Luigi Macrini, il fante giuliese morto a Crotone dove si combatteva “la Spagnola”.

Nasce a Giulianova il 1 giugno 1894, alle ore 10:30, nella casa posta in Via Provinciale, al civico 81, dal 31enne Nicola e Pasquarosa Maiorani. Dopo tre giorni verrà registrato all’anagrafe dall’Assessore anziano, Apollo Caravelli, alla presenza di due testimoni: Girolamo De Benedictiis, 48enne, guardia municipale e Emidio Paolone, 41enne, benestante.
Il 18 maggio 1913 parte da Napoli per l’America insieme al coetaneo (18anni) Giuseppe Bellocchio (figlio di Giovanni e Giuseppa Marzi) con la nave “Napoli” (costruita dalla “Palmer’s Shipbuilding & Iron Company”, a Jarrow in Inghilterra nel 1899. Di proprietà della “British Shipowners Limited”, battente bandiera inglese, verrà chiamata “British Prince”. Nel 1906 verrà venduta alla compagnia “Navigazione Generale Italiana Line”, battente bandiera italiana, ribattezzata “Sannio”. Nel 1913 viene di nuovo ceduta alla “Linea Italia”, per fare servizio tra New York e l’Italia, ribattezzata per la terza volta con il nome “Napoli”. Allo scoppio della Grande Guerra, già requisita dalla Regia Marina, affondò il 5 luglio 1918 per collisione con una nave norvegese mentre si dirigeva nel porto di Genova.), sbarcano a Ellis Island il 4 giugno. Bellocchio andrà nella città di Poughkeepsie (capoluogo della contea di Dutchess nello Stato di New York) e Macrini in Ohio, ospite di Bernando De Donato.
La famiglia, durante la guerra, si trasferisce a Cologna (Roseto degli Abruzzi).
Il 1 dicembre 1914, negli uffici del Consolato italiano a Pittsburgh, firma l’atto di sottomissione in caso di richiamo per la guerra e si sottopone a visita medica per essere dispensato fino al 31 maggio 1915. Il 1 giugno, per non aver risposto alla chiamata alle armi, verrà denunciato al Tribunale Militare di Ancona per diserzione. L’11 agosto rientra in patria e si costituisce al distretto militare di Teramo e il giorno successivo inquadrato nel 14° Reggimento Fanteria – Brigata “Pinerolo”. Il 19 agosto ottiene dal Tribunale di Ancona l’amnistia grazie al Regio Decreto del 20 maggio 1915 e il 30 novembre arriva in prima linea con il 136° Reggimento Fanteria – Brigata “Campania” nel settore di Oslavia e goriziano. Il 1916, nel mese di gennaio, attaccano quota 188 e selletta di Oslavia. Nel mese di aprile vengono trasferiti in Valsugana e Brocon. Nei primi mesi del 1918 si attestano a Conca del Tesino in trentino per lavori di rafforzamento e pattugliamento. Il 3 marzo viene di nuovo trasferito al 162° Reggimento Fanteria – Brigata “Ivrea”.
La morte
Alla fine di aprile, gravemente ammalato, viene trasferito nell’ospedale della Stazione Sanitaria Marittima di Cotrone (oggi Crotone), diretto dal Maggiore Prof. Rosolino Ciauri, un presidio sanitario in prima linea per combattere la terribile “Spagnola”. Purtroppo il fante giuliese, all’età di 23 anni, muore il 6 maggio 1918 nel nosocomio di Via Regina Margherita.
Curiosità
Nell’albo d’oro viene riportato l’anno sbagliato (1917), mentre lui era morto nel 1918. Morirà in combattimento anche l’altro fratello, Giovanni Macrini, nato a Mosciano Sant’Angelo il 2 settembre 1889 del 123° Reggimento Fanteria, deceduto in combattimento sul Carso il 5 agosto 1915. Anche Giovanni figura sul monumento di Cologna Pese.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Cologna paese, nel libro Raffaele D’Ilario “Roseto degli Abruzzi nella Prima Guerra Mondiale” edito nel 1968. Nel 2015 è stato ricordato nel libro “Quando c’era la Guerra” – ristampa del libro di Francesco Manocchia e nell’altro libro edito a Roseto degli Abruzzi “Roseto degli Abruzzi caduti e decorati” di Emidio D’Ilario e Luciano Di Giulio.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #crotone #montepagano #cologna



