Giulianova. “Non Possumus” indagine sulle deviazioni dottrinali e liturgiche, ultima fatica editoriale del “nostro” Pietro Ferrari.

[NUOVA USCITA] ‘Non possumus’ di P. Ferrari, postfazione di P. Seveso

ferrari

Nota di Radio Spada: come anticipazione alla nuova uscita libraria delle edizioni Radio Spada pubblichiamo la postfazione che Piergiorgio Seveso ha scritto per il nuovo libro di Pietro FerrariNon possumus. Indagini sulle deviazioni dottrinali e liturgiche a cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano Secondo che sarà tra poco disponibile ed è già prenotabile presso la nostra casa editrice.

I sonagli della Sede Vacante

Siamo probabilmente al minimo assoluto, ad un punto in cui la vita della Chiesa si regge quasi sul niente. Il potere di giurisdizione è scomparso, quello d’ordine è ridottissimo, il gregge è devastato e la fede sta scomparendo. In tutto il mondo non c’è più nessuno che professi integralmente la Fede cattolica con autorità. Dal punto di vista del potere di giurisdizione la Chiesa gerarchica non è che una mera potenzialità, una possibilità. Continua a permanere appena, grazie all’aspetto giuridico della realtà della Chiesa, il potere di designare i soggetti atti a governare i battezzati. Che questo potere di designazione sia nelle mani di massoni è cosa odiosa a pensarsi. Capisco. Eppure questa cosa ci offre una prova ancor più grande, se così si può dire, di quelle sin qui conosciute della potenza di Dio e della divinità della Chiesa, tanto da mostrare a tutti non solo che la Sposa di Cristo è insopprimibile e che le astuzie dei suoi nemici non hanno alcun potere in ordine alla sua distruzione, ma anche che – ironia della sorte – sono questi stessi nemici a fare da strumento adoperato da Dio per mantenerla in vita.

 (Antonio Polazzo – aprile 2012)

Nell’apprestarmi a scrivere questa postfazione la mia mente è corsa rapida ad un vecchio pezzo di natura ben più polemica che dottrinale apparso su un Sì si, No no dell’aprile 1997. Su quel “quindicinale antimodernista” fondato dall’incolpevole Don Putti, si pubblicava allora la traduzione di un articolo a firma di un misterioso Dionysius, già pubblicato sul francofono Courrier de Rome e prontamente tradotto. Del pezzo, un po’ untuoso, un po’ maramaldo, un po’cialtrone, tralascio quasi tutto ma mi piace trascrivere oggi la folgorante chiusa finale:

Si vede fin troppo ciò che produce nei cattolici passionali questa favola teologica (della sede vacante n.d.r.): diventano i papi di se stessi, giudicano i loro sacerdoti, non si confessano più, non ascoltano più niente e fanno in genere l’infelicità delle loro famiglie. Li si era conosciuti come dei cattolici pii; li si ritrova, dopo averli perduti di vista alcuni anni, con il comportamento psicologico dei testimoni di Jeovah o dei protestanti: arroganti, presuntuosi di aver capito tutto e tutto esaminando attraverso la lente della loro ossessione, agitanti incessantemente come sonagli i loro argomenti perentori ed inafferrabili…che neppure loro comprendono. Finchè lasciano tutto e perdono la fede[1].

Di questo ritratto certamente grottesco e caricaturale, malevolo e interessato, sudicio come solo certi discorsi nell’ombra sanno essere, Non possumus ed il suo autore sono l’antitesi radicale: un libro forte ed appassionato, equilibrato anche nelle critiche più motivate, scritto da un affermato professionista e padre di famiglia, oltre che cattolico romano integrale a tutto tondo.

