Libri. “28320 il ragazzo che urlava in silenzio”, nel Giorno della Memoria l’esordio del giovane spoltorese Filippo Guidi

Filippo Guidi

Filippo Guidi

 

Dachau, anno 1933. Saul, un giovane ragazzo di quindici anni, e la sua famiglia di origini ebree, dopo aver subito uno stravolgimento della loro vita quotidiana vengono deportati all’interno del Campo di Concentramento della loro città.

Lì dentro vari avvicendamenti saranno filo conduttore di questo viaggio nel tempo di circa 90 anni; lo stesso viaggio, appunto, che è protagonista di un libro che reca la firma del giovane pescarese Filippo Guidi pronto ad inaugurare il suo ingresso nel frizzante mondo Masciulli Edizioni con “28320 il ragazzo che urlava in silenzio”, la sua prima pubblicazione che suona come eco proprio nel giorno della Memoria in questo 2021.

 

“L’idea del libro è nata il 3 aprile 2019 durante la gita dell’ultimo anno delle superiori – spiega l’autore e prosegue, –  in quel giorno siamo stati in visita al Campo di Concentramento di Dachau, io avevo con me la mia macchinetta fotografica e ho iniziato a scattare le foto all’interno del campo. Proprio mentre scattavo queste foto, ho immaginato cosa potesse significare vivere la vita da campo e così è nata la storia nella mia testa”.

 

“Tornato a casa, a Villa Raspa di Spoltore – prosegue –  guardando le foto ho iniziato a buttare giù qualche idea per un libro che ho successivamente accantonato e ripreso poi a marzo 2020, durante il lockdown, incoraggiato dalla mia fidanzata Arianna”. 

 

Emozionato per questa scelta l’editore Alessio Masciulli: “è sempre bello vedere che ragazzi così giovani si avvicinano al mondo dei libri e vogliono addirittura mettersi in gioco; Filippo è sicuramente uno dei pochi ragazzi che dal 2000 in poi ha deciso di scrivere un libro di questo tipo”.

 

E’ stato lo stesso autore a dichiarare che durante la stesura del libro ha portato avanti anche diverse ricerche storiche per arricchirlo con eventi realmente accaduti nella Germania dell’epoca e dunque per rendere la storia sempre più avvincente e veritiera, l’elemento storico è quindi essenziale per evidenziare al meglio la rilevanza di questi eventi.

 

 “Fin da piccolo – prosegue Filippo – ho sempre avuto la passione per la scrittura, che ho coltivato in maniera silenziosa. Il perché della pubblicazione del libro è arrivato solo dopo la sua conclusione. Volevo cercare di dare, nel mio piccolo, un contributo alla memoria di questa parte di storia così significativa e così importante.

Io sono sempre stato un appassionato di storia in generale e in particolare mi ha sempre colpito la Seconda Guerra Mondiale. Ho sempre cercato di capire cosa avesse spinto i tedeschi a macchiarsi del più grande crimine dell’umanità e ad oggi non trovo una spiegazione”.

 

“Spero che il libro piaccia – conclude il giovane autore –  non per un mio prestigio personale, ma perché questa parte di storia è fondamentale, va studiata e ricordata per sempre: certe atrocità non possono essere più commesse”.

 

Filippo Guidi è nato a Pescara il 2 gennaio 2001, dopo aver conseguito l’esame di maturità nell’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia” a Chieti, nel 2019 entra a pieno regime nel mondo lavorativo come operaio di E-distribuzione. Le sue passioni principali sono: la lettura, la fotografia e il calcio. Questa è la sua prima pubblicazione.

 




Il “caso” Margarete Wagner all’Istituto Istruzione Superiore Statale “Algeri Marino” di Casoli (CH)

Per il Giorno della Memoria 2021 si terrà in diretta streaming una videoconferenza dal titolo “Casoli città della Memoria” nata dalla collaborazione del Comune di Casoli con l’Istituto Istruzione Superiore Statale “Algeri Marino” di Casoli e con il Liceo Classico “V. Emanuele II” di Lanciano. La manifestazione sarà coordinata da Giuseppe Lorentini, ideatore e responsabile curatore del Centro di documentazione on line sul campo di concentramento fascista di Casoli www.campocasoli.org e dal prof. Luciano Biondi che si è occupato del progetto sulle pietre d’inciampo, ideate dall’artista Gunter Demnig, a Lanciano, a Castel Frentano ed ora a Casoli.

