Giulianova. Francesco Campanaro, il fante giuliese morto nel “labirinto” dei Castelloni di San Marco

Nasce a Giulianova il 7 febbraio 1893, alle ore 23:50, nella casa posta in Via Marina, dal 48enne Francesco e Splendora Poliandri. Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Ferdinando Toscani, 44enne, illuminatore e Emidio Paolone, 40enne, possidente. Il bambino portava il nome del fratello nato senza vita il 12 maggio 1884, sempre nella casa in Via Marina, a registrare la nascita e la morte sarà Giuseppe De Martiis, alla presenza di due testimoni: Vincenzo Di Michele, 42enne, Sacerdote e Francesco Tentarelli, 27enne, insegnante. Giovanissimo parte per l’America.
Nel 1913 viene convocato a visita di leva dal distretto militare di Teramo, ma inspiegabilmente verrà depennato dalla lista perché iscritto marittimo. Il 24 marzo 1914 ottiene una proroga al servizio perché all’estero e il 1 dicembre viene dichiarato renitente alla leva. L’8 settembre 1915 si presenterà spontaneamente al distretto militare di Teramo per essere arruolato nella classe del 1896 (tre anni in più rispetto alla sua classe di nascita); gli verrà cancellata la nota renitente e deferito d’ufficio alle autorità militari. Il 9 settembre viene inquadrato nel 14° Reggimento Fanteria – Brigata “Pinerolo” e il 25 ottobre nel 31° Reggimento Fanteria – Brigata “Siena”, direttamente in prima linea. Nel bel mezzo della 3° battaglia dell’Isonzo, dopo la conquista della trincea “delle Frasche”, la Brigata deve lasciare il passo alla massiccia controffensiva austroungarica. Il 28 e 29 ottobre, grazie al sacrificio di molti fanti, la trincea torna sotto controllo italiano. Nella primavera del 1916, la “Siena”, verrà schierata nei pressi di Feltre, nei settori di Panarotta e Monte Armentera, entrando subito a contatto con il nemico. Il 15 maggio, nell’offensiva di primavera degli austroungarici, la “Strafexpedition”, la Brigata verrà travolta e accerchiata con pesanti perdite umane e materiali.
La morte
Il 31 maggio 1916, alle ore 15:30, in località Castelloni di Monte San Marco, a seguito di colpo d’arma da fuoco, moriva il fante Francesco Campanaro del 31° Reggimento Fanteria, 5 compagnia. Sepolto sul posto, aveva 23 anni. Sarà il Tenente Vittorio Grasso (ragioniere) a redigere il verbale di decesso alla presenza dei testimoni: il Maggiore Cav. Claudio Torzoli, il suo aiutante Edgardo Leurini e il Colonnello Comandante, Alberto Monti (anche lui ferito il 21 maggio, tornerà il 28 alla guida del 31°). A Giulianova arriverà l’ufficialità della morte il 30 giugno 1916.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per ogni anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918 #primaguerramondiale #castelloni #sanmarco #giulianova



Giulianova. Vincenzo Giuseppe Buonpadre, l’artigliere morto prigioniero in Tirolo

Nasce 19 marzo 1897, alle ore 17:30, nella casa posta in Via Retta, dal 35enne Flaviano e Pasqua Coticchia. Sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il bambino alla presenza di due testimoni: Luigi Petrini, 21enne, scrivente e Raffaele Del Nunzio, 52enne, possidente.
Il 6 maggio 1916 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Teramo con le seguenti caratteristiche: alto 1,79 e torace 0,88; capelli castani e lisci, naso e mento regolare, occhi castani e colorito roseo, dentatura sana e cicatrice sulla fronte. Il 21 settembre viene chiamato alle armi e il 15 ottobre destinato al 3° Reggimento Artiglieria da Montagna. Il 1 novembre viene destinato alla 62° batteria da montagna – 5° Reggimento Artiglieria e il 3 marzo 1917 arriva in prima linea. Il 10 giugno, alle 5:15, iniziava la battaglia del Monte Ortigara (Altipiano di Asiago), tra attacchi e contrattacchi, tra il 10 e 30 giugno, l’artigliere Buonpadre cade ferito e fatto prigioniero dagli austroungarici. Al termine della battaglia gli italiani conteranno circa 30.000 uomini fuori combattimento, contro il 10.000 degli austroungarici. Il 26 luglio (giorno esatto, mentre per l’albo una generica data come giugno 1917), per le gravi ferite riportate in combattimento e le pessime condizioni di vita nel campo, l’artigliere Buonpadre muore nel campo di prigionia di “Franzenfenste”, Porta Lepozze, circondario Borgo nel Tirolo. Aveva 19 anni. Sarà il Cappellano militare del 1° Reggimento Schützen, Magnus Givre Wager, a redigere il verbale di morte e sepoltura alla presenza dei testimoni: Eugelbert Wanner, capopattuglia e Mosc Mart Steiner, Tenente. La comunicazione di morte al Comune di Giulianova arriverà il 18 maggio 1919.
Curiosità
Dalla fine degli anni ‘30, le sue spoglie, riposano nel Sacrario militare di Asiago, con la seguente scritta: Sold. Buonpadre Vincenzo 5° Art. Mont. 25 7 1917 (trascrizione 1916) Gallio “Di qui non si passa” 1936.
Il ricordo
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta per anno di guerra; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918



