Teramo. CL: centenario della nascita del Servo di Dio don Luigi Giussani e nel 40° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione

Nel centenario della nascita del Servo di Dio don Luigi Giussani e nel 40° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione sarà celebrata una Santa Messa presieduta da Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri, sabato 19 febbraio alle ore 20:00 presso la Cattedrale di Teramo.

L’opera di Don Giussani, sacerdote milanese fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, a  partire dagli anni ’50, dapprima a Milano ed a seguire in tutta Italia ed attualmente in oltre novanta nazioni, ha riproposto, in maniera attuale, persuasiva e coinvolgente, inizialmente a schiere di giovani incontrati nelle aule dei licei, poi in università, nei luoghi di lavoro ed in tutti gli ambienti, l’esperienza della fede, non come rifugio “religioso” e spirituale, ma come incontro personale con Cristo, l’Unico che “rivela l’uomo all’uomo stesso”(Giovanni Paolo II), capace di riempire di senso la vita, dandole uno slancio nuovo e generando una nuova cultura; incontro che si rinnova storicamente incontrando la comunità cristiana, cioè la Chiesa.

La Diocesi di Teramo-Atri fin da primi anni ‘70 hanno visto più volte la presenza di Don Giussani, per l’amicizia e la stima con alcuni sacerdoti, tra tutti l’amicizia personale con Don Ennio Lucantoni e per la stima dei vescoviS.A. Battistellidapprima e A. Coniglisuccessivamente, che a Teramo ordinò sacerdote il futuro cardinale di Milano Angelo Scola,la cui vocazione sacerdotale era nata nell’esperienza di CL.

Sarà possibile seguire il gesto in diretta streaming sui canali youtube e facebook di www.teramoweb.it.




PASSION & VICTORY. DA SALIS A CAMPRIANI, FARE RETE PER CREARE UN FUTURO AGLI ATLETI’ – ASSOCIAZIONE NAZIONALE ATLETI OLIMPICI E AZZURRI D’ITALIA (ANAOAI)

Erba, 11-12 Dicembre 2021
2¡ Giornata
PREMIAZIONI
Foto Pagliaricci/Bizzi Team

Workshop sull’Inserimento professionale degli atleti nel post-carriera

Roma, 15 dicembre 2021 – Essere Atleti significa dedicare tutto il proprio tempo all’attività sportiva. Troppo spesso però ci si dimentica che c’è anche un dopo: cosa succede al termine di una carriera sportiva? Cosa si innesca nella testa degli atleti quando le luci della ribalta si spengono e non serve più allenarsi perché non c’è più un titolo da conquistare? Ma soprattutto, cosa si può fare per educarli al risparmio ed evitare al contempo di disperdere il loro patrimonio umano e professionale? A tutte queste domande intende rispondere il workshop ‘PASSION & VICTORY – Inserimento professionale degli atleti nel post carriera’, andato in scena oggi presso la Sala ‘Marinozzi’ dell’Università degli Studi di Roma ‘Foro Italico’ e organizzato dall’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia (ANAOAI).

Il Workshop, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma ‘Foro Italico e con Intesa Sanpaolo, è la messa a terra di un concorso vinto da ANAOAI e indetto dalla World Olympians Association, l’Associazione sportiva internazionale che riunisce gli Olimpici di tutto il mondo allo scopo di promuovere e rafforzare gli ideali del Movimento Olimpico, ed è nato proprio dalla volontà di capire aspetti e criticità dell’inserimento degli atleti nel post-carriera.

Un focus approfondito sul dopo carriera e sull’introduzione degli atleti nel mondo del lavoro, che analizzerà nel concreto tutti gli aspetti che coinvolgono il passaggio dallo sport a una carriera lavorativa: da quelli psicologici a quello sull’educazione finanziaria, considerate le difficoltà che negli anni aumentano per via di carriere sportive sempre più lunghe nel tempo. Ad introdurre i lavori, è stato il Pro-Rettore Vicario dell’Università degli Studi di Roma ‘Foro Italico’ Prof. Fabio Pigozzi: “La questione dell’inserimento post carriera dell’atleta di alto livello è sempre più sentito dalle Università italiane – ha spiegato Pigozzi – Il principio della dual career è assicurare una formazione di alto livello per chi è impegnato nelle attività sportive. Il diritto allo studio è un diritto fondamentale del quale nessuno può essere privato”. La Segretaria Generale di ANAOAI, Giada Michetti, ha raccontato di come è nata l’idea del workshop: “Ci siamo domandati come si poteva facilitare l’ingresso degli atleti nell’attività agonistica. Come far capire ad un atleta quale è la sua strada? Il post carriera è un trauma per tutti, finisce un capitolo della vita. L’ambizione dell’ANAOAI è farli diventare dei modelli, degli esempi di vita, inserendoli nelle aziende”. Nell’ambito del progetto, la prima fase sarà quella di sottoporre un questionario agli atleti, come spiegato dalla Consigliera di ANAOAI Fiona May: “La cosa importante è cosa vogliono gli atleti. Un progetto specifico. Quando è finita la carriera non sei più conosciuto, la tua vita è totalmente cambiata. Spero che questo progetto funzioni, abbiamo la WOA dietro di noi, non solo per il post-caeriera ma anche per il durante”.

In collegamento, il Presidente della WOA, Joël Bouzou, ha mostrato apprezzamento per ANAOAI, braccio nazionale della WOA: “E’ molto importante questo progetto, pensiamo che ci sia bisogno di collaborazione sul post carriera a lungo termine, questo è possibile oggi. Con il nuovo data base abbiamo più conoscenza di dati scientifici anche sul post-carriera e siamo arrivati alle prime conclusioni. Ringrazio ANAOAI per questo importante progetto. Vi auguriamo il meglio, quello che fate è molto importante”.

Mentre in collegamento da Losanna, il pluricampione olimpico del Tiro a Segno Niccolò Campriani, ingegnere meccanico con master a Sheffield in Ingegneria applicata allo Sport e attualmente Senior Sport Intelligence Manager del CIO, ha posto alcune domande: “Per me è arrivato il momento di avere una chiara valutazione dei dati, vorrei capire quale è l’obiettivo e quale l’asticella: quanti erano gli atleti laureati a Tokyo? Chi è al passo con gli esami? Dopo una carriera finita, come sta un atleta, come se la sta cavando? Spetta al Coni o a una federazione fare queste domande agli atleti? Con il Coni ho sempre trovato una porta aperta nel parlare di queste tematiche, poi bisogna passare dai protocolli di intesa a dati concreti”.

Chiamata in causa, la Vice Presidente Vicaria del Comitato Olimpico Nazionale Italiano Silvia Salis ha dichiarato: “Dobbiamo evitare che gli atleti che studiano si isolino. È importante che le federazioni sportive inseriscano uno spazio dove inserire per gli atleti il proprio curriculum, mettendoli in contatto con gli sponsor e anche con le aziende che lavorano con le federazioni”.

Mentre Antonio La Torre, Direttore Tecnico della FIDAL nonché Presidente del Comitato Sportivo dell’Università Statale di Milano, ha osservato: “Non ci sono i numeri che Niccolò ha chiesto, bisogna cominciare a fare rete con Coni, Università e Federazioni. I più giovani finalisti a Tokyo sono tutti laureati, Tortu studia sul serio, Battocletti laureata a 23 anni, Sibilio ha discusso la tesi quando eravamo in trasferta in Coppa Europa. Ma il posto fisso di Checco Zalone ce lo dobbiamo dimenticare come mentalità, usciamo dal quasi-assistenzialismo. Dobbiamo rispondere alle domande di Niccolò e darci una tabella di marcia con le istituzioni. Tra Coni e Sport e Salute, perché non costruire ponti? Un ponte reale è la cultura, il destino di queste persone, migliaia di sconosciuti che fanno sacrifici per raggiungere un traguardo”.

Anche perché, da diversi studi di settore emerge che sono sempre di più le aziende che cercano nuovi profili professionali che abbiano le skills del campione. Ne ha parlato l’ex atleta Paolo Revelli, attuale Manager Director di Morgan Stanley: “La carriera si è allungata, oggi alcuni arrivano fino a 40 anni. Cosa si può fare? Credo che molto dipenda dalla persona stessa. Non è semplice fare la vita dello sportivo e studiare in parallelo ma bisogna riuscirci, nonostante i grandi sacrifici. E bisogna perseverare”. E la ex campionessa paralimpica nonché attuale responsabile del dipartimento Sport, Disabilità e Pari Opportunità di Forza Italia, On. Giusy Versace: “Nel mondo lavorativo non basta solo studiare e prendersi una laurea. Certo, la cultura è l’arma più potente, per combattere ogni tipo di discriminazione. E la curiosità aiuta a migliorarsi. Vanno abbinate le cose. I gruppi sportivi militari hanno un grande ruolo, sono fondamentali anche per gli atleti paralimpici, grazie a una legge che porta anche la mia firma. Ma dal punto di vista culturale c’è molto da fare ed essere stati grandi campioni non significa avere capacità per coprire ruoli dirigenziali di un certo tipo. Ci sono tanti ragazzi che studiano e si impegnano e chiedono solo un’opportunità”.

A sostegno delle analisi scientifiche, la Psicologa dello Sport Francesca Vitali e il Direttore e Curatore del ‘Museo del Risparmio’ Giovanna Paladino. Il ritiro – ha rilevato Vitali – è la transizione per antonomasia, quando un atleta si ritira perde un’identità, il lavoro serve a costituirgli una nuova identità. Il tema della doppia carriera è un tema anche di politiche europee, esistono dal 2012 linee guida europee che invoca ai Paesi membri di aggiornarle. L’Europa stima che ci siano all’anno 120 mila talenti ex atleti di alto livello che vengono lasciati dal mondo del lavoro. Invece, l’82% dei CEO di aziende quotate in borsa di Canada e Usa a novembre 2019 erano ex atleti”. Particolare interesse è stato dedicato all’educazione finanziaria. Dai dati forniti da Giovanna Paladino, Direttore e Curatore del ‘Museo del Risparmio’, emerge che in Italia, gli sportivi professionisti sono circa 8.100 (dati 2020) di cui 7.470 nel calcio. Il reddito annuo lordo dei professionisti si attesta nel calcio per il 67% sotto i 100 mila euro, mentre per il 32,5% sopra i 100 mila euro, di cui il 10% (solo l’1,4% negli altri sport) sopra i 700 mila euro. In Serie A, i salari dei giocatori possono ammontare a diversi milioni di euro e qualsiasi perdita di patrimonio a certe cifre diventa consistente, spesso dovuta a poca esperienza e scarsa alfabetizzazione finanziaria: “Diversi calciatori hanno fatto investimenti sbagliati, oppure sono stati vittime di truffe”, sottolinea Paladino. Per far fronte a queste problematiche, Museo del Risparmio ha ideato “Fai Meta!! Cura il tuo denaro”, un corso multimediale interattivo online con gruppi di atleti volto a fornire gli strumenti necessari valutare in modo appropriato i pro e contro delle proprie decisioni economiche durante l’arco temporale di una vita. Tra gli argomenti trattati: aspetti psicologici collegati alla finanza, tasso di interesse, inflazione, il tempo e il valore del denaro, relazione tra rischio e rendimento, la gestione del rischio, la diversificazione, budgeting, pianificazione finanziaria, i servizi bancari (conto corrente, credito, debito), le assicurazioni. Per le ragazze una sessione sarà dedicata alla costruzione e al mantenimento della loro indipendenza finanziaria.

