ROSETO. CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE PER IL 30 DICEMBRE ALLE ORE 17:00 IN MUNICIPIO

 

 

Il Presidente del Consiglio Comunale, Gabriella Recchiuti, ha convocato il Consiglio per il giorno 30 dicembre 2021, alle ore 17:00, con la continuazione nelle ore e nei giorni successivi, presso il Palazzo Comunale, in seduta pubblica ordinaria di prima convocazione per trattare il seguente O.d.G.:

 

  1. COMUNICAZIONE DELEGHE CONFERITE AI CONSIGLIERI COMUNALI.

 

  1. REVISIONE PERIODICA DELLE PARTECIPAZIONI EX ART. 20 D.LGS. 19.08.2016 N. 175 E SS.MM.II. RICOGNIZIONE PARTECIPAZIONI POSSEDUTE AL 31.12.2020.

 

  1. VERIFICA QUANTITA’ E QUALITA’ DI AREE E FABBRICATI DA DESTINARE ALLA RESIDENZA, ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE E TERZIARIE AI SENSI DELLE LEGGI N. 167/1962, N. 865/1971 E N. 457/1978.

 

  1. ISTITUZIONE TAVOLO DI COORDINAMENTO DELLE POLITICHE GIOVANILI E APPROVAZIONE REGOLAMENTO.

 

  1. COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE URBANISTICA E GESTIONE DEL TERRITORIO. ISTITUZIONE E NOMINA COMPONENTI.

 

  1. VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2021/2023 (ART- 175, COMMA 3, LETT. A) D.LGS. N. 267/2000.

 

“Esprimo  particolare soddisfazione per la proposta di delibera riguardante l’istituzione di un tavolo di coordinamento delle politiche giovanili poiché, nonostante questo coordinamento fosse previsto dall’art. 1 bis  nostro Statuto Comunale, detta  previsione non era mai stata presa in considerazione dai precedenti Consigli Comunali ed era rimasta disattesa. E’ una prima risposta ai giovani della nostra città, perché siano sempre più partecipi della vita della loro comunità e perché la Politica sappia trovare il modo di prendere in considerazione le loro istanze, le loro vedute.  Il Tavolo di coordinamento è pensato per raccogliere informazioni nei settori di interesse giovanile (scuola, università, mondo del lavoro, cultura, volontariato, mobilità all’estero, servizio civile, spettacolo, ambiente) e  contribuire al miglioramento della vita di relazione della comunità locale favorendo lo scambio sociale e culturale tra le generazioni e sostenendo le idee e le energie dei giovani del comune”.

Gabriella Recchiuti – Presidente del Consiglio del Comune di Roseto degli Abruzzi




ROSETO. LA MAGGIORANZA PORTA IN CONSIGLIO UNA VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2021/23. NUGNES E MARCONE: “SENZA AVREMMO PERSO 180 MILA EURO DI FINANZIAMENTO PER LE STRADE DI COLOGNA PAESE DIMENTICATI DALLA PRECEDENTE AMMINISTRAZIONE”

 

 

Roseto degli Abruzzi, 28 dicembre 2021 – Nel corso del prossimo Consiglio Comunale la maggioranza ha deciso di portare una variazione al Bilancio di Previsione 2021/23, predisposto dalla precedente Amministrazione, al fine di non perdere un importante finanziamento, pari a oltre 180 mila euro, concesso al Comune di Roseto degli Abruzzi dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale attraverso l’approvazione del Piano Investimenti, III annualità 2021, della Regione Abruzzo per il rifacimento delle strade e delle strutture danneggiate dalla nevicata di gennaio 2017.

 

Senza questa variazione avremmo rischiato di perdere delle ingenti somme destinate al ripristino di alcune strade bianche e altre asfaltate nella frazione di Cologna Paese e al ripristino della copertura danneggiata della locale Scuola Elementare” sottolineano il Sindaco di Roseto degli Abruzzi Mario Nugnes e il Vice-Sindaco con delega ai Lavori Pubblici e alle Manutenzioni Angelo Marcone. “Questo sarebbe stato un danno importante per la nostra comunità e per questo ci teniamo a ringraziare gli Uffici Comunali preposti che hanno lavorato tutta la giornata della Vigilia di Natale per predisporre la variazione di Bilancio e scongiurare la perdita di questi 180 mila euro”.