Carmine Di Giallorenzo, morto a Fontaniva (Padova) e seppellito a Giulianova.

di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 15 gennaio 1898, alle ore 2:00, dal 34enne Antonio e Addolorata Cardelli. Il giorno successivo sarà Apollo Caravelli, Assessore anziano, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 45enne, impiegato e Raffaele Del Nunzio, 54enne, possidente. La famiglia era composta anche da: Giuseppina (1896, poi sposata con Domenico Piccioni di Mosciano Sant’Angelo); Marco (1900, poi sposato con Teresa Biondi di Mosciano Sant’Angelo), Loreta (1904, morta a Leonessa nel 1932 presso il monastero di San Giovanni Evangelista, era una suora (Clarisse), Alfonso (sposato con Luigia Acoleo nativa di Castel Franco Veneto ed era la direttrice (bachi da seta) del Convento), Giuseppe (sposato con Marcella Lunari) e Pierino (sposato con la maestra di Mosciano Oliva Marchetti).
Il 19 gennaio 1917 viene giudicato idoneo al servizio dal distretto militare di Teramo e il 26 febbraio chiamato alle armi. Il 15 marzo giunge al 2° Reggimento Genio zappatori di Bologna e il 31 luglio entra in prima linea con la 110° compagnia. Sarà destinato allo scavo di trincee e trasporto materiale per la costruzione di strade e posizioni delle prime linee. Agli inizi del 1918, gravemente ammalato, viene ricoverato all’ospedale da campo numero 0167 (solo 100 posti letto) della 6ª compagnia di sanità (Bologna) nel territorio del Comune di Fontaniva (Padova).
La morte

Il 5 maggio 1918, alle 17,15, per broncopolmonite tubercolare, muore all’età di 20 anni. A redigere il verbale di morte sarà il Tenente dell’amministrazione del campo, Fernando Mazzolini, alla presenza dei testimoni: il Tenente medico, dott. Gaspare Di Benedetto; il direttore medico, dott. Filomeno Di Tullio; Carlo Panfili e Alfonso Nori, entrambi soldati. Sepolto nel locale cimitero di Fontaniva, verrà dissepolto e riportato a Giulianova alla fine degli anni ’20. Oggi riposa nella parte monumentale del cimitero giuliese. Essendo l’unico soldato giuliese della Prima Guerra Mondiale, sepolto in un loculo pubblico (altri caduti sono nelle cappelle private di famiglia), abbiamo chiesto all’Assessore

Federico Taralli

di porre un vincolo come testimonianza storica in ricordo degli oltre 150 caduti giuliesi nella Grande Guerra.

Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Giulianova e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #fontaniva




Giulianova. Nicola Di Egidio, il mitragliere morto a Trieste alla fine della guerra.