In conclusione, la Presidente dell’ANAOAI, Novella Calligaris, ha precisato: “Questo è un punto di partenza – ha spiegato Calligaris – affinché tutti gli atleti che hanno portato la nostra bandiera in giro per il mondo abbiano il diritto di mettere a servizio delle aziende le loro esperienze. Sull’educazione finanziaria dovremmo tutti iscriverci, anche se fuori corso. L’importante è saper nuotare tanti mari, uno di questi è quello finanziario. Abbiamo fatto una fotografia della situazione, ora ci dobbiamo mettere a lavorare attraverso il questionario sviluppato da Fiona May e distribuirlo tra gli atleti in modo da avere chiara una situazione su quelle che sono le difficoltà che loro temono nel loro inserimento nel mondo del lavoro. Parlando con Silvia Salis ho detto di fare un passo più grande: ho chiesto al direttore generale di Confindustria Francesca Mariotti di vederci, in modo da creare idealmente un punto di incontro. La rete di WOA, di cui siamo braccio nazionale, può dare un’opportunità in più per valorizzare i talenti che si disperdono. Invito anche tutte le università affinché gli atleti non siano solo marketing e bandiere ma si creino reali opportunità per loro. Credo che il Coni ci darà una mano per assistere questi talenti. L’idea è quella di creare una rete a favore degli atleti”.

DI SEGUITO, GLI INTERVENTI INTEGRALI DEI RELATORI 

FABIO PIGOZZI: “La questione dell’inserimento post carriera dell’atleta di alto livello è sempre più sentito dalle Università italiane. Il principio della dual career è assicurare una formazione di alto livello per chi è impegnato nelle attività sportive. Il diritto allo studio è un diritto fondamentale del quale nessuno può essere privato. Anche a livello europeo ci sono tante iniziative a riguardo, che poi si traducono per un ateneo nel mettere in piedi iniziative come part-time degli atleti e flessibilità degli orari. Chi era atleta tanti anni fa era fortemente penalizzato, non c’era la possibilità di fare un esame all’infuori delle date di appello. È evidente che sentiamo molto questo tema e questo sentire si è tradotto in fatti. La nostra laurea di primo livello ha organizzato un curricula per attività di alto livello, può essere frequentata anche da coloro i quali hanno un quarto livello tecnico. La parte formativa è anche un aspetto, ma è importante declinare da tutte le angolazioni il job placement di post-carriera”.

GIADA MICHETTI: “Dopo una segnalazione di Niccolò Campriani, un altro mito, avevo indicato che la WOA aveva avviato una ricerca per contenuti per progetti internazionali. Il nostro focus è stato particolarmente apprezzato dal nostro Consiglio Nazionale e da Fiona May. Sono uscite delle linea guida per i NOA, le Associazioni Nazionali Olimpiche, che sono 96 sparse in tutto il mondo. Una piccola soddisfazione per noi l’aver raccolto una leadership del genere a livello internazionale. Sappiamo che l’atleta ha una capacità speciale di utilizzare le proprie capacità acquisite dallo sport, la più grande rete sociale del paese. Disciplina, valori, eccellenza, obiettivo, lealtà, costanza, lavoro di squadra, pazienza, e capacità di accettare la sconfitta. Sono tutte cose che nella vita servono, anche nella vita professionale. Ci siamo solo domandati come si poteva facilitare l’ingresso degli atleti nell’attività agonistica. Come far capire ad un atleta quale è la sua strada. Il post carriera è un trauma per tutti, finisce un capitolo della vita. Si è sempre troppo giovani per prendere la decisione di smettere. Ce lo racconta Ibrahimovic, che in questi giorni ha ammesso la sua paura di smettere di giocare. È un punto di partenza per individuare percorsi virtuosi verso una carriera lavorativa. L’ambizione della ANAOAI è farli diventare dei modelli, degli esempi di vita, inserendoli nelle aziende. Questo dovrebbe essere il nostro compito, ora la messa a terra”.

FIONA MAY: “Ho fatto un questionario, le cose importanti è cosa vogliono gli atleti. Un progetto specifico. Sono nata in Inghilterra, ho iniziato a fare atletica a 12 anni e a 14 anni già in squadre juniores, ma ho avuto difficoltà a studiare, la scuola non mi ha aiutato tanto a fare l’atletica. A causa di questo, a 16 anni sono stata bocciata, una sconfitta per la mia famiglia. Avevo talento nell’atletica ma non a scuola, è stata la prima lezione per me. Poi mi sono laureata in Economia e Commercio, ho imparato che potevo coniugare entrambe le cose, ma con difficoltà. Ho fatto la mia vita di professionista di salto in lungo ma è arrivato un momento in cui ho dovuto prendere una scelta di cosa fare dopo. La maggior parte degli atleti non hanno la fortuna di avere una famiglia accanto come l’ho avuta io. Ho sfruttato la laurea e sono riuscita poi ad entrare in un Cda di una grande azienda internazionale. Quando ho finito e ho cercato lavoro è stato difficilissimo. Ho fatto un sondaggio con 200 atleti che psicologicamente trovavano davvero grandi difficoltà. Quando finita la carriera non sei più conosciuto, la tua vita è totalmente cambiata. Spero che questo progetto funzioni, abbiamo WOA dietro di noi, non solo per il post-carriera ma anche per il durante”.

JOEL BOUZOU: “E’ molto importante questo progetto, pensiamo che c’è bisogno di collaborazione sul post-carriera a lungo termine, questo è possibile oggi con il nuovo database per la conoscenza di dati scientifici. siamo arrivati alle prime conclusioni. Stiamo usando questo gruppo di olimpici sul lavoro, diamo il massimo supporto e contiamo di avere migliori informazioni. Sugli atleti italiani, ringrazio ANAOAI per questo importante progetto. Vi auguriamo il meglio, quello che fate è molto importante”.

NICCOLO’ CAMPRIANI: “E’ importante non ignorare quella parola, ‘smettere’. Avere il coraggio di una realtà, che la fine di una carriera sportiva c’è, il problema non è se ti vai schiantare o meno, ma se hai l’airbag. Ma è molto, molto difficile. Sono stato per 16 anni in nazionale di Tiro a Segno, gli ultimi 3 anni quando sono passato professionista erano dieci ore al giorno di allenamento. E lì mi sono reso conto che la mia passione era diventata un’ossessione, poi a Rio è successo quello che è successo. A Rio diciamo che ho perso un po’ meno degli altri, anche se non ero nemmeno la metà del tiratore di Londra 2012. La funzionalità delle due carriere è la cosa più importante, io sono stato un atleta che sapeva chi era. Soprattutto prima di quell’ultimo tiro in carriera. E non è un caso che il mio successore a Tokyo sia uno studente atleta americano. Andare oltre la compatibilità, il concetto della funzionalità. Poi ho preso la mia laurea in ingegneria meccanica negli States, poi ingegneria applicata allo sport a Sheffield, ho lavorato in Ferrari. Quando sono uscito dal mio mondo sportivo, un tre volte campione olimpico con tre titoli di studio e a 28 anni, ho preso delle ‘rimbalzate’. Sta agli atleti dimostrare di valere molto di più. Sono entrato nel 2017 al CIO, prima di lasciare sono stati 4 anni durissimi, e sarò per sempre grato a chi mi è stato vicino. Per me è arrivato il momento di avere una chiara valutazione dei dati, vorrei capire quale è l’obiettivo e l’asticella: quanti erano gli atleti laureati a Tokyo? Chi è al passo con gli esami? Dopo una carriera finita, come sta un atleta, come se la sta cavando? Spetta al CONI o a una Federazione fare queste domande agli atleti? Con il CONI ho sempre trovato una porta aperta nel parlare di queste tematiche, poi bisogna passare dai protocolli di intesa a dati concreti. Per sapere tra un anno se siamo migliorati, peggiorati, o rimasti stabili. La spedizione olimpica italiana a Tokyo è andata benissimo, dopodiché penso anche a questi ragazzi. Se vogliamo fare del mondo un posto migliore, facciamo degli atleti persone migliori attraverso lo sport. A me lo sport ha dato tanto, ma l’essere stato studente-atleta ancora di più”.

SILVIA SALIS: “E’ importante avere la volontà di impegnarsi in un’altra cosa che non sia lo sport, unito all’attività di alto livello, ha valore. Aver fatto solo le Olimpiadi non basta per il mondo del lavoro. Funziona fare questo e prepararsi in parallelo per il mondo del lavoro. Gli altri non hanno aspettato te che ha vinto, nel migliore dei casi, le Olimpiadi. Ci sono degli input che vanno corretti. Anche il mondo dello sport deve insegnare agli atleti che i propri risultati vanno sviluppati creando valore. Produrre valore nel mondo del lavoro, da atleti di alto livello, è qualcosa riservato a pochissimi. I numeri sono drammatici. Lo sport continua a sfruttare i nomi che sono altisonanti, loro da un lato si sentono considerati e inclusi ma dall’altro si siedono anche su questa comodità guadagnata dal sacrificio. Il valore dei risultati sportivi diminuisce nel tempo, la parabola è destinata in basso. Dobbiamo sensibilizzare gli atleti a studiare e crearsi una carriera parallela da quando sono giovani. Io ho finito l’università anche tardi, ma avevo collegato tutta una serie di interessi. Spesso mi dico che la mia fortuna è non essere stata un’atleta molto forte. Dobbiamo evitare che gli atleti che studiano si isolino. Il problema però è che non si laureano, non aprono gli orizzonti. Non è scontato che le aziende ti includano a lavorare da loro solo perché hai fatto una carriera sportiva. Parliamo di ex campioni che all’improvviso non hanno più uno stipendio e neanche un ruolo nella società. Nel calcio, ci sono migliaia di giocatori che guadagnano 5 mila euro al mese e appena finito restano a zero. Ho avuto un’idea che avevo proposto in consiglio Fidal. È importante che le federazioni sportive inseriscano uno spazio dove inserire per gli atleti il proprio curriculum, mettendoli in contatto con gli sponsor e anche con le aziende che lavorano con le federazioni”.

