Giulianova. Il ‘700 giuliese con Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 6

di Sandro Galantini*

Per Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, 15° duca d’Atri e conte di Giulianova dove era nato il 20 maggio 1663, i primi anni del ‘700 furono gratificanti e al tempo stesso drammatici. Infuriava infatti la guerra di successione spagnola ed egli, letterato raffinato ma anche avvezzo alle armi, si era schierato decisamente a favore di Filippo V ricevendone nel 1701 l’incarico di Tenente generale nel Regno di Napoli per gli Abruzzi e nel 1702, direttamente dalle sue mani, il prestigioso Toson d’Oro. Ma accanto agli onori anche gli oneri. E così proprio come Tenente generale era dovuto intervenire all’Aquila dopo che la città, il 2 febbraio 1703, era stata squassata dal terremoto. Giorni intensi per lui, e pieni di preoccupazioni dopo che il marchese di Vasto Cesare Michelangelo d’Avalos, esponente dell’ala più intransigentemente filoaustriaca dell’alta nobiltà regnicola, aveva tentato con ogni mezzo, ma inutilmente, di guadagnarlo alla sua causa. «Invece di impiegare l’opera sua al vil mestiere di seduttore, pensasse ad emulare la gloria dei suoi antenati», aveva risposto Giangirolamo rifiutando le offerte del marchese d’Avalos. Per cui quest’ultimo, sentitosi offeso, prima di esulare a Schönbrunn aveva messo in atto una serie di azioni contro Giulianova, la città in cui il duca Giangirolamo era solito risiedere nei mesi invernali e sino a primavera inoltrata. Era infatti dal suo palazzo ducale giuliese che il 2 maggio 1703 aveva firmato l’assenso a Bernardo Massicci di Tortoreto per l’assegnazione dotale di un terreno a sua figlia in quanto terreno feudale. E il 12 maggio seguente sempre da Giulianova aveva investito Francesco Maria de Petris del feudo di Valviano. Ma ormai in piena estate, nell’agosto 1703, i giuliesi trovarono insudiciate porte e muraglie cittadine di un «untume giallo». Fu il panico. Subito si pensò infatti, come riportano i documenti del tempo, che il marchese di Vasto disponesse di una legione di “untori” i quali, «disseminando ovunque la peste manufatta», miravano a trasformare l’intero Abruzzo, e la stessa Giulianova, in un cimitero.

  • Storico e Giornalista
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Giulianova. Maria Roasio, una diva del cinema muto.

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 4.

