Giulianova. Vincenzo Roselli, il 66enne disperso nella “rotta” di Caporetto
Giulianova. Carlo Alberto Giulio Manzi, il figlio del Maresciallo dei Carabinieri morto a Ponte Paludello.
Milano. 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Mauthausen. Un saluto di Floriana Maris
|
||||||||||||
|
Giulianova. Luigi Di Ilio, la tragica morte del soldato giuliese nel burrone del Monte Pasubio.
Giulianova. Il Cittadino Governante: vogliamo le dimissioni del Presidente Vasanella
Protocollato questa mattina dal gruppo consiliare del Cittadino Governante un ordine del giorno urgente redatto sulla base del comunicato congiunto diffuso nei giorni scorsi dalle forze democratiche ed antifasciste, con l’ODG si chiedono le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale Poalo Vasanella.
Al Sindaco Jwan Costantini ORDINE DEL GIORNO URGENTE
Oggetto: LE FORZE DEMOCRATICHE E ANTIFASCISTE PRESENTI IN CONSIGLIO COMUNALE, SULLA BASE DEI PRINCIPI COSTITUZIONALI, CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI GIULIANOVA PAOLO VASANELLA.
Il 25 aprile, ricorre un anniversario importante per il popolo italiano: è la festa della Liberazione che celebra la fine della dittatura fascista e la liberazione dell’Italia dall’occupazione dell’esercito nazista. Una data dal forte valore simbolico che ogni anno viene celebrata con orgoglio dalle Istituzioni e dai Cittadini italiani.
Una ricorrenza felice – nonostante sia collegata a un periodo drammatico della nostra storia – che segna la nascita della Repubblica democratica e antifascista e ci ricorda l’importanza di valori come la fratellanza, la pace, la solidarietà, il senso di identità civile e culturale e, soprattutto, la libertà e la democrazia. Anche quest’anno il Presidente della Repubblica Mattarella ha reso omaggio ai caduti ed è intervenuto sul tema dichiarando che la Resistenza e la Liberazione costituiscono una “riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale”. L’ANPI nazionale ha proposto ai cittadini il canto collettivo di Bella Ciao dalle finestre e via web. Il Cittadino Governante in Città ha promosso una iniziativa unitaria per celebrare il 25 aprile. Ma nella vita istituzionale di Giulianova – Città dalle nobili tradizioni democratiche e antifasciste, che ha dato i natali a figure storiche della Resistenza e della lotta di Liberazione – in occasione del 25 aprile 2020 sono accaduti fatti davvero sconcertanti: un consigliere comunale di maggioranza ha vilipeso con linguaggio greve il 25 Aprile e poi si è dimesso; l’amministratore unico della Partecipata pubblica Julia Rete, noto esponente della destra giuliese, in un post sul suo profilo facebook ha deriso con toni sprezzanti la Festa della Liberazione e quella del 1° Maggio. Poi sono arrivate le gravi dichiarazioni esternate a mezzo stampa dal Presidente del Consiglio Comunale di Giulianova Paolo Vasanella in merito alla Festa della Liberazione. In particolare il Presidente Vasanella, ricalcando le posizioni più reazionarie dell’estrema destra italiana, ha fatto affermazioni inaccettabili sotto il profilo della cultura politica democratica – straparlando di odio, onore, e festa delle bandiere rosse – sino ad affermare che: “questa giornata merita un riflessivo silenzio!”