Roseto degli Abruzzi. Carlo De Berardinis, fratello di mio nonno Giovanni

di Walter De Berardinis
Alpino Carlo De Berardinis, detto “il Vecio”, primo marito di mia nonna paterna Grazia Di Bonaventura. Nel 1908 con il 1° Reggimento Alpini – Battaglione Pieve Di Teco partecipò al recupero e al soccorso dei terremotati di Messina e Reggio Calabria; nel 1911-1912 con il 6° Reggimento Alpini – Battaglione Verona, nella guerra Italo-Turca in Libia; allo scoppio della 1° Guerra Mondiale partirà con il 7° Reggimento Alpini – Battaglione Feltre – 24° compagnia, per la Valle del Vanoi, in Trentino Alto Adige, sulle montagne della catena del Lagorai. Morirà la mattina del 15 settembre 1917, nell’ospedale militare da campo numero 131, allestito nella piccola frazione di Caoria di Canal San Bovo (TN). Il suo corpo verrà sepolto prima nel cimitero di guerra di Caoria e successivamente spostato nel Sacrario militare di Castel Dante di Rovereto (TN). Tra il 23 e il 27 agosto del 1917 partecipò alla conquista della vetta del Monte Cauriol (quota 2.494 m.). Sarà onorato con le medaglie: Campagna Italo-Turca, dell’Unità d’Italia 1848-1918; Campagna di Guerra 1915, 1916 e 1917 e Interalleata della Vittoria 1915-1918. #unitiperlapatria
Adriana Viglione, Lino Nazionale e altri 22
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Giulianova. Santino De Berardinis, fratello di nonno Giovanni

Santino De Berardinis, fratello di mio nonno Giovanni. 4° Reggimento Cavalleria Genova, partecipò alla conquista di
quota 144 del Carso; alla difesa di Pozzuolo del Friuli, per coprire il ripiegamento dell’Esercito in modo da superare il fiume
Tagliamento (si salvarono meno di 500 su 1000 cavalleggeri del “Genova”) e l’entrata, per primi, a Ponte di Fiaschetti sulla Livenza (Caneva di Pordenone). #unitiperlapatria



Nereto. Nuove Sintesi: i tre volumi sulle vicende della 2° Guerra Mondiale in provincia saranno presentati sabato 1 febbraio

Nereto. L’Associazione Culturale “Nuove Sintesi” di Bellante, presenta il Trittico “Teramo ed il teramano negli anni della guerra civile”, “Tempo Nuovo. Il Fascismo Repubblicano teramano”, “Il postfascismo a Teramo e nel teramano”, editi da ARTEMIA nova editrice di Mosciano Sant’Angelo. Sarà presente l’autore, il prof. Elso Simone Serpentini (Saggista, Storico, Filosofo).
Modera, Roberto Di Furia (Ass.ne culturale Nuove Sintesi). Con ingresso libero, SABATO 1 FEBBRAIO 2020, ORE 17.30, SALA COMUNALE “SALVADOR ALLENDE” – NERETO (TE).

Prof. Elso Simone Serpentini. Abile ricercatore d’archivio

“I tre volumi costituiscono un trittico di notevole valore storico-documentaristico, che rivisita pagine di storia finora raccontate seguendo una vulgata di regime, non aderente ai fatti così come emergono dalle carte e dai documenti, ma tesa ad una rappresentazione agiografica e ad una esaltazione acritica di personaggi e di vicende controverse, come la battaglia di Bosco Martese del 25 settembre 1943 e le dimissioni clamorose del Comandante Armando Ammazzalorso.

 




Giulianova. Ernesto Zenobi, Il Carabiniere dimenticato in Polonia.

