Martinsicuro. Incontro con l’autrice Rita Iacomino

Venerdì 6 settembre alle 21.15 alla Torre Carlo V di Martinsicuro, il Comune di Martinsicuro, in collaborazione con l’associazione culturale Il Faro, organizzerà la presentazione dei libri La rupe del biancospino (Di Felice Edizioni) e La cavalletta con i capelli da medusa (Arsenio Edizioni) dell’autrice Rita Iacomino.

Rita Iacomino

La rupe del biancospino (romanzo finalista al premio Un libro per il cinema 2019) narra le vicende di una famiglia durante la prima guerra mondiale, l’avvento del fascismo e il secondo conflitto. Come scrive il prefatore Alessandro Quasimodo: «La prepotenza di alcuni militari, l’episodio tragico di Armida durante i bombardamenti, si inseriscono nella vita di ogni giorno, scandita da giornate di lavoro e sacrifici. I numerosi figli della coppia assistono a eventi che aggravano la difficile situazione economica senza scalfire i grandi valori trasmessi dalla famiglia.»

La cavalletta con i capelli da medusa è una raccolta di racconti impreziositi dalle illustrazioni di Mario Cei, che trasportano nel mondo misterioso e incantato della fantasia, stimolando l’immaginazione dei ragazzi.

Interverrà l’editrice Valeria Di Felice. L’incontro è sponsorizzato dall’Hotel Villa Truentum.

 

 

Rita Iacomino (1950 – San Vito Chietino), nel 1966 si trasferisce a Limbiate (MB) dove vive e lavora come impiegata. Appassionata di scrittura e lettura, ha ricevuto dal 2011 ad oggi numerosi riconoscimenti nei premi letterari. Sue opere sono inserite in diverse antologie e raccolte. Il 3 dicembre 2016 riceve il Premio alla Cultura al Premio Internazionale “Juan Montalvo” promosso dal consolato generale dell’Ecuador di Milano. Ha pubblicato i libri di poesie Formato A4 (2012), “…e mi fingo poeta” (2015), Ostriche a mezzogiorno (2016) con prefazione di Alessandro Quasimodo. Nel 2016, per la prima volta, si espone con un libro di narrativa, una raccolta di diciotto  racconti, toccando vari temi attraverso i diversi stati d’animo. Fantasia, tristezza e ironia sono i temi trattati nel libro dal titolo Antichi sussurri, con prefazione di Rodolfo Vettorello. Nel 2019 pubblica il suo primo romanzo La rupe del biancospino, con prefazione di Alessandro Quasimodo. Rita Iacomino è ideatrice e presidente esecutivo delle varie edizioni del Premio Letterario Internazionale “Energia per la Vita”, promosso dal Lions Club Rho. È inoltre ideatrice del Concorso Letterario Internazionale “La girandola delle Parole, promosso da Pro Loco Limbiate.




L’Aquila. AVVISI PUBBLICI COMUNE PESCARA: IMMOTIVATA ESCLUSIONE GIORNALISTI PUBBLICISTI

Riservare ai soli giornalisti professionisti  (con l’esclusione dei giornalisti pubblicisti) la partecipazione agli avvisi pubblici per l’ufficio stampa del Comune di Pescara è immotivato e giuridicamente non corretto. Lo sostiene il Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, che ha inviato una lettera al sindaco di Pescara, Carlo Masci, per chiedere la modifica dei due avvisi pubblici ai sensi della legge 150 del 2000.Questo il testo della lettera
Egr. sig. Sindaco, sottopongo alla sua cortese attenzione una questione che all’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo sta molto a cuore. Lo faccio in relazione ai due avvisi pubblici, pubblicati dal Comune di Pescara, in data 6 agosto, riguardanti il conferimento di un incarico di specialista nei rapporti con i media e un incarico di specialista della comunicazione. Nel ringraziarLa per aver scelto la via più democratica per tali selezioni, ossia quello dell’avviso pubblico, le faccio notare, tuttavia, che l’esclusione dei giornalisti pubblicisti (gli avvisi, infatti, riguardano i soli giornalisti professionisti) è immotivata e anche giuridicamente non corretta. Nei due avvisi si fa riferimento alla legge 150 del 2000, che disciplina, tra l’altro, la composizione degli uffici stampa, ebbene proprio questa legge prevede  all’art. 9 che gli Uffici stampa – se è questo che il Comune intende realizzare – devono essere costituiti “da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti”. Nessuna distinzione viene operata dalla norma tra pubblicisti e professionisti, e non potrebbe essere diversamente data l’unicità dell’albo dei giornalisti. Risulta, pertanto, incomprensibile l’esclusione dei giornalisti pubblicisti. Sono a chiederle di apportare una modifica ai due avvisi pubblici per riparare un errore che mette fuori gioco decine di giovani colleghi.