. Ogni parola delle sue dichiarazioni ha mostrato, senza veli, un’assoluta lontananza dai principi costituzionali posti a fondamento della nostra Repubblica democratica e antifascista, principi che invece dovrebbero essere convintamente rispettati e valorizzati da tutti coloro che rappresentano le istituzioni. Proprio in virtù della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dalla lotta antifascista, Vasanella da libero cittadino può avere le idee che vuole, ma come Presidente del Consiglio Comunale deve essere rispettoso dei principi costituzionali e dell’istituzione che rappresenta visto che tale istituzione è costata il sacrificio di tantissimi democratici appartenenti ad una pluralità di forze politiche antifasciste (comunisti, socialisti, democristiani, azionisti, liberali, demolaburisti) che hanno combattuto per la libertà e la democrazia. Le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Vasanella, secondo il quale la Festa della Liberazione è divisiva, semina odio, discordia e non rappresenta l’intero Paese, offendono profondamente la coscienza democratica della Città di Giulianova. È inaccettabile che il rappresentante della massima assise civica, vieppiù usando il proprio ruolo, azzardi un tentativo di rimozione del significato autentico del 25 aprile, data fondativa della Repubblica Italiana presidiata dalla Costituzione democratica e antifascista. Quanto accaduto dimostra che il consigliere comunale Paolo Vasanella non è la figura più adatta a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio Comunale a Giulianova. Sottolineiamo che stigmatizzando dette dichiarazioni il direttivo provinciale ANPI di Teramo, con un documento del 27 aprile 2020, ha rivolto un appello “ai democratici che siedono nel Consiglio Comunale di Giulianova di rimuovere dalla carica di Presidente il Vasanella” e in data 5 maggio è stato reso noto un documento unitario di forze democratiche e antifasciste presenti in città che chiedono le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale Paolo Vasanella. Pertanto alla luce dei motivi sovraesposti invitiamo tutti i consiglieri di questo consesso civico a chiedere le dimissioni dell’attuale Presidente del Consiglio, approvando il seguente ORDINE DEL GIORNO: Il Sindaco e i Consiglieri Comunali di Giulianova chiedono le dimissioni di Paolo Vasanella dalla carica di Presidente del Consiglio e pongono in essere quanto necessario per la sua sostituzione. Giulianova 8 maggio 2020 Gruppo Consiliare IL CITTADINO GOVERNANTE |
Giulianova. Giulio Sistilli, il fante morto a Rutasce (Altipiano Bainsizza) – Slovenia
Giulianova. Amerigo Cristofaro Giulio Senatore, il Sottotenente morto in Albania.
Giulianova. Renato Senatore, il Sottotenente Medaglia d’Argento al Valor Militare a Fossalta di Piave
Pescara. Brigata Maiella: In onda domani su Rai3 l’intervista di Gad Lerner a Gilberto Malvestuto
Arrivato lo scorso 26 febbraio a Sulmona con la sua équipe, Gad Lerner ha incontrato Gilberto Malvestito, ultimo ufficiale in vita del Gruppo patrioti della Maiella. I due si sono a lungo intrattenuti in un’intervista che è stata selezionata per essere trasmessa nel programma “la Scelta – i partigiani raccontano”, uno speciale dedicato alla Memoria dei Partigiani italiani, curato, in occasione del 75° Anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo, dal noto giornalista e conduttore televisivo.
Gilberto Malvestuto, lucidissimo 99enne, ha ripercorso il ruolo avuto nella Brigata Maiella dall’adesione a Sulmona, fino all’ottenimento della Medaglia d’Oro alla Bandiera, conferita proprio nella sua città natale, il 14 novembre 1963 dall’allora Ministro alla Difesa Giulio Andreotti.
La Fondazione Brigata Maiella racconta in anteprima alcuni passaggi estratti dall’intervista che andrà in onda integralmente il 6 maggio 2020 dalle ore 20.30 su Rai Tre.
Malvestuto: Mi chiamo Gilberto Malvestuto, sono nato a Sulmona il 17 aprile 1921. Era di domenica e nevicava, stando al racconto di mia madre. Frequentai le magistrali a Sulmona e lì ebbi il piacere di conoscere la mia futura moglie, Leda Comitis. Nella Brigata Maiella comandavo la sezione mitraglieri: una sezione importante, che fu determinante per la nostra avanzata”.
Lerner: Aveva un nome di battaglia?