di Sandro Galantini*

Bella, brava e affascinante. Ma soprattutto una diva del cinema muto. Era Maria Roasio, moglie di Vincenzo Trifoni (1901-1985), uno dei sei figli di Giustino e ricco possidente terriero di Colleranesco che a partire dal 1927 avrebbe dato vita col socio Domenico Catitti ad una florida azienda agricola in Libia.
Maria Roasio, di famiglia piemontese ma nata a Nizza (secondo i repertori a Milano), era stata attratta giovanissima dalla cinematografia mettendosi in luce nella parte di Onoria nel film Attila, uscito nel 1918 per la casa produttrice torinese Ambrosio e diretto da Febo Mauri. Da quel momento la Roasio sarebbe stata la diva di punta del produttore Arturo Ambrosio, interpretando numerosissimi film. Ben cinque le pellicole l’anno seguente, terminata ormai la guerra: da Champagne Caprice, per la regia di Achille Consalvi, a La Gibigianna. Da La Cantoniera n. 13 a Zavorra umana a Cuor di ferro e d’oro, diretto da Luigi Maggi. Intenso per lei anche l’anno 1920 con ben quattro film: La farfalla della morte, Terra, Gens nova e Sillabe ardenti per la regia di Eugenio Testa. Con Angeli e demoni del 1921 Roasio torna alla regia di Luigi Maggi mentre con Mara West, film uscito nello stesso anno e distribuito dall’olandese J.S. Croeze, viene diretta da Alexsandr Rosenfeld. Con il drammatico La Rondine, del 1922 (stroncato dalla rivista “La vita cinematografica”), la Roasio sperimenta la regia di Gabriellino D’Annunzio, figlio del Vate e della duchessa Maria Hardouin di Gallese, proprio lui che molti anni prima, il 25 luglio 1912, era venuto a Giulianova come relatore alla festa intellettuale organizzata allo stabilimento balneare Venere. Pure al 1922, anno in cui Maria Roasio tenta ma senza fortuna la via della produzione creando la società Star Film, risalgono Manolita e Il castello dei gufi per la regia di Max Sullian. Il trittico di Bonnard, Il palazzo dei sogni, con il ritorno di Alexsandr Rosenfeld alla regia, e Notte di tempesta sono i film che la impegnano nel 1923. I tempi sono ormai maturi per rispolverare l’ambizioso progetto di una casa cinematografica. E così Maria Roasio nel 1924 produce, con lei interprete e Luigi Maggi alla regia, Bambola vivente. Ambientato a Roma tra Castel S. Angelo e Trinità dei Monti, Bambola vivente (restaurato non a caso dalla Cineteca Nazionale) precorre il cinema di fantascienza in Italia e ispirerà nel 1949 quello inglese. Il film, con la partecipazione degli attori Augusto Poggioli, Umberto Scalpellini e Dillo Lombardi, doveva peraltro inaugurare una serie “Maria Roasio” ma l’impresa non ebbe seguito. Tramontato il suo sogno di produttrice, Maria Roasio parteciperà da protagonista al suo ultimo film, tuttavia ritirato dalla distribuzione. Si tratta de I rifiuti del Tevere del 1927, il cui titolo era tratto da una rubrica del giornale Il Tevere riservato alla criminalità romana. Con il declino del cinema muto, Maria Roasio scomparirà dalle scene. Morirà nel 1982. Da quell’anno riposa in pace nella cappella gentilizia dei Trifoni, nel cimitero di Giulianova.

*Storico e Giornalista

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Giulianova. La triste avventura dei giuliesi in Brasile

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 3.

di Sandro Galantini*

La Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio 1902, recava il rapporto sugli italiani deceduti nel quarto trimestre 1901 fornito dal viceconsolato d’Italia di Santos, la città portuale nello Stato di San Paolo più importante del Brasile e di tutta l’America Latina. Tre i giuliesi morti a causa dell’epidemia di febbre gialla che vi infuriava: Giulio Bompadre, 23 anni; Elisa Cataldi, di 1 anno; Splendore Cimadamore, 67enne. Quei tre sfortunati nostri concittadini erano parte dei 537.784 emigrati italiani in Brasile tra il 1894 e il 1903 per essere impiegati nella coltivazione del caffè. Una speciale convenzione stipulata dallo Stato di San Paolo consentiva il trasporto gratuito degli emigrati che si rivolgevano pertanto alle numerosissime agenzie delle compagnie di navigazione (nel 1895 erano 37 rappresentate da 7169 subagenti). Per mettere ordine alla situazione, nel 1901 venne emanata un’apposita legge dando vita al contempo al Commissariato per l’emigrazione e creando oltretutto un fondo formato dalle tasse sulle tariffe delle compagnie di emigrazione. Tuttavia, come avvertiva il periodico giuliese “Il Fuoco” esortando i nostri concittadini ad evitare imbarchi per il Brasile, nel 1902 lo Stato di San Paolo sospese le licenze speciali spingendo il governo italiano a proibire l’emigrazione con il Decreto Prinetti del 1902.

*Storico e Giornalista

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Giulianova. «Evviva Giulianova incantevole spiaggia». Così scriveva il 10 agosto 1933 Vittoria Fogolari a Toldo

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 2.