 

Ci tengo a ringraziare gli Uffici che hanno lavorato alacremente, in questi giorni di festa, per la modifica dell’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale del 30 dicembre per far sì che questo importante finanziamento non venga perso” dichiara il Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti.

 

Il finanziamento concesso dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale interesserà via Cupo Biancucci, via Libeccio, via Colle Vraddo, via Colle Magnone, Villa Maisè e alcune strade bianche sempre del territorio comunale (per una somma pari a 133 mila euro circa) e ovviamente ripristino della copertura danneggiata della scuola elementare di Cologna Paese (per una somma pari a 47 mila euro circa). Le arterie su cui intervenire sono state individuate a seguito di una ricognizione portata avanti dagli Uffici Tecnici del Comune di Roseto degli Abruzzi a seguito delle abbondanti nevicate del gennaio 2017.

 

Gli interventi prenderanno il via non appena le condizioni meteo lo consentiranno – concludono il Sindaco Nugnes il Vice-Sindaco Marcone – l’auspicio è quello di poter partire con gli interventi sulla viabilità nei primi mesi dell’anno, così da concluderli entro la primavera quando inizieranno invece gli interventi di ripristino della copertura danneggiata della Scuola Elementare di Cologna Paese”.




Roseto degli Abruzzi. ORTELLI – DI GIUSEPPE (FDI): NO ALL’AUMENTO DELLA TASSA DI SOGGIORNO 

Francesco Di Giuseppe FdI Roseto

Piovono forti critiche da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia alla delibera di Giunta n.284 in discussione il prossimo 30 Dicembre che andrà a modificare le tariffe per l’esercizio 2022, il Partito di Giorgia Meloni promette battaglia in consiglio comunale.

<<L’effetto placebo delle dichiarazioni d’intenti fatte durante la campagna elettorale è scemato con l’arrivo del primo step tecnico, quello del bilancio di previsione, che mostra invece l’amara realtà dell’indirizzo di questa amministrazione>> dichiara Ivano Ortelli responsabile regionale del Dipartimento Turismo di FDI.
<<La politica della tanto declamata “partecipazione” sembra invece  riservata esclusivamente ad uno sparuto gruppo di amministratori e simpatizzanti mentre è preclusa alle persone effettivamente coinvolte e destinatarie del provvedimento in oggetto e più in generale a coloro che si adoperano realmente nell’incassare la famigerata tassa.
Dispiace dirlo perché la materia del turismo è particolarmente delicata e vitale per la nostra Città e ci aspettavamo quindi dialogo, ascolto e condivisione e invece viene servita questa decisione, bella e pronta, che fa presagire la vera intenzione ovvero la ricerca affannosa di ulteriori risorse destinate solo a mantenere posizione e consenso, snaturando il vero scopo della tassa che si traduce così in un mero affondare le mani nelle tasche dei turisti.
Vogliamo sperare che si tratti di una leggerezza probabilmente dovuta all’inesperienza e alla superficialità di approccio alla materia e quindi, come tale, ancora facilmente sanabile utilizzando il semplice buon senso>> conclude Ortelli.

<<La strategia di rilancio del settore turistico di Roseto, dopo l’altisonante propaganda elettorale,  la immaginavamo diversa: aumentare in maniera secca e senza alcun criterio di proporzione la tassa di soggiorno non aiuta la vocazione turistica della nostra Città e soprattutto ci penalizza nel diretto confronto con le cittadine rivierasche limitrofe (le famose sette sorelle) nostri naturali competitor e rischiano di affondare un intero comparto che è uno dei pilastri del nostro PIL>> dichiara Francesco Di Giuseppe capogruppo di FDI in consiglio Comunale.
<<In consiglio comunale daremo battaglia e difenderemo le categorie coinvolte facendo evincere le tante incongruenze contenute in questa illogica proposta, una su tutte: come si può pretendere di allungare la stagione turistica quando la prima cosa che si offre al turista è la richiesta di una tassa che prima non c’era?
Questa amministrazione è formata da alcuni che raccoglievano il dissenso sull’introduzione della tassa di soggiorno ed oggi, con un repentino colpo di coda, prestano il consenso al suo aumento; completamente noncuranti delle difficoltà e richieste in cui versa un intero comparto, per di più già martoriato negli ultimi anni di pandemia>> chiosa Di Giuseppe.