Giulianova. Alessandro Attili, il fante reduce dall’Africa e disperso sulle Alture di Fogliano

Nasce a Giulianova il 3 marzo 1891, alle ore 03:15, nella casa posta in Via per Mosciano, dal 33enne Vincenzo e Filomena Pupi. Il giorno successivo sarà il Sindaco Francesco Ciafardoni a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Raffaele Del Nunzio, proprietario e Alfonso Nespeca, contabile. Nel primo decennio del 1900, la famiglia si trasferisce a Mosciano Sant’Angelo.
Il 20 marzo 1909, da Napoli, parte alla volta dell’America con la nave Luisiana (costruita dalla Società Esercizio Bacini di Riva Trigoso, in Italia, nel 1905. Aveva una capienza di 1.625 passeggeri (25 in prima classe e 1600 in terza classe), di proprietà della “Lloyd Italiano”, faceva servizio tra l’Italia e New York. Nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, fu affondata da un sottomarino tedesco al largo della Spagna) e sbarca a New York il 5 aprile 1909. Chiamato a visita di leva dal distretto militare di Teramo, sarà giudicato abile nel Consolato italiano di New York il 20 maggio 1911. Il 20 ottobre gli viene rilasciata una proroga, per essere all’estero, fino al 1 dicembre e il rinnovo fino al 1 giugno 1912. Il 2 giugno viene denunciato al Tribunale Militare di Ancona per diserzione e il 29 giugno si presenta al distretto con giustificato motivo. Il 20 giugno entra nel 62° Reggimento Fanteria – Brigata “Sicilia” e il 4 luglio viene assolto dalla commissione d’inchiesta di Ancona. Il 5 settembre viene destinato al 26° Reggimento Fanteria – Brigata “Bergamo” e il 7 settembre parte per la Tripolitana e Cirenaica, partecipando alla guerra Italo-Turca nella fase finale. Rientra in Italia, dopo due anni, il 6 marzo 1914 per essere congedato l’11 marzo nel 62° Reggimento Fanteria – Brigata “Sicilia”. Il 15 luglio viene richiamato alle armi per istruzione ma non si presenta e il 19 agosto viene denunciato al Tribunale Militare di Ancona per diserzione. Il 21 agosto si presenta spontaneamente al distretto militare e il 4 ottobre giunge al deposito di pace del 90° Reggimento Fanteria – Brigata “Basilicata”. Il 20 ottobre viene di nuovo assolto dal Tribunale Miliatre di Ancona dalla Commissione d’Inchiesta e il 29 novembre viene congedato.
Il 28 gennaio 1915, a Mosciano Sant’Angelo, sposa Angela Magnarelli (nella foto allegata. Nata a Mosciano l’8 maggio 1893, da Pasquale e Giuseppa Di Fabio; il 24 febbraio 1952 la Questura di Teramo gli rilascerà il visto per l’espatrio in Brasile e il 17 marzo otterrà il visto dall’Ambasciata a Roma).
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene richiamato e il 23 maggio viene inquadrato nel 123° Reggimento Fanteria – Brigata “Chieti”. Posizionata nei pressi di Peschiera, tra Pozzolengo e San Martino della Battaglia, verrà trasferita in Friuli, tra Ruda e Pascolet. Il 28 luglio entrano nel vivo della battaglia a Fogliano Redipuglia per la conquista della “trincea delle frasche”, la stessa si protrarrà fino al 6 agosto (2.600 uomini fuori combattimento – morti e feriti).
Il 4 agosto 1915, nell’ennesimo scontro fratricida, Alessandro Attili scompare per sempre. Il 12 maggio 1916 verrà ufficialmente dichiarato disperso.
A Giulianova, il fante, era totalmente sconosciuto, solo nel 2018 è stato ricordato con il dépliant commemorativo “La città di Giulianova per non dimenticare” edita dal Comune. A Mosciano Sant’Angelo è ricordato sulla lapide dei caduti della Grande Guerra e nel libro di Gaetano Zenobi “Mosciano Ieri – Oggi” edizioni C.E.T.I. – Teramo, 1965.
4 le medaglie alla memoria del soldato: Guerra Italo-Turca, Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra, 1915; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #giulianova #primaguerramondiale #moscianosantangelo #alturedifogliano #foglianoredipuglia



