Presentazione del Volume Vincenzo Trifoni, il pilota giuliese che dominava in Libia – Mercoledì 29 Luglio – ore 21,00 presso la Terrazza Kursaal di Giulianova

Vincenzo Trifoni, il pilota giuliese che dominava in Libia

Vincenzo Trifoni, Il Libico

Lo sviluppo e la diffusione del filone sportivo e culturale che Aci Teramo ha da tempo intrapreso, matura oggi un risultato importante con la riscoperta di un pilota dimenticato, che pure vinse tanto, in Libia come in Italia. ACI Teramo, dal 1924 protesa alla conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio storico, culturale e sportivo della regione «forte e gentile», saluta con profondo compiacimento la pubblicazione del volume VINCENZO TRIFONI, “Il Libico”. L’avventura coloniale e automobilistica del pilota che amava Giulianova, curato con la consueta passione dal giornalista e saggista Paolo Martocchia, edito da Hatria edizioni.

Negli anni ’30 del secolo scorso Trifoni primeggiava sul fronte dell’automobilismo sportivo: divenne di fatto un driver dalle eccellenti potenzialità dopo aver trionfato nella corsa di Regolarità Tunisi – Tripoli del 1928, piazzandosi alle spalle di personaggi storici come Giovanni Lurani Cernuschi e Lelio Quarantotti nelle successive due edizioni, soltanto per «banali errori d’orologio». Trifoni vinse sia su Lancia sia su Alfa Romeo, alla guida dei principali modelli dell’epoca, e nel 1930, tornato in Abruzzo, sigillò con una storica vittoria la prima edizione della corsa in salita «Teramo – Civitella del Tronto»: perse solo il confronto con il Marchese De Sterlich, nella sua ultima corsa a Castel di Lama, dove competevano anche Tadini e Caniato, i soci di Enzo Ferrari della “Scuderia Ferrari” che pilotavano Alfa Romeo.  Il presidente dell’Aci Carmine Cellinese, ricordando la valenza storico-sociale dell’iniziativa editoriale, ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’Identità e della Memoria collettiva: «Il conterraneo Trifoni, “Il Libico”, ci offre la testimonianza storica di come quell’Abruzzo ancora arretrato sapesse farsi valere anche in Tripolitania, vincendo una delle corse più dure che la storia dell’automobilismo sportivo ricordi. E’ così, come Gabriele D’annunzio, il Marchese De Sterlich, Lulù Spinozzi e tanti altri della nostra Terra d’Abruzzo e Teramana, che Vincenzo Trifoni ha cantato l’Audacia, il Pericolo, la Velocità, il Movimento, la Ribellione per opporsi alla cultura ottocentesca, immobile ed assonante, e proiettarsi verso il Futuro ed il Progresso. Questo è il momento propizio per far valere la nostra Identità e la nostra Memoria personale e collettiva. E a tutto ciò può contribuire questa monografia, carica di sentimenti e significati storici, sportivi e culturali. Abbiamo un grande patrimonio di uomini, motori e passione sociale: da questa grande storia possiamo e dobbiamo trarre insegnamento per il nostro futuro». Seguendo un continuum storico, il volume riscopre un grande personaggio dell’Abruzzo e della disciplina sportiva automobilistica e presenta in allegato i dati e le ricerche sui Caduti di Giulianova nella Seconda guerra mondiale, a 75 anni dall’anniversario. Lo studio archivistico è curato dal giornalista e ricercatore dei Caduti giuliesi nei due conflitti mondiali Walter De Berardinis, che ha ulteriormente tratteggiato il vissuto della famiglia Trifoni con un profilo sul fratello Romolo, Sottotenente deceduto nella Grande Guerra.

Il libro sarà presentato a Giulianova mercoledì 29 luglio, a partire dalle ore 21.00 presso la Terrazza Kursaal: dopo il saluto delle istituzioni, è previsto l’intervento dell’autore, con la presenza di Elena Trifoni, figlia del pilota, e di Vincenzo Mannini, nipote di Trifoni. Modera Walter De Berardinis. Ospiti d’onore: Gabriele Tarquini e Gianfranco Mazzoni. La serata sarà allietata dalla musica del gruppo Redpoint Connection. Si porgono cordiali saluti.

