Il Comune di Salle ospita i vertici del Parco Majella in visita istituzionale

 

Il Comune montano elabora la proposta strategica integrata «Sallis Castrum» sulle prospettive di sviluppo sostenibile dell’area mettendo in rete le proprie peculiarità

 

Salle.    Si è svolto stamane, presso la Sala Consiliare del Comune di Salle, l’incontro fra Amministrazione Comunale e vertici del Parco Nazionale della Majella. Nell’occasione, il Sindaco Davide Morante, accompagnato dal suo Vice Claudio Fonzo, ha incontrato Lucio Zazzara e Luciano Di Martino, rispettivamente Presidente e Direttore dell’Ente Parco, per una preliminare discussione sulle potenzialità del borgo e del proprio territorio e sulla possibilità di messa a sistema e valorizzazione delle tante emergenze architettoniche, urbanistiche, storiche, antropologiche e ambientali endogene.

Il Comune aveva precedentemente elaborato una proposta integrata, denominata «Sallis Castrum», base di discussione finalizzata a  individuare e sviluppare congiuntamente politiche di tutela e di sviluppo del proprio territorio in grado di recuperare tutte le potenzialità fin ora non opportunamente espresse nel rapporto istituzionale tra Parco e Comune. La proposta si articola in dodici interventi puntuali fra loro intimamente connessi: l’insediamento di un presidio del Parco, la valorizzazione di un edificio pubblico energeticamente autosufficiente, il recupero di edilizia pubblica a fini ricettivi, la realizzazione di una piattaforma paesaggistica e di due parchi ludico-didattici, un sistema informativo di lettura del territorio, il recupero monumentale di edilizia storica, l’implementazione della rete sentieristica, la creazione di un polo culturale e il recupero dell’antico mulino comunale sul fiume Orta.

«Siamo convinti», ha dichiarato il sindaco Davide Morante, «che una condivisione degli obiettivi ed il recupero di una naturale sinergia siano non solo un obbligo morale e politico, ma anche l’indispensabile premessa per avviare nuove strategie per Salle, paese che per la sua collocazione territoriale, per il suo patrimonio naturalistico, culturale e artistico, ma anche per il fatto di essere parte integrante del Parco Nazionale della Majella – al cui ambito territoriale contribuisce con l’85% del proprio territorio di competenza interamente protetto -. L’intento è quello di perseguire un deciso recupero del naturale ruolo del nostro borgo nei processi di sviluppo dell’intera area protetta mediante la valorizzazione delle proprie peculiarità naturalistiche nella creazione di una rete locale funzionale ad un’oculata incentivazione dell’economia turistica».

«L’obiettivo perseguito dalla nostra “Proposta di Attivazione e Valorizzazione Integrata di Servizi Sostenibili fra Parco Nazionale della Majella e Comune di Salle”», conclude il Sindaco, «riannodando le fila di un percorso la cui meta era costituita da un ottimale utilizzo della propria ‘Rete delle Emergenze’, ovvero di quel compendio tanto importante quanto disarticolato di strutture, infrastrutture, emergenze ambientali e naturalistiche, eccellenze paesaggistiche e storico-architettoniche, che nel corso degli anni hanno contribuito a determinare l’attuale fisionomia del nostro centro, è quello della creazione di un «SISTEMA INTEGRATO» ripercorrendo la storia del borgo alla ricerca del suo genius loci. Oggi più che mai ci sono tutte le condizioni per riattivare tale importante processo di sviluppo».

 




TUA: il Presidente risponde alle richieste di aumentare gli autobus per gli studenti.

Per garantire in sicurezza il trasporto dell’utenza, rispetto alle attuali norme in vigore (e a maggior ragione se fossero più restrittive) esistono due possibilità: una impraticabile o una praticabile.

TUA SPA Abruzzo

Ci si chiede di aumentare il numero di autobus…

 

Il mercato è saturo…..eventuali ordini (che sarebbero comunque follia) non potrebbero essere evasi in tempo utile per affrontare qui e ora l’emergenza (tutte le Regioni hanno lo stesso problema).

 

Sul mercato parallelo di vettori privati un bando TUA ha reperito sessantacinque autobus aggiuntivi (la totalità di quelli messi a disposizione) di cui quarantacinque già attualmente utilizzati.

 

Dunque, e senza aggiungere altre considerazioni di natura economica, l’ipotesi avanzata non è percorribile.

 

Viceversa, la rimodulazione degli orari di afflusso e deflusso, non comporterebbe costi, e presupporrebbe “soltanto” nuove modalità organizzative (per altro temporanee).

 

Gli orari possono tornare come prima! gli autobus acquistati non sono restituibili!

 

Se la didattica a distanza può avere possibili controindicazioni, il non auspicabile assembramento alle fermate ha controindicazioni certe.

 

Con la restrizione del numero dei trasportati, in Abruzzo potrebbero esserci 25.000 utenti non garantiti dal TPL! A ciò si dovrebbe aggiungere la necessità che poiché i controlli formali non possono essere in capo alle società di trasporto, (l’uso o il non uso delle mascherine, le sanzioni connesse ad attività non conformi alle previsioni di legge) sono e debbono restare in capo agli enti locali e forze dell’ordine. Ci eravamo permessi, con largo anticipo, di proporre l’utilizzo della Protezione Civile per tale compito evitando di stornare le forze dell’ordine da compiti di presidio territoriale……ad oggi sembra che tale scelta non sia stata opzionata, rimane il fatto che un operatore del TPL non ha titolo giuridico per muovere addebiti in tal senso. Un ulteriore problema che avrebbe costi, non ancora quantificati.

 

Uffici in parte in smartworking, scuole con orari diluiti e, laddove possibile, didattica a distanza aiuterebbero a decongestionare e diluire la presenza simultanea degli utenti del TPL.

 

Con il contributo di tutti e senza asserragliarsi a difesa del proprio “cortile”, ce la si può fare!

 

Proviamola nuova!

 

Pescara, 16.10.2020                                                                 Gianfranco Giuliante, presidente TUA




Castel del Monte (AQ). Quella straordinaria nevicata

https://www.borgocasteldelmonte.com/

Segnaliamo questo bell’articolo di Mauro Cironi riguardante una straordinaria nevicata a Castel del Monte (Aq) con un confronto fotografico inverno/estate molto accattivante. L’articolo fa parte del progetto promozionale e turistico denominato “Castel del Monte Cuore del Gran Sasso d’Italia” nato a inizio 2020. Ecco il link:  https://www.borgocasteldelmonte.com/2020/09/26/la-grande-nevicata/




Parco Nazionale della Majella, per gli allevatori un occhio di riguardo dall’Europa

 

Arrivano dal Tirolo austriaco, e non solo, in visita al Parco Nazionale della Majella. Non solo, questa volta, per ammirare le bellezze dell’Appennino abruzzese ma per cogliere i segreti della difficile, ma qui possibile, convivenza con il lupo.

