Italia. Sciopero generale europeo 14 novembre: da Taranto all’Europa. Per Lavoro, Salute e Ambiente!

In occasione dello sciopero generale europeo di mercoledì 14 novembre,
promosso in Italia
dalla CGIL e altre sigle sindacali, sentiamo la necessità di lanciare
alle forze
politiche, alla società civile e alla cittadinanza della Provincia di
Taranto un appello
alla mobilitazione.

Le ragioni che hanno ispirato la convocazione di questa giornata di
lotta si esprimono
nella rivendicazione di un modello di sviluppo radicalmente diverso da
quello che ci ha
condotti alla crisi e che contribuisce al suo perdurare. Questo
modello di sviluppo è
consistito nel porre al centro della vita economica il profitto,
subordinando al suo
perseguimento la sicurezza dei lavoratori, la salvaguardia della
salute e dell’ambiente e
la coesione sociale delle popolazioni europee.
La vicenda che sta scuotendo il nostro territorio, legata al futuro di
ILVA, riassume
bene tutti questi elementi. In quindici anni, grazie al pieno utilizzo
dello stabilimento
tarantino, i Riva hanno conseguito margini di profitto fino a poco tempo
prima
inimmaginabili. Questo avrebbe potuto consentirgli di effettuare per
tempo tutti gli
investimenti necessari a rendere gli impianti sostenibili sul piano
ambientale e sociale;
ma piuttosto che affrontare la sfida della trasformazione, essi hanno
preferito
continuare a ricavare vantaggi competitivi dall’ipersfruttamento della
manodopera e
dell’ambiente circostante. Una direzione politica, nella maggior parte
dei casi,
improntata al più miope “lasciar fare” – in certi casi condito anche
da elementi di
corruzione – glielo ha consentito.
Oggi i nodi sono venuti al pettine, ma i Riva continuano a far finta
che nulla sia
successo. Martedì 6 novembre la direzione aziendale ha annunciato quasi
contemporaneamente la messa in Cassa Integrazione di 2.000 lavoratori
dell’area a freddo
e la presunta impossibilità di ottemperare alle prescrizioni contenute
nell’AIA fin
quando non sarà ordinato il dissequestro degli impianti dell’area a
caldo. Si tratta di
misure tanto più gravi in quanto fanno il paio con la mancata
presentazione di un piano
industriale che renda noti, una volta per tutte, gli impegni puntuali
che l’azienda
intende sostenere per abbattere le emissioni inquinanti dello
stabilimento e rendere lo
stabilimento compatibile con la conservazione della vita umana e
dell’ecosistema naturale.

Siamo di fronte a un bivio: o si affermerà concretamente l’indirizzo
per cui “un altro
modo di fare acciaio è possibile” oppure la fabbrica – e con essa la
provincia jonica e
buona parte del sistema produttivo nazionale – entrerà in un tunnel
senza uscita.
Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa catastrofe. Che i
Riva dichiarino
subito le loro intenzioni su Taranto! E se queste sono negative, che il
governo
intervenga per trovare tutte le possibili soluzioni affinché gli
impianti vengano
ammodernati senza la perdita di un solo posto di lavoro e addebitando
alla proprietà i
costi di risanamento!

Lo sciopero generale del 14 novembre rappresenta una prima imperdibile
occasione per
avanzare questi contenuti, conferendogli la dimensione europea che gli
compete. Per il
nostro paese e per il nostro territorio la soluzione positiva del caso ILVA
significherebbe infatti fare un passo avanti in direzione delle aree
più avanzate del
sistema economico europeo, che già da tempo hanno affrontato con
successo la sfida della
compatibilità ecologica. D’altra parte, l’affermazione dei diritti
dei
cittadini e dei
lavoratori (su tutti quello a vivere e lavorare in un ambiente che non
sia causa di
malattie e morte) rappresenterebbe nell’attuale fase di crisi che
investe l’intero
continente un primo significativo segnale di superamento del modello
di sviluppo basato
sul profitto ad ogni costo.

Il modello di sviluppo che invece noi immaginiamo – per Taranto, per
il Paese e per
l’Europa – si basa su investimenti in innovazione, che possano
rilanciare le aree
afflitte da disoccupazione e precarietà, dando vere opportunità ai
giovani, che al
momento hanno di fronte la sola opzione dell’emigrazione per sfuggire
al deserto che gli
si fa intorno.

Per questo saremo in piazza il 14 novembre e invitiamo tutti i
cittadini della Provincia
di Taranto che vogliano sostenere questa prospettiva di rinnovamento ad
esserci.

