Giulianova. Gaetano Stacchiotti, l’Alpino resuscitato.

di Walter De Berardinis
Nasce a Giulianova il 27 marzo 1897, alle ore 08:12, nella casa posta in Via Provinciale, dal 27enne Luigi e Rosaria Marcone. Il nascituro sarà registrato all’anagrafe il giorno successivo dall’Assessore Apollo Caravelli, alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone e Raffaele Del Nunzio, entrambi benestanti. Con la famiglia si trasferisce a Mosciano Sant’Angelo. Il 6 maggio 1916 viene convocato a visita di leva nel distretto militare di Teramo e il 21 settembre viene chiamato alle armi. L’11 ottobre giunge nel deposito del 5° Reggimento Alpini – Battaglione “Vestone” e il 14 ottobre raggiunge la prima linea. Il Battaglione, reduce dalla conquista del Monte Rombon, si trasferisce sull’Altipiano dei Sette Comuni (Prealpi Vicentine). Il 10 giugno 1917, durante la battaglia del Monte Ortigara (dal 10 al 29 giugno), attraversando la Valle dell’Agnella, intorno a quota 2.000, il povero Stacchiotti scompare. Il comando, il 14 settembre, non avendo avuto notizie del giovane giuliese, viene dichiarato disperso nella battaglia. La notizia giunse a Giulianova dove la famiglia già stava piangendo un altro figlio, Giovanni (Giulianova, 25 maggio 1893), morto a Ronchi il 20 ottobre 1916. Al termine della guerra, forse perché prigioniero degli austroungarici, ricompare al deposito del 5° Reggimento Alpini e il 2 settembre 1919 il distretto militare di Teramo cancella sul suo ruolo matricolare la morte presunta. Il 16 aprile 1920 viene congedato. Il 26 novembre gli viene rilasciato il passaporto valido per l’espatrio a New York, ma poi cambierà idea perché si trasferirà in Argentina. I nomi dei due fratelli morti verranno trascritti: sul libro “I Salmi della Patria” edito nel 1921 dal giornalista Francesco Manocchia; sulla lapide del Duomo e nella foto-ricordo di tutti i caduti. Per svelare l’arcano bisogna attendere il 24 giugno 1977, quando a Béccar, comune dell’area metropolitana di Buenos Aires in Argentina, muore all’età di 80 anni il redivivo Gaetano.
Il suo nominativo, tramite delle schede da compilare da parte dei comuni, fu comunicato al censimento nazionale per l’Albo d’Oro “Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918, ma la commissione nazionale in collaborazione con l’ufficio statistico del Ministero (retto dal Tenente Colonello Medico, Luigi De Berardinis) ritenne di scartare la richiesta perché il militare era ancora in vita.
Gaetano prese comunque tre encomi: Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia, la Medaglia Interalleata della Vittoria e delle campagne di guerra 1916, 1917 e 1918. #unitiperlapatria