Il libro di Pietro Ferrari colma quindi (e ne va dato atto anche alle Edizioni Radio Spada) una lacuna esistente nel mondo editorialecattolico di lingua italiana e presenta due profili di eccezionalità che queste mie povere (ma certamente sincere) righe di postfazione cercheranno di evidenziare. Anzitutto si tratta di un testo tranquillamente, serenamente, diffusamente ed argomentatamente sedevacantista. Mi permetterete, cari lettori, di dare a questo termine, in questo breve scritto, un’accezione semplicemente gazzettistica e popolaresca, senza quelle necessarie precisazioni dottrinali che l’Autore dottamente riporta e sviscera in vari capitoli della sua opera. Non è cosa da poco, dopo anni e anni di mantra sull’“ermeneutica della continuità” ripetuti sino alla nausea, di antichi ma sempre rinnovati refrainssul “Concilio da interpretare alla luce della tradizione”, di “ripareggiatori” tanto messianicamente invocati ma mai giunti tra i nostri lidi. Di fronte al leviatano bergogliesco il tradizionalismo cortigiano e trasversale che si baloccava con le diafane ed esili antifibiologie del magistero ratzingeriano , alternando il tutto con inani defilè, tutto fibbie argentate e ferraioli, è scolorato, vacillando e, arretrando, quasi si è ritirato. Oggi di quel mondo poco rimane in piedi, se non la buona fede ed il sacrificio (mal riposto) di alcuni e armadi colmi di vesti paonazze e di paramenti dove gli esteti del Sacro potranno cercare di colmare, nelle loro interminabili sere, i propri vuoti esistenziali. Non possumus, allora, è un sasso gettato nelle morte gore di un tradizionalismo che l’era Bergoglio ha bellamente trasformato in uno scarico per liquami ecclesiologici, è una squilla per svegliare da antichi torpori e perenni paure, è una piccola e pratica “summula” che può essere portata agevolmente in viaggio o tenuta sul comodino o consultata come contravveleno dopo qualche cattiva lettura. Il secondo profilo di eccezionalità è quello di essere scritto da un laico e non da un rappresentante di quella gloriosa milizia clericale che, con tanto coraggio e spirito di sacrificio, custodisce e tramanda, in questi anni di folle sabba neomodernista, dottrina e sacramenti cattolici, una milizia decorata dalle medaglie di mille battaglie apostoliche e dalle ingiurie del tempo che passa inesorabile. Si tratta di un libro quindi che trasmette, si spera nel modo migliore, ciò che ha ricevuto, che volgarizza ciò che spesso è oggetto di riflessioni e dibattiti necessariamente ristretti o per addetti ai lavori, che manifesta, anche attraverso le piccole rielaborazioni di un laicato impegnato e studioso, quel cattolicesimo integrale quotidiano, quel sedevacantismo tranquillo (ma non certo mitigato) che tanto sta a cuore a ciascuno di noi.

Un sedevacantismo non certo afasico, non certo autistico, come taluni scrittori dell’epoca ratzingeriana[2] hanno sostenuto, ma loquace, fervoroso e, pur tra le necessarie e a volte inevitabili spigolosità, caritatevole, di quella Caritate veritatis che è per noi stemma e scudo di tante battaglie.

E permettetemi in questa sede di ringraziare tutta quella brava e buona gente (anche se talvolta necessariamente un poco squinternata: i “matti di Dio” del ventunesimo secolo) che in questi tanti anni, soprattutto in quella terra di nessuno che era il vecchio web, ha testificato, attraverso dotti commenti, battute caustiche, veementi polemiche e contrapposizioni forti, la dolorosa necessità di questa posizione teologica. E l’ha fatto spesso sacrificando tempo, vita, affetti, amicizie consolidate, fama e buon nome: studiando sulla tastiera, piangendo sulla tastiera, soffrendo sulla tastiera, pregando sulla tastiera e con la tastiera. Una piccola “massa cristiana” di cattolici integrali, buoni e cattivi, santi e malfattori, dabbene e marginali, che ha “colonizzato” il web, costringendo gli altri a rincorrere, a contrastare, a ri-studiare o a lanciare fatwe da osteria: e anche, nel loro piccolo, grazie a loro che questo libro è nato. E nessuna lettera, anche scritta sulla tenue e sfuggente lavagna virtuale, è andata perduta. I “sonagli della sede vacante” che turbavano il riposo del buon Dionysius continuano quindi a risuonare e anche oggi, più che mai in questi anni di sarabanda bergogliesca. Possano continuare a tintinnare per fare ridere gli idioti, aiutare i buoni, confortare i dubbiosi, incoraggiare i pavidi e disturbare i sonni dei malvagi. Buona lettura!