Abruzzo. Nuovo assetto territoriale per Forza Italia

Nuovo volto dell’assetto territoriale di Forza Italia, per un rinnovato slancio dell’azione politica nelle province. Il senatore azzurro e coordinatore regionale Nazario Pagano rende noto l’organigramma che fa seguito alle dimissioni di tre commissari per impegni sopravvenuti. Ai sensi dell’art. 58 dello Statuto di Forza Italia all’avvocato Carlo Masci, eletto sindaco di Pescara, succede il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri; l’ex sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis, riceve il testimone di commissario provinciale dall’avvocatessa Antonella Di Nino, sindaco di Pratola Peligna; l’ex primo cittadino di Atri Gabriele Astolfi succede all’avvocato Vincent Fanini; Daniele D’Amario continua invece il suo mandato su Chieti.

Forza Italia

«A breve – precisa Pagano – i commissari saranno affiancati dai vice per dare un fattivo contributo al rilancio di Forza Italia, nel segno della continuità dell’indirizzo politico e con rinnovata energia, per radicare ancor di più il partito nel tessuto sociale, economico e produttivo dell’Abruzzo. Ai commissari uscenti Masci, Fanini e Di Nino, va tutto il  mio riconoscimento per la qualità del  lavoro sin qui svolto e per l’impegno profuso nello spirito di servizio. Agli entranti Sospiri, Astolfi e De Angelis, assieme a D’Amario, auguro di affrontare al meglio delle loro competenze e delle loro capacità le sfide che ci attendono.




USA. Benny Manocchia: già partita la corsa agli acquisti di Natale

E’ scattata la solita campagna pubblicitaria da parte dei negozianti americani, in previsione del natale. Come? Gia’,

gli ultimi quattro mesi dell’anno tengono in vita  vari business di questa nazione,considerando che da gennaio a settembre gli affari vanno male, come affermano da sempre.

Una campagna  enorme, che copre un po’ tutto: dalle pellicce alle camice,dai gioielli alle cravatte,dalle borse di Firenze ai liquori scozzesi. Tutti ricorderanno il vecchio layover:scegli il prodotto che vuoi comprare, Il negozio lo consegnera’ all’acquirente quando il conto totale e’ stato completamente pagato. Oggi,con le carte di credito, non e’ cambiato molto.Solo che al pagamento del regalo bisognera’ aggiungere il costo delle tasse sulle carte di credito.
L’anno scorso gli americani hanno speso 350 milioni di dollari per i gifts natalizi,senza contare
il denaro liquido regalato ai nipoti dai nonni (qualcosa come 100 milioni di dollari).
Le cifre sono state rese ufficiali dal Bureau Statistiche di Washington.
Si risvegliano anche le compagnie americane e norvegesi che curano le crociere in tutto il mondo

su gigantdesche navi munite di ogni ben di dio, Sono tanti quelli che hanno prenotate tours nel polo sud,

L’ultima fatica editoriale di Benny Manocchia, Cronache Americane

in Alaska e isole greche.
E l’Italia? Bene, ho contattato la piu’ importante travel agency di Los Angeles per avere una idea
di come si mettono le cose per quanto riguarda le vacanze invernali.Si tratta della Star Global Travel.
La signora Emily Roberti e’ stata molto gentile e mi ha detto che la sua agenzia ha gia’ ricevuto un bel numero di prenotazioni per gite in Abruzzo. Per esempio da Chicago tredici giovani hanno

gia’ versato  la meta’ del costo per dieci giorni “on or around” Campo Imperatore,ossia tutto