PAOLO REVELLI: “L’attività sportiva credo che possa continuare a valorizzare tante qualità., Le difficoltà ci sono dappertutto. Nella mia esperienza principale un impatto fondamentale per me è stata la famiglia e il nuoto. Andai alla Coppa del Mondo a Tokyo e lì conobbi l’allenatore di Berkeley e mi offrì una borsa di studio, e fu una cosa molto interessante. All’epoca non parlavo neanche inglese. Cercare un lavoro non è facile, oggi ancora di più. La carriera si è allungata, a i miei tempi a 25 anni si finiva, oggi alcuni arrivano fino a 40 anni. Cosa si può fare? Credo che molto dipenda dalla persona stessa. Non è semplice fare la vita dello sportivo e studiare in parallelo ma bisogna riuscirci, nonostante i grandi sacrifici. E bisogna perseverare, io mandai centinaia di domande di assunzione. Una possibilità potrebbe essere quella di gareggiare per le proprie università in modo che si possa avere più visibilità per le aziende che si rivolgono agli atenei. È fondamentale anche la gestione del tempo, uno sforzo da giocolieri per sopravvivere in una sorta di regime militare. Come aiutare gli atleti? In America, le università cercano i loro ex studenti. Inoltre vi sono siti che mettono in contatto datori di lavoro con ex atleti”.

GIUSY VERSACE: “Grazie per accendere una luce su un tema così ancora sottovalutato. Serve agevolare e tutelare anche il diritto di fare sport, perché conosco tanti che hanno dovuto smettere perché non avevano la possibilità di pagarsi l’affitto a fine mese.Non è solo la capacità di sacrificio e leadership, aumenta anche la fiducia in se stessi, il rispetto delle regole e degli avversari, che non sono nemici da distruggere. Sicuramente questo insegna a vivere e a lavorare per obiettivi. Questo è ciò che poi alla fine ti salva. A volte le cadute ti aiutano a porti nuovi obiettivi. Bisogna anche dirci, che le donne in ruoli dirigenziali fanno ancora più fatica e nello sport ancora di più. Si fa ancora più fatica per una questione culturale, nel mondo lavorativo non basta solo studiare e prendersi solo una laurea. Certo, la cultura è l’arma più potente, per combattere ogni tipo di discriminazione. E la curiosità aiuta a migliorarsi. Vanno abbinate le cose. I gruppi sportivi militari hanno un grande ruolo, sono fondamentali. Ti danno quella serenità che a fine mese qualcuno lo stipendio te lo da e le tutele te le garantisce. Io ho dedicato 8 anni di attività agonistica piena per arrivare alle Paralimpiadi. Ho perso le gambe in età adulta, a 28 anni, mi sono potuta permettere il lusso. Ho fatto una grande battaglia che inglobino i paralimpici nei gruppi militari. Non mi interessa che si chiami Legge Versace. Tutto il sacrificio che c’è dietro la medaglia, sotto il punto di vista culturale c’è molto da fare. Un’accelerata è necessaria, non tutti hanno le skills, essere stati grandi campioni non significa avere capacità per coprire ruoli dirigenziali di un certo tipo. Ci sono tanti ragazzi che studiano e si impegnano e chiedono solo un’opportunità”.

ANTONIO LA TORRE: “Il mio mestiere è fare il docente Universitario e da qualche anno anche dt dell’atletica. Per me è un vantaggio, perché io dopodomani riprendo ossigeno con gli studenti. Non ci sono i numeri che Niccolò ha chiesto, bisogna cominciare a fare rete con Coni, università e federazioni. I più giovani finalisti a Tokyo sono tutti laureati, Tortu studia sul serio, Battocletti laureata a 23 anni, Sibilio ha discusso la tesi quando eravamo in trasferta in Coppa Europa. Ma il posto fisso di Checco Zalone ce lo dobbiamo dimenticare come mentalità, usciamo dal quasi-assistenzialismo. Che diritti hai anche se sei stato grande campione, rispetto alle altre persone. Ma non dobbiamo sprecare una grande occasione. Quest’estate c’è stato un riconoscimento del valore reale e può avere lo sport. Ma questo non ti stende il tappeto rosso finita la carriera, bisogna che si cominci dal Coni alle federazioni, e alla scuola, a lavorare su quelle skills. Le università italiane stanno facendo passi avanti ma non sono ancora come quelle americane. Non è una protesta, ma ancora oggi l’assunto che lo sport è cultura fatica ancora un po’ a trovare spazio nell’organizzazione scolastica in Italia. Da qui dobbiamo rispondere alle domande di Niccolò Campriani e darci una tabella di marcia con le istituzioni. Tra Coni e Sport e Salute, perché non costruire ponti? Un ponte reale è la cultura, il destino di queste persone, migliaia di sconosciuti che fanno sacrifici per raggiungere un traguardo. Oggi a 45 anni fatichi a trovare un lavoro”.

FRANCESCA VITALI: “quest’anno a Verona abbiamo 80 studenti-atleti e 20 per tutorship. Il ritiro è la transizione per antonomasia, quando un atleta si ritira perde un’identità, il lavoro serve a costituirgli una nuova identità. Ci sono studi che dicono che in generale tutti i percorsi di studio, uno studio su bambini e bambine di 11 e 12 anni considerate già talenti, e dicono che la loro carriera sarà più difficile e più aspra. Il mondo dello sport che è esclusivo, può essere supportato a diventare più inclusivo. Il tema della doppia carriera è un tema anche di politiche europee, esistono dal 2012 linee guida europee che invoca i parsi membri ad aggiornarle. Tra gli sportivi più virtuosi ci sono i rugbisti, con il numero più alto di atleti élite con laurea e diplomi. Anche gli psicologi dello sport sono dual-career support provider. Conta anche la salute mentale, nel mentre e post-carriera, lo abbiamo visto con Simone Biles a Tokyo. Ci sono tantissimi atleti che hanno disturbi psicologici, del sonno, alimentari, alcuni soffrono di passione ossessiva. Un atleta su cinque ha un problema clinico, ma non c’è uno studio italiano al riguardo. Abbiamo vinto con il Coni un progetto europeo, che mette insieme dual-career e mental health. I limiti di tempo e la capacità di gestire il tempo fa la differenza, ma quando si transita nella fase di ritiro dallo sport c’è una perdita di fiducia nelle proprie capacità nel sapere gestire tutto ciò che occorre. L’Europa stima che ci siano all’anno 120 mila talenti ex atleti di alto livello che vengono lasciati dal mondo del lavoro. Mentre l’82% dei CEO di aziende quotate in borsa Canada e Usa a novembre 2019 erano ex atleti”.

GIOVANNA PALADINO. Particolare interesse è stato dedicato all’educazione finanziaria. Dai dati forniti da Giovanna Paladino, Direttore e Curatore del ‘Museo del Risparmio’,  emerge che in Italia, gli sportivi professionisti sono circa 8.100 (dati 2020) di cui 7.470 nel calcio. Il reddito annuo lordo dei professionisti si attesta nel calcio per il 67% sotto i 100 mila euro, mentre per il 32,5% sopra i 100 mila euro, di cui il 10% (solo l’1,4% negli altri sport) sopra i 700 mila euro. In Serie A, i salari dei giocatori possono ammontare a diversi milioni di euro e qualsiasi perdita di patrimonio a certe cifre diventa consistente, spesso dovuta a poca esperienza e scarsa alfabetizzazione finanziaria: “Diversi calciatori hanno fatto investimenti sbagliati, oppure sono stati vittime di truffe”, sottolinea Paladino. Per far fronte a queste problematiche, Museo del Risparmio ha ideato “Fai Meta!! Cura il tuo denaro”, un corso multimediale interattivo online con gruppi di atleti volto a fornire gli strumenti necessari valutare in modo appropriato i pro e contro delle proprie decisioni economiche durante l’arco temporale di una vita. Tra gli argomenti trattati: aspetti psicologici collegati alla finanza, tasso di interesse, inflazione, il tempo e il valore del denaro, relazione tra rischio e rendimento, la gestione del rischio, la diversificazione, budgeting, pianificazione finanziaria, i servizi bancari (conto corrente, credito, debito), le assicurazioni. Per le ragazze una sessione sarà dedicata alla costruzione e al mantenimento della loro indipendenza finanziaria.

NOVELLA CALLIGARIS: “Questo è stato un momento di inizio. Sull’educazione finanziaria dovremmo tutti iscriverci, anche se fuori corso. L’importante è saper nuotare tanti mari, uno di questi è quello finanziario. Abbiamo fatto una fotografia della situazione, ora ci dobbiamo mettere a lavorare attraverso il questionario sviluppato da Fiona May e distribuirlo tra gli atleti in modo da avere chiara una situazione su quelle che sono le difficoltà che loro temono nel loro inserimento nel mondo del lavoro. Parlando con Silvia Salis ho detto di fare un passo più grande: ho chiesto al direttore generale di Confindustria Francesca Mariotti di vederci, in modo da creare idealmente un punto di incontro. La WOA ha fornito una mail a chiunque ha partecipato ai Giochi olimpici per metterle in contatto tra di loro. La rete di WOA, di cui siamo braccio nazionale, possa dare un’opportunità in più per valorizzare i talenti che si disperdono. Invito anche tutte le università affinché gli atleti non siano solo marketing e bandiere ma si creino reali opportunità per loro”. Il problema vero è quello del ritiro, come ha rilevato Francesca Vitali, perché in quel momento ci si sente spaesati e ci si domanda cosa si potrà fare in futuro una volta smesso. Credo che il Coni ci darà una mano per assistere questi talenti. L’idea è quella di creare una rete a favore degli atleti”.

ANAOAI (Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia)

LA NOSTRA STORIA: L’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia è un’associazione apolitica e apartitica che riunisce gli atleti e le atlete, dai teenager ai senior, che abbiano indossato almeno una volta la maglia azzurra gareggiando nelle rappresentative nazionali delle discipline sportive riconosciute dal CONI. Rappresenta in ambito italiano la WOA, l’Associazione Internazionale che riunisce gli olimpici di tutto il mondo, coinvolge 45 Federazioni Sportive Nazionali, 19 Discipline Sportive Associate e 58 Sezioni sul Territorio Nazionale, per un totale di 3000 tesserati.