Piergiorgio Seveso

22 agosto 2015

Nella festa del Cuore Immacolato di Maria

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[1] Dionysius, Un’allarmante appendice nell’attuale crisi della Chiesa, Si si no no, anno XXIII, numero 7, aprile 1997

[2] Cfr. Luca Fumagalli – Piergiorgio Seveso, L’apologo dello specchio (una risposta a Gnocchi e Palmaro sulla sede vacante), pro manuscripto, 13 aprile 2013, in risposta a Ci salveranno le vecchie zie. Una certa idea di tradizione, Verona, Fede e Cultura,2012. La risposta è leggibile sul forum sedevacantistaTradizione cattolica forum.termometropolitico.it/187456-l-apologo-dello-specchio-una-risposta-gnocchi-e-palmaro-sul-sedevacantismo.html




Giulianova. Presentazione del libro “Il nostro piccolo sole” della “nostra” Margherita Vetrano

Martedì 18 agosto, alle ore 21, nella Libreria Mondadori di Via Nazario Sauro a Giulianova Lido verrà presentato il libro della giuliese Margherita VetranoIl nostro piccolo sole”.

 

Margherita Vetrano
Margherita Vetrano

Il libro racconta la storia di Edoardo che nasce a 23 settimane in condizioni disperate, accettando insieme ai medici la prima grande sfida della sua vita: la sopravvivenza. I cinque mesi di attesa e notti insonni trascorsi nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale (T.I.N.) vengono descritti dalla madre (l’autrice stessa) attraverso il suo sguardo disarmato e disarmante nei confronti di una nuova realtà in cui viene catapultata insieme al marito e ai due figlioletti più grandi.

Ingresso libero

locandina Giglie

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Roma, 05/05/2013. Ore 08:08 a.m.

Edoardo nasce a 23 settimane, contro ogni pronostico, accettando insieme ai medici la prima grande sfida della sua vita: la sopravvivenza.

“Il nostro piccolo sole. Cinque mesi in T.I.N. Diario di una mamma” non è solo un racconto; è l’analisi dei fatti, dei sentimenti e delle emozioni di chi, da un giorno all’altro si trova a combattere al fianco di un bambino che pesa come “un cestino di fragole”, nell’universo parallelo che è la Terapia Intensiva Neonatale. Non una sola persona ma un intero nucleo familiare (madre, padre e fratellini) che si stringe intorno ad una nascita sconvolgente accettandola, metabolizzandola e sperando che un giorno diventi una vita vera.

“Questo libro nasce dall’esigenza di fermare i ricordi dei mesi trascorsi in T.I.N. successivamente alla nascita di  mio figlio Edoardo. Per alleviare il mio andare avanti e per alleggerire la memoria. Per riuscire a voltare pagina, fissando i ricordi più significativi e tenerli vicini. Penso che condividere la nostra storia possa essere d’aiuto a tutti i genitori che hanno vissuto o stanno ancora vivendo un’esperienza simile, facendoli sentire meno soli e dandogli speranza.

Il mio sentimento più alto va ai bimbi che non ce l’hanno fatta e ai loro genitori che vanno avanti con coraggio”.

Narrato con un linguaggio asciutto e diretto in poco più di 100 pagine “Il nostro piccolo sole” si legge tutto d’un fiato perché viene voglia di non abbandonare i protagonisti e sperare fino all’ultimo che Edoardo ce la faccia. E’ una storia che parla di ospedali, medici ed incubatrici ma soprattutto di persone. E’ trasversale perchè coinvolge chi ha condiviso quei momenti ma anche chi ne sente parlare per la prima volta; parla di lotta e speranza, comunque vadano le cose. Dall’adrenalina delle prime pagine si passa allo stupore, all’orrore della scoperta, per poi appiattirsi in un’attesa che sembra interminabile e che imporrà delle poste dolorose. Si viene presi per mano e condotti attraverso sentimenti shoccanti in un’altalena di emozioni tanto più violente quanto potenti perché vivere la T.I.N. è questo:  non avere sosta, nel bene e nel male ma continuare a sperare di farcela, rivendicando il diritto alla vita.

Pubblicato in autonomia per non piegarsi all’editoria a pagamento è una piccola grande vittoria dopo un anno di ricerche e tentativi e la dimostrazione che la forza d’animo conta nella vita, nonostante tutto.

Una menzione speciale va alla copertina dalla grafica eccellente, semplice ed incisiva, costruita intorno al disegno dei fratellini di Edoardo, Bianca e Giorgio, dalla maestria e dalla sensibilità di Stefano Piccoli a.k.a. S3keno.

