 2018 ha partorito nel Parco della Majella tre cuccioli, che sono stati svezzati con successo e, fino ad oggi, non hanno mostrato nessun comportamento anomalo o problematico. I tecnici sottolineano l’estrema importanza per il futuro della specie, nell’assicurare la sopravvivenza delle femmine e il successo riproduttivo, soprattutto in aree come quella della Majella, fondamentali per consolidare l’espansione dell’areale dell’orso: Peppina, di fatto, si mostra “problematica” soltanto per due mesi l’anno (nel periodo di iperfagia deve accumulare peso per il letargo), negli altri mesi svolge una vita normalissima da orsa nelle nostre foreste e ben lontana dalle aree urbane.

L’impegno del Parco Nazionale della Majella nella gestione dei cosiddetti orsi problematici sarà sempre costante, anzi si arricchisce di nuove collaborazioni e di nuove opportunità di sostegno economico. Il Parco infatti è partner, dallo scorso anno, del Life ARCPROM, un progetto internazionale cofinanziato dalla Commissione Europea, che vede coinvolti tra gli altri tre Parchi nazionali greci con problematiche simili: mettere insieme le forze e le competenze per fare prevenzione e monitoraggi innovativi su questi animali che, pur se mostrano una certa confidenzialità nel frequentare aree antropizzate nelle quali è facile procurarsi il cibo, non sono mai aggressivi nei confronti dell’uomo.




Covid19: i protagonisti dell’enogastronomia abruzzese non si arrendono; anzi rilanciano

Il Covid19 sta sfidando frontalmente la vita delle famiglie e delle imprese; cambiando profondamente gli stili di vita e di consumo.
Per rispondere a ciò nasce una innovativa iniziativa: Venditti inventa “LA PORCHETTA A FETTE”
“La porchetta Venditti” – campione d’Italia – si prepara così a conquistare il gusto di tutti gli Italiani.
In questi giorni sarà disponibile direttamente a casa e – in via sperimentale – presso i punti vendita di una nota catena di grande distribuzione.
Come afferma il dinamico imprenditore abruzzese, Raffaele Venditti: “La nostra ‘Porchetta’ è tra i prodotti più amati, perché rispecchia e asseconda i gusti e le aspettative dei consumatori, anche quelli più esigenti. Ora, questa eccellenza non sara più legata solo al suo territorio di origine – l’Abruzzo – ma, grazie a questa nuova iniziativa, sarà disponibile anche per una platea molto più ampia”.
Infatti, se fino a poco, con il termine “Porchetta” si indicava unicamente il prodotto consumato durante il mercato, la sagra, la festa popolare, Venditti – grazie a un accordo con una importante catena di grande distribuzione e con la implementazione di servizi di delivery e di consegna a domicilio – ha spostato il focus verso consumi e consuetudini differenti.
Siamo di fronte a una nuova linea di Porchetta che può – senza sacrificare il gusto e la tradizione – essere consumata a casa, in ufficio oppure a scuola.
Tradizione e innovazione si fondono per salvaguardare il gusto e affrontare al meglio il contesto Covid.



Concorso pubblico nazionale, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di 1.858 unità di funzionari dell’INPS

INPS

L’INPS Abruzzo comunica che con la Deliberazione del Consiglio di Amministrazione n.66 del 28 ottobre 2020, è stato indetto un Concorso pubblico nazionale, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di 1.858 unità di funzionari dell’INPS, destinato a laureati in possesso di laurea magistrale/specialistica.
Le domande potranno essere inviate on line entro il termine delle ore 16.00 del 31° giorno decorrente dal giorno successivo a quello di pubblicazione del Bando di Concorso sulla Gazzetta Ufficiale – IV serie speciale – “Concorsi ed Esami”.
L’INPS Abruzzo invita tutti soggetti che hanno i requisiti e in particolar modo i giovani, a valutare positivamente questa straordinaria opportunità attraverso la consultazione del Bando di Concorso, la cui pubblicazione sulla GU è prevista nei prossimi giorni.
Appare al riguardo opportuno segnalare che tutte le sedi abruzzesi sono attualmente sottorganico.




Parco Nazionale della Majella, programma a favore degli allevatori che convivono con il lupo

Pochi giorni fa, ai piedi della Majella, si è rinnovato l’impegno del Parco in favore degli allevatori della Montagna Madre: il lupo ha riportato le pecore!
Il Programma di restituzione della pecora predata nasce a coronamento dell’esperienza sviluppata dal Parco Nazionale della Majella nella gestione della coesistenza carnivori/zootecnia.
L’idea è stata concordata e sottoposta all’attenzione degli allevatori e mira fondamentalmente a ripristinare anche il potenziale produttivo dell’animale, che andrebbe perduto anche se si indennizzasse un congruo valore economico del capo abbattuto.
Con questa iniziativa l’allevatore azzera il danno e il Parco determina una significativa diminuzione dell’impatto dei predatori protetti, anche riuscendo, in alcuni casi, a diminuire l’erogazione di fondi per la compensazione.
Nei casi di predazione accertata da lupo, l’allevatore riceve direttamente in azienda i capi corrispondenti, dal punto di vista della categoria commerciale, a quelli deceduti e, eccezionalmente, dispersi in seguito ad eventi predatori accertati.
I capi restituiti all’allevatore sono controllati per gli aspetti sanitari ed appartenenti a razze tipicamente allevate sulle montagne abruzzesi. Tutto questo grazie ad un’iniziativa che vede anche la costituzione del “Gregge del Parco”, per la quale il Parco Nazionale della Majella gestisce, in convenzione con allevatori, un gruppo di animali che possono essere all’occorrenza ceduti agli allevatori danneggiati che ne faranno richiesta.