Una delegazione di allevatori e operatori economici delle montagne austriache ha visitato in questi giorni, insieme ad un gruppo di esperti della European Wilderness Society, ad una ricercatrice dell’Eurac, istituto di ricerca che ha sede in Bolzano, e all’Ufficio Veterinario del Parco Nazionale della Majella, i pascoli e gli allevamenti monticanti del Parco, per comprendere in che modo gli allevatori della Montagna Madre abbiano saputo conservare, anzi rielaborare e consolidare, il loro rapporto di convivenza con i grandi predatori.

I lupi sono di recente tornati in Austria, provenienti sia dall’Appennino, sia dalla Slovenia, sia dalla Germania, e trovano, nei verdi pascoli tirolesi, spesso greggi non particolarmente protette, perché la lunga assenza del predatore da quelle montagne ha fatto dimenticare, per generazioni, l’uso di condurre gli animali al pascolo sotto la custodia continua del pastore e dei cani e l’utilizzo di stazzi protetti per la notte, come invece è sempre accaduto in Abruzzo.

In questo contesto, gli studi multidisciplinari, effettuati dai tecnici dell’Ente (Uffici Veterinario, Monitoraggio e Conservazione fauna selvatica e Monitoraggio e Conservazione della biodiversità vegetale) sugli habitat di pascolo della direttiva 43/92/CEE presenti nel territorio del Parco, hanno fornito una base di informazioni unica a livello nazionale.

Non che questo però sia scontato: ai nostri allevatori va riconosciuto il merito di aver non solo ripreso la tradizione antica della buona gestione delle pecore al pascolo ma anche di aver collaborato con il Parco, negli ultimi anni, perché questa tradizione venisse rinforzata anche nelle nuove aziende e presso i nostri giovani allevatori che lavorano in un contesto di speciale tutela, molto bello, ma a volte difficile e anche profondamente cambiato dal punto di vista ecologico. Grazie a loro, gli oltre 100 lupi della Majella, come ci dicono gli studi effettuati dal Parco, “si servono” degli animali domestici solo per il 5% della loro dieta: questo accade perché c’è ampia disponibilità di prede selvatiche, come cinghiali, cervi e caprioli, ma soprattutto perché gli allevamenti ben custoditi non sono “scelti” dal lupo di frequente: il lupo teme l’uomo e preferisce starne lontano, quando può. Gli amici austriaci dunque, oltre ad essere molto interessati agli studi condotti in questi anni dai tecnici del Parco, sono rimasti assolutamente colpiti nell’ascoltare i racconti degli allevatori e dei pastori della Majella, che hanno garantito di non aver nessun problema con il lupo, o almeno che le rare predazioni che avvengono non costituiscono di certo il problema principale per l’economia dell’azienda. E ne hanno avuto conferma, toccando con mano la gestione di questi allevamenti e osservando come i pastori conducono le greggi al pascolo, insieme ai cani da pastore abruzzesi e ai sistemi di protezione, tra i quali recinzioni elettrificate o metalliche, consegnate dal Parco proprio per consolidare queste strategie  di prevenzione.

La visita è stata anche una buona occasione di scambio culturale e di vivace discussione rispetto a temi di forte attualità, come l’importanza ecologica del mantenimento di attività di pascolo sostenibili, la qualità dei prodotti, la biodiversità agroalimentare e soprattutto la necessità di maggiore attenzione istituzionale agli allevamenti di piccole dimensioni che deve venire dalla prossima programmazione, con la PAC 2021, spesso invece “troppo orientata” sui modelli di allevamento intensivo, i cui fondi dovranno essere auspicabilmente indirizzati al sostegno effettivo di queste attività, piccole, ma fondamentali per l’economia della montagna, la nostra identità culturale e la tutela dell’ambiente.




Eccezionale doppio appuntamento con GIORNATE FAI D’AUTUNNO Per la prima volta due fine settimana

 

con mille aperture a contributo libero in 400 città di tutta Italia
L’edizione 2020 è dedicata a Giulia Maria Crespi
sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre 2020

IN ABRUZZO
Con l’Alto Patrocinio di

Sogni? Sì sogni! A furia di sognare,
si riesce a portare nel concreto ciò che si sogna.
Giulia Maria Crespi (6 giugno 1923 – 19 luglio 2020)
A Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio, è dedicata l’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno: mille
aperture a contributo libero in 400 città in tutta Italia, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e
domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre. Anche quest’anno promotori e protagonisti sono i Gruppi FAI Giovani,
ideali eredi e testimoni dei valori che per tutta la vita hanno guidato la Fondatrice e Presidente Onoraria del FAI – Fondo
Ambiente Italiano: l’inesauribile curiosità, la voglia di cambiare il mondo e l’instancabile operosità per un futuro
migliore per tutti. Ispirandosi a lei, i giovani del FAI – con la collaborazione delle Delegazioni e degli altri Gruppi di
volontari della Fondazione – scenderanno in piazza per “seminare” conoscenza e consapevolezza del patrimonio di
storia, arte e natura italiano e accompagneranno il pubblico, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, alla
scoperta di luoghi normalmente inaccessibili, poco noti o poco valorizzati in tutte le regioni: un caleidoscopio di
meraviglie nella proposta effervescente del FAI e dei suoi delegati che reagiscono con ancor più energia e impegno,
positività ed entusiasmo al periodo difficile che l’Italia sta attraversando (al fine di garantire la sicurezza di tutti è
consigliata la prenotazione online su www.giornatefai.it;alcune aperture richiedono la prenotazione obbligatoria: sul sito
giornatefai.it sono indicate tutte le informazioni e le modalità di partecipazione).
Storiche dimore signorili, castelli, giardini, sedi istituzionali, chiese, complessi conventuali e tante altre “chicche” come
borghi, collezioni private, parchi, luoghi della produzione e del commercio solitamente riservati agli addetti ai lavori si
sveleranno attraverso punti di vista insoliti e racconti che meraviglieranno i visitatori, soddisfacendo e, insieme,
accrescendo il loro desiderio di sapere, la loro curiosità. Prendere parte alle Giornate FAI d’Autunno 2020 vuol dire non
solo godere della bellezza che pervade ogni angolo del nostro Paese e “toccare con mano” ciò che la Fondazione fa per la
sua tutela e valorizzazione; vuol dire soprattutto sostenere la missione del FAI in un momento particolarmente delicato. Tutti
i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3 € – e potranno anche iscriversi al
FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di
prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di
tutti, i posti saranno limitati.
In occasione delle Giornate d’Autunno anche i Beni del FAI si mostreranno da prospettive inconsuete. Saranno proposte al
pubblico visite speciali dedicate in particolare agli interventi per la sostenibilità ambientale dei Beni e, più in generale, al
patrimonio di natura, ambiente e paesaggio curato e valorizzato dalla Fondazione.

Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana dedicata dalla Rai ai beni culturali in collaborazione con il FAI.
Dal 12 al 18 ottobre, infatti, la Rai racconterà luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro
Paese: una maratona televisiva e radiofonica di raccolta fondi a sostegno del FAI, per sensibilizzare sempre più italiani sul
valore del nostro straordinario patrimonio artistico e paesaggistico e per promuoverne la partecipazione attiva.
Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d'Autunno 2020 anche attraverso la
collaborazione di Rai per il Sociale.
L’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno è resa possibile grazie al fondamentale contributo di importanti aziende
illuminate. Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo
nella lista dei luoghi visitabili e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di sensibilizzazione sul corretto riciclo
del materiale plastico. FinecoBank, realtà leader nel trading online e nel Private Banking, è il prestigioso Main Sponsor
dell’evento perché da sempre sostiene il valore del patrimonio, Rekeep, principale gruppo italiano attivo nel facility
management e amico del FAI dal 2018, che conferma il suo sostegno all’evento in qualità di Sponsor.
Grazie anche a Edison, da sempre vicina al FAI per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale, turistico e
sociale presenti nel nostro Paese, Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018, che nasce
per favorire il dialogo con la società civile, promuovere la cultura industriale e d’impresa, diffondere conoscenza e valorizzare il
proprio patrimonio culturale e museale, e System Professional, brand di prodotti professionali haircare, per il primo anno
accanto alla Fondazione con cui condivide la missione di prendersi cura della bellezza.
Si ringrazia inoltre l’Ippodromo Snai San Siro di Milano per la rinnovata apertura e il prezioso sostegno locale.
Le Giornate FAI d'Autunno si svolgono con il Patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, di
Regione Abruzzo, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.
Si ringrazia per la collaborazione la Commissione europea in Italia, da alcuni anni partner delle Giornate FAI attraverso
l’Ufficio di Rappresentanza a Milano, con la quale verranno proposte aperture speciali.
Grazie a Province, Comuni, Soprintendenze, Università, Enti Religiosi, Istituzioni Pubbliche e Private, ai privati cittadini
e a tutte le aziende che hanno voluto appoggiare la Fondazione.
Grazie di cuore alle 128 Delegazioni, ai 101 Gruppi FAI e ai 4 Gruppi FAI ponte tra culture che hanno collaborato in modo
virtuoso con i 96 Gruppi FAI Giovani, tanto desiderati dalla Fondatrice Giulia Maria Crespi e storicamente protagonisti delle
Giornate FAI d’Autunno, per la realizzazione dell’evento. Nel 2020 la manifestazione vuole essere la festa di tutto il mondo
FAI, vitale e attivo più che mai. Ad affiancare volontari giovani e non, ci saranno anche quest’anno gli Apprendisti Ciceroni,
studenti della scuola di ogni ordine e grado che hanno scelto, autonomamente o con i loro docenti, di mettersi in gioco in prima
persona per raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del loro territorio.
Un ringraziamento particolare per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione alla Protezione Civile, da 13
anni vicina al FAI con i suoi volontari, che a ottobre promuove la campagna di comunicazione “Io non rischio” per diffondere la
cultura della prevenzione dei rischi naturali e antropici presenti nel nostro Paese, e all’Arma dei Carabinieri per il loro
contributo alla sicurezza dell’evento. Un sentito ringraziamento anche ai volontari della Croce Rossa Italiana che per la prima
volta affiancano il FAI, garantendo un prezioso supporto in questo particolare periodo di emergenza sanitaria. Grazie alla Croce
Rossa Italiana anche per aver concesso l’apertura del Parco di Villa Ceriana a Castagneto Po (TO) e del Treno ospedale
“Centoporte” a Massa.
Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni
comunali che hanno accolto questa iniziativa, comprendendone l'importanza e il significato di ripartenza.
FAI Ufficio Comunicazione Stampa e New Media – Francesca Decaroli tel. 338.1229565; f.decaroli@fondoambiente.it
FAI Ufficio Comunicazione Tv e Radio – Novella Mirri tel. 334.6516702; n.mirri@fondoambiente.it

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Tra le aperture più interessanti in ABRUZZO:

Montebello sul Sangro (CH)
Borgo di Buonanotte – Buonanotte Contemporanea
Visite sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre
Arroccato a 800 metri slm su una sella rocciosa tra la Maiella e il Lago di Bomba, il borgo di Buonanotte venne
abbandonato negli anni Settanta a causa di frequenti terremoti e frane, e dal 3 settembre di quest’anno ospita “Buonanotte
Contemporanea”, progetto interdisciplinare di arte, natura e architettura per la valorizzazione e lo sviluppo turistico del
borgo. Le installazioni che animano le sue vie sono promosse dal Comune di Montebello sul Sangro e realizzate con il
sostegno della Regione Abruzzo, su idea dello studio di architettura pescarese CA-SaA. All’interno delle strade abbandonate
sono state realizzate tre installazioni ambientali di artisti contemporanei – selezionati dalla curatrice Maria Letizia Paiato –
che dialogano con i ruderi, il paesaggio e l’assenza della presenza umana. Domenica 25 è prevista un’esibizione del coro
vocale al femminile Rosa Rorans Ensemble, con repertorio di musica medievale, dal gregoriano alla prima polifonia.
Lettomanoppello (PE)
Gli scalpellini raccontano la pietra preziosa: dalla storica “Bottega D’Alfonso” all’Iconicella
Visite sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre
Noto come “il paese degli scalpellini” e come piccola “Carrara di Abruzzo”, Lettomanoppello è legato fin dal medioevo alla
lavorazione della pietra bianca e nera della Majella, destinata all’edilizia decorativa e all’arredamento. Tra i vicoli del centro

storico si possono ammirare i portali, gli stipiti, le chiavi di volta, i motivi decorativi come rosoni, mascheroni, foglie
d’acanto e stemmi sapientemente lavorati dagli scalpellini. Il percorso delle Giornate FAI si snoderà tra le botteghe
artigianali – tra cui la più famosa, quella di Gennaro D’Alfonso – dove o maestri artigiani racconteranno l’antico mestiere
della lavorazione della pietra bianca. La visita si concluderà al Santuario dell’Iconicella, a monte del paese, e alla sua
facciata finemente scolpita.
Collelongo (AQ) – Villavallelonga (AQ)
Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre
Situato a 915 metri sul livello del mare, Collelongo, immerso tra i boschi e i monti dell'Appennino, presenta la tipica
struttura del borgo medievale, con mura di cinta intervallate da porte cittadine, una torre baronale risalente all’anno 1000,
che in epoca rinascimentale divenne il mastio dell’adiacente palazzo baronale, minuscole vie a saliscendi e case una a
ridosso dell’altra. La fontana, detta Fonte Vecchia, progettata come lavatoio-abbeveratoio e per l'approvvigionamento idrico
del paese, fu realizzata nel 1840. Fra le famiglie importanti si ricordano: i Botticelli, a cui si deve, oltre all'omonimo
palazzo, la commissione della chiesa di San Rocco nel 1636 poiché il paese era stato graziato dalla peste, e la famiglia
Floridi, che fece edificare la Madonna del Rosario in occasione del giubileo del 1700. In epoca moderna il paese si è
arricchito di quadri murali. Come Collelongo anche Villavallelonga, così chiamata in quanto costruita lungo ai piedi del
Monte Quaresima, è un borgo medioevale risalente all’anno 1000. Fu feudo dei Marsi nel XII secolo, dei Piccolomini Duchi
di Amalfi nel XVI secolo e dei Duchi Pignatelli in seguito. Successivamente alla fondazione del Parco Nazionale
d’Abbruzzo (1922) il borgo fu tra gli enti fondatori della Condotta forestale marsicana.
Prata d’Ansidonia(AQ)
Peltuinum
Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre
La città di Peltuinum, fondata dai Romani fra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. nel territorio abitato dall'antico popolo dei
Vestini, si estende su un pianoro sopraelevato collocato tra la valle dell'Aterno e quella del Tirino, naturali vie di
attraversamento dell'Appennino Abruzzese. Importante ruolo, sia politico che economico, rivestiva la città nel controllo
strategico dei traffici commerciali legati ai percorsi della transumanza. Il sito archeologico rappresenta oggi un luogo di
straordinaria testimonianza storica. Durante la visita, sarà possibile ammirare gli scavi dell'antico insediamento. Tra le
rovine visibili spiccano i resti del teatro di età augustea, tratti di mura e un tempio forse dedicato ad Apollo. Altro elemento
architettonico di notevole importanza è la chiesa di San Paolo di Peltuinum del XII secolo.
Elenco completo dei beni aperti in ABRUZZO:

