Torna “Bambini al Museo!” al Polo Museale di Giulianova con un fitto programma di appuntamenti

 

Giulianova. Dopo il successo della scorsa Estate, tornano i laboratori dedicati ai bambini organizzati dal Polo Museale Civico di Giulianova in collaborazione con la Cooperativa “Virate” e sostenuti dall’Assessorato alla Cultura, stavolta con un calendario ancora più ricco, per far conoscere in maniera scientifica e divertente ai giovanissimi cittadini e turisti la storia e il patrimonio culturale della città. Fino a metà settembre, dal martedì al venerdì sono in programma ben cinque laboratori, pensati per bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, che si avvicenderanno negli spazi e nelle sedi del Polo Museale e nel centro storico acquaviviano.

Foto Archivio Il Museo Archeologico Torrione La Rocca

Si inizia il martedì con “Il piccolo archeologo”, adatto a bambini tra 7 e 11 anni, che offre l’occasione di trasformarsi in giovani archeologi facendo un vero e proprio scavo alla scoperta dei reperti di Castrum Novum, guidati dall’archeologa Andrea Mazzarulli. L’appuntamento è alle ore 18.00 presso il Museo Civico Archeologico “Torrione La Rocca” in via del Popolo.

Il giovedì verrà dato spazio alla fantasia e alla realizzazione di forme e sculture in cartapesta e in tecniche miste con il laboratorio “Note di colore”, adatto a bambini dai 5 ai 10 anni. Attraverso l’utilizzo di materiali semplici i bambini potranno creare la loro opera con la guida dell’esperta di grafica Patricia Piccioni e di didattica laboratoriale Valeria Marziani. Ci si vede tutti i giovedì alle ore 18.30 presso la sala didattica del Punto Informazioni e Accoglienza dei Musei Civici in Piazza Buozzi.

A partire dal mese di agosto il martedì si raddoppia con un laboratorio serale, “La città con i piedi d’argilla”, per bambini tra i 5 e 10 anni che saranno guidati in un’esperienza sensoriale di manipolazione dell’argilla attraverso il gioco e la creatività, con l’esperta in didattica della scultura Noemi Caserta. L’appuntamento è per le ore 21.00 presso la sala didattica del Punto Informazioni e Accoglienza dei Musei Civici in Piazza Buozzi.


Per i più grandi, un laboratorio tutto nuovo per tutti i mercoledì di agosto“Il Diario di Giulia”, adatto a ragazzi di età compresa tra i 9 e 14 anni, che potranno fare una visita della prima città del Rinascimento e lavorare sulla sua mappa muta per scoprirne il disegno urbano, tutto da appuntare su un diario, guidati dall’esperta di didattica museale Daniela Ferrante. L’appuntamento è alle ore 18.00, presso la sala didattica del Punto Informazioni e Accoglienza dei Musei Civici in Piazza Buozzi. 

Infine, il venerdì dal 19 luglio al 30 agosto è la volta di “Gurda, scatta, crea”, indicato per ragazzi tra i 9 e 14 anni, muniti smartphone! Li attende un laboratorio creativo per giovani fotografi che esplorando il centro storico di Giulianova potranno realizzare la propria raccolta guidati dalla fotografa Emanuela Amadio. Il punto di partenza del laboratorio è la sala didattica del Punto Informazioni e Accoglienza dei Musei Civici in Piazza Buozzi alle ore 18.00.

I laboratori sono a pagamento e prevedono un costo di € 7,00 a partecipante per “Il piccolo archeologo”, “La città con i piedi d’argilla” e “Note di colore”, mentre di € 10,00 per “Il diario di Giulia” e “Guarda, scatta e crea”.

Per partecipare è necessaria la prenotazione entro le ore 13.00 del giorno del laboratorio e tutti i laboratori verranno attivati al raggiungimento del numero minimo di 7 partecipanti, fino ad un massimo di 15.

Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare lo 085.8021290 o 349.3251050, o inviare una mail amuseicivici@comune.giulianova.te.it. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti seguiteci sul sito www.giulianovaturismo.it e sulla pagina Facebook del Polo Museale Civico di Giulianova.