Nasce in Contrada Profico, al numero 17 (Masseria Profico -Strada Comunale Salinelle), nel Comune di Canosa di Puglia, alle ore 11,30, del 3 gennaio 1902, da Isaia Zenobi (ferroviere) e Elvira Angelini (casalinga). Solo il 5 gennaio verrà registrato al Comune di Canosa di Puglia dal Vicesegretario Giuseppe Basta, alla presenza dei due testimoni: il 37enne, Antonio Caccamo e il 31enne, Michele Manfredi, entrambi muratori. Il 26 febbraio 1923, all’età di 15anni, si stabilisce a Giulianova lido con i genitori e i 7 fratelli: Anna, Domenico (1912 Canosa – 1982 Giulianova), Adele (1899 Spinazzola – 1977 Giulianova), Vittorio (1910 Canosa – 1984 Giulianova –entrerà in aviazione), Umberto (1916 Canosa – 1995 Giulianova – anche lui in aviazione), Michele (Carabiniere) e Maria Margherita Lucia (1903 Giulianova).

Carabinieri a Valona (C) Archivio storico Walter De Berardinis 

 

La vita militare
Il 28 novembre 1927, viene iscritto d’ufficio al Distretto Militare di competenza di Brindisi, con la concessione di poter essere visitato per l’idoneità dai colleghi di Teramo. Il 7 febbraio 1928 viene chiamato a visita di leva al Distretto Militare di Teramo ottenendo l’idoneità con le seguenti caratteristiche: alto 1,63 e torace 0,83; capelli lisci e castani; mento regolare e naso greco; occhi castani e dentatura sana; di professione panettiere, sa leggere e scrivere correttamente; residenza ufficiale a Giulianova lido. Il 25 aprile viene chiamato alle armi e il 26 aprile giunge al Distretto Militare di Spoleto. Il 31 ottobre viene ammesso come allievo sottoufficiale nel corso Carrarmati a Roma per due anni e il 15 febbraio 1929 viene promosso Caporale. Il 1 aprile cessa di essere allievo sottoufficiale, non avendo superato l’ammissione per il grado superiore di Caporal Maggiore davanti la commissione reggimentale d’avanzamento. L’8 aprile viene trasferito nel 2° reggimento fanteria e il 15 aprile viene promosso a Caporal Maggiore di fanteria. Il 24 aprile 1930 (dopo due anni di servizio) viene congedato con la qualifica di tiratore scelto con il moschetto. Il 28 agosto entra nei Carabinieri Legione Ancona. Dopo una serie di rafferme dal 1930 al 1936, il 24 gennaio 1936 viene spostato alla Legione territoriale di Roma. Il 26 gennaio parte per la Somalia con la 3° Banda autocarrata dei Carabinieri imbarcandosi a Napoli e il 12 marzo sbarca a Obbia, città portuale della Somalia. Il 1 agosto 1937 viene inquadrato nel Gruppo Carabinieri di Harar (prende origine dalla città etiopica). Il 21 dicembre 1938 parte per l’Italia in licenza di 60 giorni e il 5 gennaio 1939 sbarca a Napoli. Verrà decorato della medaglia commemorativa delle operazioni militari in AOI e della Croce al merito di guerra. Il 1 aprile rientra nella Legione Ancona. L’11 giugno 1940 viene trasferito alla 110° sezione mista Carabinieri reali mobilitati e il 24 agosto nella 54° sezione mista. Il 1 novembre cessa di essere mobilitato.