Giulianova. Giuseppe Borghese, il prigioniero disperso.

Nasce nella frazione di Cologna, nel comune di Montepagano (oggi Roseto degli Abruzzi) il 25 febbraio 1894, alle ore 15:40, dal 43enne Raffaele e Maria Durante. Dopo tre giorni dalla nascita sarà l’Assessore anziano Achille Speranza Guerrieri a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Giovanni Braccili, 45enne, calzolaio e Flavio Costantini, 43enne, impiegato ferroviario. La famiglia, nel primo decennio del 1900, si trasferisce a Giulianova per lavoro.
Il 24 marzo 1914 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo con le seguenti caratteristiche fisiche: alto 1,58 e torace 0,83, capelli neri e lisci, occhi castani e colorito bruno, dentatura sana e neo sulla guancia sinistra. Il 7 settembre ritarda la chiamata alle armi perchè il fratello Vittorio stava svolgendo il servizio di leva. Il 13 dicembre viene chiamato alle armi e il giorno successivo viene destinato al 26° Reggimento Fanteria – Brigata “Bergamo”. Il 23 maggio 1915, all’indomani della dichiarazione di guerra, viene trattenuto alle armi. Dalla Val Judrio, in difesa di Tolmino, conquista Colle Santa Maria e Colle San Lucia, con pesantissime perdite. Il 27 agosto, nella conquista di Colle Santa Lucia, a quota 588, rimane gravemente ferito (4 parti del corpo) in un combattimento corpo a corpo con il nemico. Nella 3° battaglia dell’Isonzo (18 ottobre – 4 novembre 1915), Borghese, ritorna in linea, ma nonostante l’ardimento di tutta la brigata, le posizioni rimangono invariate. Dopo alcuni giorni di riposo, la Brigata, inizia la 4° battaglia dell’Isonzo (10 novembre – 5 dicembre 1915) nel tentativo di conquistare Colle Santa Maria, nonostante gli austriaci si ritirano da un ridotto, l’artiglieria austriaca farà in modo che nessuno occupi quel trinceramento.
Il 1916 inizia senza grossi problemi per tutta la Brigata, infatti gli uomini verranno destinati al pattugliamento, trinceramento e servizi logistici. Il 1 agosto, in un tentativo di mutilazione volontaria, viene scoperto dai suoi superiori e subito processato dal Tribunale di Guerra del 6° Corpo d’Armata. Condannato a 2 anni di carcere militare, la pena verrà sospesa e il 18 settembre verrà destinato al 126° Reggimento Fanteria – Brigata “Spezia”. Partiti da Cogollo del Cengio (Vicenza), raggiungono il fronte dell’Isonzo, per dislocarsi tra Nad Logem e Devetachi. Il 12 ottobre conquistano la località Loquizza (oggi slovena). Dal 31 ottobre al 4 novembre parteciperà alla 9° battaglia dell’Isonzo conquistando alcune quote del Monte Pecinka, il sacrificio per il nostro esercito sarà pesante: 1653 soldati e 50 ufficiali (morti e feriti) fuori combattimento. Terminerà l’anno nel settore di Tolmino.
Il 1917, tra continui e sporadici attacchi, la Brigata presidia la zona fino alla “rotta” di Caporetto del 24 ottobre. L’offensiva austroungarica e tedesca la spazza via, nonostante i tentativi di arginare il nemico nei pressi del fiume Torre e nel ripiegamento sul Tagliamento.
Il 4 dicembre 1917, sul Monte Fior, Giuseppe Borghese verrà fatto prigioniero e portato in un campo di prigionia. Da quel giorno si perderanno per sempre le tracce. Monte Fior viene citato nel famoso libro di Emilio Lussu “Un anno sull’Altipiano”, fonte d’ispirazione per la sceneggiatura del film di Franco Rosi “Uomini Contro” .
Il 7 maggio 1927, tramite il dispaccio ministeriale numero 38292 del 28 aprile 1927, il distretto militare di Teramo trascriverà il seguente testo sul foglio matricolare (conservato nell’Archivio di Stato di Teramo): “da ritenersi scomparso durante la prigionia, non avendo fatto ritorno nel Regno posteriormente alla data dell’armistizio, né essendosi più avute notizie sulla sua sorte”
Curiosità
Il 30 aprile 1922, il Tribunale Supremo di Guerra e Marina, in seguito alla sentenza di condanna a 2 anni di reclusione per i fatti del 1 agosto 1916, emanava l’amnistia.
Nel suo comune di nascita non verrà ricordato sulla lapide e neanche sul libro di Raffaele D’Ilario “Roseto degli Abruzzi nella Prima Guerra Mondiale” – edito da Arte e Stampa – Pescara 1968. Dobbiamo aspettare il 2018 quando, Emidio D’Ilario e

