GIULIANOVA. L’ANTICA TORRE DEL SALINELLO RIAPRE AL PUBBLICO. RIQUALIFICATA E ILLUMINATA
Da costruzione di avvistamento a bottega di vino, sarà possibile visitare liberamente la torre
Giulianova, 22 febbraio 2021 – Torna ad essere visibile e visitabile la Torre del Salinello, nota anche come Torre Mazzaufo, grazie a un intervento di riqualificazione realizzato dai proprietari-custodi, Cesare Sodo-Migliori e i fratelli Vincenzo, Francesco e Giovanni Cerulli-Irelli, che hanno deciso di destinare il locale inferiore dell’antico edificio alla “Bottega Migliori”, spazio espositivo e di vendita dell’azienda agricola di famiglia, Tenuta Cerulli Spinozzi di Canzano. Si riaprono così le porte al pubblico dopo tanti anni di chiusura, durante i giorni e gli orari di apertura della bottega, da lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, sarà possibile a chiunque, nel rispetto delle regole imposte dall’emergenza sanitaria, visitare liberamente la torre e intrattenersi nel giardino circostante.
“La storia più recente del vino delle nostre colline si interseca con quella più antica della torre, la semplicità e l’imponenza della sua architettura sembra dialogare perfettamente con l’identità del Montepulciano d’Abruzzo. Spero vivamente che la città accolga con curiosità l’opportunità di poter visitare la torre, una delle poche che si sono conservate integre sulla costa e che ognuno di noi avrà scorso almeno una volta percorrendo la statale.” – commenta Enrico Cerulli Irelli, titolare della cantina Cerulli Spinozzi e presidente del Consorzio Colline Teramane Docg.
La torre si trova sul versante ovest della SS 16 nella parte nord di Giulianova ed è una delle quindici torri di avvistamento costruite tra il 1563 e il 1570 lungo la costa adriatica, da Vasto a Martinsicuro, in risposta alle frequenti incursioni saracene particolarmente frequenti a partire dalla metà del XVI secolo. La Torre del Salinello fu presidio militare fino alla seconda metà del ‘700, per poi passare sotto la custodia degli Invalidi ed essere utilizzata dal corpo telegrafico nella seconda metà dell’800. Fu acquistata dalla famiglia Migliori di Giulianova all’inizio del secolo scorso che negli anni ’20 effettuò un primo restauro, aprendo un accesso sul lato est, una seconda importante opera di ristrutturazione è stata realizzata successivamente nel 2003.
CENNI STORICI
La Torre del Salinello fa parte dell’antico sistema di costruzioni fortificate che avevano la principale funzione di avvistare l’eventuale approccio di navigli barbareschi e diffonderne la notizia alle altre torri vicine con segnalazioni luminose di notte e vistose fumate di giorno. L’architettura solida a forma di tronco di piramide quadrangolare dotata di merlature guelfe e di caditoie, serviva anche come contrafforte difensivo in caso di attacco: le torri erano infatti presidiate da guarnigioni di militi al comando di ufficiali spagnoli ed erano dotate di artiglieria. Ogni torre era fornita di un pozzo scavato all’interno, di un magazzino per lo stoccaggio degli alimenti e di un camino, per resistere in caso di attacco. Delle quindici torri originarie solo sei sono oggi ancora integre e poche di esse risultano visitabili. La Torre del Salinello fu presidio militare fino alla seconda metà del ‘700, per poi passare sotto la custodia degli Invalidi ed essere utilizzata dal corpo telegrafico nella seconda metà dell’800.
Il “caso” Margarete Wagner all’Istituto Istruzione Superiore Statale “Algeri Marino” di Casoli (CH)
Per il Giorno della Memoria 2021 si terrà in diretta streaming una videoconferenza dal titolo “Casoli città della Memoria” nata dalla collaborazione del Comune di Casoli con l’Istituto Istruzione Superiore Statale “Algeri Marino” di Casoli e con il Liceo Classico “V. Emanuele II” di Lanciano. La manifestazione sarà coordinata da Giuseppe Lorentini, ideatore e responsabile curatore del Centro di documentazione on line sul campo di concentramento fascista di Casoli www.campocasoli.org e dal prof. Luciano Biondi che si è occupato del progetto sulle pietre d’inciampo, ideate dall’artista Gunter Demnig, a Lanciano, a Castel Frentano ed ora a Casoli.