Paolo Marinucci per “I promessi coni” Ali d’Oro

 

 

Prosegue il nuovo progetto ideato dall’azienda Ali d’Oro dal titolo: “I promessi coni. Dieci storie di amori travagliati e finiti in dolcezza”.

Il volume, edito dalla Duende di Paolo Ruggieri e Paola Vagnozzi e curato dalla giornalista Antonella Gaita, racchiude dieci racconti firmati da giornalisti e scrittori: Mattia Albani, Luigi Colagreco, Sara De Santis, Adele Di Feliciantonio, Loredana Di Giampaolo, Nicola Di Paolantonio, Roberta Di Sante, Daniela Facciolini, Davide Francioni, Paolo Marinucci.

Il ricavato dell’iniziativa sarà interamente devoluto alla Fondazione Anffas Onlus di Teramo (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale).

Il titolo dell’antologia di quest’anno vuole essere un omaggio ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, il romanzo più famoso e più letto tra quelli in lingua italiana, e un invito ad affrontare il tema – presente nella letteratura di ogni tempo e di ogni paese – dell’amore che, pur osteggiato dagli uomini e dal destino, approda a un finale lieto.

A metà dicembre si terrà la prima presentazione ufficiale dell’antologia, moderata dal giornalista Rino Orsatti.

Il quarto racconto è quello di Paolo Marinucci: “Fra & Ciok”.

Paolo Marinucci è nato a Teramo nel 1991. Giornalista, è redattore della Tv e web-tv abruzzese R+ News, specializzato in sport. Ha lavorato per diverse emittenti televisive teramane e, attualmente, è collaboratore esterno per Il Messaggero Abruzzo. Ha maturato diverse esperienze nell’ambito della comunicazione, occupandosi di uffici stampa per diverse associazioni. L’aforisma a lui più caro è di Zadie Smith: “Ogni momento accade due volte: all’interno e all’esterno, e sono due storie diverse”.

On line il racconto di Mattia Albani: “Amarena chic”, Sara De Santis: “Geometria amorosa. Di coni, rette e altri incidenti…” e di Roberta Di Sante: “Il chioschetto sul lago”.




Teramo. E’ morto GIUSTINO PACIFICO, domani i funerali a Paganica

7 luglio 2019. Pubblichiamo un ricordo di Giustino Pacifico, scomparso oggi all’ospedale di Teramo. E’ stato per lunghi anni direttore del Patronato ACLI dell’Aquila, Assessore comunale e Presidente della X Circoscrizione. I funerali domani pomeriggio alle 15:30, nella chiesa degli Angeli Custodi a Paganica.

 

E’ MORTO GIUSTINO PACIFICO

Per molti anni direttore del Patronato Acli, fu assessore comunale e presidente della X Circoscrizione

di Goffredo Palmerini

 

 

L’AQUILA – E’ deceduto stamane all’ospedale di Teramo, dove da qualche giorno era ricoverato, Giustino Pacifico. 85 anni, era nato a Paganica dove è sempre vissuto, salvo un breve periodo passato a Lecce dove andò a dirigere il patronato Acli di quella città. Giustino ha dedicato la sua vita agli altri, non solo nel lavoro che l’ha visto dirigere per decenni il Patronato Acli dell’Aquila. Il suo un servizio sociale, continuato anche dopo il pensionamento, verso tutti i concittadini che in lui avevano un punto di riferimento sicuro e affidabile.

 

Sempre aperto e disponibile, Giustino si prendeva direttamente cura di seguire pratiche amministrative e burocratiche di persone anziane e di chiunque ne avesse bisogno. Lo ha fatto con regolarità e continuità fino a quando le condizioni glielo hanno permesso. Negli ultimi mesi i problemi di salute lo hanno costretto a diversi ricoveri in ospedale, senza tuttavia minare la sua bonomia e il sorriso verso tutti, talvolta trapuntati dall’ironia e dagli spunti caratteriali tipici della sua personalità.