Nicola Di Egidio o D’Egidio, nasce a Giulianova il 20 gennaio 1885, alle ore 23:00, nella casa posta in Via Brecciola, dal 42enne Costantino e Cristina Calvarese. Il giorno successivo sarà registrato dal Sindaco, Francesco Acquaviva D’Aragona, alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 32enne, benestante e Raffaele Del Nunzio, 40enne, anche lui benestante. Il 1 febbraio 1915 si sposa con Margherita Fiorà (nata a Giulianova nel 1898, figlia di Antonio Fiorà e Giulia Boccadoro, entrambi residenti a Mosciano Sant’Angelo).
La vita militare.
Il 18 maggio 1905 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo con le seguenti caratteristiche: alto 1,58 e torace 0,86; capelli neri e lisci; occhi castani e colorito bruno. Il 21 novembre viene chiamato alle armi e l’8 dicembre entra nel 15° Reggimento – Brigata “Savona”. Il 30 giugno 1906, a Oneglia (Imperia), insieme alla sua compagnia, nell’entrare in acqua subisce l’infortunio del piede destro (processo verbale del 19 luglio 1906).
Il 18 settembre 1908 viene congedato nel deposito di Teramo del Reggimento Fanteria Genova.
Il 20 febbraio 1909 ottiene il passaporto per New York per tentare la fortuna in America. L’anno seguente, essendo all’estero, ottiene diverse dispense per istruzione militare (1910, 1913, 1914), rimpatria agli inizi del 1915 per sposarsi. Il 31 agosto, all’indomani dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, viene richiamato alle armi e il 21 ottobre verrà inquadrato nel 144° Reggimento Fanteria – Brigata “Taranto” ed inviato al fronte.
Entra nella 1374° compagnia mitraglieri a supporto del suo reggimento, usando modelli come: Maxim modello 1911, Fiat – Revelli modello 1914 (la più usata), Perino modello 1908, Saint-Étienne modello 1907 (francese venduta agli italiani), Gardner americane a manovella e le pistole mitragliatrici Fiat modello 1915.
Parteciperà alla “battaglia di Gorizia” (6° dell’Isonzo, dal 4 al 17 agosto 1916); alla 9° battaglia dell’Isonzo (31 ottobre – 4 novembre 1916); 10° battaglia dell’Isonzo (12 maggio – 5 giugno 1917); 11° battaglia dell’Isonzo (dal 17 al 31 agosto 1917); Battaglia del Solstizio (dal 15 al 24 giugno 1918). Il 16 ottobre 1918, dal XXIII° Corpo d’Armata, riceve la Croce di Guerra.
La morte
Ricoverato per Broncopolmonite all’ospedale di tappa di Trieste, muore il 1 dicembre 1918, alle ore 13:00, all’età di 33 anni. In seguito verrà sepolto nel cimitero militare di Trieste. A redigere il verbale sarà il Tenente Gaetano Elgorini, alla presenza dei testimoni: l’ufficiale medico, Armando Del Prete; i soldati Virginio Pazienza e Vincenzo Cerbone; il Maggiore medico direttore, dott. Carmelo Pannizzoffo.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Giulianova e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria” .
3 le medaglie alla memoria: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #trieste 



Giulianova. Domenicantonio Di Donato, morto nel campo di prigionia di Velden am Worthersee (Austria)

Nasce a Cologna di Montepagano (oggi Roseto degli Abruzzi) il 2 luglio 1891, alle ore 9:00, da Donato e Rosa Di Salvatore. Sarà Achille Speranza Guerrieri, Assessore delegato, a redigere l’atto di nascita alla presenza di due testimoni: Emidio Belisari, 55enne e Liberatore Di Febo, 51 enne, contadino.
Il 2 dicembre 1902 si unisce in matrimonio con la giuliese Giulia Marinelli e prende residenza a Giulianova.
Il 24 aprile 1911 viene giudicato idoneo al servizio di leva e il 20 luglio viene spostato dalla 1° categoria alla 3°. Il 20 febbraio 1915 viene richiamato per istruzione militare e il 24 febbraio entra nel 7° Reggimento Alpini – Battaglione “Cadore”. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene trattenuto alle armi il 23 maggio. Con il suo Battaglione Iniziana le manovre sulla Val Brenta, Forcella Lavaredo, Val Cordevole, Tofane, Marmolada e Val Cismon. Nel 1916 sono impegnati nel contrastare l’offensiva austroungarica di maggio, mentre altri reparti attaccano Monte Cauriol (qui morirà il primo marito di mia nonna materna, Carlo De Berardinis, residente a Cologna paese).
Il 10 novembre 1917, durante la prima battaglia sul Piave, viene catturato dagli austroungarici e internato in un campo di prigionieri di guerra in Austria.
Il 13 marzo 1917, muore per malattia, all’età di 26 anni, Domenicantonio Di Donato, del 7° Reggimento Alpini. Verrà sepolto nel cimitero comunale di Velden am Worthersee (Austria), con il nome e cognome sbagliato: Dominiko Di Donoto.

Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide di Cologna paese e di Roseto degli Abruzzi. A Giulianova, dove viveva, è stato ricordato solo nel 2018. Mentre, Emidio D’Ilario e

Luciano Di Giulio

, hanno realizzato un volume sui caduti di Roseto degli Abruzzi.

