Giulianova. Il soldato Paolo Bracone morto alla conquista del Monte Šober in Slovenia

Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre.

(Albert Einstein)

Di Walter De Berardinis*

Paolo Bracone

 

Giulianova. Il soldato Paolo Bracone nasce a Giulianova l’8 maggio 1897, alle ore 6,30, nella casa posta in Via Provinciale dal 27enne Camillo, agricoltore e Gaetana D’Ambrosio. L’11 maggio fu registrato dall’ufficiale dello stato civile Apollo Caravelli alla presenza dei testimoni: il 44enne Emidio Paolone, benestante e il 21enne Luigi Petrini.  Nel 1915, per la sua classe di appartenenza 1897, il Sindaco Giuseppe De Bartolomeis, iscrive il giovane Paolo nella lista dei giuliesi destinati alla visita di leva nel Distretto Militare (numero 10) di Teramo.

Il nome di Paolo Bracone sull’Albo D’Oro

Fu subito giudicato idoneo come soldato di 1° categoria al numero di matricola 6051 con la seguente descrizione dei medici militari: alto 1,69 e torace 0,79; capelli lisci e color castani; occhi celesti e colorito roseo; professione agricoltore e illetterato. Il 6 maggio 1916 viene posto in congedo illimitato; viene chiamato alle armi il 21 settembre e giunge al deposito del 59° reggimento fanteria – Brigata Calabria il 29 settembre a Civitavecchia, sede di pace. Il 10 febbraio arriva al fronte con il 239° reggimento fanteria / 1° reparto zappatori – Brigata Pesaro, formata nel trevigiano tra Asolo e Maser; il 10 giugno partecipa alla conquista di Monte Zebio; il 21 giugno devono attestarsi per via della controffensiva austro-ungarica; tra gli inizi di luglio e la metà di agosto, il suo reggimento si dispiega tra Foza e Enego per riposare e studiare nuove forme di attacco al nemico. Il 24 agosto, durante la XI° battaglia dell’Isonzo (17-31 agosto 1917), il 239° fanteria giunge a Morano nel goriziano nel pieno della battaglia della Bainsizza, sulle alture del Monte Šober, alle dipendenze della 59° divisione.

Lapide del Duomo di San Flaviano

Il 27 agosto 1917, in località Vertoiba (già Vertoiba in Campi Santi) e oggi in sloveno Vrtojba, frazione del comune sloveno di San Pietro-Vertoiba, il “nostro” Paolo Bracone morirà sul campo per le innumerevoli ferite riportate sul corpo per uno scoppio di una granata. Aveva appena 20anni. Il suo corpo su seppellito sul posto. I testimoni della sua morte furono: il Tenente comandate del reparto E. Parodi, i soldati Ciro Zampretta e Silvestro Capuano, il Tenente medico Pasquale Salero, il Sottotenente Sebastiano Baccarini e il Comandate di reggimento, il Tenente Colonnello Vannini. Solo dopo 14 mesi, i familiari, tramite l’allora Sindaco, furono avvisati della morte del loro congiunto, era il 31 ottobre 1918. Paolo Bracone fu ricordato nel libro del giornalista giuliese Francesco Manocchia “Salmi della patria, in memoria dei nostri eroi”, pubblicato dal tipografo Francesco Pedicone nel 1921; sulla lapide posta a ovest del Duomo di San Flaviano; sull’Albo d’Oro, secondo volume Abruzzo e Molise a pagina 52 e 12° nominativo, oggi online sul sito web www.cadutigrandeguerra.it ; sulla foto ufficiale dell’epoca “Eroi Caduti per la Patria” edita per ricordare i soldati giuliesi; ed infine sul libro “Quando C’Era la Guerra” della Artemia Nova Editrice di Mosciano con ricerche e ampliamento del sottoscritto. Continua…..

Walter De Berardinis

walterdeberardinis@gmal.com

 

*ricercatore storico sui caduti giuliesi nella Grande Guerra.