 

Forte di riferimenti spirituali nella dottrina sociale della Chiesa e nei princìpi sanciti dal Concilio Vaticano II, Giustino Pacifico ha vissuto l’impegno sociale e cristiano con un ricco bagaglio di valori interiori e con un’autentica attenzione verso il prossimo. Un impegno sociale portato avanti anche in campo politico, come amministratore comunale competente e attento. Fu infatti eletto nel 1975 al Consiglio comunale dell’Aquila con un forte consenso popolare, nella lista della Democrazia Cristiana, e con Ubaldo Lopardi sindaco fu per tre anni Assessore alle Politiche sociali fino al 1978, uscendo dall’amministrazione quando venne costituita la prima Giunta di sinistra. All’inizio degli anni Duemila fu eletto Presidente della X Circoscrizione e per l’intero mandato seguì con assiduità ed impegno le problematiche del territorio di Paganica e delle sue cinque frazioni.

 

Sempre presente ed operoso in ogni iniziativa di carattere culturale e sociale, Giustino ha dato un esempio duraturo d’impegno al servizio della nostra comunità. L’Aquila e Paganica, suo amato paese natale, della bella testimonianza di amministratore e uomo impegnato nel sociale, che egli ha dato per lunghi anni, ne avranno per sempre grata memoria. Anche chi scrive, con affetto e ammirazione, ha l’orgoglio di aver con lui condiviso un intero quinquennio a Palazzo Margherita e di averlo apprezzato come amministratore civico assiduo e competente, come pure per il profondo ancoraggio che egli aveva nei valori e negli ideali del Cattolicesimo democratico. Il funerale domani alle 15:30 a Paganica, nella Chiesa degli Angeli Custodi.

 

Goffredo Palmerini




Notaresco. Messa in sicurezza del territorio, opere pubbliche e nuovi insediamenti produttivi a un anno del secondo mandato Di Bonaventura

A un anno dall’insediamento, l’amministrazione guidata dal sindaco Diego Di Bonaventura, traccia un primo bilancio delle attività realizzate: “Tanti gli interventi portati a termine – spiega il primo cittadino -, nel settore delle opere pubbliche abbiamo completato i lavori di sistemazione del manto stradale e messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico di contrada Fosso Cupo, così come gli interventi di messa in sicurezza in somma urgenza di via De Colli per un importo di 200mila euro. È stata completata la ristrutturazione di Villa Clemente, che sarà pronta per fine estate, e ultimato anche il secondo lotto di ampliamento della pubblica illuminazione in zone del territorio comunale che attendevano questi interventi da 40 anni. Inoltre, l’Amministrazione comunale ha avviato i i lavori di ristrutturazione di via Scarpone”.
Sul fronte dei servizi, mantenuti gli standard qualitativi e quantitativi di tutti i servizi scolastici e sociali erogati dall’ente comunale, potenziando anche il servizio di trasporto scolastico sul territorio. Migliorati decisamente anche il decoro urbano e la fruibilità complessiva del paese con l’installazione della nuova cartellonistica stradale, anche nelle contrade.
“Dopo il primo grande insediamento produttivo – prosegue Di Bonaventura -, in controtendenza con la generale congiuntura economica negativa, Notaresco si conferma un territorio in grado di attrarre importanti investimenti e dove stanno per insediarsi altri 20mila mq di nuove aziende. Considero uno dei risultati più importanti di questo inizio di secondo mandato, dopo aver posto le condizioni in quello precedente, la prosecuzione del processo di reindustrializzazione economica del Paese, con la creazione  di nuove opportunità di lavoro per tutto il comprensorio”.
“In merito alla polemica sollevata dalle forze di opposizione – chiosa il sindaco di Notaresco – riconosco  che hanno detto una verità: il bilancio è ingessato. È così dal 2003, quando all’epoca il grande sindaco Valter Catarra, appena eletto, certificò un enorme buco strutturale, di circa 800mila euro, ereditato dalle precedenti gestioni di centrosinistra. Con grandissimi sforzi, in questi anni abbiamo ridotto di oltre un terzo il deficit che ci hanno lasciato in eredità. Mentre loro sono sempre più isolati e hanno perso il contatto con i cittadini e con la realtà, noi abbiamo riattivato la filiera virtuosa con Regione e Provincia, che ha già portato e produrrà ancora importanti risultati per il nostro comune”.



