Giulianova. Lettera aperta al Presidente provinciale dell’ANPI di Teramo, Sen. Antonio Franchi.

Preg.mo Presidente dell’ANPI – Teramo

Sen. Antonio Franchi

Vs. residenza privata

e.p.c. alle redazioni giornalistiche

  1. sedi istituzionali

Giulianova, 5 aprile 2016.

 

Oggetto: lettera aperta al Presidente Provinciale dell’ANPI di Teramo, Sen. Antonio Franchi.

Carlo De Berardinis 1943
Carlo De Berardinis 1943

 

Giulianova. Il prossimo 7 aprile, presso la Sala consiliare, presenterà alla stampa il 16° Congresso dell’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che si svolgerà a Giulianova sabato 9 aprile sul tema: “Con i valori della Resistenza e della Costituzione, verso un futuro democratico e antifascista”.

Carlo De Berardinis 1944
Carlo De Berardinis 1944

Con la presente, La volevo ringraziare pubblicamente per avermi invitato ufficialmente il prossimo 9 aprile per presenziare al 16° Congresso dell’ANPI di Teramo che si svolgerà a Giulianova, dove verrà ricordato, tra l’altro, anche la figura di mio padre, il mai dimenticato sindacalista giuliese Carlo De Berardinis (1924-2003). Dopo 13 anni, Lei e l’ANPI ricordano questa figura che tanto aveva dato alla sua Giulianova: attraverso la lotta e il duro lavoro per sostenere i più deboli e soprattutto i lavoratori della terra. Per fortuna Lei e l’Associazione che rappresenta si è degnata di ricordarlo, altre istituzioni non si sono degnate neanche di rispondere alle mie legittime richieste di ricordarlo e altre negando addirittura patrocini ad eventi collegati al ricordo della sua vita umana e professionale pubblicati poi sul sito web che lo ricorda http://carlodeberardinis.blogspot.it/ . Anche l’ANPI nazionale sul suo portale, nel luglio del 2013, ricordò la sua figura attraverso l’inserimento della sua scheda biografica nella sezione “Donne e Uomini della resistenza” all’indirizzo web:  http://www.anpi.it/donne-e-uomini/3056/carlo-de-berardinis .

Nel ringraziarle per la dimostrazione di stima e affetto verso la figura di quest’uomo, La saluto cordialmente augurandole buon lavoro.

 

In fede

Walter De Berardinis

 

 

 

 

Scheda Biografica di Carlo De Berardinis (1924 Cologna paese – 2013 Giulianova)

Il sindacalista Carlo De Berardinis nacque all’alba (03:00) del 29 novembre del 1924 in una delle tante masserie di proprietà delle famiglie Mazzarosa-Devincenzi (i Mazzarosa erano di Lucca e i Devincenzi di Notaresco), in località Cologna Paese. Il papà era Giovanni e la madre Grazia Di Bonaventura, ed erano alla dipendenze proprio dei Mazzarosa-Devincenzi. Era il quartogenito di 7 figli, gli altri erano: Arturo (poi perito in servizio con i Bersaglieri a Udine), Carlo (morì appena nato), Aldo, Arduino, Vincenzo, Clementina (morta giovanissima) e di nuovo Clementina (oggi l’unica vivente). Il suo nome era stato volutamente imposto dalla madre per ricordare il suo primo marito morto in Trentino Alto Adige (Caoria di Canal San Bovo) nella grande guerra del 1915/18. Pochi mesi dopo la sua nascita, il nonno Gaetano e sua moglie Annunziata Di Giangiacomo (di Varano di Teramo), decisero di investire i loro risparmi a Giulianova acquistando dei terreni con annesso casolare della famiglia di Costanzo

