Il “Gruppo Patrioti della Maiella” di Nicola F. Pomponio

Riceviamo

Il “Gruppo Patrioti della Maiella”

 

di Nicola F. Pomponio

 

Il 19 ottobre 1943 in un piccolo paesino dell’Appennino abruzzese arrivarono le SS. Arrivarono in forze sui camion, saltarono da quei camion “come grilli” e si misero a razziare uomini e cose. Una piccola bimba di 9 anni osservava con sgomento la scena mentre, insieme alla madre e alla sorella, fuggiva verso i campi. La guerra era arrivata, brutalmente, a Torricella Peligna, in provincia di Chieti e mentre quella bimba (mia madre) fuggiva, fuggivano anche gli uomini, il vero obbiettivo delle razzie. Tra questi un distinto signore di quarantacinque anni, socialista, ex collaboratore di Giacomo Matteotti a Roma e di Filippo Turati a Milano: l’avvocato Ettore Troilo.

 

Sfuggendo ai tedeschi lui e altri si diressero verso un paese già sotto il controllo alleato non lontano da Torricella: Casoli. In questo paese successero due cose che segnarono la nascita della formazione partigiana. Ettore Troilo dopo uno scontro verbale molto acceso con le autorità inglesi (forte, naturalmente, era la diffidenza anti-italiana) ottenne di poter impegnare dei volontari in operazioni antitedesche con materiale bellico fornito dagli Alleati. Poi a Casoli s’incontrarono Ettore e Domenico Troilo; i due non erano parenti ma il secondo, sottotenente della Regia Aeronautica fuggito da Venaria Reale (Torino) all’armistizio e rocambolescamente rifugiatosi nel suo paese d’origine in Abruzzo, Gessopalena (dove vide sua madre assassinata dai tedeschi in una delle tante stragi, quella di Sant’Agata di Gessopalena), aveva le conoscenze necessarie per organizzare una formazione militare.

Si venne così a creare il nucleo di quindici volontari che, approssimativamente equipaggiati, iniziarono a operare con azioni di ricognizione in un territorio da loro perfettamente conosciuto. Da parte inglese crebbe il riconoscimento verso questi uomini e un lungimirante ufficiale inglese, il maggiore Lionel Wigram (Sheffield, 1907 – Pizzoferrato, 3 febbraio 1944), s’impegnò in prima persona, fino a combattere e morire con loro, per lo sviluppo della “banda”. La storia della formazione è stata ottimamente ricostruita da vari testi. Mi preme sottolineare però alcune particolarità. La “Brigata Maiella” fu del tutto atipica nel panorama resistenziale.

 

Vestita con uniformi inglesi, portavano le mostrine e la bandiera tricolore (senza lo scudo sabaudo!), autonoma da un punto di vista operativo, era inquadrata nel II Corpo d’armata polacco del generale Anders; erano e si ritenevano dei militari (erano forniti di regolare tesserino di riconoscimento bilingue, quello di mio nonno di cui porto orgogliosamente il nome è il n. 852) però con una disciplina alquanto particolare dove il massimo della pena era l’allontanamento dalla possibilità di operare sul campo (cosa che non successe mai); vi si entrava e vi si usciva (anche questo non successe mai) liberamente, non c’erano commissari politici, la formazione era antifascista e repubblicana, ma anche i monarchici potevano aderirvi.

 

L’operatività militare, delegata a Domenico Troilo in virtù della sua esperienza, si dispiegò in una grande epopea che vide i “lupi della Maiella” (come li soprannominarono, con rispetto, i tedeschi) partire dalle montagne d’Abruzzo e risalire la penisola attraverso le Marche (combattendo a Cingoli, Pesaro, Montecarotto), la Toscana (scontrandosi con i tedeschi a Laterina) e l’Emilia-Romagna (battaglia di Brisighella),  entrare (sostengono gli storici) per primi a Bologna e continuare verso Nord fino a congiungersi il 1° maggio 1945, superando le unità americane, con altre formazioni partigiane ad Asiago!