di Sandro Galantini*

«Evviva Giulianova incantevole spiaggia». Così scriveva il 10 agosto 1933 Vittoria Fogolari a Toldo elogiando con la città anche Giulio Federici, gestore dell’hotel Kursaal proprio in quell’anno. Ormai terminate le vacanze, e appagata dal successo per la sua mostra di quadri, la pittrice, scrittrice e sodale della Società Italiana per il progresso delle Scienze, doveva far ritorno alle domestiche sue latitudini.
Nata il 10 dicembre 1879 a Rovereto (Trento), Vittoria Fogolari a Toldo era cugina di secondo grado di Cesare Battisti, della cui madre rievocava il nome. Sposatasi nel 1907 con Francesco Weinzierl, probabilmente un funzionario ferroviario austriaco, era stata sfollata a Innsbruck e a Lienz durante la Prima guerra mondiale, luoghi dai quali scriveva spesso al fratello, occupato come soldato sul fronte galiziano. Molto legata alla nobiltà della famiglia e alla parentela con Cesare Battisti, insieme col fratello fece apporre il 25 aprile 1924 una lapide sulla casa Fogolari in corso Vittorio Emanuele III (attuale corso A. Bettini 44) a Rovereto. Nel primo dopoguerra aveva collaborato con la rivista “L’arciere” e con l’Associazione di cultura letteraria e scientifica di Genova, fondata nel 1930. Prese parte a numerose mostre: a Innsbruck, a Vienna, a Castel Sant’Angelo a Roma, alle Sindacali della Venezia Tridentina, al Concorso per le opere d’arte sulla guerra. Tra le sue opere si ricordano: “Autunno tardo”, “Preghiera presso il capitello di Castel Dante”, “Sulle Dolomiti”. Dipinse prevalentemente paesaggi montani, in parte esposti proprio nella mostra allestita al Kursaal nel 1933, in relazione alla quale dette alle stampe anche un catalogo. Riuscì ad esporre a manifestazioni nazionali e internazionali e divenne famosa soprattutto per il dipinto “Il Quadrante della Vittoria, del Sacrificio e della Gloria”, che servì alla raccolta fondi “pro erigenda Torre della Campana dei Caduti di Rovereto” e che fu riprodotto anche in medaglie d’argento, bronzo e oro. Morì il 17 maggio 1959 e fu sepolta nel cimitero di S. Marco a Rovereto.

  • Storico e Giornalista
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Giulianova. Il progetto di Livio Crocetti su Via dello Stabilimento (oggi Nazario Sauro)

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI.

di Sandro Galantini*

Ecco il progetto del nuovo edificio, destinato ad abitazione al piano superiore e con magazzini in quello inferiore, che Biagio D’Egidio intendeva realizzare nell’allora Via dello Stabilimento, oggi Nazario Sauro. La domanda per ottenere il permesso di costruzione è del 23 gennaio 1929, su progetto approntato da Livio Crocetti. Figlio dell’imprenditore Luigi, Livio era nato a Giulianova il 3 agosto 1894 e, conseguita a Roma la laurea in ingegneria mineraria, dal 1926 collaborava con il padre nello Studio di progettazione Crocetti, specializzato in villini balneari e lottizzazioni. A seguito della morte del padre, avvenuta nel 1932, Livio si trasferirà in Toscana con la moglie Dora Bencinanni, sua coetanea (era infatti nata il 12 marzo 1894) e dal 1926 docente in materie letterarie al liceo “Delfico” di Teramo. Ma di lui torneremo a parlare più ampiamente.

*storico e giornalista

 

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Giulianova. La cura, l’attenzione, l’assistenza. Storia dell’Istituto “Castorani”, ultima fatica editoriale dello storico Sandro Galantini

Sarà presentato venerdì 6 dicembre, alle ore 17.30 nella chiesa di San Rocco posta all’interno del complesso “Castorani” di Giulianova Alta, il nuovo libro dello storico Sandro Galantini dal titolo: La cura, l’attenzione, l’assistenza. Storia dell’Istituto “Castorani” (Artemia Nova editrice).

Il Castorani negli anni ’60

La presentazione, moderata dal giornalista Rai Antimo Amore, sarà preceduta dai saluti del sindaco Jwan Costantini e del presidente dell’ASP 2 Teramo Roberto Prosperi che ha fortemente voluto e sostenuto la pubblicazione del volume.
IL VOLUME

Il libro edito da Artemia Nova Editrice

Ricorrendo ad uno stile sobrio ed essenziale, Galantini ripercorre la vicenda plurisecolare dell’importante istituzione cittadina, sorta a fine Ottocento ma le cui radici affondano in tempi remoti legandosi indissolubilmente all’ospedale di S. Rocco, erede dell’ hospitium presente sin dal XII secolo nel centro medioevale di Castel San Flaviano quindi ricollocato nella Giulianova rinascimentale edificata per volontà di Giulio Antonio Acquaviva nel 1470.