Banconota italiana in Albania (C) Archivio storico Walter De Berardinis

Il 31 gennaio 1941 parte per l’Albania dal porto di Brindisi e il 2 febbraio sbarca a Valona, qui viene inquadrato nella Legione CC Valona. Il 7 ottobre 1942 viene eseguito l’ultimo aggiornamento del suo foglio matricolare con i relativi pagamenti di 964 lire per non aver usufruito della licenza durante il periodo 11 giugno 1941/10 giugno 1942. Dopo i tragici fatti dell’8 settembre 1943, viene preso prigioniero dai tedeschi il 14 settembre a Elbasan in Albania, per essere deportato nei campi di prigionia tedeschi.
La morte
Il 35enne giuliese morirà per broncopolmonite come Internato Militare Italiano nel Campo d’internamento di Gorlitz (Germania), alle ore 22,00, del 15 novembre 1943, nell’ospedale da campo dello Stalag VIII-A, poi sepolto nello stesso campo: Gorlitz Moys – stalag Friedhof Seindenberg Strasse, fila VIII, tomba 91. Lo Stalag VIII-A era un campo di concentramento tedesco per prigionieri di guerra durante la Seconda guerra mondiale, situato in prossimità della città tedesca di Görlitz (oggi Zgorzelec, in Polonia). Prima dello scoppio della guerra era un campo della Hitlerjugend (gioventù hitleriana). Solo il 9 maggio 1951, l’Assessore e Ufficiale dello Stato Civile, Orfeo Simoncini, trascriverà la nota ufficiale di morte da parte del Ministero della Difesa – Esercito – Direzione Generale Leva, Sottoufficiali e Truppa – ufficio ricerche dispersi e stato civile datata 30 aprile 1951. Già tradotta dal tedesco negli uffici ministeriali in data 24 aprile 1951 a firma del Tenente Colonnello Di Criscenzo. In realtà, l’ufficio dello stato civile di Gorliz aveva già trascritto la sua morte al numero di registro 497 in data 10 aprile 1944 a firma del Sacerdote che si occupò della benedizione e sepoltura, Hofr Kuchmler, nella fossa numero 91 nel cimitero del quartiere di Moys (oggi Ujazd, quartiere nella città di Zgorzelec, nel Voivodato della Bassa Slesia della Polonia, distretto al confine tedesco-polacco, a cavallo del fiume Czerwona Woda). Successivamente, nel dopoguerra, fu traslato nel cimitero militare italiano a Varsavia, nel quartiere Bielany. Al centro del cimitero c’è una lapide commemorativa in onore dei sei generali italiani (Carlo Spatocco, Giuseppe Andreoli, Emanuele Balbobertone, Ugo Ferrero, Alberto Trionfi e Alessandro Vaccaneo) assassinati dalle SS il 28 gennaio 1945 presso la Kużnica Żelichowska nella regione Wielkopolska (Polonia), durante la marcia della morte.
Conclusioni
Con questa ricerca, poi presentata in Sala Buozzi lo scorso 3 novembre 2019, spero di aver reso giustizia alla memoria di questo Carabiniere in collaborazione con l’Associazione Nazionale Carabinieri – sezione di Giulianova, presieduta da Franco Gizzi e l’Archivio di Stato di Teramo, diretto da Carmela Di Giovannantonio, Speriamo, visto che abbiamo realizzato la targa in onore di 4 Carabinieri (Calvarese, Zenobi, Nazziconi e Scimitarra), di svelare la stessa il 2 novembre 2020 al cimitero monumentale. W la Benemerita.
Segnalo i tre tomi sugli IMI “Stammlager – l’incubo della memoria” di

Vitoronzo Pastore

, ospite della manifestazione “Cefalonia 1943 – Per non dimenticare” a Roseto degli Abruzzi (nel 1 tomo, a pagina 513, vengono riportati alcuni nominativi di teramani morti in Germania).

Ringrazio

Zenobi Ernesto

per la foto di Ernesto.

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Giulianova. Arturo De Berardinis, primogenito di mia nonna Grazia Di Bonaventura

Bersagliere Arturo De Berardinis, fratellastro di mio padre Carlo, del 9° Reggimento Bersaglieri ciclisti, XXVIII battaglione. Muore nell’ospedale militare di Udine il 9 dicembre 1936, dopo una malattia contratta in addestramento a Tarvisio (UD). La salma del 21enne oggi riposa nel cimitero di Giulianova. #unitiperlapatria



Giulianova. Luciano Bellaspica, il fuochista scelto morto nell’affondamento dell’Incrociatore “Umberto I”