GIULIANOVA. MERCOLEDÌ 29 DICEMBRE, ORE 21,30, READING/PRESENTAZIONE “QUANDO PIOVE CANTO PIÙ FORTE”

MERCOLEDÌ 29 DICEMBRE ORE 21,30

READING/PRESENTAZIONE

QUANDO PIOVE CANTO PIÙ FORTE

Incontro con: Paolo FIORUCCI (chitarra e voce) 

A cura di: Manuela VALLERIANI  

 

https://www.ilnomedellarosa.com/quando-piove-canto-piu-forte/

“In Quando piove canto più forte la parola si fa possibilità per riconquistarsi, per tornare ad appartenersi, attraverso una scrittura immediata, lineare, ironica. Ogni poesia coltiva in sé i propri sogni e Fiorucci vola alto ma sempre con i piedi ben saldi alla terra”

REMO RAPINO

 

Paolo Fiorucci è “Il Libraio di Notte” e quando arriva la sera, da un piccolo paesino montano, i suoi versi prendono vita e abbracciano angoli vicini e orizzonti lontani.

Che siano ricordi, speranze, desideri, sconfitte, il dentro si mischia con il fuori, in una luce che si posa sulle cose con delicatezza e ne rende i contorni sfumati. E così accanto alle parole, ci sono le polaroid che lui scatta con una Spirit 600 CL, istantanee di un viaggio senza meta, fatto di soste nei crocicchi dell’amore, della giovinezza, della materia di cui siamo fatti.

Occorre fermare il tempo, per sedersi, ascoltare e lasciarsi emozionare da questo canto che si fa più forte quanto più fitta diventa la pioggia.

POSTFAZIONE di Amedeo Di Nicola

 

Paolo Fiorucci (1984), nasce a Chieti. Laureato in Lettere, apre nel 2018 la libreria Il Libraio di Notte di cui si sono interessati vari media nazionali, fra cui Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano, Rai 3, Tv2000, Radio 1, Radio 3 e tanti altri. Dal 2020 è direttore artistico del Festival “Libri nell’Entroterra” a San Benedetto in Perillis (AQ), paese dell’appennino abruzzese dove ha dato inizio al progetto “Borgo del libro” e in cui vive. Ha pubblicato il libro 21 poesie invece di chiederti come stai (2019, Riccardo Condò Editore).


 

TUTTE LE DOMENICHE

DALLE 16:00 ALLE 20:00 

“TORNEO DI BRIDGE”

 

Dopo una latitanza di oltre una creazione, ripartono a Giulianova i tornei di Bridge. Ogni domenica pomeriggio, dalle ore 16:00 alle ore 20:00, l’associazione culturale “Il nome della Rosa” ospita un torneo del gioco di carte più affascinante del mondo.

È DIFFICILE GIOCARE A BRIDGE?

Sgombriamo il campo da un pregiudizio comune. No. Non è difficile. Ma, certo, la presenza diverse regole e strategie di gioco di tempo e pazienza per essere appreso ed assimilato.

Pertanto, si può imparare a giocare a bridge solo seguendo un corso di prossima organizzazione presso il circolo, tenuto da un istruttore federale.

Ma la spesa fatica per imparalo è poi ampiamente ricompensata dalle soddisfazioni che esso dà quando una giocata o una strategia di gioco risulta vincenti.

Il bridge è pertanto un ottimo strumento per esercitare la memoria e stimolare la mente, adatto per tutte le età…

https://www.ilnomedellarosa.com/torneo-di-bridge/


 




SCOGLIERA DA RINFORZARE: AL VIA IL CANTIERE A FOSSACESIA

 

Fossacesia

Sarà una società molisana ad occuparsi del rafforzamento della scogliera, disposta in maniera obliqua alla riva, dinanzi la Piazzetta dei Pescatori, ammalorata in occasione dell’eccezionale ondata di maltempo del 12 e 13 novembre 2019. L’ intervento è stato progettato dall’ing.Daniela San Lorenzo.“Negli ultimi giorni, infatti – dichiara il Sindaco Enrico Di Giuseppantonio – è stata perfezionata la determina di affidamento con fondi regionali di 100mila euro, predisposta tempestivamente dal responsabile del settore Tecnico del Comune ing. Alessandra Ferrante,  alla ditta Inmare Srl di Termoli. Il tratto di barriera interessato dall’intervento di ripristino ha una lunghezza di 210 metri a partire dal tratto più a sud e i lavori dovrebbero essere conclusi prima dell’inizio della stagione balneare. Con questo intervento, verranno posizionati nuovi massi sull’attuale scogliera che nel corso del tempo si era abbassata sprofondando nella sabbia non riuscendo più ad arginare la forza delle onde, il che ha portato ad un incremento del fenomeno erosivo”.




