Campli. Il Museo Archeologico Nazionale di Campli organizza la mostra: Involontari ricordi Un moscianese alla grande guerra

31 Luglio 2015

 

Il Museo Archeologico Nazionale di Campli organizza la mostra: Involontari ricordi Un moscianese alla grande guerra

CAMPLI
Museo Archeologico Nazionale

31 luglio – 25 ottobre 2015
Orario 9,00-20,00

Inaugurazione
Venerdì 31 luglio 2015 ore 11,30

Nella ricorrenza del centenario della Grande Guerra, il Museo Archeologico Nazionale di Campli ha organizzato la mostra fondata principalmente sull’inedito “fondo Serafino De Benedictis”.
Serafino De Benedictis nato il 17 giugno 1891 a Mosciano Sant’Angelo è un giovane tipografo e fotografo che diventa soldato di leva con la classe del 1893. Arruolato nell’11 novembre 1913, è prima aggregato al 2° Reggimento Granatieri come tipografo e poi al Laboratorio Tipo-litografico Comando del Corpo di Stato Maggiore del Comando Supremo, Quartier Generale, Zona di Guerra.
Il fondo raccoglie l’archivio di documenti, lettere, cartoline, libri, manoscritti, fotografie e tutto quello che appartiene al soldato moscianese morto per malattia nell’Ospedale Militare di tappa di Montegrotto (Padova), il 14 ottobre 1918, a pochi giorni della fine del conflitto.
Le immagini di quei soldati che fotografano per loro diletto, di solito sfuggono al vaglio della censura. Proprio per questi motivi le foto scattate e sviluppate dal Di Benedictis, hanno un valore maggiore, anche perché quasi tutte riportano sul retro un’annotazione manoscritta. Le indicazioni dei luoghi, dei fatti, delle date e dei personaggi ritratti, conferiscono alle foto una maggiore valenza storica e culturale.
Esempi sono le immagini del Re d’Italia al fronte, con il Duca d’Aosta, con il generale Carlo Porro, con Cadorna o il Principe di Galles. Sono anche fotografati: Salvatore Barzilai, Ministro per le terre liberate; Vittorio Italico Zuppelli, Ministro della Guerra; Herbert Henry Asquit, Primo Ministro del Regno Unito; Aristide Briand, Presidente del Consiglio francese. Rare sono le foto degli aerei abbattuti.
Nella mostra sono esposte anche cartoline di propaganda, sempre del fondo De Benedictis.
L’esposizione è arricchita da una sezione curata dall’Archivio di Stato di Teramo. Sono documenti significativi d’interesse provinciale inerente agli eventi della Grande Guerra.
Completa la mostra alcuni oggetti appartenuti a soldati dell’esercito italiano e a soldati dell’esercito austriaco.
Nicolino Farina

Per informazioni : 0861.569158 – 380.3258440

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Domenico Marcozzi, il primo giuliese morto nella Grande Guerra

Domenico Attilio Flaviano Marcozzi nasce a Giulianova il 10 aprile 1891, alle ore 15:30, nella casa posta in Via del Sole (centro storico), dal 30enne benestante Luigi (albergatore) e Aura Frosciacca. Sarà il Sindaco, Francesco Ciafardoni, a registrare il nascituro alla presenza dei due testimoni: il 38 enne benestante, Emidio Paolone e il 23enne contabile, Alfonso Nespeca. Il 15 gennaio 1913 viene arruolato nel Compartimento Marittimo di Ancona per la leva del 1892 e d’ufficio viene trasferito nel Regio Esercito ed assegnato alla Fanteria nel Distretto militare di Teramo il 31 dicembre con le seguenti caratteristiche: alto 1,61, capelli lisci e castani, di professione pescatore. Nel gennaio 1915, mentre in Europa già infuriava la guerra, scoppiata il 28 luglio 1914, il 7° Reggimento Alpini mobilita i Battaglioni: “Val Cismon”, “Val Piave”, “Val Cordevole”, “Feltre” e “Cadore”. Il 20 febbraio 1915, l’Alpino Marcozzi, viene chiamato alle armi e giunge nel 7° Reggimento Alpini – Battaglione “Feltre”. Non fa in tempo ad ambientarsi che il 31 marzo, all’una di notte, muore per circostanze non chiare, all’interno di una abitazione posta in Via Ruga al civico 194, all’età di 23 anni. Nella stessa mattinata, sarà il conservatore del Comune di Feltre, Giovanni Biacoli, a trascrivere l’atto di morte su segnalazione del locale ospedale. A Giulianova, l’ufficialità della scomparsa, arriverà solo il 15 giugno.
Il suo nominativo non risulta nel censimento nazionale voluto dal Capo dello Stato, Benito Mussolini, poi pubblicati negli albi d’oro editi dal Ministero della Guerra ( in totale 28 volumi, più le tre appendici del Veneto) dal titolo: “Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918 – Albo D’Oro” – volume secondo – Abruzzi e Molise, Roma, Provveditorato generale dello stato, libreria 1927 – Anno V; nonostante il Comune di Giulianova trasmise i nominativi di 118 caduti (in realtà Giulianova conta 150 caduti secondo le mie ultime ricerche), compreso quello di Marcozzi, tramite delle schede da precompilare, oggi conservate nell’Archivio di Stato di Teramo. Ma la sua città non dimenticò il suo giovane Alpino, infatti il suo nominativo fu scolpito sulla lapide realizzata dallo scultore Ulderico Ulizio ed inaugurata il 20 settembre 1922. #unitiperlapatria