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-

aperti/?regione=ABRUZZO

Per ulteriori informazioni: www.giornatefai.it – www.fondoambiente.it o 02/467615399
IMPORTANTE: Verificare sul sito i luoghi aperti nei due fine settimana
ed eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse




Padre Carmine Cucinelli, IL MISSIONARIO DEL VOLTO SANTO LASCIA MANOPPELLO

Padre Carmine Cucinelli

Padre Carmine Cucinelli


Padre Carmine Cucinelli ha diffuso la sacra immagine in vari paesi del mondo

di Antonio Bini

PESCARA – Dopo oltre 16 anni p. Carmine Cucinelli lascia il Santuario del Volto Santo di
Manoppello (Pescara), dove era giunto nel mese di settembre del 2004, dopo diversi anni
trascorsi nella parrocchia di San Francesco di Paola di Sulmona, Un lungo periodo che non poteva
non lasciare traccia nel suo primo editoriale pubblicato sulla rivista del Volto Santo n. 2-2004, in
cui nel ringraziare il suo predecessore p. Germano Di Pietro, manifestava la volontà di
proseguire con gioia il cammino già tracciato, cogliendo il periodo “pieno di fermento” intorno al
Santuario. Non tralasciando di manifestare il essere un po' dispiaciuto per aver dovuto lasciare
Sulmona dichiarava tuttavia di essere contento di iniziare la nuova esperienza che lo portava ad
“essere a servizio del Vero Volto di Gesù”. Aveva le idee chiare e così è stato.
E’ sufficiente scorrere velocemente i numeri della rivista degli anni scorsi per comprendere come
l’espressione “essere a servizio” non sia stata una promessa generica o di circostanza. Poi il terzo
millennio ha indotto l’antica rivista fondata nel 1906 da p. Francesco da Collarmele a
trasformarsi in uno strumento di comunicazione di eventi straordinari che hanno posto al centro
esclusivamente il Volto Santo, la sua devozione e la sua progressiva conoscenza in Italia e nel
mondo.
Non è facile fare un consuntivo dell’opera svolta da p. Carmine in questi anni, ma non si può fare
a meno di considerare come durante la sua guida il Santuario siano accadute “cose” straordinarie
che resteranno nella storia del Volto Santo. Mi riferisco non solo alla visita di Papa Benedetto
XVI a Manoppello il primo settembre 2006, memorabile per le sue implicazioni. P. Carmine
accolse il papa tedesco, il primo papa pellegrino a Manoppello. Una visita di importanza storica per
molti, come mons. Amerigo Ciani, canonico di San Pietro, che nel corso dell’omelia pronunciata
il 15 gennaio 2017 a Manoppello, affermò senza tanti giri di parole che “dopo ben 479 anni un papa
si inginocchiò davanti a quello che era stato il tesoro più prezioso dei Papi”. Un concetto già
espresso l’anno precedente, sia pure con parole diverse, anche da mons. Georg Gänswein,
prefetto della Casa Pontificia,
La Veronica, questione controversa, complessa, affascinante, è stata al centro del primo
Convegno Internazionale “Il Volto Santo e l’iconografia dell’immagine di Cristo” (Chieti, 10 11
febbraio 2006, promosso dal Santuario, d’intesa con l’arcivescovo della Diocesi Chieti-Vasto e
l’Università di Chieti. Il Convegno, nell’ormai imminente prospettiva del cinquecentesimo anno
dell’arrivo a Manoppello del Volto Santo, ha visto impegnato in prima persona come organizzatore
p. Carmine, in collaborazione con p. Heinrich Pfeiffer, con l’influente ruolo del cardinale
Fiorenzo Angelini, presidente dell’Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo.
Soltanto l’anno prima erano stati pubblicati due saggi sul Volto Santo, il primo di Saverio
Gaeta, diffuso in allegato con il numero del settimanale Famiglia Cristiana di Pasqua, l’altro – di
Paul Badde – pubblicato in Germania, con immediata edizione in lingua polacca. Prima di
allora nessuna pubblicazione sul Volto Santo, tra le poche edite, aveva varcato gli angusti confini
locali. L’arrivo del Papa, l’elevazione del Santuario a Basilica, avvenuta appena tre settimane dopo e
la preghiera di Benedetto XVI dedicata al Volto Santo, scritta esattamente un anno dopo dalla
sua visita a Manoppello, sono stati momenti che appartengono alla storia della sacra immagine, che
hanno avuto una particolare diffusione nel mondo cristiano.
Alcuni momenti da ricordare. Sul piano scientifico il Volto Santo, insieme alla Sindone e alla
Tilma di Guadalupe, è stato al centro dell’International Workshop of Scientific Aproach
to the Acheiropoietos Images, promosso dal Cento Sperimentale dell’ENEA di Frascati – dal 4
al 6 maggio 2010, al quale hanno partecipato ricercatori e scienziati provenienti da vari paesi. Per