IL DIRETTORE (Gabriele Irelli)




Rinnovati gli organi della Fondazione: Gilberto Malvestuto e Antonio Rullo presidenti onorari

 

Gilberto Malvestuto e Nicola Mattoscio a Montecitorio

La Fondazione Brigata Maiella ha rinnovato gli incarichi negli organi statutari giunti a naturale scadenza.

Restano due ex combattenti alla guida morale dell’Ente con le cariche onorarie di Presidente, fortemente volute da tutti i partecipanti all’Istituto, al Tenente Gilberto Malvestuto, capo della sezione mitraglieri che guidò il plotone Maiellino entrato tra i primi a Bologna liberata e al Cav. Antonio Rullo, attuale Presidente dell’Associazione Nazionale ex Combattenti Gruppo Patrioti della Maiella (fondata personalmente da Ettore Troilo), che a soli 16 anni fu tra i più giovani partigiani d’Italia.

Confermato il Prof. Nicola Mattoscio alla presidenza della Fondazione. Con lui, nel nuovo board dell’Ente due membri in rappresentanza delle famiglie del Comandante, Ettore Troilo, per cui è presente il nipote, Luca e quella del vice Comandante, Domenico Troilo, con la figura del figlio, Alberto.

Si conferma la presenza in Consiglio di Amministrazione di Franca De Leonardis (Regione Abruzzo); sono altresì rappresentate le realtà territoriali più significative per l’origine e la storia della formazione partigiana grazie alla presenza dei Sindaci dei comuni del medio Aventino, rispettivamente nelle figure di Mario Zulli, sindaco di Gessopalena e Carmine Ficca (nel Collegio dei Revisori), sindaco di Torricella Peligna.

Ad aumentare la capacità operativa e la forza simbolica della Fondazione per la prima volta entra in Consiglio anche un rappresentante di uno dei Comuni extra regionali su cui maggiormente ha insistito l’attività e il contributo alla Liberazione dei partigiani abruzzesi: in rappresentanza del comune di Pesaro è stato eletto infatti il prof. Carlo Niro. Vincenzo Pizzoferrato, storico, membro dell’Associazione tra gli ex Combattenti della sezione Sulmona-Valle Peligna entra in sostituzione dell’avv. Luciano Angelone.

Anche il Comitato Tecnico Scientifico è stato rinnovato: confermati Costantino Felice ed Enzo Fimiani, punti di riferimento per la produzione storiografica regionale e promotori delle attività scientifiche dell’Ente. A loro si aggiungeranno altri studiosi che gli stessi individueranno tra personalità di riconosciuta levatura morale e professionale.

Gli organi così rinnovati resteranno in carica fino al 2025 e saranno impegnati a dare continuità d’azione nella direzione di onorare al meglio il lascito morale e ideale dei combattenti del Gruppo Patrioti della Maiella, nonché in quella degli approfondimenti anche scientifici del significato davvero originale della Brigata nell’ambito dei movimenti di Liberazione nazionale ed europea. In questa prospettiva, si dà notizia che sono imminenti le uscite di due importanti volumi: per la Rubbettino Brigata Maiella, Resistenza e Bella ciao! Combattere cantando la libertà, curato da Nicola Mattoscio e per I libri di Viella L’Italia repubblicana: costruzione, consolidamento, trasformazioni. Il primo ventennio democratico dal 1946 al 1966, curato da Enzo Fimiani e Marco De Nicolò.




Teramo. Editoria: in uscita il libro di Grazia Romani: “Mario Capuani – frammenti di vita” per Ricerche & Redazioni

“MARIO CAPUANI. FRAMMENTI DI VITA”, IL LIBRO di GRAZIA ROMANI.
Di imminente uscita per i nostri tipi editoriali il libro di Grazia Romani che racconta la vicenda di Mario Capuani partendo dalle carte di famiglia.
«Con Mario Capuani muore un giovane antifascista, un milite consapevole dell’azionismo democratico, un lucido interprete di quei principi di libertà da affermare fino al sacrificio supremo. Ma con lui muore un amato e stimato medico, un pediatra soccorrevole e colmo di umanità la cui figura ancor oggi aleggia, quasi un mito oltre il tempo, tra le popolazioni della montagna teramana che ne tramandano nome e gesta.»
(Dalla Presentazione al volume di

Luigi Ponziani

)

Nella foto, Mario Capuani nel suo lavoro di medico.
L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi, matrimonio e spazio al chiuso



Giuseppe Nardangeli, il fante di Castelli morto nell’ospedale di riserva di Giulianova.

