Giulianova. “RESPIRART FACTORY” A cura di Berardo Montebello, inaugurazione sabato 8 febbraio

“RESPIRART FACTORY”

A cura di Berardo Montebello

Presentazione critica: Sandro Melarangelo e Sara Regimenti

Testi in Catalogo: Sandro Melarangelo, Sara Regimenti e Maurizio Vitiello

Dall’8 al 29 febbraio 2020

Giulianova (TE), Corso Garibaldi 30

La RespirArt Gallery è lieta di presentare la prima edizione della “RespirArt Factory”, esposizione di opere realizzate da 30 artisti internazionali su supporti lignei studiati nel design e appositamente realizzati dalla galleria. Ogni artista ha dato vita a tre opere utilizzando le tecniche che li rappresentano, in un colloquio continuo fra di loro.

 

L’inaugurazione si terrà sabato 8 febbraio alla RespirArt Gallery di Giulianova alle ore 18, con la presentazione critica di Sandro Melarangelo e Sara Regimenti. La mostra potrà essere visitata fino al 29 febbraio.

 

Gli artisti di questa prima edizione:

Sonia Babini, Beatriz Cardenas, Nicola Caroppo, Giuliano Cotellessa, Piero De Angelis, Maria Pia Daidone, Elena Di Felice, Roberto Di Giampaolo, Luciano Di Gregorio, Sandra Di Marcantonio, Domenico Difilippo, Anna Donati, Marco Fattori, Carmine Galiè, Daniele Guerrieri, Antonio Izzo, Mark Kostabi, Anja Kunze, Salvatore Marsillo, Lucio Monaco, Berardo Montebello, Gramoz Mukja, Natalia Orsini, Pasquale Pagnottella, Gary Paller, Antonio Pallotta, Massimo Piunti, Gianni Rossi, Miriam Salvalai, Serena Vallese.

 

 

«Dopo la prima esperienza con Kostabi e il gruppo di “Viaggio”, installazione, nasce il Progetto Respirart Factory, in cui 30 artisti selezionati da un’apposita commissione, sono stati invitati a realizzare tre opere su appositi supporti realizzati dalla Respirart Gallery, come proseguimento del progetto già iniziato con Mark Kostabi. In questa fase sono presenti artisti internazionali come Mark Kostabi, Gary Paller, Beatriz Cardenas, Anja Kunze, Gramoz Mukja ed altri italiani, dando un taglio internazionale al progetto. Gli artisti hanno accolto entusiasticamente l’invito per poter portare il proprio linguaggio a confrontarsi, a dialogare, a vivere insieme questa esperienza. (…)

Quanta emozione deve essere stata presente in Berardo Montebello quando il postino gli recapitava i pacchi con le tavolette decorate dagli artisti provenienti da tutto il mondo, e che sorpresa aprire ogni volta un pacco e scoprire un “mondo nuovo”, un segno diverso, dei colori, dei gesti non ancora mai visti dal vero! Lo Spazio ( la distanza tra gli artisti ) ed il Tempo ( la preparazione delle tavolette e la loro spedizione ), vengono superati in questa ottica di progettualità comune.»

Sara Regimenti

 

«La prima edizione di Factory, una esposizione d’arte così particolare come forma, ci invita a riflettere visto il successo del precedente progetto Viaggio, dovuto alla particolarità dell’esposizione e soprattutto per le tante adesioni dei diversi campi artistici che si sono messi a confronto. Notevole è anzitutto il dialogo tra artisti dalle diverse connotazioni e perfino ancora attivi nelle sperimentazioni sui linguaggi e tecniche espressive.»