Ecco le altre puntate

Biagio Abbondanza

Pietro Quaranta

Sabatino Acquarola

Fernando Leone

Michele Angeloni

 

Quando c’era la guerra di Walter De Berardinis

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Brigata Pesaro




Giulianova. Michele Angeloni morto nella città del film “Salvate il soldato Ryan”

Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno rimarrebbe nelle mie file

(Federico II, Re di Prussia)

di Walter De Berardinis*

Nella lapide del Duomo di San Flaviano non viene ricordato il soldato giuliese Michele Angeloni

Michele Angeloni, morto nella città del “Salvate il Soldato Rayan”.
Nasce a Giulianova il 3 aprile 1898, alle ore 16,22, nella casa posta in via Muzii, dal 42enne Antonio e Caterina Formiconi. Due giorni dopo sarà l’Assessore comunale Apollo Caravelli a registrare il nascituro insieme ai due testimoni: il 45enne Domenico Paolone, proprietario e il 22enne Luigi Petrini, impiegato.
Il 19 gennaio 1917 viene giudicato idoneo al servizio di leva dal distretto militare di Teramo e il 26 febbraio viene chiamato alle armi. Il 23 marzo viene destinato al 51° Reggimento Fanteria – Brigata “Alpi” e il 22 giugno al 205° Reggimento Fanteria – Brigata “Lambro” (nata nell’aprile 1916 con reparti del 7° e 67° fanteria) in prima linea nella zona del goriziano, tra San Gabriele e San Marco. Il 16 luglio viene trasferito nel 206° Reggimento, sempre appartenente alla Brigata “Lambro”. Il 19 agosto, nell’11° battaglia dell’Isonzo (dal 17 agosto al 31 agosto), il 206° attacca quota 200 del San Marco, nei cruenti scontri cade ferito e fatto prigioniero dagli austroungarici.

Michele Angeloni

Il giovane giuliese sarà portato nei campi di prigionia dell’Impero austro-ungarico e tedesco. I giorni successivi, a piedi, sotto il controllo dei tedeschi, il povero fante viene portato a Cividale (direttrice Tolmino-Lubiana); a Lubiana verrà fatta una seconda tappa nel centro di smistamento di Bischoflack (oggi Škofja Loka, comune sloveno), per poi smistato nei campi di lavoro nel cuore dell’Impero tedesco. Il 25 gennaio 1919, dopo 17 mesi di prigionia, viene liberato dai tedeschi. Il povero soldato giuliese, invece di rientrare in Italia, finisce per una sorta di disguidi burocratici o logistici, nell’Ospedale marittimo militare della città portuale di Cherbourg, nella regione francese (nord) della Bassa Normandia del dipartimento della Manica. Pensate che questo porto francese è stato teatro di molti fatti storici: nel 1840 attraccò la nave con le spoglie di Napoleone Bonaparte, dopo l’esilio di Sant’Elena; nel 1912 fu il secondo scalo del Titanic prima della tragedia e nel 1944 la città fu teatro di guerra tra gli alleati e i tedeschi nella famosa operazione “Overlord” come avamposto dopo gli sbarchi degli angloamericani. La battaglia è stata ben rappresentata nel film del 1998 “Salvate il soldato Ryan” del regista americano Steven Spielberg. Purtroppo, il soldato giuliese, dopo aver contratto l’influenza spagnola, morirà il 4 febbraio 1919, all’età di 20anni. Fu sepolto temporaneamente a Cherbourg. Solo il 15 luglio 1924, il Segretario Comunale, il ragioniere Raffaele Silvestri, delegato dal Commissario Prefettizio Ermanno Colucci, trascriverà l’atto di morte ufficiale ricevuto dal Ministero della Guerra. La segnalazione della morte era stata tradotta solo l’11 luglio 1924, tramite il servizio di Sanità marittima della Repubblica francese a firma dell’ufficiale di 1° classe, Edoardo Ledeutu, del 15 febbraio 1919. Erano passati 5 anni dalla sua morte.
Successivamente, dopo la fine del conflitto, fu traslato nel cimitero militare italiano di Bligny, dipartimento della Marna, nord-est della Francia. Oggi la sua tomba si trova nel riquadro 6, fila R, tomba 20. E’ il più grande cimitero militare italiano della 1° guerra mondiale in Francia. Si estende per 3,5 ettari con 3453 soldati sepolti.
Il suo nominativo compare nell’Albo d’Oro nazionale dei militari italiani caduti della Grande Guerra, ma totalmente ignorato sulla lapide del Duomo di San Flaviano e nel libro di Francesco Manocchia “I Salmi della Patria”. 3 le medaglie alla memoria del giovane giuliese, nonostante il suo foglio matricolare risulti incompleto in alcune parti: guerra italo-austriaca 1915-1918 o “coniata nel bronzo nemico” e relativa barretta con un solo anno di guerra 1917; A ricordo della Guerra Europea o Interalleata della Vittoria e la Commemorativa a ricordo dell’unità d’Italia 1848-1918
* Ricercatore storico dei caduti della Grande Guerra di Giulianova