Nel corso della conferenza sarà presentato, per la prima volta, dall’architetto Giuseppe Fortunato, il progetto dell’opera architettonica monumentale in corso di realizzazione del Memoriale della Piazza della Memoria, già inaugurata lo scorso 27 gennaio 2018.
Tale iniziativa, che ha come obiettivo principale la diffusione della conoscenza storica dell’internamento civile nell’Italia fascista 1940-1943, è il risultato di un progetto avviato secondo lo studio tradizionale delle fonti documentarie dell’archivio storico comunale che ha contribuito non solo all’approfondimento storiografico del fenomeno concentrazionario monarchico-fascista, ma anche alla divulgazione mediatica e social, alla conservazione foto-digitale dei documenti, all’analisi, elaborazione, visualizzazione e trasmissione delle informazioni biografiche necessarie per ricostruire le vite degli internati, fino all’ispirazione progettuale architettonica per la messa in opera di un memoriale monumentale di rilevanza europea.
Sempre nella stessa mattinata il giornalista Walter De Berardinis terrà un intervento dal titolo “La borsa ritrovata: la storia d’amore di Margarete Wagner e Ignaz Hain internato in Abruzzo” che ripercorre la drammatica vicenda della cattolica tedesca Margarete che ha sostenuto e difeso l’ebreo tedesco Ignaz Hain dalle persecuzioni antisemite della Germania nazista e dell’Italia fascista, fino alla sua morte. Hain fu internato nel campo fascista di Civitella del Tronto (TE) e successivamente deportato ad Auschwitz e Mauthausen dove trovò la morte l’8 marzo 1945. La moglie Margarete, rimasta bloccata a Civitella del Tronto a causa della guerra, morirà per malattia all’ospedale di Giulianova il 14 gennaio 1945.
Di seguito il programma dell’evento:
Giorno della Memoria 27 gennaio 2021
Casoli città della memoria
Videoconferenza in diretta streaming sulle pagine Facebook e YouTube
dell’Istituto Istruzione Superiore Statale “Algeri Marino” di Casoli (CH)
ORE 09:00 Saluti istituzionali del vicesindaco di Casoli Domenico De Petra, dell’assessore alla Cultura Dina Colanzi e delle dirigenti scolastiche Costanza Cavaliere (IISS “Algeri Marino”) e Mirella Spinelli (Liceo Classico “V. Emanuele II”)
0re 09:30 Illustrazione del progetto “Il campo di concentramento di Casoli e le pietre di inciampo” a cura delle ragazze e dei ragazzi dell’Istituto Superiore “Algeri Marino” di Casoli e del Liceo Classico “V. Emanuele II” di Lanciano
Coordina: Luciano Biondi
interventi di
Giuseppe Lorentini, Il campo fascista di Casoli dai documenti ai monumenti
Giuseppe Fortunato, Il progetto del memoriale di Piazza della Memoria
Ore 11:30L’Abruzzo tra internamento e deportazione
Coordina: Giuseppe Lorentini
intervento di
Walter De Berardinis, La borsa ritrovata: la storia d’amore di Margarete Wagner e Ignaz Hain internato in Abruzzo
La Città di Giulianova ricorda il coraggio di Margarete Wagner con una targa commemorativa
La giovane tedesca, morta a Giulianova nel ‘45, difese il marito ebreo
tedesco dalle persecuzioni antisemite
Questa mattina, nella Sala Buozzi a Giulianova Alta, si è svolta la
cerimonia di scoprimento di una targa commemorativa intitolata all’apolide
Margarete Wagner, in occasione del 76° anniversario della morte, avvenuta
all’ospedale di Giulianova il 14 gennaio 1945.
All’iniziativa, che è stata organizzata nel rispetto delle normative anti
Covid-19, hanno partecipato il Sindaco Jwan Costantini, la Vice Sindaco
Lidia Albani, la Presidente della Commissione Pari Opportunità Marilena
Andreani e il giornalista e ricercatore storico Walter De Berardinis,
autore degli studi sulla Wagner.