Sandro Melarangelo

 

«Nel gioco sottile e tagliente di rimandi e di preziosi “scambi di confine” si proietta una cascata di interpretazioni e una fluidità di visioni del mondo. Questi lavori di qualità corroborano una sana “sociologia visuale”, legata a una giusta e operativa coscienza sociale. Questi spaccati, decisamente sostanziali, risultano percorsi insellati in una teoria di proiezioni, accezioni ed eccezioni multiple. Il consistente gruppo con linguaggi diversi ha espresso una particolare e speciale performance creativa, convergente a soddisfare fantasie contemporanee di accenti e si accende, così, un vigile dialogo. Gli artisti e le artiste hanno appuntato e distribuito, sui supporti ricevuti, segmenti astratti, frazioni geometriche, congetture informali, campiture cromatiche minimali straordinarie, sezioni di sapore figurativo, etc.»

Maurizio Vitiello

 

 

SCHEDA INFORMATIVA

 

Mostra collettiva: RespirArt Factory

A cura di: Berardo Montebello

Presentazione di: Sandro Melarangelo e Sara Regimenti

Progetto grafico: Jessica Montebello

Testi critici in catalogo: Sara Regimenti, Sandro Melarangelo e Maurizio Vitiello

Luogo: RespirArt Gallery – Corso Garibaldi 30, Giulianova (TE)

Durata mostra: dall’8 al 29 febbraio 2020

Orari mostra: dal lunedì al sabato dalle 17.00 alle 20.00 (o su appuntamento)

Informazioni: tel. 085 2196725 – mob. 349 6736222 (Berardo Montebello) – mail: respirart.gallery@libero.it

Pagina Facebook della RespirArt Gallery: www.facebook.com/RespirArt.Giulianova




Roseto. Esce il decennale calendario dedicato a Roseto degli Abruzzi edizione 2020.

Dal 2010 fino a oggi ininterrottamente ogni anno è stato pubblicato il calendario dedicato alla città di Roseto degli Abruzzi (Teramo).