la prima volta un qualificato contesto internazionale riconosceva l’attendibilità dell’ipotesi che il
Volto Santo fosse da considerare un’immagine acheropita (non fatta da mani d’uomo). P.
Carmine ha seguito l’evento, invitato dal responsabile scientifico del Convegno.
Quella che negli anni precedenti per p. Carmine era stata una “missione italiana”, con convegni,
incontri e mostre in varie città italiane, tra cui Taranto, Lucca, Padova, Udine, S. Maria di
Leuca, Roma, e altre città), si è andata trasformando in una missione internazionale. Nel 2011 –
dopo la visita a Manoppello del vescovo della diocesi di Tarbes-Lourdes Philippe Perrier, lo
stesso rimase particolarmente colpito dal Volto Santo esprimendo il desiderio di allestire una
mostra a Lourdes organizzata con l’impegno di p. Carmine e la collaborazione storico-artistica di
p. Pfeiffer e di sr. Blandina Paschalis Schlomer . La mostra "Le Image du Christ a traver
le visage de la Vierge” (L’immagine di Cristo attraverso il volto della Vergine) fu inaugurata a
Lourdes il primo settembre 2011. La mostra rimase aperta per un mese, nel periodo di maggiore
affluenza di pellegrini.
Sempre nel 2011 p. Carmine fu invitato a tenere una relazione nell’ambito della seconda “Semana
Guadalupana”, presso l’Università Popolare di Stato di Puebla (Messico), in cui veniva
riproposto il tema delle immagini acheropite oggetto dell’incontro promosso dall’Enea, tra
Sindone, Volto Santo e la Tilma di Guadalupe. Nel febbraio 2012 p. Carmine accolse il
pellegrinaggio al Santuario dei partecipanti all’European and African Bishops Conferences.
Oltre una cinquantina di vescovi che guida a piedi sulla salita della via crucis che porta al
Santuario, con la strada innevata. Nell’agosto 2013 – nell’ambito del Meeting di Rimini – viene
proposta la mostra “Il Volto Ritrovato” (“The Rediscovered Face: The unmistakable features of
Christ"), curata da Raffaella Zardoni, con la collaborazione del Santuario del Volto Santo. La
mostra, visitata da migliaia di persone, viene replicata a New York dal 17 al 19 gennaio 2014 e poi
in altre città.
Nel settembre 2014 è protagonista della prima missione negli Stati Uniti e nelle Filippine,
aderendo alla proposta di una devota americana di origini filippine, la sig.ra Daisy Neves, molto
legata al Volto Santo. Il programma della missione si sviluppa in varie città, tra cui San
Francisco, Las Vegas, East Palo Alto, Manila, ecc., con eventi organizzati in collaborazione
di diocesi e parrocchie. Nelle Filippine, una replica del Volto Santo viene solennemente
intronizzata il 16 settembre nella cittadina di Nampicuan. La chiesa sarà elevata a Santuario con la
denominazione di Holy Face of Jesus in Asia, diventando nel corso degli anni meta di pellegrini da
tutte le Filippine.
Nel settembre del 2015 la missione fu ripetuta negli USA e nelle Filippine, toccando anche
Vancouver in Canada. Tra le mete toccate la cattedrale di Los Angeles, L’Università di Manila,
Taguig City e ancora Nampicuan.
Il 16 gennaio 2016 – nell’anno del Giubileo Straordinario Misericordiae Vultus, indetto da
papa Francesco, viene rievocato, sotto forma di pellegrinaggio, la processione istituita da papa
Innocenzo III nel 1208, che portò la Veronica da San Pietro al vicino ospedale di Santo Spirito in
Sassia nella seconda domenica successiva all’Epifania (Omnis Terra). La processione, con la
replica del Volto Santo nel reliquario d’argento realizzato nel 1902, a fatica riuscì a raggiungere
l’altare della storica chiesa di Santo Spirito in Sassia. Durante l’esposizione, due messe celebrate
dall’arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e dall’arcivescovo libanese
Edmond H. Farhat, canonico di San Pietro. Il rito di Omnis Terra è stato replicato a Manoppello
nel 2017, 2018, 2019, 2000, con la presenza di mons. Amerigo Ciani, il cardinale Gerhard
Müller, il cardinale Kurt Koch e l’arcivescovo di San Francisco Salvatore J. Cordileone.
Il 18 settembre 2016 nel Santuario del Volto Santo viene celebrata la Divina Liturgia
presieduta dal metropolita Job Getcha di Telmessos, del Patriarcato di Costantinopoli,
concelebrata da 14 rappresentanti delle chiese ortodosse intervenuti alla XIV sessione plenaria
della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa
ortodossa. La celebrazione è avvenuta alla presenza del Cardinale Kurt Koch, Presidente del
Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, del cardinale argentino Leonardo
Sandri e dell’arcivescovo della diocesi Chieti-Vasto Bruno Forte. Il 17 maggio 2017 il cardinale

Luis Antonio Tagle, cardinale di Manila e presidente della Caritas Internazionale, aderisce
all’invito di p. Carmine per partecipare alla festa di maggio del Volto Santo. Nella sua omelia Tagle
ricordò la diffusione della devozione al Volto Santo nelle Filippine. E’ il cardinale fu il primo nella
storia del Santuario a seguire in processione il Volto Santo dalla basilica fino alla chiesa di San
Nicola. Sempre nel 2017, seconda missione in Polonia, nella Diocesi di Katowice.
Il 20 ottobre 1018 il vescovo Rodolfo Cetoloni e i religiosi della diocesi di Grosseto, insieme a
tanti fedeli sul sagrato della cattedrale di Grosseto accolgono p. Carmine con la copia del Volto
Santo, custodita nel reliquario realizzato nel 1902. L’esposizione del Volto Santo fu inserita nella
Settimana della Bellezza, organizzata con la rivista I luoghi dell’Infinito. Non può infine
dimenticarsi l’impegno profuso da p. Carmine per far riemergere la straordinaria figura di p.
Domenico da Cese, apostolo del Volto Santo, riconosciuto Servo di Dio nel marzo 2015,
favorendo l’acquisizione di documenti e testimonianze, valorizzando l’opera avviata negli anni
precedenti da fr. Vincenzo D’Elpidio. Con il prezioso impegno di suor Petra-Maria Steiner
oggi è possibile disporre di un archivio significativo della vita di p. Domenico da Cese, disponibile
anche in formato digitale.
Nel periodo in cui è stato rettore e padre guardiano si ricordano anche la ristrutturazione e
riapertura dell’Albergo del Pellegrino dopo anni di chiusura e la realizzazione della nuova sagrestia.
Con l’espandersi dell’epidemia ha rafforzato, pur con limitati mezzi, i servizi di trasmissione in
streaming delle principali celebrazioni religiose e la pagina facebook della Basilica per consentire a
tanti fedeli sparsi per il mondo di poter sentire vicino il Santuario. E tanti sono i messaggi di saluto
e di ringraziamento che stanno giungendo a p. Carmine da ogni parte del mondo, anche da
espressioni della chiesa ortodossa.
Comprendiamo quanto non sia umanamente facile per p. Carmine lasciare Manoppello e
soprattutto staccarsi dal Volto Santo, sentito sempre vicino in tanti momenti delicati della sua
missione. Il quotidiano impegno straordinario richiesto dalle crescenti responsabilità nella guida
del Santuario, avendo però il merito di accogliere la collaborazione offerta da tante persone che
hanno condiviso e sono state parti attive della sua meravigliosa missione. Ha accolto e incontrato il
Papa, decine e decine di cardinali, centinaia di vescovi, migliaia di religiosi, milioni di pellegrini,
uomini di governo, ambasciatori, scienziati, giornalisti, scrittori, troupe televisive, sempre
disponibile ad accogliere tutti e pronto a cogliere l’interesse dei vari interlocutori.
Non deve sembrare esagerato per lui il richiamo a quanto Herman Hesse scrisse a proposito di
Francesco d’Assisi: “Il suo linguaggio non era quello di un esaltato o di un fanfarone. Parlava ai
contadini come un contadino e ai cittadini come a un cittadino e ai cavalieri come a un cavaliere,
parlava ad ognuno di quel che a ognuno stava a cuore e ovunque parlava come un fratello ai
fratelli, come chi ha sofferto ai sofferenti, come chi è guarito agli ammalati”. San Francesco è
stato per p. Carmine Cucinelli il modello di riferimento sin da quando adolescente, appena
dodicenne, scelse la vita religiosa entrando in seminario. Nativo di Trasacco (Aq), fu poi ordinato
sacerdote il 18 marzo 1972. Proprio nella festività di San Francesco, lo scorso 4 ottobre, ha reso
pubblica l’assegnazione ad altro convento conosciuta già diversi giorni prima. Infatti la notizia è
stata anticipata il 20 settembre da un articolo di Dirk Weisbrod pubblicato sul sito dell’Agenzia
Cattolica Tedesca CNA Deutsch, a testimonianza del rilievo internazionale della figura di p.
Carmine https://de.catholicnewsagency.com/article/gefahrte-und-ziehvater-des-volto-santo-1036
La regola dell’obbedienza, che ha accettato diventando sacerdote cappuccino, prevede una
permanenza limitata in un convento. Non tocca a me dire quanto sia giusto sempre e attuale.
Viviamo nella temporaneità. D’altra parte, il vero credente scorge nel viaggio una metafora della
vita. San Paolo disse “non habemus hic manentem civitatem” (Non abbiamo qui cittadinanza
permanente).
Sono in tanti in Italia e soprattutto all’estero ad identificarlo con lo stesso Volto Santo,
riferimento inevitabile dell’impegno missionario svolto generosamente in questi anni, per portare
avanti, quasi in solitudine, reti di relazioni nel mondo, iniziare la mattina molto presto, aprire il
portone della Basilica alle 6, con le email che mi arrivavano prima delle 6, ecc. Ho visto e sentito
spiegare pazientemente il mistero del Volto Santo a tanti gruppi, anche diverse volte al giorno,