Adesioni appello sciopero generale 14 Novembre

Alessandro Leogrande (giornalista e scrittore)
Alessio Di Florio (attivista PeaceLink – Abruzzo)
Alfredo Cervellera (cons. Regione Puglia)
Angela Bianco (parrucchiera)
Anna Addabbo (Spi Cgil)
Angela Todaro (operatrice sociale, Associazione Babele)
Angelo Farano (già membro dir.prov. DS Taranto)
Anna Maria Bonifazi (coordinatrice prov. Libera)
Anna Rita Lemma (docente)
Antonio Giannone (lavoratore Als – segreteria provinciale PRC)
Antonio Paladini (lavoratore precario, Leverano)
Anzolin Preneste (dirigente scolastico)
Chiara Barbieri (Studentessa e Senatrice Accademica Università di Pisa)
Cosimo Cicala (operaio ILVA)
Cosimo Nume (medico)
Cosimo Spada (praticante avvocato)
Donatella Duranti (coordinatrice prov. SEL)
Emanuele Franco (avvocato)
Edvige Grifoni (pensionata)
Enzo Pilò (Presidente Associazione Babele)
Ernesto D’Eri (consigliere comunale Taranto)
Ettore Bucci (Studente Università di Pisa – Assemblea Federale SEL Pisa )
Fabio Boccuni (operaio ILVA)
Ferdinando Dubla (Segreteria Prov. PdCI – Responsabile Cultura –
Scuola e Formazione)
Francesco Bardinella (RSU FIOM Ilva)
Francesco Brigati (RSU FIOM Ilva)
Francesco Falcone (commercialista)
Franco Gentile (ass. Provincia di Taranto)
Gabriele Caforio (attivista Peacelink, Salice Salentino)
Giancarlo Girardi (pensionato Ilva)
Gianni Liviano (consigliere comunale Taranto)
Giovanni Lippolis (segretario sez. “Peppino Impastato” PRC)
Giuseppe Miceli (segreteria prov. PRC)
Giuseppe Stea (scrittore)
Ilaria Cinieri (psicologa e ricercatrice psicopolitica, “Voce del
verbo essere”)
Jacopo Lorè (operatore sociale, ARCI Palagiano)
Laura Tussi (attivista PeaceLink – Milano)
Lina Monteleone (commercialista)
Lisa Nuzzo (operatrice sociale)
Luca Occhionero (segretario prov. PRC)
Lucia Schiavone (docente)
Martino Di Lonardo (lavoratore Alenia)
Mauro Cipriano (Comitato federale PdCI Taranto)
Mario Marturano (Comitato federale PdCI Taranto)
Milvia Grifoni, (coordinatrice circolo SEL Pertini)
Paola Biasi (dottoranda)
Piero D’Elia (operaio ILVA)
Pietro di Bari (lavoratore precario – Bologna)
Remo Pezzuto (praticante avvocato – Pres ass. Sinistra in Movimento)
Roberto Polidori (bancario)
Salvatore Romeo (dottorando)
Sarah Latorre (componente della segr Prov del PdCI )
Serena Miccoli (Studentessa)
Stefania Castellana (dottoranda)
Stefano De Pace (impiegato)
Stefano Tamburrano (ass culturale il cantiere- Palagiano)
Stella Fuggiano (studentessa universitaria)
Valentina Basta (studentessa, presidentessa circolo ARCI Palacool)
Vincenzo Vestita (operaio ILVA)
Vito Vetrano (bracciante, Associazione Braccianti Palagiano)
Tonia Spinelli (Presidente del comitato politico prov. PRC)
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“OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE”. Il 4 Novembre a Nova Milanese per la Pace

Per noi il 4 Novembre è il giorno della Memoria delle vittime di tutte le guerre

“OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE”. Il 4 Novembre a Nova Milanese per la Pace

Incontro “OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE”: LE NUOVE POVERTA’ con l’OSF- Opera di San Francesco, che organizza varie attività di accoglienza per aiutare i nuovi poveri, come i migranti e i rifugiati politici che fuggono dalle guerre…

http://www.peacelink.it/pace/a/37126.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

Incontro “OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE”: LE NUOVE POVERTA’ con l’OSF- Opera di San Francesco, che organizza varie attività di accoglienza per aiutare i nuovi poveri, come i migranti e i rifugiati politici che fuggono dalle guerre…

“OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE”

Le nuove povertà

In fuga dalle guerre in cerca di accoglienza

Tante persone comuni, in tanti piccoli luoghi, fanno tante piccole cose, che possono cambiare la faccia del mondo.

Interverranno:

PADRE MAURIZIO ANNONI

Frate Cappuccino, Direttore OSF- Opera San Francesco per i Poveri

ATTILIO GALIMBERTI

Membro Ordine Francescano Secolare

PADRE GHEBRAY BEDEMARIAM

Frate Cappuccino dell’Eritrea
FABRIZIO CRACOLICI

Presidente ANPI Nova Milanese

LAURA TUSSI

Docente e giornalista

ALFONSO NAVARRA

Obiettore di Coscienza alle spere militari e nucleari

Con la partecipazione dei migranti e dei rifugiati politici che fuggono dalle guerre.

Testimonianza di EMILIO BACIO CAPUZZO, Partigiano.

Sala Consiliare, via Zara n°1 – Nova Milanese (MB)

Domenica 4 Novembre 2012 Ore 16.30

Allegati

“OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE”: LE NUOVE POVERTA’. Il 4 Novembre a Nova Milanese per la Pace. Per NOI il 4 Novembre è il Giorno della Memoria delle vittime di tutte le guerre




QUALEDUCAZIONE- Luigi Pellegrini Editore, Cosenza- Rivista della Fondazione GianFrancesco SERIO

QUALEDUCAZIONE, Rivista Scientifica Internazionale di Pedagogia e il Dialogo fra Culture

QUALEDUCAZIONE- Luigi Pellegrini Editore, Cosenza- Rivista della Fondazione GianFrancesco SERIO

QUALEDUCAZIONE propone temi riguardanti la comprensione umana nella civiltà della convivenza e della compresenza dei simboli:

storie di migrazione e di inte(G)razione.

http://www.peacelink.it/pace/a/37106.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

QUALEDUCAZIONE, Rivista Scientifica Internazionale di Pedagogia, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza- Rivista della Fondazione Gianfrancesco Serio

La Comprensione Umana

di Laura Tussi

Le storie di migrazione e di inte(g)razione raccolte nell’ultimo numero dei Quaderni Satyagraha, dal titolo “La nostra scuola è il mondo intero” è il risultato di un impegno sul campo, un coinvolgimento dal basso con gli studenti dei corsi serali dell’Istituto Professionale “G.Matteotti” di Pisa per dare spazio alle voci di coloro che non si possono mai esprimere e a cui non è concesso il diritto di denunciare il proprio disagio esistenziale.[1]

