Roma. l’11 aprile alle ore 18 al Teatro dell’Istituto Calasanzio

Roma. l’11 aprile alle ore 18 al Teatro dell’Istituto Calasanzio  per la presentazione del libro ” Cefalonia Io e la mia storia ” del collega Vincenzo Di Michele. Sarà allestita una mostra con i cimeli storici di Cefalonia e poi altre sorprese. Parteciperà il Generale supremo della Divisione Acqui ( 24.000 unità) il quale parlerà del passato e del presente della divisione Acqui con delle novità.

 

Il silenzio e le ipocrisie  sulla strage di Cefalonia

Nel nuovo romanzo “Cefalonia, Io e la mia storia” Vincenzo Di Michele ripercorre i fatti del settembre ’43 con un  racconto autobiografico su una delle pagine più buie della storia italiana.

CEFALONIA copertina frontale in Jpg

È una lettura vissuta a pelle sullo sfondo familiare e soprattutto al femminile quella che Vincenzo Di Michele ripercorre da quei giorni fino a oggi. Nel suo nuovo romanzo storico “Cefalonia, Io e la mia storia” (Editore il Cerchio), Di Michele rilegge una delle pagine più buie della storia italiana da una prospettiva diversa: le angosce e le attese delle mamme e delle mogli che attendevano il ritorno dal fronte dei loro cari.

Partendo da fatti realmente accaduti, lo storico e saggista rivive in prima persona gli avvenimenti di quel settembre del 1943 quando l’esercito italiano, dopo la proclamazione dell’armistizio, si dissolse nel nulla. «Il dramma della seconda guerra mondiale e quella crudele carneficina di Cefalonia vengono narrate attraverso le voci e le testimonianze di quelle mamme e di quelle mogli che attendevano il ritorno dal fronte dei loro figli o mariti», spiega l’autore. Nel suo racconto vissuto a pelle, Di Michele narra in prima persona le attese della sua famiglia. «Ci sono le voci di mia bisnonna, di mia nonna e di mia mamma che hanno vissuto con angosciosa trepidazione tanti e poi tanti anni. Un’attesa di veder tornare “il loro Caro” che poi al dunque è stata vana», aggiunge Di Michele. Ma anche «c’è il racconto, preso da un diario inedito, di quel soldato che ha fatto di tutto per sopravvivere alla tragedia della guerra pur di far ritorno a casa per riabbracciare la propria moglie e quella figlia di 7 anni che non  aveva mai conosciuto».

La ricostruzione della strategia militare passa in secondo piano per lasciare spazio ad un dramma personale che porta ad un racconto autobiografico. In una narrazione personale e con piglio a tratti provocatorio, l’autore chiama in causa il lettore mettendo in evidenza il passato del suo Paese, che è anche il passato sofferto di tante famiglie italiane che hanno avuto un disperso in guerra.

I fatti storici, letti con le lenti della vicenda personale, assumono nuovi contorni e nuove prospettive. E il risultato non è per nulla scontato. A partire proprio da come il generale Antonio Gandin era solito rivolgersi ai propri soldati: “Dodicimila figli di mamma tutti obbedienti agli ordini” per arrivare a come e perché quella strage di Cefalonia stracolma di sangue e vite umane stroncate nel fiore degli anni, di certo si poteva evitare.

 

Gli organi di stampa, giornali e riviste tematiche, che desiderano ricevere copia omaggio del libro per recensirlo possono richiederlo a     info@vincenzodimichele.it

 

 

VINCENZO DI MICHELE (1962), libri pubblicati: “La famiglia di fatto, un’analisi della convivenza more uxorio; Io prigioniero in Russia, oltre 50.000 copie e vincitore di premi alla memoria storica; “Guidare oggi”, un manuale per le problematiche stradali; “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso, una revisione storica sulla prigionia del Duce a Campo Imperatore; “Pino Wilson, vero capitano d’altri tempi, la biografia ufficiale dello storico calciatore della Lazio campione d’Italia nel 1974; “Come sciogliere un matrimonio alla Sacra Rota”, un’inchiesta sull’iter di annullamento dei matrimoni innanzi ai Tribunali ecclesiastici; “L’ultimo segreto di Mussolini”, quel patto sottobanco tra Badoglio e i tedeschi e i retroscena dell’operazione Quercia sulla liberazione di Mussolini; “The Last secret of Mussolini”, the undercounter pact between Badoglio and the Germans.   “Cefalonia , Io e la mia storia” un racconto autobiografico sullo sfondo degli avvenimenti bellici dell’eccidio di Cefalonia del settembre 1943.