Le medaglie alla memoria per l’alpino: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #montepagano #austria #cologna



Giulianova. Gaetano Di Benedetto, il diciottenne morto a Brescia.

Nasce a Campli il 24 luglio 1900, alle ore 11:00, nella casa posta a Villa Penna, dal 41enne Geremia e Angela Calabrese. Sarà Vincenzo Salvatori, Assessore delegato, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Nicola Marini, 48enne, mugnaio e Casimiro Di Innocenzo, 44enne, agricoltore.
La famiglia, nel primo decennio del 1900, si trasferisce a Giulianova.
Il 6 marzo 1918 viene giudicato idoneo dal distretto militare di Teramo e il 20 marzo 1918 viene chiamato alle armi. Il 28 marzo, ancora diciasettenne, entra nell’81° Reggimento fanteria – Brigata “Torino”. Il 24 luglio arriva in prima linea per essere destinato al Centro Mitraglieri Fiat – 1° battaglione e nei mesi successivi, viene ricoverato per malattia nell’ospedale militare di tappa di Brescia.
La morte
Il 31 ottobre 1918, all’età di 18 anni, nell’ospedale militare di Tappa di Brescia, in Via dei Mille, muore per malattia il mitragliere Gaetano Di Benedetto.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, ma totalmente sconosciuto sulla lapide di Giulianova e Campli.
3 le medaglie alla memoria per il giovanissimo mitragliere: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #campli
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Matteo Di Natale, Carmela Di Giovannantonio e altri 9
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Giulianova. Guerino De Panicis, il giovanissimo “Ardito” giuliese morto a Cittadella.

Nasce a Giulianova l’8 aprile 1899, alle ore 4,00, nella casa posta in Via Marina, da Giuseppe e Assunta Matteucci. Sarà Apollo Caravelli, Assessore anziano del comune, a registrare il nascituro alla presenza della levatrice, Maddalena Matteucci e di due testimoni: Giuseppe Di Giuliano, 40enne, illuminatore e Raffaele Del Nunzio, 54enne, impiegato.
Il 18 febbraio 1917 viene giudicato idoneo alla guerra ed inviato il giorno successivo al 138° battaglione di Milizia Territoriale. Aveva solo 17 anni. Il 15 marzo viene di nuovo trasferito nel 101° battaglione di Milizia Territoriale e il 18 giugno all’81° Reggimento Fanteria – Brigata “Torino”. Il 6 gennaio 1918 arriva il “battesimo” di fuoco in prima linea con il 91° Reggimento Fanteria – Brigata “Basilicata” e il 10 maggio rimane ferito in combattimento. Il 1 luglio si ristabilisce ed entra nel 65° Reggimento Fanteria – Brigata “Valtellina” e il 16 ottobre, facente parte di una compagnia del XVIII Reparto d’Assalto – Fiamme Nere (gli Arditi) rimane gravemente ferito durante un assalto sul Monte Pertica – il Grappa.
Le gesta eroiche di questi ragazzi sono state fedelmente riportate nei libri: Salvatore Farina, “Le truppe d’assalto italiane”, 1938; Ermes Aurelio Rosa, ” Un anno con l’armata del Grappa: odissea di un ragazzo del 99″, 1982, 2003 e 2011 a cura di Ruggero dal Molin con il titolo “Arditi sul Grappa”.
La morte
Il 30 ottobre 1918 (cinque giorni prima dell’armistizio), alle ore 11,00, nell’ospedale da campo numero 020, si spegneva per sempre l’ardito del 18° reparto d’assalto, Guerino De Panicis, all’età di 19 anni. Il giorno stesso verrà sepolto nel cimitero comunale di Cittadella.
Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, nella lapide commemorativa davanti al Duomo e nel libro di Francesco Manocchia, “I salmi della patria”.
3 le medaglie alla memoria per il giovanissimo “Ardito”: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova



Pietro De Ascaniis, il Bersagliere morto nel campo di prigionia tedesco di Neuhammer (oggi Polonia).