Benny Manocchia da New York
(C) Archivio www.giulianovanews.it

 

attorno alla piu’ bella zona invernale d’Italia. “We love Campo Imperatore canyons” hanno detto in coro i ragazzi. E non sbagliano.. Il Campo  e’ I’ Imperatorec dei campi nevosi.
Un’altra prenotazione  particolarmente simpatica: Una intera famiglia di origine abruzzese che vive a Sacramento,in California,ha prenotato una settimana in Abruzzo con  l’intenzione di compiere un wine tour di Nocciano. I nonni hanno parlato tante volte di quel vino superbo di casa nostra…
Molti italoamericani di origine abruzzese hanno deciso di rivivere i giorni dei loro padri, mangiando pasta e tiramisu alla Cesarina di Pescara.Simpaticissimo il loro accento yankee-pescarese!.
Ma,dice la signora Roberti,siamo soltanto agli inizi.  Verso novembre arriveranno le prenotazioni dei turisti che spendono molto,girando l’Italia in su e giu’, “L’Abruzzo fara’ il “pieno” di turisti
innamorati della vostra bellissima regione” ha concluso la signora Roberti.
Non ci sono dubbi in merito.



SABATO 7 SETTEMBRE LA “GIORNATA DEL DONATORE” DELLA FIDAS TERAMO

Appuntamento dalle ore 16:30 presso il ristorante Acquamarina di San Nicolò a Tordino

Fidas Teramo – FOTO ARCHIVIO

Torna l’appuntamento più atteso e sentito dalla grande famiglia della Fidas Teramo. Sabato 7 settembre, dalle ore 16:30, si terrà la Giornata del Donatore presso il ristorante Acquamarina di San Nicolò a Tordino. Un momento di aggregazione, condivisione e solidarietà che riunisce tutti i donatori di sangue teramani per festeggiare insieme i traguardi raggiunti nell’ultimo anno e diffondere in maniera sempre più capillare la cultura del dono e del volontariato.

Durante la cerimonia saranno premiati con gli attestati di merito i Donatori più assidui che hanno raggiunto importanti soglie di donazioni del sangue. La manifestazione sarà allietata dalla musica di Sara Bianchini e dalla comicità di Fulvio Fuina. Verranno inoltre illustrate dal presidente della Fidas, Gabriella Di Egidio, le attività che l’associazione intende realizzare in futuro, anche sulla base dei suggerimenti dei donatori. Al termine della manifestazione sarà offerto un rinfresco a tutti i partecipanti.

L’evento, rivolto ai donatori di sangue della Fidas Teramo, è aperto a tutti.




Bellante. Associazione Culturale Nuove Sintesi: conferenza “GOTTFRIED FEDER E LA RIVOLUZIONE”.

L’ass.ne culturale Nuove Sintesi invita alla conferenza “GOTTFRIED FEDER E LA RIVOLUZIONE”.

Introduce:
– On. Serafino Pulcini.
Interviene:
– Gabriele Gruppo (Relatore ufficiale di Thule Italia Editrice).
– Modera:
Roberto Di Furia (Nuove Sintesi).

SABATO 7 SETTEMBRE 2019, ORE 17.30, presso EX ASILO delle SUORE (adiacenze Chiesa madre), PIAZZA ARENGO – BELLANTE paese (TE).

* ingresso libero




Teramo. Davide Francioni per “I promessi coni” Ali d’Oro

 

Prosegue il nuovo progetto ideato dall’azienda Ali d’Oro dal titolo: “I promessi coni. Dieci storie di amori travagliati e finiti in dolcezza”.

Davide Francioni

Il volume, edito dalla Duende di Paolo Ruggieri e Paola Vagnozzi e curato dalla giornalista Antonella Gaita, racchiude dieci racconti firmati da giornalisti e scrittori: Mattia Albani, Luigi Colagreco, Sara De Santis, Adele Di Feliciantonio, Loredana Di Giampaolo, Nicola Di Paolantonio, Roberta Di Sante, Daniela Facciolini, Davide Francioni, Paolo Marinucci.

Il ricavato dell’iniziativa sarà interamente devoluto alla Fondazione Anffas Onlus di Teramo (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale).

Il titolo dell’antologia di quest’anno vuole essere un omaggio ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, il romanzo più famoso e più letto tra quelli in lingua italiana, e un invito ad affrontare il tema – presente nella letteratura di ogni tempo e di ogni paese – dell’amore che, pur osteggiato dagli uomini e dal destino, approda a un finale lieto. A metà dicembre si terrà la prima presentazione ufficiale dell’antologia, moderata dal giornalista Rino Orsatti.

Il nono racconto è quello di Davide Francioni: “Gli ultimi due coni della stagione”.