Carlo De Berardinis anni 40 - 50
Carlo De Berardinis anni 40 – 50

Trifoni e di sua moglie Silvia Ricci, alla modica cifra di circa 80.000 lire per 10° ettari di terreni in contrada Capocelletti di Colleranesco. Solo nel 1936, la sua famiglia, si trasferì definitivamente a Giulianova. Intanto a Cologna Spiaggia frequentò le scuole dell’obbligo per poi passare, una volta giunto a Colleranesco, al Regio Istituto “Raffaello Pagliaccetti” di Giulianova Alta (oggi Scuola Elementare De Amicis). Il padre Giovanni, che in passato aveva avuto dei timidi contatti con i socialisti di quel tempo, con l’avvento del Fascismo per quieto vivere si adeguò al sistema. Non per il figlio Carlo, che mal volentieri era costretto a frequentare le famose adunate del sabato Fascista (il percorso era dall’antistadio di Via Migliori, passando per Piazza della Libertà, Corso Garibaldi, Via Acquaviva, Via del Popolo e poi di nuovo al Campo della Fiera). In un freddo pomeriggio, dopo il rituale discorso del Federale locale, lui si rifiutò di aderire alla MVSN (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale), il Federale andò su tutte le furie accusandolo di essere un sovversivo, un traditore della patria e un cospiratore, facendo volare anche dei ceffoni. Questo sarà per lui l’episodio che più lo segnerà per le future scelte politiche. Chiamato alle armi il 12 gennaio del 1943, fu riformato per problemi di Salute. Nel luglio dello stesso anno, dopo la caduta del Fascismo, avendo già preso contatti con il giovane Avvocato Ricardo Cerulli, partecipò all’occupazione simbolica del Palazzo del Fascio (oggi ex ufficio del Registro in Via Gramsci). Dopo pochi giorni, anche a Giulianova, arrivarono i tedeschi. Anche la sua famiglia subì razzie e soprattutto gli furono requisiti tutti gli animali adibiti al trasporto, tra cui una cavalla bianca (Ida) e il suo calesse. Nonostante veniva fermato quotidianamente dalla polizia tedesca, per il semplice fatto che non era al fronte, se la cava sempre perché portava dietro di se il certificato di riforma. Finche, con l’intensificarsi dei bombardamenti, fu prelevato insieme ad altri giovani del posto e portato tra le file della Todt (servizio obbligatorio del lavoro) per ricostruire i vari ponti e passaggi di fortuna per le armate tedesche in ritirata verso nord. Finalmente, dopo alcune giorni di duro lavoro manuale, scappò insieme ad altri e si diede alla macchia.