La targa commemorativa verrà posizionata all’interno del Cimitero giuliese,
in quel che negli anni, grazie al lavoro di studiosi nel campo, sta
diventando un piccolo Pantheon alla memoria, per tutte le vicende storiche
giuliesi che hanno interessato la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Sulla targa è riportata la seguente citazione:
“Alla memoria di Margarete Wagner, per aver sostenuto e difeso l’ebreo
tedesco Ignaz Hain fino alla sua morte, dalle persecuzioni antisemite
della Germania nazista e dell’Italia fascista”.
Margarete Wagner, cattolica, era nata a Francoforte sul Meno il 30
luglio 1907 da Heinrich Karl Wagner e Crescentia Petzenhauser, era la
4° figlia di 6 (2 maschi e 4 femmine). Durante l’ascesa di Hitler al
potere si fidanza con un giovane procuratore legale, Ignaz Hain,
ebreo, nato a Ulmach il 29 giugno 1902, da Moses Hain e Pauline
Schuster (anche lui figlio di 6).
Con le leggi razziali, la giovane
coppia, si trasferisce a Milano il 17 marzo 1937, in Via Felice
Casati, 13, quartiere Lazzaretto (zona giardini pubblici Montanelli);
l’8 maggio in Via Padova, 33 a Milano e subito dopo a Corso Buenos
Aires, 18, per l’arrivo definitivo della compagna e fino all’arresto
di lui nell’agosto del 1940.
A settembre, Hain arriverà alla stazione di Giulianova e verrà schedato al
Kursaal insieme ad altri deportati ebrei. In seguito verrà trasferito nel
campo d’internamento di Tossicia (Teramo) e successivamente a
Civitella del Tronto (Teramo), dove verrà raggiunto, in stato di
libertà dalla giovane compagna Margarete (la permanenza a Civitella
era sporadica, in base alle autorizzazioni che rilasciavano la
Questura di Milano e Teramo). Nel maggio 1944, l’uomo, prelevato dai
tedeschi, verrà condotto nel campo di smistamento di Fossoli (Carpi) –
Modena. Il 16 agosto 1944 verrà deportato ad Auschwitz e poi il 25
gennaio 1945 a Mauthausen, dove muore l’8 marzo 1945.
La moglie, rimasta bloccata a Civitella del Tronto per i noti eventi
bellici in
Italia e Germania, morirà per malattia all’ospedale di Giulianova il
14 gennaio 1945. Nel gennaio del 2020, all’interno dell’Archivio
comunale di Giulianova, viene ritrovato il suo atto di morte dal
ricercatore storico Walter De Berardinis.
“Siamo riusciti a ricostruire la storia d’amore di Margarete e Ignaz grazie
allo storico Giuseppe Graziani – dichiara il giornalista e ricercatore
giuliese Walter De Berardinis – autore di un lavoro eccezionale di
documentazione sui campi d’internamento di Civitella e grazie al
ritrovamento di una borsa con tutti i documenti e le foto della coppia. Mi
preme ringraziare anche Guido Scesi, il curatore del Museo “Nina” e
proprietario della borsa. Grazie a loro e alla mia ricerca nell’archivio
comunale di Giulianova, siamo riusciti a ricostruire tutta la storia.
Quando Hain viene arrestato, nell’estate del ‘40, insieme ad altri ebrei
arriverà allo scalo ferroviario di Giulianova, dove due agenti ed un
funzionario di stato lo accoglieranno e lo porteranno al Kursaal, dove
Hain verrà schedato e trasferito nel campo di Civitella e successivamente
a Tossicia. La moglie, Margarete, non si arrende e pur di rivederlo
attraversa mille peripezie per raggiungerlo nel campo di internamento in
Abruzzo. Le leggi fasciste prevedevano che i parenti degli internati
potessero venirli a trovare e trascorrere con loro del tempo. Poter
collocare una targa intitolata alla Wagner all’interno del Cimitero
giuliese, dove già sono custodite le storie di molti, rappresenta
l’ennesima traccia che lasciamo alle future generazioni, sulla
ricostruzione storica ed i personaggi di quel tempo. Ringrazio
infinitamente il Sindaco Costantini, la Vice Albani e la Presidente della
Cpo Andreani per aver accolto con gioia la mia idea ed essersi
appassionati quanto me”.