Nasce a Montone di Mosciano Sant’Angelo il 28 giugno 1884, alle ore 9:00, dal 44enne Vincenzo e Carmina Censori. Sarà Giovanni Di Giandomenico, elettore comunale delegato dal Sindaco, a registrare (con il cognome D’Ascanio, poi cambiato nel 1905) il nascituro alla presenza di due testimoni: Michele Marranconi, 37enne, agricoltore e Giovanni Luciani, 30enne, anche lui agricoltore. Si sposa nel 1909 a Mosciano con Maria Pomante, dall’unione nascono: Splendora (nata a Mosciano (registrata D’Ascanio) e sposata a Giulianova nel 1924 con Serafino D’Ascanio) e Anna (nata a Colleranesco di Giulianova (registrata D’Ascanio) nel gennaio 1915 e morta, a solo 10 mesi, il 3 novembre, sempre a Colleranesco); nello stesso giorno morirà anche la moglie del possidente Domenico Trifoni, donna Teresa De Berardinis all’età di 62 anni, nella Villa di Via Campocelletti (figlia di Luigi De Berardinis).
L’11 luglio 1904 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo e il 27 dicembre viene chiamato alle armi. Il 26 gennaio 1905 verrà inquadrato nel 5° Reggimento Bersaglieri e il 31 ottobre nominato zappatore. Il 10 settembre 1907 verrà congedato nel deposito dei Bersaglieri di Ancona. Dal 18 agosto al 6 settembre 1909, per istruzione militare, viene richiamato alle armi. All’indomani dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, il 31 agosto 1915, viene richiamato in guerra e il 20 dicembre entra nel 15° Reggimento Bersaglieri già in territorio in stato di guerra, tra Lonato e Desenzano. Nella 7° battaglia dell’Isonzo (dal 14 al 19 settembre), il Bersagliere De Ascaniis, rimarrà ferito al piede sinistro nel combattimento a Quota 208 sul Carso, il 18 settembre. Ricoverato lo stesso giorno in un ospedale di retrovia, uscirà il 24 settembre per raggiungere il proprio reparto del 15°. Nella famosa “rotta” di Caporetto del 24 ottobre 1917 verrà fatto prigioniero dal nemico e portato nel campo di prigionia tedesco di Neuhammer (oggi Polonia). Probabilmente, fatto prigioniero nei fatti avvenuti tra Monte Piatto (in sloveno, Trniški vrh – zona Tolmino) e Monte Plecia (in sloveno, Pleče), fino a quota 174, visto che nel campo di prigionia verrà registrato come fante del 75° Reggimento Fanteria – Brigata “Napoli”.
Il 17 maggio 1918, per malattia, moriva all’età di 33 anni nel locale lazzaretto. Sepolto nel cimitero del campo, verrà riesumato alla fine degli anni ’20 e portato nel Cimitero Militare Italiano di Varsavia. Fu poi inaugurato nel 1930 dal Ministro degli Esteri, Dino Grandi. Qui ci sono le spoglie di 868 militari italiani catturati dall’esercito tedesco nella Prima Guerra Mondiale e 1415 cittadini italiani (traslati nel 1960) morti nei campi di concentramento tedeschi della 2° Guerra Mondiale. Al centro del cimitero vengono ricordati, con una lapide, i 6 generali italiani uccisi dai tedeschi durante la “marcia della morte” il 28 gennaio 1945 a Kużnica Żelichowska nella regione Wielkopolska: Emanuele Balbo Bertone, Alessandro Vaccaneo, Carlo Spatocco, Ugo Ferrero, Alberto Trionfi e Giuseppe Andreoli.
A Colleranesco, dove viveva la moglie e la figlia, la notizia ufficiale della morte arrivò il 14 aprile 1927, quando il Ministero della Guerra, tramite il delegato al recupero dei nostri caduti in territorio nemico, ritrovò l’atto di morte in Germania.
Il nominativo compare solo nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, mentre nella lapide commemorativa del comune di nascita, Mosciano Sant’Angelo e di residenza, Giulianova, non esiste il suo nome. Dobbiamo aspettare il 2018, dopo 100 anni da quei tragici fatti, per ricordarlo degnamente in alcune manifestazioni pubbliche a Giulianova.
3 le medaglie alla memoria per il Bersagliere dimenticato: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #montone #colleranesco #moscianosantangelo #neuhammer #polonia #varsavia
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Giulianova. Pasquale Crocetti, l’artigliere sepolto nel cimitero di “Staglieno” a Genova.