Luciano Di Giulio

, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Roseto, hanno ricordato il caduto nella sala consigliare.

A Giulianova viene ricordato sulla lapide posta sul Duomo di San Flaviano (con la data di nascita sbagliata ed anche l’incisione più recente rispetto alle altre) e sulla ricerca “La città di Giulianova per non dimenticare” edita nel 2018 dal Comune.
3 le medaglie alla memoria del soldato: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con 4 anni di guerra, 1915/1918; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #montepagano #cologna #giulianova #montefior #prigionia #primaguerramondiale #uominicontro



Giulianova. Pietro Quaranta, l’artigliere Medaglia d’Argento al Valor Militare

di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 22 novembre 1894, alle ore 5:15, nella casa posta in Via per Mosciano al civico 30, da Giuseppe, 33enne, agricoltore (Mosciano, 1858 / Mosciano, 1923) e Maria Diana Domenica. Dopo 4 giorni verrà registrato all’anagrafe dall’Assessore anziano, Apollo Caravelli e dai due testimoni: dal 42enne Emidio Paolone e dal 49enne Raffaele Del Nunzio, entrambi proprietari. La famiglia era composta anche da: Sabatino (Mosciano 1887), Annantonia (Mosciano, 1888 / Roseto degli Abruzzi, 1976), Domenico (Mosciano, 1890), Sabatino (Giulianova, 1892 / Mosciano, 1966 – sposato con Adele Iobbi), Maria Felice (Giulianova 1897 / Sant’Omero, 1990 – sposata con Michele Rastelli), Filomena (Giulianova, 1900 / Mosciano 1968 – sposata con Sabatini Paradisi). La famiglia, nel primo decennio del 1900, si trasferisce a Montone di Mosciano Sant’Angelo.
Il 17 luglio 1914 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Teramo e il 7 settembre viene chiamato alle armi. Il 26 settembre entra nel Reggimento Artiglieria a Cavallo e il 5 giugno giunge in prima linea. Il 19 aprile 1916 viene trasferito nel deposito della scuola di tiro bombardieri di Susegana. Infatti, agli inizi del 1916, il governo diede ordine di istituire dei reparti bombardieri all’interno dell’artiglieria. Pietro fu uno dei 170.000 soldati addestrati con il 13° gruppo bombardieri aggregati al 30° Reggimento Artiglieria da Campagna Territoriale da 8 batterie; ed ognuna composta da 12 bocche di fuoco e cavalli per il trasporto. Nella 9° battaglia dell’Isonzo (31 ottobre-4 novembre 1916), Pietro Quaranta, rimarrà gravemente ferito nel primo giorno della battaglia, il 31 ottobre a Oppacchiasella (oggi Opachiasella, Slovenia), paese sloveno sul Carso. Purtroppo, il 3 novembre 1916, alle ore 3:00, per le gravi lesioni riportate moriva nell’ospedale da campo n° 60 (100 posti letto) – della 6ª Compagnia di Sanità di Bologna – 11° Corpo d’Armata. Aveva 21 anni. Sarà il giovane Tenente d’amministrazione dello stesso ospedale da campo, Giuseppe Accorinti, a trascrivere l’atto di morte: morto in seguito a peritonite da ferita d’artiglieria all’addome e ferite multiple alla testa, torace e piedi. L’atto fu controfirmato dall’ufficiale medico, Arangino; i soldati, Domenico Russo e Giacomo Bertolini. Fu sepolto a Gradisca con il numero di tomba 442, dopo la guerra fu riesumato per collocare le spoglie a Redipuglia tomba 30544, fila-gradone 16.
La Medaglia d’Argento al Valor Militare:
Gli alti comandi, visto il valore e l’ardimento dimostrato, gli conferirono la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: Quaranta Pietro, da Giulianova (Teramo), soldato raggruppamento bombardieri, gruppo, batteria, n° 34747 matricola – Non essendo nella sua qualità di attendente obbligato ai servizi di batteria, si offriva spontaneamente ad uscire in ricognizione per constatare i danni prodotti dalle nostre bombarde. In altre circostanze, offertosi pure volontariamente al servizio di un pezzo, veniva mortalmente ferito, e mentre lo trasportavano al posto di medicazione si rammaricava di non poter più prestare l’opera sua alla batteria. – Oppacchiasella, 31 ottobre 1916.
Curiosità
Nel 2017, in sala Buozzi, fu presentato il progetto per il monumento all’artigliere.
Mentre nel 2019, a cura dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia – sezione Giulianova-Teramo, sono stati ottenuti dei fondi per finanziare la realizzazione del monumento all’artigliere: «Realizzazione del Monumento ai Caduti di tutte le Guerre e Missioni Militari e, in particolare, all’Artigliere Pietro Quaranta M.A.V.M. nativo di Giulianova». Base attrezzata per il contenimento di un Obice da 100 mm della Prima Guerra Mondiale; di una lapide commemorativa riportante la motivazione della concessione della M.A.V.M.; del pennone per l’alzabandiera, il tutto opportunamente recintato con granate e catene: 15.950€;
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano, sulla lapide di Mosciano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
4 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: d’Argento al Valor Militare, Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con due anni di guerra, 1915/1916; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918.
L’Associazione Artiglieri d’Italia cerca eventuali discendenti di Pietro Quaranta