Davide Francioni è nato a San Benedetto del Tronto e vive a Campli. Si è laureato a Padova in Scienze della comunicazione e ha frequentato il master per redattore di editoria libraria organizzato dall’Università degli studi di Milano in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Ha maturato una lunga esperienza nel settore dei giochi educativi e dell’editoria scolastica e per ragazzi, lavorando come redattore per la casa editrice Lisciani di Teramo. Attualmente è project manager presso Headu, editore specializzato dell’ideazione, produzione e distribuzione di giochi educativi, giochi di società e libri per bambini, con sede a Mosciano Sant’Angelo. È socio della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e, con l’Associazione Memoria & Progetto Onlus, organizza, insieme a Roberto Ricci e Simone Gambacorta, il festival culturale “Farnesiana Libri & Lettori” di Campli, giunto alla sua quinta edizione. Collabora su riviste e quotidiani, per cui ha scritto articoli sul mondo dell’educazione e dell’editoria per ragazzi, sulla storia del libro e sulla promozione culturale e turistica del territorio in cui vive. Quando ha tempo, si diverte a fare il disc-jockey.

On line il racconto di Mattia Albani: “Amarena chic”, Sara De Santis: “Geometria amorosa. Di coni, rette e altri incidenti…”, di Roberta Di Sante: “Il chioschetto sul lago”, di Paolo Marinucci: “Fra & Ciok”, di Loredana Di Giampaolo: “Storia d’amore di Filo e Kalìa”, di Daniela Facciolini: “Due cuori al pistacchio”, di Adele Di Feliciantonio: “Cono “doppiopanna”, gelato arcobaleno” e di Luigi Colagreco: “Una storia di gusti ovvero di come lo zabaione si unì per sempre alla crema”.




Giulianova. Mas: conclusa con successo la Dannunziana Estate

 

 

Sabato 31 si è conclusa al Museo d’Arte dello Splendore di Giulianova la Dannunziana Estate con lo spettacolo teatrale tragicomico Il Viaggio di Turlendana , di e con Daniele Di Massimantonio.

MAS

Il numeroso pubblico è stato accolto dalla direttrice del Museo, Marialuisa De Santis, nel suggestivo chiostro del Convento dei Padri Cappuccini e poi invitato a percorrere le sale museali ricavate proprio da una parte dell’antico convento e illuminate per l’occasione, come voluto da Di Massimantonio, soltanto da 150 candeline. Così in modo estremamente seducente i partecipanti hanno potuto guardare, sia pure brevemente,  due mostre di grande bellezza: l’antologica per Giulianova del M° Gigino Falconi e Dal pensiero alla forma dello scultore italo-canadese Silvio Mastrodascio.

Nella sala conferenze si è svolto lo spettacolo che Daniele Di Massimantonio ha animato, da solo, con estro e creatività, passando in modo disinvolto e istrionico, da registri tragici a registri comici, alternati a proiezioni di filmati d’epoca riguardanti il Vate e il suo mondo. Entrato in scena come una vecchia e brontolona signora ne è uscito come Turlendana, cavalcando un cammello gonfiabile in una fuga esilarante terminata sulla grande terrazza dove il pubblico, applaudendo, ha lasciato i propri posti e l’ha seguito.




Archeologia e storia in Abruzzo e Molise, di Nicola F. Pomponio

 

 

Duemilatrecentoquaranta anni fa, nel 321 a.C. si consumò uno degli eventi più ingloriosi della storia di Roma. Le legioni consolari, bloccate tra due strette gole e circondate dai nemici sulle alture, dovettero arrendersi, senza combattere, alle bellicose tribù sannite; è l’episodio delle “forche caudine” in cui i consoli e tutti i legionari furono costretti a passare, seminudi, sotto un bastone in segno di sottomissione. Ciò però non impedì che una ventina d’anni dopo i Sanniti (un insieme di popolazioni che controllavano l’Abruzzo, il Molise e la Campania settentrionale) fossero sconfitti e inglobati nei domini romani.