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Era il 2010, anno dei festeggiamenti dei primi 150 anni della città (1860-2010), quando fu pubblicato il libro dal titolo “Roseto degli Abruzzi. La cartolina racconta la storia della città”, da parte degli autori Emidio D’Ilario e Luciano Di Giulio, quando i due decisero di comune accordo con la Tipolitografia Rosetana di continuare la pubblicazione di un calendario annuale dedicato alla Città delle Rose abruzzese.
Il primo calendario con immagini della città progettato e selezionato nel 2010 fu quello dell’anno 2011 e di anno in anno si è arrivati alla sua decima edizione, quella del 2020 che porta il nome di “metamorfosidi una piazza”.
Sono 12 le immagini che ripercorrono da fine ‘800 a oggi i vari cambiamenti e i vari nomi che ha interessato la centralissima Piazza della Stazione.
Inizialmente, ai tempi di Rosburgo, la piazza non aveva un nome ma da quando fu costruita la stazione ferroviaria assunse il nome (non ufficiale) da parte dei residenti di Piazza della Stazione.
Il suo primo nome ufficiale fu quello di Piazza Umberto I con cartoline che mostrano una grande piazza a Rosburgo.
Il suo secondo nome le fu dato a pochi anni da regicidio del re Umberto quando la piazza assunse il nome di Piazza della Libertà con immagini di bellissimi giardini a Rosburgo.
Il terzo nome mostrato nelle cartoline d’epoca del calendario, durante il periodo fascista (anni 20 e ’30, tra Rosburgo fino al 1927, e Roseto degli Abruzzi)  fu quello di Piazza del Littorio che vede una fontana rotonda con uno zampillo d’acqua che fuoriesce fa un fascio littorio.
Il quarto nome che corrisponde all’attuale Piazza della Libertà, nelle immagini proposte ci mostra i vari cambiamenti della piazza con la sostituzione della fontana da quella rotonda ad una di forma quadrata con l’acqua (del Gran Sasso) che sgorga da quattro zampilli posti ai quattro angoli che vanno a cadere su di un cubo in cemento scolpito posizionato al centro del manufatto.
La copertina del calendario mostra l’immagine della piazza della stazione come si presenta oggi, con due immagini scatti fotografici curati da Federico Serafini e Enzo Pisciella.
Abbiamo parlato con i titolari della Tipolito (Patrizio, Riccardo, Cristian) che da dieci anni stampa il calendario della città questo il commento di Patrizio Serafini; “per noi della Tipolito, (ndr una delle prime tipografie del dopoguerra nate nella città), è un onore poter stampare il calendario con immagini che ripercorrono la storia della nostra Roseto degli Abruzzi e tramandarle ai giovani che sicuramente apprezzeranno questo piccolo segno di cultura, e ai meno giovani che conservano il calendario nelle loro case e attività”.
Questo il commento di Riccardo Innamorati; “sin dal primo anno abbiamo accettato la proposta dei collezionisti Emidio e Luciano, di stampare un calendario con le cartoline d’epoca che mostrano scorci e panorami di una città che cresce e cambia di anno in anno. Il nostro punto di forza è appunto quello della rosetanità”.
Di seguito il commento di Cristian Risi: “per me che ho il compito di ripulire e impaginare le vecchie cartoline d’epoca è un piacere vedere e selezionare le tantissime immagini di una Roseto che è cambiata. Difficile, ogni anno, selezionare solo 12 pezzi, quanti appunto sono i mesi in un anno. Aggiustare e riposizionare la cartolina selezionata sopra i numeri e i giorni del mese è un modo per non far dimenticare la nostra storia, quella di una città che merita di essere conservata. Posso affermare che ci sono nostri clienti, ma anche tanti rosetani che addirittura collezionano il calendario che realizziamo”.
Questo il commento dei due collezionisti e storici Emidio D’Ilario e Luciano Di Giulio che mettono a disposizione il loro archivio fotografico.
“Ormai da 10 anni proponiamo ai titolari della Tipolito Rosetana alcune immagini tra le migliaia di cartoline d’epoca in nostro possesso e ogni anni anno scopriamo che ci sono vie, piazze, panorami e angoli della città che sono scomparsi o cambiati.
Con il calendario che ripropone scatti ormai perduti si rivaluta la conoscenza di un luogo e si rivaluta la storia di una città che non si deve dimenticare”.
Il calendario 2020 “Metamorfosi di una piazza”, stampato il soli 1000 esemplari, sarà disponibile gratuitamente presso la sede della Tipolito Rosetana in via Brasile nella zona industriale a Roseto degli Abruzzi (Teramo) e la domenica mattina presso il locale Circolo Filatelico Numismatico Rosetano.
Anastasia di Giulio




Castellalto. “La Memoria dei dimenticati”, la storia attraverso tre libri.

La memoria richiede la capacità di soffermarsi, la volontà di conoscere e il coraggio di raccontare.

Sabato 8 Febbraio alle ore 18, a Castellalto, racconteremo la “Memoria dei dimenticati”, con un viaggio attraverso tre libri che narrano dei fatti, o meglio dei misfatti, che avvennero tra il 1942 e il 1943. Ne parleremo con tre scrittori: Giuseppina Mellace, Enzo Delle Monache e Rita Trinchieri moderati dalla giornalista Adele di Feliciantonio.

“I dimenticati di Mussolini” di Giuseppina Mellace, ovvero la storia dei militari italiani deportati nei lager nazisti e nei campi alleati dopo l’8 settembre 1943. Le sofferenze, le privazioni, la totale disumanizzazione il viaggio nei vagoni blindati verso la Germania, per giungere all’inferno dei campi.
“Gli zoccoli di Steinbruck” di Pompilio Trinchieri
1942 la cronaca del lungo viaggio di Pompilio, andata e ritorno dal fronte, per una missione di rifornimento all’Armata italiana in Russia e dal1943 il diario-memoria della prigionia nei lager, per aver rifiutato l’adesione alla Repubblica Sociale di Mussolini.
“Quando un fiume muore” di Enzo Delle Monache
Un breve ma intenso viaggio in un passato fatto di gesti semplici, misere realtà contadine al tempo della Guerra. Il dramma del protagonista che, dopo l’otto settembre del 43, rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò e finisce in un campo di detenzione in Germania.
Il viaggio è spesso il filo conduttore delle storie dei sopravvissuti alle atrocità. Il viaggio è quello che compiamo tutte le volte che ricordiamo attraverso i racconti dei protagonisti.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”




Notaresco. Convegno “Foibe! Una storia negata. Dalla slavizzazione Asburgica all’esodo.