Giulianova. Giovanni Umberto Giuseppe Marchionni, il primo giuliese caduto in combattimento.

Nasce a Giulianova il 16 marzo 1889, alle ore 9:30, nella casa posta in Via Provinciale al civico 80, dal 32enne Antonio e Maria Massi. Sarà il Sindaco Francesco Ciafardoni a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone, 36enne, benestante e Alfonso Nespeca, 21enne, contabile. Nel marzo 1909, al compimento dei 18 anni, firma l’atto di sottomissione per potere emigrare negli USA.
Il 27 aprile 1909 viene iscritto d’ufficio nella lista leva del distretto militare di Teramo perché residente a New York e il 16 agosto 1910 non si presenta alla chiamata perché all’estero. Il 7 settembre 1914, rientrato in patria, viene subito destinato al 17° Reggimento Fanteria – Brigata Acqui. Partito per il fronte, dalla sede di pace di Ascoli Piceno, il 21 maggio arriva al confine austriaco e il 7 giugno oltrepassa il Fiume Isonzo per arrivare a Turriaco. Nella prima offensiva per occupare l’altipiano carsico, il 9 giugno, morirà in combattimento in località Sant’Elia o San Pietro d’Isonzo (in un solo giorno la Brigata perde 400 uomini fuori combattimento tra morti e feriti).
Curiosità
Giovanni Marchionni risulta essere il primo giuliese morto in combattimento, seguito, dopo 10 giorni, dal giuliese Antonio Lamolinara, anche lui nel 17° Reggimento Fanteria. La comunicazione ufficiale della sua morte non arrivò mai al comune di nascita e il distretto militare di Teramo non aggiornò mai la sua posizione militare (infatti risulta tornato vivo e congedato il 16 agosto 1919). Secondo altre fonti, il corpo, non fu mai ritrovato.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un anno di guerra, 1915; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria #santelia #carso #brigataacqui #sanpietrodisonzo



Giulianova. Attico Orchidea, morto nell’ospedale di riserva di Kaposvár in Ungheria