Nel corso della conferenza sarà presentato, per la prima volta, dall’architetto Giuseppe Fortunato, il progetto dell’opera architettonica monumentale in corso di realizzazione del Memoriale della Piazza della Memoria, già inaugurata lo scorso 27 gennaio 2018.

Tale iniziativa, che ha come obiettivo principale la diffusione della conoscenza storica dell’internamento civile nell’Italia fascista 1940-1943, è il risultato di un progetto avviato secondo lo studio tradizionale delle fonti documentarie dell’archivio storico comunale che ha contribuito non solo all’approfondimento storiografico del fenomeno concentrazionario monarchico-fascista, ma anche alla divulgazione mediatica e social, alla conservazione foto-digitale dei documenti, all’analisi, elaborazione, visualizzazione e trasmissione delle informazioni biografiche necessarie per ricostruire le vite degli internati, fino all’ispirazione progettuale architettonica per la messa in opera di un memoriale monumentale di rilevanza europea.

Sempre nella stessa mattinata il giornalista Walter De Berardinis terrà un intervento dal titolo “La borsa ritrovata: la storia d’amore di Margarete Wagner e Ignaz Hain internato in Abruzzo” che ripercorre la drammatica vicenda della cattolica tedesca Margarete che ha sostenuto e difeso l’ebreo tedesco Ignaz Hain dalle persecuzioni antisemite della Germania nazista e dell’Italia fascista, fino alla sua morte. Hain fu internato nel campo fascista di Civitella del Tronto (TE) e successivamente deportato ad Auschwitz e Mauthausen dove trovò la morte l’8 marzo 1945. La moglie Margarete, rimasta bloccata a Civitella del Tronto a causa della guerra, morirà per malattia all’ospedale di Giulianova il 14 gennaio 1945.

Di seguito il programma dell’evento:

Giorno della Memoria 27 gennaio 2021

Casoli città della memoria

Videoconferenza in diretta streaming sulle pagine Facebook e YouTube

dell’Istituto Istruzione Superiore Statale “Algeri Marino” di Casoli (CH)

 

ORE 09:00 Saluti istituzionali del vicesindaco di Casoli Domenico De Petra, dell’assessore alla Cultura Dina Colanzi e delle dirigenti scolastiche Costanza Cavaliere (IISS “Algeri Marino”) e Mirella Spinelli (Liceo Classico “V. Emanuele II”)

0re 09:30 Illustrazione del progetto “Il campo di concentramento di Casoli e le pietre di inciampo” a cura delle ragazze e dei ragazzi dell’Istituto Superiore “Algeri Marino” di Casoli e del Liceo Classico “V. Emanuele II” di Lanciano

Coordina: Luciano Biondi

 

interventi di

Giuseppe LorentiniIl campo fascista di Casoli dai documenti ai monumenti

Giuseppe FortunatoIl progetto del memoriale di Piazza della Memoria

Ore 11:30 L’Abruzzo tra internamento e deportazione

Coordina: Giuseppe Lorentini

 

intervento di

Walter De BerardinisLa borsa ritrovata: la storia d’amore di Margarete Wagner e Ignaz Hain internato in Abruzzo

DIRETTA STREAMING

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Casoli città della memoria. Un’imponente opera architettonica unica in Europa per ricordare l’internamento civile fascista (1940-1943) e la Shoah