“Oggi poniamo un nuovo tassello nella diffusione della nostra storia ed un
esempio di educazione civica importante per le future generazioni –
dichiara il Sindaco Jwan Costantini – sottolineando il fatto che anche la
città di Giulianova giocò un ruolo fondamentale nelle vicende della Prima
e Seconda Guerra Mondiale. Come ricorda il ricercatore De Berardinis, in
cui terribili giorni di orrore e deportazione, il nostro scalo ferroviario
ospitò l’arrivo di tantissimi ebrei, slavi e rom, che poi furono destinati
ai campi d’internamento d’Abruzzo. Questa storia va conosciuta,
raccontata, tramandata affinché certi fenomeni storici non si ripetano mai
più nella società moderna. Oggi celebriamo il valore ed il coraggio di una
donna che, per poter star vicino al marito, affrontò grandi prove,
raccontandoci una storia d’amore autentica che vince su tutto. Sulle
differenze, le discriminazioni, le difficoltà. Ringraziamo il concittadino
Walter De Berardinis per l’eccellente lavoro di ricerca storica, che porta
avanti con volontà e passione,e che ci permette oggi di poter commemorare
Margarete Wagner”.
“Grazie alla passione e alla professionalità del ricercatore Walter De
Berardinis aggiungiamo una testimonianza storica importante, in quel che
ormai è diventato il nostro pantheon alla memoria – dichiara la Vice
Sindaco Lidia Albani – ospitato all’interno del nostro Cimitero cittadino,
dove vengono raccontate le nostre storie. Margarete rappresenta un esempio
d’amore, di coraggio e di forza per tutte noi ed omaggiarla con una targa
commemorativa segna un’impronta importante sulla strada dell’uguaglianza,
dell’accoglienza e della lotta contro ogni forma di intolleranza e
razzismo”.
“Margarete Wagner è per noi una pioniera dei diritti di parità – dichiara
la Presidente della Cpo Marilena Andreani – e per noi è stato un onore
concedere il patrocinio della Commissione per poterla ricordare,
tramandare le sue azioni e l’amore grande che lo legava ad Ignaz, Lei
tedesca, lui ebreo, rappresentano per tutti noi una lezione importante da
apprendere e da diffondere per la rimozione di ogni tipo di
discriminazione”.
Giulianova. Dopo 75 anni la nipote di un soldato polacco ritrova le sue origini giuliesi.
De Berardinis ha ricostruito con lei l’intera vicenda
Giulianova. Recentemente, nel novembre del 2019, l’Istituto Nazionale
per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, tramite il suo
delegato e ricercatore storico, Walter De Berardinis, aveva reso onore
ai combattenti polacchi del 2° Corpo d’Armata presenti a Giulianova
durante la Seconda Guerra Mondiale. Grazie al web, Rebeca Jarmel,
nipote diretta del soldato (autista e meccanico) polacco, Valentino
Jarmel, ha contattato il ricercatore storico giuliese per avere
maggiori informazioni sulla presenza della coppia nella città
adriatica. Incrociando i dati in loro possesso hanno ricostruito le
vicissitudini della giovane coppia. Valentino Jarmel, figlio di
Bronislavo e Elisabetta Bulckow, era nato a Szut nel 1917 (oggi nella
regione di Vilnius – Lituania).