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Fernando Leone

 

 

© Walter De Berardinis*

ricercatore sui caduti giuliesi nella Grande Guerra

walterdeberardinis@gmail.com

Quando c’era la guerra di Walter De Berardinis

Album fotografico ufficiale dei caduti giuliesi nella 1° guerra mondiale




Giulianova. Il Sottotenente Fernando Leone morto in Slovenia

di Walter De Berardinis*

Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero.

(Proverbio giapponese)

Fernando Giuseppe Pasquale Giulio Raffaele Leone, il Sottotenente morto a Grazigna (Quota 126)
Nasce a Giulianova il 22 novembre 1889, alle ore 11,15, nella casa posta in Via per Mosciano, al civico 1, dal 33enne Luigi, maestro di musica e Anna Algeste, benestante. Il giorno successivo sarà l’Assessore Battista De Luca a registrare il bambino alla presenza dei testimoni: il 52enne Gaetano Mastrocola e il 44enne Raffaele Del Nunzio, entrambi proprietari.
Il 27 marzo 1911, alla prima visita di leva nel distretto militare di Teramo, viene rinviato per deficienza toracica e cardiopalma e il 20 maggio, di nuovo richiamato a Teramo, sarà riformato per Oligoemia e cardiopalma, come da comunicazione dell’ospedale militare di Chieti. All’indomani dello scoppio della 1° guerra mondiale, sarà di nuovo richiamato il 16 marzo 1916 e giudicato idoneo con le seguenti caratteristiche: alto 1,65 e torace 0,88, capelli neri e ondulati, naso aquilino e mento regolare, occhi castani e colorito roseo, segni particolari: nei sul viso.

Fernando Leone nella foto ufficiale degli Eroi Caduti per la Patria di Giulianova

Il 29 aprile viene chiamato alle armi e il 16 maggio inquadrato nel 2° Reggimento Artiglieria pesante campale “Vicenza”. Il 1 ottobre, dopo sua richiesta, entra nella scuola militare di Caserta e l’11 marzo 1917 diventa Aspirante ufficiale di Complemento nel deposito reggimento fanteria Bologna. Il 18 marzo viene inviato al fronte e il 25 marzo inquadrato nel 119° reggimento fanteria – Brigata Emilia – 10° compagnia, sul settore Valerisce, a est della città di Gorizia. Il 15 maggio, durante la 10° battaglia dell’Isonzo, il suo reggimento si trova a Castagnavizza – casa diruta e il 16 maggio conquista “quota 126”; durante la battaglia il giovane Fernando Leone, alle ore 10,30, all’età di 27anni, perderà la vita colpito alla fronte da una scheggia di granata, a nord di Grazigna o/e Grassigna (Grčna in sloveno), oggi località della Slovenia (moriranno 30 ufficiali e 850 soldati). Sarà il Tenente Gaetano Guizzardi, responsabile del registro dello stato civile, a trascrivere la morte del giovane ufficiale e controfirmato dai testimoni: i soldati Vittorio Calore, Giuseppe Venturini e Gino Lei (tutti illetterati, firmeranno cin la croce), il Caporale Eugenio Noseva e il Comandante, il Tenente Colonnello Virginio Pizio. La comunicazione dell’avventa morte arriverà a Giulianova l’11 luglio 1917.