sempre come se fosse la prima volta, coinvolgendo i pellegrini e aiutandoli a vivere l’incontro con
l’immagine di Cristo. Ho potuto osservare quanta dedizione e cura ci fosse nella preparazione delle
omelie, scritte manualmente, senza mai essere ripetitivo e retorico, o lasciarsi andare
all’improvvisazione.
Nella messa di commiato p. Carmine ha salutato con un commosso “arrivederci” i tanti presenti
giunti per l’occasione a Manoppello, nonostante le limitazione previste per contenere l’epidemia.
Tra questi Sr. Blandina, Paul Badde, Raffaella Zardoni arrivata da Milano, i componenti del
Comitato Feste del Volto Santo e tanti altri. P. Carmine ha espresso il suo caloroso ringraziamento,
in particolare “a coloro che in questi anni mi sono stati vicino materialmente e spiritualmente, che
mi hanno sostenuto, affiancato, incoraggiato, spronato, dato suggerimenti e idee da realizzare.
Ringrazio la mia fraternità, i cittadini di Manoppello, gli amici e collaboratori, vicini e lontani,
che per mezzo della stampa, di internet e di altri mezzi audiovisivi hanno contribuito a far
conoscere il Volto Santo nel mondo: p. Heinrich Pfeiffer, Suor Blandina, suor Petra-
Maria Steiner, Paul Badde, Antonio Bini, Saverio Gaeta, i vari editori, giornalisti,
realizzatori di trasmissioni televisive, scrittori italiani e polacchi, scienziati, ricercatori, e quanti
seguono attraverso internet la vita del santuario, quanti hanno collaborato a diffondere la
devozione al Volto Santo nel mondo: signora Daisy Neves (già in cielo), gli amici del Volto
Santo in Canada, gli amici filippini, la signora Tamara Klapatch e Raymond Frost negli
Stati Uniti e tanti altri.”
Ha ringraziato i fedeli che hanno voluto donargli una icona realizzata da sr. Blandina Paschalis
Schlömer, che riproduce San Giuseppe custode del Redentore, per ricordare il delicato ruolo
svolto per 16 anni “come custode della reliquia di Gesù più importante al mondo”. Fiori sono stati
offerti dalle suore polacche della Casa Santa del Calice Vivente. Ha ricordato come gli anni vissuti a
Manoppello siano stati pieni di soddisfazioni e di realizzazioni. Con la consueta modestia ha
affermato di “essere stato semplicemente uno strumento nelle mani di Dio”, riprendendo poi
quanto diceva Santa Teresa di Calcutta: “Sono come una piccola matita nelle Sue mani,
nient’altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.
La matita deve solo poter essere usata”. Ho toccato con mano la grazia di Dio scendere sulle
persone e guarirle nel corpo e nello spirito, ho visto gente in lacrime di gioia o di commozione
davanti al Volto Santo e folle innumerevoli di pellegrini provenire da tutto il mondo, gente
semplice e persone altolocate, desiderose di incontrare uno sguardo di consolazione, di conforto e
di speranza negli occhi di Gesù”.
A conclusione della messa la benedizione straordinaria con il Volto Santo. Grazie p. Carmine, per
aver mantenuto l’impegno assunto all’inizio dell’arrivo a Manoppello, mentre l’arrivederci
autorizza a pensare che continuerà, anche nella nuova destinazione del Santuario della Madonna
dello Splendore di Giulianova, la sua preziosa opera in favore del Volto Santo, attraverso
l’indispensabile collaborazione al nuovo rettore p. Antonio Gentili e al nuovo padre Guardiano
fr. Valerio Maria Di Bartolomeo, provenienti, rispettivamente da Terni e da Viterbo, ai
quali auguriamo di proseguire la missione portata avanti instancabilmente da p. Carmine
Cucinelli.




BILANCIO SETTIMANALE DELLA POLIZIA DI STATO NELLE STAZIONI E SUI TRENI NELLE MARCHE, IN UMBRIA E IN ABRUZZO

Polizia di Stato foto Archivio

 

2.980 identificati, 5 persone denunciate in stato di libertà, 236 pattuglie impegnate nelle stazioni, 85 sui treni e 26 automontate. Un minore rintracciato. Questi i risultati dell’attività settimanale del Compartimento Polizia Ferroviaria per le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo.

 

Controlli intensificati anche grazie all’operazione “Alto Impatto” dell’8 ottobre scorso, che ha visto impegnati, nella stazione di Ancona C.le, 18 operatori della Polizia Ferroviaria Compartimentale e un’unità della Squadra dei Cinofili della Questura. 350 le persone identificate e decine di bagagli controllati, anche attraverso gli smartphone per la verifica in tempo reale dei documenti e i metal detector. Durante l’operazione i poliziotti hanno denunciato un cittadino straniero inottemperante all’espulsione che, dopo gli adempimenti di rito, è stato condotto presso il locale Ufficio Immigrazione per un nuovo provvedimento espulsivo.