Notaresco. L’Associazione Culturale Nuove Sintesi di Bellante, con il Patrocinio del Comune di Notaresco (TE), organizza la conferenza: “FOIBE! UNA STORIA NEGATA. DALLA SLAVIZZAZIONE ASBURGICA ALL’ESODO”.

Saluti istituzionali:
– Diego Di Bonaventura (Sindaco).
– Toni Di Gianvittorio (Consigliere Regionale).
– Concetta Ettorre (Insegnante, Nuove Sintesi).

Premessa:
– Prof. Vincenzo Verducci.

Relatore:
– Emanuele Piloni (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia).

SABATO 8 FEBBRAIO 2020, ORE 17.30
AULA CONSILIARE “GIOVANNI PAOLO II”, VIA CIVITELLO – NOTARESCO (TE).

Foibe 2020 Notaresco

“La tragica pagina delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è solo l’ultima, in ordine di tempo, di un lungo processo di cancellazione dell’italianità adriatica orientale che affonda le proprie radici nella prima metà dell’800. Questo martirio, lungo più di un secolo, è ancora oggi misconosciuto, vilipeso, manipolato, negato. In questo incontro verrà fatta finalmente piena luce sull’intero tragico calvario fatto di sofferenze, morte ed esilio patito dagli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, dalla slavizzazione operata dall’impero austro-ungarico nell’800 fino all’esodo successivo alla seconda guerra mondiale”.




Roseto degli Abruzzi. Carlo De Berardinis, fratello di mio nonno Giovanni

di Walter De Berardinis
Alpino Carlo De Berardinis, detto “il Vecio”, primo marito di mia nonna paterna Grazia Di Bonaventura. Nel 1908 con il 1° Reggimento Alpini – Battaglione Pieve Di Teco partecipò al recupero e al soccorso dei terremotati di Messina e Reggio Calabria; nel 1911-1912 con il 6° Reggimento Alpini – Battaglione Verona, nella guerra Italo-Turca in Libia; allo scoppio della 1° Guerra Mondiale partirà con il 7° Reggimento Alpini – Battaglione Feltre – 24° compagnia, per la Valle del Vanoi, in Trentino Alto Adige, sulle montagne della catena del Lagorai. Morirà la mattina del 15 settembre 1917, nell’ospedale militare da campo numero 131, allestito nella piccola frazione di Caoria di Canal San Bovo (TN). Il suo corpo verrà sepolto prima nel cimitero di guerra di Caoria e successivamente spostato nel Sacrario militare di Castel Dante di Rovereto (TN). Tra il 23 e il 27 agosto del 1917 partecipò alla conquista della vetta del Monte Cauriol (quota 2.494 m.). Sarà onorato con le medaglie: Campagna Italo-Turca, dell’Unità d’Italia 1848-1918; Campagna di Guerra 1915, 1916 e 1917 e Interalleata della Vittoria 1915-1918. #unitiperlapatria
Adriana Viglione, Lino Nazionale e altri 22
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Giulianova. Santino De Berardinis, fratello di nonno Giovanni

Santino De Berardinis, fratello di mio nonno Giovanni. 4° Reggimento Cavalleria Genova, partecipò alla conquista di
quota 144 del Carso; alla difesa di Pozzuolo del Friuli, per coprire il ripiegamento dell’Esercito in modo da superare il fiume
Tagliamento (si salvarono meno di 500 su 1000 cavalleggeri del “Genova”) e l’entrata, per primi, a Ponte di Fiaschetti sulla Livenza (Caneva di Pordenone). #unitiperlapatria