di Walter De Berardinis
Nasce il 14 dicembre 1892, alle ore 3:30, nella casa posta in Via Provinciale, al civico 100, dal 41enne Emidio e Filomena Capparuccini. Sarà l’Assessore Apollo Caravelli a registrare il nascituro alla presenza dei due testimoni: il 47enne Raffaele Del Nunzio, proprietario e il 46enne Girolamo De Benedictis, guardia municipale. Nel 1912, chiamato alla visita di leva dal distretto militare di Teramo, viene cancellato d’ufficio perché già iscritto nel Compartimento Marittimo di Ancona al numero 4182 come da comunicazione del 21 gennaio 1912 della Capitaneria di Porto. Allo scoppio della 1° Guerra Mondiale viene destinato sull’Incrociatore ausiliario “Umberto I”, già requisito dalla Regia Marina nel 1915, come Fuochista Scelto.
La nave passeggeri o piroscafo “Umberto I”, fu ordinata dalla ditta “Rocco Piaggio & Figli” di Genova nel cantiere “Archibald McMillan di Dumbarton” nel 1878, il nome prescelto era in occasione dell’Incoronazione del RE (1878-1900). La nave venne usata prevalentemente dagli emigranti con destinazione i paesi del Sud America e la sua capienza era di 89 in prima, 80 in seconda e 870 in terza classe. Nel 1885 passa alla compagnia Navigazione Generale Italiana e cambia la rotta verso l’Africa del Nord, in particolar modo l’Egitto. Nel 1910 cambia di nuovo proprietà passando alla Società Nazionale di Servizi Marittimi. Allo scoppio della Grande Guerra viene requisita dalla Marina Militare per diventare Incrociatore ausiliario come nave scorta armata montando tre cannoni.
La mattina del 14 agosto 1917, comandata da Ernesto Astarita (già del Compartimento Marittimo di Castellamare di Stabia, poi Livorno), l’Umberto I parte per una scorta armata (7 navi) verso Gibilterra, alle ore 18:30, all’altezza dell’Isola Gallinara, davanti ad Albenga, subisce l’attacco da parte del sommergibile tedesco “UC 35” con due siluri. In pochi minuti la nave affondò provocando 26 morti e 54 naufraghi, morirono gli uomini della sala macchine e il personale sottocoperta. Alcune versioni parlano anche della morte del Comandante Astarita nel tentativo di salvare i suoi uomini e di spegnere le macchine, ma in realtà esiste un documento in cui verrà interrogato sull’accaduto. Infatti, nel 1936, comanderà la “Giuseppe Orlando” (nave soccorso). Al Comandante, il 29 settembre 1926, il Ministero della Marina, gli concesse la Croce di Guerra al Valor Militare. Il 19 agosto 1919, dopo due anni dai tragici fatti, presso il comando di Porto Maurizio (oggi Oneglia) veniva compilato l’atto di scomparizione da inviare agli uffici competenti. A Giulianova arrivò il 28 agosto 1919. La sfortuna di questi uomini fu l’aver incontrato uno dei più temuti sommergibili tedeschi. L’UC 35 era un sommergibile U-Boot della Kaiserliche Marine, comandata da Hans Paul Korsch, lo stesso morì con i suoi uomini (19) nell’affondamento del suo sommergibile il 16 maggio 1918, colpito dal pattugliatore francese “Ailly”, a sud ovest della Sardegna.
Si concludeva così la carriera del comandante Hans Paul Korsch, nato a Settino (oggi in Polonia) il 9 settembre 1890; nella sua breve carriera aveva affondato 25 navi e 4 le aveva messo fuori uso; aveva ricevuto anche una Croce di Ferro di 1° e 2° Classe.
Oggi il relitto dell’Umberto I giace sul fondale dell’Isola Gallinara, intorno a 51metri, meta di tanti sub. Il link del video delle immersioni per vedere il relitto dove morì Bellaspica https://youtu.be/h2ExL66TeS0
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti della Grande Guerra, sulla lapide del Duomo di San Flaviano, nel monumento ai caduti del mare e dell’aria in Piazza Dalmazia, nel Viale delle Rimembranze all’ingresso del Cimitero comunale e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”. 3 le medaglie alla memoria del giovane giuliese: guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra 1917; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918. Recentemente, tramite l’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, sez. Teramo-Giulianova, guidata dal Ten. Rosario Cupini, la famiglia ha ricevuto la medaglia del Centenario, 1918/2018. Ringrazio il nipote

Ubaldo Bellaspica

e sollecito la “nostra” amica

Alessandra Sierchio

per vedere se ad Albenga, Porto Maurizio Oneglia o Genova viene citato in qualche cippo o monumento che ricordi la tragedia dell’Umberto I, visto che a Genova c’è la tomba di un’altro soldato giuliese, Pasquale Crocetti.