Mosciano. Alfonso Toscani, cugino di mia madre Margherita

Alfonso Toscani (2° di 5 figli: Elena, 1909; Gaetano, 1916; Renato, 1920; Grazia, 1923 e Norina, 1925), cugino di mia madre Margherita. Nasce a Mosciano Sant’Angelo il 24 marzo 1912, da Alessandro (Mosciano, 14 ottobre 1883 / Mosciano, 8 marzo 1952) e Angela Ferroni. Il 27 settembre 1932 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel Distretto Militare di Teramo. Il 2 marzo 1933 entra volontario nella Regia Aeronautica Militare come aviere scelto radiotelegrafista, nella scuola di specialità di Napoli – Capodichino. Il 9 dicembre viene inviato all’aeroporto di Elmas in Sardegna. Il 15 luglio 1934 viene promosso Aviere scelto radiotelegrafista. Il 24 marzo 1936 entra nella 141° squadriglia aerea autonoma di Cadimare a La Spezia. Il 9 giugno parte per l’A.O.I. – Africa Orientale Italiana e sbarca a Zula (Asmara) – Eritrea e il 22 giugno aggregato alla 141° squadriglia Africa Orientale, sempre a Zula; settore nord – Cant Z 501 al comando di Casimiro Babbi. Il 20 aprile 1937 viene aggregato alla 19° squadriglia Africa Orientale di Asmara; parte del 28° Gruppo / XXVIII Bombardieri con il Savoia-Marchetti S.M.81. Il 1 luglio passa in forza all’aeroporto di Gura. Il 31 agosto a Gondar e il 16 giugno torna a Gura. Il 5 novembre 1938 viene nominato Sergente radiotelegrafista. Il 24 marzo 1939 s’imbarca ad Asmara per tornare in Italia al porto di Napoli il 31 marzo. Per l’attività svolta in Africa Orientale riceverà: il distintivo della medaglia commemorativa con la Gladio romano per aver partecipato alle attività di Polizia Coloniale a diretto contatto con il nemico (ordine del giorno n° 3 del Comando Superiore dell’Aeronautica Militare in Africa Orientale) e la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: “Aviere marconista a bordo di apparecchi plurimotori, durante i cicli operativi dell’Amara confermava, in 338 ore di volo, il suo valore di specialista e di soldato impegnato in numerosi bombardamenti a bassa quota, oltre che assicurare con perizia il collegamento radiotelegrafico, rivaleggiava con altri per spirito di combattività e per alto attaccamento al dovere (B.U.A.M. 1939 disp. N° 9, pag. 234 del 4 marzo 1939)”. Il 1 aprile gli vengono concessi 60 giorni di licenza e trasferito nei ruoli matricolari dell’aeronautica militare con servizio attivo nel 43° stormo B.T. di Cameri. Il 30 maggio rientra al Comando nel 13° stormo all’aeroporto San Damiano – Piacenza. Il 20 giugno 1940 diventa Sergente Maggiore telegrafista. All’indomani della dichiarazione di guerra del 10 giugno, Alfonso, parteciperà, tra il 12 e il 13 giugno, all’attacco aereo sulla Francia meridionale, Tunisia e Corsica, colpendo: Saint-Raphaël, Hyères, Biserta, Calvi, Bastia e la base navale di Tolone. Il 10 settembre nasce il C.A.I. – Corpo Aereo Italiano (prese parte con la Luftwaffe alla Battaglia d’Inghilterra), comandato dal Generale di Squadra Aerea, Rino Corso Fougier, il Sergente Toscani sarà inquadrato nel 43° Stormo Bombardieri Terrestri – Fiat B.R. 20M (comandato dal Colonello Luigi Questa), 99° gruppo (comandato dal Maggiore Gian Battista Ciccu), 243° Squadriglia (5 aerei – comandati dal Capitano Agnello). Il 27 settembre, dopo giorni di rinvii per le avverse condizioni meteo, il corpo aereo parte per trasferirsi in Belgio. Alle ore 11,00, le due squadriglie, si sollevano dalla pista di Cameri con direzione di volo: Cameri, Trento, Innsbruck, Monaco, Francoforte, Bruxelles, Chièvres (base per le incursioni aeree verso l’Inghilterra). Su uno dei Fiat Br 20M prendono posto (5 aerei per squadriglie): Capitano Pilota, Edoardo Agnello (Palermo, 19 ottobre 1911 / Torino, 25 dicembre 1995); il Sottotenente, Enrico Ribezzo (Barge (Cuneo), 6 agosto 1919 / Lomazzo (Como), 29 aprile 1967); il Sergente Maggiore Marconista, Alfonso Toscani; Sergente Maggiore Armiere, Renato Biagini (Ravenna, 13 febbraio 1911); Sergente Maggiore motorista, Tarcisio Buso (figlio di Pietro e Lucia Braidotti, nato a Palmanova, 23 dicembre 1913 – residente a Novara). All’altezza di Monaco di Baviera, per un banco di nubi, il Fiat B.R. 20M viene investito da forti correnti ascendenti a causa dei quali i due piloti perdevano il controllo del velivolo, per poi precipitare a Schleefeld nella zona di Monaco di Baviera incendiandosi. Si salvano solo i due piloti, lanciandosi con il paracadute, dopo aver dato l’ordine di abbandono e aperto contemporaneamente la cabina di comando. Il 30 settembre, nel Cimitero Militare Italiano di Monaco di Baviera – Waldfriedhof, che già conservava i caduti italiani della 1° Guerra Mondiale (morti nei campi di concentramento tedeschi), si svolgevano i solenni funerali di stato alla presenza delle autorità tedesche e italiane. Sarà il nuovo comandate della 243° squadriglia, il Capitano Pilota Agostino Rabino, a rendere gli onori militari alla famiglia inviando l’album fotografico dei solenni funerali con questa frase: “…con le più sentite condoglianze e il ricordo imperituro di tutta la Squadriglia per i gloriosi scomparsi”. Dalla base aerea di Chièvres (territorio belga occupato dai tedeschi, ndr), 28 ottobre 1940, XIX E.F.. #unitiperlapatria