Sandro Galantini, autore e storico di Giulianova

Struttura di riferimento per i pellegrini diretti soprattutto al santuario mariano di Loreto, l’ospedale di San Rocco si connota dunque come luogo di accoglienza e di assistenza anche spirituale: non casuale è infatti la compresenza, nella originaria struttura che appare nei documenti sin dal 1526, dell’omonima chiesa, la seconda per importanza in città dopo quella di San Flaviano e dotata di apposite sepolture per i viandanti.

Il Castorani oggi

Alla chiesa e all’ospedale di San Rocco, ristrutturato nel 1867, si uniscono, nei decenni successivi all’Unità d’Italia, un asilo infantile, giuridicamente eretto il 10 gennaio 1869 ma entrato in funzione il 1° maggio 1871 sotto la gestione delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, e quindi, nel 1873, un Convitto-educandato per fanciulle, egualmente sotto la direzione delle suore Vincenziane.
L’orfanotrofio “Castorani”, così chiamato per via di un cospicuo lascito effettuato dal giuliese Flaviano Castorani, fa invece la sua comparsa nel 1886 andando ad integrare l’asilo e il Convitto-educandato.
Le successive vicende del “Castorani” si svolgono in parallelo con gli interventi legislativi sugli istituti di pubblica beneficenza, a partire dalla legge del 1890. Nel 1930 il “Castorani” veniva eretto in Ente morale e nel 1940 si inauguravano le scuole medie “Edmondo De Amicis”.
Due svolte epocali si hanno dapprima, nel dicembre 1960, con la nascita degli Istituti Riuniti di Ricovero di Giulianova come conseguenza dell’accorpamento amministrativo dell’Opera Pia Orfanotrofio Femminile “Castorani” e dell’Asilo infantile “Edmondo De Amicis”, e quindi con la legge 8 novembre 2000 n. 328, che inserisce le ex I.P.A.B. nella rete dei servizi sul territorio favorendone la trasformazione in Aziende di Servizi alla Persona (ASP).



Giulianova. Riportato a nuova luce il manifesto ufficiale dell’inaugurazione al monumento a Vittorio Emanuele II

Il cimelio è stato recuperato a spese del Sindaco Costantini per donarlo
nuovamente alla città

Durante l’ultimo sopralluogo al cantiere della Pinacoteca Civica di Palazzo
Bindi, in occasione della visita della Soprintendenza archeologia, belle
arti e paesaggio dell’Abruzzo, il Direttore t.s. del Polo Museale Civico
Sirio Maria Pomante ha segnalato al Sindaco Jwan Costantini, lo stato
precario in cui versava, ormai da tempo, il manifesto ufficiale
dell’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II avvenuta il 15
agosto 1894 e realizzato dallo scultore giuliese Raffaello Pagliaccetti
(1839-1900), illustre esponente della scultura italiana
dell’Ottocento. Il primo cittadino si è mobilitato immediatamente per
far tornare a nuova vita il cimelio storico a sue spese, e posizionarlo,
all’interno di una preziosa cornice, nella Sala Consigliare del Comune, al
posto delle due teche che contengono le onorificenze di Pagliaccetti e le
medaglie vinte dallo scultore, donate all’ente comunale dalla vedova, e
attualmente ricoverate all’interno della Biblioteca civica e della futura
Pinacoteca, per una più adeguata conservazione. La storia del manifesto è
strettamente legata a quella dell’evoluzione travagliata del celebre
monumento di piazza della Libertà, e la sua inaugurazione rappresentò per
la comunità giuliese e del Meridione un evento di portata nazionale, dato
che Giulianova fu la prima città di quello che fu il regno di Napoli, ad
essere visitata dal Re d’Italia il 15 ottobre del 1860.

“Ho voluto personalmente contribuire a riportare alla luce un documento
storico importante per la città, che rischiava di essere irrimediabilmente
perduto – dichiara il Sindaco Costantini – e riservagli un posto d’onore
all’interno della Sala Consigliare a disposizione di tutti i cittadini e
delle tante scolaresche che, dal mese di novembre, avranno la preziosa
possibilità di visionarlo”.