“Il nostro piccolo sole” è acquistabile on line in formato cartaceo e e-book su ilmiolibro.it, solo come e-book anche su Feltrinelli, Amazon e Mondadori. A Giulianova è disponibile presso le Librerie Ianni e Mondadori.

Visitate la nostra pagina facebook https://www.facebook.com/ilnostropiccolosole




BOTTINO DI COPPE E MEDAGLIE PER I PICCOLI ATLETI DI GIULIANOVA!

 

Grande successo del trofeo Internazionale di pattinaggio corsa denominato “LE TRE PISTE DELL’ADRIATICO”.  Si è svolta quest’anno, dal 7 al 9 agosto, la seconda edizione sulle piste di San benedetto del Tronto, Martinsicuro e Civitanova Marche, con oltre 450 ATLETI partecipanti provenienti da Italia, Francia, Olanda e Spagna. Il pattinaggio corsa di Giulianova, ben rappresentato dall’Associazione Giulianova skate in line, ha portato a competere quattro piccoli atleti: Scafa Carmine, Montese Francesca, Di Paolo Lara e Scafa Pietro. Su 6 gare Scafa Carmine collezionava tra l’altro un secondo e un terzo posto, Montese Francesca tre podi da terzo posto, Di Paolo Lara e Scafa Pietrosi sono ben difesi con ottimi piazzamenti  in classifica.IMG_2278 - Copia (1) IMG_2379 - Copia

 

Riparte così il pattinaggio corsa a Giulianova, con questi atleti che sono autentiche promesse, vista la loro giovane età che va dagli 8 a dieci anni. L’Associazione Giulianova skate in line, dopo il successo ottenuto ai Campionati Regionali di luco dei Marsi e di Martinsicuro, continua  a raccogliere Coppe e Medaglie,  sotto la guida di due giovani allenatrici F.I.H.P.  Chiara e Marzia Calvarese.




Mosciano Sant’Angelo (TE). Consegnato il Premio Roccamorice 2015 al “nostro” Walter De Berardinis




Mosciano Sant’Angelo (TE). L’Associazione Editori Abruzzesi premia il “nostro” Walter De Berardinis, “Premio dell’Editoria Abruzzese – Città di Roccamorice – 2015”

 

Un giusto riconoscimento al lavoro svolto per la ricerca dei caduti giuliesi

Mosciano Sant’Angelo, 31 luglio 2015

Walter De Berardinis, direttore de www.giulianovanews.it
Walter De Berardinis, direttore de www.giulianovanews.it

Mosciano Sant’Angelo.  Con la seguente motivazione: “Premio per la promozione e diffusione della cultura e dell’editoria abruzzese”,  domenica 2 agosto 2015 dalle ore 18:00, nel corso della manifestazione del “Premio dell’Editoria Abruzzese – Città di Roccamorice – 2015”, l’Associazione Editori Abruzzesi ha deciso di assegnare cinque riconoscimenti di merito ad altrettante personalità che nel corso del biennio 2014-2015 che si sono distinte per particolari meriti. Anche il coautore della ristampa del libro di Francesco Manocchia “Quando c’era la guerra” edito dall’Artemia edizioni di Mosciano Sant’Angelo, Walter De Berardinis, giornalista e scrittore giuliese, sarà insignito del prestigioso premio. Da anni, l’autore, conduce una ricerca sui caduti giuliesi della 1° guerra mondiale scoprendo che ai 96 caduti iscritti sulla lapide posta sulla facciata del Duomo di San Flaviano, devono essere aggiunti altri 24 nomi, per un totale di 120 caduti non tutti trascritti nei famosi 31 albi d’oro del Ministero della Difesa. Il premio giunge a coronamento del faticoso lavoro di ricerca dell’autore impresse proprio nel libro edito dalla casa editrice Artemia diretta dalla Sig.ra Maria Teresa Orsini, con l’introduzione di Sandro Galantini e i disegni di Vladimiro Di Stefano. Il volume, oltre che acquisito dalle biblioteche della nostra regione, sta varcando i confini nazionali, visto che tra i caduti giuliesi c’è anche un italoamericano, Flaviano Di Donato, morto in Francia nel 1917 con la 58° fanteria del corpo volontari americani, ed oltre che essere citato nell’albo d’oro dell’allora Ministero della Guerra (volume secondo Abruzzi e Molise) edito nel 1927, è ricordato anche nel libro d’oro dei caduti americani della grande guerra, l’originale è custodito nella Biblioteca Nazionale del Congresso Americano. Il volume, visto il successo, è stato distribuito in tutte le edicole cittadine e le principali librerie abruzzesi.