Fernando Leone

Il ricordo
La nobildonna, Contessa Isabella Acquaviva d’Aragona, sulla rivista “il Ponte di Pisa”, nell’edizione sabato-domenica 22-23 settembre 1917, ricorderà il giovane Fernando per via dell’antica e solida amicizia che legava la famiglia Leone e gli Acquaviva d’Aragona (articolo ritrovato e donato dallo storico Sandro Galantini al pronipote Alessandro Venieri).
Il 9 gennaio 1918 fu Laureato ad honorem in Giurisprudenza, quale iscritto al IV anno di corso 1915/1916 a Bologna (fascicolo 7064), proveniente dall’Università di Roma 1912/13 I anno. Il 29 agosto 1919, con il bollettino ufficiale del Regno d’Italia del 1919 paragrafo 5057, arrivò anche la nomina a Sottotenente di complemento nell’arma di fanteria con anzianità dal 20 maggio 1917. il suo nome fu inserito nell’Albo d’Oro dei caduti “Abruzzo e Molise, Volume II, pagina 426 e numero caduto 24; sulla foto stampata del gruppo ” Eroi Caduti per la Patria”. Anche il giornalista Francesco Manocchia scrisse il suo nome nel libro “I Salmi della patria” e poi ristampato e aggiornato in “Quando C’Era la Guerra” con l’Artemia editrice. Il suo nome è presente anche sulla lapide posta sul lato est del Duomo di San Flaviano a Giulianova e nel saggio “Su due fronti, Giulianova e i giuliesi durante la Grande Guerra” di Sandro Galantini nella rivista “Aprutium”. Anche la Provincia di Teramo, sul sito www.lagrandeguerra.provincia.teramo.it, a cura di

Dimitri Bosi

, ricorda Fernando Leone. Dal 1938, anno della costruzione del Sacrario dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale, le sue spoglie riposano a Oslavia, frazione di Gorizia. Custodisce i resti di 57.741 soldati (36.000 ignoti), quasi tutti italiani e 540 austriaci.

FERNANDO LEONE

I tragici fatti che colpirono il Reggimento, sono ben argomentati nel libro “Dall’Isonzo al Grappa: i caduti bresciani nella Brigata “Emilia”- 119° E 120° REGGIMENTO FANTERIA, di Stefano Aluisini, Ezio Avaldi e Ruggero Dal Molin, Edizioni Arti – Brescia, 2017.
Recentemente, Fernando Leone, è stato ricordato ne libro di Pierluigi Roesler Franz ed Enrico Serventi Longhi dal titolo “Martiri di Carta – i giornalisti caduti nella Grande Guerra”, edito da Gaspari, nel 2018.
Un particolare ringraziamento va a

Alessandro Venieri

,

Roberto Venieri

,

Carlo Di Marco

e

Sandro Galantini

per aver custodito documenti e foto del giovane ufficiale. Spero, in futuro prossimo, di dedicare una targa agli ufficiali giuliesi morti nella 1° Guerra Mondiale. #unitiperlapatria #primaguerramondiale

Articolo ritrovato e donato da Sandro Galantini al pronipote Alessandro Venieri

Albo d’Oro

Il Sacrario di Oslavia – Gorizia

 

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Pietro Quaranta

Sabatino Acquarola

 

 

© Walter De Berardinis*

ricercatore sui caduti giuliesi nella Grande Guerra

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L’Aquila. CME ABRUZZO – FESTA DELL’ARMA DI ARTIGLIERIA

L’AQUILA, 15 Giugno 2017. Il 15 giugno 2017 a L’Aquila, presso la caserma “Pasquali”, la Sezione Provinciale dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia de L’Aquila ha festeggiato il 98° anniversario della Battaglia del Solstizio e la Festa dell’Arma dell’Artiglieria. In tale occasione il Comandante dell’Esercito per l’Abruzzo, Gen. B. Rino DE VITO, ha deposto una corona d’alloro presso il Monumento ai Caduti situato all’Interno della caserma. A seguire il Cappellano Militare, Don Claudio RECCHIUTI, ha celebrato la Santa Messa in onore dei Caduti. Presenti alla ricorrenza le rappresentanze di varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma, il già citato Gen. B. DE VITO, il Presidente della Sezione Provinciale de L’Aquila dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, Gen. B. Antonio LAUDANTE, e il Comandante del 9° Reggimento Alpini “L’Aquila”, Col. Marco IOVINELLI.