Casoli Piazza della Memoria

Casoli, Piazza della Memoria

CASOLI (Chieti) – Verrà inaugurato ad aprile l’imponente monumento dedicato alla
memoria degli internati nell’ex campo fascista di Casoli, uno dei 15 campi di
concentramento abruzzesi allestiti dal regime fascista all’indomani dell’entrata in
guerra nel giungo 1940. È un’operazione storicamente rigorosa e umanamente
toccante che l’amministrazione comunale ha avviato grazie alla spinta del lavoro di
ricerca storica del giovane studioso Giuseppe Lorentini.
“È necessario – afferma il sindaco Massimo Tiberini – che si faccia memoria degli
internati civili stranieri, alcuni dei quali, in quanto ebrei, furono deportati ad
Auschwitz, ed è impegno morale che si custodisca il loro ricordo come monito per
le giovani generazioni e per tutti noi”. Grazie alla ricerca di Lorentini, ideatore,
creatore e responsabile del centro di documentazione on line open access
www.campocasoli.org, oggi si ha la possibilità di consultare oltre 4500
documenti conservati presso l’Archivio storico del Comune, che rappresenta un
esempio di eccellenza di archivio digitale, sia come strumento di consultazione a fini
della ricerca storica, sia come vettore della conservazione e della trasmissione della
memoria.
Sull’onda del notevole interesse che l’iniziativa ha suscitato e con il pieno sostegno
dell’Amministrazione Comunale è stata allestita la Piazza della Memoria. Infatti,
il 27 gennaio 2018 il Comune di Casoli ha apposto una targa contenente tutti i 218
nomi degli internati civili “ebrei stranieri” (108), e degli internati politici “ex
jugoslavi” (110), che tra gli anni 1940 e 1943 transitarono nel campo fascista di
Casoli. Inoltre, è stata posizionata un’imponente iconografia che mostra i volti e
alcuni documenti personali degli internati.
Grazie ad un importante finanziamento regionale, il Comune di Casoli potrà portare
a termine i lavori di consolidamento del centro storico e del muraglione della Piazza
della Memoria nella sua nuova veste monumentale di memoriale europeo. “Dopo
aver consultato la documentazione, dimostratasi vera fonte di ispirazione, e dovendo
intervenire in quell’area – dicono i progettisti, ing. Cristinziano Scutti e arch.
Giuseppe Fortunato, ideatori dell'opera architettonica – ci è sembrato naturale
rappresentare il passaggio in quei luoghi delle persone che hanno lasciato incisioni
della loro memoria. Sulla piazza ci è parso opportuno quindi “rappresentare” la
materia incisa, quale testimonianza degli importanti avvenimenti accaduti nel luogo:
sopra allo zoccolo verticale del muro, nella parte inclinata a scarpa del muro, sarà
realizzata una superficie incisa 218 volte. In particolare l’estesa superficie inclinata
sarà suddivisa in due ordini sovrastanti: nell’ordine più in basso una superficie
costituita da mattoni di laterizio posati con una rotazione rispetto al muro
retrostante, individuano 108 incisioni verticali, mentre nell’ordine disposto più in

alto una superficie di mattoni disposti con diversa rotazione e passo rispetto
all’ordine sottostante, individuano 110 incisioni verticali. Questo il significato della
disposizione dei mattoni e della loro illuminazione”.
Un’idea originale che ha ricevuto lodevoli apprezzamenti dalla Soprintendenza e dai
tecnici comunali. In tale occasione ci sarà anche la posa di sette pietre di inciampo
(Stolpersteine) dell’artista tedesco Gunter Demnig, un’iniziativa congiunta degli
istituti scolastici superiori "Algeri Marino" di Casoli e liceo classico “V. Emanuele II”
di Lanciano, diretta dal prof. Luciano Biondi e promossa e sostenuta
dall’amministrazione comunale. Nello specifico l'iniziativa intende ricordare 7
persone internate a Casoli (5 delle quali morte ad Auschwitz, una alla Risiera
di San Sabba e una sola sopravvissuta a Bergen-Belsen). La messa in opera delle
pietre d'inciampo nel tessuto urbanistico, con ovvie ripercussioni in quello sociale,
permetterà a Casoli di entrare così a far parte del più grande monumento diffuso,
mosaico di memorie europee.




Giornata della Memoria, le commemorazioni del Comune di Teramo

FOTO ARCHIVIO
FOTO ARCHVIO

Domani, Mercoledì 27 Gennaio, per la Giornata della Memoria, alle ore 10.00 il Sindaco Gianguido D’Alberto e  il Presidente del Consiglio Comunale Alberto Melarangelo, alla presenza delle autorità provinciali e cittadine, deporranno presso la Villa Comunale una corona di alloro alla Stele dedicata al Tenente Alberto Pepe, cittadino teramano morto nel campo di sterminio nazista di Unterluss il 4 aprile 1945, e a tutti gli internati militari italiani nei lager tedeschi.

Successivamente ci si recherà in viale Cavour presso la pietra di inciampo dedicata allo stesso Alberto Pepe per una commemorazione istituzionale.