Pescara. ANPI: Cordoglio per morte Sirio Maurino

Il Comitato provinciale dell’ANPI Pescara – ‘Ettore Troilo’ esprime profondo cordoglio per la morte del compagno Sirio Maurino, che si è spento sabato sera. Molto attivo nella campagna per il ‘no’ al referendum costituzionale, per anni uno dei protagonisti del circolo Abruzzo di ‘Libertà e Giustizia’, Sirio ha partecipato con passione alla vita dell’ANPI, di cui era nel collegio dei probiviri.

I funerali verranno celebrati oggi, alle 15.30, nella cattedrale di San Cetteo, a Pescara.

Da parte di tutto il Comitato provinciale dell’ANPI Pescara le più sentite condoglianze alla famiglia Maurino.




Pescara. “Oggi in Spagna, domani in Italia”, 24 marzo 2017, Montesilvano-Pescara

Il Comitato provinciale ANPI Pescara ‘Ettore Troilo’ e la Sezione ANPI ‘F.lli Gialluca’ di Pescara, Montesilvano e Spoltore, in occasione gli 80 anni dalla battaglia di Guadalajara (marzo 1937), organizzano per il prossimo 24 marzo un convegno per ricordare il sacrificio dei miliziani antifascisti italiani durante la Guerra di Spagna. P1120314 P1120317


Due gli appuntamenti, uno alle 10.15 al liceo scientifico ‘D’Ascanio’ di Montesilvano e l’altro alle 18.15 al Mediamuseum di Pescara. Interverranno Enzo Fimiani, Enrico Acciai, Franco Botticchio, Nicola Palombaro, Renato e i familiari di Renato e Giuseppe Gialluca.

La sezione pescarese è intitolata ai fratelli Renato e Giuseppe Gialluca, anarchici antifascisti originari di Pescara, che nel 1937 presero parte alla vittoriosa battaglia di Guadalajara, dove le Brigate Internazionali di cui facevano parte inflissero una dura sconfitta alle formazioni italiane fasciste inviate da Mussolini a supporto dei golpisti di Francisco Franco.

In allegato la locandina delle iniziative e le foto dei fratelli Gialluca.




Editoria. Il Soldato del Lèmerle in libreria

Il Soldato del Lèmerle
in libreria – ESTATE 2017
Le riprese per un documentario storico portano alla luce nel l’estate del 2015 il cranio e alcune ossa di un soldato; al secolo di abbandono nei boschi di una località turistica montana, si sommano mesi di dimenticanza delle istituzioni e degli enti preposti alla memoria di tanti eroi per caso, sepolti tra le linee dell’ex fronte. Il finanziamento di un privato cittadino, sensibile all’inutile strage di inizio secolo scorso, restituisce i dovuti onori ai resti mortali, che ora riposano nel sacrario militare di Asiago.
Ma il recupero di un così pregnante pezzo di storia nazionale non si è concluso esclusivamente con due cassettine in zinco avvolte nel tricolore e l’eco del “Silenzio” in un uggioso 4 novembre. Ciò che è stato finalmente sottratto all’oblio di un’abetaia, potrebbe avere una identità.



Nereto. Presentazione libro di Nicolino Farina, 10 marzo 2017, ore 21,15

Presentazione del libro , “Zona di guerra.195-1818”, secondo incontro del ciclo “Come d’autunno le pagine”, seconda sessione.
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L’ULTIMO SOLDATO SENZA STELLETTE. Celebrazioni in onore del decennale della scomparsa di Domenico Troilo

9 marzo 2017

 

L’ULTIMO SOLDATO SENZA STELLETTE

Celebrazioni in onore del decennale della scomparsa di Domenico Troilo

(11 marzo 2007-11 marzo 2017)
2017_03_09 FBM_LOCANDINA

 

Aveva 20 anni Domenico Troilo quando gli misero addosso la divisa militare e lo mandarono in Africa settentrionale. Ne aveva appena 21 quando, rientrato fortunosamente a Gessopalena dopo l’8 settembre del 1943, si trovò a comandare un pugno di uomini decisi a tutto pur di difendere la loro terra e le loro vite dall’occupante tedesco.