Nasce a Giulianova il 25 febbraio 1888, alle ore 10:30, nella casa posta in Via della Rocca, dal 31enne Giuseppe e Maria Assunta Ettorre. Il Sindaco di Giulianova, Francesco Ciafardoni, trascriverà l’atto di nascita alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 35enne, benestante e Girolamo De Benedictiis, 41enne, guardia municipale. La famiglia era composta anche da: Anna Crocetti (nata a Giulianova nel 1886, poi emigrata con il futuro marito, il giuliese Alfredo Barilotti, dall’unione nasceranno 10 figli: Elisabetta (Elizabeth), Giuseppe (Joseph), Olga, Frank, Attilio, Viola, Alfredo (Alfred), Junio, George e Anna); Giovanna (anche lei emigrante negli USA) e
Il 6 luglio 1906 parte per l’America insieme ad altri giuliesi: Giovanni Iaconetti, 34 anni; Felice Massi, 36; Silvio Ettorre, 22; Angelo Salvati, 24; Giuseppe Di Stanislao, 42; Pasquale Sauretti, 26; Giulio Moretti, 30; Giovanni Marchetti, 36; Giacinta Salvati, 27; Luigi Galantini, 20; Domenico Brandi 27; Antonio Martinelli, 20; Luigi Scrivani, 13 e Emidio Salvati, 23, arriveranno a New York il 19 luglio. Partono tutti con la Prinzess Irene (Costriuta dalla “A/G Vulcan Shipyard, di Stettino in Germania, nel 1900, con una capienza di 2.354 passeggeri: 268 in prima classe, 132 in seconda e 1954 in terza classe). Di proprietà della “Lloyd” battente bandiera tedesca, effettuava servizi di navigazione da Bremerhaven a New York – Bremerhaven – Australia. Nella Prima Guerra Mondiale fu requisita dalla Marina militare americana e destinata al trasporto delle truppe in Francia, con il nome di USS Pocahontas . Alla fine della guerra passò alla “US Shipping Board” e “US Mail Steamship Company”, nel 1921 fu rivenduta alla “Lloyd” tedesca per poi essere demolita nel 1932 a Bremerhaven nel 1932).
Il 13 aprile 1908 verrà giudicato idoneo al servizio di leva nel Consolato italiano a Philadelphia per conto del distretto militare di Teramo con le seguenti caratteristiche: alto 1,67 e torace 0,89, capelli castani e ondulati, occhi castani e colorito roseo, dentatura sana e di professione muratore come il padre. Il 16 agosto 1909 viene chiamato alle armi ma non si presenta perché all’estero grazie all’articolo 16 della legge del 15 dicembre 1907. Dobbiamo aspettare il 16 agosto 1910 quando si presenta spontaneamente al distretto militare di Teramo per essere inquadrato nell’89° Reggimento Fanteria – Brigata “Salerno”, ma subito congedato il 19 agosto presso l’ospedale militare di Chieti, per il riacutizzarsi di una malattia. Il 29 aprile 1916 viene chiamato alle armi e il 18 maggio viene inviato al 3° Reggimento Artiglieria da Montagna. Il 22 agosto arriva al fronte e il 15 ottobre 1918, viene trasferito per malattia all’ospedale militare “Fieschine” di Genova, dove morirà alle ore 8:50 del 17 dicembre 1918.
Curiosità
Nessuno sapeva della sua sepoltura a Genova, ma grazie alla turista e amica di Giulianova,

Alessandra Sierchio

, che vive e lavora a Genova, ma dal 2011 frequenta assiduamente d’estate la spiaggia giuliese, abbiamo scoperto la tomba contente le spoglie del soldato. La tomba è nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova, uno dei cimiteri monumentali più importanti d’Europa, nella cappella-ossario dedicata ai caduti di Genova nella Guerra d’Africa del 1935/1936. Tra le sepolture famose si segnala: Giuseppe Mazzini, Ferruccio Parri, molti garibaldini della spedizione dei Mille, Fabrizio De André, Fernanda Pivano, Nino Bixio ed altri.