 

In tal modo la “Brigata Maiella” ha stabilito vari primati: unica formazione partigiana a combattere fuori dal proprio territorio d’origine, unica formazione partigiana inquadrata in un esercito regolare, mai nessun abbandono, prima formazione partigiana a cantare “Bella Ciao”. Partiti da Casoli in 15 (tra cui un gigante russo di origine siberiana) alla cerimonia di scioglimento a Brisighella (Bologna), il 15 luglio 1945 la formazione contava ben 1326 uomini con 55 morti, 19 prigionieri (di cui 3 uccisi), 151 feriti di cui 36 mutilati. La metà dei caduti erano contadini, gli altri studenti, commercianti, operai, ex militari, artigiani. Ma l’epopea “maiellina” non finì quel giorno a Brisighella. Ettore Troilo fu l’ultimo prefetto nominato a Milano dal CLN e rimosso, nonostante la strenua difesa che di lui fece Gian Carlo Pajetta, dal ministro degli Interni Scelba il 4 dicembre 1947.

 

E fu proprio Pajetta ad accostare nel 1990 la Brigata Maiella ai Mille di Garibaldi che tornavano ripercorrendone la strada ma dal sud a nord. Però Ettore Troilo aveva un altro dono particolarmente diffuso in Abruzzo: la testardaggine. Terminata la vicenda resistenziale si adoperò per venti anni a far ottenere ai suoi uomini quanto Umberto di Savoia, a cui nessuno dei suoi giurò fedeltà, sebbene non richiesto, aveva promesso: la Medaglia d’oro al valor militare. Si dovette attendere il 2 maggio 1965 quando l’allora ministro della Difesa, Giulio Andreotti, finalmente conferì l’onorificenza rendendo il “Gruppo Patrioti della Maiella”, l’unica formazione partigiana a fregiarsi di questo riconoscimento, per tacere delle onorificenze polacche “Virtuti militari” assegnate a singoli. Oggi due lapidi segnano idealmente la storia della formazione: una a Torricella Peligna ricorda il rastrellamento da cui ebbe origine il tutto, l’altra a Brisighella ricorda il giorno dello scioglimento; in mezzo, idealmente, vi è il sacrario dei caduti a Taranta Peligna (Chieti) visitato nel 2001 da quello che era stato un giovane ufficiale in fuga verso le linee britanniche e passato da Casoli, Carlo Azeglio Ciampi.

 

Un’ultima annotazione, ma fondamentale. I “maiellini” possedevano una visione dello scontro diametralmente opposta a quella nazista; la guerra non era fatta con odio, non si doveva odiare il nemico, lo si combatteva, strenuamente, ma non lo si odiava. C’è un episodio significativo. Si svolge sul torrente Sintria, vicino a Brisighella. C’è uno scontro con i tedeschi, un loro sottufficiale resta ferito e i suoi camerati non lo soccorrono perché nella terra di nessuno. Quattro partigiani lo vanno a salvare e uno di loro viene ucciso dai tedeschi. Penso che questo episodio renda ragione del modo di combattere della Brigata Maiella. Questo combattere senza odio ritorna nelle parole di Domenico Troilo (la cui madre, ricordo, era stata uccisa con una sventagliata di mitra in faccia). Allo storico che lo intervistava per scrivere un libro sulla formazione disse: “Che non sia una cosa eroica, perché noi non eravamo eroi” e in tempi in cui la parola eroe è talmente usata da diventare insignificante, questa ritrosia, orgoglio, assenza di retorica è una boccata d’aria pura come l’aria che si respira su quei monti dove tutto ebbe inizio.




Teramo. Prefettura: il saluto del Prefetto Graziella Patrizi in occasione del 75° Anniversario della Liberazione.