L’AQUILA. UNA SCRITTRICE IN MEZZO A NOI: MARIA ELENA CIALENTE di Giuseppe Lalli

  di Giuseppe Lalli

L’AQUILA – In un contesto storico in cui si ha l’impressione che la città dell’Aquila stia vivendo un particolare fermento culturale, una sorta di Rinascimento che lascia ben sperare sul futuro del capoluogo abruzzese, mi sembra doveroso segnalare un piccolo grande libro diMaria Elena Cialente, giovane scrittrice aquilana al suo primo romanzo, che giunge dopo un impegnativo saggio dedicato al fantastico nella letteratura italiana, uscito per i tipi  della casa editrice Solfanelli con il titolo “L’ALTRO E L’ASSENTE”.

Libro Shat Mat

Il romanzo di cui si parla, pubblicato circa un anno fa dalle Edizioni Tabula Fati, è stato presentato l’ultima volta all’Aquila il 24 maggio 2019 al Palazzetto dei Nobili e a Pescara il 7 giugno scorso, nell’ambito del Rosadonna, festival delle eccellenze femminili. Il racconto, che Maria Elena aveva scritto già prima del terremoto che dieci anni fa ha sconvolto il capoluogo abruzzese, ha il titolo accattivante di “SHAT MAT”, che in arabo significa “scacco matto’’. Protagonista principale – e “io” narrante – di questo libretto che ha tutte le caratteristiche di un piccolo moderno “romanzo di formazione”, come un tempo si sarebbe detto, è Raffaele, un ragazzo che, come molti di noi, era adolescente negli anni Sessanta e giovane negli anni Settanta. Ha respirato a pieni polmoni l’atmosfera del ‘68, e per tanti aspetti l’ha anche subìta. Ha fatto tutto il cursus honorum di quegli anni, e, ormai medico e sposato, sentendo di aver pagato il suo conto con la vita, decide di fissare sulla carta le sue esperienze giovanili, come se volesse scaricarsi di un peso.

Maria Elena Cialente

Si stenta a credere che a scrivere le memorie di un uomo nato negli anni Cinquanta sia una giovane donna dei nostri tempi. Bisogna conoscere l’autrice, una donna dall’aspetto fragile e raffinato, per rendersi conto dello sforzo che ha dovuto compiere per immedesimarsi nella psicologia di un personaggio assai diverso da lei, oltre che per il sesso, per il contesto storico, sociale e familiare in cui il protagonista del racconto si muove. Questi ragazzi nati negli anni cinquanta Maria Elena mostra di conoscerli molto bene: ne ha respirato l’aria nei racconti sentiti, fino ad assorbirla. È, questo, il segno di una partecipazione commossa alle vicende di un’epoca e di una generazione che non sono le sue, ma che avverte, quasi con invidia, come un bivio di destini individuali e collettivi: un filo della memoria a lungo coltivata, interrotto dalla sciagura del terremoto, e poi ripreso, ad alimentare forse una nuova speranza.

Per molti coetanei del protagonista (sono anch’io tra questi) che leggeranno il piccolo romanzo di Maria Elena potrebbe valere il famoso detto De te fabula narratur. Del resto, per ogni racconto che si rispetti si può dire De te fabula narratur. Il racconto si apre con la descrizione delle vicende di un gruppetto di bambini di cui fa parte Raffaele: una piccola gang che ruba oggetti (manicotti di bombole del gas, fili di rame) dalle case abbandonate del centro storico aquilano, ma anche oggetti sacri dalle sacrestie delle vecchie chiese, per poi rivenderli ad una vecchia del quartiere in cambio di qualche spicciolo. Si respira a tratti, in queste righe, l’atmosfera di certi romanzi veristi del secondo dopoguerra, nonché di certe scene pasoliniane di “Ragazzi di vita”. Una volta giovane, studente di medicina, Raffaele entra nel tunnel della droga: dapprima erba, poi eroina.

Altro personaggio del racconto è il nonno materno, Roberto, un anziano medico in pensione con il quale Raffaele coltiva un rapporto affettuoso e complice, ma che presenta la stessa fragilità del nipote e che quindi non può essergli di grande aiuto. L’aiuto lo troverà invece in altre persone, prima fra tutte il professor Alberini, originale figura di matematico e anarchico cristiano, conosciuto al circolo, con il quale intreccerà interessanti discorsi filosofici nel corso di interminabili partite a scacchi. C’è nel libro, insieme ad una tensione filosofico-esistenziale, una componente fortemente pedagogica. Raffaele, a un certo punto, dice: «I miei genitori erano anche troppo presi dai loro litigi per accorgersi delle mie fughe. Lo avevo fatto anche da bambino quando, spaventato dalle loro grida e dai piatti che mia madre fracassava a terra, uscivo dal retro per raggiungere la porta del nonno».