Giulianova. Antonio Lamolinara, il fante morto nella battaglia di Sant’Elia

di Walter De Berardinis
Antonio Lamolinara nasce a Giulianova il 23 novembre 1892, alle ore 11:50, nella casa posta in Via Marina al civico 100, dal 20enne Ernesto e Maria Giostra. Il giorno successivo l’Assessore Apollo Caravelli lo registra alla presenza di due testimoni: il 39enne Emidio Paolone e il 47enne Raffaele Del Nunzio, entrambi proprietari. Giovanissimo si trasferisce a Castellamare Adriatico (oggi Pescara) con i genitori dove trova impiego in ferrovia. Il 31 dicembre 1911 si sposa con la giuliese Rosaria Barlafante (figlia di Davide e Santa Rosini), i testimoni del lieto evento saranno: il 41enne scrivano, Granito Ridolfi e il 26enne calzolaio, Tommaso Pagliaccetti. Il 17 aprile 1912 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo. Il 14 marzo ottiene il passaporto per l’espatrio in America e il 19 aprile s’imbarca sulla nave “Rochambeau” nel porto francese di Le Havre, giungendo a New York il 28 aprile 1913. Il 20 luglio viene chiamato alle armi e non si presenta perché all’estero. Alla fine del 1914 rientra in Italia presentandosi il 29 dicembre al distretto militare di Teramo ed inviato al deposito del 17° Reggimento Fanteria – Brigata Acqui – 6° compagnia. Il 10 maggio viene trattenuto alle armi e mandato al fronte il 23 maggio.
Partecipa subito alle operazioni militari oltrepassando l’Isonzo sul ponte di Pieris, trasferendosi a Turriaco (Gorizia). Nella fase della conquista dell’altipiano Carsico (25 maggio-26 giugno – 400 soldati italiani il bilancio definitivo delle perdite per l’Italia), il giovane Lamolinara viene colpito. Il 9 giugno, nel pieno della battaglia di Sant’Elia (San Pietro d’Isonzo), il giovane giuliese viene colpito da una pallotta all’addome, subito soccorso dalla sanità militare, viene portato nelle retrovie nell’ospedale da campo numero 93, nei pressi di Villa Priuli. Il 16 giugno, alle ore 11:00, si spegneva per sempre la breve esistenza del fante giuliese. Sarà il cappellano militare della diocesi di Ripatransone, Don Vincenzo Calcagni, a dare l’estrema unzione mentre veniva sepolto a Turriaco. L’atto di morte, redatto dal responsabile amministrativo del campo, il Sottotenente Michele Pimpini (originario di Teramo), avrà come testimoni, oltre al cappellano militare, anche: il soldato Umberto Bucato, il Sottotenente medico Guglielmo Lolli e la ratifica del Direttore dell’ospedale, il teramano Capitano Gaetano Passamonti (alla fine della guerra, il 1 agosto 1919, diventato Maggiore, a sua domanda, verrà messo in aspettativa dall’ospedale militare di Chieti). Solo il 18 dicembre, tramite il Ministero della Guerra, a Giulianova arriverà l’ufficialità del suo decesso. Alla sua memoria gli fu conferita la Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia, Medaglia Interalleata della Vittoria e della campagna di guerra 1915.
E’ citato sul monumento eretto sulla facciata del Duomo di San Flaviano, sull’Albo d’Oro “Abruzzo e Molise – (Volume II – sub 8 – 419 pag.) custodito nell’Archivio di Stato di Teramo e nel libro “Quando C’era la guerra” di Francesco Manocchia in varie edizioni, compresa quella del 2015 a cura del sottoscritto, con nota introduttiva di

Sandro Galantini

edito dalla Artemia Nova Edizioni di Maria

Teresa Orsini

. Il suo nome è stato più volte ricordato nelle manifestazioni storiche-patriottiche, dal 2015 al 2018, in occasione del centenario. #unitiperlapatria