Celebrazioni commemorative a Pineto per il 25 aprile in linea con il DPCM

PINETO. Anche Pineto celebrerà domani, 25 aprile 2020, la Festa della Liberazione, seppur tenendo conto delle prescrizioni previste nel DPCM per il contenimento del Covid-19. In mattinata, alle 10, il sindaco, Robert Verrocchio, deporrà una corona d’alloro alla lapide commemorativa in piazza San Silvestro a Mutignano per ricordare le nove vittime, cinque adulti e quattro bambini, morti a seguito di una bomba sganciata il 24 marzo 1944, alla presenza della presidente della sezione di Pineto dell’ANPI e del presidente del gruppo pinetese dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (ANMI), quindi solo con alcuni rappresentanti delle associazioni, come previsto dalla circolare del 17 aprile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al termine, alle ore 12, ci sarà una diretta sulla pagina Facebook “Comune di Pineto” con un momento musicale a cura di gruppo composto da musicisti di Pineto ovvero: Mauro Di Ruscio, Carlo Di Silvestre, Sylvia Pagni, Graziella Guardiani, Massimo Di Rocco, Alex Di Rocco, Luca Mongia, Matteo Di Rocco, Fabio Mariani, Antonella Centorame, Federica Di Rocco e Guerino Marcheggiani, i quali proporranno il canto della resistenza “Bella Ciao”. Il video sarà replicato sui social anche alle ore 15. Sempre alle 15, l’ANPI di Pineto, presieduta da Rita Trincheri, proporrà l’iniziativa dell’ANPI nazionale che prevede, alle ore 15, l’ora in cui ogni anno parte a Milano il grande corteo nazionale, l’esposizione dalle finestre o dai balconi del tricolore e a intonare “Bella Ciao”.
 “Anche quest’anno, nonostante l’emergenza epidemiologica legata al Covid-19 e le relative disposizioni ministeriali – dichiara il Sindaco di Pineto, Robert Verrocchio – abbiamo deciso di celebrare questa importante ricorrenza per il nostro Paese. Quest’anno ricorre il 75esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo e seppur in maniera diversa e simbolica abbiamo deciso di fare la nostra parte ricordando i nostri concittadini che hanno perso la vita in quegli anni e in particolare i bambini che videro interrotto il loro futuro a causa di una bomba che colpì Mutignano. In questi giorni così difficili commemorare aiuta ancora di più a sentirci uniti, orgogliosi della nostra democrazia e dei valori costituzionali che regolamentano le nostre vite. Una ricorrenza che ci aiuta a riflettere anche sulla guerra dei nostri giorni, quella contro il Covid-19, dalla quale auspichiamo presto una liberazione e come la storia insegna, sicuramente arriverà con l’impegno di tutti. Ringrazio i musicisti che si sono lasciati coinvolgere nelle iniziative proposte, il gruppo pinetese dell’AMNI e la locale sezione dell’ANPI per la preziosa collaborazione”.
 “La sezione ANPI di Pineto – dichiara la Presidente Rita Trinchieri – anche se in una situazione di emergenza sanitaria, economica e sociale tanto difficile e dolorosa per il nostro Paese e per il mondo intero ritiene importante far sentire la propria voce nella giornata dedicata alla Liberazione per non dimenticare le migliaia di uomini, donne e bambini che hanno rischiato e perso la vita per liberare l’Italia dai violenti crimini della dittatura fascista di Mussolini e dalla sanguinaria occupazione nazista che hanno causato tante vittime innocenti. Noi partigiani e antifascisti dell’ANPI ribadiamo quanto sia fondamentale non dare per scontato ciò di cui oggi godiamo: la Libertà va difesa ogni giorno, i diritti acquisiti vanno rinvigoriti continuamente e abbiamo il dovere di trasmettere i valori della Liberazione ai giovani perché c’è chi, in modo spudoratamente scoperto o strisciante, con un sottile lavaggio del cervello o attraverso atti pubblici mascherati da pericolosa propaganda cerca di smantellare i principi fondamentali del vivere civile. La nostra sezione Anpi aveva organizzato, per questa occasione, due giornate di riflessione sull’orgoglio che ci viene dal 25 aprile purtroppo rinviate a causa dell’emergenza da Coid-19. Abbiamo però aderito all’iniziativa dell’ANPI nazionale che prevede, alle ore 15, l’ora in cui ogni anno parte a Milano il grande corteo nazionale, l’esposizione dalle finestre o dai balconi del tricolore e a intonare “Bella Ciao”. Momenti di riflessione e filmati per i ragazzi delle scuole medie e per tutti noi che ci sentiamo ogni giorno dalla parte dell’accoglienza, della solidarietà, dell’antifascismo. Grazie e onore ai partigiani, ai compagni, ai cittadini, alle donne, ai bambini, agli internati militari italiani deportati nei lager nazisti, a coloro che scegliendo da quale parte stare, con sacrificio hanno lottato contro il fascismo e sofferto con generosità e altruismo per noi tutti. W il 25 aprile W l’Italia liberata”.