FOTO 1 PICCHETTO

FOTO 2 AUTORITA’

FOTO 3 ASSOCIAZIONI




Alessandro Gualtieri: Un grazie speciale agli Alpini di Trezzo sull’Adda

Alessandro Gualtieri ha incontrato la cittadinanza per presentare il suo best-seller “La Grande Guerra delle Donne”,

nell’ambito di una serie di convegni organizzati dal 30° Gruppo Alpini, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana.

L’autore desidera ringraziare il Gruppo Alpini di Trezzo sull’Adda, la Croce Rossa Italiana e tutte le Autorità intervenute,

per la strepitosa collaborazione e l’eccezionale capacità organizzativa.

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Alessandro Gualtieri
Alessandro Gualtieri




Giulianova. Gaetano Stacchiotti, l’Alpino resuscitato

Gaetano Stacchiotti, l’Alpino resuscitato. Nasce a Giulianova il 27 marzo 1897, alle ore 08:12, nella casa posta in Via Provinciale, dal 27enne Luigi e Rosaria Marcone. Il nascituro sarà registrato all’anagrafe il giorno successivo dall’Assessore Apollo Caravelli, alla presenza di due testimoni: Emidio Paolone e Raffaele Del Nunzio, entrambi benestanti. Con la famiglia si trasferisce a Mosciano Sant’Angelo. Il 6 maggio 1916 viene convocato a visita di leva nel distretto militare di Teramo e il 21 settembre viene chiamato alle armi. L’11 ottobre giunge nel deposito del 5° Reggimento Alpini – Battaglione “Vestone” e il 14 ottobre raggiunge la prima linea. Il Battaglione, reduce dalla conquista del Monte Rombon, si trasferisce sull’Altipiano dei Sette Comuni (Prealpi Vicentine). Il 10 giugno 1917, durante la battaglia del Monte Ortigara (dal 10 al 29 giugno), attraversando la Valle dell’Agnella, intorno a quota 2.000, il povero Stacchiotti scompare. Il comando, il 14 settembre, non avendo avuto notizie del giovane giuliese, viene dichiarato disperso nella battaglia. La notizia giunse a Giulianova dove la famiglia già stava piangendo un altro figlio, Giovanni (Giulianova, 25 maggio 1893), morto a Ronchi il 20 ottobre 1916. Al termine della guerra, forse perché prigioniero degli austroungarici, ricompare al deposito del 5° Reggimento Alpini e il 2 settembre 1919 il distretto militare di Teramo cancella sul suo ruolo matricolare la morte presunta. Il 16 aprile 1920 viene congedato. Il 26 novembre gli viene rilasciato il passaporto valido per l’espatrio a New York, ma poi cambierà idea perché si trasferirà in Argentina. I nomi dei due fratelli morti verranno trascritti: sul libro “I Salmi della Patria” edito nel 1921 dal giornalista Francesco Manocchia; sulla lapide del Duomo e nella foto-ricordo di tutti i caduti. Per svelare l’arcano bisogna attendere il 24 giugno 1977, quando a Béccar, comune dell’area metropolitana di Buenos Aires in Argentina, muore all’età di 80 anni il redivivo Gaetano.
Il suo nominativo, tramite delle schede da compilare da parte dei comuni, fu comunicato al censimento nazionale per l’Albo d’Oro “Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918, ma la commissione nazionale in collaborazione con l’ufficio statistico del Ministero (retto dal Tenente Colonello Medico, Luigi De Berardinis) ritenne di scartare la richiesta perché il militare era ancora in vita.
Gaetano prese comunque tre encomi: Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia, la Medaglia Interalleata della Vittoria e delle campagne di guerra 1916, 1917 e 1918. #unitiperlapatria



Giulianova. Pietro Quaranta, un giuliese medaglia d’Argento al Valor Militare

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Giulianova. In occasione della festa dell’Artiglieria che si svolgerà domenica 11 giugno 2017 nella chiesa di Santa Maria a Mare, nel quartiere dell’Annunziata di Giulianova, con il seguente programma: ore 10,00 accoglienza degli ospiti e aperitivo; ore 10,30 deposizione della corona al “ritrovato” quadro dei caduti giuliesi della 1° guerra mondiale e alle ore 10,45, celebrazione della Santa Messa e lettura della preghiera dell’Artigliere. Al termine, benedizione finale e scioglimento dell’assemblea, mi sembra giusto ricordare la figura di questo giuliese proprio nel giorno della festa del suo corpo militare.