Celebrazione Alberto Pepe 27 gennaio 2013




Giorno della Memoria. Alan Davìd Baumann: quando il passato rischia di accadere

Ilona_e_Margit_zie_di_mio_padre_deportate

 

Sta per essere commemorato il Giorno della Memoria, come ogni 27 gennaio dal 2005. Ma quest’anno il ricordo entra prepotentemente a monito di un futuro purtroppo già presente: il riaffiorare dell’antisemitismo.

 

I criteri antistorici dell’odio verso gli ebrei sono cresciuti nel tempo e non si sono affievoliti neanche dopo le prese di posizione da parte di figure eminenti della Chiesa o di altre importanti personalità pubbliche. Il nazifascismo (o quel che si vorrebbe far passare come tale) esce dalle tenebre e riprende forza. Tanti sono gli atti criminali e vandalici che in diverse parti del pianeta colpiscono persone e organismi israeliti, non ultime le teorie complottiste antisemite riguardo la diffusione del virus Covid-19.

 

Non mi è bastato essere figlio di genitori, che da piccolo supponevo – o speravo nel loro bene – volessero disfarsi del loro triste passato, come se anche agli umani fosse data l’eliminazione dei dati dalla memoria, ma che poi mi sono accorto che forse per questo restavano legati all’obbligo di tramandare, affinché quel che era accaduto non trovasse più ripetizione.

 

Mi commuovo ancora riascoltando le testimonianze delle vittime della Shoah, pur avendo trascorso parecchi 27 gennaio nelle scuole e nelle università per raccontare il mio essere “seconda generazione” e nonostante io abbia conosciuto e frequentato tanti ex-deportati. Mi arrabbio ancora vedendo i filmati di una piazza Venezia che esaltava i discorsi del Duce ed i nazisti che controllavano paesi e città, villaggi e campagne di quasi tutta l’Europa, neanche fossero stati un miliardo di persone; ma la storia mi ha insegnato di quanti altre nazioni si sono sentite in dovere di definirsi “razza pura”, macchiandosi delle nefandezze più atroci, divenendo anch’esse carnefici, naziste più dei tedeschi, disumane nel loro essere.

 

Rammento di quando venni accusato in quinto liceo, a causa del mio cognome “germanico”, di aver imbrattato il bagno della scuola con la scritta “Juden Raus” (ebrei fuori) e mentre il preside gettava su di me sguardi accusatori, i compagni di classe sghignazzavano per il suo errore. Alla fine di una lunga predica, ricordo di averlo abbracciato ringraziandolo, ma lui rimase stupito da questo, sicuramente immaginando che lo stessi prendendo in giro. 

 

Il Giorno della Memoria vuol far conoscere quel che è stato, ma purtroppo ancora oggi in pochi sono a conoscenza di cosa sia ad esempio lo Yom Kippur, altre festività ebraiche o di altre religioni e culture. Questo perché c’è ancora indifferenza verso le cosiddette minoranze, pur essendo parti integranti plurimillenarie della storia del paese, dell’Europa intera, del mondo. Questa mancanza di conoscenza e del desiderio di sapere crea quell’ignoranza neanche troppo recondita, che spesso una malsana politica fa diventare cultura dello stato, a danno della condivisione culturale come parte formativa necessaria alla crescita di ogni paese. Ironicamente (ma non troppo) potremmo parlare di “Legge che non legge”. Non parliamo poi dell’insegnamento dottrinale politico legato a tempi passati recentemente, dove va condiviso e deriso l’avversario, tanto da renderlo nemico. Per questo, senza domandarsi le verità storiche, si accusa di nefandezze lo Stato di Israele, al di fuori dell’antipatia verso un suo governo, ma favorendo chi nutre la bieca volontà di eliminarlo. Chi vuole la distruzione di quel che viene comunemente ed erroneamente chiamato “stato degli ebrei”, vuole allora l’eliminazione di un intero popolo, come già successo meno di ottant’anni fa. Prima che sia troppo tardi, l’Europa dovrebbe indurre gli stati membri ad adottare la definizione dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) con la condanna contro ogni riabilitazione storica di chi partecipò ai crimini della Shoah, ribadendo una presa di coscienza sulla condizione ebraica moderna e sul collegamento tra odio anti-ebraico e antisionismo.