L’Associazione Nazionale Atleti Azzurri d’Italia (ANAAI) è stata costituita nel 1948 da un gruppo di 18 atleti quasi tutti reduci dai Giochi di Londra. Nel 1977 il CONI ha riconosciuto l’ANAAI “Associazione Benemerita di interesse sportivo” per l’attività di natura culturale realizzata per diffondere e promuovere lo sport, i suoi ideali, i suoi valori. Nel 2006 il CONI ha richiesto il cambio della denominazione in Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia (ANAOAI). Questa nuova denominazione è per noi un “valore aggiunto”, un riconoscimento internazionale con l’ingresso nella World Olympians Associations (WOA). Dal 13 marzo 2021, Presidente dell’ANAOAI è Novella Calligaris, attuale giornalista RAI e prima fra gli atleti italiani a vincere una medaglia olimpica nel nuoto e a stabilire un primato mondiale, negli 800 m stile libero. Poco dopo la sua elezione, la WOA ha assegnato all’ANAOAI il Workshop PASSION & VICTORY. Tra i Progetti che hanno caratterizzato il nuovo corso, Anni d’Argento tinti d’Azzurro rivolto alla promozione dell’attività fisica nella terza età, il Museo della Maglia Azzurra e Sportiamo, che prevede la realizzazione di un servizio online per l’orientamento sportivo di facile utilizzo e integrato all’interno del sito di Sport e Salute.

WOA (World Olympians Association)

La World Olympians Association è l’Associazione Sportiva Internazionale che riunisce gli atleti Olimpici di tutto il mondo allo scopo di promuovere e rafforzare gli ideali del Movimento Olimpico. Raggruppa 96 Associazioni Nazionali Olimpiche (NOA) sparse in tutti e cinque i continenti, organizza eventi per gli olimpionici e gestisce progetti che aiutano le loro comunità locali. Progetti basati sugli ideali olimpici fissati da Pierre de Coubertin. La WOA è a supporto delle Associazioni Nazionali per aiutare i loro membri olimpici e diffondere lo spirito dell’Olimpismo nel loro Paese. Il fondo di sviluppo NOA lanciato di recente, fornisce aiuti finanziari alle Associazioni in modo che possano gestire i loro programmi. E il Fondo di sovvenzione NOA aiuta a finanziare progetti a lungo termine a beneficio delle comunità locali. Tra le sovvenzioni della WOA, l’assicurazione di borse di studio universitarie online, tutoraggio, inserimento lavorativo e programmi di life coaching per gli atleti olimpici, aiutandoli nel complicato passaggio a una vita lavorativa oltre lo sport agonistico una volta terminata l’attività di alto livello. La WOA crede che negli atleti olimpici risieda “una capacità speciale di usare il potere e la neutralità dello sport per il bene della società, impiegando il loro potenziale unico per promuovere la coesione sociale ovunque sia necessario”. Gli atleti olimpici personificano in questo anche i valori dell’eccellenza, del lavoro di squadra e della disciplina: “Possono fungere da modelli di ruolo per aiutare a riunire le comunità, superando tutte le divisioni etniche, religiose e sociali”.

NOVELLA CALLIGARIS 

Ex nuotatrice, è stata la prima a vincere per l’Italia una medaglia Olimpica ai Giochi di Monaco 1972, da dove torna con un argento e due bronzi. L’anno successivo, a Belgrado, si laurea Campionessa del Mondo negli 800 stile libero stabilendo anche il primato Mondiale prima di decidere di ritirarsi all’età di 19 anni. Nel 1986 è stata inserita nella International Swimming Hall of Fame e nel 2006 ha avuto l’onore di portare la bandiera olimpica nel corso della cerimonia di chiusura dei XX Giochi Olimpici invernali di Torino 2006. Dal 1975 svolge attività giornalistica, prima collaboratrice del Corriere della Sera, poi l’anno successivo in RAI. Dai primi anni del Duemila, collabora con RaiNews24 occupandosi di eventi sportivi e varie rubriche di cultura e politica sportiva. Dal 13 marzo 2021 è Presidente dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, dopo aver battuto l’ex ciclista Claudio Chiappucci con 30 voti a 12. Con lei, Consiglieri dell’ANAOAI sono ex atleti del calibro di Fiona May, Kristian Ghedina e Franco Fava. Appena eletta, disse all’Adnkronos: “La maglia azzurra è uno dei simboli italiani più importanti. Chi ha vestito la maglia azzurra ha portato l’Italia in giro per il mondo; è l’orgoglio italiano e credo sia doveroso dargli una spinta importante. Questa è la mia sfida, anche per dare peso agli atleti nell’ambito dello sport in generale”. Il Workshop ‘PASSION & VICTORY’ rappresenta il primo appuntamento ufficiale che va a toccare un tema molto sentito dalla neo Presidente sul fronte dell’introduzione al mondo del lavoro.

GIADA MICHETTI 

Un passato sportivo nella pallavolo condito da numerose presenze in nazionale e dieci campionati nella massima serie, un’eredità che ha poi creato nella sua successiva vita professionale la giusta dose di competitività e di gusto per le sfide, indispensabili in un manager, combinate con un senso di lealtà ed etica che è diventata la sua deontologia professionale. Cresciuta nell’epoca del post-femminismo e sostenitrice del “dirigismo democratico”, Giada Michetti ama giocare di squadra e investire energie sui suoi collaboratori, a cui sa mettere a disposizione la propria esperienza e le proprie capacità. Ha ricoperto molteplici ruoli, dall’assistente di volo di lungo raggio per Alitalia fino ad arrivare a sedere al tavolo della Fipav in qualità di consigliera, primo di numerosi ruoli in Consigli di amministrazione. Tra i quali, spiccano Padova Fiere, Lingotto Fiere e soprattutto GL-Events, multinazionale francese di cui dal 2008 ricopre la carica di Amministratore Delegato. Il suo ruolo in azienda è cresciuto progressivamente: nel 1994 arriva la nomina a Direttore della Comunicazione di tutte le società appartenenti al Gruppo, ruolo in cui segue l’organizzazione di diverse edizioni del Salone Internazionale dell’Automobile di Torino (ogni due anni dal 1994 al 2000). Nel 1999 entra a far parte del Consiglio d’Amministrazione di Promotor International e di Lingotto Fiere e dal 1999 al 2003 ricopre la carica di Amministratore Delegato di Promotor International S.p.A. e di Vice Presidente di Lingotto Fiere. La sua passione per i motori l’ha guidata a diventare l’anima del Motor Show di Bologna, un evento totalmente maschile. Da aprile 2021 ricopre per nomina la carica di Segretario Generale dell’ANAOAI.

FIONA MAY 

Ex lunghista e triplista britannica naturalizzata italiana. Nata nel Regno Unito da genitori giamaicani, diventa cittadina italiana per naturalizzazione nel 1994 e con la maglia Azzurra realizza una carriera ricca di successi, fra cui 2 medaglie europee, 4 mondiali di cui 2 d’oro, e soprattutto due argenti Olimpici ad Atlanta 1996 e Sydney 2000. Chiusa la carriera sportiva nel 2006, sperimenta il mondo della tv vincendo la terza edizione della trasmissione ‘Ballando con le stelle’ e diventando protagonista della fiction ‘Butta la Luna’ diretta da Vittorio Sindoni, una mini-serie in cui l’atleta/attrice interpreta una donna nigeriana immigrata in Italia, costretta ad affrontare tutti i problemi sociali e le difficoltà economiche che riguardano l’integrazione culturale. Nel frattempo si cimenta anche in un esperimento scientifico nel piccolo documentario Guinea Pig (2007), rivelando ancora una volta interessanti doti recitative. Si è laureata in materie economiche all’Università di Leeds e ha ricoperto diversi ruoli da dirigente e ambassador, tra cui quello in FIGC di Presidente della Commissione per l’integrazione. Dal 2021 è Consigliere dell’ANAOAI. È la mamma di Larissa Iapichino, giovane lunghista promessa dell’atletica italiana.

FABIO PIGOZZI 

Laureato “con lode” in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’, specialista in Cardiologia ed in Medicina dello Sport, laurea ‘ad Honorem’ in Scienza dello Sport presso l’Università di Salonicco. Già Direttore dell’Unità di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, nonché Membro del Consiglio Superiore di Sanità (dal 2009-2014), del Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (2009-2011), del Comitato Tecnico Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (2011-2014) e del Dipartimento di Scienze Motorie Umane e della Salute. Dal 2010 è Presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport, oltre ad essere Membro della Health, Medical & Research Commission dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), Membro del Comitato Esecutivo e Presidente della Commissione Medica della Unione Internazionale Pentatlon Moderno, Membro della Commissione Medica dell’Associazione dei Comitati Olimpici Nazionali, e Membro della Giunta Nazionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano tra 2001 e il 2009 e tra il 2013 e il 2016. La sua attività scientifica e di ricerca è testimoniata da 19 tra libri e capitoli di libri ed oltre 200 articoli pubblicati su atti congressuali, riviste scientifiche nazionali ed internazionali peer reviewed con fattore d’impatto. È Pro-Rettore Vicario dell’Università degli Studi di Roma ‘Foro Italico’.

SILVIA SALIS 

Ex Atleta lunghista e poi soprattutto martellista, specialità in cui ha ottenuto nella sua carriera ben 10 titoli italiani tra invernali (6) ed assoluti (4). Ha partecipato a due Olimpiadi, Pechino 2008 e Londra 2012, prima di terminare la sua carriera da sportiva e dedicarsi a un percorso professionale da dirigente sportiva. Laureata in scienze politiche e dal 2020 sposata al regista Fausto Brizzi, dopo aver preso parte alla Giunta Nazionale del CONI in quota atleti, da quest’anno ricopre il ruolo di VicePresidente Vicario del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Tra i suoi obiettivi, quello di crescere ancora come rappresentante della politica sportiva in Italia e di portare la sua esperienza sul campo nel Comitato Olimpico in tutte le attività di cui si occupa. Particolarmente sensibile al problema delle donne e soprattutto della maternità nello sport. Ambito nel quale, nel 2018 ha ottenuto una delle sue prime vittorie con la creazione di un fondo specifico al quale ha partecipato con il governo in qualità di Commissione Atleti del CONI. Impegnata anche sul tema del professionismo sportivo in Italia e appassionata nel risolvere le situazioni pendenti dopo l’avvento della riforma dello sport.

