Nuovo aggiornamento video sui caduti dimenticati del Monte Lèmerle

http://www.lagrandeguerra.net/gginprimopiano.html
 
 
 
 
 
Lascio a tutti i voi trarre lecite conclusioni, nel medesimo stato di ignoranza abissale, con cui è da sempre ricambiata la mia donazione disinteressata in merito al recupero dei soldati della Grande Guerra sul Monte Lèmerle.
 
Alessandro Gualtieri



Breve aggiornamento video sui caduti dimenticati del Monte Lèmerle

https://www.youtube.com/watch?v=KrjNWy3V3XA
clicca sul video
 
 
Buongiorno a tutti. Come promesso, desidero aggiornarvi personalmente sulla vicenda dei caduti dimenticati sul Monte Lèmerle, sull’altopiano di Asiago. Fate click sulla foto in alto per accedere al breve video.
 
QUANTO DEVONO ANCORA ASPETTARE 
I FANTI CADUTI SUL MONTE LEMERLE?
 
SMS 340 32 18 379
FAX 0424 50 47 01



Parla Giovanni Dalle Fusine, a proposito dei fanti dimenticati sul Monte Lèmerle

https://www.youtube.com/watch?v=0NsD8wmjqcE
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Giovanni Dalle Fusine, che scoprì i resti dei soldati per primo – insieme a una troupe di History Channel – parla ai microfoni di ReteVeneta in merito all’assurda situazione sul Monte Lèmerle.
 
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QUANTO DEVONO ANCORA ASPETTARE I FANTI CADUTI SUL MONTE LEMERLE?

https://www.youtube.com/watch?v=8Axp8TW_cFw
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Quel “pasticciaccio brutto” del Monte Lèmerle

Editoriale di Luigi Bacialli
7 ottobre, 2016
Desidero ringraziare anche a nome di tutti coloro che hanno dimostrato sincero interesse nel “pasticciaccio brutto” del Monte Lèmerle, il Direttore di Rete Veneta, Dott. Luigi Bacialli.
Nel suo prezioso e accorato editoriale punta il dito, nuovamente e doverosamente, verso le sorde istituzioni che continuano a ignorare tragicamente e miserabilmente ciò che sta accadendo sull’Altopiano di Asiago.
Rete Veneta, prima e unica emittente tra tutte, ha deciso di unirsi concretamente allo sforzo corale del sottoscritto, dei Fanti d’Italia, della comunità storico-scientifica e di tutte le persone comuni che rimangono, a tutt’oggi, basite davanti a tanta e tale odiosa indifferenza da parte dei nostri governanti.
Avanti così, sperando che la denuncia degli organi di stampa non esaurisca il suo prezioso slancio.
Alessandro Gualtieri



L’Associazione Nazionale del Fante si mobilita per presidiare gli scavi interrotti sul Monte Lèmerle,

 altopiano di Asiago. Mentre Si assiste a molteplici, analoghe offerte di aiuto volontario e disinteressato, le Istituzioni continuano a tacere, con un silenzio sempre più assordante e odioso. 
PERCHE’?!
https://www.youtube.com/watch?v=Y_53oQ3edYI
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1° Guerra Mondiale: continua la vicenda dei caduti del Monte Lèmerle




Il Battaglione Alpini L’Aquila e quel motto dannunziano tra storia, poesia e leggenda di Domenico Logozzo *

 

 

 

L’AQUILA – Un motto attribuito a Gabriele d’Annunzio e cento pagine di storia, con preziosi documenti finora “top secret”, frutto di ricerche meticolose nell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, per l’esatta interpretazione dello stemma araldico del Battaglione Alpini L’Aquila. E’ quello che ha voluto di fare lo studioso aquilano Gianfranco Giustizieri con il libro “Gli Alpini, d’Annunzio, un motto – Storia, Poesia, Leggenda in terra d’Abruzzo e anche oltre” appena pubblicato dall’editore Carabba.

Gianfranco Giustizieri
Gianfranco Giustizieri

 

C’è grande attesa per la presentazione ufficiale in programma nel capoluogo regionale dell’Abruzzo il 7 ottobre, alle ore 16, nell’Auditorium del Parco, nella giornata d’apertura del 1° Raduno del Battaglione Alpini L’Aquila. La giornalista Rai Maria Rosaria La Morgia intervisterà l’autore Gianfranco Giustizieri e Antonino Serafini, presidente della Casa editrice Rocco Carabba.