Nasce a Castelli (TE) il 5 marzo 1899, in località Colledoro, da Candeloro (1857/1919) e Cristina Petrilli.
Il 22 febbraio 1917 viene giudicato idoneo al servizio e chiamato subito alle armi in base al Decreto Luogotenenziale numero 112 del 1 febbraio 1917, con le seguenti caratteristiche fisiche: alto 1,59 e torace 0,80; capelli castani e forma lisci; naso regolare e occhi grigi; colorito roseo e dentatura sana e di professione contadino. Il 23 febbraio entra nel 138° Battaglione di Milizia Territoriale e il 16 marzo nel 101° Battaglione di Milizia Territoriale. Il 28 giugno, prima di partire per il deposito del 52° Reggimento Fanteria – Brigata “Alpi”, si ammala e viene mandato in convalescenza il 17 ottobre per 30 giorni. Il 16 novembre, su segnalazione della locale caserma dei Carabinieri, giunge la notizia al deposito di fanteria dell’impossibilità a riprendere servizio per il progredire della malattia. Il 28 gennaio 1918 viene ricoverato nell’ospedale militare di riserva di Teramo e dimesso il 20 marzo con una licenza di convalescenza di 365 giorni. Dopo un anno, il 20 marzo 1919, non si presenta perché ancora ammalato e il 29 marzo viene convocato nel distretto militare di Teramo. Il giorno successivo, 30 marzo, viene ricoverato nell’ospedale militare di Chieti e il 13 maggio viene dimesso dalla commissione medica con un assegno pensionistico di 60 lire mensili in 4° categoria.
Il 25 aprile 1919, muore, nella sua casa di Colledoro – case sparse di Castelli, all’età di 62 anni, il papà Candeloro.
Per il riacutizzarsi della malattia, il 4 novembre 1919, nell’ospedale civile “Maria Santissima dello Splendore” muore anche Giuseppe all’età di 20 anni.
Giuseppe non figura nell’albo nazionale e nella lapide di Castelli.



Giulianova. Camillo Musciano, il giovane ventenne morto in combattimento sul Monte Zebio.

Nasce a Giulianova il 28 febbraio 1897, alle ore 2:00, nella casa posta in Via Marina, dal 27enne Emidio (industrioso. Per un errore di trascrizione, il cognome, fu modificato da Mosciano a Musciano, tramite la sentenza del 9 marzo 1920, poi trascritta su tutti gli atti il 18 marzo) e Lucia D’Antonio (figlia di Antonio e Splendora Montese, nata nel 1867 e morta nel 1932). Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Flaviano Scassa, 40enne, industrioso e Luigi Petrini, 21enne, studente. La famiglia era composta anche dal fratello Luigi Musciano (nato a Giulianova nel 1898, di professione ferroviere, sposato nel 1923 con la coetanea Amina Misticoni, figlia di Luigi e Rosaria Di Pasquale, anche lei di Giulianova); da Galliano Musciano (nato nel 1901 a Casalbordino, anche lui ferroviere, sposato con la giuliese Filomena Calvarese, figlia di Antonio (emigrato negli USA) e Filomena Ruggieri) e da Giuseppina Amalia Elvira Musciano (sposata nel 1917 con il marinaio Luigi Marà, quest’ultimo morirà nel 1919 per malattia a Venezia).
Camillo, il 6 maggio 1916, viene giudicato idoneo al servizio nel distretto militare di Teramo e il 21 settembre viene chiamato alle armi. Il 7 ottobre entra nel 60° Reggimento Fanteria – Brigata “Calabria” e il 30 dicembre arriva in prima linea sul Monte Grappa, schierandosi tra il Col Moschin e Col Fenilon. Il 9 febbraio 1918, per riorganizzazione, si ritrova nel 240° Reggimento Fanteria – Brigata “Pesaro”, nei pressi di Bassano del Grappa. A marzo torna in prima linea da Monte Oro a Monte Meda, fino a Monte Pertica e nel raggiungere Colli Vecchi, il 15 giugno, vengono colti di sorpresa dall’ultima offensiva terrestre degli austroungarici. Il 19 giugno 1918, il fante Camillo Musciano, all’età di 20 anni, cadeva in combattimento sul Monte Zebio.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano a Giulianova e nel libro “i salmi della Patria” di Francesco Manocchia.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria



Teramo. Centenario lapide Regio Liceo di Teramo

TERAMO – 22 GIUGNO 2020. L’Assemblea dell’Associazione Amici della Biblioteca Delfico nella riunione del 20 giugno 2020, in occasione del centenario della apposizione della lapide in onore degli studenti del Regio Liceo deceduti durante la Grande Guerra (apposizione avvenuta il 20 giugno 1920, lapide conservata presso la Biblioteca), ha commemorato tale ricorrenza con la pubblicazione di un libro che raccoglie le biografie degli studenti e l’attività a loro favore dell’Ufficio notizie per le famiglie dei militari in guerra. Ha altresì deliberato di richiedere al locale Liceo Ginnasio di visionare il fascicolo esistente nell’archivio per eventuali integrazioni e completezza di indagine storica. Ha deliberato, infine, di aderire alla petizione dell’Associazione dei lettori della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze diretta ad ottenere norme ragionevoli e supporto tecnico per una pronta riapertura delle Biblioteche.

Monumento ai caduti di Giulianova nella 1° Guerra Mondiale




Giulianova. Antonio Moscardelli, il diciannovenne morto a Battaglia Terme (Padova).

di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 16 giugno 1899, alle ore 10:50, nella casa posta in Via Provinciale, dal 25enne impiegato ferroviario, Orazio (nato a Torre dei Passeri il 2 luglio 1873 e residente a Monterotondo) e Zelinda Elide Adelina Pagliaccetti. Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Girolamo De Benedictiis, 52enne, guardia municipale e Biagio Mancini, 29enne, sarto; oltre alla levatrice, Costanza Angelozzi.
La famiglia, per motivi di lavoro, si trasferisce prima a Roma e poi a Piperno (oggi si chiama Priverno in provincia di Latina), il 9 settembre 1909. In età pensionabile, Orazio e la moglie, torneranno a Torre de Passeri.
Il 9 maggio 1917, per non essersi presentato nel distretto militare di Teramo, verrà denunciato per diserzione.
Il 21 maggio 1917, nel distretto militare di Frosinone, viene giudicato non idoneo per la guerra e il 2 ottobre, di nuovo rivisitato dalla commissione medica, torna abile. Il 5 novembre viene chiamato in guerra e il 17 novembre entra nel 45° Reggimento Fanteria – Brigata “Reggio”. Il 9 maggio 1918 arriva in prima linea. Il 29 settembre ottiene un mese di licenza e rientra il 29 ottobre, giusto il tempo di assaporare la sofferta vittoria italiana entrando a Cencenighe Agordino (Belluno). Il 19 novembre, colto da stato febbricitante, viene ricoverato nell’ospedale da campo numero 214 dislocato a Battaglia Terme (Padova).
Il 22 novembre 1918, alle ore 16,00, muore all’età di 19 anni per influenza – broncopolmonite e sepolto nel locale cimitero di Battaglia Terme (Padova).
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano a Giulianova e nel libro “i salmi della Patria” di Francesco Manocchia.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria



Giulianova. Giovanni Montini, il fante giuliese sepolto a Medana (Slovenia).

di Walter De Berardinis
Nasce il 9 marzo 1892, alle ore 14:00, nella casa posta in Via Marina, da Biagio e Marianna Franchi. Il giorno successivo sarà l’Assessore Anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 39enne, benestante e Alfonso Nespeca, 24enne, contabile.
Il 21 gennaio 1912 viene giudicato abile alla visita medica nella Capitaneria di porto di Ancona. Successivamente, riformato dalla Regia Marina, viene di nuovo sottoposto a visita medica in base al Decreto Luogotenenziale numero 443 del 16 aprile 1916 e riconosciuto abile e arruolato nella 1° Categoria il 10 giugno 1916. Il 23 luglio entra nel 52° Reggimento Fanteria – Brigata “Alpi”. Il 12 ottobre viene trasferito nel 129° Reggimento Fanteria – Brigata “Perugia” e il 6 giugno 1917 nel 263° Reggimento Fanteria – Brigata “Gaeta” – 11° Compagnia, già posizionata sul Monte Debeli. La Brigata, dopo un periodo di riposo, rientra in linea a Castagnevizza del Carso, probabilmente in questo luogo verrà ferito gravemente. Ricoverato nel vicino ospedale da campo numero 025 (100 posti letto), muore all’età di 25 anni, il 21 luglio 1917, alle ore 22:15. Verrà sepolto nel cimitero di Medana (Slovenia). Nell’ospedale da campo erano presenti: Madio Mengoli, gestione registro stato civile del campo; dott. Costanzo Zoli, medico curante; Don Giuseppe Garlandi, Cappellano Militare; Angelo Manava e Nicola Falcucci, soldati; Luigi Cumpo, direttore dell’ospedale.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra e sulla lapide del Duomo di San Flaviano a Giulianova.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria



Acton Morin Montebello, il giovane giuliese tornato a morire nella sua città.

Nasce a Giulianova il 21 febbraio 1899, alle ore 4:10, nella casa posta in Via Marina, dal 29enne Antonio (Industrioso) e Rosa Pomante. Il 24 febbraio sarà il Sindaco, Francesco Ciafardoni, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Luigi Petrini, 23enne, impiegato e Luigi Michini, 47enne, industrioso.
II 23 novembre 1917 verrà giudicato abile alla guerra dal distretto militare di Teramo, ma nei servizi sedentari, su decisione del direttore dell’Ospedale militare di Chieti dopo averlo visitato il 13 ottobre. Il 15 gennaio 1918 viene chiamato in guerra e arriva nel 104° Battaglione di Milizia Territoriale. Nell’aprile entra nel 3° Reggimento telegrafisti e il 14 maggio arriva in prima linea. Il 27 luglio, per il riacutizzarsi di una malattia, viene ricoverato e mandato in convalescenza a Giulianova.
La morte
Il 1 maggio 1919, alle ore 9:00, nella casa che condivideva con entrambi i genitori (Via Marina), muore all’età di 20 anni. Sarà Biagio Castorani, 50enne, calzolaio e Domenico Gatti, 35enne, Carabiniere, a comunicare al Sindaco l’avvenuto decesso del giovane meccanico. Il 2 maggio, Don Celestino Colli, parroco del Duomo di San Flaviano, celebrò il funerale.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria



Giulianova. Giovanni Mario Marcello Moggia, il soldato di Vercelli morto nell’ospedale civile

Nasce a Vercelli il 16 gennaio 1892, alle ore 1:00, nella casa posta sulla Strada Statale per Torino, da Pietro e Teresa Musso
Il 6 luglio 1912 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Vercelli e il 20 luglio 1913 viene chiamato alle armi. Il 22 luglio entra nel 53° Reggimento Fanteria – Brigata “Umbria” e il 20 dicembre termina il servizio.
Il 19 febbraio 1914 si unisce in matrimonio con Letizia Giacinta, nata a Vercelli il 6 novembre 1893.
L’11 maggio 1915 viene richiamato alle armi tramite il Regio Decreto del 22 aprile 1915 (circolare riservata n° 555 del Ministero della Guerra – Direzione Generale Leva e Truppa) ed inviato nel deposito di Ivrea del 162° Reggimento di Milizia Mobile. Il 22 maggio arriva sull’Altipiano d’Asiago e il 30 maggio attacca gli austroungarici a Passo di Vezzena, bosco del Marcai e Costesin; ad agosto Valle Scuro e Valle Rio Torto fino alla fine dell’anno, alternando sconfinamenti in territorio nemico e perdite di posizioni. Il 1916 inizia con le stesse posizioni dell’anno precedente e il 4 febbraio conquista la località “Forcella”. Il 15 maggio inizia la “Strafexpedition” degli austroungarici contro l’Italia (la spedizione punitiva austriaca nel trentino), metà Brigata viene decimata e vengono persi i presidi conquistati l’anno precedente, nel ripiegamento il fante Moggia viene catturato prima di mezzogiorno sul Monte Costesin dagli uomini della 22° Divisione austriaca. Il giorno stesso verrà internato in un campo di concentramento dell’Impero. Il 30 novembre 1918, all’indomani dell’armistizio di Villa Giusti, verrà liberato e ricoverato nell’ospedale di riserva di Giulianova.
La morte
Il 5 dicembre 1918, alle ore 8:00, cessava di vivere il fante del 162° Reggimento Fanteria – Brigata Ivrea. Il giorno successivo, Don Celestino Colli, celebrò il funerale nel Duomo di San Flaviano.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria #vercelli