Quante famiglie – ci viene da pensare – ci sono state e ci sono come quella di Raffaele…quanti genitori assenti, anche quando sono presenti. «La famiglia è finita», ci ripetono i tanti profeti del nulla che sentenziano ogni giorno nei mass-media. La famiglia la stiamo facendo finire noi ogni giorno, si può ragionevolmente ribattere. Raffaele, che riuscirà ad uscire dal tunnel della droga, finirà per dare un senso alla vita facendo scacco matto (Shah mat, appunto, “scacco matto” in arabo) non contro il professor Alberini, il suo perenne avversario agli scacchi, che in fondo è, come si direbbe in termini freudiani, il suo “super io”, ma contro se stesso, o meglio contro il lato opaco del suo “io”. Raffaele – sembra dirci l’autrice del romanzo – ha il merito di averci provato, e alla fine si è riscattato, mentre si ha l’impressione che oggi molti giovani, purtroppo, nemmeno ci provano. È questo uno dei messaggi che Maria Elena ci insinua.

Sembra proprio che la scrittrice, dando una identità a ciò che ha respirato nell’aria, abbia voluto calarsi nella parte di un protagonista di quegli anni, Raffaele, che alla fine riesce a dare un senso al suo disagio, mentre ogni giorno, anche a scuola, la professoressa Cialente forse tocca con mano un disagio che pare non avere molto senso. Sotto questo aspetto, il libro si presenta come una lettura non canonica e demistificante di quel sessantotto di cui l’anno scorso si sono celebrati i cinquant’anni, se per demistificante si intende, al di là delle indubbie conquiste democratiche di quella stagione, il tentativo di gettare una luce sugli aspetti opachi del mito sessantottino. Tutto ciò a partire da quella filosofia libertaria (ma si potrebbe dire libertina e, come sul dirsi, «buonista») che ha fornito molti alibi, e che si riassume nella frase «Vietato vietare»: quella cultura che ha riportato in auge la pedagogia di Jean Jacques Rousseau (1712-1778) e l’idea che tutti i mali ci vengono dalla società; quella cultura che spesso ha distrutto senza costruire, e che a lungo andare ha prodotto teste vuote, culto delle apparenze, un desolante conformismo spesso contrabbandato per anticonformismo ; ma, anche, paradossalmente, competitività sfrenata, e ricerca del piacere e della trasgressione  scambiata per libertà.

Sotto questo aspetto, l’autrice di questo piccolo romanzo sembra invitarci ad un serio, profondo, coraggioso esame di coscienza. Aspetto non secondario del racconto è la lingua, una lingua che Maria Elena, letterata, padroneggia in ogni riga, e che sa coniugare con un uso sapiente dello stesso parlato dialettale, presente a volte anche nella struttura sintattica della frase. Per finire, una piccola annotazione storico-filosofica (questo della Cialente è anche un piccolo romanzo filosofico, come si accennava), che mi viene suggerita da una frase che si legge nelle prime pagine. Al professor Alberini che gli parla di Ipazia, una giovane filosofa neoplatonica del quarto secolo massacrata da una folla di cristiani fanatizzati dai loro capi, quei cristiani usciti da poco dalle persecuzioni, Raffaele risponde: «…E’ proprio vero, professo’: quando la fortuna cambia corso, i vecchi martiri diventano gli aguzzini di turno».