 

Previsti gli interventi di Maurizio Capri, presidente del Comitato organizzatore della manifestazione e del prof. Walter Capezzali, presidente della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi, che illustrerà la “genesi di una ricerca” compiuta con la pazienza di un certosino e l’arguzia “dell’indagine poliziesca alla Sherlock Holmes”, come sottolinea nella postfazione. Capezzali evidenzia “lo stile giallo con il quale l’autore ci introduce non soltanto ad una rilettura attenta di documentate pagine di storia militare, ma anche alla scoperta di un “falso” che parte da una corretta attribuzione per arrivare ad una fantasiosa interpretazione: maestro sia nel sancire la prima, sia nello scoprire la seconda”. E sottolinea che” Giustizieri non finisce mai di stupire”. Vediamo perché. Ne parliamo con l’autore di “questa altra storia”, come lo studioso definisce il suo ultimo interessante saggio.

 

Tutto è iniziato l’anno scorso – ci dice Giustizieriin occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini a L’Aquila. Curiosità nate intorno ai motti che identificano i diversi reggimenti, i battaglioni e le stesse compagnie degli Alpini, in questo caso, ma delle varie forze armate in generale. Motti identitari dietro i quali sono racchiuse storie individuali e collettive che raccontano di tempi lontani non sempre conosciuti. I motti…parlano, rivelano, rendono manifeste narrazioni di guerra e di pace, di sofferenza e di gioia, di ardimenti e di altruismo. Parole poste come in uno scrigno, metafore di avvenimenti da rintracciare nel percorso del tempo.

 

Lei scrive che la curiosità è divenuta più motivata con il motto dello stemma araldico del Battaglione Alpini L’Aquila, di origine dannunziana “D’AQUILA PENNE UGNE DI LEONESSA”. Cosa ha scoperto?

 

Il percorso è stato…accidentato, non sempre facile. Il ricorso ai documenti originali era necessario per cercare di capire la firma sicura, la storia, l’interpretazione, la probabile leggenda. Così, con l’aiuto indispensabile e prezioso di persone che nomino nella pagina dei ringraziamenti, ho aperto…lo scrigno e sono venuti fuori documenti preziosi. Due gli itinerari: militare all’interno dell’Archivio Storico dell’Esercito Italiano con faldoni impolverati dal tempo e letterario nelle biblioteche attraverso le innumerevoli pagine dannunziane e documenti della sua storia personale. I due percorsi, come due affluenti, si sono ricongiunti in un unico fiume e la sua storia. Quindi l’origine del Motto e la sua fonte sorgiva, i suoi significati, la polisemia delle parole, le sue applicazioni.

 

 

Mesi di ricerche e di consultazioni e di letture e di analisi. Come ha organizzato tutto il lavoro tra “storia, poesia, leggenda in terra d’Abruzzo e anche oltre”?

 

Come ho detto ho seguito due percorsi inizialmente indipendenti tra di loro ma che dovevano sicuramente incontrarsi se alcune intuizioni erano giuste. Poi i documenti, quelli trovati ma anche quelli perduti, hanno…parlato. In questo l’Archivio Storico è stato insostituibile, non ho fatto altro che cercare, catalogare, scegliere per la mia storia (tanto altro ci sarebbe da narrare). E d’Annunzio, il Vate, non so quanto ho letto di lui, soprattutto fino all’avventura fiumana e poi nell’anno 1935, al Vittoriale, tre anni prima della sua morte. Ma tutte le tesserine si sono riunite per formare il mosaico finale.

 

 

E’ così che è riuscito a scoprire un … “falso” nell’ interpretazione che finora era stata data al motto dannunziano?

 

Più che di falso parlerei di leggenda. Una leggenda nata per dare identità di provenienza alpina dai diversi luoghi della nostra regione, un giusto riconoscimento agli uomini e alle donne che hanno condiviso e condividono esperienze di ogni genere (mi piace riaffermare questa identità regionale anche al presente se pensiamo alle missioni di pace oltre confine del Battaglione “L’Aquila” oppure agli interventi per le catastrofi naturali nella nostra Italia). Una identità “catturata” da d’Annunzio, che è apparsa improvvisamente nella storia del Battaglione “Aquila” (questo il nome originario, senza l’articolo) ma che aveva avuto in precedenza altre storie. Questo è nel libro, non svelo altro e lascio per gli eventuali lettori.

 

 

Perché è importante questa rilettura del significato dello stemma araldico del Battaglione Alpini L’Aquila?

 

La rilettura conferma, oltre i significati polisemici delle singole parole, l’identità di un Battaglione Alpini che nel Motto racchiude pagine gloriose di Storia in tempo di guerra e di pace, ieri come oggi e come sarà domani. C’è una fierezza di appartenenza tutta da rivendicare.