di Walter De Berardinis
Il 31 ottobre 1896, nell’ufficio dello stato civile del comune di Giulianova, si presenta una donna del posto, Angela Falgiatore, la quale dichiarerà che nottetempo, davanti la sua abitazione, alle 23:30, avevano abbandonato un bambino con “laceri panni”. L’Assessore anziano, Apollo Caravelli e i due testimoni presenti in quel momento: Emidio Paolini e Raffaele Del Nunzio, entrambi proprietari, decideranno di chiamarlo Attico di nome e Orchidea di cognome. In seguito, il bambino, verrà affidato alle cure della Pia ricevitrice degli esposti in attesa di una degna sistemazione.
Il 26 ottobre 1916 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo con le seguenti caratteristiche: alto 1,64 e torace 0,84, capelli lisci e castani, colorito roseo e dentatura sana, segni particolari: cicatrice sull’angolo esterno dell’occhio destro. Il 1 dicembre viene chiamato alle armi e il 14 dicembre arriva nel deposito dell’8° Reggimento Alpini in prima linea: Carnia e Trentino. Il 31 marzo 1917, viene destinato al 77° Reggimento Fanteria – Brigata “Toscana” – centro mitraglieri Fiat (pistole mitragliatrici Fiat1915), nei presi di Monfalcone. Partecipa alla 10° battaglia dell’Isonzo (dal 12 al 28 maggio): conquista di quota 21, per poi proseguire verso la foce del Timavo. Conquistata l’altra sfonda del fiume, attraversata da ponti mobili, la brigata tornerà indietro per il pesante bombardamento nemico sulle due sponde del fiume. Dopo un periodo di riposo, i due Reggimenti (77° e 78°), tornano in prima linea per l’11 battaglia dell’Isonzo (dal 17 al 31 agosto) per conquistare, il 21 agosto, quota 40 di San Giovanni di Duino, poi persa a settembre. Nella 12° battaglia dell’Isonzo (dal 24 ottobre al 10 novembre) la Brigata viene schierata sull’Altipiano d’Asiago: Monte Longara e Monte Ferragh. Durante le fasi concitate della “rotta” di Caporetto, il 29 ottobre, il mitragliere Orchidea, veniva catturato dagli austroungarici e tedeschi.
La prigionia
Il giovane giuliese verrà portato in un campo di prigionia ungherese, forse Kaposvár, una città nel Sud-Ovest dell’Ungheria. Il 4 marzo 1918, nell’ospedale di riserva di Kaposvar, moriva per insufficienza respiratoria, all’età di 21 anni, poi sepolto nel locale cimitero. Sarà il cappellano militare Horesy a redigere il verbale di morte, insieme al medico dott. Josef Riesz; il verbale sarà poi tradotto, alla fine della Grande Guerra, il 2 dicembre 1919, vidimato il 23 marzo 1920 ed inviato a Giulianova il 20 ottobre 1920.
Negli anni ’30 fu traslato nel cimitero militare italiano di Budapest (oggi fila 28, tomba 18). Nel cimitero sono sepolti, per la maggioranza, soldati italiani catturati a Caporetto (quasi 1.500).
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra (con la data di morte sbagliata), sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con tre anni guerra, 1915, 1916 e 1917; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria #caporetto #kapsovar #budapest #brigatatoscana #ungheria



Giulianova. Luigi Ruffini, il fante morto alla conquista di Podgora (Piedimonte del Calvario)

Nasce a Giulianova il 25 febbraio 1894, alle ore 03:30, nella casa posta in Via Provinciale al civico 81, dal 31enne Gaetano e Agata Stellarini. Dopo due giorni sarà l’Assessore anziano, Apollo Caravelli, a registrare il nascituro alla presenza di due testimoni: Girolamo De Benedictiis, 47enne, guardia municipale e Emidio Paolone, 41enne, benestante. L’8 giugno 1913 decide di emigrare per New York dal porto di Napoli con la nave “Moltke” (costruita nel 1902 dalla Blhom & Voss Shipbuilders di Amburgo, in Germania, per la Hamburg-American, con un carico di 2.102 passeggeri (333 in prima classe, 169 in seconda e 1.600 in terza). La nave collegava Amburgo e Genova con New York. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale verrà requisita dall’Italia. Nel 1919, ceduta alla Lloyd Sabaudo, effettuerà collegamenti dall’Italia a New York, poi il Sud America. Fu radiata nel 1925), per sbarcare il 25 giugno dove sarà accolto da un cugino, Francesco Recinelli. Il 1 giugno 1914, presso il consolato italiano di Pittsburgh, verrà giudicato idoneo al servizio di leva e registrato al distretto militare di Teramo il 1 dicembre 1915.
Il 1 giugno 1915 viene chiamato in guerra ma non si presenta perché all’estero e il 6 settembre viene dichiarato disertore. Il 30 settembre rientra in Italia e si presenta al distretto militare di Teramo dove verrà archiviata la denuncia. Il 6 ottobre viene inquadrato nel 13° Reggimento Fanteria – Brigata “Pinerolo” e giunge in prima linea il 24 novembre. Il giorno successivo viene destinato all’11° Reggimento Fanteria – Brigata “Casale”. Il fante giuliese entra nel pieno della 4° Battaglia dell’Isonzo (10 novembre – 5 dicembre 1915), raggiugendo quota 184 del Monte Calvario che, nonostante i combattimenti all’arma bianca, verrà mantenuta fino agli inizi del 1916. La Brigata perderà quasi 3.000 uomini.
La morte
Il 4 dicembre 1915, alle ore 16:50, nella 12° Sezione Sanità – 6° Compagnia di Bologna, nel Comune di Mossa ( a 1 km dal confine sloveno), per ferita di proiettile all’addome, durante l’assalto a Podgora, spirava il fante Luigi Ruffini all’età di 21 anni. Sarà l’ufficiale medico, dott. Giovanni Bergamini, a redigere il verbale di morte alla presenza dei testimoni: il soldato Vero Vespignano; il fante Alberto Campanini e l’ufficiale dello stato civile, Eugenio Giani. Il corpo sarà seppellito a Mossa. La morte ufficiale giungerà a Giulianova solo il 2 febbraio 1917.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide dei caduti del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del soldato giuliese: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra, 1915; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria #Podgora #musso #newyork #brigatacasale