Una grande intellettuale francese del secolo scorso, Simone Weil (1909-1943), all’indomani di quella tragedia europea che fu la guerra civile spagnola, nella quale lei, come tanti intellettuali francesi, aveva partecipato militando nel fronte repubblicano, dalla parte dei “rossi”, in quella che aveva ritenuto essere la parte giusta, ebbe un rapporto epistolare con lo scrittore Georges Bernanos (1888-1948), che aveva invece combattuto dall’altra parte, cioè sul fronte dei franchisti vincitori, e che in un saggio-romanzo (“I grandi cimiteri sotto la luna”) aveva denunciato, da cristiano onesto quale era, le crudeltà compiute dalla sua fazione. Simone Weil, che aveva letto il libro, si complimentava con Bernanos, e a sua volta rievocava il disgusto che a lei aveva suscitato l’ebbrezza del sangue di tanti suoi compagni che a sera si complimentavano a vicenda per il numero dei preti uccisi. Ebbene, questa grande pensatrice diceva di aver visto in azione una ferocia umana che andava ben al di là delle ragioni dell’appartenenza politica, e concludeva la lettera con queste esemplari parole: «Bisogna essere sempre disposti a cambiare di campo, per inseguire la giustizia, questa eterna fuggitiva dai campi della vittoria». Maria Elena, novella Simone Weil, alla fine del suo denso racconto, ci propone una soluzione abbastanza simile. A questo proposito, vale la pena di riportare le ultime battute del colloquio tra il professor Alberini e Raffaele ormai pronto per la sua nuova vita.

«Non è mica un contratto la vita, Raffae’…non dobbiamo dimenticare di versare l’obolo fondamentale che dà senso a tutto.»

«Sarebbe, professo’?»

«L’amore, Raffae’…L’ha detto pure Cristo, no?», risponde Alberini, e precisa: «Cristo ci ha detto che noi siamo tutti uguali, sì, ma come figli di Dio, e l’anarchismo che siamo tutti uguali nei diritti. Ma non è vero che siamo tutti uguali. Se così fosse ci capiremmo all’istante. Invece…E poi le possibilità non so’ le stesse, c’è poco da fa’, né per il talenti…né per i natali…né per le condizioni economiche…»

«Ma che rimedio abbiamo a tutto questo?», chiede infine Raffaele.

E la risposta del professore non si fa attendere: è la stessa, si deve presumere, di quella di Maria Elena, ed è il vero filo rosso di tutto il piccolo grande romanzo:

«L’amore. Solo chi ha il coraggio d’amare, Raffae’, sopravvive».

Il rimedio suggerito è una di quelle medicine che scarseggiano sul mercato dei rapporti sociali, dove invece abbondano – ne facciamo esperienza ogni giorno – l’orgoglio e l’invidia: la caligine che sempre rimane quando gli eroici furori ideologici sono evaporati. Si ha l’impressione che l’utopia rivoluzionaria che l’ex sessantottino Raffaele finisce per fare propria è quella linea sull’orizzonte dove la terra e il cielo sembrano toccarsi… Una vera scrittrice è in mezzo a noi: Maria Elena Cialente.




Santuario di San Gabriele: festa della Famiglia passionista. Raduno degli “Amici di Gesù crocifisso”.

 

 

Domenica 7 luglio circa 400 aderenti al movimento laicale “Amici di Gesù crocifisso” si incontreranno al santuario per l’annuale festa della Famiglia passionista, provenienti da Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo.

San Gabriele

Il movimento di spiritualità, fondato 30 anni fa dal passionista padre Alberto Pierangioli, associa in tutta Italia (ma ci sono anche alcuni gruppi all’estero) migliaia di laici che vogliono vivere da vicino la spiritualità dell’istituto dei passionisti, fondato nel 1720 da San Paolo della Croce (Ovada, AL 1694-Roma 1775) e a cui appartenne anche San Gabriele.

Il raduno, che prevede momenti di catechesi, preghiera e testimonianze, inizierà alle ore 9 e si concluderà nel primo pomeriggio.

 




IL FERMENTO NEL CIRCOLO TENNIS GIULIANOVA TRA PICCOLI E GRANDI

 

 

GIULIANOVA – Grande entusiasmo nel Circolo Tennis Giulianova per gli ottimi risultati ottenuti nei campionati regionali individuali e di doppio e nella Final Four dei Campionati Under 10 Misto.

Vittoria per la squadra Under 10 che, composta da Sara La Noce, Luca Del Toro e Andrea D’Alberto, ha confermato la propria forza rispettando i favori del pronostico della vigilia.