La famiglia nel 1945
La famiglia nel 1945

Vagò per alcuni giorni nelle campagne circostanti fino ad arrivare nel territorio di Campli. Quando ritornò nel suo casolare, insieme al padre e gli altri fratelli più piccoli, scavarono un rifugio antiaereo per nascondesi e soprattutto per non farsi vedere dal vicino presidio tedesco dislocato nella Villa dei Trifoni. Anche lui, dopo qualche discussione e soprattutto ammaliato dal carisma del giovane Avvocato Riccardo Cerulli, si unì ai circa 80 uomini della banda denominata “la Giuliese Garibaldi”. Alla fine del conflitto, ci fu grande festa anche a Giulianova con un improvvisata sfilata per il corso principale. Alla guida di un carretto trainato da un cavallo vi era Paolo Marracini e anche Carlo. Tra le loro file c’erano anche: l’Avv. Riccardo Cerulli, Attilio Battistelli, Alfredo Parere, Dino Macellaro, Renato Rossi, i fratelli Pasquale e Giorgio Campeti, Giuseppe Martinelli, Donato Falà, Lenin Tancredi, Attilio Piccinini, Paolo Marracini, Renato Giuliucci, Enrico Ettorre, Tommaso Umile, Tommaso Mascaretti,  ed altri antifascisti giuliesi. Pochi giorni dopo, essendo stato il primo rappresentante della Federterra (Federazione dei Lavoratori della Terra), insieme a Sante Ferri del P.C.I. (Partito Comunista Italiano), Pio Macera della C.G.I.L. (Confederazione Generale Italiana Lavoratori), occuparono di nuovo gli uffici della casa del Fascio. Solo il 15 settembre del 1951, dopo che furono tutti e tre condannati dallo Stato italiano, per occupazione abusiva di una sede pubblica, dovettero spostarsi. Intanto molti esponenti del PCI locale cercavano di convincere il compagno “Carluccio”, questo il diminutivo che gli affibbiarono oltre al suo soprannome della sua casata “Ciok”, ad aderire alla formazione politica di Gramsci. Anche se lui simpatizzava per quest’ultima formazione politica, pare che avesse già la tessera nel 1945, nacquero degli attriti con i compagni di Colleranesco per via della sua famiglia che era già proprietaria di vasti appezzamenti di terra. Fu l’amico e compagno Amedeo Grue a raccogliere e iscrivere il giovane De Berardinis tra le file del P.S.I. (Partito Socialista Italiano), dove ritrovava un altro fedele amico come Romolo Trifoni. Noti anche i battibecchi con l’allora Parroco di Colleranesco, Padre Serafino Colangeli, per via della contrapposizione tra i cattolici e la sinistra. Dal 17 al 21 ottobre del 1946 fu presente come delegato al 1° Congresso Nazionale della Federterra a Bologna. Nel gennaio del 1947, per conto dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura   di  Teramo,  istituì   corsi  d’aggiornamento  per  i  giovani  e  meno giovani  agricoltori  della  Val Tordino; nel aprile del 1956, sempre per conto dello stesso ente, fu inviato  come  docente all’Ente Riforma del Fucino di Avezzano e poi Paganica. Intanto, nel mondo agricolo, si fanno pressanti i bisogni di quest’ultimi per rivendicare i diritti basilari come: maggior reddito, maggiori servizi e una maggiore partecipazione alla vita politica e sociale nel paese. La sua Federterra diventa Confederterra, nata dalla riunificazione della Federbraccianti, Federmezzadri e Associazione dei Coltivatori Diretti. Nel 1955 aderisce all’Alleanza dei Contadini e parteciperà come delegato al 2° congresso di Roma nel marzo del 1965. Inseguito, l’organizzazione, cambierà ancora denominazione in C.I.C. (Confederazione Italiana Coltivatori) siamo nel 1977, fino all’attuale C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) nata nel 1992. Alla fine degli anni ’60 conosce e sposa al Santuario di Maria Santissima dello Splendore (28 dicembre del 1967) Margherita Toscani, nota sarta ed insegnante di cucito di Mosciano Sant’Angelo che gli darà 4 figli: Gianfranco (scomparso precocemente), Cinzia, Walter e Arino (quest’ultimo vive e lavora a Tokyo in Giappone). Gli anni ’70 saranno per lui occasioni di grandi scelte. L’agricoltura conosce un periodo di grande trasformazione e anche di una profonda crisi, tanto da farlo confluire nella C.G.I.L., diventando il primo Direttore del patronato INCA-CGIL di Giulianova, operante nel comprensorio della Val Tordino. Tra le file della C.G.I.L. e quelle nel P.S.I. giuliese si batterà per i diritti di tutti i lavoratori. Anche dopo la pensione, continuò nell’ambito dell’attività dello SPI-CGIL (Sindacato Pensionati Italiani). Alla fine del 1991, una grave malattia, gli impedirà di usare entrambi gli arti inferiori, ma nonostante tutto volle partecipare alle tante manifestazioni che si tenevano nella sua città: il 1 maggio (festa dei lavoratori) e il 25 aprile (festa della liberazione). In una calda mattinata di domenica 29 giugno del 2003, spirava nella sua casa a Giulianova Alta. Di lui rimangono impresse le doti di caparbietà e voglia di servire il prossimo in funzione dei lavoratori. Un sindacalismo alla vecchia maniera, sicuramente un mondo che non c’è più e che molti rimpiangono.

*Il presente saggio è l’estratto del libro che è in corso di preparazione sulla sua vita umana e professionale.

 

 

 




Teramo. Lutto nel comitato “Per non dimenticare – Cefalonia 1943”: muore l’autiere Giovanni Capanna

 

Scompare l’ultimo reduce teramano dei fatti di Cefalonia

Già poliziotto e autista del Prefetto di Teramo negli anni ‘70

 

Teramo. Nel tardo pomeriggio di oggi, 19 marzo, presso la casa di riposo De Benedictis di Teramo, è scomparso all’età di 92anni il reduce Giovanni Capanna, l’ultimo militare della provincia di Teramo testimone vivente degli atroci fatti di Cefalonia in Grecia nel 1943. Lascia la moglie Maria Giuseppina Cacchio, il figlio Enrico e il cognato Carlo Cacchio. I funerali si terranno lunedì mattina alle ore 10,30 nella chiesa di San Berardo a Teramo.