Giulianova. Arturo De Berardinis, primogenito di mia nonna Grazia Di Bonaventura

Bersagliere Arturo De Berardinis, fratellastro di mio padre Carlo, del 9° Reggimento Bersaglieri ciclisti, XXVIII battaglione. Muore nell’ospedale militare di Udine il 9 dicembre 1936, dopo una malattia contratta in addestramento a Tarvisio (UD). La salma del 21enne oggi riposa nel cimitero di Giulianova. #unitiperlapatria



Giulianova. Giuseppe De Berardinis, cugino di nonno Giovanni

Giuseppe De Berardinis, cugino di 1° grado di mio nonno paterno Giovanni. Nasce in contrada “Collemoro” (in una delle masserie della famiglia Tattoni) di Bellante, l’11 dicembre 1893, alle ore 03:00, da Francesco (Sant’Omero, 29 aprile 1855, figlio di Giovanni (registrato con il cognome Di Berardino)) e Aurora Ippoliti (Bellante, 1859; figlia di Michele). Sarà registrato all’anagrafe lo stesso giorno da Beniamino Di Antonio, Assessore facente funzioni per il Sindaco assente. Giuseppe era il 5° di 6 figli, gli altri erano: Carolina (Bellante, 4 febbraio 1885 / Bellante, 6 luglio 1952 – sposata il 25 aprile 1909 con Camillo Di Pietro); Silvestro (Bellante, 15 febbraio (o 13 novembre) 1886 – sposa Splendora D’Ascanis); Michele (Bellante, 5 giugno 1889); Camillo (Bellante, 4 gennaio 1892 / Bellante, 29 agosto 1892) e Maria (Bellante, 29 dicembre 1896). Giuseppe, nel 1911, decide di tentare la fortuna in America, s’imbarca nel marzo del 1911 per arrivare a New York il 20 marzo con la Nave San Giorgio (battezzata “Shakespeare”, fu costruita dalla “Oswald Mordaunt & Company” a Southampton, in Inghilterra, nel 1886. Era abilitata a trasportare 920 passeggeri, 20 in prima e il resto in seconda classe. L’anno successivo fu ceduta a una compagnia italiana che gli cambio nome in “San Giorgio”, faceva la rotta Napoli e-New York. Nel 1920 fu demolita in Italia). Il 30 agosto 1913 viene giudicato idoneo al servizio di leva presso il consolato italiano a Philadelphia per conto del Distretto Militare di Teramo e nel novembre dello stesso anno torna a Bellante. Il 3 dicembre viene chiamato alle armi e inquadrato nel 90° Reggimento Fanteria – Brigata Salerno. Il 24 maggio 1915 scoppia la 1° Guerra Mondiale. Il 1 gennaio 1916, prima di congedarsi e tornare negli USA, viene trattenuto alle armi. Il 19 gennaio viene trasferito al fronte nel 213° Reggimento Fanteria –Brigata “Arno” (costituita il 18 marzo 1916 con i battaglioni dei reggimenti fanteria dell’84° e 87°). Alle dipendenze della 28° divisione, su Cima Ekar e Monte Sprunch, con compiti di difesa, i due reggimenti preparano l’offensiva dell’Altipiano dei Sette Comuni. Il 25 giugno occupano la linea Mosc-Pennar in prossimità di Asiago; successivamente il fronte diventa più ampio da Camporovere al Monte Rasta. Il 13 settembre, durante gli aspri combattimenti presso la Malga Bosco Secco (nord di Asiago), un soldato austroungarico lo colpisce ferendolo gravemente. Dopo le prime cure in un ospedale da campo, viene trasferito il 16 settembre nell’ospedale di retrovia della Croce Rossa di Modena e ricoverato fino al 2 dicembre. Dimesso dall’ospedale viene inviato in convalescenza a Bellante per 60 giorni. Il 2 febbraio 1917 rientra nella sede dell’84° Reggimento Fanteria e il 3 maggio viene congedato come invalido di guerra. Il 28 aprile 1919, richiamato a visita dal collegio medico di Firenze, gli viene pagato un assegno netto di lire 685,40 e il 3 maggio arriva il congedo assoluto per infermità. Il 26 agosto 1919, dopo 6 anni, ritenta l’avventura americana partendo da Napoli con destinazione New York. Il 5 giugno 1922, si unisce in matrimonio con Carmina Lupinetti (Montepagano, 1902 / Downingtown, 1977), dall’unione dei due nasceranno: Teresa o Theresa (Downingtown, 11 maggio 1923 / Downingtown, 14 novembre 2001); Reda o Richetta (Errichetta) (Downingtown, 1924); Giuseppina o Josephine (Downingtown, 1929) e Francesca ( 1935). Un tragico destino porterà via Giuseppe. La mattina del 2 ottobre 1951, alle ore 7,55, mentre lavorava nella cartiera della città di Caln Township, cade nella vasca di preparazione riportando ustioni sul 97% del corpo, trasportato d’urgenza all’ospedale della contea di Chester, muore alle 22:50. Oggi è sepolto con la moglie e la prima figlia Teresa nel “Saint Joseph Cemetery” di Downingtown, contea di Chester, nello Stato della Pennsylvania (USA). #unitiperlapatria