“Che dovevo fare? Rimanere a guardare e subire? I tedeschi prima minarono casa per casa e poi distrussero il mio paese, uccisero mia madre senza motivo, rubarono tutto quello su cui riuscirono a mettere le mani, ci costrinsero a sfollare. E così io ed alcuni altri cominciammo ad incontrarci, a parlare e infine decidemmo di combattere”.

A 22 anni Troilo avrebbe guidato in battaglia uomini abituati a dargli del tu. “Mi nominarono loro comandante perché ero l’unico con qualche esperienza militare, perché avevo studiato, sapevo farmi rispettare e sapevo usare bene un’arma”. Amava i suoi uomini, si occupava del loro addestramento. Sapeva imporre la disciplina, ma conosceva perfettamente i ragazzi che gli erano affidati. “Poi impararono, divennero ottimi combattenti”.

Quando si unì alla Brigata Maiella, su indicazione dei comandi britannici fu nominato vice-comandante e responsabile militare per la straordinaria prova che aveva dato nella difesa di Fallascoso (frazione del Comune di Torricella Peligna in provincia di Chieti).

Alle capacità strategiche di Domenico Troilo si devono i più brillanti risultati della Miella. Egli coordinò con gli inglesi l’operazione di liberazione dell’Abruzzo; nelle Marche e in Emilia gestì coi polacchi le attività in cui il Gruppo di partigiani abruzzesi fu spesso l’unità più avanzata sul fronte Adriatico, impiegata a coprire autonomamente settori di 15-20 km di estensione e risultata decisiva per lo sfondamento della linea Gotica (battaglie di Cingoli, Montecarotto e Pesaro), nonché per l’avanzata finale fino a Bologna (battaglie di Monte Castellaccio, Brisighella, Monte Mauro).

La posizione di Monte Mauro era giudicata “Impossibile” da prendere. A colloquio con Generale Wisniowski della divisione Carpazi, Troilo si offrì di scalare il monte frontalmente, rinunciando all’appoggio dell’artiglieria e riuscendo così a cogliere i tedeschi di sorpresa. Una scelta che avrebbe fatto anche a Brisighella salvando così l’abitato e la popolazione dalla distruzione. La manovra di Monte Mauro fu silenziosa e impeccabile e costrinse i difensori alla resa. Dopo la battaglia gli ufficiali tedeschi, esterrefatti, vollero stringere la mano agli uomini della Majella che li avevano sconfitti con perdite inconsistenti. Per i polacchi del Generale Anders, i volontari guidati da Domenico Troilo erano la più formidabile unità di fanteria da montagna.

Il Vice Comandante fu ferito in combattimento una prima volta nella zona di Arcevia –  e la seconda sul Senio – rientrando sempre al reparto. Fu decorato di medaglia d’argento sul campo e, tra i riconoscimenti polacchi, di Croce al Merito con spade di bronzo.

 

Era un uomo dall’intelligenza lucida e dal fare ruvido e bonario. Aveva in odio la retorica. Ad ogni scritto ed intervista che rilasciava si raccomandava sempre: “che non sia una cosa eroica, perché noi non volevamo cambiare il mondo: volevamo solo vivere in pace”. Attivissimo nel dopoguerra, fu membro dell’Anpi nazionale e un testimone instancabile. Volle l’istituzione della Fondazione intitolata alla Brigata Maiella.

 

Sono trascorsi dieci anni dalla sua scomparsa. La Fondazione Brigata Maiella, insieme al Comune di Gessopalena e l’Associazione degli ex Combattenti della Brigata Maiella ne intende ricordare la figura in una giornata di eventi interamente dedicati a lui.