L’esperienza diretta degli altri, degli eventi che li segnano, dei loro progetti di vita, delle idee che trapelano dai discorsi, dalle vicendevoli relazioni, permette di entrare in sintonia, tramite rapporti empatici, con le persone, in una comprensione plurima e alta, generata dalla memoria delle parole, dal ricordo degli sguardi, dal suono delle voci, dalla ripetizione e ritualità dei gesti, nei volti, negli incontri, per comprendere il pensiero e la volontà altrui, nell’ambito della convivenza umana, che è una condizione di pluralità degli aspetti sociali, politici, morali, perché l’umanità è unica e plurale al contempo, all’interno delle relazioni, nell’emozione degli incontri. La relazione e l’incontro comportano dimensioni emotive e affettive di sconvolgimento, stupore, sorpresa, suscitate dalle differenze implicite nell’altro, nell’ambito relazionale tra persone che fanno riferimento a pratiche,  norme, valori, in cornici e contesti culturali diversi che apportano differenti gradienti di conflittualità o accordo, di cui si può valorizzare l’arricchimento reciproco, oltre i fattori di scontro, per vincere le paure, le insicurezze che generano discriminazioni e brutalità razziste. La relazione è una condizione umana indispensabile per comprendere l’altro e accoglierlo, accettando, riconoscendo e valorizzando le implicite differenze di carattere culturale, di appartenenza etnica e di genere, di condizione sociale, di stato psicologico, di dimensione emotiva, al fine di accogliere le persone nella loro totalità e globalità, tramite un rapporto di empatia, di comprensione strutturale dell’altro in tutte le sfaccettature e le complessità identitarie di cui è portatore, per realizzare la convivenza attiva, senza barriere, oltre i pregiudizi e gli stereotipi che generano ghettizzazioni, discriminazioni e razzismi. Questi concetti comportano una sperimentazione nella pratica esperienziale dei principi e dei valori della Carta Costituzionale Democratica, del portato culturale umanistico e illuministico e del contributo dei contenuti dei messaggi delle più importanti religioni, al fine di dare e scongiurare le tragiche vicende della storia del 900, che hanno avuto proprio come motore le ideologie fondate sul razzismo. La strategia della paura nei confronti dell’altro alimenta il razzismo nei contesti attuali, attraverso la costruzione mediatica di una minaccia interna, rappresentata dall’altro e dal diverso. L’educazione e l’impegno antirazzisti propongono un programma costruttivo che fonda i saperi della convivenza nella relazione empatica dialogica tra persone differenti al fine di conoscersi, parlarsi, informarsi e interagire per comprendersi convivere, tramite la conoscenza, l’incontro, la comunicazione vicendevole, sperimentando l’esistenza insieme, per scoprire che l’altro è prima di tutto ed essenzialmente un essere umano, una persona con pari dignità e opportunità e nessuno ha un’identità unica, ferma e irriducibile, ma tutti, a livello personale e collettivo siamo in evoluzione, verso nuove dimensioni plurali dell’esistere, verso altre civiltà, in condizioni di vita che rispettino i diritti umani, in una società multipla, plurima e sempre più meticcia, nella possibilità di conoscenza reciproca, partecipando vicendevolmente, per comprendersi maggiormente, nell’accoglienza delle implicite diversità, per contrapporre il significato alto della differenza, come controproposta ai movimenti separatisti e razzisti.

http://www.peacelink.it/storia/a/34611.html

[1] La Nostra Scuola è il Mondo intero.

I Quaderni SATYAGRAHA, Centro Gandhi Edizioni (PISA)

propongono un nuovo numero dal titolo:

LA NOSTRA SCUOLA E’ IL MONDO INTERO.

Storie di Migrazione e di Inte(g)razione

a cura di Cristiana VETTORI,

con la Presentazione di Rocco ALTIERI, Direttore dei Quaderni SATYAGRAHA,

con il contributo teorico di Laura TUSSI e Antonio LOMBARDI

ed interventi di Linda BIMBI, Sergio BONTEMPELLI, Gabriele PARDO e molti altri.

Note:

http://www.peacelink.it/storia/a/34611.html

Allegati

QUALEDUCAZIONE propone temi riguardanti la comprensione umana nella civiltà della convivenza e della compresenza dei simboli: storie di migrazione e di inte(G)razione.

Vedi anche

Pace

Scuola e Didattica, editrice LA SCUOLA, per il Dialogo tra le Differenze

Dalla Disuguaglianza alla Diversità. La Scuola dell’inte(g)razione: percorsi didattici per agevolare la comprensione, la solidarietà, l’interazione nelle relazioni, tramite la gestione maieutica dei conflitti, per una società orientata a dinamiche di Pace.




QUALEDUCAZIONE- Luigi Pellegrini Editore, Cosenza- Rivista della Fondazione GianFrancesco SERIO

QUALEDUCAZIONE, Rivista Scientifica Internazionale di Pedagogia e il Dialogo fra Culture

QUALEDUCAZIONE- Luigi Pellegrini Editore, Cosenza- Rivista della Fondazione GianFrancesco SERIO

QUALEDUCAZIONE propone temi riguardanti la comprensione umana nella civiltà della convivenza e della compresenza dei simboli: storie di migrazione e di inte(G)razione.

http://www.peacelink.it/pace/a/37106.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

QUALEDUCAZIONE, Rivista Scientifica Internazionale di Pedagogia, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza- Rivista della Fondazione Gianfrancesco Serio

La Comprensione Umana

di Laura Tussi

Le storie di migrazione e di inte(g)razione raccolte nell’ultimo numero dei Quaderni Satyagraha, dal titolo “La nostra scuola è il mondo intero” è il risultato di un impegno sul campo, un coinvolgimento dal basso con gli studenti dei corsi serali dell’Istituto Professionale “G.Matteotti” di Pisa per dare spazio alle voci di coloro che non si possono mai esprimere e a cui non è concesso il diritto di denunciare il proprio disagio esistenziale.[1]