IL CITTADINO GOVERNANTE: IL CONSIGLIO COMUNALE DI GIULIANOVA, PURTROPPO, NON È INTERAMENTE ANTIFASCISTA.

Il Cittadino Governante

Ieri il nostro gruppo consiliare, raccogliendo l’invito dell’ANPI provinciale e di tutte le forze democratiche e antifasciste presenti in città, ha proposto al consiglio comunale di Giulianova il seguente Ordine del giorno: “Le forze democratiche e antifasciste presenti in consiglio comunale, sulla base dei principi costituzionali, chiedono le dimissioni del presidente del consiglio comunale di Giulianova Paolo Vasanella”.

Come tutti sanno Vasanella in occasione del 25 Aprile ha rilasciato dichiarazioni inaccettabili per qualsiasi sincero democratico, affermando che la Festa della Liberazione è divisiva, semina odio, discordia e non rappresenta l’intero Paese, e mettendo in discussione il significato autentico della Resistenza e del 25 Aprile, data fondativa della Repubblica Italiana presidiata dalla Costituzione democratica e antifascista.

Alla fine del surreale e sconcertante dibattito – le cose dette tendevano a fuorviare il tema, vere prese di distanza non ci sono state o sono state tiepide – abbiamo provato una forte indignazione e una grande amarezza per le parole dette dai vari consiglieri di maggioranza e dal sindaco, il quale  peraltro vanta in continuazione di essere tesserato dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani).

Non solo non hanno sostenuto la richiesta delle dimissioni, ma addirittura hanno affermato che Vasanella ha espresso legittimamente il suo pensiero, dimenticando che chi riveste il ruolo di massimo rappresentante del consiglio comunale deve essere indubitabilmente antifascista e che, in considerazione del ruolo che ricopre, deve prestare molta attenzione a ciò che dice, anche fuori dalla sede istituzionale.

Addolora molto il dover constatare che in consiglio comunale, attualmente, non ci sia la consapevolezza – eccettuati i tre consiglieri del Cittadino Governante – che per stare nelle istituzioni occorra possedere i fondamentali della cultura politica e fra questi ci sono senz’altro i principi e i valori della Costituzione che vanno rispettati sempre con parole ed atti.

E, ovviamente, non bastano dichiarazioni di facciata per salvare le apparenze, occorre essere conseguenti: se si è antifascisti lo si afferma e lo si pratica. In questo caso ciò avrebbe dovuto comportare in primo luogo una chiara dichiarazione di antifascismo e poi la destituzione del presidente del consiglio Paolo Vasanella.

Abbiamo, invece, assistito a trattamenti diversi da parte della maggioranza nei confronti di  Paesani e di Vasanella (che pur aveva fatto affermazioni ancora più gravi), e al  voltafaccia del consigliere Tribuiani che aveva annunciato voto favorevole: una vera farsa!

Una cosa è certa: il consiglio comunale di Giulianova non è antifascista, eccezion fatta per gli esponenti del Cittadino Governante.

Questo spiega come mai il 25 Aprile non è stato festeggiato dal Comune: l’unica iniziativa a Giulianova è stata quella unitaria promossa dal Cittadino Governante.