Giulianova. Abramo Brandi, il “nostro” Hemingway giuliese.

 di Walter DE BERARDINIS
Nasce a Colonnella il 7 marzo 1884, alle ore 12:00, da Luigi (1846/1930) e Filomena Falà (nativa di Nepezzano nel 1852, era figlia di Antonio e Splendora Stacchiotti). Fu registrato all’anagrafe dal Sindaco funzionario, Pasquale Barnabei e dai due testimoni: Giampietro Rotini, 47enne “trafficante” e Domenico Rossi, 34enne, calzolaio. La coppia si trasferisce a Giulianova. La famiglia aveva altri figli: Domenico, 1892/1975; Raffaele, 1877/1878; Addolorata, 1879; Antonio, 1881/1898 e Maria 1890. Purtroppo, nonostante approfondite ricerche, non sono riuscito a trovare il primo foglio matricolare che sicuramente doveva iniziare dalla data di chiamata alla visita di leva, nel 1904. Il 9 aprile 1906 parte da Napoli con la nave “Lazio” (Costruita dalla “Palmer’s Shipbuilding & Iron Company” di Newcastle in Inghilterra nel 1899, con 2270 passeggieri di capienza, di cui 70 in prima classe, per conto della “British Shipowners Limited”, chiamata “British Princess”. Nata per fare servizio da Anversa a New York, fu ceduta alla Navigazione Generale Italiana Line nel 1906 e ribattezzata “Lazio”, sempre per il tratto Napoli-New York), per sbarcare il 24 marzo a New York. Nel 1914, il 22 agosto, rientra in patria, per convolare a nozze con la 21enne Barbara Galiffi, figlia di Domenico e Angela Tarquini. I testimoni del lieto evento saranno: il giovanissimo Gaetano Capone Braga e i testimoni: Camillo Franchi, 58anni portalettere e Francesco Crocetti, 68anni muratore. Allo scoppio della Grande Guerra viene chiamato alle armi. Purtroppo non possiamo risalire alle attività militari dal 1915 agli inizi del 1917, per mancanza di documentazione. Però abbiamo trovato un ferimento da scheggia di granata nel combattimento di Monfalcone del 22 ottobre 1915. Probabilmente, con il decreto Luogotenenziale del 12 luglio 1917, fu richiamato in servizio perché il 26 luglio gli viene riconosciuta l’abilità fisica. Il 9 agosto entra nel 201° Battaglione Mobilitato. Il 13 dicembre ritorna in prima linea con il 118° Reggimento Fanteria – Brigata “Padova”, nelle zone di Fossalta, Losson e Prolongo. Il 23 dicembre, dopo essere stato ferito gravemente nell’ennesimo scontro, muore nella 29° sezione di Sanità, nella frazione di Fornaci. L’anno dopo, nello stesso posto del povero Brandi, veniva curato un giovane soldato americano, Ernest Hemingway. Volontario nell’ospedale della Croce Rossa, rimase ferito a Fossalta (probabile anche Brandi), venne curato nelle scuole di Fornaci dove era stato allestito una sezione della sanità. La storia di questa vicenda, appena narrata, è stata ben rappresentata nel libro “Addio alle armi” e dai due film tratti dallo stesso: il primo del 1932 con Gary Cooper e Helen Hayes e il secondo, nel 1957, con Rock Hudson, Jennifer Jones e il “nostro” Vittorio De Sica, quest’ultimo nei panni del Maggiore Alessandro Rinaldi.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti della Grande Guerra, ma totalmente ignorato sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”.
3 le medaglie alla memoria del giovane giuliese, nonostante il suo foglio matricolare risulti incompleto in alcune parti: guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra 1917; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918