Teramo. Comune: il 75° anniversario della Festa della Liberazione anche sulla pagina Facebook

Celebrazione del 25 aprile – 75° anniversario della Festa della Liberazione

Comune di Teramo, logo

Il Sindaco di Teramo ha chiesto ed ottenuto dalla Prefettura l’autorizzazione a svolgere, pur nelle modalità consentite dai provvedimenti governativi adottati per il contenimento della diffusione del virus Covid-19, una cerimonia per onorare la ricorrenza del 75^ Anniversario della Liberazione, in calendario per domani 25 aprile. Il Sindaco D’Alberto ringrazia il Prefetto per aver dato l’assenso alla richiesta, con ciò manifestando ancora una volta attenzione e sensibilità per il nostro territorio.

In rappresentanza delle Associazioni partigiane e combattentistiche sarà presente il Presidente A.N.P.I. di Teramo.

 

Il programma è il seguente:

– al fine di confermare la consueta tradizione, alle ore 10.00 il Sindaco e il Presidente A.N.P.I. sosteranno per qualche minuto di raccoglimento in onore al Monumento al Partigiano, sito presso i giardini della Madonna delle Grazie.

– alle ore 10.30 il Sindaco, accompagnato da 2 vigili della Polizia Locale in Alta Uniforme recanti il Gonfalone della Città, si recherà presso il Monumento ai Caduti in Viale Mazzini dove deporrà la corona e formulerà un breve saluto istituzionale.

 

Al fine di rendere partecipe la cittadinanza, verrà effettuata la diretta della cerimonia sul social network Facebook, denominata “Comune di Teramo”.




Giulianova. 25 aprile: Il Cittadino Governante su Facebook dalle ore 12:00 alle 15:00

IL CITTADINO GOVERNANTE VI DA’ APPUNTAMENTO SULLA PROPRIA PAGINA FACEBOOK DOMANI 25 APRILE, IN DIRETTA, ALLE ORE 12.00 E ALLE ORE 15.00

Anche quest’anno festeggiamo il 25 Aprile, Festa della Liberazione. Liberazione dal fascismo, dall’invasione nazista, dalla guerra.
L’Italia attraverso la resistenza e la lotta partigiana riconquistò la libertà e pose le fondamenta per la costruzione della Repubblica democratica e antifascista.
Gli italiani decisero di darsi una Costituzione democratica e antifascista, arricchita da importanti e irrinunciabili valori.
Da lì ebbe inizio la ricostruzione della Nazione. Tanti sono stati i risultati conseguiti sul piano civile, sociale ed economico; tanti sono gli obiettivi indicati dalla Costituzione ancora da conseguire pienamente.
Da qui l’attualità della ricorrenza del 25 Aprile.
La Festa della Liberazione 2020 capita, purtroppo, durante un’emergenza sanitaria che sta mettendo in difficoltà individui e comunità intere; ma a maggior ragione è importante confermare i valori della libertà, della democrazia, della giustizia sociale e della pace e proseguire il cammino verso un mondo migliore.
Il Cittadino Governante vi dà appuntamento sulla propria pagina facebook domani, 25 Aprile 2020, alle ore 12.00, in diretta, per la celebrazione della Liberazione con comunicazioni del Prof. Enzo Fimiani e del Prof. Carlo Di Marco e con la partecipazione di numerosi cittadini e, a seguire, sempre in diretta, alle ore 15.00, per cantare insieme Bella Ciao in adesione all’iniziativa promossa dall’ANPI.