 

Ha proprio ragione il prof. Capezzali quando dice che lei “non finisce mai di stupire “. Niente di scontato nei suoi apprezzatissimi lavori. Lontano in tutto e per tutto dai soliti luoghi comuni. Ogni pagina riserva una sorpresa e ad ogni riga ci si sofferma per riflettere. Riflessioni che partono proprio dalla copertina del libro. Non c’è lo stemma araldico del Battaglione Alpini L’Aquila. Non c’è il cappello di un alpino. Non c’è d’Annunzio. C’è la foto della Stella alpina dell’Appenino. Perché questa scelta?

 

Una scelta voluta, non occasionale. Volevo evitare una presentazione (la copertina presenta il libro e…aggiunge sostanza) ripetitiva del titolo ma andavo alla ricerca di un’immagine che riuscisse a raccogliere i valori espressi dalle parole. Così un mio carissimo amico, Bruno Marconi, esperto conoscitore della montagna e apprezzato fotografo mi è venuto in aiuto. La foto è sua: la Stella Alpina dell’Appennino (Leonotopodium nivale) delle nostre vette e la roccia nella quale nasce, quale immagine migliore come metafora della storia narrata! Poi la professionalità di Carlo Spera, grafico della casa editrice “Carabba”, ha fatto il resto.

 

 

*già Caporedattore TGR Rai

 

 

L’AUTORE

 

Gianfranco Giustizieri, nato a L’Aquila nel 1946, ha svolto la sua attività lavorativa nella scuola. Ha avuto diversi incarichi istituzionali con interessi nell’area amministrativa, umanistica e pedagogica. Studioso della cultura letteraria italiana, specializzato nelle Riviste della prima metà del ‘900, da “Leonardo” a “Primato”, con relativo insegnamento universitario come cultore della materia, è autore di varie pubblicazioni riguardanti il patrimonio letterario abruzzese. Ha dedicato gran parte del suo lavoro alla riscoperta di una delle più importanti rappresentanti della letteratura del Novecento, Laudomia Bonanni, di cui ha ricostruito l’archivio. E’ uno dei quattro soci fondatori e vicepresidente dell’Associazione Internazionale di Cultura “Laudomia Bonanni” nata per la diffusione, la conoscenza e la traduzione delle opere della scrittrice.

7

 

Foto:

1- Gianfranco Giustizieri autore del libro “GLI ALPINI, D’ANNUNZIO, UN MOTTO. Storia, Poesia, Leggenda in terra d’Abruzzo e anche oltre”. Editore Rocco Carabba

2-L’Aquila, la caserma Francesco Rossi, già sede del Battaglione Alpini L’Aquila

3-stemma araldico del Battaglione Alpini L’Aquila

4-Gabriele d’Annunzio

5- Giornali di trincea. “IL MONTELLO” illustrazione di Mario Sironi 1918

6-Gabriele d’Annunzio a Fiume

7-la copertina del volume

8-Gianfranco Giustizieri




Mosciano Sant’Angelo. Artemia edizioni e Walter De Berardinis a ASCOLI PICENO, insieme agli Alpini del Feltre per ricordare i caduti della Grande Guerra.

De Berardinis e Artemia edizioni ospiti degli Alpini a Ascoli Piceno per ricordare la Grande Guerra

Lo scorso agosto con gli Alpini di Feltre e Caoria ha raggiunto quota di 2494 m s.l.m. per ricordare suo nonno, il Caporale Alpino del 7° reggimento Alpini – battaglione Feltre, Carlo De Berardinis

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Mosciano Sant’Angelo. L’Artemia editrice diretta da Maria Teresa Orsini e Walter De Berardinis, coautore del libro “Quado c’era la guerra” con l’interessante ricerca dei 122 caduti giuliesi della Grande Guerra, sono stati inviati al raduno (ad Ascoli Piceno dal 30 settembre al 2 ottobre 2016) delle sezioni del 4° raggruppamento Centro – Sud – Isole degli Alpini da Nicola Mione, vice Presidente della Sezione ANA di Feltre.