Giovanni Capanna 1923
Giovanni Capanna 1923

Nato ad Arischia (frazione de L’Aquila) il 1 agosto 1923, partito alla volta della Grecia come autiere in forza al 17° fanteria addestramento volontari “Aqui”, nel 1941 parte per il fronte greco-albanese per combattere a Himara, Vunci e Val Shushiza. Nel 1942, al termine della prima fase del conflitto, viene trasferito sull’isola greca di Cefalonia dove viene catturato dai tedeschi dopo la resa dell’8 settembre 1943 e coinvolto nei famosi e tragici fatti di Cefalonia. In particolar modo ebbe l’ingrato compito di fare la spola, insieme ad altri suoi colleghi autieri, tra i campi temporanei di prigionia e le fosse comuni dove furono trucidati i soldati italiani. Grazie all’aiuto dei partigiani greci riuscì ad evadere ed unirsi alle bande locali per cacciare l’invasore tedesco. Successivamente alla fine della guerra rientrò in patria con mezzi di fortuna, arruolatosi in Polizia, prestò servizio presso vari distaccamenti in alcune località d’Italia, fino ad andare in pensione a Teramo come autista personale del Prefetto di Teramo negli anni ’70, dove peraltro decise di vivere con la sua famiglia.

Giovanni, il 25 aprile del 2007, fu inviato ufficialmente come uno degli ultimi reduci viventi a Cefalonia con l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, primo festeggiamento fuori dai confini nazionali, ed anche nel 2012 partecipò ricevendo alcune medaglie e diplomi ministeriali. Dal 2011, insieme al Comitato “Per non dimenticare – Cefalonia 1943”, costituito per ricordare i militari italiani morti a Cefalonia nel settembre del 1943, partecipava agli incontri culturali con le scolaresche del teramano, in particolar modo a Giulianova, Mosciano Sant’Angelo, Roseto degli Abruzzi ed altri plessi della provincia.

In totale furono 6 i militari teramani morti nella carneficina sotto il fuoco degli ex alleati tedeschi: Giovanni Calvarese, Carabiniere del 7° battaglione, nato a Giulianova il 2 giugno 1920 e fucilato il 23 settembre 1943; Luigi Di Filippo, Carabiniere della sezione mista, nato a Mosciano l’11 settembre 1911 e fucilato il 14 settembre 1943; Antonio Piozzi, Sottotenente del 17° fanteria Aqui, nato a Nereto il 10 gennaio 1920 e fucilato il 24 settembre 1943; Emidio D’Angelo, 33° artiglieria, nato a Sant’Egidio alla Vibrata il 26 novembre 1922 e dichiarato disperso il 23 settembre 1943; Silvio Martella,  tenente del 33° artiglieria, nato a Silvi il 26 agosto 1915 e fucilato il 22 settembre 1943; Marco Ciarroni, 33° artiglieria, nato a Teramo il 10 agosto 1916 e dichiarato disperso il 22 settembre 1943.

 

Per il Comitato “Per non dimenticare – Cefalonia 1943”

Walter De Berardinis

 