L’esperienza diretta degli altri, degli eventi che li segnano, dei loro progetti di vita, delle idee che trapelano dai discorsi, dalle vicendevoli relazioni, permette di entrare in sintonia, tramite rapporti empatici, con le persone, in una comprensione plurima e alta, generata dalla memoria delle parole, dal ricordo degli sguardi, dal suono delle voci, dalla ripetizione e ritualità dei gesti, nei volti, negli incontri, per comprendere il pensiero e la volontà altrui, nell’ambito della convivenza umana, che è una condizione di pluralità degli aspetti sociali, politici, morali, perché l’umanità è unica e plurale al contempo, all’interno delle relazioni, nell’emozione degli incontri. La relazione e l’incontro comportano dimensioni emotive e affettive di sconvolgimento, stupore, sorpresa, suscitate dalle differenze implicite nell’altro, nell’ambito relazionale tra persone che fanno riferimento a pratiche,  norme, valori, in cornici e contesti culturali diversi che apportano differenti gradienti di conflittualità o accordo, di cui si può valorizzare l’arricchimento reciproco, oltre i fattori di scontro, per vincere le paure, le insicurezze che generano discriminazioni e brutalità razziste. La relazione è una condizione umana indispensabile per comprendere l’altro e accoglierlo, accettando, riconoscendo e valorizzando le implicite differenze di carattere culturale, di appartenenza etnica e di genere, di condizione sociale, di stato psicologico, di dimensione emotiva, al fine di accogliere le persone nella loro totalità e globalità, tramite un rapporto di empatia, di comprensione strutturale dell’altro in tutte le sfaccettature e le complessità identitarie di cui è portatore, per realizzare la convivenza attiva, senza barriere, oltre i pregiudizi e gli stereotipi che generano ghettizzazioni, discriminazioni e razzismi. Questi concetti comportano una sperimentazione nella pratica esperienziale dei principi e dei valori della Carta Costituzionale Democratica, del portato culturale umanistico e illuministico e del contributo dei contenuti dei messaggi delle più importanti religioni, al fine di dare e scongiurare le tragiche vicende della storia del 900, che hanno avuto proprio come motore le ideologie fondate sul razzismo. La strategia della paura nei confronti dell’altro alimenta il razzismo nei contesti attuali, attraverso la costruzione mediatica di una minaccia interna, rappresentata dall’altro e dal diverso. L’educazione e l’impegno antirazzisti propongono un programma costruttivo che fonda i saperi della convivenza nella relazione empatica dialogica tra persone differenti al fine di conoscersi, parlarsi, informarsi e interagire per comprendersi convivere, tramite la conoscenza, l’incontro, la comunicazione vicendevole, sperimentando l’esistenza insieme, per scoprire che l’altro è prima di tutto ed essenzialmente un essere umano, una persona con pari dignità e opportunità e nessuno ha un’identità unica, ferma e irriducibile, ma tutti, a livello personale e collettivo siamo in evoluzione, verso nuove dimensioni plurali dell’esistere, verso altre civiltà, in condizioni di vita che rispettino i diritti umani, in una società multipla, plurima e sempre più meticcia, nella possibilità di conoscenza reciproca, partecipando vicendevolmente, per comprendersi maggiormente, nell’accoglienza delle implicite diversità, per contrapporre il significato alto della differenza, come controproposta ai movimenti separatisti e razzisti.

http://www.peacelink.it/storia/a/34611.html

[1] La Nostra Scuola è il Mondo intero.

I Quaderni SATYAGRAHA, Centro Gandhi Edizioni (PISA)

propongono un nuovo numero dal titolo:

LA NOSTRA SCUOLA E’ IL MONDO INTERO.

Storie di Migrazione e di Inte(g)razione

a cura di Cristiana VETTORI,

con la Presentazione di Rocco ALTIERI, Direttore dei Quaderni SATYAGRAHA,

con il contributo teorico di Laura TUSSI e Antonio LOMBARDI

ed interventi di Linda BIMBI, Sergio BONTEMPELLI, Gabriele PARDO e molti altri.

Note:

http://www.peacelink.it/storia/a/34611.html

Allegati

QUALEDUCAZIONE propone temi riguardanti la comprensione umana nella civiltà della convivenza e della compresenza dei simboli: storie di migrazione e di inte(G)razione.

Vedi anche

Pace

Scuola e Didattica, editrice LA SCUOLA, per il Dialogo tra le Differenze

Dalla Disuguaglianza alla Diversità. La Scuola dell’inte(g)razione: percorsi didattici per agevolare la comprensione, la solidarietà, l’interazione nelle relazioni, tramite la gestione maieutica dei conflitti, per una società orientata a dinamiche di Pace.

18 giugno 2012 – Laura Tussi

PeaceLink C.P. 2009 – 74100 Taranto (Italy) – CCP 13403746 – Inf




Claudio Sassi, Odoardo Semellini “Il Maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta”, Aereostella, Milano 2012

Si comunica che sul n. 374 di A-RIVISTA ANARCHICA compare la recensione al libro “Il Maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta” di Claudio Sassi e Odoardo Semellini

Claudio Sassi, Odoardo Semellini “Il Maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta”, Aereostella, Milano 2012

Prefazione di Mario Capanna
Recensione di Laura Tussi
Contributi di Brunetto Salvarani, Raffaele Fiore, Alberto Bazzurro, Romano Giuffrida, Giovanna Panigadi, Lucia Coccia

http://www.peacelink.it/pace/a/36989.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1349276134.htm

Si comunica che sul n. 374 di A-RIVISTA ANARCHICA compare la recensione al libro “Il Maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta” di Claudio Sassi e Odoardo Semellini, Aereostella, Milano 2012

“Il Maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta”

Libro di Claudio Sassi e Odoardo Semellini

Prefazione di Mario Capanna

Recensione di Laura Tussi

Contributi di Brunetto Salvarani, Raffaele Fiore, Alberto Bazzurro, Romano Giuffrida, Giovanna Panigadi, Lucia Coccia