Pro Loco Giulianova Vivere Il Mare – Natale 2019 al Parco Willermin

Pro Loco Giulianova Vivere Il Mare – Natale 2019 al Parco Willermin

A Giulianova già si respira una particolare atmosfera natalizia. Questo è dovuto anche a un Calendario, GiuliaEventi Natale 2019 del Comune di Giulianova, davvero corposo e tra le novità di quest’anno c’è anche la presenza della Pro Loco Giulianova Vivere Il Mare. Tutte le attività firmate Pro Loco, saranno svolte al Parco Willermin, in una tenda struttura, coperta e riscaldata, adiacente al chiosco “La Perla Nera”. Si comincia il 7 Dicembre, dalle 16:00, con Babbo Natale pronto ad accogliere le letterine dei bambini e con un albero di Natale da addobbare. Per l’occasione saranno offerti gustosi dolcetti di Natale. Si prosegue in serata con cartoni animati a tema. La mattina dell’8, dalle 10:30, momenti da non lasciarsi sfuggire, con i doni offerti dai commercianti di Giulianova. Babbo Natale arriva in carrozza sul suo pony e avrà bisogno dell’aiuto dei bambini per la consegna gli oltre 1000€ di Buoni. Poi ci saranno altri appuntamenti, come ad esempio il karaoke e la tombolata gratuita per bambini, con vincita di gettoni per il parco giochi Hakuna Matata, giocattoli della Ragnatela, biglietti per i concerti e per il pattinaggio sul ghiaccio offerti dall’associazione Diversamente. Insomma, nell’insieme la giovane Pro Loco presenta un piacevole salotto d’intrattenimento nel parco di Via Gasbarrini dando merito alle attività Giuliesi impegnate alla realizzazione: “La Perla Nera”, “La Ragnatela”, il Parco giochi “Hakuna Matata”, “London Pub”, “L’Orticello da Pino” e tanti commercianti che hanno contribuito con la donazione dei buoni.

 

Così facendo il Parco Willermin, per la prima volta nella storia di Giulianova, prende vita, giorno e notte, nel mese più magico dell’anno. Il tutto si potrà leggere nel calendario GiuliaEventi Natale 2019 del Comune di Giulianova dove sarà possibile trovare molto altro, per ogni esigenza, fino al 6 Gennaio. Tutto questo è “Meglio Della Fantasia”.