Giulianova. Pasquale Di Cesare-Merlone morto a Nad Logem

di Walter De Berardinis
Su segnalazione di

Roberto Narcisi

ho ritrovato il profilo del soldato Pasquale Di Cesare-Merlone. Nasce a Giulianova il 19 novembre 1887, alle ore 20,30, nella casa posta in Via per Mosciano, dal 38enne Nicola e Filomena Garrani. Dopo due giorni verrà registrato all’anagrafe dal Sindaco, Francesco Ciafardoni e dai due testimoni: il 34enne benestante, Emidio Paolone e dal 40enne guardia municipale, Girolamo De Benedictis. Il 20 aprile 1907 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo. Prima dello scoppio della Grande Guerra si unisce in matrimonio con Palmarosa Papa. L’8 novembre 1915, all’indomani della dichiarazione di guerra agli imperi centrali, verrà chiamato alle armi. Il 13 novembre entra nel 14° Reggimento Fanteria – Brigata Pinerolo – 2° compagnia e il 12 gennaio 1916 viene mandato in prima linea. I primi mesi vengono vissuti in totale tranquillità per la presenza di altre divisioni già impegnate negli scontri. Il 29 giugno, mentre gli austriaci sterminavano gli italiani sul San Michele con i gas asfissianti (morirà anche il giuliese Vincenzo Di Crescenzo), la Pinerolo conquista e si attesta a Doberdò. Durante la 6° battaglia dell’Isonzo o battaglia di Gorizia (dal 4 al 17 agosto), durante la caccia al nemico in ritirata, in combattimento su Nad Logem, muore Di Cesare-Merlone all’età di 28anni il 16 agosto. Qualche giorno dopo, sempre per lo stesso Reggimento, muore il coetaneo giuliese, Paolo Di Loreto (1887/1916). Sepolto sul campo, l’attestazione di morte viene compilata da Ettore Fagà, Luigi Zanacchi, Augusto Cantelli e il Colonello Comandante del suo Reggimento, Giuseppe Rambaldi. La notizia della scomparsa arriva a Giulianova il 13 novembre 1916.

Alla sua memoria gli furono concesse: la Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia, la Medaglia Interalleata della Vittoria e della campagna di guerra 1916. Il suo nominativo è scolpito sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”. #unitiperlapatria



Mosciano. Andrea Toscani, mio nonno materno

Andrea Toscani (8° di 10 figli), mio nonno materno. Nasce a Mosciano Sant’Angelo il 18 novembre 1900, alle ore 23:30, in Contrada “Pozzo di Riccio” (lungo la strada che collega Colle Santa Maria al Convento), da Antonio (Giulianova, 19 gennaio 1864 / Mosciano, 6 ottobre 1950) e Filomena Umili (Mosciano, 27 aprile 1884 / Mosciano, 11 settembre 1927). Sarà l’Assessore anziano, Vincenzo Lelli, delegato dal Sindaco assente, a redigere l’atto di nascita alla presenza dei testimoni: il 37enne benestante, Michele Pompizii e il 44enne guardia municipale, Alessandro Beltramba. L’11 marzo 1918 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel Distretto Militare di Teramo e il 20 marzo viene chiamato alle armi. L’8 aprile è inquadrato nell’82° Reggimento Fanteria – Brigata “Torino” e il 20 febbraio 1919 viene congedato. Il 27 gennaio 1920 viene di nuovo richiamato sotto le armi e il 7 febbraio rientra all’82° Reggimento Fanteria – Brigata “Torino”. Il 1 marzo viene inquadrato nel 7° Battaglione Telegrafisti – sezione Colombofilia a Roma, per essere congedato il 18 dicembre 1921 nel deposito Reggimento Genio ad Ancona. Il 17 febbraio 1927, a Mosciano Sant’Angelo, si sposa con Barbara Cordone (Mosciano, 18 luglio 1900 / Mosciano, 17 settembre 1988), dal matrimonio nasceranno 5 figli: Emilio (Mosciano, 14 marzo 1928 / Giulianova, 3 marzo 2014); Erminia Maria (Mosciano, 10 ottobre 1930 / Pitigliano (Grosseto), 18 febbraio 2019); Ilde (Mosciano, 9 febbraio 1933 / Mosciano, 11 novembre 1958); Dario (Mosciano, 5 dicembre 1934 / vivente) e Margherita, mia madre (12 febbraio 1937 / Pescara, 25 dicembre 2006), nello stesso giorno, mese e anno, nasce a Napoli anche l’erede al trono di Casa Savoia, Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Sua Altezza Reale Umberto II e Maria José, ultimo Re d’Italia. I bambini italiani che nacquero lo stesso giorno dei figli di Casa Savoia ricevevano un premio in denaro dallo stato italiano; inevitabilmente, il nome scelto per mia madre fu quello della Regina Madre, Margherita di Savoia, consorte di Re Umberto I. Andrea Toscani morirà a Mosciano il 10 marzo 1978, oggi le sue spoglie riposano nel cimitero comunale. #unitiperlapatria