NICCOLO’ CAMPRIANI 

Tre volte Campione Olimpico e Ingegnere sportivo con oltre 15 anni di esperienza nella squadra Olimpica italiana di Tiro. Dopo aver gareggiato in tre Olimpiadi (Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016), si è ritirato a 28 anni con l’ultimo tiro della finale olimpica di Rio. Studente-atleta per la maggior parte della sua carriera sportiva professionistica, passando attraverso un’esperienza diretta dei sistemi dual-career in Italia, USA (Laurea in Ingegneria Industriale presso la West Virginia University) e Regno Unito (Laurea Magistrale in Ingegneria Sportiva presso la Sheffield Hallam University). Sostenitore della complementarietà delle due carriere, nello sport e nell’accademia, avendo raggiunto l’apice della sua carriera sportiva durante il periodo di idoneità NCAA e diventando poi nel 2011 un candidato per il Capital One Academic All-America First Team, risultando tra i primi 15 studenti-atleti dei college americani. Come ingegnere sportivo, ha avuto la possibilità di lavorare per la Ferrari e progettare e sviluppare la sua carabina ad aria compressa, stesso prototipo poi utilizzato per vincere la medaglia d’oro a Rio 2016.

Attualmente è Senior Sports Intelligence Manager presso il Dipartimento Sport del CIO, a supporto del Direttore Sportivo del Comitato Olimpico Internazionale nello sviluppo e nell’attuazione di progetti strategici chiave, tra cui Sport Intelligence & Research, e nel tempo libero allena un trio di atleti rifugiati, aiutandoli a raggiungere il punteggio minimo di qualificazione per le Olimpiadi.

ANTONIO LA TORRE 

Dal 1974 al 1987 ha lavorato come disegnatore in una grande industria metalmeccanica, la Breda Ansaldo, dove ha svolto anche il ruolo di delegato sindacale. Completati gli studi all’ISEF della Statale-Milano nel 1983, dieci anni dopo si è laureato al corso di Scienze e tecniche delle attività fisiche e sportive a Digione in Francia. Appassionato di musica rock (grande fan di Bruce Springsteen e Pearl Jam), ha avuto sempre il sogno nel cassetto di fare l’insegnante di lettere. È stato docente di educazione fisica al Liceo Casiraghi di Milano dal 1987 al 2001. Dal 2002 è Professore Associato di Metodi e Didattiche dell’Attività Sportive presso la Scuola di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2017 al 2018 è stato responsabile del comparto endurance e poi anche come advisor dell’ufficio della Preparazione Olimpica del CONI. Autore di cento pubblicazioni scientifiche, oltre ad un centinaio di articoli divulgativi di carattere tecnico-didattico, il suo nome come allenatore è legato indissolubilmente a quello dell’olimpionico azzurro della marcia Ivano Brugnetti, seguito per oltre 20 anni e che con lui ha raggiunto i traguardi del titolo mondiale della 50km a Siviglia 1999 e dell’oro olimpico della 20km ad Atene 2004. Tra gli altri big del tacco-punta di cui è stato la guida tecnica figurano Raffaello Ducceschi (5° nella 50km alle Olimpiadi 1984), Giuseppe De Gaetano (6° nella 50km ai Mondiali 1991) e Alessandro Gandellini (7° nella 20km alle Olimpiadi 2000). Da fine settembre 2018 è stato nominato Direttore Tecnico FIDAL delle squadre nazionali assolute.

GIUSY VERSACE 

Reggina di origine e Milanese di adozione. A seguito di un terribile incidente automobilistico nel 2005 perde entrambe le gambe. Nel 2010 inizia a correre con le protesi in carbonio e diventa la prima atleta italiana della storia a correre con amputazione bilaterale. In 7 anni colleziona ben 11 titoli italiani e segna diversi record nazionali sui 60, 100, 200 e 400 metri. Nel 2013 scrive la sua prima autobiografia ‘Con la testa e con il cuore si va ovunque’ e dall’anno successivo è ambasciatrice della campagna internazionale di promozione dell’integrità sportiva tra i giovani ‘Save the Dream’ insieme ad altri sportivi di fama internazionale tra cui Alex Del Piero. Nello stesso anno vince la decima edizione di Ballando con le stelle, quindi debutta nella conduzione di programmi televisivi su Rete 4 e a La Domenica Sportiva su Rai 2. Nel 2017 è protagonista anche a teatro al fianco del ballerino Raimondo Todaro e del musicista e cantante Daniele Stefani. Nel gennaio 2018 viene eletta alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Varese e le viene assegnata la commissione Affari Sociali di Montecitorio. E’ inoltre membro della Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza e viene nominata capo del dipartimento nazionale Pari Opportunità e Disabilità del Gruppo. Il 29 maggio 2021 viene nominata nuovo responsabile del dipartimento Sport, Disabilità e Pari Opportunità di Forza Italia.

GIOVANNA PALADINO 

Leader esperta nello sviluppo di contenuti di educazione finanziaria, è Responsabile del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo e Direttore e Curatore del Museo del Risparmio. È anche Responsabile delle attività istituzionali del Presidente. Economista senior con una comprovata esperienza lavorativa nel settore bancario, competente in capacità analitiche, economia finanziaria, rischio di mercato, gestione patrimoniale e macroeconomia. Forte professionista con un dottorato e un post doc.

PAOLO REVELLI 

Nuotatore versatile ed eclettico attivo tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato primatista italiano in diverse specialità e il primo e unico a vincere una medaglia olimpica nella farfalla. Nell’inverno 1979 entrò a far parte della Università di Berkeley e vi conquistò finali prestigiose e un titolo di staffetta nella 4×200 yard. Vive a Londra ed è Partner di Caledon Partner. In precedenza, ha lavorato in Morgan Stanley dal 1986 al 2007 nella divisione Private Wealth Management, dove è stato responsabile per l’Europa meridionale e il Medio Oriente e ha presieduto l’Asset Allocation Committee. Ha conseguito una laurea in Economia (1982) e un MBA (1984) presso l’Università della California a Berkeley.

FRANCESCA VITALI  

Docente in Scienze Motorie presso l’Università degli Studi di Verona, in precedenza ha insegnato negli Atenei Università Cattolica di Milano, Istituto Universitario Salesiano di Venezia, Università degli Studi di Genova e Università degli Studi ‘G. D’Annunzio’ di Chieti-Pescara. In qualità di Psicologa dello Sport ha lavorato con atleti giovanili di alto livello di diverse discipline sportive (es. Tiro a segno Nazionale Olimpica Giovanile Italiana; Squadra Giovanile Sci di Fondo Trentino’; Nazionale Giovanile Atletica Leggera). Collabora in qualità di Esperto con la Scuola dello Sport del CONI e dal 2019 ha una collaborazione di “Consulenza con incarico di allenamento” con la Federazione Italiana Rugby e la Federazione Italiana Ginnastica. Dal 2017 è responsabile del Centro studi dell’Assist – Associazione Italiana Atlete Donne. È stata anche Membro del Comitato Scientifico ‘Diffondere il sapere clinico del sonno’, coordinato dal prof. Antonio La Torre ed Esperta per l’Italia in ricerca sui percorsi di Dual Career per gli ex Atleti di alto livello.




L’esibizione di Rondo Da Sosa inaugura i concerti al Palaeventi. Il rapper italiano salirà sul palco di piazza del Mare sabato prossimo, 18 Dicembre, alle 21.30. Il costo del biglietto, comprensivo di consumazione, è di 20 euro.

  Al via le manifestazioni al Palaeventi allestito in piazza del Mare. La tensostruttura, che ospiterà concerti ed iniziative fino all’ 8 Gennaio, aprirà le porte, sabato prossimo, 18 Dicembre, al rapper Rondo Da Sosa, al secolo Mattia Barbieri. 21 anni, milanese, Rondo canta il disagio delle periferie e la voglia di riscatto, comune a molti suoi coetanei. Seguito da un pubblico di giovani ed adolescenti, è stato al centro di episodi discussi, fatti che, in qualche modo, ne hanno aumentato la popolarità. L’inizio del concerto è fissato alle 21.30. Si accede solo muniti di Greenpass. Il costo del biglietto, comprensivo di consumazione, è di 20 euro. Informazioni e prenotazioni presso l’ Ufficio Iat di via Sauro o telefonando al 347 7983779.




“Il Colibrì vola a Milano per prendere in consegna attrezzature ospedaliere che, nel 2022, partiranno per il Senegal, nell’ennesima missione umanitaria.

Colibrì

Può bastare un gesto per essere solidali con l’ Uomo e amici dell’ ambiente. Lo dimostra il Circolo Colibrì: il suo  cuore batte in Senegal ma le mani, che di nuovo stringono altre mani, sanno andare ovunque per recuperare, valorizzare, donare. L’associazione giuliese, non a caso,  ha risposto all’avviso pubblico della Fondazione Irccs Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico, per l’assegnazione, ed il successivo utilizzo, di apparecchiature mediche. Si tratta di strumentazioni dismesse perchè sostituite da apparecchiature più recenti,  ma che funzionano benissimo e possono salvare ancora migliaia di vite. Ambra Di Pietro ed Egidio Casati del Colibrì sono appena tornati da Milano, dove hanno preso in consegna le attrezzature che la Fondazione Irccs ha messo a disposizione per evitarne la rottamazione. Grazie al presidio milanese, ecografi, radiografi portatili, aspiratori e molto altro, partiranno dunque per il Senegal, in occasione della missione umanitaria 2022. Come dire, da corsia a corsia,  perchè la dismissione,  molto spesso, è una scelta di comodo che, tra le altre cose, non premia l’ambiente. L’iniziativa del Colibrì, infatti, è stata inserita tra le azioni virtuose nell’ambito della “Settimana europea per la Riduzione dei rifiuti”. Ambra ed Egidio sottolineano come, molto spesso, gli effetti delle buone azioni siano di molto superiori rispetto allo sforzo impiegato per realizzarle. In questo caso, il Circolo e la Fondazione sono riusciti, donando, a sostenere chi ha bisogno e a contribuire alla salvaguardia dell’ ecosistema. “Un grazie particolare – sottolinea la Presidente Ambra Di Pietro – va al partner “Palestini Ortofrutta” che ci ha fornito camion e autista. La nostra  riconoscenza, inoltre,  è per l’Unità operativa di Ingegneria Clinica di Milano e per il suo Direttore Paolo Cassoli”. “Grazie anche – aggiunge Egidio Casati –  a Giovanni Tognoni e Luca Magatti, risolutivi per la logistica, e all’ ingegner Silvia D’Ambrosio per il prezioso e insostituibile supporto.”



Pescara. Domani Presidente Fontana, Veneziani e Bennato all’ultima giornata del ‘Festival dannunziano’

FESTIVAL DANNUNZIANO

LA CITTA’ CHE SALE: RITMO, VELOCITA’, MOVIMENTO

 

Marcello Veneziani

Il Presidente Fontana, Marcello Veneziani ed Edoardo Bennato saranno alcuni dei protagonisti domani, domenica 12 settembre, dell’ultima giornata della terza edizione del Festival dannunziano, promosso dal Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri e sostenuto dal Governatore Marco Marsilio. Una giornata ricca quella di domani, che partirà alle ore 10 con l’esibizione della Fanfara dei Bersaglieri e che si snoderà in un susseguirsi di decine di eventi racchiusi all’interno della splendida cornice dell’Aurum fino a chiudersi con il concertone allo Stadio del Mare. E anche domani proseguirà la raccolta fondi per garantire il risanamento e il recupero della pineta dannunziana dopo il devastante rogo dello scorso primo agosto, riserva alla quale è stata legata l’intera kermesse offrendo al pubblico la possibilità di effettuare una donazione liberale.