Edizioni Aereostella, Milano 2012

http://www.arivista.org/

Un libro dettagliato e molto ben documentato, per far rivivere, a molte voci, la stagione della canzone d’autore, in cui i pensieri, le parole, la musica e la poesia si misurano con scelte coinvolgenti che segnano la Storia. “Storia di un impiegato” di Fabrizio de André, nella profondità e intensità del racconto, è un atto di coraggio e di onestà intellettuale, che rispecchia un periodo storico fecondo e rivoluzionario: il disco è concepito durante il pieno fermento sociale del Sessantotto. Quando comincia a scrivere questo album, Fabrizio De André vive un momento magico della personale carriera: Mina registra “La Canzone di Marinella” in 45 giri, sottraendo Faber ad un tranquillo anonimato e ad un destino inquadrato nei dettami stantii di un’esistenza borghese e decadente. La pubblicazione del disco, in un periodo storico come quello dell’Italia di metà anni ‘70, scatena una scia polemica,  sia tra i giornalisti musicali, sia nell’ area militante della sinistra. “Storia di un impiegato” è  considerato l’album più controverso e tormentato di De André. È stato definito il disco più “ideologico” dell’artista genovese, che in seguito non si esprimerà più in modo così politicamente manifesto. Lasciata definitivamente alle spalle la stagione degli esordi artistici, fondata su due capisaldi spaziali e autorali,  la Genova periferica e marginale e il suo maestro, ovviamente, il francese Georges Brassens, Faber mostra un’attenzione nuova al contesto sociopolitico dell’epoca e sembra  alla ricerca dell’acquisizione di una consapevolezza maggiore della parola in sé e per sé, che deve rispecchiare un’enfasi rivoluzionaria, un pathos politico e sociale emergente, dove i più deboli, gli ultimi, si emancipino dalla sottomissione autoritaria, dalla demagogia del potere.

“Storia di un impiegato” è un disco importante, non solo in relazione al periodo storico e sociale in cui uscì, ma soprattutto nell’ambito dell’itinerario artistico di De André, come riflessione sul presente, che dal G8 di Genova, ai recenti movimenti ispirati a Occupy  Wall Street, insegna quanto sia velleitario “buttare bombe” sui parlamenti, quando il vero potere risiede in ben altre e più occulte sedi. L’album esprime un messaggio chiaro ed incisivo: è necessaria una prassi politica militante di tipo collettivo, nella partecipazione attiva, per porre al centro della comunità l’individuo e per cambiare un sistema che, adesso più che mai, sembra inesorabilmente immutabile, arroccato sull’egemonia autoritaria del potere speculativo dei mercati finanziari. Infatti, in un concetto anarchico di società, non esistono “poteri buoni”, ma solo sistemi violenti e autoritari che cercano di perpetuarsi, magari chiamando in servizio permanente effettivo i “ rivoluzionari” di ieri. È il 1973 e un’Italia postsessantottina in piena rivoluzione artistica, politica e culturale, lo sfondo su cui Fabrizio de André compone questo nuovo album: la storia di un uomo che rifiuta le proprie convenzioni borghesi e che agirà secondo personali e viscerali convinzioni anarchiche e rivoluzionarie, ma comprenderà che la ribellione ha senso solo se collettiva e partecipata, in una dimensione comunitaria dell’esistenza sociale, dove la prassi politica e militante sia volta al raggiungimento della pace come bene comune.

Note:

http://www.arivista.org/

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1349276134.htm




Italia. Diamo un futuro alla Memoria…Per Non Dimenticare

La Memoria per un futuro di Pace.

“Creare è Resistere, Resistere è Creare” Stéphane Hessel

Diamo un futuro alla Memoria…Per Non Dimenticare

E’ importante fare insieme Memoria per comprendere le origini della crisi strutturale attuale e le dinamiche dell’esclusione e della demonizzazione dell’altro, come capro espiatorio. Fare insieme Memoria perchè il diverso, l’ultimo, l’escluso, l’emarginato, il più debole e il più fragile non diventino vittime del becero ricatto capitalista e iperliberista dell’esclusione sociale e della ghettizzazione.

http://www.peacelink.it/pace/a/36983.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

La Memoria per un futuro di Pace

“Creare è Resistere, Resistere è Creare”

Stéphane Hessel

Presentazione dei libri di:

DANIELE BIACCHESSI

Vicecaporedattore Radio24-Il Sole24ore, attore e narratore di impegno civile
Orazione Civile per la Resistenza,PromoMusic Corvino Meda 2012
FABRIZIO CRACOLICI

Presidente ANPI Nova Milanese
Un racconto di vita partigiana. Il Ventennio fascista e la vicenda del
Partigiano Emilio Bacio Capuzzo
, Mimesis 2012

LAURA TUSSI

Docente e giornalista

Educazione e Pace. Dalla Shoah al dialogo interculturale, Mimesis 2011

Con la partecipazione di:
Alfonso Navarra, obiettore alle spese militari e nucleari, attivista per la Pace ed ecologista

Mario Agostinelli, Presidente Associazione Energia Felice

Biblioteca Comunale, Cesate (Milano)

Venerdì 12 Ottobre 2012

Ore 21.00

Con il patrocinio:

Città di Nova Milanese

Comune di Cesate – Medaglia d’argento al Valore Civile

Comune di Cologno Monzese

Comune di Cormano

Città di Desio

Città di Bresso

Città di Cinisello Balsamo (Milano)

Comune di Sinalunga (Siena)- Assessorato alla Memoria

In collaborazione con:

ANPI, ANED, APEI, ARCINOVA, CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI, CASA DELLA CULTURA-Milano, CENTRO STUDI SERENO REGIS-Torino, CENTRO INTERDISCIPLINARE DI SCIENZE PER LA PACE-UNIVERSITÀ DI PISA, COMITATO A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE DELLE VITTIME E DEI LAVORATORI EURECO, FLC-CGIL, DIFESA AMBIENTE, EMERGENCY, ENERGIA FELICE, FONDAZIONE GIANFRANCESCO SERIO, IL DIALOGO.org, ISTITUTO PEDAGOGICO DELLA RESISTENZA, OSSERVATORIO NAZIONALE ED EUROPEO PER IL RISPETTO DELLE PARI OPPORTUNITA’- ONERPO, PEACELINK, RETE ANTIFASCISTA NORD OVEST MILANO, TEATRO DELLA COOPERATIVA, TEMPI DI FRATERNITA’, LAVORATORI METALLI PREZIOSI….e tanti altri.

Presentazione Libri di Daniele Biacchessi, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi (608 Kb – Formato pdf)

E’ importante fare insieme Memoria per comprendere le origini della crisi strutturale attuale e le dinamiche dell’esclusione e della demonizzazione dell’altro, come capro espiatorio. Fare insieme Memoria perchè il diverso, l’ultimo, l’escluso, l’emarginato, il più debole e il più fragile non diventino vittime del becero ricatto capitalista e iperliberista dell’esclusione sociale e della ghettizzazione.