Malvestuto: (Si schernisce) Erano l’ambizione di qualcuno, che aveva bisogno di farsi vedere. Noi rifuggivamo certi metodi.
Lerner: Chi era il fondatore e comandante della Brigata Maiella?
Malvestuto: A Torricella Peligna nacque Ettore Troilo nel 1898, fu lui a fondare il primo nucleo della Brigata Maiella, mentre a Montenerodomo c’era un altro Troilo, un omonimo, ma non parente. Ettore era il politico, mentre il militare era Domenico. Era un eroe, un uomo valorosissimo. Quando unirono le forze e passarono a Sulmona li conoscemmo e in seguito confluimmo in massa alla Brigata.
Lerner: l’VIII Armata britannica vi hanno aggregato, vi hanno riconosciuti come facenti parte del loro esercito. È un fatto eccezionale! (Lerner ha insistito molto sull’eccezionalità del riconoscimento ottenuto dagli Alleati). Prima ed unica eccezione, ripetuta successivamente solo per la XXVIII Brigata Garibaldi guidata da Arrigo Boldrini.
Malvestuto: Eravamo dei valorosi. Anche il Luogotenente ci chiese di unirci all’esercito e ci propose il passaggio in blocco, promettendoci di riconoscere tutti i nostri gradi, ma noi eravamo repubblicani.
Lerner: Nel giugno del 1944 sareste state liberi? Perché avete voluto continuare la guerra per andare verso Nord? È l’altra eccezione, il caso raro, che rende il carattere costitutivo della formazione abruzzese.
Malvestuto: Sì è vero, da noi la guerra era finita, ma l’ufficiale della Maiella Claudio Di Girolamo invitò tutti gli ufficiali della Valle Peligna a partire per recarsi a Recanati dove avrebbero potuto proseguire la lotta contro i nazi-fascisti, contro il nemico. E difatti noi ci unimmo ai “vecchi” della Maiella, formando con loro un Gruppo molto saldo. Eravamo una nazione in guerra contro i tedeschi. La nostra ambizione era di andare in soccorso dei “Fratelli del Nord”. Ettore Troilo ci aveva lanciato questa ambizione: proseguire dalla nostra montagna per aiutare i fratelli del Nord e infatti in seguito diventerà prefetto di Milano.
Lerner: Che rapporto avevate con polacchi ed inglesi?
Malvestuto: Ottimo. Quando ci furono i funerali di Anders, a Salerno, fummo invitati a partecipare ufficialmente come rappresentanti della Brigata Maiella. Lungo la fascia adriatica fummo sempre insieme, abbiamo combattuto fianco a fianco nel V Corpo Britannico e nel II Corpo Polacco nell’ambito dell’VIII Armata.
Lerner: Mi parli degli scontri che ha vissuto.
Malvestuto: alle porte di Bologna, negli scontri nella zona del Senio, avemmo una feroce battaglia a Brisighella. Noi la liberammo, sì voglio dire liberare (non occupare) perché occupare significa prendere qualcosa che non è tuo. Invece noi la liberammo perché volevamo restituirgli l’indipendenza. Lì combattei in prima linea coi mitraglieri. Poi si avanzò di nuovo il 19 dicembre a Monte Mauro, dove morì Mario Tradardi, un giudice del Tribunale dell’Aquila che si era arruolato sotto mentite spoglie.
Lerner: Mi lascia il suo ricorso del 21 aprile 1945, quando siete arrivati a Bologna con i ragazzi del II Corpo polacco di Anders?.
Malvestuto: Ne ho un ricordo entusiasmante, perché appena avvicinatici a Bologna, appena messo piede su Via Nazionale la folla si accalcò e ci abbracciò letteralmente. Lì ero stato allievo carrista solo due anni prima. Quell’alba del 21 aprile, tra la folla, una ragazza mi venne incontro e cingendomi mi disse: “Grazie Tenete!”. Chiaramente io pensavo sempre alla mia ragazza, poi diventata mia moglie.