– Artemia Edizioni




Giulianova. La “nostra” Debora Sbei si conferma campionessa italiana a Roccaraso

Giulianova. Ai campionati italiani di pattinaggio artistico a rotelle, nella specialità del libero, svolti a Roccaraso il 25 e 26 luglio scorsi, la “nostra” atleta Debora Sbei con due bellissime prove con punteggio 9,9, si è confermata campionessa italiana, con la prospettiva di rappresentare l’Italia a fine settembre ai campionati mondiali in Colombia, anche come campionessa mondiale in carica.

Fonte: profilo Facebook




Giulianova. Ultim’ora: tra poco la “nostra” Debora Sbei nel Campionato Italiano di Roccaraso, L’evento sarà trasmesso su Rai Sport domenica 26 dalle ore 21 alle 23.

Giulianova. Ultim’ora: tra poco la “nostra” Debora Sbei effettuerà la prima prova nel Campionato Italiano di Roccaraso. Per seguire la diretta in streaming su www.fihp.org

link  http://fihptv.org/index.php?Itemid=129&option=com_contushdvideoshare&view=player&catid=9&id=2482&lang=en

Campionato Italiano Juniores e Seniores Liberi
Roccaraso (AQ) – 21-26/07 2015
Acc.Patt. PescaraClassifica finale SENIORES – F – Short 

N Atleta Società vitt. magg. confr. diretto punti B punti B vitt. tot. somme totali
1 SBEI DEBORA 3392 ASD GIULIANOVA PATTINAGGIO ART. 35 93.80

Campionato Italiano Juniores e Seniores Liberi
Roccaraso (AQ) – 21-26/07 2015
Acc.Patt. PescaraClassifica finale SENIORES – F – Libero 

N Atleta Società vitt. magg. confr. diretto punti B punti B vitt. tot. somme totali
1 SBEI DEBORA 3392 ASD GIULIANOVA PATTINAGGIO ART. 35 387.20

L’evento sarà trasmesso su Rai Sport domenica 26 dalle ore 21 alle 23.

Debora Sbei, profilo Facebook




Giulianova. La “nostra” Gabriella Santini, seconda ex aequo al XV Edizione del Concorso “Lettera d’Amore”

 

E’ Nicola Izzo il vincitore della XV Edizione del Concorso “Lettera d’Amore”.  Sabato 8 agosto a alle ore 20,  presso il Parco “San Karol Woytjla” del Palazzo dei Baroni Valignani  di Torrevecchia Teatina, dalle mani del Sindaco Avv. Katja Baboro riceverà il prestigioso primo premio in denaro previsto dal bando.  Nicola Izzo, campano, laureato in filologia moderna all’Università di Salerno,  è uno dei tanti giovani che si fanno onore all’estero. E’ stato assistente di lingua italiana al Rettorato di Montpellier, dove attualmente è insegnante di lingua e cultura italiana al Montpellier international Language Institute. CopertinaSOSCercoMusicaDisperatamenteGabriellaSantini La sua lettera d’amore, ispirata dall’amore di Abelardo ed Eloisa si è imposta davanti a quelle scritte da Anna Rita Severini e Gabriella Santini, seconde ex aequo, autrici di opere straordinariamente intense e degne di un’attenzione particolare per la perfezione stilistica e l’intensità dei contenuti. Anna Rita Severini, persona molto nota a Pescara, dove è attuale Responsabile del Servizio Attività Culturalie  Turistiche del Comune, ha stilato un testo dedicato al… Museo. Gabriella Santini, giuliese, docente presso la Poliarte Design School di Ancona, già insegnante di semiotica e di sociologia della comunicazione, è autrice di numerosissimi testi di letteratura e di divulgazione per ragazzi, tra cui l’”Enciclomagia”, che è stata poi tradotta in tutto il mondo e il “Fashion Book”, mentre attualmente sta lavorando a un adattamento per le scuole elementare de “I promessi sposi”. Gabriella Santini  ha redatto una lettera dedicata all’amore passato. Al terzo posto si sono classificate Tiziana Marfisi di Udine e Samantha Pantalone di Tollo.  Tiziana Marfisi insegna pianoforte, ha vinto numerosi premi ed ha pubblicato diversi libri; Samantha Pantalone, nonostante la giovane età, è una veterana del concorso, avendo già vinto una precedente edizione.