 

Nella mattina dell’11 marzo 2017 si terrà una manifestazione presso il Teatro Comunale G. Finamore di Gessopalena: l’apertura delle iniziative avverrà con il saluto del Sindaco Andrea Lannutti. A seguire, gli studenti coordinati dall’Associazione “Gessamiamo” proporranno al pubblico una serie di riflessioni sulla seconda guerra mondiale in Abruzzo e l’esperienza della Brigata Maiella corredando gli interventi dalla proiezione multimediale di video, immagini e documenti d’epoca. Le conclusioni saranno affidate al ricordo, anche personale, del Presidente della Fondazione Brigata Maiella Nicola Mattoscio.

Alle 18.00 si terrà una messa in suffragio presso la Chiesa di Santa Maria dei raccomandati che sarà animata dal Coro Mastro Davide, il coro nato in memoria del padre adottivo di Domenico Troilo, che fu un noto e affermato Maestro di Banda.

Dalle 21.00, di nuovo presso il Teatro Comunale G. Fianamore, si terrà il concerto conclusivo della manifestazione intitolato “Pane, giustizia e libertà” a cura della Banda Libera di Modena. In un’ora e quaranta di musica dal vivo la Banda Libera ripercorrerà la memoria della Resistenza nella musica italiana. L’ingresso è gratuito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

www.fondazionebrigatamaiella.it

085.4219109




Il silenzio e le ipocrisie sulla strage di Cefalonia – il nuovo libro di Vincenzo Di Michele “Cefalonia, Io e la mia storia” (Ed. il Cerchio)

 Il silenzio e le ipocrisie  sulla strage di Cefalonia

Nel nuovo romanzo “Cefalonia, Io e la mia storia” Vincenzo Di Michele ripercorre i fatti del settembre ’43 con un  racconto autobiografico su una delle pagine più buie della storia italiana.

CEFALONIA copertina frontale in Jpg

È una lettura vissuta a pelle sullo sfondo familiare e soprattutto al femminile quella che Vincenzo Di Michele ripercorre da quei giorni fino a oggi. Nel suo nuovo romanzo storico “Cefalonia, Io e la mia storia” (Editore il Cerchio), Di Michele rilegge una delle pagine più buie della storia italiana da una prospettiva diversa: le angosce e le attese delle mamme e delle mogli che attendevano il ritorno dal fronte dei loro cari.

Partendo da fatti realmente accaduti, lo storico e saggista rivive in prima persona gli avvenimenti di quel settembre del 1943 quando l’esercito italiano, dopo la proclamazione dell’armistizio, si dissolse nel nulla. «Il dramma della seconda guerra mondiale e quella crudele carneficina di Cefalonia vengono narrate attraverso le voci e le testimonianze di quelle mamme e di quelle mogli che attendevano il ritorno dal fronte dei loro figli o mariti», spiega l’autore. Nel suo racconto vissuto a pelle, Di Michele narra in prima persona le attese della sua famiglia. «Ci sono le voci di mia bisnonna, di mia nonna e di mia mamma che hanno vissuto con angosciosa trepidazione tanti e poi tanti anni. Un’attesa di veder tornare “il loro Caro” che poi al dunque è stata vana», aggiunge Di Michele. Ma anche «c’è il racconto, preso da un diario inedito, di quel soldato che ha fatto di tutto per sopravvivere alla tragedia della guerra pur di far ritorno a casa per riabbracciare la propria moglie e quella figlia di 7 anni che non  aveva mai conosciuto».

La ricostruzione della strategia militare passa in secondo piano per lasciare spazio ad un dramma personale che porta ad un racconto autobiografico. In una narrazione personale e con piglio a tratti provocatorio, l’autore chiama in causa il lettore mettendo in evidenza il passato del suo Paese, che è anche il passato sofferto di tante famiglie italiane che hanno avuto un disperso in guerra.

I fatti storici, letti con le lenti della vicenda personale, assumono nuovi contorni e nuove prospettive. E il risultato non è per nulla scontato. A partire proprio da come il generale Antonio Gandin era solito rivolgersi ai propri soldati: “Dodicimila figli di mamma tutti obbedienti agli ordini” per arrivare a come e perché quella strage di Cefalonia stracolma di sangue e vite umane stroncate nel fiore degli anni, di certo si poteva evitare.