Conoscere per Ri-Conoscere a Roma

La campagna dell’A.N.V.C.G. Conoscere per Ri-conoscere non si ferma, dopo Giulianova, Molfetta, Bari e Messina approda a Roma. L’Istituto da visitare è il Liceo Classico Tito Lucrezio Caro in via Venezuela. L’incontro con gli studenti è previsto per le ore 9.15, noi giungiamo verso le 8:30 per allestire l’aula magna e preparare i collegamenti video. DSCN4455Detto fatto, in sala giunge un professore che sistema computer, proiettore e chiavetta. Intorno alle 9 giunge l’avvocato Roberto Serio, Segretario Nazionale dell’Associazione, la sala è già colma di studenti. Dopo qualche minuto giunge l’Avvocato Giuseppe Castronovo, Presidente Nazionale A.N.V.C.G. l’aula si riempie sempre più. I ragazzi continuano ad affollare l’aula, ci raggiunge lo scenografo della Scuola Internazionale di Comics, Roberto Dal Prà. Il dirigente Paola Fattoretto ricorda ai suoi studenti le ragioni dell’incontro, parla della guerra mondiale a Roma e di ciò che ha prodotto nel mondo, accenna alle nuove guerre in corso e al flusso migratorio che produce, infine dopo aver ricevuto un potente applauso dai suoi alunni cede il microfono all’avvocato Serio che presenta campagna ed oratori, successivamente consegna il microfono al Presidente Nazionale Giuseppe Castronovo, vittima lui stesso di un residuato bellico che lo rende cieco dall’età di nove anni. Il presidente sorride, sorride ai ragazzi. Riceve un potente e sincero applauso. Il Presidente parla loro di pace e solidarietà tra i popoli del mondo. Augura loro d’essere futuri testimoni di un mondo unito tra nobili sentimenti. Spiega che ogni guerra altro non è che il fallimento dell’uomo che rende cieco il suo stesso cuore. I ragazzi sembrano incantati, ascoltano in assoluto silenzio. Il Presidente termina l’intervento auspicando che la cultura della pace possa prevalere alla follia dell’odio. I ragazzi emozionati, applaudono. Il Presidente cede il microfono, è il mio turno, il P.C. inizia a proiettare le foto di ordigni interrati e di bombe visibilissime, adagiate nei greti di fiumi e torrenti. Spiego loro come potrebbero presentarsi attualmente ai nostri occhi le munizioni della prima e seconda guerra mondiale. L’attenzione dei ragazzi è notevole. Foto e tempo trascorrono, termino l’intervento cedendo la parola allo scenografo Dal Prà. Quest’ultimo spiega i progetti della scuola Comics nei confronti di realtà come Sudan e Darfur. Propone ai ragazzi di realizzare, sempre con il sostegno della scuola che rappresenta, qualche disegno rivolto al tema da presentare il 4 aprile durante l’annuale conferenza stampa dedicata alla giornata internazionale contro  mine e ordigni inesplosi. I ragazzi raccolgono l’invito. Il tempo tiranno pone fine al dialogo con i ragazzi del Liceo. Il Presidente Castronovo ringrazia i presenti per l’attenzione, la dirigente Fattoretto, al contrario, ringrazia Il Presidente per le parole proferite. La giornata si è conclusa, la Campagna Conoscere per Ri-Conoscere prosegue, prossimi appuntamenti il 23 al Liceo G. Minutoli a Messina, il primo aprile all’Istituto Tecnico Commerciale Lenoci di Bari.

Giovanni Lafirenze
Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra – Onlus
Via Marche 54 – 00187 Roma
Tel. 06/5923141 – Fax. 06/5921860 – http://www.anvcg.it




Giulianova. Successo per il progetto lettura alla media Pagliaccetti

successo-per-il-progetto-lettura-alla-media-pagliaccetti (2)Gli alunni delle 3° classi impegnati nella riscoperta dei luoghi della Grande Guerra
L’Artemia edizioni presenta altri giovani autori
Giulianova. Alla presenza degli alunni delle 3° classi della media Pagliaccetti e delle due professoresse, Federica Tribuiani e Carmela D’Emilio, si è svolto l’incontro con l’autore delle ricerche sui caduti giuliesi della prima guerra mondiale, Walter De Berardinis, ricerche poi pubblicate nel libro “Quando c’era la guerra” della casa editrice Artemia edizioni di Mosciano S’Angelo. Insieme agli alunni erano presenti anche il disegnatore Vladimiro Di Stefano, autore della china che ricorda la lapide dei caduti; Maria Teresa Orsini, direttrice della casa editrice e l’esperta in comunicazioni, Luisa Ferretti, quest’ultima ha letto alcune lettere originali dal fronte della collezione di De Berardinis.