Giulianova. La storia dell’Ospizio Marino nel volume “La Città Altra/The Other Cityuscito”. Grazie agli studi dello storico giuliese Sandro Galantini.

C’è un’intera parte dedicata alla storia dell’Ospizio Marino di Giulianova nel volume La Città Altra/The Other Cityuscito per conto dell’Università Federico II di Napoli a cura di Francesca Capano, Maria Ines Pascariello e Massino Visone.

copertina volume La città altra

Autrice ne è Simonetta Ciranna, professore associato in Storia dell’Architettura dell’Università degli Studi dell’Aquila, che per il suo contributo, inserito nella parte riguardante gli Ospizi marini e i luoghi di cura in Italia e in Abruzzo tra Ottocento e Novecento, ha attinto dagli studi dello storico giuliese Sandro Galantini, il quale si conferma così studioso apprezzato in ambito nazionale e internazionale.

Lo storico Sandro Galantini e il dott. Claudio D’Archivio

Da tempo, infatti, le ricerche di Galantini, in particolare quelle sulla storia del turismo sociale a Giulianova, sono state puntualmente richiamate in importanti convegni e volumi scientifici. Da quella sulla ex colonia Maltoni Mussolini di Giulianova negli atti del 6° Congresso internazionale di storia delle costruzioni tenutosi a Bruxelles nel luglio 2018, lo scorso luglio, all’inserimento nel volume  La evolución de la industria turística en España e Italia pubblicato dall’Institut Balear de Economia di Palma di Maiorca.

Ospizio Marino di Giulianova Archivio De Berardinis Walter

Altri studi dello storico giuliese sono richiamati nel Dizionario Biografico della Treccani e segnalati nelle riviste scientifiche nazionali “Cultura e scuola” e “Critica letteraria”, contribuendo così a proiettare la storia di Giulianova e quella abruzzese in prestigiosi ambiti scientifici in Italia e all’estero. Molti suoi volumi, inoltre, sono stati acquisiti da prestigiose università straniere come Yale, Columbia di  New York,  Princeton, Harvard come pure dalla biblioteca del Congresso di Washington,dalla British Library di Londra, dal CNR di Parigi, dalla Bayerische Staatsbibliothek di  Monaco di Baviera e inseriti nelle collezioni  Jacque Doucet dell’Istituto nazionale di storia dell’arte di  Parigi.

classe V anno scolastico 1969 – 1970 Ospizio Marino – Foto Archivio




Teramo. INPS – Reddito di cittadinanza: 3887 domande accolte. Giulianova la seconda città dopo Teramo.

Pubblichiamo l’elenco fornito dalla direzione regionale INPS sull’andamento delle domande accolte del Reddito-Pensione di Cittadinanza in provincia di Teramo e Abruzzo al 31 luglio 2019. Nella classifica generale regionale, la nostra città, si posiziona undicesima. In quella provinciale, Giulianova, con 342 domande risulta la seconda dopo il capoluogo che registra 726 domande accolte. Poi il teramano, dopo i grossi centri abruzzesi, la fa da padrona su 305 comuni abruzzesi: 8 comuni Teramo, 7 Chieti, 5 L’Aquila e 4 Pescara.

INPS

Reddito/Pensione di cittadinanza per comune di residenza Regionale

N PROVINCIA COMUNE DOMANDE RDC/PDC ACCOLTE
1 PESCARA PESCARA 2424
2 PESCARA MONTESILVANO 1087
3 L’AQUILA AVEZZANO 960
4 L’AQUILA L’AQUILA 908
5 CHIETI CHIETI 882
6 TERAMO TERAMO 726
7 CHIETI FRANCAVILLA AL MARE 584
8 CHIETI VASTO 566
9 CHIETI LANCIANO 524
10 CHIETI ORTONA 376
11 TERAMO GIULIANOVA 342
12 L’AQUILA SULMONA 292
13 TERAMO ROSETO DEGLI ABRUZZI 281
14 TERAMO SILVI 269
15 L’AQUILA CELANO 258
16 TERAMO ALBA ADRIATICA 248
17 PESCARA SPOLTORE 242
18 TERAMO MARTINSICURO 234
19 CHIETI SAN SALVO 231
20 CHIETI SAN GIOVANNI TEATINO 201
21 L’AQUILA TAGLIACOZZO 168
22 TERAMO TORTORETO 160
23 PESCARA CITTA’ SANT’ANGELO 148
24 TERAMO PINETO 146