Dopo le note vicende del 1939, dove la
Germania e la Russia si spartirono il territorio polacco, lui aderì al
II Corpo d’Armata Polacco guidato dal Generale Władysław Anders. Nel
giugno del 1944, dopo la liberazione di Giulianova, molte truppe
polacche sostarono in città per motivi logistici (snodo stradale e
ferroviario per Pescara, Teramo e Ancona; per la presenza del porto e
di due ospedali: civile nella parte alta e militare al lido). 16 di
questi militari si sposarono con altrettante ragazze di Giulianova tra
il 1945 e il 1947. Uno di questi, Valentino Jarmel, si sposò con Linda
Brecciarolla (figlia di Alfonso e Emilia Martellini) il 15 giugno 1946
nella Chiesa della Natività di Maria al lido e l’anno dopo emigrarono
dal porto di Genova in Argentina, stabilendo la loro residenza a
Valentine Alsina. Dopo aver perso due gemelli durante il viaggio, in
Argentina nacquero 6 figli: Ana, Violeta, Ángel Sergio, Monica,
Claudia ed Eva. Valentino morirà nel 1976 e Linda nel 1992. La nonna
Linda ricordava sempre l’amore per il mare di Giulianova. “Ho voglia
di vedere il luogo natio di mia nonna, la città in cui è nato il loro
amore e il mare che ha visto nascere la storia della nostra famiglia
Jarmel” – ha dichiarato Rebeca al giornalista De Berardinis – “Voglio
camminare anche per le strade della Polonia, un luogo dove mio nonno
non poté tornare alla fine della guerra, nonostante avesse combattuto
per liberarla”.
Giulianova spopola sul web e vince un torneo nazionale organizzato dalla pagina “Fun with Flags”.
Un torneo al quale si sono iscritti circa 200 comuni da tutta Italia.
Nel torneo iniziato ad Agosto 2020 e conclusosi il 30 Novembre 2020, i partecipanti hanno dovuto presentare lo stemma della propria città, nel caso specifico Giulianova ha presentato il Cavaliere Giulio Antonio Acquaviva, fondatore della cittadina rinascimentale Abruzzese.
Gli utenti del web venivano quindi chiamati a votare la bellezza dello stemma, della propria storia e le bellezze della Città che esso rappresenta.
Il torneo si è rivelato quindi, un’occasione per dare visibilità ai diversi comuni ed alle bellezze degli stessi vista la grande partecipazione popolare riscontrata da tutto lo stivale.
Ad ogni gara, infatti, erano migliaia i like che i cittadini mettevano a sostegno del proprio Comune.
Naturalmente, in questo, giocava un ruolo fondamentale l’organizzazione sul web dei cittadini dei diversi comuni e
in questo l’organizzazione dei Giuliesi è stata spettacolare.
Attraverso il gruppo facebook Sei Giuliese se, amministrato da Fabio Raschiatore, si è infatti attivata una fitta rete cittadina che tramite tag, condivisioni sui social del post lanciato sul gruppo, messaggi sui gruppi WhatsAapp e telefonate, i cittadini sono riusciti gradualmente a coinvolgere i comuni limitrofi e buona parte di quelli regionali grazie anche al supporto eccezionale della pagina L’Abruzzese Fuori sede, che, soprattutto in semifinale nelle gara contro Amalfi, ha giocato un ruolo determinante negli ultimi minuti portando la cittadina Abruzzese in finale contro il comune Ligure di Sant’Olcese (Genova).
Finale che si è poi disputata il 30 Novembre e che ha visto di nuovo trionfare Giulianova sostenuta da migliaia di like.
Partecipare e vincere un torneo Nazionale come questo, dichiarano i promotori della sfida di Giulianova, vuol dire ben’ altro che vincere un semplice “premiuccio” materiale. Vincere un torneo nazionale con 200 comuni in gara che si sono iscritti da tutto lo stivale, ha per inerzia un ritorno mediatico importante per Giulianova e per la nostra regione.
E questo grazie ai cittadini di Giulianova e a tutti gli Abruzzesi.
Sì perché proprio noi, in ogni gara ci abbiamo messo veramente il cuore.
E la passione che ci contraddistingue da sempre, ci ha portati a postare foto, piatti, modi di dire, abbiamo mostrato accoglienza, simpatia e quant’altro.
“Som fatt lì ruffian inzmm”, ma lo abbiamo saputo fare!
E grazie a questo “ruffianaggio”, non c’è stata una sola gara che sia terminata senza che gli avversari (ed erano migliaia), dicessero “passato il lockdown verremo a Giulianova o in Abruzzo a trovarvi” e questo nonostante avessero perso.
Per non parlare poi della coesione sociale e della compattezza che c’è stata tra i cittadini Giuliesi e non.
Gente che si chiamava, inviava messaggi, lo scambio di battute, le strategie.
Finalmente abbiamo rivisto una Giulianova che è scesa in campo compatta difendendo solo i suoi 2 colori, il Giallo ed il Rosso.