 

Nella settimana, a Pescara, la Polfer ha denunciato in stato di libertà un 30enne italiano che pretendeva di salire a bordo di un Freccia Bianca in partenza dalla stazione centrale senza il biglietto e la prevista mascherina. L’uomo, raggiunto dai poliziotti, ha cominciato a insultarli e minacciarli, pertanto è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per i reati di oltraggio, minacce e resistenza a Pubblico Ufficiale. Inoltre lo stesso è stato anche sanzionato per non aver indossato il dispositivo di sicurezza all’interno della stazione, così come previsto dalla vigente normativa anti covid-19.

 

Nella stazione di Foligno, gli agenti hanno denunciato una 50enne ucraina poiché inottemperante ad un decreto di espulsione. Da un controllo effettuato dai poliziotti nei confronti della donna a bordo di un Intercity, è emerso che la stessa non aveva ottemperato all’Ordine del Questore di Roma di lasciare il territorio nazionale entro i primi giorni di ottobre.

 

A San Benedetto del Tronto, la Polfer ha denunciato un 50enne italiano che nel mese di agosto si era rifiutato di declinare le proprie generalità al capotreno che lo aveva trovato senza biglietto a bordo di un freccia rossa. Grazie ad una accurata attività investigativa, i poliziotti sono riusciti a identificare l’uomo.




SCOMPARE A GORIZIA IL GEN. ROBERTO FATIGATI. 85 anni, è stato uno dei pilastri dell’associazionismo abruzzese in Italia

Roberto Fatigati insignito Ambasciatore d’Abruzzo

 

di Goffredo Palmerini

 

 

L’AQUILA – E’ deceduto ieri sera all’età di 85 anni, presso l’ospedale di Gorizia dov’era ricoverato da un paio di giorni, il Gen. Roberto Fatigati, presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani in Friuli Venezia Giulia. Punto di riferimento dell’associazionismo abruzzese in Italia, Fatigati è stata una delle figure più prestigiose nel valorizzare e promuovere l’Abruzzo, la sua cultura e le sue tradizioni. Un impegno diuturno e appassionato che ha costellato d’iniziative culturali, sociali e solidaristiche l’associazione che egli stesso aveva fondato nel 1989 e che ha presieduto fino ad oggi.

 

Uomo di grande schiettezza e valore, il Gen. Fatigati della sua terra d’origine – L’Aquila e l’Abruzzo intero – in ogni modo e occasione ha messo in luce valenze, bellezze e singolarità in Friuli Venezia Giulia. Nella seconda sua terra d’elezione che tanto amava, ha intessuto con i friulani e giuliano-veneti un dialogo culturale fecondo, aperto anche alla confinante cultura slovena. Proprio per l’opera incessante di promozione il Consiglio Regionale, nel 2017, aveva insignito Roberto Fatigati della più alta onorificenza di Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo.

 

La notizia della scomparsa si è diffusa in un baleno, sia in Italia che all’estero, attraverso la rete delle associazioni abruzzesi nel mondo, non appena il figlio Fabio l’ha comunicata. Ha destato ovunque tristezza e commozione per l’affetto e la stima che il Gen. Fatigati ampiamente godeva, un prestigio che gli derivava dalle spiccate qualità nel saper tessere relazioni e nel coinvolgere tutto l’associazionismo abruzzese in progetti di vasto respiro, come nel 2011 quando organizzò a L’Aquila il primo Raduno degli Abruzzesi nel mondo, un evento davvero memorabile.

 

Roberto Fatigati era nato a L’Aquila il 26 gennaio 1935. Arruolato nell’Esercito quale allievo ufficiale, destinato da sottotenente al quinto Reggimento di Artiglieria della Divisione “Mantova” nella sede di Udine, Fatigati ha fatto quasi tutta la sua carriera in Friuli fino al grado di generale.  Nell’ottobre 1963 fu tra i primi ad accorrere in soccorso delle popolazioni colpite dalla frana del Vajont. Successivamente, nel 1976, al comando del suo reparto fu accanto al popolo friulano sconvolto dal terremoto. Nel 1989 alla sua iniziativa si deve la costituzione a Udine dell’Associazione degli Abruzzesi e Molisani in Friuli Venezia Giulia, alla quale è chiamato alla Presidenza, dov’è riconfermato per tutti questi anni fino ad oggi dagli associati, a riconoscimento del grande carisma e delle notevoli sue doti organizzative.

 

La solidarietà è stata il filo conduttore del suo impegno, con significative testimonianze nel 2002 in occasione del terremoto in Molise a San Giuliano di Puglia, poi nel 2009 dopo il sisma dell’Aquila con numerose iniziative di vicinanza ed opere di sostegno alle popolazioni colpite, quindi i gesti d’aiuto dopo le inondazioni del 2013 in Sardegna e nel 2016-17 gli interventi di solidarietà dopo i terremoti di Amatrice, Norcia, paesi aquilani dell’alto Aterno, Arquata del Tronto e altri centri delle Marche. Rilevante anche l’attività culturale del sodalizio, che ha teso costantemente a valorizzare il legame tra abruzzesi-molisani e friulani-giuliani, connotandone la comune tenace indole di gente di montagna dai forti valori morali e civili.

 

Particolarmente intenso l’impegno di Fatigati e dell’associazione da lui guidata nel richiamare l’attenzione, con eventi di notevole spessore, sul grande patrimonio culturale abruzzese, con conferenze, seminari, mostre d’arte e concerti di forte richiamo. Gabriele D’Annunzio, Ennio Flaiano, Laudomia Bonanni, per esempio, sono stati protagonisti di eventi culturali di rilievo in Friuli attraverso le voci di esponenti di spicco della cultura abruzzese come Lucilla Sergiacomo, Liliana Biondi, Daniela Musini. Ma importanti sono state anche altre manifestazioni che hanno portato in Friuli la tradizione musicale e artistica abruzzese e molisana, o come la missione del Presepe Vivente di Pianola che nel dicembre 2016 commosse Gorizia.

 

Molto intense pure le relazioni di amicizia e dialogo intessute con la comunità slovena, attraverso il Kulturni Dom, la magnifica Casa della Cultura a Gorizia diretta da Igor Komel, dove molte iniziative promosse da Fatigati hanno avuto ospitalità nel segno dell’universalità culturale e di un nuovo umanesimo. Anche chi scrive ha avuto opportunità ed occasione, raccogliendo l’invito di Roberto Fatigati, di essere presente a Palmanova e Gorizia ad iniziative culturali promosse dall’associazione, per parlare della Perdonanza, per presentare libri, per accompagnare missioni culturali in Friuli.

 

Con viva partecipazione siamo dunque vicini alla moglie Silva – insostituibile collaboratrice del Gen. Fatigati nell’associazione – e al figlio Fabio, come pure all’intera comunità di Gradisca d’Isonzo dove la famiglia Fatigati vive, nella certezza che l’esempio di generosità e altruismo reso da Roberto Fatigati resterà duraturo nella memoria di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

 

 




Parco Nazionale della Majella, i lupi e la resistenza agli antibiotici

Lupo

I lupi della Majella ci ricordano che un uso non prudente degli antibiotici, sia in medicina umana che veterinaria, fa aumentare l’incidenza e la diffusione dell’antibiotico-resistenza e i rischi per la salute umana e per l’ambiente

 

È stato di recente pubblicato sulla rivista “Journal of Global Antimicrobial Resistance” uno dei pochi contributi scientifici attualmente disponibili sulla contaminazione ambientale legata all’utilizzo di antibiotici e, soprattutto, in modo forse insolito, come protagonista uno degli attori principali sul nostro territorio: il lupo.