 




Teramo. UNITE: la “nostra” radio per il 25 aprile 2020

#25aprile2020allaradio

Teramo, 24 aprile 2020 – Con una maratona di letture su RafioFrequenza, l’Università di Teramo celebra la ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione d’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista e anniversario della Resistenza partigiana.

Bandiera Italiana foto archivio di Walter De Berardinis

Il programma è stato organizzato dalle Facoltà di Scienze politiche e Scienze della Comunicazione, con il coordinamento di due storici contemporanei dell’Università di Teramo, Pasquale Iuso e Andrea Sangiovanni.

Domani, sabato 25 aprile, a partire dalle ore 15.00, sulla Radio dell’Università di Teramo FM 102/101.3 o sul sito www.rfrequenza.it si potranno seguire i docenti e i numerosi studenti che si alterneranno nella lettura di brani scelti tratti dai volumi: Autobiografia di Maria Teresa Regard, Diario del caporale abruzzese Andrea Andreone a cura di Marco Andreone, Un uomo ordinato, un dizionario del partigiano anonimo di Angelo Del Boca, La mia Resistenza. Storia di una giovinezza di Claudio Pavone, Libere sempre di Marisa Ombra.

Durante il programma ci saranno inoltre interventi di Francesca Fausta Gallo, Piero Nicola Di Girolamo, Andrea Ciccarelli, Marco Andreone e Chiara Donati che parleranno del valore della Resistenza e della Liberazione dopo 75 anni, di come si sono trasformate nel dopoguerra le aspirazioni a una società libera e giusta ma anche della pratica della resistenza in tempo di pace, dello studio del diario come simbolico “passaggio di testimone” tra generazioni, per finire in musica con Bella ciao, la storia della canzone e il suo adattarsi al tempo in cui viene cantata.




Milano. 75° Anniversario della Liberazione

Raccontiamo la Resistenza

Milano, 25 aprile 2020. La Fondazione Memoria della Deportazione partecipa alla campagna social #RaccontiamolaResistenza guidata dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri per la grande festa del 25 aprile, che vedrà una maratona Facebook dalle 9 alle 21, in collaborazione con i canali web di Rai Storia e del Corriere della Sera.  Leggi tutto.

La memoria del 25 aprile e la scuola

Melfi, 25 aprile 2020. In diretta Facebook dal Comune di Melfi dalle ore 11.00 alle ore 13.00, la Fondazione Memoria Deportazione interviene sul tema La memoria e la scuola col prof. Massimo Castoldi, autore del libro Insegnare libertà. Storie di maestri antifascisti (Roma, Donzelli).  L’iniziativa è organizzata dal Comune di Melfi, in collaborazione con ANPI, Fondazione Francesco Saverio Nitti e Associazione Francesco Saverio Nitti.  Leggi tutto.

La storia siamo noi… nessuno si senta escluso!

Bologna, 28 aprile 2020. Dalle 15.30 alle 18. Iniziativa di restituzione in videoconferenza degli studenti del Liceo Laura Bassi sui progetti di lavoro su Memoria, deportazioni e storia svolti durante  l’anno scolastico in corso. L’incontro sarà coordinato dalla prof. Luchita Quario (responsabile del Progetto Memoria e Diritti).   Leggi tutto.