Giulianova. Annullata la presentazione del libro “Ozio Coatto” di Giuseppe Lorentini

Segnalazione evento con una delegazione tedesca annullato

La presentazione del libro “Ozio Coatto – storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944)”, prevista per lunedì 23 marzo 2020, ore 18,00, in Sala Buozzi a Giulianova alta, viene rimandata a data da destinarsi. Uno dei relatori e la delegazione tedesca in visita nella provincia di Teramo dal 23 al 29 marzo, causa Coronavirus, rimane bloccata in Germania. L’evento vedeva la partecipazione anche dei comuni di: Giulianova, Tortoreto, Nereto, Corropoli, Civitella del Tronto, Tossicia, Isola del Gran Sasso, Notaresco e Casoli (Chieti), sede durante la seconda guerra mondiale di campi d’internamento fascisti. Ringraziamo il Comune di Giulianova e il Comune di Casoli (CH) per la disponibilità a collaborare all’iniziativa storica. In attesa di tempi migliori verrà riproposta con le stesse modalità.

Il curatore dell’evento

Walter De Berardinis  

Giulianova (TE): In occasione dell’avvicinarsi del 75° anniversario della fine della 2° Guerra Mondiale (1945-2020), e a due mesi dall’inaugurazione della mostra storico-documentaria “I campi di concentramento fascisti in Abruzzo dal 1940 al 1943” presentata a Casoli (CH), l’Archivio Storico “De Berardinis” in collaborazione con il Comune della Città di Giulianova, Italico Onlus, l’Archivio di Stato di Teramo e la Liberation Route Europe, e con il patrocinio dei Comuni di Nereto, Notaresco, Tossicia, Isola del Gran Sasso, Corropoli, Civitella del Tronto, Tortoreto e Casoli, che furono sede di campi di concentramento fascisti durante la Seconda guerra mondiale, presenterà il libro recentemente pubblicato dall’editore Ombre corte di Verona dal titolo “L’ozio coatto”. Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944) di Giuseppe Lorentini, responsabile e curatore del Centro di documentazione on line campocasoli.org.

L’appuntamento (annullato) presso la Sala “Bruno Buozzi” di Giulianova. Sarà l’occasione per discutere insieme all’autore con la partecipazione dei relatori Francesco Di Cintio, Monica Martelli e Walter De Berardinis, sull’internamento civile fascista, che interessò molto da vicino l’Abruzzo: i campi di concentramento in regione, infatti, furono ben 15 su un totale di 48 nell’intera penisola e 63 furono le “località di internamento libero” che il regime fascista istituì durante la Seconda guerra mondiale tra il 1940 ed il 1943. Città Sant’Angelo, Casoli, Chieti, Istonio Marina (oggi Vasto), Lama dei Peligni, Lanciano, Tollo, Civitella del Tronto, Corropoli, Isola del Gran Sasso, Nereto, Notaresco, Tortoreto alto, Tortoreto stazione (oggi Alba Adriatica), Tossicia, furono le località individuate per la reclusione di ebrei, zingari, oppositori politici, sudditi nemici, civili “ex jugoslavi” deportati dalle terre d’occupazione italiana in Jugoslavia.

Nonostante questa diffusa presenza sul territorio, è soltanto da poco più di una ventina d’anni che il dato storico dell’esistenza di campi di concentramento fascisti per l’internamento civile è diventato oggetto di approfondimento storiografico, benché i luoghi e le biografie degli internati che vi furono relegati siano ancora avvolti nell’oblio.