Giulianova. Grande successo per le celebrazioni della Vittoria – Prima Guerra Mondiale (1915-1918) e Giornata delle Forze Armate a Giulianova

Grande successo per le celebrazioni del 101° Anniversario della Vittoria
della Prima Guerra Mondiale (1915-1918) e per Giornata dell’Unità
Nazionale e Giornata delle Forze Armate, che si sono svolte a Giulianova
nelle giornate del 2, 3 e 4 novembre. A conclusione dell’evento, grande è
stata la soddisfazione dell’Amministrazione Comunale per l’organizzazione,
in particolar modo del Sindaco Jwan Costantini, della Vice Lidia Albani e
del Presidente del Consiglio Paolo Vasanella. La giornata di sabato 2
novembre si è aperta con il raduno di tutte le associazioni
Combattentistiche e d’Arma, autorità civili, militari e religiose al
Cimitero di Giulianova. Quest’anno, presenza importante è stata quella
dello schieramento “armato” del 9° Reggimento Alpini de L’Aquila – Brigata
Taurinense, oltre alla rappresentanza del CME – Comando Militare Esercito
Abruzzo, con la presenza Comandante Colonnello Marco Iovinelli. Alla
presenza delle alte cariche militari si è proceduto alla deposizione della
corona d’alloro sul Viale delle Rimembranze dedicata ai caduti della 1°
Guerra Mondiale, alla presenza del Corpo delle Infermiere Volontarie della
Croce Rossa Italiana in divisa storica della 1° Guerra Mondiale e al
solenne scoprimento della targa alla memoria del soldato dell’Esercito
Italiano e della Forze Armate polacche, Novizzo Cittadini, morto nella
sollevazione di Poznan (Polonia) nel 1919. In questa occasione è stata
letta una lettera inviata, per l’occasione, da Anna Maria Anders, neo
Ambasciatrice della Repubblica di Polonia, che, tramite l’infaticabile De
Berardinis, ha voluto salutare Giulianova per aver onorato un soldato
giuliese, il Caporal Maggiore Cittadini. Bagno di folla al cimitero,
complice il bel tempo, anche in occasione della santa messa dedicata ai
caduti, celebrata dal parroco Don Enzo Manes e da altri prelati delle
altre Parrocchie di Giulianova, al termine della quale c’è stato il saluto
istituzionale del Sindaco Costantini che ha rivolto un saluto caloroso
alle famiglie dei caduti presenti. “Ad oggi la nostra città piange oltre
300 ragazzi morti nella 1° Guerra Mondiale, durante il Colonialismo e
nella 2° Guerra Mondiale – ha detto il Sindaco nel suo discorso
istituzionale – quest’ultima veramente pesante per la nostra città con
oltre 150 morti tra le file dei soldati, dei civili con i bombardamenti ed
anche tra i resistenti all’invasione nazista dell’Italia nel 1943 e la
successiva liberazione dal Fascismo e Nazismo, due nostri giuliesi furono
fucilati, Vincenzo Alleva e Flaviano Pultrone”. Il coordinatore Walter De
Berardinis ha annunciato che nel 2020 celebrerà il contribuito della
Polonia nei conflitti bellici e, in occasione della celebrazione al
cimitero, ha accompagnato i famigliari dei tre soldati polacchi, sposatesi
a Giulianova, in una visita privata alle loro tombe.