WALTER DE BERARDINIS SULLA CIMA DEL MONTE CAURIOL
WALTER DE BERARDINIS SULLA CIMA DEL MONTE CAURIOL

Sabato 1 ottobre, in quest’occasione, la delegazione feltrina renderà omaggio al loro concittadino, Angelo Zannettelli, ucciso ad Ascoli e lì sepolto nel periodo della lotta al brigantaggio (proprio a Zannettelli è dedicata la caserma degli alpini di Feltre). In concomitanza con gli amici di Feltre, verrà presentato il libro e ricordato il nonno dell’autore, Carlo De Berardinis, morto a Caoria di Canal San Bovo (TN), il 15 settembre 1917 con il 7° reggimento Alpini – battaglione Feltre – 64° compagnia. Walter De Berardinis, recentemente, è stato ospite dell’Associazione Nazionale Alpini di Caoria con la collaborazione delle sezioni di Trento e Feltre in occasione del 100° anno della conquista del Monte Cauriol in cui morì proprio Carlo De Berardinis.

WALTER DE BERARDINIS CON GLI ALPINI DI CAORIA (TE)
WALTER DE BERARDINIS CON GLI ALPINI DI CAORIA (TE)

Durante i due giorni rievocativi, l’autore del libro ha partecipato alla scalata del Monte Cauriol fino ad arrivare alla cima (quota 2494m s.l.m.), ricalcando lo stesso sentiero della compagnia del nonno (la 64° del Feltre); al termine della scalata, sulla cima, sono state disperse delle zolle di terra portate direttamente dall’Abruzzo con la precisione dai comuni di Bellante (luogo natio), Cologna Paese (luogo dove viveva con la giovane moglie Grazia Di Bonaventura) e Giulianova (dove morì sua moglie), successivamente lo stesso “rito” è stato fatto nel Cimitero Militare di Caoria di Canal San Bovo (TE).

LIBRO A CURA DI SANDRO GALANTINI E WALTER DE BERARDINIS
LIBRO A CURA DI SANDRO GALANTINI E WALTER DE BERARDINIS STAMPATO DALLA ARTEMIA EDIZIONI DI MOSCIANO SANT’ANGELO

Momento toccante dei due giorni storico-culturali è stata la presentazione del libro con il ricordo dei caduti Alpini giuliesi: Domenicantonio Di Donato, 7° Alpini-batt. Cadore; Domenico Marcozzi, Ferdinando Mastrilli, Angelo Sacchini e Pasquale Rossi del 7° Alpini; Antonio Rosci e Gaetano Stacchiotti del 5° Alpini – battaglione Edolo; poi la consegna delle targhe commemorative di ringraziamento per aver accolto nel proprio comune le spoglie del caduto realizzate dalla famiglia De Berardinis in collaborazione con il Sindaco del Comune di Bellante, Giovanni Melchiorre, donate al Sindaco di Canal San Bovo, Albert Rattin e a Luigi Caser, Presidente dell’ANA Caoria. Anche le Associazioni Culturali di Roseto degli Abruzzi, Terra e Mare e Circolo Filatelico e Numismatico, rispettivamente rappresentate da Luciano Di Giulio e Emidio D’Ilario hanno contribuito donando la pubblicazione «La cartolina racconta la storia della città» e Maurizio Dattoli delle librerie Ianni di Giulianova con delle pubblicazioni sulla città.

 

Ufficio Stampa  – Artemia Edizioni

Via G. Pascoli, s.n.c. – C.da Ripoli,  64023 Mosciano S.A. – Teramo

Tel.: +39 085 802237 – Fax: +39 085 8071440 – Cell.: +39 347 5364795

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Roma. Ta Pum – il film documentario – alla Notte dei Ricercatori

Presso CNR-Artov (Area ricerca CNR di Roma Tor Vergata), via Fosso del Cavaliere 100, in occasione della Notte Europea dei Ricercatori, venerdì 30 settembre alle ore 20.00 verrà proiettato in anteprima ‘Ta Pum’, il film documentario  che ripercorre in poco più di 30 minuti gli oltre 2.000 km del Cammino della Memoria, realizzato dai team alpinistico ed escursionistico di Ta Pum nel 2014.

Presenteranno il film: l’autore del documentario Marco Ferrazzoli, Capo Ufficio Stampa Cnr, Maurizio Gentilini del Dipartimento scienze umane Cnr, Paolo Plini, ricercatore dell’Istituto di inquinamento atmosferico Iia-Cnr.

L’iniziativa sarà anche accompagnata da una mostra didattica sul meteo negli inverni di guerra, curata da Massimiliano Pasqui, che verrà illustrata, a partire dal pomeriggio, da studenti di alcuni Istituti Superiori di Roma.

Gli spettatori riceveranno in omaggio una busta di Myosotis, il fiore a tutti noto come “non ti scordar di me”, che il progetto Ta Pum promuove come fiore della  memoria italiano.

Ingresso libero e gratuito, previa registrazione sul sito http://eventi.artov.rm.cnr.it

Scarica l’invito dal www.tapum.it