Per questo motivo si porterà come esempio il grande lavoro di recupero della memoria storica dell’ex campo di concentramento fascista di Casoli, messo in atto attraverso una ricerca storica tradizionale e l’utilizzo delle moderne forme di comunicazione e diffusione di contenuti storici, con l’attiva collaborazione dell’amministrazione comunale di Casoli, per la costruzione di uno spazio dedicato alla memoria storica di una pagina della storia locale rimasta all’oscuro dell’intera comunità fino al riconoscimento di un vero e proprio luogo europeo della memoria. L’evento vuole essere da guida per i comuni teramani.

Il curatore dell’iniziativa storico-didattica

Walter De Berardinis




Giulianova. Tutti stanno usando la frase “… Ai nostri nonni fu chiesto di andare in guerra

Tutti stanno usando la frase “… Ai nostri nonni fu chiesto di andare in guerra (non potevi rifiutare, ndr), ecc.”. Pubblico una delle tante cartoline e lettere di guerra che conservo di questi poveri ragazzi che con orgoglio e sacrificio hanno dato la propria vita alla Patria. Paragonare il vissuto di questi ragazzi con l’attuale situazione emergenziale mi pare fuori luogo. Per la cronaca, il ragazzo si firmava F. (Imperia) del 1° Rgt. Genio, 32° Btg., Guastatori, 1 Armata. Cirene (Libia), 1941. (parteciperà all’offensiva di Enfidaville). Per non dimenticare! #unitiperlapatria



Giulianova. Esplorato il primo cunicolo sotterraneo della città. Le foto

 

Esplorato uno dei cunicoli sotterranei dell’antica rete di captazione delle acque

 

Di Carlo: “una nuova occasione per il rilancio turistico di Giulianova”

Cunicolo Giulianova

 

Giulianova si conferma città ricca di cunicoli, alcuni pedonali, abbastanza superficiali, corrono sotto le strade, le piazze e i palazzi del Centro Storico. Altri corrono profondi, con funzione di captazione delle acque sorgive.

 

La segnalazione, in realtà, si deve al Consigliere comunale Paolo Bonaduce, il quale già lo scorso anno aveva riportato l’attenzione sulla rete di gallerie, indubbiamente un tesoro nascosto nella memoria e nei sotterranei della città.  È nota tra le varie la presenza di accessi lungo la strada delle fontanelle, conosciuta anche come Salita Monte Grappa.

sopralluogo cunicolo gruppo speleologico abruzzo a Giulianova

 

Stamane uno di questi cunicoli è stato oggetto di studio e di intervento da parte del Gruppo Speleologico Abruzzo di Penna Sant’Andrea con la presidente Ester Licocci. In cinque sono entrati in uno di questi tunnel, il più vicino al lavatoio delle Fontanelle.

 

Siamo entrati per circa duecento metri –ha raccontato la speleologa Ester Licoccied abbiamo notato che il tunnel si addentra per duecentodieci metri e poi ci siamo fermati in quanto bloccati da una piccola frana. C’era anche un percorso alternativo che andava più verso destra e che potrebbe essere sede di una cisterna, di cui è ricca la zona. Comunque abbiamo fatto delle foto, realizzeremo anche delle mappe e poi torneremo nel cunicolo. Analizzare nel dettaglio il numero dei tunnel e i loro collegamenti ed aprirli alle visite, rappresenterebbe per Giulianova una attrattiva notevole, soprattutto in questo periodo storico in cui il turismo ed in lavoro sono in difficoltà”.

1 cunicolo di Giulianova

 

Molto soddisfatto l’Assessore al Turismo Marco Di Carlo, che ha seguito le operazioni con il Consigliere Bonaduce.

 

Giulianova è ricca di tunnel e di gallerie sotterranee – dichiara l’Assessore Di Carlo – noi abbiamo iniziato questa perlustrazione che porterà ad una mappa di tutte le gallerie sotterrane e contiamo di trasformale in un itinerario turistico davvero suggestivo”.

1 cunicolo di Giulianova

Puntiamo a lavorare non solo sui cunicoli naturali – ha aggiunto la Presidente Licocci – ma anche su quelli artificiali, opera dell’uomo, ricavandone spesso grandi sorprese”.