Fabio Fiorà con alcuni ragazzzi del CT Giulianova

In evidenza anche gli atleti nei campionati individuali con la vittoria nel singolare Under 10 Femminile di Sara La Noce, vittoria in doppio per Matteo Del Toro, ottimo terzo anche nel singolare Under 14 Maschile e terzo posto per Leonardo Giannattasio nell’Under 13 Maschile.

 

“Si conferma un’annata magica per il settore giovanile che ormai macina vittorie anche a livello nazionale. Tanti i giovani che si avvicinano al nostro sport e speriamo di poter dare loro lo spazio che meritano”, afferma con orgoglio Fabio Fiorà, Maestro di tennis FIT del circolo giuliese.

 

Il Presidente Lucio Spinozzi non manca di esprimere soddisfazione per i risultati conseguiti dai piccoli portacolori del CT Giulianova: “Il nostro circolo  cura con sempre maggiore attenzione la scuola tennis, il nostro fiore ll’occhiello. Oltre che ai ragazzi e ai genitori, che si stanno interessando con crescente entusiasmo a questa disciplina – sostiene Spinozzi -, un particolare ringraziamento va al Maestro Fabio Fiorà e al suo staff per il proficuo lavoro che stanno svolgendo per la crescita dei più giovani, non soltanto sul piano tecnico ma anche caratteriale e dei valori sportivi. E’ un fondamento importante in questo delicato settore che rappresenta il futuro del circolo e del tennis a Giulianova”.

 

Il Direttore Tecnico del CT Giulianova, Luigi Stacchiotti, accende i riflettori sull’attività degli adulti, che vive una fase di pari fermento: “Si è appena concluso il 39° Torneo “Città di Giulianova” riservato a giocatori di 3^ e 4^ Categoria che ha vistoi trionfare, davanti ad un folto pubblico, presente per l’intera durata della manifestazione, dal 3.1 Fabio Celestini del CT Martinsicuro, vincitore in finale sulla giovane rivelazione Piermatteo Pompei, under del CT Teramo– sottolinea Stacchiotti -. Ora ci proiettiamo, con la passione e l’entusiasmo di sempre, verso il grande appuntamento dell’estate, il Torneo Open Nazionale riservato a giocatori di 2^, 3^ e 4^ categoria classificati 4.1”.

 

Il torneo è in calendario dal 3 al 18 Agosto presso gli impianti del Centro Sportivo di Via Ippodromo. Avrà un montepremi di 4.000.00 Euro e sarà seguito dalle telecamere di Supertennis TV. Per dare la misura del suo livello qualitativo, basta ricordare che, tra i vincitori delle ultime edizioni, figura il talentuoso ascolano Stefano Travaglia, fresco n. 100 nel ranking mondiale ATP, il quale vanta, dal 2017, la partecipazione a tutti e quattro gli Slam, tre titoli Challenge e diversi ITF. Insomma, un appuntamento da non perdere.




Giulianova. Per la prima volta nove cugini si ritrovano tutti insieme

É una specie di diaspora con 16 cugini sparsi tra l’Italia, l’Inghilterra e gli Usa; otto diversi cognomi, tutti originari di Giulianova e collegati al “clan” Serafini.

Di questi, nove si sono riuniti a Giulianova a luglio (per la primissima volta), presso il locale balneare Nova Vita Beach. I cugini hanno etá che vanno dai 73 ai 58 anni.

A rappresentare Sandra Misticone, la prima nata (ed ora scomparsa) c’era il figlio Nico Iaconi e a rappresentare la seconda nata, Danusia Ereminowicz (pure scomparsa), vi era il fratello Robert, in rappresentanza anche della sorella Teresa, rimasta in Inghilterra. Gli Ereminowicz sono tutti nati fuori Londra, inoltre dall’Inghilterra erano assenti anche i

cugini, Elena e Guy Chiavetta. A rappresentare Paolo Serafini, residente negli Usa, c’era il fratello Dom, pure residente negli Stati Uniti, mentre per conto di Giovanni Campetti, che era in viaggio, ha partecipato il figlio Vincenzo in rappresentanza anche degli zii, Anna Maria e Gianfranco.

Clan Serafini

Nella foto da s. a d.: Dom Serafini, Roberto Garzarelli, Virginia Mará, Rob Ereminowicz

Nico Iaconi, Luigi Cartone, Franco Cartone, Filippo Mará (assente Vincenzo Campetti, arrivato per la sola cena).