 

La società tende ancora a differenziare i propri componenti: nazioni, colori, politiche, religioni, culture, orientamento sessuale, ecc., creando un marasma che la fa tornare indietro di secoli. Eppure si supponeva che sotto l’influenza di un’epidemia mondiale, ci si capacitasse che ne eravamo tutti vittime ed a pari livello.

Vivo questo Giorno pensando ai 41 parenti diretti trucidati, usciti o strappati dalle loro case. Vivo pensando ai 6 milioni di morti innocenti, ma vivo anche sperando che un amico non ebreo mi chiami una volta l’anno, solo per augurarmi buon Rosh haShanah (il capodanno ebraico).

 

 

Alan Davìd Baumann

 

Nella foto Ilona e Margit, zie di mio padre, deportate assieme ai genitori

   

 




Tortoreto. 27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA: I DUE CAMPI DI CONCENTRAMENTO DI TORTORETO ALTO E STAZIONE

Campo d’internamento di Tortoreto alto 

Egregio
signor Ferrante, attraverso le sue corrispondenze del 16/10/2007 e il materiale
allegato (foto villa Tonelli, lista internati a Tortoreto 1940 –1941) mia
figlia ed io siamo stati bravi a ricostruire la vita precedente di mio marito:
Alois Gogg (negli Usa cambiò il nome in Milton Weber) . Molto importante per noi
perché io e mio marito siamo stati insieme solo negli ultimi 10 anni della sua
vita. E tu sei stato la chiave, con il materiale inviato, di tutte le nostre ricerche. Questa lettera è
per mandarti i nostri calorosi ringraziamenti più cari. Sono dispiaciuta che
sia solo una bozza in inglese e con correzioni. Ma l’articolo finito mi
richiede troppo tempo. L’articolo originale è in tedesco e su internet. È
affascinante fu la comunicazione con le persone detenute. Ho cercato su
internet informazioni su Balter Maximilian, causa la tua lista inviata a mia
figlia, fu capace di contattare Michael Lunardi con una foto che avevamo a casa
con mio marito e Balter nel giardino di Villa Tonelli. Questo ci ha condotto
alla vedova di Victor Frankl , il famoso professore neurologia e psichiatria e logoterapia. Walter Frankl
era fratello di Victor. In allegato le copie dei disegni di Walter Frankl come regalo di addio di
Frankl a mio marito e al fratello Victor. Anche il disegno a Mussolini
della Collezione Judaica G.Moscati ,Napoli.
Walter Frankl e famiglia sono tutti morti ad Auschwitz. Mario Tedeschini –
Lalli – Roma, ha cercato del materiale su Saul Steinberg, vignettista e
scrittore per il New Yorker Magazine,
ecc. Il suo archivio è ad Haward University in USA. Sono stata capace di mandare
due lettere in cui mio marito e Steinberg
erano detenuti e amici a Tortoreto e
navigavano sulla stessa barca per arrivare negli USA nel 1941. Il lungo articolo
su Steinberg è stato fatto dal signor Tedeschini Lalli e mia figlia detiene la
copia . Inoltre abbiamo saputo che villa Tonelli è stata trasformata in
appartamenti di lusso . Robert Zweig autore “Ritorno a Napoli” è un professore
all’università di New York ed è stata mia figlia che mettendosi in contatto con
il museo G. Moscati di Napoli. La nostra amicizia con Micheal Lunardi
attraverso il suo lavoro ha fruttato questo articolo (in allegato) su Milton
Weber. E’ stato emozionante lavorare per me ed ho realizzato che senza le tue
risposte, tutto questo non sarebbe mai accaduto. Per i miei figli e i miei nipoti “questa
storia antica”, è stata importante per capire da dove veniamo, ti mando i miei
grazie per quello che hai fatto, spero di trovi bene nella bella Italia. I miei
saluti.