Grande successo anche per domenica 3 novembre, seconda giornata di
celebrazioni, che ha visto Il Comune di Giulianova coprotagonista, con
l’Alto Patrocinio, di una commemorazione solenne nella Sala comunale
“Bruno Buozzi, di 4 Carabinieri di Giulianova morti durante la 2° Guerra
Mondiale, a cura dell’Associazione Nazionale Carabinieri – sezione di
Giulianova e l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon – delegazione di Teramo. Si tratta dei giuliesi
Antonio Nazziconi, Giovanni Calvarese, Ernesto Zenobi e Antonio
Scimitarra. La manifestazione istitutzionale si è svolta alla presenza del
Presidente del Consiglio Paolo Vasanella, di Carmela Di Giovannantonio,
Direttore dell’Archivio di Stato di Teramo, del Colonnello Francesco
D’Amelio, e del Presidente regionale dell’ANC Abruzzo e il
Generale di Brigata, Carlo Cerrina, attuale Comandate della Legione
Carabinieri Abruzzo e Molise, dell’illustre ricercatrice Anna Maria
Casavola e del relatore e collega giornalista Walter De Berardinis, di
Franco Gizzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri e
della Segretaria dell’ANC-Giulianova Cinzia Verrigni. Si è proceduto
alla scopertura di una targa dedicata ai 4 Carabinieri giuliesi e alla
consegna di quattro medaglie alla memoria alle rispettive famiglie. A
conclusione dell’evento De Beradinis si è reso disponibile per collaborare
con il Museo della Resistenza di Roma, segnalando tutti gli internati di
Giulianova, morti e tornati vivi in patria. La targa verrà nuovamente
scoperta il 2 novembre 2020, con tutti gli onori dall’Arma dei Carabinieri.

Nella giornata conclusiva di oggi, lunedì 4 novembre, dedicata
ufficialmente alla commemorazione delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia
(soprattutto della vittoria della nostra nazione della guerra del
1915-1918), si è tenuta la tradizionale sfilata, con la cerimonia
dell’alzabandiera in piazza Belvedere. In questa occasione, per la prima
volta, da segnalare la presenza dell’Onorevole Deputato Valentina Corneli
della Commissione Affari Istituzionali della Presidenza del Consiglio dei
Ministri e del Comitato Legislativo. Presenti il Sindaco Costantini, il
Presidente del Consiglio Vasanella, l’Assessore Katia Verdecchia e il
Consigliere Comunale Valentina Piccione, i rappresentanti dell’Esercito,
Finanza, Croce Rossa Militare, Carabinieri e del Corpo Infermiere
Volontarie della Croce Rossa Italiana, insieme ai volontari giuliesi. La
sfilata è partita dal Belvedere per arrivare in piazza Salvo
D’Acquisto, dove verrà è stata deposta la corona d’alloro da parte dei
Carabinieri. Il corteo si è poi mosso verso Corso Garibaldi, sino alla
Lapide Commemorativa per i caduti della 1° Guerra Mondiale, posta sulla
facciata del Duomo di San Flaviano con la deposizione di una corona di
alloro. Qui, in Sindaco Costantini ha tenuto il tradizionale discorso,
dove ha ribadito che per la prima volta, dopo anni di incuria, è stata
ripristinata la luce perenne al monumento dei caduti della 1° Guerra
Mondiale, opera che fu realizzata dall’artista Ulderico Ulizio. A seguire
il corteo si è trasferimento al Lido con raduno in Via Nazario Sauro e da
qui sfilata fino a piazza Dalmazia, sino al Monumento ai Caduti
dell’aria e del mare, con apposizione della corona. Al termine della
manifestazione Walter De Berardinis ha annunciato ufficialmente, per il
mese di aprile 2020, un’iniziativa per celebrare il ricordo del Secondo
Corpo d’Armata Polacco che, nel giugno del 1944, passò a Giulianova e ha
aggiunto che anche il Corpo della Croce Rossa Italiana, ricorderà a maggio
2020, un caduto della Croce Rossa Militare. Sempre nel 2020, si terrà un
altro evento istituzionale in cui l’Arma Aeronautica ricorderà il
centenario della fondazione, con la collaborazione dell’Amministrazione
Comunale.