Foto Archivio, una recente presentazione del libro Ero Gracile di Dom Serafini. Nella foto, da s. a d.: Dom Serafini, Walter De Berardinis e Pietro Campanaro




Poesia. Il sogno

Poesia

Il sogno

Ho sognato un mondo, senza frontiere, senza confini e pieno di grande umanità,

vedevo i fratelli spostarsi da un paese all’altro liberamente, trovando porti e porte aperte e ospitalità.

Ho sognato un mondo, dove le risorse e i frutti della terra, venivano distribuiti equamente,

vedevo i fratelli che avevano tutti da bere e mangiare, che vivevano nella normalità serenamente.

Ho sognato un mondo, dove praticavano i veri valori umani, l’amore, l’onestà, la pace e la sincerità,

vedevo i fratelli liberi di dire, basta strumenti di morte e si misero a produrre strumenti di vita per tutta la comunità.

Ho sognato un mondo, bello, il cielo e la terra, con tanti fantastici e incantevoli colori,

vedevo le magnifiche diversità e qualità, dei fratelli convivere insieme e orgogliosi da farsi gli onori.

Ho sognato un mondo, pieno di umiltà, di verità, di bene e di molta bontà,

vedevo i fratelli felici, vivere nella semplicità, condivisione e nella solidarietà.

Ho sognato un mondo, pieno di infinite varietà e bellezze della natura dell’ambiente da rispettare,

vedevo i fratelli godere delle meraviglie delle tante forme di vita sulla terra, erano amate.

Ho sognato un mondo, dove si diffuse  una luce speciale, illuminò le persone e si misero a sognare,

vedevo i fratelli vivere come se i loro sogni fossero diventati realtà, in un mondo più giusto da ammirare.

Ho sognato un mondo, dove veniva rispettata la dignità di ogni persona, pieno di coltura civile sociale e ambientale,

vedevo i fratelli vivere uniti, con gioia, si sentivano tutti cittadini di questo magnifico mondo e ideale.

Ho sognato un mondo, dove cera luce, pace, etica, utopia, partecipazione e responsabilità,

il sogno globale era diventato realtà, dove veniva  salvata la vita, la cultura, la società, l’ambiente, la civiltà e l’umanità.

Francesco Lena

 24060 Cenate Sopra ( Bergamo )




La Consulta degli Eventi: presentazione del libro autobiografico di Sonia Marziani

GIULIANOVA – Domenica 30 giugno nella sala Congressi del palazzo Kursaal di Giulianova, la Consulta degli Eventi ha realizzato la presentazione del libro autobiografico di Sonia Marziani “Ho fatto a pugni con Mr. Hodgkin”, la quale ha vinto la battaglia per la vita sul linfoma, con

presentazione libro sonia marziani (2)

un’inedita ma emozionante introduzione curata dal duo I Maelisando,  creando una suggestiva atmosfera leggendo brevi passi del libro intercalate da canzoni contestualizzate al tema della lotta sulla malattia. L’evento si è realizzato grazie alla collaborazione delle associazioni iscritte alla Consulta: Il Cme Nuovi Accordi di Armando Ianni, il GAL (Gruppo Linfoma Abruzzo), Lympha Perennis di Francesca Marano. L’evento è iniziato con l’augurio della vice Sindaco Lidia Albani intervenuta per un saluto dell’amministrazione comunale. La presidente Elisa Concetto e il vice presidente Luigi Chiodi della Consulta, hanno espresso la volontà di promuovere con future iniziative delle associazioni il messaggio del GAL, costituito da ex malati di linfoma e che si occupa di sostenere e guidare tutte.. quelle persone che si ritrovano ad affrontare un percorso di sofferenza e paura a causa della malattia. L’evento è stato magistralmente guidato dalla attenta e sensibile giornalista Evelina Frisa la quale ha intervistato il dottore Francesco Angrilli, ematologo, che ha curato l’autrice, il responsabile del Centro diagnosi e terapia linfoma dell’Ospedale Santo Spirito di Pescara,  ha sottolineato l’importanza che la conoscenza del GAL possa sia una preziosa risorsa, ed il presidente del GAL Antonio Cetrano.