“Siamo quasi pronti a tirare la linea e a tracciare un bilancio della manifestazione, sia sotto il profilo artistico-culturale che della partecipazione del pubblico mobilitato per la nostra pineta – ha sottolineato il Presidente Sospiri -. Quel che è certo che è che di questi dieci giorni resteranno le emozioni, tante, che abbiamo vissuto grazie alla presenza di artisti eccezionali e alla proposizione di un cartellone di eventi che hanno scritto un bellissimo capitolo dell’estate abruzzese. Domani vivremo l’ultima giornata della terza edizione, la seconda con le prescrizioni sanitarie legate al Covid, e sarà forse una delle più ricche e caratterizzanti, sia sotto il profilo istituzionale che culturale”.

Sangiulianovqa

Domani, domenica 12 settembre, la decima e ultima giornata di eventi partirà dunque alle ore 10, all’Aurum, con l’esibizione della Fanfara dei Bersaglieri ‘La Dannunziana’. Nata nell’anno 1998 con il desiderio di formare una Fanfara di Bersaglieri in Congedo e con lo scopo di reclutare tutti quei bersaglieri della Regione Abruzzo che avessero fatto parte, durante il servizio militare, di una fanfara Reggimentale del corpo dei Bersaglieri. Si dovette subito pensare ad un nome da dare alla nuova formazione, la scelta, “La Dannunziana”, oltre che a consentire la immediata individuazione della città di provenienza, permetteva di rendere onore al nostro concittadino, soldato e poeta Gabriele D’Annunzio. La fanfara è composta da 32 elementi, attualmente guidata dal maestro Armando Tonelli docente di cattedra del Conservatorio Musicale D’Annunzio di Pescara. La sua preparazione, il suo aspetto formale e comportamentale, hanno fatto crescere l’organico portandola nelle diverse città italiane e poi successivamente in molti paesi in diversi continenti. Nell’ anno 2000 la fanfara ha fatto la sua prima esperienza estera, è stata invitata in Ungheria a Budapest in occasione della Rassegna Internazionale delle Bande Militari. In questa occasione il confronto è stato di alto livello, soprattutto perché aveva il compito di rappresentare l’Italia. A ottobre dell’anno 2001, venti giorni dopo l’abbattimento delle torri gemelle la fanfara è stata chiamata a New York in occasione del Columbus Day a rappresentare l’Italia nella sfilata sulla quinta strada.  Al termine della trasferta a New York la fanfara si è recata in Canada a Toronto, dove per una settimana ha tenuto concerti presso i club delle comunità italiane.  Nel maggio del 2002,  dopo una stagione estiva piena di concerti, nel mese di settembre la fanfara è stata chiamata in Svizzera nelle città di Lucerna, Losanna e Ginevra. Nel mese di maggio del 2003 la fanfara si è recata in Belgio a Charleroy e Bruxelles. A novembre 2003 ha fatto una tournè di un mese in terra di Australia, dove ha tenuto concerti nelle tre città di Brisbane, Sidney e Melbourne. Per ben due volte ha tenuto concerti al mausoleo del Milite Ignoto, dove oltre a fare gli onori a tutti i soldati Italiani ed Australiani ha eseguito il silenzio fuori ordinanza nella cripta del Milite Ignoto alla presenza delle autorità Civili e Militari dello stato della Virginia. Nel maggio del 2004 al 2005 ha partecipato ai Raduno Nazionali ad Ascoli Piceno e Firenze. A maggio 2006 si è recata per la seconda volta in Belgio a Carleroy in occasione del passaggio del giro ciclistico d’Italia, portando la musica allegra dei bersaglieri in prossimità dell’arrivo della tappa. Dal 2006 al 2016 ha partecipato a tutti i Raduni Nazionali dei Bersaglieri a Vercelli, Napoli, Pordenone, San Giovanni Rotondo, Torino, in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e nella ricorrenza del 175° Anniversario della fondazione dei Bersaglieri avventa nel 1836 proprio a Torino, Latina, Salerno, Asti e Rimini e Palermo. Nell’anno 2017 è stata impegnata per una settimana al Raduno Nazionale che si è svolto a Pescara, suonando in numerose piazze della città. Nell’anno 2018 ha partecipato al Raduno Nazionale di San Donà di Piave, nel 2019 al Raduno Nazionale che si è svolto a Matera, tenendo un concerto anche nel Comune di Montalbano Jonico. La sua attività la vede pienamente impegnata nelle varie manifestazioni istituzionali, organizzate dalla Prefettura di Pescara, dal Comune di Pescara e da quelli di tutta la Provincia e della Regione.

Alle ore 11 momento istituzionale con ‘Abruzzo-Lombardia Pescara Capitale della Cultura e del Libro’ per la candidatura del capoluogo adriatico e l’avvio di nuovi rapporti tra Abruzzo e Lombardia. Nutrito il parterre di ospiti tra i quali Stefano Bruno Galli – assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia; il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri; Carlo Masci sindaco di Pescara; il Presidente della Rergione Abruzzo Marco Marsilio; il Presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri; Attilio Fontana – Presidente della Regione Lombardia e Alessandro Fermi, Presidente del Consiglio della Regione Lombardia.

Alle ore 12.30, sempre all’Aurum, presentazione del volume ‘Brindisi di d’Annunzio con gli amici abruzzesi’, evento con l’editore Luigi Mascheroni e l’attore Marco Paparella, e subito dopo i ‘Cento anni del Vittoriale’, presentazione del libro e proiezione di filmati con Valentina Raimondo e il Presidente Giordano Bruno Guerri. La storia del Vittoriale degli Italiani ha inizio un secolo fa, nel 1921, quando Gabriele d’Annunzio, dopo l’impresa di Fiume, sceglie il lago di Garda quale propria dimora e luogo di pace. La villa, situata in località Cargnacco, è trasformata dal Poeta, insieme all’architetto Gian Carlo Maroni, nella sua ultima e grandiosa opera d’arte. Il volume ripercorre la storia dei primi cento anni di questo luogo iconico, a partire dall’arrivo di d’Annunzio fino alle vicende dei giorni nostri. Il racconto si sviluppa in due parti: la prima dedicata agli anni in cui la casa e i suoi dintorni sono trasformati dagli interventi del Poeta Immaginifico; la seconda ripercorre la storia della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani che, istituita per volontà di d’Annunzio, tutela e valorizza il complesso monumentale. La storia dell’istituzione è letta attraverso l’operato dei suoi presidenti che si sono succeduti dal 1937 a oggi.

La carrellata di eventi riprenderà alle ore 18, all’Aurum, con la presentazione del Video su Dante e d’Annunzio a cura del Vittoriale degli Italiani.

Alle ore 19, all’Aurum, presentazione del libro ‘Dante nostro padre: Il Pensatore visionario che fondò l’Italia’, di e con il giornalista Marcello Veneziani, un’antologia critica delle pagine in prosa di Dante che racchiudono la sua concezione del mondo e svelano il suo pensiero su temi a lui cari come l’amore, la patria, la sapienza, la lingua, la politica. Con un ampio saggio introduttivo in cui Marcello Veneziani ricostruisce l’opera e la personalità del Poeta

Alle ore 20 l’Aurum ospiterà un evento annunciato e attesissimo dal pubblico tanto da registrare il sold out di presenze tra il pubblico, ovvero il Processo a d’Annunzio, con la partecipazione del Presidente Marsilio, della giornalista Francesca Fagnani, del presidente Giordano Bruno Guerri nelle vesti di d’Annunzio, e poi Gennaro Sangiuliano direttore del TG2, l’attore Jacopo Fò, Marcello Veneziani, l’attrice Franca Minnucci e una giuria popolare.

La rassegna si chiuderà alle 21.30 allo Stadio del Mare con il concerto dannunziano di Edoardo Bennato. Edoardo Bennato nasce a Napoli il 23 luglio 1946, sotto il segno zodiacale del Leone. Ha quasi 75 anni. Figlio di Carlo Bennato, impiegato all’Italsider, e di Adele Zito, casalinga, è fratello maggiore di Eugenio e di Giorgio, con i quali nel 1958 ha fondato il Trio Bennato: Edoardo alla voce e chitarra, Eugenio alla fisarmonica e Giorgio alle percussioni. I fratelli Bennato fin da piccoli si sono accostati alla musica grazie alla spinta della madre che li ha mandati a lezione di fisarmonica. Nel dopoguerra Edoardo Bennato si appassiona al rock’n’roll anche grazie ai soldati americani di stanza a Napoli. E’ influenzato da Paul Anka, Chuck Berry, Elvis Prestley, ma anche dai cantanti napoletani come Renato Carosone, Aurelio Fierro e Peppino di Capri. Nel 1965 Bennato si diploma al Liceo artistico di Napoli e si trasferisce a Milano per frequentare la Facoltà di Architettura del Politecnico, entrando in contatto anche con il mondo della discografia. Edoardo Bennato è considerato uno dei più grandi rocker italiani. È stato il primo cantante italiano a riempire lo stadio milanese di San Siro con oltre sessantamila persone il 19 luglio 1980 e il primo ad aver pubblicato due album a distanza di soli 15 giorni, nel marzo 1980, Uffà! Uffà! e Sono solo canzonette. Bruce Springsteen farà la stessa cosa 12 anni dopo. Chitarrista, armonicista e cantante, Bennato si è proposto all’inizio della sua carriera come uomo orchestra suonando contemporaneamente, oltre alla chitarra e all’armonica, anche tamburelli, il kazoo e altre percussioni. Il grande successo per lui arriva negli anni ’80 con le sue canzoni più celebri: L’isola che non c’è e poi W la mamma e Notti magiche, divenuta la canzone dei mondiali. Nel 2010 ha partecipato come ospite al Festival di Sanremo, esibendosi con alcuni dei suoi pezzi più famosi, annunciando così l’uscita dell’album Le vie del Rock sono infinite. Infine, nel 2020 ha pubblicato il suo diciannovesimo album in studio intitolato Non c’è.