RECUPERO TEATRO ROMANO. ORDINE DEGLI ARCHITETTI PPC: NON UN PUNTO D’ARRIVO MA UN IMPORTANTE MOMENTO DI PARTENZA VERSO UNA NUOVA VISIONE DELLA CITTA’.

Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della
provincia di Teramo. Eletto nuovo Consiglio.

L’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
della provincia di Teramo, partecipa alla soddisfazione
dell’amministrazione comunale di Teramo e di tutte le associazioni e
cittadini/e che, in questi anni, hanno dato il loro contributo di idee e
sollecitazioni, per l’inizio dei lavori propedeutici alla valorizzazione
e al riuso del Teatro Romano.

“Si tratta di una preziosa occasione – dichiara il Consiglio dell’Ordine
in una nota – per ripensare l’intero centro storico con una visione su
tutto il territorio comunale”.

“Il recupero del Teatro romano – continua la nota – non potrà non
dialogare con altre importanti opere quali la ristrutturazione dell’area
ex manicomiale; la riqualificazione del mercato coperto e dell’ex sede
del conservatorio; il recupero di edifici pubblici lesionati dal sisma
e/o in abbandono da anni, come la scuola Savini e il complesso del
Regina Margherita; il ripensamento di spazi pubblici, come Piazza Dante,
e di parti di città come il quartiere Gammarana”.

“La simbolica consegna di una pietra di palazzo Adamoli ad una giovane
studentessa – sottolinea l’Ordine – simbolo dell’affidamento alle
giovani generazioni del futuro della città dovrà far necessariamente
seguito ad azioni concrete che coinvolgano i più giovani, studenti ma
anche professionisti, nella progettazione e gestione dello spazio
urbano, come già fatto per il mercato coperto o per esperienze di
urbanismo tattico, ma questo va fatto subito, perchè il futuro si
costruisce adesso”

“Serve una visione generale della città – concludono Architetti – legata
anche alle singole opere, non perdendo mai, però, la correlazione che
solo una attenta pianificazione può fornire. Come Architetti siamo a
disposizione dell’amministrazione per supportarla nelle necessarie
scelte, soprattutto nella fondamentale fase di condivisione con i
portatori di interessi, senza la quale ogni opera, per quanto utile,
perderebbe gran parte della sua efficacia”




“Quota Mille” ad Opi, salvezza del camoscio d’Abruzzo

OPI

Sem Cipriani si sono spinte fin qui insieme allo scrittore Peppe Millanta per una nuova puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”.

“L’origine del nome – spiega Millanta – è incerta. Potrebbe derivare dal termine indigeno “ops”, cioè lavoro agricolo, o dal latino “oppidum”, ovvero città fortificata. Secondo altri invece, è legato alla divinità arcaica romana di Ope, dispensatrice dell’abbondanza, cui forse in tempi antichi era dedicato un tempio posto proprio su questa collina. Opi ha conservato intatte le sue caratteristiche originarie: nasce infatti nel tardo medioevo, nel periodo dell’incastellamento, e così è rimasta da allora, con la caratteristica struttura “a fuso”, con le case tutte vicine l’una all’altra a comporre una fortificazione verso l’esterno”.

Opi ha la sua importanza anche perché qui è stato salvato il camoscio d’Abruzzo: la specie fu scoperta nel 1899 ed è stata distinta dal camoscio alpino, con cui veniva confusa; a più riprese ha rischiato l’estinzione.

Nel 1913 fu istituita anche una legge che ne vietava la caccia, la prima del genere in Italia, ma non bastò: negli anni ’20 non erano rimasti che 15-20 capi. La svolta si ebbe con l’istituzione del Parco Nazionale, nel 1922 e come specifica Millanta: “Un’attenta gestione degli animali, e luoghi di sensibilizzazione come il Museo, hanno permesso oggi la presenza in Abruzzo di circa 3200 animali, divisi in 5 colonie presenti nei maggiori Parchi della Regione”.