 

Gli organi di stampa, giornali e riviste tematiche, che desiderano ricevere copia omaggio del libro per recensirlo possono richiederlo a     info@vincenzodimichele.it

 

 

VINCENZO DI MICHELE (1962), libri pubblicati: “La famiglia di fatto, un’analisi della convivenza more uxorio; Io prigioniero in Russia, oltre 50.000 copie e vincitore di premi alla memoria storica; “Guidare oggi”, un manuale per le problematiche stradali; “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso, una revisione storica sulla prigionia del Duce a Campo Imperatore; “Pino Wilson, vero capitano d’altri tempi, la biografia ufficiale dello storico calciatore della Lazio campione d’Italia nel 1974; “Come sciogliere un matrimonio alla Sacra Rota”, un’inchiesta sull’iter di annullamento dei matrimoni innanzi ai Tribunali ecclesiastici; “L’ultimo segreto di Mussolini”, quel patto sottobanco tra Badoglio e i tedeschi e i retroscena dell’operazione Quercia sulla liberazione di Mussolini; “The Last secret of Mussolini”, the undercounter pact between Badoglio and the Germans.   “Cefalonia , Io e la mia storia” un racconto autobiografico sullo sfondo degli avvenimenti bellici dell’eccidio di Cefalonia del settembre 1943.




Roma. Editoria: “La partecipazione del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia (1943-1945)”, domani la presentazione

domani si svolgerà l’evento di presentazione del volume “La partecipazione del

 

 

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Domani si svolgerà l’evento di presentazione del volume “La partecipazione del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia (1943-1945)”, curato da Enzo Fimiani, presidente onorario dell’ANPI Pescara – ‘Ettore Troilo’, e promosso dall’ANPI. L’appuntamento è alle 15.30, nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.

 

Martedì, 28 febbraio 2017 ore 15.30

Senato della Repubblica – Sala Zuccari – Palazzo Giustiniani

Via della Dogana Vecchia, 29 – Roma

Presentazione del volume:

La partecipazione del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia (1943-1945)

Edizioni Le Monnier, Firenze, 2016

Promosso dall’ANPI – Associazione nazionale partigiani d’Italia

A cura di Enzo Fimiani

Con saggi di:

Isabella Insolvibile

Chiara Donati

Toni Rovatti

e contributi di: Claudio Dellavalle, Guido D’Agostino, Carlo M. Fiorentino

Alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica

partecipano:

Silvana Amati, Segretario di Presidenza del Senato della Repubblica

Carlo Smuraglia, Presidente nazionale ANPI

Paolo Corsini, Vicepresidente Commissione Esteri del Senato della Repubblica

 già docente di Storia moderna Università di Parma

Guido D’Agostino, Presidente Istituto campano per la storia della Resistenza,

dell’antifascismo e dell’età contemporanea

Claudio Dellavalle, Presidente Istituto piemontese per la storia della Resistenza

e della società contemporanea (ISTORETO)

Coordina: Enzo Fimiani

______________________________________________________

(N.d.r., noi vogliamo ricordare il papà del nostro direttore, Carlo De Berardinis, con il link dell’ANPI

CARLO DE BERARDINIS di GIULIANOVA

Carlo De Berardinis
Carlo De Berardinis

 

________________________________________________________DAL SITO MONDADORI

LA PARTECIPAZIONE DEL MEZZOGIORNO ALLA LIBERAZIONE D’ITALIA (1943-1945)

Enzo Fimiani

Il testo
Esito di un progetto di ricerca promosso dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), condotto a termine grazie a studiosi delle reti dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI) e delle ANPI provinciali, basato su fonti in buona parte inedite e impostato su approcci interpretativi per molti versi innovativi, il volume affronta per la prima volta in maniera organica alcuni dei grandi temi alle origini dell’Italia democratica e repubblicana: la partecipazione del Mezzogiorno e dei meridionali alla Liberazione dal nazifascismo; la dimensione davvero nazionale della Resistenza e il carattere multiforme delle sue varie manifestazioni, in armi e non; il riconoscimento o il disconoscimento dell’esperienza resistenziale nell’Italia del dopoguerra, alle prese con la decisiva fase della ricostruzione e dell’impianto dei nuovi assetti sociali e politici.