Graz, agosto 2009 Paula
Weber moglie di Alois Gogg

Traduzione dall’inglese a
cura di Chiara De Berardinis

Campo d’internamento di Tortoreto

Alois
Gogg figlio di Giovanni e di Caterina Birchbauer , nato a Graz il 20 maggio
1910, violinista , residente a Genova, ebreo tedesco, arrivato il 1 settembre
1940 a Villa Tonelli di Tortoreto Stazione. (Fonte Italia Iacoponi “ Il
fascismo, la resistenza, i campi di concentramento in Provincia di Teramno) Negli
USA , per motivi di sicurezza, cambiò il nome in Milton Franklin Weber. Fu
violinista, direttore d’orchestra. E’ morto
nel 1968 a Evaston (IL) USA.

27 GENNAIO IL GIORNO DELLA MEMORIA

I DUE CAMPI DI
CONCENTRAMENTO DI TORTORETO ALTO E STAZIONE

Nel 1940 in provincia di Teramo furono attivati 8 campi di
concentramento di cui 2 a Tortoreto. A Tortoreto Alto presso il palazzo di
Nicola De Fabritiis (attuale Municipio) ed a Tortoreto Stazione nella villa di
Francesco Tonelli in via Roma, ben
recintata(attualmente di proprietà privata). Gli ebrei erano 25 a Tortoreto
alto e 78 a Tortoreto Stazione . Dovevano sottostare a norme restrittive, senza
alcun contatto con la popolazione residente, senza fare nessuna attività, né possedere somme di denaro, documenti, libri , giornali non autorizzati. Le lettere
che ricevevano e che scrivevano ai familiari erano sottoposte a censura. Nel
1943 furono trasferiti in altri campi di concentramento e poi, con l’arrivo dei
tedeschi, alcuni deportati anche nei
lager nazisti.

Saul Steinberg, internato a Tortoreto stazione, racconta nel
suo libro “Riflessi e ombre” : “Le donne di Tortoreto derivavano dai mosaici bizantini di Ravenna.
Avevano occhi rotondi, di una fissità incredibile e con sopraccigli grossi come
baffi, una pelle tesissima, che sembrava imbottita dentro al punto da
scoppiare, di un colore verso il rame. Portavano sulla testa delle grandi
mezzine di rame con l’acqua, e camminavano con la dignità di chi porta il mondo
sulla testa.”

Michele Ferrante

I disegni e le scritte qui riportate della Torre dell’ Orologio e Villa Tonelli
sono state fatte sotto censura. Il sussidio giornaliero fu aumentato da lire 6,50
a 8 giornaliero che veniva speso per mangiare.

Internato a Tortoreto




Giulianova. Il Cittadino Governante: CI SCUSIAMO PER L’ERRORE

Ci scusiamo per non aver verificato la segnalazione che ci era giunta sui danni al monumento dei caduti che dalle foto prodotte risultano in buona parte già esistenti.
Confermiamo invece le altre considerazioni espresse, in particolare che dopo questi lavori non sarà più possibile in piazza Dalmazia ospitare grandi eventi come la Festa della Madonna del Portosalvo e i concerti.

Il monumento oggi. Foto Archivio De Berardinis

Per noi quei 600.000 euro (che pochi non sono) andavano spesi diversamente e meglio.
Al Sindaco Costantini che non perde occasione per offendere e afferma: “il Cittadino Governante ci ricasca e prosegue la sua ormai pressoché quotidiana azione di mistificazione della realtà” diciamo:
1. Noi siamo sempre attenti e aderenti ai fatti (citi il sindaco quali sarebbero le nostre fake news).
2. Quando facciamo un errore – come in questo caso – siamo capaci di scusarci.
3. Ora aspettiamo che cominci lui a dire il vero. Per stare all’attualità:
• Sia trasparente sull’arrogante spartizione delle poltrone fatta con le nomine all’Ente Porto.
• Faccia sapere alla cittadinanza la verità sui casi Covid-19 a Giulianova, visto che, purtroppo, siamo ai primi posti per numero di contagiati nell’elenco dei 305 comuni abruzzesi.
Giulianova 24.01.2021
IL CITTADINO GOVERNANTE
Associazione di cultura politica

 




Giulianova. NESSUN DANNO AL MONUMENTO AI CADUTI DEL MARE: BASTA FAKE NEWS DEL CITTADINO GOVERNANTE!