Il borgo di Opi è famoso anche per il legame con l’artista olandese Escher, probabilmente il più grande incisore del ‘900: un vero e proprio rivoluzionario per tutto quello che riguarda la prospettiva e la divisione dello spazio. Celebri sono i suoi disegni rompicapo, le sue scale senza fine, i suoi paradossi geometrici; si spinse fino ad Opi per realizzare un libro illustrato dedicato all’Abruzzo, regione di cui si era innamorato tanto da visitarla più volte. L’accoglienza in questa terra in realtà non fu delle migliori: Escher infatti al suo arrivo fu scambiato addirittura per uno degli attentatori del Re Vittorio Emanuele III, e quindi interrogato e trattenuto dalle forze dell’ordine.

Chiarito l’equivoco, Escher realizzò così 28 incisioni raffiguranti alcuni dei borghi abruzzesi che incontrò nel suo vagabondare a dorso di mulo, tra cui appunto il borgo di Opi, visto da questa prospettiva inusuale; il libro non fu dato mai alle stampe, ma oggi il profilo di Opi, grazie al tratto unico di Escher, è ammirato ogni anno da migliaia di ammiratori dell’incisore olandese, che nelle sue lettere riguardo ai suoi viaggi in Abruzzo diceva “Mi piace godermi l’inatteso”.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata ad Opi.




IL MISTERO DEL NATALE E I PROFETI DEL NULLA

di Giuseppe Lalli

Noi contemporanei siamo tristi: tristi e inquieti. Ce ne accorgiamo quando ci guardiamo in faccia, per strada, nei supermercati, nelle piazze. Guardiamo distrattamente o con sospetto: non vogliano comprometterci, non vogliano uscire dal nostro guscio. E non ridiamo quasi mai: muoviamo solo la bocca e facciamo vedere i denti, o scoppiamo in risate più o meno sgangherate. Quando ci incontriamo e ci parliamo, ci diciamo lo stretto necessario, o ripetiamo frasi banali sul tempo e sulla salute (Come va? Non c’è male…; Che si fa? La solita…).

I rapporti sociali sono rarefatti, sembra di recitare in una sorta di “teatro dell’assurdo”: passiamo vicini ma non ci tocchiamo mai, e quando ci rivediamo dopo un po’ di tempo ci salutiamo senza dirci niente, e quasi non vediamo l’ora di lasciarci per tornare ad accompagnarci alla nostra solitudine. La pandemia che ci assilla da circa due anni sembra solo il corrispettivo biologico di una malattia dell’anima più antica. I discorsi profondi sembra che non ci interessino. Preferiamo – per ripetere un vecchio adagio – concentrarci sul dito del bambino che guarda la luna anziché ammirare la luna. Abbiamo perso anche la capacità di stupirci.

Confessiamolo a noi stessi: siamo tristi e annoiati, nonostante gli schermi televisivi e i nuovi mezzi di comunicazione di massa ci trasmettano notte e giorno l’immagine di una festa continua, un carnevale senza fine. Eppure, tra le pause della festa, o quando ci togliamo la maschera, un’idea assillante, un dubbio fastidioso sembra farsi strada con maggiore o minore consapevolezza nelle menti: questa inquietudine è forse il risultato imprevisto di una libertà senza limiti, di un progresso senza senso e misura, e che rischia di distruggere il pianeta stesso sul quale camminiamo?

Un’inconfessabile idea di assurdità della vita sembra aver penetrato le nostre coscienze, soprattutto in questo nostro mondo occidentale e in modo particolare in questa nostra Europa, dove le vere povertà, a dispetto di una certa retorica sociale, sono tutte spirituali ed esistenziali: un deserto dei valori dove la speranza non sembra più essere di casa, mentre le certezze dei nostri avi ci hanno abbandonato. La fragorosa caduta delle ideologie politiche, invece che liberarci dalle lenti deformanti con le quali guardavamo la realtà sociale, ha reso solo più evidente il vuoto delle nostre anime.

Questo disorientamento dello spirito è trasversale, non risparmia nessuno strato sociale o categoria, colpisce i giovani e i vecchi, riguarda il “pubblico” e il “privato”, in tutti i sensi, istituzionale e personale. E’ come se un fumo avesse invaso tutte le stanze di un immenso palazzo, dai piani alti alle cantine. Ne facciamo esperienza tutti i giorni, nei luoghi di lavoro, a scuola, e persino in famiglia. Già…ma quale famiglia?