E questa è la Giulianova che noi tutti amiamo.
Vi sembra poco…? A noi assolutamente no!
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che si sono divertiti assieme a noi in questo gioco, che a costo zero ha dato grande visibilità,a livello nazionale, alla nostra città ed alla nostra regione, L’Abruzzo.
Fabio Raschiatore
SEI Giuliese SE…
Gli studi storici di Galantini sulle migrazione albanesi in Abruzzo alla conferenza scientifica internazionale di Prishtina.
GIULIANOVA – Si è parlato anche dell’Abruzzo nella Conferenza scientifica internazionale sugli studi albanistici in Italia organizzata a Prishtina dall’Accademia delle Scienze del Kosovo e i cui atti sono stati pubblicati quest’anno.
Il tema è stato trattato da Matteo Mandalà, professore ordinario nella facoltà di Lettere e Filosofia all’università di Palermo e tra i massimi esperti del settore, che si avvalso di alcuni studi di Sandro Galantini riguardanti le migrazioni slavo-albanesi nel territorio abruzzese tra il XV e il XVIII secolo.
Nel corso degli anni le pubblicazioni dello storico giuliese, autore a partire dal 1987 di una dozzina di saggi relativi ai rapporti tra le opposte sponde dell’Adriatico e soprattutto dell’unico repertorio bibliografico disponibile sugli studi albanistici e slavistici riguardanti l’Abruzzo, erano stati richiamati nei contributi scientifici di studiosi dedicatisi al tema tra i quali Davide Aquilano nel 1997, Franco Farinelli nel 2000, nel volume dedicato all’Abruzzo nella einaudiana Storia d’Italia, Marco D’Urbano nel 2008 e Federico Roggero nel 2014.
Giulianova. Sabato 25 luglio al Kursaal la presentazione del libro dello storico Sandro Galantini
Il 25 luglio al Kursaal di Giulianova presentazione del nuovo libro di
Sandro Galantini
Sabato 25 luglio, alle ore 21.00, si terrà al Kursaal di Giulianova la
presentazione del nuovo libro di Sandro Galantini dal titolo di
“Giulianova. Frammenti di storia” (Ricerche&Redazioni).
Nato con l’intento di non disperdere alcune sparse tessere della storia
cittadina, almeno quelle tra le meno scontate e note, il volume raccoglie
sessanta brevi e gustosi capitoli, per lo più inediti, che grazie anche ad
un corposissimo apparato di immagini d’epoca ricompongono uno spaccato
molto significativo della Giulianova d’altri tempi.
Lo storico giuliese, ricorrendo ad uno stile colloquiale e di grande presa,
narra vicende e fatti, rende noti personaggi sinora poco o per nulla
conosciuti, descrive progetti e realizzazioni illuminando anche aspetti
relativi a scambi commerciali e rapporti culturali dal Cinquecento a metà
Novecento. Attraverso le 190 pagine del libro si compie pertanto un
“viaggio” nell’arco lungo della storia che porta ad emersione una
Giulianova ricca a suo modo di echi, di stimoli, di fermenti, di volontà,
di risorse e di entusiasmi.
L’evento, patrocinato dall’Amministrazione comunale, è stato voluto ed
organizzato dalla nuova associazione culturale “Polaris” in collaborazione
con la sezione di Giulianova dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
Dopo i saluti del Sindaco di Giulianova Jwan Costantini e del Presidente
dell’associazione “Polaris” Jurghens Cartone, prenderanno la parola il
noto giornalista Paolo Di Mizio e quindi l’Autore del libro Sandro
Galantini.
La presentazione è stata organizzata nel pieno rispetto della normativa
vigente per il contenimento della diffusione del Coronavirus.