Monumento ai caduti del mare anno 2018

Monumento ai caduti del mare anno 2020

A poche ore dall’appello di Papa Francesco a non divulgare fake news, ecco
che il Cittadino Governante ci ricasca e prosegue la sua ormai pressoché
quotidiana azione di mistificazione della realtà. Questi signori non hanno
davvero nessuna memoria né rispetto dei monumenti della città, se non si
sono neanche accorti che la ceramica del Monumento ai Caduti del mare è
gravemente danneggiata da molti anni, come chiunque potrà facilmente
verificare dalle immagini dell’opera presenti su Google Maps.
L’affermazione che il monumento sia stato danneggiato nel corso delle
attività di cantiere è, quindi, una vergognosa e strumentale bugia,
inventata e diffusa al solo scopo di gettare fango sull’operato
dell’Amministrazione comunale e screditare la professionalità degli operai
che stanno lavorando senza sosta per consegnare ai cittadini giuliesi uno
spazio urbano di aggregazione che riqualificherà il cuore cittadino, al
posto del kartodromo lasciato in eredità, una bruttura di cui
evidentemente nessuno sentirà la mancanza tranne il Cittadino Governante
nelle sue nostalgiche e altrettanto falsate rievocazioni dei tempi che
furono. È vero esattamente il contrario: terminati i lavori per il
rifacimento di piazza Dalmazia sarà premura dell’Amministrazione procedere
al completo restauro del momento, non appena verrà ricollocato. Questo non
è che l’ennesimo vile attacco bugiardo di una compagine evidentemente
sempre più a corto di idee e di argomenti, che non propone nulla e critica
tutto, tanto da sfociare palesemente nel ridicolo, come in questa
circostanza in cui non si è fatta scrupolo di diffondere una vera e
propria bufala. Mentre l’Amministrazione è impegnata a costruire un
progetto e una visione di sviluppo per la nostra Giulianova, sicuramente
aperta all’apporto di idee nuove e contributi migliorativi, il Cittadino
Governante continua solo a demolire e a divulgare notizie fasulle.
Speriamo che per il futuro la forza di opposizione, se veramente ha a
cuore il suo ruolo istituzionale e disservizio alla collettività, produca
interventi di maggiore spessore e aderenza alla realtà. Il rispetto della
verità è il presupposto della buona politica: basta fake news!

Il Sindaco
Jwan Costantini




Giulianova. Il Cittadino Governante: DANNEGGIATO IL MONUMENTO AI CADUTI DEL MARE

Il Cittadino Governante

Sono in corso i lavori per la nuova sistemazione di piazza Dalmazia che, purtroppo, farà scomparire per sempre lo spazio urbano che in passato ha ospitato gli eventi con grande partecipazione popolare come ad esempio la tradizionale Festa della Madonna del Portosalvo.
Nelle attività di cantiere è accaduto uno spiacevolissimo fatto: il monumento dedicato ai Caduti del mare, durante lo spostamento, è stato gravemente danneggiato come si può vedere dalla foto.
Questo monumento ha un grande valore simbolico per noi Giuliesi e in particolar modo per le famiglie delle persone scomparse nel mare.
Andava posta, senz’altro, maggiore attenzione durante la delicata operazione.
Abbiamo letto che il monumento verrà collocato in una sede diversa, proprio davanti al Kursaal.
Chiediamo che il monumento venga ben restaurato e che si ponderi bene l’ubicazione per salvaguardare la vista della facciata del Kursaal dal lungomare monumentale e per dare il giusto risalto al monumento stesso.
GIULIANOVA 23.01.21
IL CITTADINO GOVERNANTE
Associazione di cultura politica



Grande Guerra. Domenica 31 gennaio 2021 sul quotidiano Corriere della Sera sarà pubblicata l’informativa sull’evento dell’attivazione del codice QR

Grande Guerra

La Grande Guerra nella storia della famiglia a ricordo del congiunto sopravvissuto, caduto o sepolto fra gli «Ignoti» … a futura memoria

NON PIÙ OBLIO MA LUCE

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Una tecnologia che sa creare emozioni, alla scoperta di frammenti di “vissuto” di soldati caduti e sepolti fra gli “Ignoti”, conservati nelle menti e nei cuori delle famiglie e a noi tramandati a perenne memoria di questa e delle future generazioni.

Le famiglie sono invitate a collaborare nella realizzazione della propria lastrina del Codice QR che riporterà il nome del Militare e verrà collocata su apposita Lapide predisposta in territorio della Regione Friuli Venezia Giulia.