Bellante. Manifestazione in ricordo dei martiri delle Foibe

Bellante. L’Associazione Culturale Nuove Sintesi, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e alla presenza dell’Assessore alla Cultura, Teresa Di Berardino e del Prof. Elso Simone Serpentini, che interverrà con un discorso commemorativo, invita la cittadinanza provinciale alla Cerimonia di Commemorazione in memoria dei MARTIRI delle FOIBE e dell’ESODO ISTRIANO, GIULIANO e DALMATA.
. DOMENICA 16 FEBBRAIO, ORE 10.45, PIAZZA MAZZINI (Monumento ai Caduti) – BELLANTE paese (TE). “Nel 2020 c’è ancora chi crede che le foibe siano state una forzatura di qualche storico sprovveduto – si legge ne comunicato degli organizzatori – e non genocidio o pulizia etnica ai danni degli italiani”. “Siamo negli anni della Seconda guerra mondiale -prosegue il comunicato – sul confine orientale. E gli slavi, guidati dal comunista Tito, strappano centinaia e centinaia di italiani dalle loro case e li portano via. Li trascinano fino ai bordi di quei crepacci naturali che sono, appunto, le foibe: imbuti che sprofondano nelle voragini della terra fino a 200 metri” Fanno sapere gli organizzatori che le uniche bandiere consentite alla Cerimonia di Commemorazione sarà il TRICOLORE italiano e le bandiere di ISTRIA, FIUME e DALMAZIA.



Giulianova. FdI: anche nella nostra città una Via “Martiri delle Foibe.” Già fatta dalla giunta Mastromauro nel 2013.

 

Giulianova. Riceviamo il comunicato stampa del partito Fratelli d’Italia in merito alla richiesta di intitolare una Via dedicata alle povere vittime delle Foibe. In realtà, la Via fu già intitolata dalla vecchia giunta comunale guidata da un Sindaco di centrosinistra, l’Avv. Francesco Mastromauro, era il 2013. Qui sotto il link

Giulianova. Toponomastica. Da Prefettura e Deputazione di Storia patria via libera alle nuove denominazioni di vie e piazze. Il sindaco: “Portato a termine un lavoro serio e impegnativo nel segno della valorizzazione delle personalità locali”.

Il Presidente era Alfonso Vella, componenti della Commissione, il vicepresidente Sandro GalantiniDonato MarconePietro FerrariFrancesco TentarelliAldo Marroni Maria Braga, che purtroppo è venuta a mancare nel novembre 2011, per il lavoro paziente, serio e impegnativo portato avanti in questi anni, e supportato dalla segretaria della Commissione, Olga Bellini

 

Il Circolo Cittadino di Fratelli d’Italia ha oggi presentato una Mozione indirizzata al Sindaco Costantini, alla Giunta ed al Consiglio Comunale, con la richiesta della Intitolazione di una piazza, un parco o una via (da individuare) ai Martiri delle Foibe.

Protocollo Comune di Giulianova

Ancor di più, nella stessa mozione, vi è la richiesta che nella data del 10 febbraio si abbia, finalmente anche a Giulianova, la celebrazione della Giornata del Ricordo con l’intento di far conoscere a tutti, dai ragazzi agli adulti, i tragici eventi che hanno colpito i nostri connazionali dopo la seconda guerra mondiale e che, per troppo tempo, non hanno trovato menzione neanche sui libri di storia.

Di tale iniziativa Fratelli d’Italia si fa promotrice in tutte quelle Città che ancora non hanno recepito l’istituzione della Giornata del Ricordo.

Questa battaglia ha lontane radici che ha visto già per decenni giovani di destra, nelle fila del Fronte della Gioventù prima e di Azione Giovani dopo, raccogliere firme e organizzare manifestazioni/conferenze/incontri per parlare e far conoscere quanto accaduto ai nostri connazionali di Fiume, dell’Istria e della Dalmazia in seguito ai trattati di Pace del 10 febbraio 1947 che assegnarono alla Jugoslavia i territori italiani del confine orientale.