Nome e cognome sull'album/quadro dei caduti giuliesi.
Nome e cognome sull’album/quadro dei caduti giuliesi.

Pietro Quaranta, un giuliese medaglia d’Argento al Valor Militare

Di Walter De Berardinis **

Giulianova. Pietro Quaranta nasce il 22 novembre 1894 a Giulianova nella casa posta in Via per Mosciano, al numero civico 30, nella parte alta della città. Figlio del 33enne Giuseppe, agricoltore e della 30enne Diana Domenica, anch’egli contadina. Furono Emidio Paolone e Raffaele Del Nunzio, noti proprietari, a testimoniare con il papà Giuseppe l’avvenuta nascita di Pietro.

La motivazione
La motivazione della concessione della medaglia.

Al compimento del 18mo anno di età, fu inserito nella lista di leva della classe 1894 e chiamato per la visita di leva nel 1912 al Distretto Militare (n° 10) di Teramo, con il numero 278. La commissione medica così lo descrisse: alto 1,64, con capelli e occhi castani, illetterato e di professione contadino. Fu giudicato idoneo per la 1° categoria e successivamente posto in congedo il 17 luglio 1914, con residenza a Mosciano Sant’Angelo. Il 7 settembre 1914 fu richiamato alle armi e il 26 settembre dello stesso anno viene inquadrato nell’artiglieria a cavallo – nel reparto batterie.

Lapide di C.so Garibaldi - Duomo di San Flaviano
Lapide di C.so Garibaldi – Duomo di San Flaviano

Il 5 giugno 1915, dopo mesi di duro addestramento, raggiunse i territori in stato di guerra e il 19 aprile viene trasferito nel deposito della scuola di tiro bombardieri di Susegana. Infatti, agli inizi del 1916, il governo diede ordine di istituire dei reparti bombardieri all’interno dell’artiglieria. Da quella scuola usci Pietro (uno dei 170.000 soldati addestrati) con il 13° gruppo bombardieri aggregati al 30° Reggimento Artiglieria da Campagna Territoriale da 8 batterie; ed ognuna composta da: 12 bocche di fuoco e cavalli per il trasporto. Nella nona battaglia dell’Isonzo (31 ottobre-4 novembre), tra il Regno d’Italia e l’Impero asburgico, il nostro concittadino Pietro rimarrà gravemente ferito proprio il primo giorno della cruenta battaglia, il 31 ottobre a Oppacchiasella (oggi Opachiasella, Slovenia), paese sloveno sul Carso. Purtroppo, il 3 novembre 1916, alle 3,00 del mattino, si spegneva nell’ospedale da campo (di oltre 100 posti letto) n° 060, per le gravi ferite riportate il 31 ottobre sul campo di battaglia. Doveva compiere, dopo pochi giorni, 22anni. Il referto medico, poi trascritto dal giovane Tenente d’amministrazione dello stesso ospedale da campo, Giuseppe Accorinti, cosi descriveva il povero artigliere sul registro dei morti a pagina 71 e numero progressivo dei morti numero 286: morto in seguito a peritonite da ferita d’artiglieria all’addome, ferite multiple alla testa, al torace ed ai piedi per fatto di guerra. Il povero Pietro fu sepolto a Gradisca d’Isonzo in Friuli Venezia Giulia, quasi al confine con la Slovenia. Gli alti comandi, visto il valore e l’ardimento dimostrato, gli conferirono la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: Quaranta Pietro, da Giulianova (Teramo), soldato raggruppamento bombardieri, gruppo, batteria, n° 34747 matricola – Non essendo nella sua qualità di attendente obbligato ai servizi di batteria, si offriva spontaneamente ad uscire in ricognizione per constatare i danni prodotti dalle nostre bombarde. In altre circostanze, offertosi pure volontariamente al servizio di un pezzo, veniva mortalmente ferito, e mentre lo trasportavano al posto di medicazione si rammaricava di non poter più prestare l’opera sua alla batteria. – Oppacchiasella, 31 ottobre 1916. Oggi, grazie all’interessamento dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia – sezione di Giulianova-Teramo, presieduta dal Ten. A. (cong.) Rosario Cupini, il suo nome verrà ricordato sul monumento all’artigliere, di prossima costruzione, nel quartiere dell’Annunziata. Ad oggi, non abbiamo trovato eredi diretti dell’artigliere e neanche riusciamo a fare un albero genealogico della famiglia vista che all’epoca i genitori e altri familiari si spostarono nel vicino comune di Mosciano Sant’Angelo (TE).