Italia. Proseguono e si rafforzano le attività dell’associazione “Ponti di Memoria”.

Proseguono e si rafforzano le attività dell’associazione “Ponti di Memoria”.

Vi aderiscono come soci e simpatizzanti musicisti, attori, narratori, registi, giornalisti, scrittori, associazioni, teatri, operatori, spettatori, cittadini.

Ponti di Memoria…Per Non Dimenticare

“Ponti di Memoria” ha lanciato un grande progetto di democrazia partecipata per diffondere e promuovere la cultura della memoria italiana attraverso festival di musica, cinema, teatro, arti visive, workshop didattici, rassegne letterarie, iniziative editoriali (libri, cd, dvd).

http://www.peacelink.it/pace/a/36849.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

http://www.youtube.com/lauratussi

“Ponti di Memoria…Per Non Dimenticare”, Associazione Nazionale per la promozione della Memoria Storica

Al progetto dell’associazione “Ponti di Memoria” hanno aderito come soci e simpatizzanti alcuni artefici dell’impegno civile in Italia:

Daniele Biacchessi, Massimo Priviero, Gaetano Liguori, Michele Fusiello, Renato Sarti e Teatro della Cooperativa, Gang, Cisco, Giulio Cavalli e Bottega Mestieri Teatrali, Gabriele Vacis, Antonio Rigo Righetti e Robby Pellati, Manuel Ferreira e Alma Rosè, Tiziana Di Masi, Ezio Guaitamacchi, Giordano Sangiorgi e Mei, Andrea Sigona, Marco Rovelli, Settegrani, Filippo Andreani, Antonio Mercurio e il suo teatro dei burattini, Alfonso De Pietro, Giuliano Mori, Nata, Compagnia del Melarancio, Manzanilla, Teatri della Resistenza, Effetto Collaterale, Duska Bisconti, Tiziana Pesce, Jole Garuti, Raffaele Mantegazza, Laura Tussi, Carmelo Pecora, Sandra Tassi, Elena Invernizzi, Stefano Paolocci, Silvia Bagnoli, Rosa La Guardia e Info giovani di Genzano e molti altre associazioni culturali, spettatori e cittadini che intendono promuovere la cultura della memoria in Italia.

“PONTI DI MEMORIA”

LA CITTA’ DEI NARRATORI

Rassegna di teatro civile, musica, workshop, narrazione

Un progetto di Associazione “Ponti di memoria”

Copyright giugno 2012

Ponti di memoria, via Savona 92, 20144 Milano

Associazione culturale, attività di organizzazione con fini culturali e ricreativi

Ufficio del Registri di Milano, 24 maggio 2012

Presidente: Daniele Biacchessi

Codice fiscale: 97623980154

“PONTI DI MEMORIA”

Proseguono e si rafforzano le attività dell’associazione “Ponti di memoria”.

Vi aderiscono come soci e simpatizzanti musicisti, attori, narratori, registi, giornalisti, scrittori, associazioni, teatri, operatori, spettatori, cittadini.

“Ponti di memoria” ha lanciato un grande progetto di democrazia partecipata per diffondere e promuovere la cultura della memoria italiana attraverso festival di musica, cinema, teatro, arti visive, workshop didattici, rassegne letterarie, iniziative editoriali (libri, cd, dvd).

Si è creata la prima rete nazionale composta da operatori culturali e spettatori impegnati nel recupero della memoria italiana, delle pagine troppo spesso dimenticate della storia contemporanea italiana.

“Ponti di memoria” promuoverà operazioni culturali in difesa dei valori scritti nella nostra Costituzione e quelli fondanti della Resistenza, in ricordo delle vittime delle stragi che hanno insanguinato il nostro paese (Portella della Ginestra, piazza Fontana, piazza della Loggia, Questura di Milano, Italicus, Stazione di Bologna, Rapido 904), in memoria delle vittime di omicidi politici che a oggi non hanno avuto alcuna giustizia, in onore delle tante vittime uccise dalle mafie.

Organizzerà iniziative culturali che possano contribuire a diffondere la cultura della legalità contro la criminalità, la difesa e il rispetto dell’ambiente, il contrasto di ogni forma di razzismo e discriminazione.

“Ponti di memoria” esporterà in tutta Italia il format “La città dei narratori”, una carovana viaggiante composta da spettacoli di teatro di narrazione e “teatro civile”, set di canzone d’autore, rock, jazz, blues, musica etnica, rassegne cinematografiche,mostre, performance, reading letterari, laboratori nelle scuole.

Al progetto dell’associazione “Ponti di memoria” hanno aderito come soci e simpatizzanti alcuni artefici dell’impegno civile in Italia: Daniele Biacchessi, Massimo Priviero, Gaetano Liguori, Michele Fusiello, Renato Sarti e Teatro della Cooperativa, Gang, Cisco, Giulio Cavalli e Bottega Mestieri Teatrali, Gabriele Vacis, Antonio Rigo Righetti e Robby Pellati, Manuel Ferreira e Alma Rosè, Tiziana Di Masi, Ezio Guaitamacchi, Giordano Sangiorgi e Mei, Andrea Sigona, Marco Rovelli, Settegrani, Filippo Andreani, Antonio Mercurio e il suo teatro dei burattini, Alfonso De Pietro, Giuliano Mori, Nata, Compagnia del Melarancio, Manzanilla, Teatri della Resistenza, Effetto Collaterale, Duska Bisconti, Tiziana Pesce, Jole Garuti, Raffaele Mantegazza, Laura Tussi, Carmelo Pecora, Sandra Tassi, Elena Invernizzi, Stefano Paolocci, Silvia Bagnoli, Rosa La Guardia e Info giovani di Genzano e molti altre associazioni culturali, spettatori e cittadini che intendono promuovere la cultura della memoria in Italia.