Articolo Uno Abruzzo / Teramo: vergogna ed oltraggio sulla Città di Giulianova

Una Città, quella di Giulianova, fervente antifascista già dagli anni venti del secolo scorso e che ha donato un grande tributo di sangue per la liberazione della nostra Nazione, facendola libera Repubblica democratica e piangendo i sacrifici di tantissime famiglie giuliesi, deve ascoltare le offensive ed oltraggiose elucubrazioni del Consigliere di maggioranza Paesani, il quale non aspetta altro, il giorno del 25 aprile, di mostrare le sue parti intime a coloro che nel giorno della Liberazione intoneranno i canti che contraddistinsero gli estremi sacrifici di chi col sangue ha pagato per dare diritto di parola a soggetti come questi.

Logo Articolo Uno

Di certo, un Sindaco che dichiara che dei “decreti se ne frega” non è di buon esempio ai violenti spiriti di alcuni consiglieri che di contro si sentono autorizzati a comunicare qualsiasi cosa passa per la testa perché si gode di una sorta di “immunità” e sul quale ci aspetteremmo un pronunciamento del Prefetto.

Articolo Uno Abruzzo
Articolo Uno Federazione di Teramo




Montorio al Vomano. ANPI: rinascere, uniti!

Rinascere, uniti!

Un 25 aprile se non unico, sicuramente particolare in questo 2020. Piazze vuote e cortei virtuali nel 75° anniversario della Liberazione del nostro paese dal nazifascismo. Una comunità nazionale distanziata, a causa dell’emergenza sanitaria pandemica COVID 19, ma più che mai unita nella giornata più significativa per lo Stato e per noi cittadini italiani, che, in questi mesi drammatici abbiamo dimostrato coesione e maturità, rispetto ad una problematica inaspettata e urgente, che esige una presa di coscienza nuova e apre una serie di interrogativi per il futuro prossimo, che dovranno riguardare, non solo la riprogrammazione di una nuova gestione dell’economia mondiale, più sostenibile e attenta alla salute del pianeta terra; ma, sulla scorta dell’esperienza attuale di isolamento, gestito per lo più in maniera attenta e resiliente da tutti noi, rivedere la quotidianità dei  rapporti umani, troppo spesso trascurata, a causa dei ritmi lavorativi frenetici e da un’esistenza consumistica basata sull’effimero.

Quest’anno abbiamo la possibilità di passare un 25 aprile che ci faccia riflettere, alla luce di quella esperienza umana, civile e bellica che è stata la Resistenza italiana, che ha restituito la libertà e i diritti civili al nostro paese e fatto germinare i semi dei valori tradotti successivamente nella stesura della Carta Costituzionale, rivedendo i nostri comportamenti verso l’ambiente, verso i nostri cari e il prossimo, e non lasciarci scappare questa nuova opportunità di rinnovamento per tutta la società mondiale in crisi e per un pianeta malato, che si sta facendo sentire. Due fattori che impongono un immediato cambiamento di rotta rispetto alle priorità sia della politica, che dell’economia e che rimetta in primo piano, non solo le comunità, ma l’individuo in quanto tale, con l’obbligo di convivere in maniera rispettosa e non impattante con l’ecosistema terrestre.

Che sia un 25 aprile di rinascita e di unione, con l’invito dell’A.N.P.I. Nazionale, a stare affacciati alle nostre finestre e ai nostri balconi, sabato dalle 15.00 in poi (https://www.anpi.it/articoli/2306/la-grande-piazza-virtuale-del-25-aprile-il-programma), rinnovando il nostro antifascismo e traducendolo in coesione sociale, rifiuto degli egoismi, solidarietà, aiuto ai più deboli e buone pratiche quotidiane.

Diceva il sacerdote partigiano Don Gallo, “Nessuno si libera da solo, ci si libera insieme!”.

E insieme e uniti supereremo questo momento difficile, ripensando il nostro avvenire diverso e migliore.

Buona Festa della Liberazione.

 

                                                                                               Presidente A.N.P.I.