Il nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra (nella stessa pagina, conservata nell’Archivio di Stato di Teramo, compare anche l’altro caduto giuliese, Flaviano Croce), sulla lapide dei caduti di Giulianova e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria per l’artigliere giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #staglieno #genova per le foto di Genova si ringrazia Alessandra Sierchio.



Giulianova. Flaviano Croce, il fante dimenticato da tutti.

Nasce a Giulianova il 24 novembre 1884, alle ore 8:30, nella casa posta in Via Provinciale, al numero civico 19, dal 43enne Giovanni e Filomena Gentile. Sarà il Sindaco, Francesco Acquaviva d’Aragona, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Girolamo De Benedictiis, 39enne, guardia municipale e Camillo Falini, 63enne, servente.
La famiglia, nel primo decennio del 1900, si trasferisce a Luco dei Marsi e poi a Trasacco
Il 15 settembre 1904 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Teramo e il 27 dicembre viene chiamato alle armi. Il 10 gennaio 1905 entra nel 56° Reggimento Fanteria – Brigata “Marche” e il 10 settembre viene congedato in anticipo grazie alla circolare ministeriale numero 6798 del 1 agosto 1905.
Il 5 dicembre 1906 decide di partire da Napoli per New York con la nave “Italia” (Costruita dalla “Armstrong Mitchell & Company, a Walker, nel sobborgo di Newcastle upon Tyne in Inghilterra, nel 1889. Poteva imbarcare 1.450 passeggeri: 50 in prima classe e 1400 in seconda. Era stata commissionata dalla società di navigazione “Amburgo-American Line”, battente bandiera tedesca e chiamata “Italia”. Faceva servizio da Amburgo a New York. Anche le società “Red Star Line” e “America Line”, usufruirono del servizio di questa nave. Nel 1900, sempre sotto bandiera tedesca, fu noleggiata dalla “Sloman Line”, “Deutsche Levant Line”. Requisita durante la Prima Guerra Mondiale, fu affondato al largo della Turchia) e sbarca a Ellis Island il 22 dicembre 1906, dove troverà ad aspettarlo il fratello Emidio.
Non sappiamo per quale motivo Flaviano rientrerà in patria, ma il Regio Esercito lo richiama per istruzione militare dal 19 agosto al 4 settembre 1909, nel deposito del 44° Reggimento Fanteria – Brigata “Forlì” a Sulmona. Il 14 aprile 1910 richiede il secondo visto per New York, ma probabilmente non partirà più perché la famiglia si trasferisce davanti all’Ippodromo delle “Capannelle”, nel Villaggio “Ribot” in Via del Calice.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene chiamato alle armi il 10 ottobre 1915 nel deposito del 13° Reggimento Fanteria a L’Aquila e il 29 ottobre aggregato al 32° Reggimento Fanteria – Brigata “Siena”. Nei primi mesi del 1916 arriva in prima linea sul fiume Isonzo. Dopo aver passato indenne l’inverno nelle zone di Feltre, iniziano i primi scontri con gli austriaci da Panarotta a Monte Armentera, passando per Monte Manderiolo.
La mattina del 16 aprile 1916, in combattimento su Monte Osvaldo (quota 1581), moriva massacrato in un attaccato fulmineo da due battaglioni austriaci, il 40° Reggimento Deutschmeister e il 63° Reggimento, il fante Flaviano Croce. Aveva 32 anni.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra
A Giulianova, Luco dei Marsi e Trasacco, non si trova nessuno ricordo di Flaviano Croce, probabilmente fu ricordato nel villaggio “Ribot” di Roma dove viveva la famiglia. Nel 2018, in occasione del Centenario della fine della Prima Guerra Mondiale è stato degnamente ricordato in più eventi istituzionali.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #trasacco #lucodeimarsi #capannelle #villaggioribot



Giulianova. Ottavio e Divinangelo Cerasi, i due fratelli uniti da un tragico destino.