Reddito/Pensione di cittadinanza per comune di residenza TERAMO e provincia

N COMUNE DOMANDE RDC/PDC ACCOLTE
1 TERAMO 726
2 GIULIANOVA 342
3 ROSETO DEGLI ABRUZZI 281
4 SILVI 269
5 ALBA ADRIATICA 248
6 MARTINSICURO 234
7 TORTORETO 160
8 PINETO 146
9 MONTORIO AL VOMANO 114
10 MOSCIANO SANT’ANGELO 112
11 ATRI 93
12 CAMPLI 92
13 CASTELLALTO 91
14 SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA 87
15 BELLANTE 82
16 CIVITELLA DEL TRONTO 56
17 NOTARESCO 55
18 CORROPOLI 53
19 NERETO 52
20 SANT’OMERO 50
21 ISOLA DEL GRAN SASSO D’ITALIA 48
22 COLONNELLA 44
23 CROGNALETO 37
24 TORRICELLA SICURA 34
25 CONTROGUERRA 33
26 VALLE CASTELLANA 31
27 COLLEDARA 26
28 CERMIGNANO 25
29 BISENTI 23
30 CANZANO 22
31 CORTINO 21
32 MONTEFINO 20
33 ANCARANO 18
34 BASCIANO 18
35 MORRO D’ORO 18
36 PENNA SANT’ANDREA 18
37 CELLINO ATTANASIO 16
38 TORANO NUOVO 16
39 CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO 14
40 TOSSICIA 14
41 CASTILENTI 13
42 CASTELLI 12
43 ROCCA SANTA MARIA 8
44 ARSITA 7
45 CASTEL CASTAGNA 4
46 FANO ADRIANO 3
47 PIETRACAMELA 1
TOTALE 3887



Giulianova. Pro Loco Giulianova Vivere Il Mare – Cartoline di Giulianova 2019

Tutto pronto per la terza edizione di Cartoline di Giulianova 2019. In un’estate così briosa, da Agosto, i Turisti e cittadini avranno presto l’opportunità di ottenere una delle 5000 nuove e meraviglie Cartoline di Giulianova, di ben sei autori noti dai giuliesi: Bruno Amadio, Fausta Olivieri, Gianni Caprioni, Mauro Di Bonaventura, Mauro Piunti, Sandro Di Remigio. Le foto si potranno reperire nelle attività ove presente la specifica locandina e sono state accuratamente scelte dalla Pro Loco Giulianova Vivere Il Mare, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Meglio Della Fantasia”. Ancora una volta nulla è stato lasciato al caso. Dopo gli scatti della seconda edizione 2018, con tributo al fotografo Lucio Merlo e in memoria dello scultore Roberto Macellaro, quest’anno due scatti sono a ricordare Don Ennio nel primo anniversario dalla sua scomparsa e due arrivano dalla “Festa Del Mare” 2018, come riconoscimento al Presidente Marco Verticelli e all’Ente Porto di Giulianova, per l’impegno dimostrato, negli ultimi anni, nella promozione del Porto turistico, più rinnovamento, più servizi, più cultura e tanto altro. I rimanenti scatti altrettanto significativi hanno il potere di rievocare riflessione, bellezza, musica, buonumore e divertimento. A copertura dei costi del progetto c’è il Patrocinio del Comune di Giulianova, grazie all’assessore al Turismo Marco Di Carlo che ha riconosciuto l’utilità della promozione Turistica. Naturalmente tutto questo è stato possibile per la concessione gratuita delle foto da parte degli autori ed i primi ringraziamenti vanno a loro. Non di meno è stato vitale l’impegno di Maurizio Di Filippo, per aver coordinato il tutto in autonomia, attraverso anche la nuova e fondamentale presenza sul territorio della Pro Loco Giulianova Vivere Il Mare.