I filosofi che vanno in televisione, pur con qualche eccezione, parlano poco di questa condizione e di questo disagio. Preferiscono parlare d’altro, di politica e di costume, non sanno annusare i segni dei tempi e i loro discorsi quasi mai toccano le anime di chi li ascolta, o le toccano solo di sfuggita. Martin Heidegger, Albert Camus, Jean Paul Sartre, nel secolo scorso, avevano intravisto questi gelidi e desolanti panorami che si schiudevano all’umanità, ma non avevano avuto il coraggio e la lucidità di spingersi fino in fondo nei loro pensieri.

Oggi constatiamo che un umanesimo senza Dio non può avere futuro, e ne scontiamo i tristi esiti. Fino agli inizi del secolo scorso poteva venire in soccorso l’idea di progresso: quello che non riusciamo a spiegarci oggi lo sapremo domani, e anche alla morte, prima i poi, ci sarà rimedio. Mia nonna mi disse una sera accanto al focolare: “Lo sai Peppino? Gli scienziati hanno detto che tra molti anni non moriremo più: io sicuramente no, ma forse tu te lo ricorderai”.

I totalitarismi del Novecento, chi più chi meno, con diverso linguaggio ma con pari illusionismo, avevano sostituito i canti e simboli della speranza cristiana con i soli dell’avvenire o con i deliri della razza. Avevano tutti promesso un paradiso in terra: hanno regalato solo un rispettabile inferno. Un baffuto filosofo tedesco di nome Friederich Nietsche, sul finire dell’Ottocento, il secolo dell’ottimismo scientista, aveva annunciato che Dio era finalmente morto e che saremmo stati ciascuno Dio per l’altro. Un Natale alla rovescia: mai annuncio fu più tragicamente profetico (“Sarò capito solo nel XXI secolo!”, aveva vaticinato il pensatore nella sua lucida follia).

Dopo tanto blaterare di giustizia e di solidarietà, facciamo esperienza, spesso sulla nostra pelle, ogni giorno, di una verità elementare, vale a dire che non basta cambiare le istituzioni per cambiare l’uomo, con buona pace di Jean-Jacques Rousseau, di Karl Marx e di tutti gli ingegneri sociali degli ultimi duecento anni. Sentiamo, per poco che ci fermiamo e riflettere, che è necessario un cambiamento interiore, anche solo per migliorare la vita quotidiana di relazione. Assurdo o mistero sono da sempre i due poli tra i quali oscilla il pensiero dell’uomo che s’interroga sul suo destino. L’esistenza ha un senso, o – come si chiedeva già un inquieto Blaise Pascal all’inizio della modernità – è solo un casuale e non richiesto bagliore tra due eternità di buio? Un essere tra due nulla?

Bisogna scegliere tra questi due estremi, altra scelta non ci è data. Chi non sceglie si fa scegliere dalla vita stessa. Ma l’assurdo, per poco che si rifletta, ci appare un buco nero senza fine: una cosa assurda, per l’appunto. La ragionevolezza, vale a dire una ragione che non si chiude alle ragioni del cuore, ci spinge a scommettere sul mistero.

Il Natale ci può aiutare a riflettere. Rappresenta un grande mistero: il mistero dell’Incarnazione. I cristiani, da sempre seguaci del Mistero (quello con la ‘m’ maiuscola), sanno che la storia la guida Dio, ma a suo modo, alla maniera di un Dio che è stato disposto a percorrere un’infinita distanza per assumere le sembianze di un uomo, per rinchiudersi dentro i limiti di un essere da lui stesso creato. Esiste mistero più grande? Il Dio della tradizione ebraico-cristiana si fa presente al momento giusto, e sempre per un fine di felicità, ma, a differenza dei demagoghi, promette tempi lunghi e chiede la collaborazione dell’uomo affinché lo riconosca: è un Dio che si nasconde, e che preferisce i piccoli e i semplici. E così un pastorello gracile viene scelto come re d’Israele e il messia atteso nasce in una stalla, visitato dai pastori, gli ultimi della società, i reietti, a cui gli angeli annunciano la grande notizia.