Ottavio Cerasi nasce a Mosciano Sant’Angelo il 22 gennaio 1893, alle ore 23:10, in Contrada “Pozzo di Riccio” al confine con Giulianova (stessa contrada dove erano nati i “Toscani”, la mia famiglia materna), dal 28enne Domenico e Rosaria Barlafante. Sarà Giuseppe Franchi, Assessore anziano, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Alessandro Beltramba, 36enne, guardia municipale e Francescantonio De Florentiis, 46enne, agricoltore.
Divinangelo Cerasi (registrato Ceraso) nasce a Mosciano Sant’Angelo il 15 giugno 1894, alle ore 18:06, nel borgo di Montone, dal 30enne, Domenico e Rosaria Barlafante. Sarà Giuseppe Parroni, elettore delegato dal Sindaco, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Ernesto De Flaviis, 20enne, sarto e Vincenzo De Ascentiis, 28enne, sarto.
Nei primi anni del 1910, la famiglia, si trasferisce da Mosciano a Giulianova per lavoro.
Ottavio il 15 maggio 1913 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Teramo e l’8 settembre viene chiamato alle armi. Il 26 settembre entra nel 62° Reggimento Fanteria – Brigata “Sicilia” e trattenuto alle armi il 24 maggio 1915 sul Lago d’Idro (Brescia), occupano alcune zone delle Prealpi Gardesane: Cima Spessa, Monte Stigolo, Cima dei Visi, Forte d’Ampola, Cima Vies, Cima la Cingla e Cima Palone. Il 1916 si apre con una situazione apparentemente tranquilla, venendo trasferiti in Vallagarina (Lago di Garda), ma il 18 maggio inizia la spedizione “punitiva” degli austroungarici contro gli italiani. Da Serravalle, passando per Brentonico, fino a Passo Buole, la Brigata reggerà l’onda d’urto. Il 25 maggio, durante un combattimento a Passo Buole, viene ferito e ricoverato in un ospedale da campo. Questo temporaneo fermo gli permetterà di non partire con la sua Brigata destinata in Macedonia. Il 15 agosto entra nel 205° Reggimento Fanteria – Brigata “Lambro” e per il riacutizzarsi della ferita il 19 ottobre viene ricoverato in un ospedale di retrovia. Il 10 agosto torna in prima linea con il 206° Reggimento. Il 19 agosto, dopo aver conquistato quota 200 del San Marco, dovrà ripiegare per la forte controffensiva nemica. Ottavio rimarrà gravemente ferito all’addome per un colpo di fucile e morirà il 23 agosto 1917 nell’ospedale da campo numero 158, verrà sepolto nel cimitero militare dei Cappuccini di Gorizia. Aveva 24 anni.
Divinangelo il 30 luglio 1913 parte per New York con la nave “Taormina”, con lui affronteranno il viaggio i moscianesi: Anna Londrillo, Pasquale Mastrosante, Vincenzo Di Sante, Giuseppe Bianchini, Orazio De Benedictis e Giovanni Ventilii. Il 1 dicembre 1914 viene giudicato idoneo al servizio di leva su visita medica nel Consolato italiano di Pittsburgh il 23 giugno. Il 1 giugno 1915, dopo una serie di rinvii perché all’estero, viene dichiarato disertore e denunciato al Tribunale Militare di Ancona. Il 30 settembre 1915 si costituisce al distretto militare. Il 7 ottobre viene destinato al 13° Reggimento Fanteria – Brigata “Pinerolo” e il 19 novembre al 37° Reggimento Fanteria – Brigata “Ravenna”, nei pressi del Villaggio “Zagora” (oggi Slovenia occidentale). Il 23 gennaio 1916, per malattia, verrà ricoverato nell’ospedale di Tappa di Udine, dove morirà il 16 febbraio 1916, alle ore 23:35. Aveva 21 anni.
Il nominativo di entrambi compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti di Mosciano Sant’Angelo e Giulianova e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria” .
3 le medaglie alla memoria per entrambi i fratelli: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #giulianova #moscianosantangelo

Per le foto © di Mosciano si ringrazia

Tonino Di Matteo