                                                                                                Sezione Montorio al Vomano

                                                                                               “Donato Di Giammarco e Giuseppe Valentini”




Giulianova. Alessandro D’Ascanio, quel tragico 22 aprile

Il 22 aprile di sangue, 104 anni fa moriva il fante Alessandro D’Ascanio
Nasce il 10 marzo 1892, alle ore 11:15, nella casa posta in Via per Mosciano, al civico 82, dal 26enne Domenico e da Elisabetta Cipolletti.

Alessandro D’Ascanio

Sarà l’Assessore Apollo Caravelli a registrare il bambino insieme ai due testimoni: il 39enne, Emidio Paolone e il 24enne, Alfonso Nespeca, contabile. Il 16 aprile 1912 viene giudicato idoneo dal distretto militare di Teramo. Il 16 agosto chiede ed ottiene il passaporto per New York e il 6 settembre s’imbarca da Napoli sulla “Konig Albert” e (costruita da “A/G Vulcan Shipyard” di Stettin, in Germania nel 1899, per 2.175 passeggeri (257 prima classe, 119 in seconda e 1799 in terza), di proprietà della Lloyd in Germania del Nord, con servizio da navale da Bremerhaven a Yokohama e dopo il 1903, da Bremerhaven a New York; successivamente al 1905 anche il servizio dal Mediterraneo per New York.

Lapide del Duomo di Giulianova

Allo scoppio della 1° Guerra Mondiale, viene requisito dalla Regia Marina Militare, cambiando nome in “Ferdinando Palasciano” (la più grande unità ospedaliera in mare). Alla fine della guerra fu trasferita alla Navigazione Generale Italiana Line, con il nome “Italia”, nel 1926 fu demolita a Genova) sbarca il 20 settembre a New York. Il 20 luglio 1913 viene chiamato alle armi ma non si presenta perché all’estero. Il 1 giugno 1915, all’indomani dello scoppio della Grande Guerra non si presenta, ma il 4 agosto, rientrato nel Regno, si presenta al distretto militare di Teramo. Il 5 agosto viene destinato al 13° Reggimento Fanteria – Brigata Pinerolo, nella sede de L’Aquila. Partecipa alla 2° battaglia dell’Isonzo (dal 18 luglio al 3 agosto) e alla 3° battaglia dell’Isonzo (dal 18 ottobre al 4 novembre 1915). Per l’indebolimento della Brigata “Acqui”, il fante D’Ascanio, viene inviato con altri al 18° Reggimento Fanteria – 8° compagnia e il 21 marzo 1916 torna in prima linea per difendere la zona di Selz, con pesanti perdite. Nella notte tra il 21 e il 22 aprile viene dato l’ordine alla 5° compagnia del 18° di prepararsi all’attacco, ma dalle baracche partirono urla di contestazione e si udirono degli spari, il Comandante della Brigata, il Colonnello Benedetto Ruggieri, intervenne pesantemente, nonostante i 4 soldati furono disarmati, tre furono fucilati sul posto (il 4 soldato fuggì o non fu fucilato). I tre uomini uccisi erano gli stessi commilitoni con cui D’Ascanio aveva combattuto nella “Pinerolo”, poi trasferiti il 26 marzo. Alle 14,40, mentre attaccava una trincea in località “Cave di Selz” (Alpi Giulie-Isonzo-basso Friuli), il fante D’Ascanio veniva colpito mortalmente da una pallottola nemica e successivamente sepolto sul posto. Sarà il Tenente Giulio Cardone (originario di Chieti, fu promosso nel 1925 Capitano) a trascrivere l’atto di morte con i seguenti testimoni: il Sergente Modesto Fanfarillo, il Sottotenente Francesco Struppa e il Comandante Colonello, Benedetto Ruggieri (concluderà la carriera come Generale di Brigata e il 1 marzo 1925 diventerà Giudice effettivo del Tribunale Supremo Militare). Il 20 giugno, dopo pochi mesi dalla sua morte, arriverà a Giulianova la notizia ufficiale della sua morte.

Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti della Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del giovane giuliese: guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra 1917; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918.