L’occasione dell’evento letterario cade nel secondo anno in cui si ricorda il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale (1915-1918). I ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Giulianova 1 hanno avuto modo di vedere un video sulla prima guerra mondiale e conoscere alcune vicende che videro coinvolti i giovani giuliesi morti sul fronte (120 caduti), inoltre hanno conosciuto la storia dei due parchi delle rimembranze e delle due lapidi che ricordano isuccesso-per-il-progetto-lettura-alla-media-pagliaccetti (1) caduti. In particolar modo è stata anticipata una nuova ricerca portata da De Berardinis sul caduto Flaviano Di Donato, morto in Francia con l’esercito degli Stati Uniti d’America, che sarà pubblicata il 22 aprile prossimo sulla rivista storica giuliese “Madonna dello Splendore” giunta al 35° anno di pubblicazione.

 




Giulianova. Quando c’era la guerra entra nelle scuole giuliesi. La famiglia Di Odoardo ringrazia l’autore.

 

Il coautore Walter De Berardinis illustra la nascita del libro sui caduti giuliesiLibro medaglia nome frontale sacrario Nominativo Redipuglia

Toccante ringraziamento della famiglia Di Odoardo che ha ricevuto la medaglia del centenario grazie alle ricerche pubblicate sul libro

 

Giulianova, in occasione del secondo anno in cui si ricorda il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale (1915-1918), l’Istituto Comprensivo di Giulianova 1 del plesso della media Pagliaccetti, in occasione del “progetto lettura” con gli alunni delle 3° classi, martedì 8 marzo 2016 dalle ore 18,00, ospiterà il coautore della ristampa libro di Francesco Manocchia “Quando c’era la guerra”, il giornalista Walter De Berardinis, libro edito dalla casa editrice Artemia edizioni diretta da Maria Teresa Orsini. I ragazzi della “Pagliaccetti” avranno l’occasione di vedere un video autoprodotto dalla stessa casa editrice sulla prima guerra mondiale e conoscere alcune vicende che videro coinvolti i giovani giuliesi morti sul fronte, ad oggi 120 caduti. In particolar modo sarà anticipato anche una nuova ricerca portata da De Berardinis sul caduto Flaviano Di Donato, morto in Francia con l’esercito degli Stati Uniti d’America, che sarà pubblicata il 22 aprile prossimo sulla rivista storica giuliese “Madonna dello Splendore” giunta al 35° anno di pubblicazione.

 

“Gentile Walter De Berardinis, le scrivo per ringraziarLa” – inizia così la lettera che pochi giorni fa Giuliano Di Odoardo, nipote del caduto Carlo Di Odoardo, morto con il 30° fanteria a Bosco Cappuccio sull’Isonzo il 26 giugno 1916, ha scritto per ringraziare per i suggerimenti che ha trovato sul libro che gli hanno consentito di ottenere e  ritirare  la medaglia commemorativa del nonno in occasione del centenario della prima guerra mondiale, il 20 Febbraio scorso nell’abito di una manifestazione che si è tenuta a Gonars in Palmanova (UD) – prosegue l’estensore della lettera – “Le scrivo anche perché ho scoperto il nome di mio nonno nel sacrario di Redipuglia, anche se il cognome è scritto erroneamente Di Edoardo anziché Di Odoardo, per me, mio cugino e mio fratello, leggere quel nome al sacrario è stata una grande emozione. Il sacrificio di questi uomini vanno salutati e ricordati nella giusta maniera, quelle trincee che ancora oggi sono rimaste intatte, parlano chiaramente” 

 

 

 

 

Ufficio Stampa – Artemia Edizioni
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Bellante (TE). L’Associazione Culturale NUOVE SINTESI presenta il volume: “SINDACALISMO E REPUBBLICA”

 

interverrà il giornalista e scrittore Paolo Martocchia, curatore del volume.

Introduce Elso Simone Serpentini, Saggista e Storico.

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SABATO 20 FEBBRAIO 2016, ORE 17.00 SALA CONSILIARE del MUNICIPIO – BELLANTE (TE).