Per assistere agli eventi del Festival dannunziano è necessario prenotarsi sulla piattaforma dannunzioweek.it ed è possibile fare una donazione liberare di fondi che saranno devoluti per il risanamento della pineta dannunziana dopo i roghi del primo agosto. Le donazioni possono essere effettuate con le seguenti modalità: Bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT 68 T 05424 04297 000051050040 intestato a Consiglio Regionale dell’Abruzzo; PagoPa la causale da indicare nel caso di bonifico bancario o PagoPa è la seguente: ‘Contributo per il recupero della pineta e dei luoghi dannunziani’; Versamento contanti presso il punto informativo della manifestazione sito in Piazza Unione – Pescara, tutti i giorni a partire da venerdì 3 settembre dalle ore 10 alle ore 19, e dalle 19 in poi sui luoghi degli spettacoli. Si ricorda che per accedere a tutti gli eventi della kermesse occorre avere con sé il Green pass.

 




Las ha inaugurato il suo showroom a Milano

Las

Las

 

Alla presenza di clienti e progettisti, Las ha inaugurato il proprio showroom e ha tracciato le nuove tendenze dell’ufficio Agile.

È stato inaugurato lunedì 6 settembre il nuovo showroom milanese di Las, storica azienda specializzata nella produzione di arredi e sistemi per l’ufficio.
L’evento, dal nome Agile September, è stato un’occasione per l’azienda per incontrare clienti, agenti, designer e operatori del settore.
Tantissimi gli ospiti che hanno raggiunto lo spazio espositivo di via Giorgio Jan 6, nei pressi di Corso Buenos Aires, arrivando dal pomeriggio e restando fino alla tarda serata.

Durante l’evento sono stati presentati i nuovi prodotti dedicati allo smart office e un nuovo sistema di gestione, Las Digital Solution, per l’ufficio agile di nuova generazione.
Si tratta di integrazioni con la tecnologia IOT presenti all’interno dell’arredo ufficio e riguardanti la prenotazione di postazioni e sale riunioni, il monitoraggio della qualità dell’aria, l’analisi delle presenze e i flussi operativi.

«Siamo molto felici di aver inaugurato questo spazio a Milano. – ha dichiarato Marcello Pedicone, Ceo di Las – È stato bello ritrovarsi insieme, dopo molto tempo. Vogliamo che questo non sia solo un luogo dove esporre i nostri prodotti, ma diventi un catalizzatore di conoscenze in cui accogliere e ospitare clienti, amici e collaboratori».

«L’inaugurazione del nostro nuovo showroom è stato un bellissimo momento di condivisione con partner e amici, – ha dichiarato Gianluca Catanese, Direttore Commerciale di Las – il primo di un’importante serie di appuntamenti che si svolgeranno nel mese di settembre proprio in questo spazio. La base operativa di un rinnovato processo di internazionalizzazione che, partendo da Milano, ridefinisca nuovi scenari commerciali per l’azienda».

All’evento erano presenti anche i designer di importanti studi di progettazione come Andrea Barreca e Claudio Barborini dello studio Barreca&Lavarra, Paolo e Folco Orlandini dello Studio Orlandini, Lorenzo Negrello dello Studio Si, Paolo Pampanoni dello studio D+A, Giovanni Giacobone di Progetto CMR, Giorgio Totino dello Studio Twister, Mauro Pizzi e Cesare Chichi di 967 Arch.




II EDIZIONE ROSETO INCONTRA IL GIAPPONE 8/9 LUGLIO

Partirà Giovedì 8 Luglio alle h18.00 la II edizione di “Roseto incontra il Giappone” rassegna ideata dall’Associazione il Foro.

<<Saranno due giorni molto intensi di mostre, dibattiti, musica ed enogastronomia nella splendida cornice del Lido Celommi.
Dopo il successo della prima edizione dello scorso anno, in termini sia di presenze di pubblico che a livello qualitativo degli ospiti, ci siamo posti come obiettivo quello di migliorare ancora di più la rassegna>> dichiara Martina Figliola Presidente dell’Associazione il Foro.

<<Gli appuntamenti partiranno dalle ore 18.00 di Giovedì con l’inaugurazione delle mostre, curate da Martina Di Franceschino, di Yuriko Damiani, porcelain artist italo-giapponese che ha fuso due culture agli antipodi realizzando le sue favole di porcellana, che porterà a Roseto la sua personale “l’incanto della porcellana tra Oriente e Occidente”  e del pittore Riccardo Celommi, erede della storica famiglia di artisti che vede in Pasquale Celommi il suo capostipite, che esporrà la sua selezione di quadri “Paesaggi abruzzesi e donne esotiche”.
Alle 18.30 si terrà la tavola rotonda “la via per il Sol Levante” che tratterà il tema dell’accordo EPA, il partenariato Economico tra Giappone e Unione Europea che vedrà gli interventi istituzionali del Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, dell’Assessore Regionale alle Attività Produttive Daniele D’Amario, del Presidente della Provincia di Teramo Diego Di Bonaventura, illustrerà l’EPA l’Avv. Andrea Mangia esperto del settore e con pluriennale esperienza sul campo degli affari internazionali sull’asse Italia – Giappone.
L’EPA è il più grande accordo di libero scambio mai completato dall’UE, ratificato nel 2019, Grazie all’EPA, l’UE eliminerà i dazi su circa il 99% dei beni giapponesi importati, e viceversa il Giappone su quelli europei;  questo evento rappresenta un momento imperdibile per le aziende del nostro territorio.
Alle h20.30 lasceremo spazio all’enogastronomia con “Lezioni culinarie per giovani Samurai” cena gourmet tra Roseto e il Giappone, a cura dello Chef Alessandro Bizzarri e Noemi Salvi.

Venerdì la manifestazione riprenderà alle h18.00 con l’apertura delle mostre e proseguirà alle 18.30 con l’aperitivo culturale “Sedici raggi” un viaggio in Giappone tra tradizione e modernità in compagnia di Daniele dell’Orco, giornalista ed editore, appassionato e cultore del Sol Levante coadiuvato nel dialogo da Fabrizio Ghilardi, scrittore.
A concludere la manifestazione il concerto del cantautore milanese Federico Goglio, in arte SKOLL, che porterà sul palco “Mishima e D’Annunzio” un volo di musica e parole tra il Giappone e l’Abruzzo.

La rassegna è patrocinata dalla Fondazione Italia Giappone, istituita dal Ministero degli Affari Esteri nel 1999 con l’obiettivo di affiancare la sua azione di approfondimento delle relazioni tra Italia e Giappone e di promuovere l’immagine dell’Italia in Giappone e del Giappone in Italia attraverso iniziative in campo culturale, scientifico ed economico, ringrazio la disponibilità e cortesia del Direttore della Fondazione Umberto Donati, del Dott. Francesco Di Giuseppe che ha coordinato la realizzazione della manifestazione e il titolare dello chalet che ci ospita Silvio Celommi, da sempre vicino alla nostra Associazione>> conclude Figliola.




ESCE IN ITALIA IL PRIMO METODO PER CONOSCERE E IMPARARE A SUONARE LA ZAMPOGNA

Un editore milanese crede nella proposta del giovane musicista Manuel D’Armi

La zampogna – strumento popolare e leggendario, le cui sonorità ancestrali senza tempo hanno incantato generazioni sin dall’antichità –  offre finalmente l’opportunità di mettere a disposizione del crescente numero di appassionati il primo metodo edito in Italia, curato da Manuel D’Armi, giovane musicista abruzzese diplomato presso il Conservatorio, virtuoso della zampogna, concertista e con diverse esperienze di docenza dello strumento in vari corsi musicali, anche nell’ambito dell’Associazione Zampogne d’Abruzzo e l’A.P.S. CuntaTerra.

A credere nella validità della pubblicazione è stata la casa editrice milanese Dantone Music, fondata nel 2018 da Germano Dantone, con alle spalle una trentennale esperienza, prima nel settore discografico (EMI, Warner e Sony Music) e poi come responsabile editoriale nella Carish.
Suonatori e interpreti, meglio detti zampognari, hanno da sempre tramandato sonorità e repertori quasi esclusivamente a livello orale, con tutti i pro e contro che tale consuetudine poteva generare. Nel tempo è perciò nata l’esigenza di strutturare le sue enormi, e ancora poco conosciute, potenzialità musicali in un percorso di studio riconoscibile, che potesse al contempo valorizzarne la tradizione e favorirne l’innovazione. Questo metodo, pensato sia per principianti che per esperti, offre quindi la possibilità di approcciare e approfondire lo studio della zampogna a chiave, attraverso una panoramica generale e dettagliata sullo strumento, che ne riporta i principali cenni storici e ne rivela caratteristiche organologiche e musicali. Dalla teoria alla pratica, pagina dopo pagina vengono affrontati i primi approcci di studio, dalla postura all’impostazione, dalla respirazione alla gestione della sacca, passando per esercizi e tecniche di articolazione ed esecuzione, fino a giungere all’interpretazione di brani con diversi livelli di difficoltà.
Il metodo, edito in lingua italiana e in lingua inglese, è supportato da video tutorial riservati accessibili online, e presenta nell’introduzione i contributi dell’ing. Marco Tomassi della “Liuteria Montecassino”, considerato tra i più qualificati costruttori italiani di zampogne e del Dott. Antonio Bini, dal titolo “Dalla trasmissione orale al metodo”, autore del libro “Zampognari, mito dell’Abruzzo pastorale”.




Ricordo di Joseph Tusiani un anno dopo

 

di Francesco Lenoci

Docente Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano

 

 

“Di fronte a chi decide di amare, non c’è morte che tenga”.  È un pensiero che applico da tanti anni a un grande profeta: don Tonino Bello. È un pensiero che applico dall’11 aprile 2020 anche al grande Poeta Joseph Tusiani.

 

Ho reso omaggio a Joseph Tusiani in tanti luoghi e in varie occasioni. Anche a Milano, presso il meraviglioso Circolo Filologico Milanese, in occasione della presentazione della sua autobiografia edita da Rizzoli “In una casa un’altra casa trovo”, il 30 novembre 2016. Quella sera lessi una sua poesia intitolata “La Scienza”, una poesia di stupefacente attualità.

 

Nascere è il primo e l’ultimo mistero:

vale per me e per ogni universo

creato a splendere e spegnersi,

dopo cento miliardi di secoli

o appena dopo una minima vita di giorni.

 

Ecco, già nati non per nostro merito,

per un motivo siam parte del mondo

e per un altro motivo siam gli uni

dagli altri esseri vivi assai diversi,

più che pietra da pietra, erba da erba,

e da galassia altra galassia errante.

 

Ed è nata così l’umana scienza,

che dei remoti sovrumani mondi

non saprà nulla mai, e sol di questi,

a noi vicini, può scrutare nuove

cellule e nuove molecole arcane.