Infoline

http://www.facebook.com/AssociazionePontiDiMemoria

Mail

info@danielebiacchessi.it

Daniele Biacchessi

Presidente dell’associazione “Ponti di memoria”

Note:

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http://www.youtube.com/lauratussi




Editoria. Leonid Mlecin- “Perchè Stalin creò Israele”- Sandro Teti Editore. Con Scritti di Luciano Canfora, Enrico Mentana, Moni Ovadia

Leonid Mlecin- “Perchè Stalin creò Israele”- Sandro Teti Editore. Con Scritti di Luciano Canfora, Enrico Mentana, Moni Ovadia

Leonid Mlecin- “Perchè Stalin creò Israele”- Sandro Teti Editore

Il volume di Leonid Mlecin vuole destabilizzare gli ideologismi, sia dei revisionisti reazionari, sia dei revisionisti cosiddetti di sinistra. Non furono i sentimenti dell’opinione pubblica liberale a determinare la costituzione dello Stato ebraico…

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Leonid Mlecin- “Perchè Stalin creò Israele”- Sandro Teti Editore. Con Scritti di Luciano Canfora, Enrico Mentana, Moni Ovadia. Recensione di Fabrizio Cracolici e Laura Tussi

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Perché Stalin creò Israele

Autore Leonid Mlecin

Con scritti di Luciano Canfora, Enrico Mentana, Moni Ovadia

Editore Sandro Teti

Recensione di Fabrizio Cracolici e Laura Tussi

La liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, da parte dell’Armata Rossa, per molti rappresenta la nascita dello Stato di Israele. Così Primo Levi descrive la liberazione:  “di fronte alla libertà ci sentivamo smarriti, svuotati, atrofizzati, disadattati alla nostra parte”. Non furono i sentimenti dell’opinione pubblica liberale a determinare la costituzione dello Stato ebraico. La sorte della Palestina e degli ebrei palestinesi era nelle mani dei politici americani e britannici che in genere erano contrari alla creazione di Israele. In realtà lo Stato ebraico non sarebbe sorto senza Stalin. L’Autore, Leonid Mlecin, per realizzare il libro si è basato su documenti desecretati dagli archivi sovietici. L’Unione Sovietica allora, e poi la Federazione Russa adesso, se ha simpatia in Medio Oriente, è piuttosto verso i paesi arabi: allora “Perché Stalin creò Israele”.

14 maggio 1948: giorno in cui terminò il mandato britannico sulla Palestina e in cui Ben Gurion diede l’annuncio ufficiale della nascita dello Stato di Israele. Le votazioni alle Nazioni Unite, premessa di quel giorno, andarono così: 33 voti a favore dello Stato, 13 contro e 10 astensioni. Con l’Unione Sovietica votarono Ucraina, Bielorussia, Polonia e Cecoslovacchia. Se questi voti, scrive Luciano Canfora, fossero passati nel campo dei contrari o degli astenuti ci sarebbe stato un risultato di parità. Stalin fece votare in questo modo per provocare fastidio  alla Gran Bretagna, per porre un cuneo alla presenza invasiva della Gran Bretagna, in quel cruciale momento storico. La Gran Bretagna si astenne perché temeva, come anche gli Stati Uniti, che la nascita dello Stato ebraico avrebbe irritato gli arabi e impedito il flusso del petrolio verso i rispettivi paesi. Agirono così le ragioni forti degli interessi nazionali messi al servizio di una storica riparazione morale. Golda Meir, ambasciatrice in URSS e successivamente primo ministro d’Israele, disse: “Probabilmente senza il loro aiuto non ce l’avremmo mai fatta”. Abba Eban, padre fondatore e successivamente ministro degli esteri e primo ministro, disse: “l’URSS fu l’unica grande potenza che ci sostenne”. L’ Autore analizza anche la spaventosa campagna antisemita che Stalin attuò prima della sua morte, tra il 1949 e il 1953, escogitando il cosiddetto complotto dei “Medici del Cremlino”, in maggioranza ebrei accusati di aver avvelenato alti dirigenti del Partito e addirittura di aver complottato per la morte di Stalin. Gli ebrei in URSS ricoprivano alti ruoli strategici nelle gerarchie del regime e addirittura nel sistema Gulag. Probabilmente, l’improvviso antisemitismo di Stalin fu dovuto al fatto che egli temeva il potenziale legame stretto fra uno Stato ebraico e gli ebrei sovietici. Questo connubio avrebbe potuto ostacolare il potere assoluto del dittatore e di conseguenza Stalin epurò ed annientò gli ebrei, come fece con altri gruppi e minoranze. Il volume di Leonid Mlecin vuole destabilizzare gli ideologismi, sia dei revisionisti reazionari, sia dei revisionisti cosiddetti di sinistra. Infatti Israele non fu figlio dell’imperialismo degli Stati Uniti, anche perché negli anni della fondazione di Israele, negli USA, infuriava il maccarthismo, la caccia alle streghe comuniste, in realtà una diffusa campagna antisemita, perché essere ebreo corrispondeva ad essere aderente all’ideologia comunista. Questo fa comprendere quanto il potere sia incoerente e avversi tutti coloro che possano ostacolare e rappresentare un intralcio all’ assolutismo e alla spietatezza del sistema politico.

Note:

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Il MUOS raccontato da Antonio Mazzeo

Pressenza- International Press Agency- propone: Un Eco MUOStro a Niscemi. L’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo

Il MUOS raccontato da Antonio Mazzeo

Il MUOS (Mobile User Objective System) è un sistema adottato dalle forze armate degli Stati Uniti d’America, perché possano affermare la propria superiorità universale, tramite una rete di mega-antenne e satelliti per telecomunicazioni ad alta velocità, affinché sull’infinito domini l’oscurità della violenza, della guerra, della morte…

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Il MUOS raccontato da Antonio Mazzeo

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Un Eco MUOStro a Niscemi.