I premi speciali della giuria presieduta dal Prof. Vito Moretti e composta dal Prof. Massimo Pasqualone e da Massimo Pamio, direttore del Museo della Lettera d’Amore, andranno a:  Tiziana Gabrielli, autrice di un’appassionata lettera, Anna Valeria Cipolla d’Abruzzo, che scrive alla sorella,  Rita Pelusi che indossa i panni di una neopensionata insegnante ancora innamorata della scuola, Yuleisy Cruz Lezcano, Tiziana Testoni, per una lettera di un malato di Alzheimer, Alba Bucciarelli, per una lettera dedicata alla… lettera d’amore, Marco Tabellione, Mariangela D’Albenzio, tutti scrittori di talento, autori di opere straordinariamente valide e commoventi. Sono invece stati segnalati per merito: Anthony Campanella, Manuel Dominioni, Aurelia Campanella, Irma Radica, Eligio Di Renzo, Silvana Marrone, Assunta Di Cintio, Ornella Zinni, Margherita D’Onofrio,  Licia Gabriele, Giuseppe Di Cesare, Annamaria Albertini, Alice Collepalumbo, Antonella Di Fonso, Gabriele Di Giorgio, Daniele Brancati, Simonetta Caminiti, Giorgia Bianchin, Letizia Ciuffini, Francesca Prattichizzo, Maria Piera Pacione, Antonio Di Marino, Simonetta Giordano (per Elio Marrone), Anna Travaglia, Aurora Cantini,  Eliseo Pinti, Rosanna Di Iorio, Cinzia Baldini, Barbara Giuliani, Simone Sanseverinati, Viviana Donadello, Edoardo Calogero, Daniela Basti, Antonella Di Fonso, Maria Jatosti.

La cerimonia sarà presentata da Marzio Maria Cimini, giovane abruzzese che si occupa di relazioni internazionali, critica letteraria e ricerca gastronomica. Marzio sarà affiancato dall’attrice Giuliana Antenucci,  direttrice del laboratorio teatrale per bambini del Teatro Marrucino. di Chieti.

Ospite d’onore della serata sarà Umberto Broccoli, che riceverà un premio alla carriera quale “ambasciatore della cultura classica e in particolare della letteratura classica d’amore”.

Umberto Broccoli, voce radiofonica nota per “Con parole mie”, volto televisivo noto per “Uno mattina”, è archeologo.

Riceveranno il “premio dell’amore” Franca Minnucci, curatrice del carteggio tra la Duse e D’Annunzio e Pier Franco Brandimarte, per il romanzo “L’Amalassunta”, che racconta l’amore tra il pittore Osvaldo Licini e la moglie svedese.

La manifestazione avrà una prolusione con la presentazione-concerto del libro Dall’Umano verso il Divino. J.S. Bach e i 6 solo à violino,con la partecipazione dell’Autore, prof. Fabrizio Casu, e la presentazione di Walter Tortoreto. Fabrizio Casu al violino eseguirà brani dalle sonate di Bach.

 

 




Giulianova. Fate quattro domande riservate al “nostro” Benny Manocchia e al mondo americano!

Riservato ai lettori di www.giulianovanews.it

Se vi interessa una risposta sui personaggi americani dello sport, cultura,  cinema ecc., ora potete rivolgere le vostre domande al nostro giornale per ottenere spiegazioni rapide ed esaurienti.
Di seguito descrivete la vostra domanda…
Nome e mail ecc.ecc.
Benny Manocchia

 




Giulianova. Intervista a Marialuisa De Santis, curatrice della 5° edizione “Credere La Luce”

 

Siamo giunti alla 5 edizione CREDERE LA LUCE, mi sembrano non consecutive, credi che con gli ultimi tagli della giunta Mastromauro, il progetto continui?