Bisogna scegliere, oggi più che mai: scegliere il mistero con tutto ciò che esso implica e respingere l’assurdo che ci viene propinato dai tanti profeti del Nulla che affollano la scena della comunicazione. Chi mai, solo fino a venti anni fa, avrebbe potuto immaginare che all’interno di una primaria istituzione pubblica europea si potesse anche solo ipotizzare di invitare i cittadini del continente ad evitare di scrivere termini quali ‘Natale’ e ‘Maria’? E tutto in nome di uno spirito di tolleranza che, a ben riflettere è figlio di quel pensiero liberale che affonda nel Vangelo la sua radice più profonda.

E tuttavia perché meravigliarsi? Non abbiamo forse appreso dalle pagine più oscure della storia europea del secolo scorso che ogni totalitarismo, ogni dittatura dello spirito, comincia col sopprimere alcune parole e sostituirle con altre? E non abbiamo letto, in altre pagine, che il “principe di questo mondo” si diverte a dividere le coscienze e mescola subdolamente le lingue per impedire che le persone comunichino tra di loro? Sono le radici cristiane del nostro continente, con tutto ciò che ne consegue, la vera posta in gioco.

Volendo parafrasare – beninteso, solo parafrasare – Marx, si potrebbe dire che uno spettro si aggira da tempo in Europa, lo spettro del relativismo etico, l’idea cioè che non esistono valori morali assoluti: tutto è relativo, tutto è legato alla particolare situazione che si vive. È il risultato ultimo di una ragione che ha preteso di fare a meno del mistero. Ma quella giovane donna che più di duemila anni, costretta da un editto dell’imperatore ad intraprendere un lungo e faticoso viaggio, partorì in una stalla di Betlemme perché per lei e il bambino che portava in grembo non c’era posto nell’albergo, ha scelto fin dall’inizio il mistero; e subito dopo nel mondo è venuta la luce. Rimane questo, oggi più che mai, il senso più autentico e profondo del mistero del Natale.




Martufello porta il divertimento a Civitella Alfedena

A Civitella Alfedena (Aq) nel giorno di Santo Stefano si ride con Fabrizio Maturani, meglio noto al pubblico come Martufello, che con il suo Martufello Show Dio ce ne scampi e ..mazzancolle! torna su un palco abruzzese, quello del Centro Culturale “Orsa Maggiore” per uno spettacolo ironico e divertente, voluto dal Comune di Civitella Alfedena e che reca la firma di Uao Spettacoli.

www.ciaotickets.com .




Inaugurata ieri, nel parco dell’ Annunziata, l’altalena per bambini con disabilità donata dal Circolo Colibrì.

E’ stata inaugurata ieri, nel parco del quartiere Annunziata, l’altalena per bambini con disabilità che il circolo Colibrì, sostenuto da tanti amici dell’associazione, ha voluto donare alla città. Erano presenti, alle 15, Ambra Di Pietro ed Egidio Casati del Colibrì, il Vicesindaco e assessore alle Politiche sociali Lidia Albani, il presidente del comitato di quartiere Sandro Brandimarte, il referente civico per la disabilità Antonio Fusaro, Massimo Grossi, titolare dell’ Hotel “Baltic”, Daniele Venditti, proprietario del Serenella Beach Club. Con loro famiglie e residenti del quartiere. Ambra Di Pietro ha espresso la soddisfazione del circolo e ricordato le tante iniziative di questo 2021. Nelle sue parole, il ringraziamento all’ Amministrazione e ai tanti sponsor che permettono alla solidarietà di non rimanere un concetto, ma di dare frutti tangibili, in Senegal e anche a Giulianova, dove le necessità sono diverse ma dove tante cose sono ancora indispensabili, preziose. Il Vicesindaco Lidia Albani ha sottolineato l’importanza delle associazioni e dei singoli. “La collaborazione tra pubblico e privato- ha detto – si dimostra ancora una volta strategica per la realizzazione di una città migliore”. Il presidente del comitato Sandro Brandimarte ha ringraziato il Colibrì ed, insieme al circolo, anche l’ hotel “Baltic” e il “Serenella Beach Club” che hanno supportato il progetto. “Questo parco diventa ogni giorno più bello – ha detto- Idee nuove e la forza necessaria a realizzarle lo stanno rendendo un posto speciale, unico, inclusivo, qualificante per il quartiere e la città”.