Sindacalismo e Repubblica è probabilmente il testo più significativo di Filippo Corridoni in cui il sindacalista marchigiano teorizza una repubblica antipartitica governata da una democrazia diretta. Il testo, una vera e propria riscoperta editoriale, è arricchito dagli atti del convegno tenutosi a Parma per ricordare la figura di Corridoni che permettono al lettore, dopo la prefazione di Enrico Nistri e l’introduzione agli atti di Paolo Martocchia, di approfondire il Corridoni volontario (testo di Massimo Zannoni), sindacalista rivoluzionario (Giovanni Facchini) e interventista (Corrado Camizzi).

«Il popolo non crede ai cultori delle cedole bancarie. Crede all’azione, a chi gli indica le vie del destino. Crede soprattutto a chi gli aprirà le strade vere della giustizia sociale». Filippo Corridoni




Teramo. LO SCUDO D’ABRUZZO. FASTI E DOCUMENTI DI UNA COMPETIZIONE DI MOTOCICLISMO (1935-1961)

a cura di Federico Adamoli

Copertina Scudo d'Abruzzo
Copertina Scudo d’Abruzzo

scudo@adamoli.org 




Presentazione di APRUTIUM, la rivista dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche, numero monografico sulla Prima guerra mondiale nel teramano

L’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche di Teramo

Organizza la presentazione di

 

APRUTIUM

rivista dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche

numero monografico sulla Prima guerra mondiale nel teramano

 fondo di egidio  010 Aprutium 2015 copertina

TERRAMO

Aula magna del Liceo Statale “G. Milli”

Via Carducci  –  ore 9,30

 

 

Si presenta a Teramo il numero monografico, dedicato alla memoria della Grande Guerra nell’Abruzzo teramano, della rivista “Aprutium“, organo dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche.

La presentazione si terrà a Teramo, sabato 23 gennaio alle ore 9,30, presso l’Aula magna del Liceo Statale “G. Milli”, in Via Carducci. Interverranno: Egidio Marinaro, Presidente dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche; Giovanni Di Giannatale, Dirigente del Liceo Statale “G. Milli”; Umberto Dante, Università degli Studi di L’Aquila; Nicolino Farina, Socio dell’Istituto. Adelmo Marino, Direttore dell’Istituto, sarà il coordinatore de convegno.feriti 1 (1) trincee 3 (1) Foto 14. Avvenuta inaugurazione monumento 20 settembre 1922 Torano mon.ai caduti scomparso 20 d'annunzio

 

Il numero monografico di “Aprutium”, prestigiosa rivista scientifica giunta al ventiduesimo anno di vita, aduna scritti di Gianfranco Cocciolito (Le donne ed i bambini teramani durante la Grande guerra), Giovanni Di Giannatale (Teramo tra ospedali militari e e iniziative di solidarietà civile 1915-1918), Carmela di Giovannantonio (L’Epidemia mondiale: la spagnola. Testimonianze tratte dall’Archivio di Stato di Teramo), Sandro Galantini (Su due fronti. Giulianova e i Giuliesi durante la Grande Guerra), Stefania Pompeo (Benedetto Ricci: tra devozione mariana e nazionalismo a Corropoli nel primo Novecento), Elso Simone Serpentini (Il cinema a Teramo all’entrata in guerra dell’Italia), Nicolino Farina (La Grande Guerra attraverso le foto inedite di Serafino de Benedictis: un soldato di Mosciano S. Angelo), Fausto Eugeni (Le Cartoline dalle origini alla prima guerra mondiale), Adelmo Marino (Il Monumento ai Dispersi e Caduti Teramani di Tutte le Guerre), Silvio Di Eleonora (La Grande guerra e Castel Castagna), Antonio Iampieri (I Parchi della Rimembranza della Val Vibrata nelle cartoline d’epoca), Emilio Gabriele Di Nicola (Lettere dal fronte e Viali delle Rimembranze nella Val Vomano) e Maria Grilli (La memoria della Grande guerra: lapidi e monumenti). Nella sezione “documenti”, inoltre, scritti di Raffaele Suffoletta e Carlo Luciani (L’Abruzzo in guerra) e di Egidio Marinaro (I profughi tra accoglienza e integrazione). Completano la monografia la Mostra documentaria e fotografica approntata dall’Archivio di Stato di Teramo ed un CD contenente immagini e documenti a corredo dei contributi di Di Giovannantonio, Galantini, Farina, Eugeni, Di Eleonora, Di Nicola e Grilli.