 

Vorrei cominciare col dire che le edizioni sono state consecutive; la prima, subito dopo la morte di Padre Serafino, è stata a lui dedicata, come in fondo continua ad essere tutto il progetto. Già da quest’anno non abbiamo avuto sostegno dall’Amministrazione e date le difficoltà in cui si trova la Piccola Opera, sul suo futuro non posso pronunciarmi.

Marialuisa De Santis, foto scattata durante il giorno di San Giovanni, in occasione della Festa dei Fiori della Piccola Opera Charitas di Giulianova.
Marialuisa De Santis, foto scattata durante il giorno di San Giovanni, in occasione della Festa dei Fiori della Piccola Opera Charitas di Giulianova.

Sabato 25, alle 18,00, al MAS inaugurerete la mostra “una pala per l’altare della Chiesa di Sant’Anna”, come nasce l’idea della mostra e il motivo di apporre una Pala da esporre nella chiesa, visto le attuali difficoltà economiche?

Nelle quattro prime edizioni abbiamo chiesto agli artisti di cimentarsi in un’arte genericamente sacra, quest’anno siamo giunti a quello che in fondo era sempre stato il nostro obiettivo: ricostruire, sia pure in piccolo, un legame tra gli artisti e una committenza ecclesiastica. Proprio in un momento di difficoltà è importante anche mettersi al servizio del proprio paese e quindi la scelta è stata quella di “commissionare” una pala da collocare sull’altare della piccola chiesa di Sant’Anna. Di grande aiuto sono state le persone che hanno aderito alle nostre iniziative per raccogliere fondi, essendo questo progetto complesso e in un certo senso “dispendioso”. Non si tratta semplicemente di una mostra che già di per sé è impegnativa; a gennaio, come ogni anno, c’è stato un seminario di studi incentrato sull’arte liturgica  e sulla figura di Sant’Anna. I docenti non sono mai tutti del posto e l’accoglienza è stata necessaria per gli artisti di fuori regione.

La mostra, organizzata dalla Fondazione Piccola Opera Charitas, presenta 9 pale d’altare di grandi dimensioni, pensate e realizzate  per l’antica chiesa giuliese di Sant’Anna, restaurata alcuni anni fa. Quali criteri di selezione sono stati usati per scegliere gli artisti che hanno realizzato le opere?

Quest’anno la selezione è stata severa: non artisti giovanissimi ma artisti figurativi che avessero nel loro curriculum già un’esperienza di arte sacra o comunque un certo tipo di sensibilità. Figurativi perché abbiamo pensato che per quella chiesa sarebbe stata più giusta un’opera iconica, sia pure con caratteristiche certamente contemporanee.

 

Oltre all’esposizione delle Pala, ci saranno gli scatti dell’Arch. Josè Maiorani curatore del restauro della Chiesa, quale connubio può nascere tra i professionisti locali, i curatori di mostre e le opere architettoniche giuliesi?

Con l’architetto Maiorani ci siamo trovati molto bene, è stato anche uno dei relatori del corso e crediamo che queste sinergie possano e debbano arricchire tutta la comunità.

 

Il giorno successivo all’inaugurazione della mostra, alle ore 18.30, verrà celebrata la Santa Messa nella Chiesa di Sant’Anna dal parroco, don Domenico Panetta e dal direttore della sezione arte sacra ufficio liturgico della Diocesi di Teramo Atri, don Filippo Lanci. Credi che le idee delle istituzioni religiose devono essere supportate dalle istituzioni locali e regionali?

Credo che le istituzioni locali e regionali, in un momento di crisi economica, debbano scegliere di supportare i progetti ritenuti più validi a prescindere dalla provenienza. Questo progetto  favorisce l’arte, ma è anche una sorta di invito a riqualificare e a riappropriarsi di un antico quartiere, trascurato ma bellissimo e custode di tante tradizioni. Nel catalogo che accompagna la mostra c’è un’ interessantissima intervista fatta da Don Filippo Lanci e Alessandra Gasparroni nella quale viene raccontata  la festa popolare che accompagnava il 26 di luglio dedicato a Sant’Anna e San Gioacchino, festa di cui si era persa memoria.

Questo progetto affonda le radici in un passato che ci appartiene, e proprio perché forte di queste radici è capace di guardare al presente e al futuro.