Giulianova. Editoria: “Giulianova, frammenti di storia”, nuova “fatica” editoriale dello storico giuliese Sandro Galantini. Da luglio edito dalla “Ricerche&Redazioni”
GIULIANOVA, FRAMMENTI DI STORIA
In uscita ai primi di luglio 2020 presso Ricerche&Redazioni il nuovo libro di
. Il volume aspira a diventare, al pari di quelli che lo hanno preceduto, un ulteriore prezioso tassello nella ricostruzione della storia giuliese. Con un linguaggio semplice e diretto, Sandro Galantini ripercorre vicende, fatti, personaggi della Giulianova d’altri tempi, dal Cinquecento alla metà del Novecento. 59 frammenti di storia cittadina assolutamente originali e inediti, riccamente illustrati da un corposo apparato di immagini d’epoca, che ricompongono uno spaccato molto significativo della città, con notizie e curiosità intriganti mai conosciute prima: un vero e proprio itinerario che si snoda nella storia, e che consente di avere una fisionomia delle vicende e dei luoghi della città a 360 gradi.
Prezzo del volume:
– ritiro in casa editrice, Teramo: € 20,00
– spedizione con corriere espresso: € 27,00
– spedizione come piego postale: € 23,50
>>>> Info e Prenotazioni copie con dedica dell’Autore:
Editoria. “Giulianova, frammenti di storia – Aneddoti, curiosità e personaggi”, l’ultima fatica editoriale dello storico Sandro Galantini.
Giulianova. Segnaliamo questa bella iniziativa dell’editore teramano Giacinto Damiani della “Ricerche&Redazioni”. Di imminente pubblicazione, entro giugno, del nuovo libro dello storico e giornalista giuliese, Sandro Galantini: GIULIANOVA, FRAMMENTI DI STORIA. Aneddoti, curiosità, personaggi, eventi d’altri tempi e tanto altro ancora. Un libro nato durante la quarantena per l’emergenza sanitaria per il covid-19, poi “rimbalzati” sulla nostra testata online giulianovanews.it.
Info e Prenotazioni copie con dedica dell’Autore: Email: info@ricercheeredazioni.com o/e Whatsapp: 348.2643221
USA. Benny Manocchia: il bar Agrò un pezzo del mio cuore.
di Benny Manocchia*
Apprendo dalla stampa abruzzese ( Articolo de Il Centro )della chiusura dello storico caffè (caffè Roma) della stazione della mia città di nascita, il mito Bar Agrò. La prima volta che entrai nel bar, ero un ragazzotto appena uscito dall’ospedale dove mi avevano tolto un bel po’ di schegge per via del bombardamento su Giulianova del 29 febbraio 1944, dove morì mio padre, il giornalista Francesco Manocchia. Ero entrato per salutare e ringraziare il signor Albani, padre di Gianni,mio compagno di scuola, che mi aveva trasportato a braccia all’ospedale vecchio vicino al Santuario della Madonna dello Splendore. Al bar c’era il piu’ anziano della famiglia, Agro’,il tosto che giocava in difesa. Mi disse: lascia stare il caffe’, sei troppo giovane, prenditi le caramelle. C’era un’atmosfera bella, amichevole e molto scherzosa, solo come i veri giuliesi sanno fare. Ognuno sapeva bene come formare la formazione della squadra giuliese, a Giulianova siamo tutti un po’ allenatori! Piu’ tardi, mio fratello Lino, già corrispondente a Giulianova per alcune testate sportive, mi presento’ Giannino, il piu’ giovane della famiglia,simpatico, già giocatore in serie A, un po’ tutti lo ammiravamo. Lo stesso giorno, a Giulianova spiaggia, un mio amico giuliese mi porto’ a gustare un gelato al limone, veramente Delizioso! C’era il piu’ piccolo della famiglia,padre di una stupenda ragazza (che oggi purtroppo non e’ piu’ con noi) che veniva a scuola a Teramo con tutti noi. Era molto bella,ammirata dai giovanotti.Una volta un teramano comincio’ a fare lo scemo e cosi’ gli mollai un destro che se lo ricordò per un bel pò.
Potrei parlare di tanti ricordi.Credete che anni in America possono annebbiare i ricordi di infanzia e del mio bel paese natio? Era una popolazione quasi sempre incazzata per la squadra o per la politica.Chi la voleva rosso,chi la voleva bianca.Intanto i politicanti ci fregavano. Sapere della triste storia del Bar Agrò mi piange il cuore, può essere che non si trova un giuliese disposto a rilevare l’attività vicino alla Stazione ferroviaria? Che peccato, se ne va un pezzo della vita giuliese.