Tutti gli argomenti contribuiscono a mostrare gli aspetti più significativi della presenza italiana, in generale, e quella abruzzese teramana, in particolare, nel corso della Prima Guerra Mondiale. L’Abruzzo, vi contribuì con ben 63.000 morti, 5.000 tra mutilati e invalidi, 16 medaglie doro e 2.500 decorati al valore.

Adelmo Marino, così conclude la sua presentazione nella rivista: «I contributi, comunque, non intendono promuovere nuove teorie interpretative per una nuova storiografia, ma solo offrire un reverente omaggio di solidarietà ai numerosi soldati che sacrificando la propria vita per recuperare e difendere i confini della patria speravano anche di proporre una nuova via per una ripresa politica e sociale delle popolazioni più povere dell’Italia meridionale».

 

 

Istituto Abruzzese Ricerche Storiche

Teramo

 

 

 




Bellante. Conferenza: “L’IMPRESA DI FIUME”, e LA SITUAZIONE POLITICA ATTUALE: DOVE STIAMO ANDANDO?



Interviene:
Antonio Fares (Geografo – figlio di Legionario Fiumano)
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SABATO 16 GENNAIO 2015, ORE 17.00
SALA CONSILIARE del MUNICIPIO – BELLANTE (TE)

La sintesi dell’intervento del relatore è questa:

“L’Impresa di Fiume fu un evento unico nel corso dei secoli. Fu impresa militare senza morti e violenza, azione civile che coinvolse quotidianamente i cittadini, opera d’arte che affascinò gli intellettuali di tutto il mondo. I legionari provenivano da tutte le province d’Italia e da tutte le estrazioni sociali. Fu azione lungimirante che seppe coniugare amor di Patria, lavoro, coscienza collettiva e consapevolezza. Oggi, a quasi un secolo di distanza dalla vicenda, dobbiamo tristemente constatare come i figli ed i nipoti di quei protagonisti di vita non siano neanche l’ombra dei loro avi e genitori. La politica è appannaggio di “professionisti” che disgustano i potenziali destinatari, l’economia frustra ogni iniziativa ed è governata da poteri occulti che non si vergognano di immiserire l’umanità, è stata distrutta ogni forma di coesione sociale ed ogni sentimento politicamente unificante del popolo italiano. La cultura non è a disposizione delle masse popolari ma strumento di massificazione delle menti”.

Ovviamente sarà una narrazione completa:
1) motivazioni che hanno spinto d’Annunzio all’Impresa;
2) sinteticamente, come si è svolta l’Impresa;
3) i protagonisti noti e chi erano i singoli Legionari;
4) il Natale di Sangue.
5) Nella seconda parte farei dei collegamenti con la situazione attuale




Giulianova. Walter De Berardinis vince il Premio nazionale giornalistico “Vivi l’Abruzzo” sezione storia


Mosciano, 23 Dicembre 2015

Rosciano (PE). Con l’articolo “Giulianova sotto le bombe nella 1° e 2° guerra mondiale”, uscito sulla rivista storica “Madonna dello Splendore” che viene editata ogni 22 aprile a Giulianova in occasione della festa mariana, il giornalista giuliese Walter De Berardinis si è aggiudicato il primo posto nella sezione “storia” del Premio nazionale giornalistico “Vivi l’Abruzzo” – Rosciano 2015. L’ideatore del premio, il dott. Enrico Trubiano, in compagnia del sindaco di Rosciano Alberto Secamiglio e dell’Assessore alla Cultura Marilena D’Amato, hanno premiato De Berardinis per l’impegno e la costanza nel trovare documenti inediti in Inghilterra, USA e Australia, riguardanti fatti accaduti oltre 70anni fa. Quest’ultime ricerche sono state poi pubblicate dalla casa editrice di Mosciano Sant’Angelo, Artemia edizioni di Maria Teresa Orsini, insieme al lavoro riguardante i caduti della 1° guerra mondiale dal titolo “Quando c’era la guerra” di Francesco Manocchia.

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