Questo studio è stato realizzato dal Wildlife Research Center del Parco Nazionale della Majella e dall’Unità di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Teramo coordinata dalla Prof.ssa Di Francesco nell’ambito del  Progetto Demetra, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Lo studio, ancora in fase preliminare, ha rivelato come i lupi ci possano rilevare, frequentando ambienti differenti e diverse aree del nostro territorio, indici diversi di contaminazione ambientale. Grazie ai dati ottenuti dai radiocollari satellitari applicati a due femmine di due distinti branchi, lo studio ha dimostrato come nel branco che vive nel cuore del Parco, prevalentemente in ambiente “wild” non si siano rilevati geni dell’antibiotico resistenza, cosa che è avvenuta invece in un branco periferico, il cui territorio include numerosi centri abitati e, appena fuori parco, strutture zootecniche anche a carattere intensivo.

Il lupo, dunque, all’apice della piramide alimentare, si conferma essere un ottimo indicatore dello stato di salute del nostro ambiente perché, in fondo, è un animale fortemente adattabile e “sa raccontare” l’ecosistema, anche con i suoi punti critici, spesso, ovviamente, provocati dall’uomo.

Un motivo in più, per il Parco, di proseguire nella sua missione di custode del territorio, attraverso il Wildlife Research Center e con l’approccio della Conservation Medicine, quanto mai oggi portato all’attenzione della pubblica opinione, anche per le criticità ecologiche e sanitarie che sono alla base della diffusione della pandemia da COVID-19.

 

Su “Journal of Global Antimicrobial Resistance”

Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716520302423




TUA inaugura la Sala Operativa multifunzionale. Un ulteriore passo nel processo di digitalizzazione aziendale

 

Giuliante (presidente TUA): “L’inaugurazione della nuova Sala Operativa multifunzionale rappresenta un momento di ulteriore crescita per l’Azienda che si dota di un servizio gestionale strategico”

 

PESCARA – Autobus intelligenti che dialogano, per mezzo delle infrastrutture di rete aziendali, con una Sala Operativa e alla quale forniscono, in tempo reale, ogni informazione in termini di operatività dell’esercizio e di sicurezza per l’utenza. Ma non solo.

 

TUA aggiunge un ulteriore tassello nel proprio percorso di implementazione digitale, un altro decisivo passo in avanti nel percorso orientato ad una sempre progressiva digitalizzazione della flotta. Ma anche ad un maggiore incremento della bigliettazione elettronica e all’informatizzazione dei dati. E lo fa presentando la Sala Operativa multifunzionale, una nuova struttura che permette di supervisionare, in tempo reale, i propri servizi e sfruttare automaticamente la capillarità degli stessi che vengono garantiti sull’intero territorio regionale.

 

I nuovi autobus, infatti, sono dotati di “un’intelligenza di bordo” che alimenta continuamente le informazioni della Sala Operativa in materia di traffico, di gestione dell’esercizio, di utenza, ma anche per quanto riguarda le situazioni di necessità. In altri termini, i bus di ultima generazione e le altre tecnologie di TUA (in primis l’app TUAbruzzo) consentono alla Sala Operativa di ricevere, elaborare, trasmettere e rielaborare ogni informazione relativa agli oltre 4300 servizi quotidiani garantiti. Insomma, un patrimonio di informazioni automatiche utili a gestire al meglio il servizio e intervenire, in modo efficace, in qualsiasi momento, smistando allarmi, coinvolgendo altri enti ed interfacciandosi con altri soggetti e supportando ogni decisione legata all’esercizio.

 

La Sala Operativa di TUA, dunque, si presenta come il collettore di un patrimonio intangibile di informazioni per migliorare continuamente il servizio grazie all’uso sinergico dei gestionali già in uso in Azienda come quello per il monitoraggio della flotta, ma anche quello relativo alla gestione della bigliettazione. Aspetti, questi, grazie ai quali è possibile orientare ogni azione come, ad esempio, l’invio di un bus sostitutivo, il potenziamento di una corsa qualora emergesse una rilevazione aggiuntiva in termini di presenze a bordo, ma anche la possibilità di intervenire rapidamente in caso di emergenza, la rendicontazione tra servizi programmati e realizzati, la programmazione degli interventi manutentivi. In altri termini, una risorsa intrinseca nel sistema TUA per interpretare, in qualsiasi momento ed in modo corretto, le dinamiche legate alla mobilità.

 

L’operatività della Sala Operativa è garantita dall’architettura informatica già in uso in TUA e dai dispositivi installati a bordo degli autobus, due macro aspetti sui quali l’Azienda ha investito molto in termini di programmazione, imprimendo, a partire dal 2019, un’accelerazione sullo sviluppo digitale.

 

Tutti i nuovi bus del parco TUA, infatti, sono dotati di computer di bordo grazie ai quali è possibile raccogliere in modo automatico e sistematicole informazioni che scaturiscono delle validatrici elettroniche, dal conta passeggeri, dagli indicatori di percorso, dal sistema di videosorveglianza.

 

La raccolta delle informazioni è completata, inoltre, dalla precisa localizzazione degli autobus e si arricchisce delle comunicazioni tra il personale di esercizio e gli addetti alla Sala Operativa.

 

Insomma, un patrimonio di dati il cui flusso è alimentato in modo automatico e grazie al quale si può garantire un processo di monitoraggio capillare e si può intervenire, all’occorrenza, sull’offerta.

 

L’inaugurazione della nuova Sala Operativa multifunzionale rappresenta un momento di ulteriore crescita per l’Azienda – ha spiegato il presidente TUA Gianfranco Giuliante – che si dota di un servizio gestionale strategico. La Sala Operativa ci permette di sfruttare in modo diretto ed immediato la tecnologia di cui sono dotati sia i nostri bus che i nostri servizi. Da oggi – ha aggiunto Giuliante – grazie alla capillarità della nostra offerta sull’intero territorio regionale possiamo attuare un monitoraggio ancora più efficace in termini di servizio e di sicurezza. L’architettura della nostra Sala Operativa multifunzionale – ha concluso il presidente di TUA – garantisce, anche in caso necessità, una fonte di informazioni utili per Enti ed istituzioni”.

 

La Sala Operativa multifunzionale di TUA diventa, di fatto, un settore nevralgico dell’azienda; strutturata con cinque risorse interne opportunamente formate, è ubicata nella sede di Pescara nello stesso stabile che ospita il call center in modo tale da poter poter assicurare un interscambio immediato di informazioni tra i vari operatori. La nuova Sala Operativa multifunzionale risponde ai requisiti normativi dettati dal Ministero e dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti. La funzionalità della nuova struttura di TUA è garantita in qualsiasi momento utilizzando i dati in cloud.