**Walter De Berardinis

Commissario provinciale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore

alle Reali Tombe del Pantheon di Roma




Il Soldato del Lèmerle in libreria da oggi

Il soldato del Lèmerle

 




Giulianova. L’evento “Giulianova nella I Guerra Mondiale / Filippo Corridoni, sindacalismo e repubblica”, inserito nel programma ufficiale delle commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.

 

Giulianova. Grande soddisfazione per Associazione Culturale Arts Academy di Giulianova presieduta dal dott.Pietro Costantini e dal curatore dell’evento, Walter De Berardinis, storico-ricercatore dei caduti della 1° Guerra Mondiale. La manifestazione si svolgerà sabato 27 maggio, alle ore 18,00, presso la sala comunale “Bruno Buozzi” nella parte alta della città ed è stata inserita nel programma ufficiale delle commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale. Il progetto presentato dall’associazione giuliese, dal giornalista e storico De Berardinis e dall’Associazione Nazionale Artiglieri sezione Giulianova-Teramo si propone l’ambizione progetto di presentare alcuni eventi che vedranno la loro

 

Locandina e invito

realizzazione nel 2018 a conclusione della fine del centenario della prima guerra mondiale, 1915/1918. In quest’occasione, il Ten. A. (cong.) Rosario Cupini, Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Artigliere sezione Giulianova-Teramo, presenterà il progetto del Monumento dedicato all’artigliere che, recentemente approvato dalla giunta comunale, verrà realizzato presso il quartiere dell’Annunziata sulla rotonda sud-est. Il monumento verrà dedicato al giuliese Pietro Quaranta: nato a Giulianova il 22 novembre 1894 e morto il 3 novembre 1916 nell’ospedale da campo 60 per peritonite da ferite multipli all’addome, testa, torace e piedi; inquadrato nel corpo degli Artiglieri – 13° gruppo bombardieri, venne sepolto a Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia; poi decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Successivamente, il ricercatore storico, Walter De Berardinis, illustrerà le ultime ricerche e ritrovamenti di soldati scomparsi durante il conflitto, di cui non se ne sapevano le sorti. In particolar modo ricorderà le figure meno note al grande pubblico: Francesco Campanaro, morto con la stessa Brigata Siena di Corridoni;Salvatore Baldini, marinaio con la “Alfredo Cappellini”; Pietro Quaranta, artigliere; gli 8 militari di diverse parti d’Italia morti insieme a tre profughe nell’ospedale civile di Giulianova; l’unico soldato straniero morto a Giulianova, lo slovacco Giovanni Greco Kelbl, della Legione ceco-slovacca; il Tenente medico, Gilberto Barretta, della Compagnia di Sanità morto a Bologna per malattia ed infine il pioniere dei poliziotti, Francesco Rossi, Guardia di Città di Verona morto per malattia. Prima dei lavori, verrà scoperta, per la prima volta, una teca fotografica originale degli anni ’20 con le foto di tutti i reduci giuliesi della Gran Guerra, ritrovata casualmente da De Berardinis nella masseria della famiglia Di Giallorenzo di Giulianova. Saranno 136 caduti da ricordare, più 18 rispetto al numero citato nel libro “Quando C’Era la guerra” della Artemia nova edizioni di Mosciano Sant’Angelo. La conclusione della giornata sarà affidata all’intervento del giornalista Paolo Martocchia, che parlerà della figura eroica di Filippo Corridoni. Un personaggio straordinario che, in occasione del centenario della morte, viene rivisitato dall’autore attraverso il volume “Sindacalismo e Repubblica”, nel quale Corridoni scriveva per esempio di globalizzazione e autonomia municipale nel 1915. Quella di Corridoni è una storia di vita fantastica, dove gli ideali della patria e del lavoro rimarranno stagliati nell’anima corridoniana fino alla morte, purtroppo in giovane età. Hanno patrocinato l’evento: l’Associazione Italiana Artiglieri – sezione Giulianova-Teramo, l’Istituto Nazionale delle Guardie d’Onore al Pantheon – delegazione di Teramo; il Comitato Locale della Croce Rossa Italiana di Giulianova e la Città di Giulianova.