 

Ora lo so: altro non è la scienza

che il balbettio di un’umile preghiera,

eterna e giornaliera, alla ricerca

di un Dio che umanamente si diverte

nel farsi, giorno dopo giorno, ancora

comprender sempre più dal Suo creato.

 

Quella relazione la inviai il 1° dicembre 2016 a Joseph Tusiani, che così mi rispose con e-mail del 5 dicembre 2016: quattro giorni dopo.

 

Carissimo Francesco,

mi sembra di averti ringraziato per il bellissimo intervento meneghino al Circolo Filologico la scorsa settimana.  Se non l’ho fatto, mi scuso con questi versi che cantano (spero) l’immagine divina nell’uomo.

Un abbraccio,

Joseph

 

 

UMOR NERO

In giorni che a me paion cupi e bui

ho tanta voglia, se nessun mi ascolta,

d’interrogare stelle, fiori, fiumi,

uccelli, rupi e ogni creata cosa,

sullo strano perché dell’umor mio

subitamente mutato. Mi turba

ammettere che tutto è bello intorno,

anzi più bello e più festivo e lieto,

e alcun motivo non trovo che esista

tanta distanza tra il mio stato e il cielo.

Sento che l’uomo che ero più non sono,

ed il pensiero d’una età lontana

la mente più non guida né soggiòga.

In mio soccorso chi viene? Chi scioglie

dagli occhi miei la tenebrosa benda

e riveder mi fa la gran bellezza

che non s’è mai da me allontanata?

Chi mi farà toccar quasi con mano

l’immensità dell’universo, un nulla

se all’immagine mia lo paragono?

Splendi più viva, o già radiosa luce,

e al mondo di’ chi veramente sono.

 

L’ultimo verso di Joseph Tusiani in questa meravigliosa poesia che esalta l’immagine divina dell’uomo: “Splendi più viva, o già radiosa luce, e al mondo di’ chi veramente sono”……. Ebbene, confesso con grande emozione e commozione che ho provato a dire chi era veramente Joseph Tusiani addirittura in occasione del nostro primo incontro.

 

Ho incontrato Joseph Tusiani il 30 settembre 2010 presso il Teatro del Giannone a San Marco in Lamis: uno dei giorni indimenticabili della mia vita. Quella sera conclusi il mio intervento pronunciando le parole che seguono.

 

Con riguardo alla monumentale opera di Joseph Tusiani ho capito una cosa fondamentale e mi piace rivelarla presso un Teatro collocato in una Scuola.

Non è importante la lingua in cui scrive (inglese, latino, italiano o dialetto garganico), non è importante il posto in cui ambienta la vicenda (San Marco in Lamis, New York, una nave . . . .): l’essenza del tutto è che ciò che scrive proviene da un “Professore”, vale a dire da un Uomo che ha coniugato attitudine, istruzione, preparazione e determinazione per “professare”, al meglio, la sua materia.

E la sua materia è la vita:

  • quella che c’è dentro secoli di fatti, conoscenze, poesie;
  • quella che non smette mai di stupire, perché rinnova senza soluzione di continuità lo stupore sia nel docente che nei discepoli;
  • quella che rende possibile avere i piedi nel borgo e la testa nel mondo;
  • quella che consente al docente e ai discepoli di fare strada insieme;
  • quella che va incontro a “l’infinito” che sta oltre “la siepe” dei banchi, delle cattedre, dei computer.

 

Era il 30 settembre 2010. Eravamo all’interno di un Teatro collocato in una Scuola.

E veniamo al teatro dell’assurdo che va in scena oggi, che vede, quali vittime sacrificali del contrasto alla pandemia in Puglia e nell’Italia intera, proprio il Teatro e proprio la Scuola. Potrai mai perdonare la tua Patria, Joseph?

 

Certo che si, perché così hai scritto.

 

Ho l’Italia nel mio cuore

la sublime patria mia.

All’Italia va il mio amore

con questa nuova poesia.

 

Joseph, te lo chiediamo in coro: scrivila al volo questa nuova poesia e trova il sistema per farla arrivare alla tua Italia, al tuo Gargano, alla tua San Marco in Lamis.

Grazie Joseph, grazie di cuore.

 

 

 

 

 




Lo Scrittore e Critico Artistico-Letterario, Antonio Lera, Candidato per il 2020 al Nobel per la Letteratura, ha presentato in diretta facebook, Voci Nel Caos Cristina Raso

Domenica 6 dicembre 2020, Libro di cui ha curato la prefazione. Ad affiancarlo nella presentazione visualizzabile su facebook, il direttore di Aphorism Luigi De Luca.
Un incontro con l’autrice Cristina Raso, tutto digitale sulla pagina Facebook della nota rivista letteraria Aphorism.it seguita da più di 100.000 follower, si terrà domenica 6 dicembre alle ore 21:00.
Poetessa, cantante e pittrice, Cristina Raso rappresenta una figura eclettica che ha sempre fatto del binomio digitale e analogico la sua forza, ancora prima dell’utilizzo massivo del “mondo online” di questo periodo.
Nato nel periodo del lockdown, a inizio primavera, Voci Nel Caos è un incontro di tante anime che hanno attraverso la vita di Cristina negli ultimi 15 anni, dopo la pubblicazione di “Lasciati Immaginare”, l’opera prima della Raso pubblicata da Stamperia dell’Arancio.
Un momento letterario per parlare di poesia contemporanea e di come può nascere una autopubblicazione a distanza di 15 anni dalla prima opera.
La prefazione di Voci Nel Caos, come di Lasciati Immaginare, è a cura di Antonio Lera, scrittore e critico letterario candidato al Nobel della Letteratura in questo anno 2020.
Per questa presentazione digitale il direttore di Aphorism Luigi De Luca ha aperto le porte della fanpage del sito di neo-letteratura più longevo d’Italia, per ospitare una delle sue autrici storiche, in archivio da oltre 15 anni. Nel corso della diretta streaming rivolgerà domande a Raso e Lera sul loro percorso artistico e su alcuni aspetti interessanti della crescita di scrittura dell’autrice, oltre a parlare di spazi inconsueti all’interno della raccolta come il collegamento tra poesia e musica.
Nella raccolta infatti sono inserite alcune composizioni che sono state anche musicate e interpretate in tracce attraverso un reading-cantato, grazie alla collaborazione della cantante e attrice Marina Mulopulos e al compositore Marco Tosetti.
“Ho sempre lavorato sul viaggio inteso come viaggio del me — racconta Raso —, su come si possa leggere delle poesie estemporanee come le mie, che raccontano spesso ermeticamente momenti e paesaggi. Per questo libro è stata necessaria una riconnessione con il passato, che ha permesso nel momento buio del lockdown di utilizzare le energie per riprendere contatti e attivare nuove sinergie. Il mio voleva essere un omaggio al tempo che passa e che mantiene dentro di noi incontri incredibili che offrono occasioni irripetibili. Sono sempre più convinta che è necessario circondarci di persone positive, ricche artisticamente e con cui mantenere i rapporti. Ed empaticamente queste sensazioni è difficile che cambino nel tempo”
Ligure, nata a Savona, formazione milanese e pisana, la Raso ha nel suo percorso una grande trasversalità di interessi che si sono succeduti fin dalla scuola e ha proseguito la sua carriera artistica e lavorativa coltivando la curiosità e il piacere del “fare” e del costruire esperienze culturali.
La diretta Facebook del prossimo 6 dicembre alle ore 21:00 sarà dunque l’occasione per conoscere personalmente questa sua nuova opera, ascoltare dalle sue parole la genesi e il senso di questa raccolta in una chiacchierata informale, ricca di aneddoti, storie e curiosità.
Un incontro con l’autrice Cristina Raso, tutto digitale sulla pagina Facebook della nota rivista letteraria Aphorism.it seguita da più di 100.000 follower, si terrà domenica 6 dicembre alle ore 21:00.
Poetessa, cantante e pittrice, Cristina Raso rappresenta una figura eclettica che ha sempre fatto del binomio digitale e analogico la sua forza, ancora prima dell’utilizzo massivo del “mondo online” di questo periodo.
Nato nel periodo del lockdown, a inizio primavera, Voci Nel Caos è un incontro di tante anime che hanno attraverso la vita di Cristina negli ultimi 15 anni, dopo la pubblicazione di “Lasciati Immaginare”, l’opera prima della Raso pubblicata da Stamperia dell’Arancio.
Un momento letterario per parlare di poesia contemporanea e di come può nascere una autopubblicazione a distanza di 15 anni dalla prima opera.
La prefazione di Voci Nel Caos, come di Lasciati Immaginare, è a cura di Antonio Lera, scrittore e critico letterario candidato al Nobel della Letteratura in questo anno 2020.
Per questa presentazione digitale il direttore di Aphorism Luigi De Luca ha aperto le porte della fanpage del sito di neo-letteratura più longevo d’Italia, per ospitare una delle sue autrici storiche, in archivio da oltre 15 anni. Nel corso della diretta streaming rivolgerà domande a Raso e Lera sul loro percorso artistico e su alcuni aspetti interessanti della crescita di scrittura dell’autrice, oltre a parlare di spazi inconsueti all’interno della raccolta come il collegamento tra poesia e musica.
Nella raccolta infatti sono inserite alcune composizioni che sono state anche musicate e interpretate in tracce attraverso un reading-cantato, grazie alla collaborazione della cantante e attrice Marina Mulopulos e al compositore Marco Tosetti.
“Ho sempre lavorato sul viaggio inteso come viaggio del me — racconta Raso —, su come si possa leggere delle poesie estemporanee come le mie, che raccontano spesso ermeticamente momenti e paesaggi. Per questo libro è stata necessaria una riconnessione con il passato, che ha permesso nel momento buio del lockdown di utilizzare le energie per riprendere contatti e attivare nuove sinergie. Il mio voleva essere un omaggio al tempo che passa e che mantiene dentro di noi incontri incredibili che offrono occasioni irripetibili. Sono sempre più convinta che è necessario circondarci di persone positive, ricche artisticamente e con cui mantenere i rapporti. Ed empaticamente queste sensazioni è difficile che cambino nel tempo”
Ligure, nata a Savona, formazione milanese e pisana, la Raso ha nel suo percorso una grande trasversalità di interessi che si sono succeduti fin dalla scuola e ha proseguito la sua carriera artistica e lavorativa coltivando la curiosità e il piacere del “fare” e del costruire esperienze culturali.
La diretta Facebook del prossimo 6 dicembre alle ore 21:00 è divenuta dunque l’occasione per conoscere personalmente questa sua nuova opera, ascoltare dalle sue parole la genesi e il senso di questa raccolta in una chiacchierata informale, ricca di aneddoti, storie e curiosità.