Saepinum cardo

Di quelle lontane epoche non è rimasto molto ma due siti collegati a questo evento, ambedue in Molise, sono di grande interesse e suggestione e se ne consiglia la visita. Il primo, non lontano dal fiume Trigno che separa l’Abruzzo dal Molise, è il santuario italico di Pietrabbondante. Questo complesso, costruito tra il III e il I sec. a.C., è costituito da due templi e un teatro. Luogo principe di identità collettiva, Pietrabbondante non era riservata solo al culto ma anche alle decisioni politiche pubbliche. Il complesso si adagia sul dorso di una collina con un panorama, siamo a poco più di 1000 m. di altezza, mozzafiato. Alture fittamente boscose si stendono a perdita d’occhio mentre il santuario si articola in un grande tempio che sovrasta un ampio teatro, unico esempio dell’antichità in cui i sedili sono completati da schienali (!), e un altro tempio più piccolo a fianco del teatro. E’ dal tempio maggiore che lo sguardo spazia sia sul sito sia sulla vallata che si stende davanti; l’impressione è di una grande, solenne, composta austerità nonché di un tesoro ancora tutto da scoprirsi quando, osservando la zona non aperta al pubblico, si notano colonne e muri portati recentemente alla luce con gli scavi tuttora attivi.

 

Il santuario fu utilizzato fino al I secolo a.C. perché questa data segnò la fine delle popolazioni sannite come soggetti ancora in parte autonomi e la definitiva romanizzazione dell’area. Il tutto avvenne molto rapidamente, in meno di dieci anni. Nel 91 a.C. scoppiò la Guerra sociale (da “socii”, cioè alleati) in cui i Sanniti insieme ad altre popolazioni italiche insorsero per ottenere lo status di cittadini romani. Militarmente sconfitti, vinsero politicamente perché i Romani per terminare il conflitto riconobbero le loro rivendicazioni concedendo la cittadinanza a tutti i popoli al sud del Po. Ma pochi anni dopo i Sanniti (che avevano continuato lo scontro con Roma), coinvolti nelle guerre civili che porteranno alla fine della Repubblica e alla nascita dell’Impero, si schierarono contro Silla e il Senato e a favore dei “populares”. La sconfitta di questi nel 82 a.C. segnò l’inizio di un vero e proprio genocidio con l’eliminazione fisica e la crocifissione di migliaia di persone ed è in questo contesto che Pietrabbondante venne proibito come luogo di riunione e ben presto abbandonato.

 

A pochi chilometri dal santuario vale la pena visitare un altro sito archeologico che rappresenta la continuazione di questa storia e aiuta a comprendere cosa significò per queste terre la conquista romana. Ai piedi del massiccio del Matese, in pianura, lungo l’antico tratturo Pescasseroli-Candela e oggi sulla statale per Benevento, la città di Saepinum è un esempio illuminante per comprendere come la romanizzazione agì attraverso la fondazione di nuovi centri urbani. Questo luogo, che prende il nome da un antico insediamento sannita sui monti circostanti e distrutto dalle legioni nel 293 a.C., risale al I secolo d.C. ed è quindi posteriore solo di alcune decine di anni alla chiusura di Pietrabbondante ma vi si rinvengono, con una chiarezza ammirevole, tutte le caratteristiche delle città romane. Oggi è istruttivo percorrere le due vie principali, cardo e decumano, intersecantesi ad angolo retto e ben conservate, anche se bisognose di più manutenzione; ammirare i resti della basilica con colonne con capitelli ionici; osservare il teatro perfettamente leggibile o l’unico esempio che ci è giunto dall’antichità di mulino ad acqua.

 

Non mancano poi quei luoghi pubblici che caratterizzano le città romane nei tre continenti su cui si stendeva l’impero: le terme, il “macellum”, il foro. Insomma, nonostante siano passati una manciata di decenni dalla chiusura di Pietrabbondante, ci si ritrova in un ambito completamente diverso; lì era il luogo di ritrovo, in un ambiente dalla selvaggia bellezza, di popoli montanari con riti e cariche politiche comuni, qui è un ordinato “municipium” di pianura ben inserito in un grande impero con pratiche e cultura comune; lì vive ancora la fierezza per la propria autonomia, ma non più indipendenza, con l’esaltazione di una particolarità in contrasto con il mondo latino, qui è l’”Urbs” che domina, ma non lo fa più con la forza bensì inserendo il territorio in un ambito più vasto attraverso, si noti il particolare fondamentale, la cittadinanza e la cooptazione delle aristocrazie nel governo locale o addirittura in quello imperiale. Pietrabbondante e Saepinum rappresentano così due momenti diversi, vicini nel tempo e nello spazio, fondamentali nella storia dei popoli di questa parte d’Italia; nella prima popolazioni fiaccate, ma non ancora domate, si adeguano ai nuovi tempi con un santuario che risente delle caratteristiche costruttive ellenistiche pur mantenendo stilemi italici, come il rialzo dei templi, nella seconda si manifesta, sia urbanisticamente sia socialmente, il pieno inserimento di questi popoli nella “pax romana”.