Calendario Eventi del Comune di Giulianova https://www.facebook.com/332204977398800/posts/480744695878160?sfns=mo

Video con i buoni dei commercianti di Giulianova https://www.facebook.com/332204977398800/posts/479110202708276?sfns=mo




Giulianova. Antonio Lamolinara, il fante morto nella battaglia di Sant’Elia

di Walter De Berardinis
Antonio Lamolinara nasce a Giulianova il 23 novembre 1892, alle ore 11:50, nella casa posta in Via Marina al civico 100, dal 20enne Ernesto e Maria Giostra. Il giorno successivo l’Assessore Apollo Caravelli lo registra alla presenza di due testimoni: il 39enne Emidio Paolone e il 47enne Raffaele Del Nunzio, entrambi proprietari. Giovanissimo si trasferisce a Castellamare Adriatico (oggi Pescara) con i genitori dove trova impiego in ferrovia. Il 31 dicembre 1911 si sposa con la giuliese Rosaria Barlafante (figlia di Davide e Santa Rosini), i testimoni del lieto evento saranno: il 41enne scrivano, Granito Ridolfi e il 26enne calzolaio, Tommaso Pagliaccetti. Il 17 aprile 1912 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo. Il 14 marzo ottiene il passaporto per l’espatrio in America e il 19 aprile s’imbarca sulla nave “Rochambeau” nel porto francese di Le Havre, giungendo a New York il 28 aprile 1913. Il 20 luglio viene chiamato alle armi e non si presenta perché all’estero. Alla fine del 1914 rientra in Italia presentandosi il 29 dicembre al distretto militare di Teramo ed inviato al deposito del 17° Reggimento Fanteria – Brigata Acqui – 6° compagnia. Il 10 maggio viene trattenuto alle armi e mandato al fronte il 23 maggio.
Partecipa subito alle operazioni militari oltrepassando l’Isonzo sul ponte di Pieris, trasferendosi a Turriaco (Gorizia). Nella fase della conquista dell’altipiano Carsico (25 maggio-26 giugno – 400 soldati italiani il bilancio definitivo delle perdite per l’Italia), il giovane Lamolinara viene colpito. Il 9 giugno, nel pieno della battaglia di Sant’Elia (San Pietro d’Isonzo), il giovane giuliese viene colpito da una pallotta all’addome, subito soccorso dalla sanità militare, viene portato nelle retrovie nell’ospedale da campo numero 93, nei pressi di Villa Priuli. Il 16 giugno, alle ore 11:00, si spegneva per sempre la breve esistenza del fante giuliese. Sarà il cappellano militare della diocesi di Ripatransone, Don Vincenzo Calcagni, a dare l’estrema unzione mentre veniva sepolto a Turriaco. L’atto di morte, redatto dal responsabile amministrativo del campo, il Sottotenente Michele Pimpini (originario di Teramo), avrà come testimoni, oltre al cappellano militare, anche: il soldato Umberto Bucato, il Sottotenente medico Guglielmo Lolli e la ratifica del Direttore dell’ospedale, il teramano Capitano Gaetano Passamonti (alla fine della guerra, il 1 agosto 1919, diventato Maggiore, a sua domanda, verrà messo in aspettativa dall’ospedale militare di Chieti). Solo il 18 dicembre, tramite il Ministero della Guerra, a Giulianova arriverà l’ufficialità del suo decesso. Alla sua memoria gli fu conferita la Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia, Medaglia Interalleata della Vittoria e della campagna di guerra 1915.
E’ citato sul monumento eretto sulla facciata del Duomo di San Flaviano, sull’Albo d’Oro “Abruzzo e Molise – (Volume II – sub 8 – 419 pag.) custodito nell’Archivio di Stato di Teramo e nel libro “Quando C’era la guerra” di Francesco Manocchia in varie edizioni, compresa quella del 2015 a cura del sottoscritto, con nota introduttiva di

Sandro Galantini

edito dalla Artemia Nova Edizioni di Maria

Teresa Orsini

. Il suo nome è stato più volte ricordato nelle manifestazioni storiche-patriottiche, dal 2015 al 2018, in occasione del centenario. #unitiperlapatria