L’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo

Libro di Antonio Mazzeo

Recensione di Laura Tussi

Pubblicazione a cura dell’Associazione Culturale “Sicilia Punto L.”, Ragusa 2012

Il MUOS è un sistema di onde elettromagnetiche per oscurare e boicottare gli apparati elettronici delle postazioni avversarie. Il  MUOS (Mobile User Objective System)  è un sistema adottato  dalle forze armate degli Stati Uniti d’America, perché possano affermare la propria superiorità universale, tramite una rete di mega-antenne e satelliti per telecomunicazioni ad alta velocità, affinché sull’infinito domini l’oscurità della violenza, della guerra, della morte. Il MUOS è un sistema atto a propagare, dilatare, moltiplicare gli ordini di attacco militare di tipo convenzionale, chimico, batteriologico e nucleare, per bombardamenti sempre più virtuali, computerizzati, disumanizzati e disumanizzanti perché la coscienza degli assassini non possa mai incrociare gli occhi di chi soffre e la disperazione delle vittime innocenti. Il MUOS incarna le molteplici contraddizioni della globalizzazione neoliberista e capitalista, in quanto uccide in nome della pace e dell’Ordine sovranazionale, devastando il clima, l’ambiente e il territorio. L’ Eco MUOStro  sarà situato a Niscemi, nei pressi di Caltanissetta, in Sicilia, nel cuore di un’importante riserva naturale, dove fervono i preparativi per l’installazione di tre grandi antenne paraboliche con onde elettromagnetiche che penetrano la ionosfera e i tessuti di ogni essere vivente che “oserà” affrontare questo inesorabile Eco MUOStro: il nuovo supersegreto centro di telecomunicazioni della marina militare degli Usa. La gente del posto si indigna per essere stata ignorata, tradita, svenduta ed è scesa in piazza a protestare e a manifestare il proprio dissenso, costringendo sindaci, consigli comunali e provinciali a votare delibere contro il MUOS. Sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari; sono stati sottoscritti moltissimi appelli e firmate innumerevoli petizioni per revocare le autorizzazioni ai lavori, insieme a dibattiti, convegni, marce, digiuni e altre forme di contestazione nonviolenta e pacifica: ma è stato tutto inutile. I governi nazionali che si sono succeduti e l’attuale governo dei banchieri dell’alta finanza sono sempre favorevoli alla costruzione del MUOS. Il libro di Antonio Mazzeo vuole denunciare, attraverso le tante voci della gente di Niscemi, la prepotenza ottusa e la protervia ostinata dei vertici del potere, favorevoli all’ Eco MUOStro, un sistema- business per i mercanti di morte, che comporta soprattutto la proliferazione della grande industria bellica, ma anche un intenso inquinamento elettromagnetico, proveniente dai trasmettitori del sistema, con devastanti microonde ad altissimo impatto ambientale. L’industria della morte si impone ancora, famelica, insaziabile, inesorabile…

Note:

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A- RIVISTA ANARCHICA presenta: Una bambina nel Lager. La testimonianza diretta di Trudi Birger

A- RIVISTA ANARCHICA presenta:

Una bambina nel Lager. La testimonianza diretta di Trudi Birger

Una bambina nel Lager

“Ho sognato la cioccolata per anni” di Trudi Birger è un romanzo autobiografico, in cui l’Autrice racconta la personale e tragica storia di vita. Questo libro è consigliato a chiunque tenta di fare memoria dei drammi personali e mondiali che si sono consumati prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, “Per Non Dimenticare” gli orrori dei conflitti armati nella storia e per costruire contesti collettivi di dialogo, accoglienza e soprattutto pace.

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A-RIVISTA ANARCHICA propone: Una bambina nel Lager. La testimonianza diretta di Trudi Birger

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A-RIVISTA ANARCHICA presenta:

“HO SOGNATO LA CIOCCOLATA PER ANNI”

Libro di Trudi Birger

Recensione di Laura Tussi

Trudi ha trascorso la propria infanzia inizialmente nel ghetto di Kovno e poi nel campo di concentramento e di sterminio di Stutthof in Polonia.

La storia narrata in questo libro è incentrata sul rapporto intenso fra Trudi e sua madre, grazie a cui riusciranno entrambe a salvarsi.

Dal ghetto di Kovno, Trudi e sua madre furono trasferite sui treni per il viaggio di deportazione, in condizioni igieniche terribili, senza cibo e acqua.

Non conoscevano la precisa destinazione del viaggio, ma tutti sapevano che si trattava di un campo di concentramento.

“Ho sognato la cioccolata per anni” di Trudi Birger è un romanzo autobiografico, in cui l’Autrice racconta la personale e tragica storia di vita. Trudi Birger, sopravvissuta agli orrori dell’Olocausto, alla fine della guerra si è trasferita a Gerusalemme, dove ha vissuto con la sua numerosa famiglia.

L’Autrice, deprivata e derubata della giovinezza, ha scelto di dedicarsi ai bambini più poveri di ogni etnia, cultura e religione, fino alla sua morte nel 2002.

Trudi Birger con grandissima modestia, consegna a tutta l’umanità un libro che tramanda gli orrori dell’Olocausto, della guerra, raccontando delle personali radici etniche e culturali, della vicenda di una madre e di una figlia che, all’interno del dramma, giurano a se stesse di essere persone migliori nella speranza di un domani di pace, di dialogo e di accoglienza tra genti, culture e minoranze.

La storia di una bambina che viene strappata dalla quotidianità di Francoforte, per trovarsi presto rinchiusa, come un animale in gabbia, nel ghetto di Kovno, in attesa di essere reclusa nel campo di concentramento e di sterminio di Stutthof. La storia di una bambina, armata solo della propria innocenza, che si lega alla madre e a tutto ciò che rappresenta, per la memoria dell’intero popolo ebraico.

Questo libro è consigliato a chiunque tenta di fare memoria dei drammi personali e mondiali che si sono consumati prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, “Per Non Dimenticare” gli orrori dei conflitti armati nella storia e per costruire contesti collettivi di dialogo, accoglienza e soprattutto pace.

Da questa lettura, nella testimonianza diretta di deportazione, comprendiamo che l’odio, la guerra, il razzismo ingenerano morte, annientamento e distruzione.
La pace, la fratellanza, l’accoglienza e il rispetto dell’altro sono il pensiero e il valore che vuole trasmettere Trudi, in quanto vittima, nel suo racconto.

Note:

http://www.arivista.org/