Drammatici crimini dovuti ad una brutale e barbara operazione di pulizia etnica contro gli italiani da parte dei comunisti di Tito, messi a tacere per anni, negati ancora oggi attraverso mistificazioni assurde, assenti dai libri di scuola, conosciuti solo attraverso le testimonianze dirette degli esuli e dei figli di essi.

Anni di battaglie che finalmente hanno visto l’istituzione della Giornata del Ricordo nel 2004 con una legge a Firma del Presidente della Repubblica Ciampi, a seguito e sulla spinta dell’istituzione della stessa dall’allora Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace.

Dal 2004 ad oggi questa celebrazione ha trovato e trova molte difficoltà nella sua realizzazione e, per questo il nostro partito, si batte e si batterà sempre perché sia dato il giusto apporto alle grida che provengono dai nostri connazionali dimenticati dalla Storia.

Circolo Fratelli d’Italia

        Giulianova 




Castellalto. “La Memoria dei dimenticati”, la storia attraverso tre libri.

La memoria richiede la capacità di soffermarsi, la volontà di conoscere e il coraggio di raccontare.

Sabato 8 Febbraio alle ore 18, a Castellalto, racconteremo la “Memoria dei dimenticati”, con un viaggio attraverso tre libri che narrano dei fatti, o meglio dei misfatti, che avvennero tra il 1942 e il 1943. Ne parleremo con tre scrittori: Giuseppina Mellace, Enzo Delle Monache e Rita Trinchieri moderati dalla giornalista Adele di Feliciantonio.

“I dimenticati di Mussolini” di Giuseppina Mellace, ovvero la storia dei militari italiani deportati nei lager nazisti e nei campi alleati dopo l’8 settembre 1943. Le sofferenze, le privazioni, la totale disumanizzazione il viaggio nei vagoni blindati verso la Germania, per giungere all’inferno dei campi.
“Gli zoccoli di Steinbruck” di Pompilio Trinchieri
1942 la cronaca del lungo viaggio di Pompilio, andata e ritorno dal fronte, per una missione di rifornimento all’Armata italiana in Russia e dal1943 il diario-memoria della prigionia nei lager, per aver rifiutato l’adesione alla Repubblica Sociale di Mussolini.
“Quando un fiume muore” di Enzo Delle Monache
Un breve ma intenso viaggio in un passato fatto di gesti semplici, misere realtà contadine al tempo della Guerra. Il dramma del protagonista che, dopo l’otto settembre del 43, rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò e finisce in un campo di detenzione in Germania.
Il viaggio è spesso il filo conduttore delle storie dei sopravvissuti alle atrocità. Il viaggio è quello che compiamo tutte le volte che ricordiamo attraverso i racconti dei protagonisti.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”




Notaresco. Convegno “Foibe! Una storia negata. Dalla slavizzazione Asburgica all’esodo.

Notaresco. L’Associazione Culturale Nuove Sintesi di Bellante, con il Patrocinio del Comune di Notaresco (TE), organizza la conferenza: “FOIBE! UNA STORIA NEGATA. DALLA SLAVIZZAZIONE ASBURGICA ALL’ESODO”.

Saluti istituzionali:
– Diego Di Bonaventura (Sindaco).
– Toni Di Gianvittorio (Consigliere Regionale).
– Concetta Ettorre (Insegnante, Nuove Sintesi).

Premessa:
– Prof. Vincenzo Verducci.

Relatore:
– Emanuele Piloni (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia).

SABATO 8 FEBBRAIO 2020, ORE 17.30
AULA CONSILIARE “GIOVANNI PAOLO II”, VIA CIVITELLO – NOTARESCO (TE).

Foibe 2020 Notaresco

“La tragica pagina delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è solo l’ultima, in ordine di tempo, di un lungo processo di cancellazione dell’italianità adriatica orientale che affonda le proprie radici nella prima metà dell’800. Questo martirio, lungo più di un secolo, è ancora oggi misconosciuto, vilipeso, manipolato, negato. In questo incontro verrà fatta finalmente piena luce sull’intero tragico calvario fatto di sofferenze, morte ed esilio patito dagli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, dalla slavizzazione operata dall’impero austro-ungarico nell’800 fino all’esodo successivo alla seconda guerra mondiale”.