Il sindaco Costantini farebbe bene a riconsegnare la tessera dell’ANPI dopo quanto avvenuto ieri nella massima assise civica. E se lui non sentisse autonomamente questo dovere, farebbe bene l’ANPI a ritirargliela, perché l’ipocrisia e l’uso strumentale di una tessera così significativa è un insulto a chi ha combattuto per la libertà e la democrazia durante la Resistenza.

Giulianova 13 maggio 2020

IL CITTADINO GOVERNANTE  associazione di cultura politica




Giulianova. Gaetano e Luigi Pultrone, i due fratelli morti a distanza di sette giorni

di Walter De Berardinis
Ieri abbiamo raccontato la vicenda del fratello Flaviano ucciso a Giulianova da un soldato tedesco durante la ritirata del 1944, oggi la vicenda dei due fratelli morti durante la Prima Guerra Mondiale.
Gaetano Giovanni nasce a Giulianova il 28 ottobre 1885, alle ore 18:30, nella casa posta in Via per Mosciano al civico 20. Si sposa il 27 dicembre 1914 a Tortoreto con Santa Cesira Olga Ripani.
Luigi nasce anche lui a Giulianova il 23 dicembre 1890, alle ore 5:40, sempre nella casa posta in Via per Mosciano. I genitori, Domenico e Teresa Castorani, avevano altri figli: Alessandro, Splendora (sposata con Rastelli), Rosa (sposata con Ippoliti) e Flaviano (poi ucciso dai tedeschi nella 2° Guerra Mondiale). Nel 1912 parte per New York (due anni prima era arrivato Flaviano ) per lavoro, per poi tornare nell’agosto 1914 perché denunciato per diserzione.
Gaetano parte per il fronte il 25 febbraio 1916 con l’84° Reggimento Fanteria – Brigata “Venezia” e il 20 giugno transita nel 211° Reggimento Fanteria – Brigata “Pescara”. Partono da Cittadella a Ruttars (Gorizia) per poi partecipare alla 6° battaglia dell’Isonzo, mettendo in serio pericolo il nemico che indietreggia; inseguiti oltre l’Isonzo, combattono su Monte San Gabriele, Colle di Santa Caterina, Col Grande, Monte Sabotino e Opacchiasella. Parteciperà alla 7° e 8° battaglia dell’Isonzo, occupando Novavilla, Opachiasella, Nova Vas, Hudi Log. Nel 1917, fino alla fine di agosto, la brigata mantiene le posizioni conquistate. Posizionandosi a Drenchia e Trinco (Udine). Il giorno 28 agosto, a quota 774, in località Hoje (Bainsizza), durante l’11 battaglia dell’Isonzo, veniva colpito all’addome da una scarica di proiettili di mitragliatrice austroungarica, uccidendolo sul colpo. Aveva 31 anni, verrà sepolto ad Auzza (oggi Avče, frazione di Canale d’Isonzo – in sloveno Kanal ob Soči,); la comunicazione ufficiale delle morte arriverà il 25 marzo 1920.
Luigi parte per il fronte prima dello scoppio della guerra, il 13 maggio 1915, con il 13° Reggimento Fanteria – Brigata “Pinerolo”; dopo breve malattia, rientra nel 21° Reggimento Fanteria – Brigata “Cremona” il 28 ottobre; dopo un’altra malattia viene destinato, il 9 ottobre 1916, al 210° Reggimento Fanteria – Brigata “Bisagno” e dal 18 novembre al 3° Reggimento Fanteria – Brigata “Piemonte”. Nel mese di giugno 1917, la Brigata, si trasferisce sul Monte Ortigara, nonostante l’impegno e il sacrifico di centinaia di soldati, le posizioni rimangono invariate. Nel mese di agosto vengono spostati sul Carso per iniziare l’11 battaglia dell’Isonzo su Monte San Marco. Il 21 agosto 1917, Luigi Pultrone, della 14° compagnia, viene colpito a morte sul Monte San Marco. Aveva 26 anni, la comunicazione ufficiale arriverà a Giulianova il 13 ottobre 1917. Il suo foglio matricolare, per una svista, verrà aggiornato dal distretto militare di Teramo (oggi conservato dal fondo dell’Archivio di Stato di Teramo) fino al 1924 come se il soldato fosse vivo.
I loro nominativi compaiono nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti nella Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”, putroppo con cognomi differenti: Pultrone o Poltrone.
3 le medaglie alla memoria per entrambi: Guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con 3 anni di guerra per Luigi (2 per Gaetano): 1915, 1916, 1917; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. #primaguerramondiale #giulianova #unitiperlapatria #bainsizza #montesanmarco #auzza #hoje