Associazione Culturale Arts Academy info@artsacademygiulianova.it www.artsacademygiulianova.it




Il 27 Maggio – Giulianova nella I Guerra Mondiale. Filippo Corridoni

Per il terzo anno consecutivo, l’Associazione Culturale Arts Academy di Giulianova aderisce alle iniziative de “Il maggio dei Libri”, promosse a livello nazionale dal Centro per il Libro e la Lettura. Molteplici filoni tematici, suggeriti dal CEPELL, hanno trovato accoglienza nella programmazione dell’Associazione giuliese che, tuttavia, quest’anno punta in modo particolare su uno di essi: il paesaggio. Approfondito attraverso il punto di vista storico-socio-culturale, vuol divenire un’opportunità per riscoprire e approfondire Giulianova, il suo territorio e la sua storia. Con questi intenti, sabato 27 maggio alle ore 18:00, presso la Sala Bruno Buozzi in Giulianova Alta, si terrà l’evento “Giulianova nella I Guerra Mondiale. Filippo Corridoni”.

In tale occasione, il Ten. A. (cong.) Rosario Cupini, Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Artigliere sezione Giulianova-Teramo, presenterà il progetto del Monumento dedicato all’artigliere che, recentemente approvato dalla giunta comunale, verrà realizzato presso il quartiere dell’Annunziata sulla rotonda sud-est. Il monumento verrà dedicato al giuliese Pietro Quaranta: nato a Giulianova il 22 novembre 1894, morto il 3 novembre 1916 nell’ospedale da campo 60 per peritonite da ferite multipli all’addome, testa, torace e piedi; inquadrato nel corpo degli Artiglieri – 13° gruppo bombardieri, venne sepolto a Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia. Per l’alto valore e senso di appartenenza al corpo, venne decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. L’opera, per gli artiglieri, sembra il giusto riconoscimento al sacrificio di questo giovane soldato.

Momento toccante della giornata sarà il ricordo dei caduti giuliesi nella Grande Guerra con il giornalista Walter De Berardinis che illustrerà le ultime ricerche e ritrovamenti di soldati scomparsi durante il conflitto. In particolar modo ricorderà le figure meno note al grande pubblico: Francesco Campanaro, morto con la stessa Brigata Siena di Corridoni; Salvatore Baldini, marinaio con la “Alfredo Cappellini”; Pietro Quaranta, artigliere; gli 8 militari di diverse parti d’Italia morti insieme a tre profughe a Giulianova, perché sede di retrovia; l’unico soldato straniero morto a Giulianova, lo Slovacco Giovanni Greco Kelbl, della Legione ceco-slovacca; il Tenente medico, Gilberto Barretta, della Compagnia di Sanità morto a Bologna per malattia ed infine il pioniere dei poliziotti, Francesco Rossi, Guardia di Città di Verona morto per malattia. Prima dei lavori, verrà scoperta, per la prima volta, una teca fotografica originale degli anni ’20 con le foto di tutti i reduci giuliesi dalla Gran Guerra, ritrovata casualmente da De Berardinis nella masseria della famiglia Di Giallorenzo di Giulianova. Saranno 136 caduti da ricordare, più 18 rispetto al numero citato nel suo libro “Quando C’Era la guerra” della Artemia nova edizioni di Mosciano Sant’Angelo.

La conclusione della giornata sarà affidata all’intervento del giornalista Paolo Martocchia, che parlerà della figura eroica di Filippo Corridoni. Un personaggio straordinario che, in occasione del centenario della morte, viene rivisitato dall’autore attraverso il volume “Sindacalismo e Repubblica”, nel quale Corridoni scriveva per esempio di globalizzazione e autonomia municipale nel 1915. Quella di Corridoni è una storia di vita fantastica, dove gli ideali della patria e del lavoro rimarranno stagliati nell’anima corridoniana fino alla morte, purtroppo in giovane età.

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