Autori dei saggi
Enzo Fimiani, direttore Biblioteca Provinciale di Pescara
Carlo Smuraglia, presidente nazionale ANPI
Isabella Insolvibile, Istituto campano per la storia della Resistenza
Chiara Donati, Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione nelle Marche
Toni Rovatti, Istituto Parri Emilia-Romagna per la storia e le memorie del ‘900
Guido D’Agostino, presidente Istituto campano per la storia della Resistenza
Claudio Dellavalle, presidente Istituto piemontese per la storia della Resistenza
Carlo Maria Fiorentino, Archivio centrale dello Stato, Roma

Indice
Parte I. LE PREMESSE: Introduzione, di Carlo Smuraglia; Mezzogiorno e Liberazione: resistenze plurali, Resistenza nazionale, di Enzo Fimiani; Parte II. I SAGGI: Per necessità, virtù e scelta: la Resistenza del Sud al Sud, di Isabella Insolvibile; «Per la liberazione della propria Città per non farci rovinare la propria casa e per la liberazione della amata Italia»: la Resistenza campana nel fondo RICOMPART, di Isabella Insolvibile; Quando la Resistenza parlava meridionale. Storie di partigiani combattenti nelle regioni centrali d’Italia, di Chiara Donati; Combattere lontano da casa. L’esperienza dei partigiani meridionali nelle regioni del nord, di Toni Rovatti; Parte III. I CONTRIBUTI: Nel cuore della storia del Novecento: Sud e Nord, uniti nella lotta di Liberazione nazionale, di Guido D’Agostino; Dalle terre a sud del Volturno: partigiani meridionali nella Resistenza piemontese. Questioni di metodo e problemi storiografici, di Claudio Dellavalle; Il fondo archivistico dell’Ufficio per il servizio riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani (RICOMPART), di Carlo M. Fiorentino; Conclusioni, di Carlo Smuraglia; Gli autori; Indice dei nomi.




Editoria. Il nuovo sito web dello storico Alessandro Gualtieri

Ho pubblicato il mio nuovo sito!

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Il mio nuovo sito Internet è da oggi on-line, con molte interessanti notizie

e aggiornamenti sulle mie produzioni editoriali e gli eventi futuri ai quali parteciperò. Dagli un’occhiata se vuoi!

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Giulianova. Dopo quasi 72 anni una cartolina torna a Giulianova da dove era partita. Era di Francesco Garzarelli.

Giulianova. Il collezionista e appassionato filatelico giuliese, Walter De Berardinis, recupera in una asta online per appassionati di collezionismo cartaceo una cartolina partita il 9 novembre 1945 da Giulianova e indirizzata a Molfetta (Ba). Avevo visto – dichiara De Berardinis – la cartolina su uno dei tanti siti d’asta online di materiale cartaceo o comunque del settore che più mi appassiona, la 1° e la 2° guerra mondiale. Mi aveva colpito – continua De Berardinis –  l’affrancatura da 0,60 cent. su una cartolina postale del Regno d’Italia anch’essa da 0,60 cent. (all’epoca costava 2 lire spedire una lettera semplice); ma soprattutto il timbro che recava la data in cui Giulianova e l’Italia intera era sotto la Luogotenenza (dal 5 giugno del 1944, data delle dimissioni di Vittorio Emanuele III e l’8 maggio 1946). Per uno strano gioco del destino, la cartolina era stata scritta da un sottufficiale dell’allora Regia Marina Militare Italiana, il giuliese Francesco Garzarelli (nato il 15 maggio 1908), da tutti chiamato “Ciccillo” ed inviata al suo collega marinaio di Molfetta (BA), dove si riponeva una certa fiducia verso un futuro più roseo dopo aver passato alcuni anni prigioniero in Germania. La cartolina – afferma De Berardinis – è arrivata da un collezionista di Acireale (CT) pochi giorni fa, considerato che Francesco era il papà del mio padrino di battesimo, il vigile Roberto Garzarelli, mi induce a scrivere per il 2018 sulla rivista storica Madonna dello Splendore la sua storia e quella della moglie, la mai dimenticata Ada Serafini, per tutti Adina del Coro Folkloristico Gaetano Braga. 

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