 

Ma questi siti sono da mettere in connessione da un lato con il Museo Archeologico di Chieti, ove oltre al famosissimo Guerriero di Capestrano vengono ricostruite la storia e i caratteri di queste popolazioni prima della conquista romana, dall’altro con il piccolo ma brillantissimo gioiellino che è il Museo Archeologico di Corfinio. Questo paese in provincia dell’Aquila in epoca romana era una grande città e fu la capitale dei rivoltosi della guerra sociale. Qui si trova un elemento di notevole interesse nel passaggio storico-politico tra Pietrabbondante e Saepinum. La preziosissima collezione numismatica del museo mostra, tra le tante, due monete coniate dai ribelli sulle quali in una il toro italico abbatte la lupa romana e, nell’altra, si raffigura il giuramento di fedeltà anti-romano delle popolazioni (“sacramentum”); in ambedue i casi è iscritta sulla moneta, per la prima volta nella storia in modo coscientemente politico in quanto simbolo dell’unione di tutti i popoli della penisola coalizzati contro Roma, il nome della nazione che si era ribellata: Italia!

 

Come si è detto è la prima volta nella storia che questo termine geografico assume valenza politica, ma è bene non perdere la testa dietro fantasime romantico-nazionalistiche o, peggio ancora, campanilistiche. Roma vinse sull’Italia non solo per la forza delle legioni ma soprattutto per la capacità di assimilare attraverso la concessione della cittadinanza, quello che allora era il “diverso”. Saepinum mostra questa abilità e apertura al nuovo che alla fine costituì la forza di un impero durato più di quattro secoli in cui non solo gli italici potevano aspirare ai più alti posti di comando ma potevano diventare imperatori uomini provenienti dalle più lontane periferie come l’Africa, la Siria, la Britannia, la Spagna e, addirittura, l’Arabia. Forse si può dire che l’assimilazione degli italici, ben rappresentata dalla parabola Pietrabbondante-Saepinum, divenne il modello per la costruzione di un impero in grado, in questo caso, di eliminare la grettezza e chiusura dei popoli montanari per inserirli in tutto il mondo mediterraneo e oltre. Forse questa fu la più grande vittoria che i Sanniti potessero riportare e che effettivamente riportarono sull’egoismo e le paure della parte più retriva e xenofoba delle classi dirigenti dell’Urbe.

 




L’Otorinolaringoiatria torna al 4° piano dell’Ospedale di Teramo, in un ambiente completamente rinnovato

 

Un altro dei tanti lavori di ristrutturazione attivati dalla ASL teramana è giunto a compimento all’interno dell’Ospedale “G. Mazzini” di Teramo.

Il Reparto di Otorinolaringoiatria, che negli ultimi anni alloggiava al 3° piano del 1° Lotto ospedaliero, è tornato finalmente nella sua sede storica al 4° piano, in un ambiente rinnovato non solo dal punto di vista edile, ma anche da quello tecnologico e degli arredi.

Ospedale Teramo 2019

“I nuovi spazi, con stanze climatizzate e dotate di bagno all’interno a garanzia di un maggior comfort dei pazienti, ci permettono di assistere meglio particolari categorie di malati, come i disabili e i bambini che, nel nostro Reparto, giungono numerosi dichiara il Dr. Pietro Romualdi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di O.R.L. Ci siamo dotati anche di due ambulatori/medicherie: uno riservato esclusivamente ai pazienti ricoverati ed uno riservato, invece, alle consulenze di pronto soccorso e alle visite esterne. Quest’ultimo, tra l’altro, è dotato di un ingresso dedicato che affaccia sull’atrio antistante il Reparto, in modo da evitare confusione e contatti con i degenti.
Insomma una ristrutturazione a tutto tondo, che ci ha consentito di rinnovare anche le apparecchiature diagnostiche all’interno delle medicherie, acquistando due “Riuniti” di ultima generazione, provvisti di endoscopi, cavi ottici, sistemi di aspirazione, otomicroscopi, telecamere, monitor e altri accessori, attraverso cui si potranno eseguire diagnosi accuratissime e piccoli interventi.”

Il Direttore Generale Roberto Fagnano si dichiara soddisfatto di aver potuto vedere terminato anche questo lavoro, prima del suo trasferimento alla Direzione del Dipartimento Regionale della Salute.